Dipartimento federale dell'interno DFI Ufficio federale della sanità pubblica UFSP Unità di direzione sanità pubblica Divisione malattie trasmissibili Influenza stagionale? I professionisti della salute hanno otto buoni motivi per farsi vaccinare! Per poter scegliere liberamente se farsi vaccinare contro l’influenza stagionale, si devono possedere informazioni sufficienti sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo, e valutare oggettivamente i vantaggi e gli svantaggi. Il presente documento illustra otto punti che spesso alcuni professionisti della salute adducono come motivi per rifiutare la vaccinazione contro l’influenza. Oltre a valutare queste motivazioni, si riportano informazioni di base e spiegazioni scientifiche ed etiche a sostegno della tesi che la vaccinazione contro l’influenza è una misura di prevenzione sensata, sicura e semplice. Questo documento integra la scheda informativa «6 buoni motivi per i professionisti della salute per farsi vaccinare», consultabile in formato elettronico o cartaceo. SOMMARIO 1. Al lavoro i professionisti della salute sono particolarmente esposti ai virus dell’influenza. 2. Anche per le persone giovani e sane l’influenza comporta talvolta un processo di guarigione lungo e/o difficile. 3. Nei soggetti adulti e sani la vaccinazione contro l’influenza riduce di oltre il 70 per cento per cento il rischio di contrarre la malattia. 4. Vaccinandosi contro l’influenza i professionisti della salute proteggono i loro pazienti dal contagio e da eventuali complicazioni. 5. Gli effetti collaterali della vaccinazione contro l’influenza stagionale sono ben conosciuti. A volte possono risultare fastidiosi, ma solitamente sono innocui. 6. Gli effetti collaterali gravi del vaccino contro l’influenza sono nettamente più rari rispetto alle complicazioni della malattia. 7. I vaccini inattivati utilizzati in Svizzera non possono provocare l’influenza. 8. In Svizzera tutti i cittadini possono scegliere liberamente se farsi vaccinare contro l’influenza stagionale. Questa decisione deve essere presa con cognizione di causa. Dipartimento federale dell'interno DFI Ufficio federale della sanità pubblica UFSP Unità di direzione sanità pubblica Divisione malattie trasmissibili 1. Al lavoro i professionisti della salute sono particolarmente esposti ai virus dell’influenza. A causa dei contatti con i pazienti, d’inverno i professionisti della salute sono particolarmente esposti ai virus dell’influenza. Negli studi medici, negli ospedali, nelle case di riposo e in altri istituti di cura la presenza di virus influenzali è molto frequente e le infezioni nosocomiali non sono rare. Nei reparti ospedalieri a volte fino al 50 per cento dei collaboratori e dei pazienti contrae l’influenza. Nel resto della popolazione, invece, ogni anno solo il 10-20 per cento delle persone non vaccinate contrae la «vera» influenza. Inoltre, molti professionisti della salute a stretto contatto con i pazienti credono erroneamente di essere poco soggetti a un eventuale contagio. « Io non prendo mai l’influenza!», «Sono una persona sana, che tiene molto all’igiene e conduce una vita sana»: queste frasi si sentono spesso. Altri, invece, dicono di non aver mai avuto l’influenza e quindi di non aver bisogno della vaccinazione. Questo punto di vista è del tutto comprensibile, poiché l’influenza non «colpisce» certo ogni inverno! Alimentazione equilibrata, attività fisica regolare e sonno sufficiente rafforzano le difese immunitarie contro le infezioni. Tuttavia, queste misure generiche da sole non bastano per proteggersi contro l’influenza. Le mascherine non difendono completamente dal contagio e non esistono alternative efficaci come le cosiddette «vaccinazioni omeopatiche». Gli istituti di cura con una bassa copertura di vaccinazioni contro l’influenza registrano con una certa regolarità delle ondate di influenza. In caso di epidemia, nel settore sanitario è quasi sempre difficile trovare un «sostituto» in tempi brevi e i professionisti hanno spesso la tendenza a continuare a lavorare nonostante la malattia, per non sovraccaricare i colleghi. Così facendo rischiano però di trasmettere la malattia ai loro colleghi nonché ai pazienti, e di aumentare il carico di lavoro per tutti. La vaccinazione contro l’influenza è il modo più facile ed efficace per evitare il contagio dalla malattia. Negli istituti di cura in particolare, un alto tasso di vaccinazioni contribuisce a preservare un gruppo di lavoro efficiente anche durante le epidemie influenzali. Fonti: 1, 2, 7, 20–22 Dipartimento federale dell'interno DFI Ufficio federale della sanità pubblica UFSP Unità di direzione sanità pubblica Divisione malattie trasmissibili 2. Anche per le persone giovani e sane l’influenza comporta talvolta un processo di guarigione lungo e/o difficile. I sintomi «classici» della «vera» influenza sono i seguenti: febbre improvvisa, mal di testa, dolori muscolari e articolari, malessere, debolezza e mal di gola.. Soprattutto tra i giovani adulti in buona salute si è diffusa l’opinione che l’influenza sia sempre innocua, che sia poco più di un «banale raffreddamento» e che solo le «persone a rischio» si dovrebbero vaccinare contro l’influenza. Inoltre, alcuni credono erroneamente che, affrontando la malattia, il sistema immunitario si rinforza. L’influenza può in effetti avere sintomi lievi e progredire senza complicazioni. Tuttavia, contrariamente ad altre «malattie da raffreddamento» virali, l’influenza talvolta può causare anche complicazioni. Tra queste vi sono sovrainfezioni batteriche secondarie o virali, infiammazioni nella regione delle orecchie, del naso e della gola, polmoniti, pleuriti, miocarditi, encefaliti o la sindrome di Guillain-Barré. Raramente anche i soggetti giovani e sani possono esserne affetti. Inoltre, le persone influenzate presentano una condizione di malessere e debolezza che può durare per giorni o settimane. Non possono svolgere attività lavorative e il loro ruolo consueto all’interno del nucleo familiare ne risente, per non parlare del tempo libero o delle ferie. La vaccinazione contro l’influenza stagionale rinforza le difese immunitarie in modo specifico obbligando il corpo – come accade quando si contrae il virus dell’influenza – a produrre anticorpi e linfociti specifici. Così si crea una memoria immunitaria contro tre diversi sottotipi di influenza, senza che la malattia si manifesti o si debbano rischiare eventuali complicazioni dovute alla malattia. Sebbene la vaccinazione non consenta di escludere del tutto il contagio dal virus, spesso si riducono la durata e la gravità della sua manifestazione. Fonti: 1, 2, 6, 20–23 Dipartimento federale dell'interno DFI Ufficio federale della sanità pubblica UFSP Unità di direzione sanità pubblica Divisione malattie trasmissibili 3. Nei soggetti adulti e sani la vaccinazione contro l’influenza riduce di oltre il 70 per cento il rischio di contrarre la malattia. In autunno la vaccinazione contro l’influenza stagionale è il modo più facile ed efficace per evitare la manifestazione dell’influenza. L’efficacia può variare in base al soggetto e alla stagione. Negli adulti in buona salute quasi ogni inverno la vaccinazione riduce il rischio di ammalarsi del 70-90 per cento. I vaccini contro l’influenza non proteggono dal raffreddore ma solo dall’influenza causata dai virus influenzali. La vaccinazione non ha infatti alcun effetto sulle più frequenti e principali malattie da raffreddamento, che possono essere provocate da circa 200 virus diversi (adenovirus, rhinovirus, coronavirus e altri). Contro questi virus non esistono vaccini. A volte si sente dire dalle persone vaccinate che sono comunque «raffreddate per tutto l’inverno». Ciò si può verificare principalmente per quattro motivi. Ogni inverno la maggior parte delle persone contrae una o più volte una malattia da raffreddamento virale, causata da circa 200 «virus da raffreddamento» diversi. Contro questo tipo di malattie non esiste un vaccino. La vaccinazione contro l’influenza protegge solo contro l’influenza e non ha alcun effetto sull’eventuale insorgenza di malattie da raffreddamento. Distinguere tra un’influenza leggera e senza complicazioni e un normale raffreddore è spesso difficile, anche per i professionisti. Ogni anno a febbraio viene aggiornata la composizione dei vaccini in base ai ceppi virali influenzali che probabilmente circoleranno l’inverno seguente. Alcuni anni i virus influenzali cambiano talmente a livello genetico durante le epidemie di influenza che la vaccinazione non riesce a proteggere, o solo in parte, dalla malattia. Tuttavia, quattro anni su cinque la corrispondenza del vaccino con i virus effettivamente in circolazione è molto buona. Vaccinarsi contro l’influenza non protegge completamente tutti i vaccinati dalla malattia. Nei soggetti adulti sotto i 65 anni e in buona salute il rischio di contagio si riduce del 70-90 per cento. Anche se la malattia si manifesta, i sintomi sono lievi, di breve durata e solo di rado insorgono complicazioni. Circa il 5 per cento dei vaccinati manifesta reazioni al vaccino (reazione del sistema immunitario) con sintomi simili a quelli dell’influenza. Di solito questi sintomi sono innocui e svaniscono in breve tempo. Ciò spiega perché si diffonde facilmente l’impressione che vaccinarsi contro l’influenza non serva a molto. In realtà il rischio di malattia e di complicazioni per i soggetti adulti e in buona salute diminuisce addirittura di almeno il 70 per cento! Fonti: 1–3, 16, 20–23 Dipartimento federale dell'interno DFI Ufficio federale della sanità pubblica UFSP Unità di direzione sanità pubblica Divisione malattie trasmissibili 4. Vaccinandosi contro l’influenza i professionisti della salute proteggono i loro pazienti dal contagio e da eventuali complicazioni. Alcune persone, a causa dell’età o del loro stato di salute, corrono un rischio più elevato di complicazioni dovute all’influenza. Le persone con cui sono a contatto regolarmente, a casa o al lavoro, possono facilmente trasmettergli il virus. Se i professionisti della salute sono vaccinati contro l’influenza, risulteranno indirettamente - ma altrettanto efficacemente - protetti anche gli anziani, i giovani o le persone con un sistema immunitario debole. Il dato è dimostrato dalla maggior parte degli studi scientifici condotti a questo proposito. Con uno starnuto o un colpo di tosse si diffondono secrezioni respiratorie nell’ambiente circostante. Anche nel caso di influenze lievi o già a partire dal primo o secondo giorno dall’insorgenza della malattia è possibile contagiare le persone circostanti senza accorgersene, per esempio con uno starnuto. Il periodo di contagiosità può protrarsi fino a dieci giorni. Durante le ondate di influenza, spesso non è immediatamente chiaro quali persone potrebbero essere state contagiate dal virus. Ecco perché alcuni professionisti affermano che non ci sono prove, né nella letteratura specializzata né in seno alla struttura di cura dove lavorano di casi dimostrati di contagio di virus influenzali ai pazienti, o agli ospiti delle case di riposo. Alcuni credono erroneamente che le semplici misure d’igiene e l’immediata interruzione del lavoro all’insorgere dei sintomi influenzali siano sufficienti per impedire la diffusione del virus. Durante le ondate di influenza spesso non si può sapere quali persone potrebbero essere state contagiate dal virus. Gli studi mostrano che oltre la metà dei professionisti della salute, a causa del loro grande impegno per pazienti e colleghi, continuano a lavorare anche se presentano i sintomi influenzali e sono stati contagiati. Per i reparti degli istituti di cura le epidemie influenzali possono significare un onere di lavoro supplementare per il personale medico e paramedico. La vaccinazione delle persone con elevato rischio di complicazioni dovute all’influenza da sola non basta, poiché la risposta immunitaria di questi soggetti non è ottimale e alcuni di loro non possono essere vaccinati. Ed è proprio per questo che l’aspetto della prevenzione nelle persone a loro stretto contatto risulta fondamentale. È necessaria anche un’elevata consapevolezza della responsabilità collettiva da parte di tutti coloro che lavorano negli istituti di cura. Per proteggere le persone che corrono un rischio elevato di complicazioni influenzali si consiglia il vaccino non solo ai parenti, ma anche a tutto il personale medico-sanitario, ai paramedici, ai collaboratori delle case di cura e per anziani, al personale di asili e asili nido nonché alle mamme diurne. Quasi tutte le associazioni professionali nazionali e internazionali consigliano di vaccinarsi. Fonti: 1, 2, 6, 11–22 Dipartimento federale dell'interno DFI Ufficio federale della sanità pubblica UFSP Unità di direzione sanità pubblica Divisione malattie trasmissibili 5. Gli effetti collaterali della vaccinazione contro l’influenza stagionale sono ben conosciuti. A volte possono risultare fastidiosi, ma solitamente sono innocui. Già dal 1945 si utilizzavano vaccini inattivati per proteggere efficacemente dall’influenza. Oggi, oltre 300 milioni di persone all’anno si vaccinano contro l’influenza stagionale. Tuttavia, come tutti i medicamenti, anche nel caso dei vaccini si registrano occasionali effetti collaterali. Questi effetti collaterali, di solito molto più innocui rispetto alle eventuali complicazioni della malattia, sono ben conosciuti e continuamente sotto il controllo delle autorità indipendenti di sorveglianza. Alcuni credono erroneamente che dopo essersi sottoposti alla vaccinazione contro l’influenza si presentino spesso effetti collaterali. I dati raccolti dal controllo internazionale della sicurezza e degli effetti collaterali dei vaccini dimostrano che questa paura è eccessiva. In Svizzera vi è l’obbligo di comunicare all’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic qualsiasi sintomo grave o finora sconosciuto. Prima di consigliare il vaccino, la frequenza e la gravità dei suoi effetti collaterali vengono valutate attentamente da professionisti indipendenti e rapportate alla frequenza e alla gravità dei sintomi influenzali e delle relative complicazioni. La vaccinazione contro l’influenza induce il sistema immunitario a rispondere agli antigeni influenzali e a produrre gli anticorpi protettivi. In questo modo la risposta immunitaria specifica risulta rafforzata nei confronti della malattia. Tuttavia, possono manifestarsi effetti indesiderati da lievi a moderati. Le reazioni locali sono molto frequenti: dolore, arrossamenti e prurito nel punto di iniezione interessano il 25 per cento dei vaccinati. Questi effetti sono però transitori e svaniscono nel giro di un paio di giorni. Come reazioni sistemiche potrebbero manifestarsi febbre, dolori muscolari e malessere nei due giorni successivi all’iniezione. Tuttavia, queste reazioni si registrano in meno del 5 per cento dei vaccinati. Potrebbero verificarsi anche effetti collaterali gravi, ma solo in casi rarissimi ed eccezionali. Per ulteriori informazioni si rinvia al punto 6 di questo documento. A tale proposito bisogna però menzionare il fatto che, a differenza dei normali vaccini contro l’influenza stagionale, i vaccini monovalenti specifici contro la pandemia causata dal virus A/H1N1 nel 2009 hanno provocato effetti collaterali sistemici e locali molto più frequenti (e più gravi) a causa degli adiuvanti (sostanze additive per rafforzarne l’efficacia). Fonti: 1, 2, 4–6, 23, 24 Dipartimento federale dell'interno DFI Ufficio federale della sanità pubblica UFSP Unità di direzione sanità pubblica Divisione malattie trasmissibili 6. Gli effetti collaterali gravi del vaccino contro l’influenza sono nettamente più rari rispetto alle complicazioni della malattia. I rischi e le complicazioni dell’influenza vengono spesso sottovalutati e molte persone, per timore di danni gravi o permanenti, non si fanno vaccinare contro l’influenza stagionale. Ciò succede sebbene gli effetti collaterali siano ormai ben conosciuti e questa vaccinazione sia considerata molto «sicura». Che cosa significa «sicura»? La circolazione di nuovi vaccini viene autorizzata solo dopo che sono stati testati su almeno 5000 persone. Oggi, più di 300 milioni di persone all’anno si fanno vaccinare contro l’influenza stagionale. In Svizzera vi è l’obbligo di comunicare all’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic qualsiasi sintomo grave o finora sconosciuto o qualsiasi deficit qualitativo. Se si dovesse sospettare o dimostrare che questi sintomi sono riconducibili all’iniezione del vaccino, si adotterebbero subito misure appropriate, come per esempio un uso limitato del prodotto o il suo ritiro dal mercato. Vengono prese in considerazione anche le segnalazioni provenienti dagli altri Paesi. In questo modo si garantisce la massima qualità dei dati riguardanti la sicurezza dei vaccini. A volte nei bambini piccoli può manifestarsi febbre, anche se solo in rarissimi casi associata a convulsioni febbrili. Le convulsioni febbrili sono invece una delle complicazioni più frequenti dell’influenza nei bambini piccoli. Molto raramente (<1/10 000) si verificano sintomi allergici gravi o addirittura uno shock anafilattico. Le persone con gravi intolleranze manifeste nei confronti delle proteine contenute nell’uovo o di altre sostanze contenute nel vaccinonon dovrebbero pertanto vaccinarsi contro l’influenza. Sempre molto raramente (<1/10 000) dopo l’iniezione del vaccino possono manifestarsi nevralgie (dolori nevralgici), parestesie (alterazioni della sensibilità) o paralisi del nervo facciale (paralisi dei muscoli del volto). Anche quando ci si ammala di influenza possono presentarsi (raramente) complicazioni neurologiche. In un caso su un milione è osservata anche la manifestazione della sindrome di Guillain-Barré. Tuttavia, questa sindrome si manifesta molto più spesso come complicazione neurologica dell’influenza o a seguito di infezioni batteriche. Il rischio di gravi effetti collaterali dopo l’iniezione del vaccino è infinitamente minore rispetto al rischio di vere e proprie complicazioni dovute all’influenza. Fonti: 1–6, 9, 10, 23, 24, Dipartimento federale dell'interno DFI Ufficio federale della sanità pubblica UFSP Unità di direzione sanità pubblica Divisione malattie trasmissibili 7. I vaccini inattivati utilizzati in Svizzera non possono provocare l’influenza. Tutti i vaccini contro l’influenza autorizzati e venduti in Svizzera sono inattivati e quindi non contengono alcun agente patogeno che possa causare la malattia. Risulta perciò impossibile ammalarsi di influenza dopo essersi fatti vaccinare. L’idea falsa ma alquanto diffusa che il vaccino provochi l’influenza deriva probabilmente dal fatto che alcune persone presentano sintomi influenzali dopo l’iniezione. Quattro diverse ragioni (già menzionate al punto 3) consentono di spiegarne il perché: 1. si scambia un raffreddore per una lieve influenza; 2. il vaccino non difende da tutti i virus influenzali in circolazione; 3. il corpo ha una risposta immunitaria insufficiente al vaccino; 4. il sistema immunitario reagisce al vaccino con alcuni sintomi temporanei (per esempio, un aumento della temperatura corporea). Inoltre, è importante sapere che dopo la vaccinazione il nostro sistema immunitario necessita di 1-2 settimane prima di riuscire a proteggere completamente il corpo dalla malattia. I vaccini contro l’influenza stagionale contengono sempre componenti inattivate di tre ceppi virali influenzali, ovvero del sottotipo A/H1N1, del sottotipo A/H3N2 e del tipo B. Tutti i vaccini contro l’influenza stagionale da molti anni sono privi di composti di mercurio e alluminio. I vaccini in circolazione in Svizzera non contengono sostanze additive (adiuvanti) atte a rafforzarne l’effetto. Fa eccezione il prodotto Fluad®, specificatamente autorizzato per le persone di età superiore ai 65 anni, che contiene il adiuvante MF-59C. Questa sostanza stimola il sistema immunitario a produrre una maggiore quantità di anticorpi protettivi. Tutti i prodotti possono contenere piccole tracce di proteine dell’uovo. Chi si vaccina contro l’influenzala risposta immunitaria contro l’influenza, ovvero fa sì che produca anticorpi specifici che proteggono da un’eventuale malattia o ne indeboliscono l’intensità e la gravità dei sintomi. Fonti: 1–5 Dipartimento federale dell'interno DFI Ufficio federale della sanità pubblica UFSP Unità di direzione sanità pubblica Divisione malattie trasmissibili 8. In Svizzera tutti i cittadini possono scegliere liberamente se farsi vaccinare contro l’influenza stagionale. Questa decisione deve essere presa con cognizione di causa. La vaccinazione contro l’influenza stagionale è facoltativa per tutti, anche per il personale sanitario e assistenziale. Tuttavia, la decisione personale di proteggersi dall’eventualità di contrarre la malattia dovrebbe essere fatta sulla base di informazioni sufficienti, sia sul piano quantitativo, sia su quello qualitativo, e dopo una valutazione oggettiva dei vantaggi e degli svantaggi. Bisognerebbe essere inoltre consapevoli delle responsabilità nei confronti dei propri pazienti e dei colleghi di lavoro. Alcune persone possono trovarsi di fronte a un dilemma morale o etico che devono riuscire a risolvere da soli, consapevoli della propria responsabilità. Una decisione ponderata: naturalmente ciascuno ha il diritto di dire «no» alla vaccinazione contro l’influenza o a qualsiasi altro tipo di vaccino. In particolare dai professionisti della salute si sente spesso dire «avrò pure il diritto di essere ammalato!». Bisogna rispettare sia questa affermazione, sia la decisione se farsi vaccinare o meno. È però molto importante informarsi adeguatamente sui possibili rischi della vaccinazione e sulla diminuzione del rischio di ammalarsi e di contagiare gli altri. I punti 5 e 6 di questo documento, insieme alle Direttive e raccomandazioni dell’UFSP del 27 ottobre 2011 sulla vaccinazione, illustrano gli svantaggi, ovvero i possibili rischi legati alla vaccinazione contro l’influenza. I vantaggi della vaccinazione per i professionisti della salute sono tre: 1. A causa dei contatti con i pazienti, i professionisti della sa lute corrono un rischio più elevato di contrarre l’influenza. La vaccinazione tempestiva in autunno riduce questo rischio. 2. Un’epidemia influenzale in un reparto può provocare com plicazioni tra i pazienti. Nei soggetti anziani, affetti da de terminate patologie croniche o con un sistema immunitario debole l’efficacia della vaccinazione contro l’influenza non è ottimale. I neonati sotto i sei mesi di vita corrono un rischio elevato di complicazioni, ma non possono essere vaccinati contro l’influenza. La vaccinazione del personale sanitario, protegge indirettamente i soggetti a rischio. 3. A causa delle assenze per malattia, le epidemie influenzali nei reparti possono portare anche a un aumento indeside rato del carico di lavoro per tutto il personale sanitario. La vaccinazione contro l’influenza per i professionisti della salute è una misura di prevenzione ragionevole da un punto di vista medico, etico ed economico. I vantaggi della vaccinazione per evitare il contagio e le complicazioni superano di gran lunga i possibili rischi. La vaccinazione è pertanto consigliata dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), da quasi tutti i medici e dalle altre organizzazioni sanitarie (in Svizzera e nel resto del mondo), dal Consiglio internazionale degli infermieri (ICN) e anche dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Se non sussistono particolari controindicazioni mediche, i professionisti della salute ben informati scelgono di farsi vaccinare contro l’influenza stagionale. Fonti: 1, 2, 6–8, 21, 22 Dipartimento federale dell'interno DFI Ufficio federale della sanità pubblica UFSP Unità di direzione sanità pubblica Divisione malattie trasmissibili Bibliografia 1. Ufficio federale della sanità pubblica(UFSP). 27.10.2011. Recommandations pour la vaccination contre la grippe. Directives et recommandations. / Richtlinien und Empfehlungen – Empfehlungen zur Grippeimpfung. 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