Guida all'architettura e agli edifici più iconici di Barcellona
Cosa rende unica l'architettura di Barcellona?
Audace, sfacciato, colorato, unico, armonico, vario e particolare sono solo alcuni degli aggettivi che vengono in mente
per descrivere l'architettura di Barcellona. La città è riuscita a fondere il vecchio e il nuovo con risultati sorprendenti,
diventando bella da perdere il fiato. Non c'è niente di più piacevole che passeggiare per le strade di Barcellona e
assorbire l'atmosfera emanata dall'architettura. L'architettura tradizionale gotica catalana come quella della chiesa
Iglesia de Pi ha un'aria riservata e storica, ma camminando cinque minuti è possibile ammirare la cattedrale di
Barcellona con le sue splendide arcate e la facciata. Con un breve viaggio in metropolitana è possibile raggiungere la
basilica della Sagrada Familia, che si erge verso il cielo e presenta uno stile architettonico differente su ognuno dei
quattro lati. Barcellona è spesso lodata dagli architetti per la sua pianificazione urbanistica. Girando la città potrai notare
che gli edifici agli angoli delle strade hanno gli angoli smussati. In questo modo, gli incroci sembrano più aperti e agli
angoli delle strade c'è spazio per terrazze e dehors, che danno a Barcellona quell'atmosfera socievole e comunitaria.
Avenida Diagonal a Barcellona è spesso lodata da architetti e urbanisti. È una strada larga che attraversa diagonalmente
tutto il centro città. Ai tempi della sua costruzione era un elemento molto innovativo di progettazione urbanistica. Il
centro di Barcellona può essere suddiviso in tre aree principali. Il centro storico o Barri Gòtic, la Barcellona antica.
Questa parte della città è caratterizzata da vecchie strade tortuose ed edifici antichi e scuri. L'area Raval è un
ampliamento della città vecchia originale e il distretto Eixample è una grande area con una struttura a "griglia", che è
stata aggiunta alla città vecchia solo in seguito. Ogni area ha il suo carattere unico e distintivo.
LA VISITA A BARCELLONA: i parchi
Anche in pieno centro non è difficile scoprire il “polmone verde” della città catalana, che offre a cittadini e turisti bei
parchi adatti al relax dei grandi ed ai giochi dei più piccoli. Si segnala il Parc de la Ciutadella, che è il più grande della
città, si estende per 30 ettari a ridosso della Stazione di França e comprende un lago navigabile, musei ed uno zoo. Il
Parc Joan Mirò dedica un livello alla natura e l’altro all’artista catalano, di cui è presente un’opera gigantesca; dalla
piazza in cemento si arriva velocemente alla Collina del Montjüc, altra area da dedicare a relax e divertimento.
L’itinerario della sosta comprende non solo giardini monotematici, ma anche parchi divertimenti e musei.
LA VISITA A BARCELLONA: Fontana magica
Sulla Collina del Montjüc, in Avenida de la Reina Maria Cristina troverete la Fontana Magica. La Fontana è stata
disegnata dall’ingegnere Carles Buigas per l’Esposizione Universale del 1929 ed offre uno spettacolo d'acqua e di colori
unico a ritmo di musica.
Torre Agbar di Jean Nouvel
Si dice che questa torre sia stata progettata prima del
"cetriolo" di Norman Foster a Londra. È stata
progettata per dare l'impressione di un getto d'acqua,
un geiser.
A questo servono i colori scintillanti che attraversano
l'edificio. Alla base del palazzo c'è anche una vasca
d'acqua che scorre circondandolo, come fosse un
fossato. Il palazzo ha tre strati di "pelle": uno di ferro
nervato, uno di vetro e uno di finestre colorate.
Il palazzo è privato, ma l'ingresso può essere visitato
liberamente. È uno spazio impressionante: le piccole
finestre permettono a spilli di luce di scorrere
all'interno dell'edificio. La sensazione è quella di
essere in una chiesa antica con le vetrate colorate.
Le ambiguità di materiali e luce conducono la Torre Agbar ad entrare in risonanza con il profilo di Barcellona, notte e
giorno, come un miraggio in lontananza a contrassegnare l’ingresso all’Avenida Diagonal dalla Plaza de las Glorias
Catalanes. Questo oggetto singolare sarà il nuovo simbolo di Barcellona, città internazionale, e ne diverrà uno dei suoi
migliori ambasciatori.” (Jean Nouvel)
Tecnicamente, 2 cilindri in calcestruzzo a sezione ovale sostengono un sistema di travi metalliche di supporto ai solai
collaboranti in calcestruzzo e lamiere grecate in acciaio. Esternamente la torre appare come un’immagine digitale a
milioni di pixel, in realtà un reticolo irregolare di moduli quadrangolari in lamiera di alluminio ondulato, laccati in 25
colori: in basso, i toni rossastri della terra (non dimenticate che è un geyser!), procedendo verso l’alto i toni sfumano al
blu, fino a “fondersi” col cielo, alla ricerca della smaterializzazione.
Il tema della smaterializzazione non è una novità; soprattutto per edifici alti i progettisti hanno spesso proposto strutture
che si alleggeriscono progressivamente verso l’alto, fino a divenire trasparenti. Il linguaggio dell’architettura classica
prevede, al contrario, linee di demarcazione forti, a scandire e poi limitare l’edificio nella sua parte terminale; sono i
marcapiano, sono i cornicioni, gli sporti di gronda. Tutti elementi profondamente materici, dai colori e dai materiali
contrastanti quelli utilizzati per il resto della facciata; sono i limiti dell’edificio, la giusta cornice. Sono, altresì, un
modo efficace per dare ritmo, riconoscibilità, lettura dell’oggetto architettonico.
L’architettura di oggi è molto più libera, ha abbandonato il linguaggio
classico, ha libertà di riprenderlo o di reinventarlo, di stravolgerlo, di
piegarlo alle proprie esigenze. Ma è pur sempre condannata a farsi
leggere e comprendere. E’ pur sempre pratica alla continua ricerca di
proporzioni, di armonia con il contesto, con se stessa, con ciò che le
accade attorno, di architettonico, di sociale, di naturale. La Torre Agbar
svetta sul grande svincolo stradale de las Glorias Catalanes, alle sue
spalle, tra l’Avenida Diagonal - che attraversa in diagonale la città di
Barcellona - e il mare è il Poble Nou, quartiere della prima
industrializzazione della città, per opera degli inglesi, alla fine
dell’Ottocento. Disseminato di fabbriche in mattoni rossi a vista e
ciminiere, il Poble Nou viene ben presto definito la Manchester di
Spagna.
Dismesse le fabbriche, superata la guerra, la dittatura e le Olimpiadi
del ‘92, ora è un quartiere ambitissimo dalla speculazione edilizia, e sta
velocemente perdendo il proprio volto popolare, quello degli operai e
delle officine. Nei sui graziosi edifici si aprono loft (piacciono molto),
studi di architettura, di design, di grafica.
Nel Poble Nou le dimensioni delle case sono ridotte rispetto al resto
della città, tutto è più basso, le strade del Plan Cerdà (20 m di
larghezza) qua non sono arrivate, qua sopravvivono stradine dai
tracciati contorti, irregolari.
La Torre Agbar è un mostro sproporzionato, che tutto annulla attorno a sé; non esprime leggerezza a dispetto delle
intenzioni del progettista, non si smaterializza verso l’alto, ma incombe sulla città pesante e presuntuosa. C’è qualcosa
di sbagliato nel progetto e non è la volontà di realizzare una nuova emergenza architettonica, non è l’ambizione di
dettare un nuovo punto di fuga, di dare un nuovo vertice a Barcellona. Non sta qui l’errore, bensì nel non aver
considerato quanto questo grattacielo, questa apparizione, subisca la gravità e precipiti in tutta la sua pesantezza verso il
basso, conficcata nel terreno per non spostarsi più.
Doveva evocare l’acqua che sgorga, un’immagine vaporosa, senza lineamenti definiti, doveva essere un edificio il cui
movimento dal basso va verso l’alto, tanto da “sparire” in questo alto. Invece questo grattacielo, se ispira un
movimento, è un movimento verso il basso. A dimostrazione che si può essere pesanti anche senza la pesantezza della
pietra.
Il forum di Herzog & de Meuron
Herzog & de Meuron sono attualmente
considerati i "ragazzi d'oro dell'architettura".
Hanno progettato anche il Tate Modern in
Inghilterra e il nido d'uccello (stadio nazionale)
di Pechino.La zona in cui si trova l'edificio è a
sua volta un'area di interesse culturale. È stata
progettata per essere una sorta di vetrina per
opere architettoniche. La zona può essere
criticata perché dà una certa impressione di
desolazione. Se ami l'architettura, il palazzo e la
zona in cui si trova sono attrazioni da non
perdere.
Il pesce di Frank Gehry
Questa è ciò che viene definita una "follia",
ovvero una struttura senza un particolare
senso pratico; una via di mezzo tra una
scultura e un palazzo. Questo grande pesce
è stato progettato per luccicare e scintillare
come un pesce che nuota sotto il pelo
dell'acqua. L'edificio è impressionante da
lontano: può essere visto fin dalla spiaggia.
Avvicinandosi, però, si nota che il pesce
dorato è vuoto al suo interno: uno shock per
i veri amanti dell'architettura! Frank Gehry
ha progettato anche il museo Guggenheim a
Bilbao. E per chi ama il gossip, è un amico
intimo di Brad Pitt.
Il mercato di Santa Caterina di EMBT
Questo mercato alimentare si trova vicino
alla cattedrale di Barcellona. È un edificio
molto interessante che ha suscitato grandi
dibattiti al momento della sua costruzione.
Tuttavia, la gente ha imparato ad amarlo:
come
succede
spesso
nell'ambito
dell'architettura, gli edifici più controversi
sono quelli che alla lunga hanno più
successo e restano nella memoria.
Un'osservazione che ho da fare sull'edificio
è che sembra sia stato progettato più per le
cartoline che per farne un'esperienza diretta.
Il tetto a mosaico colorato è la caratteristica
più distintiva dell'edificio e non può essere
visto da terra. Le pieghe nel tetto ne
lasciano intravedere il motivo.
La torre per le comunicazioni di
Norman Foster
Questa torre è il perfetto esempio dello
stile "high tech" di Norman Foster. È
uno dei pionieri di questo stile: il
concetto di mettere a nudo le parti
dell'edificio che sono generalmente
nascoste, i meccanismi.
Questa torre può essere un'attrazione
interessante per gli amanti del calcio,
dato che è stata progettata come
ampliamento dello stadio Camp Nou.
Il museo di arte contemporanea di Richard Meier
Questo edificio ha un'aria composizionale, similmente ai
dipinti di Mondrian. Spesso è lodato per lo spazio che ha
creato nell'area di Raval. La piazza MACBA di fronte
all'edificio è famosa per la sua energia: uno spazio comune
dove le persone si radunano per passare il tempo insieme.
L'edificio è anche stato elogiato per il modo in cui è stato
progettato e costruito. Raval è una delle aree più povere di
Barcellona: per costruire e lavorare nell'edificio sono state
selezionate persone del posto. Questa è stata un'ottima
iniziativa per coinvolgere la comunità locale nell'arrivo di
questa nuova entità nella loro area.
La fiamma olimpica di Santiago Calatrava
Santiago Calatrava è originario di Valencia ed è uno degli architetti
spagnoli più conosciuti. Ha anche progettato un parco scientifico a
Valencia. Molti dei suoi lavori sono ispirati allo scheletro animale e
al modo in cui si muove.
Padiglione di Barcellona: Guida al padiglione di Mies Van Der
Rohe a Barcellona
Non tutti conoscono il padiglione di Mies Van Der Rohe; per altri,
invece, è la ragione principale per visitare Barcellona. In quanto
simbolo fondamentale dell'architettura modernista, per molti è
l'edificio più importante di Barcellona. Per chi lo guarda oggi linee,
forme e progettazione possono essere familiari. Ma per chi lo vedeva
per la prima volta nel 1929, era un edificio unico che ha dato inizio a
un nuovo movimento architettonico. In questo articolo spiegherò in
breve la storia del museo e descriverò nei dettagli come arrivarci, gli
orari di apertura, i prezzi di ingresso e le esibizioni temporanee.
Quando visiti il padiglione di Mies Van Der Rohe, quello che vedi non è l'edificio originale ma una ricostruzione di
quello eretto nel 1929. La prima costruzione risale al 1929 per l'Esposizione Internazionale di Barcellona.
All'esposizione erano messi in mostra esempi di architettura da tutto il mondo. La posizione del Padiglione è stata scelta
da Ludwig Mies Van Der Rohe dato che conduceva al Palazzo. Era il luogo di accoglienza ufficiale per Re Alfonso XII
all'Esposizione. La famosa Poltrona Barcelona, uno degli unici oggetti contenuti all'interno del Pavello Mies Van Der
Rohe. Mies Van Der Rohe insistette che soltanto due sedie fossero messe nel Padiglione: i troni per il Re e la Regina di
Spagna.
L'altro oggetto che vi si può osservare è una scultura di Georg Kolbe intitolata "Mattino". La scultura era stata disegnata
per essere parte di un set insieme a un'altra chiamata "Sera". In realtà soltanto la scultura "Mattina" è stata utilizzata da
Mies Van Der Rohe. Alla fine dell'Esposizione, nel 1930, l'edificio venne smantellato e le sue parti rispedite in
Germania per essere utilizzate come parti di altri edifici. Con il passare del tempo il mondo dell'architettura si è reso
conto dell'importanza del Padiglione. Nel 1980 il consiglio cittadino di Barcellona prese la decisione di ricostruirlo.
Riuscirono a realizzare l'impresa grazie all'aiuto di importanti architetti e molte ricerche. Il lavoro per la ricostruzione
iniziò nel 1983 e fu completato nel 1986. Fu cura degli architetti di assicurarsi che i materiali provenissero dagli stessi
luoghi dell'edificio originale, con marmi di Roma, dalla Grecia e dai monti dell'Atlante.