Presentazione “I Venerdì al Santa Chiara” sono diventati un punto fermo nell’offerta culturale del Municipio Roma XII. È per questo che sono fiera e felice di presentare la VII edizione di questa rassegna che ha ormai superato i confini municipali, diventando una manifestazione di importanza cittadina e regionale. Anche quest’anno proporremo un calendario ricco di concerti, spettacoli di danza e teatro attraverso una pluralità di generi e linguaggi espressivi. Secondo una consolidata e apprezzata formula non mancheranno, poi, i momenti di approfondimento e gli spunti di riflessione sociale: Amnesty International, Medici senza Frontiere, WWF, Rete Lilliput, Telefono Azzurro sono, infatti, solo alcune delle tante associazioni e organizzazioni i cui rappresentanti si alterneranno nelle diverse serate, per portare la loro testimonianza. Sempre in linea con la tradizione de “I Venerdì al Santa Chiara” alcuni spettacoli saranno, inoltre, l’occasione per offrire al pubblico libri che, abbinati ai diversi temi affrontati, arricchiranno il percorso di informazione che accompagnerà le varie serate. E poi, ancora, stands, materiale di approfondimento, merchandising per raccolta fondi e molto altro. Anche quest’anno, quindi, un appuntamento molto importante per il nostro Municipio e, soprattutto, per la sua bella periferia che continua, in questo modo, nel suo cammino di rigenerazione e rivitalizzazione. Questa rassegna è, infatti, la migliore prova di come la cultura possa diventare un volano per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone marginali del nostro territorio, contribuendo alla loro crescita e al loro arricchimento. In proposito voglio ringraziare tutti gli organizzatori e, soprattutto, gli uffici coinvolti: in un momento caratterizzato da grandi carenze economiche, mantenere la continuità e la qualità di questo evento non può che essere motivo di orgoglio e soddisfazione per questa Amministrazione. Il Presidente del Municipio Roma XII Patrizia Prestipino Programma I Venerdì al S. Chiara Rassegna di Musica, teatro e danza 12 gennaio Pag 4 “FLOR EN LA PIEDRA” è il nuovo lavoro artistico di ROLAND RICAURTE. Musicalmente, ripercorre diversi generi musicali,( un mix di rock andino, latin jazz, musica afro-caraibica e sonorità native dell'America Latina, e le particolari atmosfere ricreate da numerosi strumenti musicali), mentre la poesia e i testi ci riportano ai valori fondamentali come la PACE, i DIRITTI UMANI, il RISPETTO PER LA TERRA, l’AMORE PER LA VITA ... I brani portanti del disco, come “Uomini in Movimento”, “Canto di Pace”, “Universe”, “Flor en la Piedra”…sono un inno alla vita e un invito alla riflessione. … “Se un fiore può nascere nella pietra, nel cemento o nell’angolo asfaltato di una strada anche l’amore, la comprensione e il dialogo possono essere possibili per creare un mondo migliore” “Flor en la Pietra” è un canto alla vita, alla speranza e all’incontro, dove il potere e la magia della musica sono al servizio di un bene comune. I musicisti: Roland Ricaurte Jack Tama Romàn Gomez Roberto Laoja Andres Ramos Alessandro Saba Piero Pierantozzi In collaborazione con l’Associazione Culturale Suamox Omaggio al pubblico del libro “Il sangue della terra. – Atlante geografico del petrolio. Multinazionali e resistenza indigena nell’ Amazzonia Ecuadoriana” Intervento della Onlus A SUD 19 gennaio Pag 5 NIDI D’ARAC UNPLUGGED: Omaggio alla musica del Salento “Un ragno è un ragno ovunque tranne che in Puglia: qui è una necessaria malattia, un prodotto della mente, un demone e un dio, la ragion d’essere della taranta, una musica tribale sacrilega e irresistibile, nata nei campi di grano, penetrata in certe chiese oscure del Salento . E’ innanzitutto , una storia di sofferenza: quella silenziosa e repressa delle spigolatrici del Salento, ultimo anello della catena patriarcale contadina che le stringeva alla caviglia e, col sole d’agosto, le trascinava al lavoro nei campi di grano. Qui, il morso velenoso della tarantola (creatura vera o immaginaria) scatenava d’un tratto la follia e regalava come una benedizione uno sprazzo di libertà, di catarsi di sfogo delle frustrazioni di un anno e di una vita, una ribellione alle gerarchie sociali preterintenzionale, transitoria e dunque non punibile poiché causata non da un atto di volontà cosciente ma dal veleno di un aracnide.”* Ed è proprio dall’anagramma di “aracnidi” che prende il nome il progetto Nidi d’Arac : una parola circolare ‘nidi d’ aracnidi’ dove il nido è inteso come luogo di provenienza, di nascita e custodisce i segreti più nascosti e remoti di questa tradizione così antica. Il progetto Nidi d’Arac nasce nel 1998 a Roma, città in cui le nuove espressioni musicali si incontrano, si fondono e traggono nuovo slancio. Leader della band è il giovane musicista leccese, Alessandro Coppola, il cui genio creativo e l’amore per la propria terra, il Salento, hanno dato frutto ad un’appassionata e consapevole ricerca di contenuti inscritti nella tradizione musicale, poetica, folklorica del patrimonio della cultura popolare mediterranea, assimilati e rielaborati. Alla base di questa meticolosa ricerca “c’è il bisogno di raccontare al mondo di una tradizione musicale, quella del Sud Italia, che è viva e che , attraverso aggiornate formule estetiche vuole comunicare i suoi valori di modernità e universalità.” A.Coppola I Nidi d’Arac ,da sempre sperimentatori della tradizione attraverso le macchine e gli strumenti del nuovo millennio, proporranno un concerto insolito presentando alcuni pezzi inediti del nuovo lavoro discografico. Omaggio alla musica del Salento: la tradizione della musica salentina avrà un sapore ancora più antico attraverso il suono acustico delle chitarre, del violino, della voce e dei… tamburelli. Alessandro Coppola: voce, chitarra, percussioni Vera Di Lecce: voce e performances Rodrigo D’Erasmo: violino e chitarra Maurizio Catania: batteria e percussioni Andrea Piccioni: percussioni In collaborazione con l’Associazione Culturale Tarantulae Intervento di E.C.P.A.T. 26 gennaio Pag 6 “Mozart... Al chiaro di luna” di Nando Citarella Cantata streveza per ottetto misto In questa notte al chiaro di luna un gruppo di artisti girovaghi incontra le opere del trittico Mozart Da Ponte e le reinventa per sé, per il piacere di farle sue, usando i ritmi, il linguaggio e gli strumenti della tradizione popolare. Ma soprattutto facendo ricorso alla goliardia, l'irriverenza, l'ironia proprie del carattere napoletano. Artisti cialtroni e romantici, musici esibizionisti e virtuosi, sono i cantastorie giocosi e al tempo gli interpreti drammatici e passionali di questa bizzarra e intrigante serata. Nel chiarore notturno Mozart viene attraversato e stravolto dall'esperienze e dall'espressione popolare, ma anche affiancato dai passi coraggiosi e sapienti degli autori teatrali a cui lui stesso si è ispirato. Il pubblico viene accompagnato su questi sentieri pericolosi dove le serenate, i notturni, i nachtmusik, i divertissement si intrecciano alle parole di Molière, Tirso da Molina, Tritto. Uno spettacolo affascinante dove Nando Citarella rivela tutto il suo talento interpretativo attoriale e musicale. • Nando Citarella (voce naturale, tenore, tammorra, duff, chitarra) è accompagnato il questa nottata streveza dalla cantante • Gabriella Aiello (voce naturale, soprano, duff, canto armonico) dall’attrice • Annachiara Mantovani (voce naturale, contralto) e dal Piccolo Concertino Musicale composto da: • Carlo "Olaf" Cossu (violino,didgeridoo,canto armonico) • Ennio D’Alessandro (clarinetto, clarinettobasso, ciaramella, tamburello, voce) • Mauro De Vita (fagotto, voce) • Riccardo Medile (chitarra, oud siriano, traccola, voce) • Salvatore Zambataro (fisarmonica, clarinetto, traccola, voce) Intervento di Emergency 2 febbraio Pag 7 Piccola Banda Ikona La musica della Piccola Banda Ikona è un grande omaggio al Mediterraneo, alle sue contraddizioni, al suo fascino millenario, alle sue tante culture. Scrive Predrag Matvejevic, intellettuale e scrittore croato: "Non esiste una sola cultura mediterranea: ce ne sono molte in seno a un solo Mediterraneo". Il percorso musicale della Piccola Banda Ikona è un viaggio affascinante tra i suoni e le culture del Mediterraneo, unite alle atmosfere della tradizione popolare del centro-sud italiano e a melodie balcaniche, greche, sefardite. La formazione utilizza strumenti come il bouzouki greco, l'oud arabo, la darbouka, insieme a quelli della tradizione occidentale. Nei testi, oltre al sabir, un'antica lingua del Mediterraneo ci sono il siciliano, il serbo-croato, l'arabo, il francese, il greco e il lingala portato in Europa dai tanti immigrati dell'Africa profonda. Il loro primo Cd “Stari Most” - uscito nel 2005 - è dedicato al Ponte Vecchio di Mostar in Bosnia, fatto crollare nel '93, che da sempre rappresentava il simbolo dell'incontro e del passaggio dall'Occidente all'Oriente. Il loro brano Tagama è stato incluso a febbraio 2006 in Buddha Bar vol.VIII e a ottobre 2006 in Buddha Bar Ten Years che racchiude il meglio della produzione della famosa compilation dell'etichetta francese GeorgeV. Stefano Saletti: bouzuki, oud, chitarre, voce Mario Rivera: basso Barbara Eramo: voce, chitarra Ramya: voce Gabriele Coen: clarinetto, sax, flauti Carlo Cossu: violino, voce Leo Cesari: batteria e percussioni In collaborazione con l’Associazione Ikona Intervento di Amnesty International 9 febbraio Pag 8 Mario Pirovano in "Lu Santo Jullare Françesco" di Dario Fo Mario Pirovano, attento come sempre all'attualità ed ai suoi problemi, porta sulle scene il tema della pace e della guerra riproponendo l'opera di Dario Fo “Lu Santo Jullare Françesco”, in particolare il discorso di Francesco ai Bolognesi. E' la famosa “concione” del 1222, ricostruita da Fo sulla base della tradizione popolare, delle cronache e delle testimonianze dirette: non una predica moralistica ma un'affabulazione ironica, poetica, a volte sarcastica a mo' dei giullari del tempo. Era lo stesso Francesco, tanto diverso in realtà dall'immagine agiografica che ci è stata per secoli trasmessa, a definirsi “jullare di Dio”. E questo proprio negli anni in cui l'Imperatore Federico II promulgava un editto contro i “Jugulatores” considerandoli buffoni osceni! Afferma Dario Fo: “Della giullarata Francesco conosceva la tecnica, il mestiere e le regole assolute. Sappiamo da un gran numero di storici che il santo “jullare” non teneva mai prediche secondo la convenzione ecclesiastica, anzi, rifiutava l'andamento del sermone; non ne seguiva i canoni, lo svolgimento e la catarsi morale a conclusione. Iniziava sempre con un ribaltone.” Sappiamo pure che cantava, recitava, si muoveva con tutto il corpo, braccia, gambe, piedi, suscitando divertimento ma anche commozione fra i presenti. Il 15 agosto 1222 Francesco si trovava a Bologna, dove era stato invitato a tenere un'orazione sul tema che stava più a cuore in quel momento ai Bolognesi: la guerra, che di nuovo era esplosa contro gli Imolesi con il suo seguito di crudeltà, stragi e distruzione. Francesco sceglie di rivolgersi ai presenti con una “concione giullaresca”, una predica basata sull'ironia, che fa ricorso al particolare linguaggio dei giullari fatto di lombardo, siciliano, umbro e napoletano, inframmezzato da vocaboli latini, spagnoli e provenzali comprensibile in ogni dove. In collaborazione con L’associazione Te. Ma. (Teatro Mancinelli di Orvieto) Intervento di Medici Senza Frontiere 16 febbraio Pag 9 Cambio Pelle La coreografia che danzaricerca propone sta all’interno di un percorso artistico che da molti anni si avvale della ricerca e della sperimentazione. cambio pelle è il titolo della coreografia di cui il tema e la poetica nascono da un’idea di Daniela Capacci. Nella nostra società l'avanzamento tecnologico e il ritmo serrato del vivere sollecitano l'uomo ad un cambiamento talmente radicale che è forse opportuno parlare di mutazione.L'offerta esponenziale di opportunità tecnologiche e la globalizzazione delle informazioni pongono infatti l'uomo nella necessità di un adeguamento continuo, talmente veloce da creare sensibili disambientamenti.E' la ricerca di una stabilità psicologica che riguarda sia la conoscenza simbolica che l'intera fisicità. In questo progetto il lavoro di ricerca tenta di entrare fino in fondo al senso del titolo dato“cambio pelle”: mutare,modificarsi ,divenire, rinnovarsi, migliorare ma anche capovolgere i propri schemi, stravolgere i propri pensieri ,trasfigurarsi ed anche a volte decomporsi per ricomporsi e corrompersi, mentirsi, danneggiarsi perfino nel tentativo di modificare se stessi ed i propri orientamenti nei riguardi della realtà. Ma cambiare pelle vuol dire anche mettersi a nudo. Sfregarsi il corpo con le mani per arrivare ad uno strato di pelle più profondo ,e sfregarsi di nuovo per andare più dentro per cercare attraverso il corpo chi si è…..nel tentativo di trovare la propria anima. Coreografia e regia di Daniela Capacci Io non racconto storie piuttosto incamero emozioni, sensazioni, immagini che si impossessano di me e mi trasformano. Ho bisogno di tirarle fuori dal corpo per liberare le caselle troppo piene e fare posto a tante nuove. Musiche create ed eseguite dal vivo Ideazioni percussive eseguite dal vivo Cristiano Serino Roberto Capacci Danzano: Marco delle Foglie, Rosa Miecchi, Patrizia Occhiuto Daniela Ruggero, Michela Santacroce ,FabiolaPietrini Costumi Disegno luci Foto di scena e video Michela Santacroce Gianfranco lucchino Cristiano Castaldi In collaborazione con l’Associazione danzaricerca Intervento di Amnesty International Domenica 18 Febbraio, ore 17:00 Festeggiamo il carnevale con i bambini e le loro famiglie Pag 10 “Mary Pop ……..the new story” Spettacolo teatrale liberamente tratto dall’omonimo libro ( danza, prosa, musica e effetti speciali) Mary Poppins è senz’altro uno dei più famosi libri per bambini letto anche da milioni di adulti. La versione teatrale che proponiamo si avvarrà certamente della presenza di Artisti che interpreteranno i ruoli principali, ma sarà soprattutto ricca di quadri di grande effetto visivo e di forte impatto emozionale. Elisabetta Melchiorri, regista dello spettacolo ha voluto introdurre in questa nuova versione di Mary Poppins, un elemento molto “speciale”: una voce narrante sarà il filo conduttore della performance, che prenderà per mano i piccoli spettatori e li accompagnerà nel percorso artistico. Nella nostra storia i due bambini diventeranno i protagonisti dello spettacolo durante il quale interagiranno con gli altri personaggi, quali: la mamma, il papà, Mary Poppins, Bert – lo spazzacamino etc. Gli interpreti del nostro spettacolo sono tutti artisti professionisti estremamente poliedrici: si esibiranno nel canto, nella danza e nella recitazione, dando vita ad un vero e proprio Musical. Personaggi ed Interpreti Mary Poppins: Monica Marano - Bert: Nicola De Santis - La Mamma: Valeria Baresi Il Papà: Giancarlo Mici - I Bambini: Ramona Tromboni e Antonella Perazzo Il Narratore: Ivan Bertolami Corpo di Ballo Livia Bettinelli – Mara Casavecchia – Sveva Mattarini Coreografie: Valeria Baresi e Monica Marano Regia: Elisabetta Melchiorri Costumi: D’Inzillo Sweet Mode Luci e Fonica: Giorgio Rossi In collaborazione con l’Ass. Arte Cultura Spettacolo Intervento di Telefono Azzurro 23 febbraio Pag 11 Uzumé che danza uno spettacolo di Maria Grazia Sarandrea Ideazione, regia e coreografia di Maria Grazia Sarandrea Musica di Barbara Eramo e di Laura Inserra Interpreti: Annalisa Borella, Giovanna Caputi, Valeria Mafera, Cristina Pensiero, Maria Grazia Sarandrea, Basia Wajs Costumi di Enrica Barbano Anticamente la danza era una modo per comunicare con le forze della natura e in tutte le culture primitive era espressione di sacralità. Attraverso il corpo si potevano esprimere le energie più profonde, influenzando la vita e l’equilibrio cosmico. A questa idea è legato lo spettacolo, ispirato ad una leggenda giapponese. La danza di Uzumè viene descritta nell’antico testo Kojiki (‘Memorie di antichi eventi’), in cui si narra che la dea del sole, Amaterasu, offesa dal fratello, si rinchiuse nella caverna rocciosa; e che le divinità del cielo, preoccupate per il buio improvviso, affidarono a Uzumé, la ‘danzatrice sacra’, il compito di riportare il sole sulla terra. La danza di Uzumé propiziò il rito del sole e risolse l’eclisse, riportò la luce e la vita, avendo in sé il sacro potere di modificare gli eventi. ‘Uzumé che danza’ è un omaggio alla femminilità nelle diverse culture, dal Medio all’Estremo Oriente, dall’Africa all’Australia e mette in scena danze-simbolo dell’energia solare. In collaborazione con l’Associazione Isola dei ragazzi Intervento della fondazione Pangea Onlus 2 marzo Pag 12 Mass Ndiaye e le Thiossan mbalax puro dal Senegal Gruppo senegalese che propone un genere musicale di grande portata noto in Senegal come musica “mbalax”. E’ il genere che affonda le proprie radici nella percussione tradizionale, conosciuta come percussione sabar, fondendola però con gli strumenti della musica moderna quale batteria, chitatta elettrica, tastiere e basso. Ne è scaturito un genere musicale molto popolare in Senegal e di cui il famoso Youssou Ndour è l’esponente più affermato di una vasta schiera di eccellenti artisti. Il gruppo THIOSSAN fa capo proprio a questo stile musicale offrendo brani propri intercalati da brani reggae, brani in chiave di afro-salsa e da brani lenti e melodici. Fondatore dei THIOSSAN è il multitalento MASS NDIAYE, compositore, cantante e percussionista del gruppo. Originario di Louga, a Nord del Senegal è discende da una celebre famiglia di Griot, la casta depositaria della storia e della cultura del paese. MASS NDIAYE ha intrapreso con la sua prima band Louga Lo tourneè internazionali in Francia, Tunisia e Gambia approdando poi in Europa come percussionista e ballerino di una celebre compagnia di musica tradizionale, il Cercle de la Jeunesse de Louga. Fondatore in Spagna del gruppo di world music DJAMBUTU THIOSSANE con cui ha composto e inciso 2 CD, ha realizzato nel marzo 2004 il sogno di lanciare nel proprio paese un CD dal titolo “Sounou Thiossan” di cui è autore e interprete del genere mbalax più puramente senegalese accompagnato da due video clip che lo hanno reso popolare, seguito nel 2005 da un secondo album Sama reeni xol. La sua voce finissima dai toni molto acuti e la sua simpatia contagiosa riescono con il supporto musicale di una band senegalese di eccellenti musicisti di lunga carriera artistica ad accattivare l’attenzione del pubblico anche più distaccato e rendere gli insoliti ritmi senegalesi coinvolgenti e trascinanti. MASS NDIAYE - voce principale e percussioni THIOURY NDIAYE - basso DJIBRIL GNINGUE - chitarra elettrica LAMIN NARR - tastiere CHEIKH MBACKE DJIGUEL - batteria EL HADJE LO - tastiere MBAR NDIAYE - percussioni Intervento dell’ A.S.E.M. 9 marzo Pag 13 Se prima eravamo in due Di Gianluca Ansanelli e Tito Buffulini Regia Gianluca Ansanelli Riccardo, giovane e spiantato assicuratore accetta un invito a cena di Ester, la sua ex fidanzata. Purtroppo, quello che per lui doveva essere un appassionante ritorno di fiamma verrà immancabilmente compromesso da una notizia scioccante: Ester si è scoperta omosessuale e divide l’appartamento con la sua nuova compagna, Ramona. Ma non finisce qui: le due si sono messe intesta di avere un figlio, ed Ester pensa che, malgrado tutto, Riccardo sia comunque il miglior padre sulla piazza. In ballo ci sono anche 20000 euro che per uno indebitato fino al collo sono pur sempre una boccata d’ossigeno... Questo è solo l’inizio di “Se prima eravamo in due”, il nuovo lavoro di Gianluca Ansanelli, scritto a quattro mani con Tito Buffulini. Il testo affronta con dissacrante ironia il nuovo modello di famiglia con cui, in una società sempre più dinamica e variegata, bisogna oggi necessariamente confrontarsi. La comicità serrata, i ritmi frenetici, la scrittura fresca ed originale , sono gli ingredienti principali di questa esilarante commedia , che diverte e fa riflettere dal primo minuto fino all’immancabile finale a sorpresa. In collaborazione con l’Associazione Laboratorio Otto Intervento di E.C.P.A.T. 16 marzo Pag 14 ALEXIAN GROUP musica gitana Gran Recital Romanó di canti, musiche e poesie in lingua romanì (zingara) Il Gran Recital Romanó è un viaggio nell'anima e nel cuore dei rom con un'originalissima e autentica interpretazione di musiche, canti , danze e poesie in lingua romaní (zingara). Un percorso artistico-culturale narrato in cui vengono rievocate attraverso i suoni, i movimenti, le parole e i colori, le radici profonde di un popolo millenario caratterizzato dalle prismatiche sfumature e dalle intensissime emozioni. Gli interpreti con la loro formazione professionale non scadono nel becero folklore ma elevano la tradizione a un livello artistico qualitativo e suggestivo. Le musiche proposte in cui si rintracciano gli echi del passato sono quelle dell'ambito familiare che i rom suonano per tramandarsi, per comunicare e per restare uniti. I canti sono memorie mai scritte in cui si custodiscono valori etici, filosofici e linguistici di un popolo dalle molteplici espressioni. Le poesie sono la drammatizzazione del vivere quotidiano dove, attraverso la lingua, espressione autentica della romanipé (identità zingara), riescono a sublimare l'intimità degli stati d'animo. In collaborazione con l’Associazione Them Romanò Intervento di ARCI Solidarietà Lazio Onlus 23 marzo Pag 15 “Stracci e piume” Il Faber non Faber “Porta addosso stracci e piume presi in qualche dormitorio….”. E’ la Suzanne di Leonard Cohen che “…ti indica i colori tra la spazzatura e i fiori”. Da qui l’idea di rappresentare la galleria di suoni, personaggi e storie mai disgiunte dalla più lucida denuncia e la più elevata poesia che Fabrizio De Andrè ha voluto tradurre e includere nel suo repertorio. Brassens, Cohen e Dylan ma anche ballate medievali e rinascimentali vanno a popolare il villaggio che De Andrè ha edificato con la sua voce per restituire una dignità, contro ogni intolleranza, agli ultimi di questa terra e a chiunque abbia percorso la sua vita “in direzione ostinata e contraria”. Prospettiva ribaltata che nei testi originali di Armando Pettorano va ad incontrarsi con l’attualità marcando aree del disagio che comprendono senzatetto, donne e uomini condannati all’invisibilità da un potere che crea maggioranze dimenticando che non esiste un “potere buono”. Teatro-canzone, quindi, per un omaggio ad uno dei più grandi artisti dei nostri tempi. FRANCO TIROZZI ARMANDO PETTORANO ANNARITA MARINO SALVATORE CARUSOTTO VIRGINIA ORSINI CLAUDIO MAFFEI FABIO TIRIEMMI ANGELA CAPUANO LUCA BRIGNONE ideazione, voce e chitarra. testi e basso voce recitante pianoforte, fisarmonica, tastiere e direzione musicale voce chitarra e voce batteria costumi regia In collaborazione con l’Associazione Progetto 3spass Omaggio al pubblico del libro “Questa pelle è pulita. Diario di uno straniero in carcere” Intervento dell’associazione Terre di Mezzo 30 marzo Pag 16 Blues d'autore "unplugged" Roberto Ciotti in trio acustico propone vecchi e nuovi brani dalla sua vasta produzione. Roberto Ciotti 30 anni di musica dal blues più classico degli inizi alle colonne sonore (Marrakech Express ,Turnè etc.. ) anni ottanta, fino alle ultime produzioni con il manifesto in cui il sound si è affinato e arricchito di sfumature e arrangiamenti personali.La musica di Ciotti è come il vino più invecchia più è buono,le canzoni di oggi mantengono la fede e lo spirito degli inizi stando al passo coi tempi e coinvolgendo sia un pubblico di giovanissimi che di adulti .La forza di questa musica è la memoria storica e la freschezza compositiva , in concerto acustico c'è l'essenza della composizione, canzoni senza tempo e per tutte le età. La chitarra e la voce profonda gli elementi di spicco anche in versione più pacata e unplugged. In uscita un libro biografico con un cd unplugged di suoi vecchi brani . Roberto Ciotti chitarra e voce Elio Buselli basso Daniele Magli percussioni Proiezione di una "Pillola" di "Live Bicycle", regia di Francesco D. Ciani e Federico Gallo. Un film documentario dedicato alla bicicletta ed al movimento della critical mass, selezionato al Bicycle Film Festival di Milano. Un film a pedali che ha per protagonista la bicicletta come stile di vita, mezzo ecologico, salutare, economico e, proprio per questo, boicottato da governi e lobbies. Trailers del film e contatti: www.livebicycle.com Segue intervento del WWF 13 aprile Pag 17 GIAMPAOLO ASCOLESE & LABORATORIO TEATRO ORVIETO PRESENTANO: “LET IT BE…..ATLES” Progetto multimediale di musica, immagini e testi in scena dedicato alle musiche dei Beatles e a quello che è successo negli anni ‘60 in tutto il mondo. Il progetto vuole descrivere gli anni che vanno dal 1964 al 1970 nel loro aspetto storico, culturale e sociologico, interpretati e descritti dalle immagini visive progettate e proiettate su di un grande schermo dal Laboratorio Teatro Orvieto fondamentale e consolidato partner di Giampaolo Ascolese e dalle musiche del gruppo Isoritmo, tutte dedicate ai Beatles. L’apporto dei testi di un importantissimo storico della musica rock e giornalista come Ernesto De Pascale, rendono il progetto ancora più descrittivo e focalizzante nella descrizione storica e culturale di tutto ciò che è successo in quell’importantissimo periodo, dalla guerra in Vietnam al primo trapianto cardiaco, dai primi moti del ’68 allo sbarco sulla luna solo per ricordare alcuni importantissimi eventi. Le musiche dei Beatles eseguite dal gruppo Isoritmo di Giampaolo Ascolese, sono sempre in parallelo con quello che è accaduto negli anni in cui sono state composte le singole canzoni dei “Fabolous Four”, canzoni ormai diventate degli “evergreens”, per un pubblico di tutte le età. GIAMPAOLO ASCOLESE ISORITMO : Giampaolo Ascolese , batteria , vibrafono , adattamenti musicali Filiberto Palermini , sax soprano, Gerardo Iacoucci , pianoforte , tastiere , fisarmonica , arrangiamenti musicali, composizione “ouvertoure” Elio Tatti , basso elettrico , contrabbasso Roberto Forlini , batteria , percussioni Massimo Achilli , progetto visivo Roberto Marini , montaggio video In collaborazione con l’Associazione Latina Musica Oggi Intervento di Armonia Onlus 20 aprile Pag 18 La Onlus “Giovani per i Giovani” presenta gli Over the Cover nel concerto “Lost & Found”. Il concerto “Lost & Found” farà viaggiare il pubblico sulle ali della musica, in una calibrata miscela di brani musicali, per uno spettacolo ricco di brio ed effervescenza. Sarà un viaggio che ci condurrà, attraverso la via tracciata dalle note, a riscoprire i più celebri evergreen della musica pop nazionale e internazionale, dagli anni settanta ad oggi, per offrire una serata di intrattenimento ad un pubblico di diverse generazioni, che potrà ritrovarsi così unito nel linguaggio universale della musica. Ma non è solo musica quello che vi proponiamo… può un concerto riaccendere speranze perdute e far ritrovare la semplice voglia di stare insieme? La risposta è “Lost & Found”… perduti e ritrovati. E’ quanto ci auguriamo di essere, gente perduta che si ritrova unita nella musica, scoprendo che la stessa musica, se accompagnata dalla solidarietà, può portare lontano; “Lost & Found”… perduti e ritrovati, come tante situazioni drammatiche dei paesi in via di sviluppo, troppo spesso ritenute “perse” e per questo dimenticate, che anche grazie a questo concerto cerchiamo di aiutare, per dar voce ad un grido di speranza che chiede di trovare una via di salvezza. Gli Over the Cover, insieme ormai da diversi anni, sono un gruppo composto da Giovanni Conti e Marco Coppolecchia alle tastiere, Roberto Galassetti al basso, Marco Zumpano alla batteria, Giovanni Sparvoli alle chitarre; durante il concerto saranno accompagnati dai vocalist: Francesca Antonioli, Costanza Candeloro, Luca Cau, Roberta Consoli, Marta Nicolace, Antonella Russo. Intervento della Onlus Giovani per i Giovani 27 aprile Pag 19 Serata musicale in omaggio al Mozart giovanile, con un concerto dedicato alla grande pianista francese M.me Jeunnehomme, e il simpatico Divertimento per due oboi e archi. Orchestra Melos Ensemble, diretta dal M° Filippo Manci. Pianista Andrea Serafini Concerto n. 9 in mi bemolle maggiore Jeunehomme K 271. Datato nel 1777, prende il nome dalla pianista francese a cui è dedicato. Non si sa molto delle circostanze che hanno portato alla sua stesura, se rappresenti il risultato di un’esplicita committenza o se il compositore abbia deliberatamente offerto l’opera – forse composta per se stesso – all’interprete francese in soggiorno a Salisburgo. Mozart compose il concerto a 21 anni, subito dopo aver deciso di lasciare Salisburgo, scoraggiato da un incarico misero per le sue capacità e per le sue risorse economiche, già in precarie condizioni. Ci troviamo di fronte ad un Mozart sicuro della propria arte, stanco di artifici galanti, che aspira a una forma di creazione più ambiziosa, più profonda e anche più inquieta, in linea con i sentimenti tormentati anticipati dallo Sturm und Drang. Uno scherzo musicale in Fa maggiore K 522 (Eine musikalischer spaß) è una composizione sinfonica in fa maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart scritta a Vienna nel giugno del 1787. È anche conosciuta come Divertimento per quartetto di due oboi e. archi. Lo scopo è percepibile fin dalle prime note e l'oggetto di questa farsa musicale è immediatamente individuabile nei compositori dilettanti che probabilmente allora (ed anche oggi) infestavano con lavori di dubbio valore il mercato musicale. L'impianto formale vede ben quattro movimenti: un allegro, un minuetto maestoso, un adagio cantabile ed infine un presto a coronamento dell'opera. In quel periodo, in realtà, i canoni della sinfonia, così come emersi dalla scuola di Mannheim, prevedevano una sequenza differente: allegro, adagio, minuetto e finale In collaborazione con l’Associazione Melos Ensemble Intervento di Amnesty International 4 maggio Pag 20 Pane e Olio Storie con tutto un altro sapore di Chiara Casarico con Chiara Casarico, Giovanna Conforto, Rita Superbi tecnica Francesca Peroni "Pane e Olio" è uno spettacolo di racconti e suggestioni. Attraverso un intersecarsi di volti, luoghi e situazioni, si giunge alla condivisione del cibo più semplice della nostra tradizione: pane, olio, origano e sale. Il tutto condito dal racconto di storie vere, storie vissute, legate al cibo, al lavoro, alle condizioni di vita tanto diverse da parte a parte del pianeta terra, con una particolare "tirata d'orecchie" sugli OGM. Una bella mescolanza di stili e di linguaggi; un susseguirsi di scene a ritmo sostenuto con continui passaggi dal Comico al Drammatico. Personaggi come José Bové, Rigoberta Menchù (Premio Nobel per la Pace 1992), un delegato africano alla Fao o personificazioni di Round-up e Round-up Ready (un pesticida e una pianta geneticamente modificata) guidano lo spettatore in questo viaggio. Tre attrici di provenienza diversa: la Facoltà di Lettere e il Circo a Vapore, l’Accademia d’Arte Drammatica eTeatro di Ricerca, l’Abraxa teatro e le Percussioni giapponesi, reinterpretano questo spettacolo creato dal Naufragarmedolce nel 2001 in collaborazione con l'Associazione Equoconsumo e Comune di Roma in occasione della "Festa dell'Altra Economia". In collaborazione con l’Associazione Naufragarmedolce Omaggio al pubblico del libro “Pensare la decrescita” di P. Cacciari Intervento della Rete Lilliput Saluti di chiusura con buffet biologico offerto dalla coop agricoltura nuova