I Venerdì al S. Chiara
Rassegna di
Musica, teatro e danza
12 gennaio
Pag 4
“FLOR EN LA PIEDRA” è il nuovo lavoro artistico di ROLAND RICAURTE.
Musicalmente, ripercorre diversi generi musicali, dal latin rock alle particolari atmosfere ricreate da
numerosi strumenti musicali, la poesia e i testi ci riportano ai valori fondamentali come la PACE, i
DIRITTI UMANI, il RISPETTO PER LA TERRA, l’AMORE PER LA VITA ... I brani portanti
del disco, come “Uomini in Movimento”, “Canto di Pace”, “Universe”, “Flor en la Piedra”…sono
un inno alla vita e un invito alla riflessione.
… “Se un fiore può nascere nella pietra, nel cemento o nell’angolo asfaltato di una strada anche
l’amore, la comprensione e il dialogo possono essere possibili per creare un mondo migliore”
“Flor en la Pietra” è un canto alla vita, alla speranza e all’incontro, dove il potere e la magia della
musica sono al servizio di un bene comune.
I musicisti:
Roland Ricaurte
Jack Tama
Romàn Gomez
Roberto Laoja
Andres Ramos
Alessandro Saba
Piero Pierantozzi
In collaborazione con l’Associazione Culturale Suamox
Omaggio al pubblico del libro “Il sangue della terra. – Atlante geografico del petrolio.
Multinazionali e resistenza indigena nell’ Amazzonia Ecuadoriana”
Intervento della Onlus A SUD
19 gennaio
Pag 5
NIDI D’ARAC UNPLUGGED: Omaggio alla musica del Salento
“Un ragno è un ragno ovunque tranne che in Puglia: qui è una necessaria malattia, un prodotto
della mente, un demone e un dio, la ragion d’essere della taranta, una musica tribale sacrilega e
irresistibile, nata nei campi di grano, penetrata in certe chiese oscure del Salento . E’ innanzitutto ,
una storia di sofferenza: quella silenziosa e repressa delle spigolatrici del Salento, ultimo anello
della catena patriarcale contadina che le stringeva alla caviglia e, col sole d’agosto, le trascinava
al lavoro nei campi di grano. Qui, il morso velenoso della tarantola (creatura vera o immaginaria)
scatenava d’un tratto la follia e regalava come una benedizione uno sprazzo di libertà, di catarsi di
sfogo delle frustrazioni di un anno e di una vita, una ribellione alle gerarchie sociali
preterintenzionale, transitoria e dunque non punibile poiché causata non da un atto di volontà
cosciente ma dal veleno di un aracnide.”*
Ed è proprio dall’anagramma di “aracnidi” che prende il nome il progetto Nidi d’Arac : una parola
circolare ‘nidi d’ aracnidi’ dove il nido è inteso come luogo di provenienza, di nascita e custodisce i
segreti più nascosti e remoti di questa tradizione così antica.
Il progetto Nidi d’Arac nasce nel 1998 a Roma, città in cui le nuove espressioni musicali si
incontrano, si fondono e traggono nuovo slancio. Leader della band è il giovane musicista leccese,
Alessandro Coppola, il cui genio creativo e l’amore per la propria terra, il Salento, hanno dato
frutto ad un’appassionata e consapevole ricerca di contenuti inscritti nella tradizione musicale,
poetica, folklorica del patrimonio della cultura popolare mediterranea, assimilati e rielaborati.
Alla base di questa meticolosa ricerca “c’è il bisogno di raccontare al mondo di una tradizione
musicale, quella del Sud Italia, che è viva e che , attraverso aggiornate formule estetiche vuole
comunicare i suoi valori di modernità e universalità.” A.Coppola
I Nidi d’Arac ,da sempre sperimentatori della tradizione attraverso le macchine e gli strumenti del
nuovo millennio, proporranno un concerto insolito presentando alcuni pezzi inediti del nuovo
lavoro discografico. Omaggio alla musica del Salento: la tradizione della musica salentina avrà un
sapore ancora più antico attraverso il suono acustico delle chitarre, del violino, della voce e dei…
tamburelli.
Alessandro Coppola: voce, chitarra, percussioni
Vera Di Lecce: voce e performances
Rodrigo D’Erasmo: violino e chitarra
Maurizio Catania: batteria e percussioni
Andrea Piccioni: percussioni
In collaborazione con l’Associazione Culturale Tarantulae
Intervento di E.C.P.A.T.
26 gennaio
Pag 6
“Mozart... Al chiaro di luna” di Nando Citarella
Cantata streveza per ottetto misto
In questa notte al chiaro di luna un gruppo di artisti girovaghi incontra le opere del trittico Mozart Da Ponte e le reinventa per sé, per il piacere di farle sue, usando i ritmi, il linguaggio e gli strumenti
della tradizione popolare. Ma soprattutto facendo ricorso alla goliardia, l'irriverenza, l'ironia proprie
del carattere napoletano.
Artisti cialtroni e romantici, musici esibizionisti e virtuosi, sono i cantastorie giocosi e al tempo gli
interpreti drammatici e passionali di questa bizzarra e intrigante serata.
Nel chiarore notturno Mozart viene attraversato e stravolto dall'esperienze e dall'espressione
popolare, ma anche affiancato dai passi coraggiosi e sapienti degli autori teatrali a cui lui stesso si è
ispirato.
Il pubblico viene accompagnato su questi sentieri pericolosi dove le serenate, i notturni, i
nachtmusik, i divertissement si intrecciano alle parole di Molière, Tirso da Molina, Tritto.
Uno spettacolo affascinante dove Nando Citarella rivela tutto il suo talento interpretativo attoriale e
musicale.
• Nando Citarella (voce naturale, tenore, tammorra, duff, chitarra) è accompagnato il questa nottata
streveza dalla cantante
• Gabriella Aiello (voce naturale, soprano, duff, canto armonico) dall’attrice
• Annachiara Mantovani (voce naturale, contralto)
e dal Piccolo Concertino Musicale composto da:
• Carlo "Olaf" Cossu (violino,didgeridoo,canto armonico)
• Ennio D’Alessandro (clarinetto, clarinettobasso, ciaramella, tamburello, voce)
• Mauro De Vita (fagotto, voce)
• Riccardo Medile (chitarra, oud siriano, traccola, voce)
• Salvatore Zambataro (fisarmonica, clarinetto, traccola, voce)
Intervento di Emergency
2 febbraio
Pag 7
Piccola Banda Ikona
La musica della Piccola Banda Ikona è un grande omaggio al Mediterraneo, alle sue contraddizioni,
al suo fascino millenario, alle sue tante culture. Scrive Predrag Matvejevic, intellettuale e scrittore
croato: "Non esiste una sola cultura mediterranea: ce ne sono molte in seno a un solo
Mediterraneo".
Il percorso musicale della Piccola Banda Ikona è un viaggio affascinante tra i suoni e le culture del
Mediterraneo, unite alle atmosfere della tradizione popolare del centro-sud italiano e a melodie
balcaniche, greche, sefardite.
La formazione utilizza strumenti come il bouzouki greco, l'oud arabo, la darbouka, insieme a quelli
della tradizione occidentale. Nei testi, oltre al sabir, un'antica lingua del Mediterraneo ci sono il
siciliano, il serbo-croato, l'arabo, il francese, il greco e il lingala portato in Europa dai tanti
immigrati dell'Africa profonda.
Il loro primo Cd “Stari Most” - uscito nel 2005 - è dedicato al Ponte Vecchio di Mostar in Bosnia,
fatto crollare nel '93, che da sempre rappresentava il simbolo dell'incontro e del passaggio
dall'Occidente all'Oriente.
Il loro brano Tagama è stato incluso a febbraio 2006 in Buddha Bar vol.VIII e a ottobre 2006 in
Buddha Bar Ten Years che racchiude il meglio della produzione della famosa compilation
dell'etichetta francese GeorgeV.
Stefano Saletti: bouzuki, oud, chitarre, voce
Mario Rivera: basso
Barbara Eramo: voce, chitarra
Ramya: voce
Gabriele Coen: clarinetto, sax, flauti
Carlo Cossu: violino, voce
Leo Cesari: batteria e percussioni
In collaborazione con l’Associazione Ikona
Intervento di Amnesty International
9 febbraio
Pag 8
Mario Pirovano in "Lu Santo Jullare Françesco"
di Dario Fo
Mario Pirovano, attento come sempre all'attualità ed ai suoi problemi, porta sulle scene il tema della
pace e della guerra riproponendo l'opera di Dario Fo “Lu Santo Jullare Françesco”, in particolare il
discorso di Francesco ai Bolognesi.
E' la famosa “concione” del 1222, ricostruita da Fo sulla base della tradizione popolare, delle
cronache e delle testimonianze dirette: non una predica moralistica ma un'affabulazione ironica,
poetica, a volte sarcastica a mo' dei giullari del tempo.
Era lo stesso Francesco, tanto diverso in realtà dall'immagine agiografica che ci è stata per secoli
trasmessa, a definirsi “jullare di Dio”.
E questo proprio negli anni in cui l'Imperatore Federico II promulgava un editto contro i
“Jugulatores” considerandoli buffoni osceni! Afferma Dario Fo: “Della giullarata Francesco
conosceva la tecnica, il mestiere e le regole assolute. Sappiamo da un gran numero di storici che il
santo “jullare” non teneva mai prediche secondo la convenzione ecclesiastica, anzi, rifiutava
l'andamento del sermone; non ne seguiva i canoni, lo svolgimento e la catarsi morale a conclusione.
Iniziava sempre con un ribaltone.” Sappiamo pure che cantava, recitava, si muoveva con tutto il
corpo, braccia, gambe, piedi, suscitando divertimento ma anche commozione fra i presenti.
Il 15 agosto 1222 Francesco si trovava a Bologna, dove era stato invitato a tenere un'orazione sul
tema che stava più a cuore in quel momento ai Bolognesi: la guerra, che di nuovo era esplosa contro
gli Imolesi con il suo seguito di crudeltà, stragi e distruzione. Francesco sceglie di rivolgersi ai
presenti con una “concione giullaresca”, una predica basata sull'ironia, che fa ricorso al particolare
linguaggio dei giullari fatto di lombardo, siciliano, umbro e napoletano, inframmezzato da vocaboli
latini, spagnoli e provenzali comprensibile in ogni dove.
In collaborazione con L’associazione Te. Ma. (Teatro Mancinelli di Orvieto)
Intervento di Medici Senza Frontiere
16 febbraio
Pag 9
Cambio Pelle
La coreografia che danzaricerca propone sta all’interno di un percorso artistico che da molti anni si
avvale della ricerca e della sperimentazione.
cambio pelle è il titolo della coreografia di cui il tema e la poetica nascono da un’idea di Daniela
Capacci.
Nella nostra società l'avanzamento tecnologico e il ritmo serrato del vivere sollecitano l'uomo ad un
cambiamento talmente radicale che è forse opportuno parlare di mutazione.L'offerta esponenziale
di opportunità tecnologiche e la globalizzazione delle informazioni pongono infatti l'uomo nella
necessità di un adeguamento continuo, talmente veloce da creare sensibili disambientamenti.E' la
ricerca di una stabilità psicologica che riguarda sia la conoscenza simbolica che l'intera fisicità.
In questo progetto il lavoro di ricerca tenta di entrare fino in fondo al senso del titolo dato“cambio
pelle”: mutare,modificarsi ,divenire, rinnovarsi, migliorare ma anche capovolgere i propri schemi,
stravolgere i propri pensieri ,trasfigurarsi ed anche a volte decomporsi per ricomporsi e
corrompersi, mentirsi, danneggiarsi perfino nel tentativo di modificare se stessi ed i propri
orientamenti nei riguardi della realtà.
Ma cambiare pelle vuol dire anche mettersi a nudo.
Sfregarsi il corpo con le mani per arrivare ad uno strato di pelle più profondo ,e sfregarsi di nuovo
per andare più dentro per cercare attraverso il corpo chi si è…..nel tentativo di trovare la propria
anima.
Coreografia e regia di Daniela Capacci
Io non racconto storie piuttosto incamero emozioni, sensazioni, immagini che si impossessano di
me e mi trasformano.
Ho bisogno di tirarle fuori dal corpo per liberare le caselle troppo piene e fare posto a tante nuove.
Musiche create ed eseguite dal vivo
Ideazioni percussive eseguite dal vivo
Cristiano Serino
Roberto Capacci
Danzano:
Marco delle Foglie, Rosa Miecchi, Patrizia Occhiuto
Daniela Ruggero, Michela Santacroce ,FabiolaPietrini
Costumi
Disegno luci
Foto di scena e video
In collaborazione con l’Associazione danzaricerca
Intervento di Amnesty International
Michela Santacroce
Gianfranco lucchino
Cristiano Castaldi
Domenica 18 Febbraio, ore 17:00
Festeggiamo il carnevale con i bambini e le loro famiglie
Pag 10
“Mary Pop ……..the new story”
Spettacolo teatrale liberamente tratto dall’omonimo libro
( danza, prosa, musica e effetti speciali)
Mary Poppins è senz’altro uno dei più famosi libri per bambini letto anche da milioni di adulti.
La versione teatrale che proponiamo si avvarrà certamente della presenza di Artisti che
interpreteranno i ruoli principali, ma sarà soprattutto ricca di quadri di grande effetto visivo e di
forte impatto emozionale.
Elisabetta Melchiorri, regista dello spettacolo ha voluto introdurre in questa nuova versione di Mary
Poppins, un elemento molto “speciale”: una voce narrante sarà il filo conduttore della performance,
che prenderà per mano i piccoli spettatori e li accompagnerà nel percorso artistico.
Nella nostra storia i due bambini diventeranno i protagonisti dello spettacolo durante il quale
interagiranno con gli altri personaggi, quali: la mamma, il papà, Mary Poppins, Bert – lo
spazzacamino etc.
Gli interpreti del nostro spettacolo sono tutti artisti professionisti estremamente poliedrici: si
esibiranno nel canto, nella danza e nella recitazione, dando vita ad un vero e proprio Musical.
Personaggi ed Interpreti
Mary Poppins: Monica Marano - Bert: Nicola De Santis - La Mamma: Valeria Baresi
Il Papà: Giancarlo Mici - I Bambini: Ramona Tromboni e Antonella Perazzo
Il Narratore: Ivan Bertolami
Corpo di Ballo
Livia Bettinelli – Mara Casavecchia – Sveva Mattarini
Coreografie: Valeria Baresi e Monica Marano Regia: Elisabetta Melchiorri
Costumi: D’Inzillo Sweet Mode Luci e Fonica: Giorgio Rossi
In collaborazione con l’Ass. Arte Cultura Spettacolo
Intervento di Telefono Azzurro
23 febbraio
Pag 11
Uzumé che danza
uno spettacolo di Maria Grazia Sarandrea
Ideazione, regia e coreografia di Maria Grazia Sarandrea
Musica di Barbara Eramo e di Laura Inserra
Interpreti: Annalisa Borella, Giovanna Caputi,
Valeria Mafera, Cristina Pensiero,
Maria Grazia Sarandrea, Basia Wajs
Costumi di Enrica Barbano
Anticamente la danza era una modo per comunicare con le forze della natura e in tutte le culture
primitive era espressione di sacralità. Attraverso il corpo si potevano esprimere le energie più
profonde, influenzando la vita e l’equilibrio cosmico. A questa idea è legato lo spettacolo, ispirato
ad una leggenda giapponese.
La danza di Uzumè viene descritta nell’antico testo Kojiki (‘Memorie di antichi eventi’), in cui si
narra che la dea del sole, Amaterasu, offesa dal fratello, si rinchiuse nella caverna rocciosa; e che le
divinità del cielo, preoccupate per il buio improvviso, affidarono a Uzumé, la ‘danzatrice sacra’, il
compito di riportare il sole sulla terra. La danza di Uzumé propiziò il rito del sole e risolse l’eclisse,
riportò la luce e la vita, avendo in sé il sacro potere di modificare gli eventi.
‘Uzumé che danza’ è un omaggio alla femminilità nelle diverse culture, dal Medio all’Estremo
Oriente, dall’Africa all’Australia e mette in scena danze-simbolo dell’energia solare.
In collaborazione con l’Associazione Isola dei ragazzi
Intervento della fondazione Pangea Onlus
2 marzo
Pag 12
Mass Ndiaye e le Thiossan
mbalax puro dal Senegal
Gruppo senegalese che propone un genere musicale di grande portata noto in Senegal come musica
“mbalax”. E’ il genere che affonda le proprie radici nella percussione tradizionale, conosciuta come
percussione sabar, fondendola però con gli strumenti della musica moderna quale batteria, chitatta
elettrica, tastiere e basso. Ne è scaturito un genere musicale molto popolare in Senegal e di cui il
famoso Youssou Ndour è l’esponente più affermato di una vasta schiera di eccellenti artisti.
Il gruppo THIOSSAN fa capo proprio a questo stile musicale offrendo brani propri intercalati da
brani reggae, brani in chiave di afro-salsa e da brani lenti e melodici.
Fondatore dei THIOSSAN è il multitalento MASS NDIAYE, compositore, cantante e
percussionista del gruppo. Originario di Louga, a Nord del Senegal è discende da una celebre
famiglia di Griot, la casta depositaria della storia e della cultura del paese. MASS NDIAYE ha
intrapreso con la sua prima band Louga Lo tourneè internazionali in Francia, Tunisia e Gambia
approdando poi in Europa come percussionista e ballerino di una celebre compagnia di musica
tradizionale, il Cercle de la Jeunesse de Louga.
Fondatore in Spagna del gruppo di world music DJAMBUTU THIOSSANE con cui ha composto e
inciso 2 CD, ha realizzato nel marzo 2004 il sogno di lanciare nel proprio paese un CD dal titolo
“Sounou Thiossan” di cui è autore e interprete del genere mbalax più puramente senegalese
accompagnato da due video clip che lo hanno reso popolare, seguito nel 2005 da un secondo album
Sama reeni xol.
La sua voce finissima dai toni molto acuti e la sua simpatia contagiosa riescono con il supporto
musicale di una band senegalese di eccellenti musicisti di lunga carriera artistica ad accattivare
l’attenzione del pubblico anche più distaccato e rendere gli insoliti ritmi senegalesi coinvolgenti e
trascinanti.
MASS NDIAYE - voce principale e percussioni
THIOURY NDIAYE - basso
DJIBRIL GNINGUE - chitarra elettrica
LAMIN NARR - tastiere
CHEIKH MBACKE DJIGUEL - batteria
EL HADJE LO - tastiere
MBAR NDIAYE - percussioni
Intervento dell’ A.S.E.M.
9 marzo
Pag 13
Se prima eravamo in due
Di Gianluca Ansanelli e Tito Buffulini
Regia Gianluca Ansanelli
Riccardo, giovane e spiantato assicuratore accetta un invito a cena di Ester, la sua ex fidanzata.
Purtroppo, quello che per lui doveva essere un appassionante ritorno di fiamma verrà
immancabilmente compromesso da una notizia scioccante: Ester si è scoperta omosessuale e divide
l’appartamento con la sua nuova compagna, Ramona. Ma non finisce qui: le due si sono messe
intesta di avere un figlio, ed Ester pensa che, malgrado tutto, Riccardo sia comunque il miglior
padre sulla piazza. In ballo ci sono anche 20000 euro che per uno indebitato fino al collo sono pur
sempre una boccata d’ossigeno... Questo è solo l’inizio di “Se prima eravamo in due”, il nuovo
lavoro di Gianluca Ansanelli, scritto a quattro mani con Tito Buffulini. Il testo affronta con
dissacrante ironia il nuovo modello di famiglia con cui, in una società sempre più dinamica e
variegata, bisogna oggi necessariamente confrontarsi. La comicità serrata, i ritmi frenetici, la
scrittura fresca ed originale , sono gli ingredienti principali di questa esilarante commedia , che
diverte e fa riflettere dal primo minuto fino all’immancabile finale a sorpresa.
In collaborazione con l’Associazione Laboratorio Otto
Intervento di E.C.P.A.T.
16 marzo
Pag 14
ALEXIAN GROUP
musica gitana
Gran Recital Romanó
di canti, musiche e poesie in lingua romanì (zingara)
Il Gran Recital Romanó è un viaggio nell'anima e nel cuore dei rom con un'originalissima e
autentica interpretazione di musiche, canti , danze e poesie in lingua romaní (zingara). Un percorso
artistico-culturale narrato in cui vengono rievocate attraverso i suoni, i movimenti, le parole e i
colori, le radici profonde di un popolo millenario caratterizzato dalle prismatiche sfumature e dalle
intensissime emozioni.
Gli interpreti con la loro formazione professionale non scadono nel becero folklore ma elevano la
tradizione a un livello artistico qualitativo e suggestivo. Le musiche proposte in cui si rintracciano
gli echi del passato sono quelle dell'ambito familiare che i rom suonano per tramandarsi, per
comunicare e per restare uniti. I canti sono memorie mai scritte in cui si custodiscono valori etici,
filosofici e linguistici di un popolo dalle molteplici espressioni. Le poesie sono la drammatizzazione
del vivere quotidiano dove, attraverso la lingua, espressione autentica della romanipé (identità
zingara), riescono a sublimare l'intimità degli stati d'animo.
In collaborazione con l’Associazione Them Romanò
Intervento di ARCI Solidarietà Lazio Onlus
23 marzo
Pag 15
“Stracci e piume” Il Faber non Faber
“Porta addosso stracci e piume presi in qualche dormitorio….”. E’ la Suzanne di Leonard Cohen
che “…ti indica i colori tra la spazzatura e i fiori”. Da qui l’idea di rappresentare la galleria di suoni,
personaggi e storie mai disgiunte dalla più lucida denuncia e la più elevata poesia che Fabrizio De
Andrè ha voluto tradurre e includere nel suo repertorio. Brassens, Cohen e Dylan ma anche ballate
medievali e rinascimentali vanno a popolare il villaggio che De Andrè ha edificato con la sua voce
per restituire una dignità, contro ogni intolleranza, agli ultimi di questa terra e a chiunque abbia
percorso la sua vita “in direzione ostinata e contraria”. Prospettiva ribaltata che nei testi originali di
Armando Pettorano va ad incontrarsi con l’attualità marcando aree del disagio che comprendono
senzatetto, donne e uomini condannati all’invisibilità da un potere che crea maggioranze
dimenticando che non esiste un “potere buono”. Teatro-canzone, quindi, per un omaggio ad uno dei
più grandi artisti dei nostri tempi.
FRANCO TIROZZI
ARMANDO PETTORANO
ANNARITA MARINO
SALVATORE CARUSOTTO
VIRGINIA ORSINI
CLAUDIO MAFFEI
FABIO TIRIEMMI
ANGELA CAPUANO
LUCA BRIGNONE
ideazione, voce e chitarra.
testi e basso
voce recitante
pianoforte, fisarmonica, tastiere e direzione musicale
voce
chitarra e voce
batteria
costumi
regia
In collaborazione con l’Associazione Progetto 3spass
Omaggio al pubblico del libro “Questa pelle è pulita. Diario di uno straniero in carcere”
Intervento dell’associazione Terre di Mezzo
30 marzo
Pag 16
Blues d'autore "unplugged"
Roberto Ciotti in trio acustico propone vecchi e nuovi brani dalla sua vasta produzione.
Roberto Ciotti 30 anni di musica dal blues più classico degli inizi alle colonne sonore (Marrakech
Express ,Turnè etc.. ) anni ottanta, fino alle ultime produzioni con il manifesto in cui il sound
si è affinato e arricchito di sfumature e arrangiamenti personali.La musica di Ciotti è come il vino
più invecchia più è buono,le canzoni di oggi mantengono la fede e lo spirito degli inizi stando al
passo coi tempi e coinvolgendo sia un pubblico di giovanissimi che di adulti .La forza di questa
musica è la memoria storica e la freschezza compositiva , in concerto acustico c'è l'essenza della
composizione, canzoni senza tempo e per tutte le età. La chitarra e la voce profonda gli elementi di
spicco anche in versione più pacata e unplugged. In uscita un libro biografico con un cd unplugged
di suoi vecchi brani .
Roberto Ciotti chitarra e voce
Elio Buselli basso
Daniele Magli percussioni
Proiezione di una "Pillola" di "Live Bicycle", regia di Francesco D. Ciani e Federico Gallo.
Un film documentario dedicato alla bicicletta ed al movimento della critical mass, selezionato al
Bicycle Film Festival di Milano.
Un film a pedali che ha per protagonista la bicicletta come stile di vita, mezzo ecologico, salutare,
economico e, proprio per questo, boicottato da governi e lobbies.
Trailers del film e contatti: www.livebicycle.com
Segue intervento del WWF
13 aprile
Pag 17
GIAMPAOLO ASCOLESE
&
LABORATORIO TEATRO ORVIETO
PRESENTANO:
“LET IT BE…..ATLES”
Progetto multimediale di musica, immagini e testi in scena dedicato alle musiche dei Beatles e a
quello che è successo negli anni ‘60 in tutto il mondo.
Il progetto vuole descrivere gli anni che vanno dal 1964 al 1970 nel loro aspetto storico, culturale e
sociologico, interpretati e descritti dalle immagini visive progettate e proiettate su di un grande
schermo dal Laboratorio Teatro Orvieto fondamentale e consolidato partner di Giampaolo Ascolese
e dalle musiche del gruppo Isoritmo, tutte dedicate ai Beatles.
L’apporto dei testi di un importantissimo storico della musica rock e giornalista come Ernesto De
Pascale, rendono il progetto ancora più descrittivo e focalizzante nella descrizione storica e
culturale di tutto ciò che è successo in quell’importantissimo periodo, dalla guerra in Vietnam al
primo trapianto cardiaco, dai primi moti del ’68 allo sbarco sulla luna solo per ricordare alcuni
importantissimi eventi.
Le musiche dei Beatles eseguite dal gruppo Isoritmo di Giampaolo Ascolese, sono sempre in
parallelo con quello che è accaduto negli anni in cui sono state composte le singole canzoni dei
“Fabolous Four”, canzoni ormai diventate degli “evergreens”, per un pubblico di tutte le età.
GIAMPAOLO ASCOLESE ISORITMO :
Giampaolo Ascolese , batteria , vibrafono , adattamenti musicali
Filiberto Palermini , sax soprano,
Gerardo Iacoucci , pianoforte , tastiere , fisarmonica , arrangiamenti musicali, composizione
“ouvertoure”
Elio Tatti , basso elettrico , contrabbasso
Roberto Forlini , batteria , percussioni
Massimo Achilli , progetto visivo
Roberto Marini , montaggio video
In collaborazione con l’Associazione Latina Musica Oggi
Intervento di Armonia Onlus
20 aprile
Pag 18
La Onlus “Giovani per i Giovani” presenta gli Over the Cover nel concerto “Lost & Found”.
Il concerto “Lost & Found” farà viaggiare il pubblico sulle ali della musica, in una calibrata miscela
di brani musicali, per uno spettacolo ricco di brio ed effervescenza. Sarà un viaggio che ci condurrà,
attraverso la via tracciata dalle note, a riscoprire i più celebri evergreen della musica pop nazionale
e internazionale, dagli anni settanta ad oggi, per offrire una serata di intrattenimento ad un pubblico
di diverse generazioni, che potrà ritrovarsi così unito nel linguaggio universale della musica.
Ma non è solo musica quello che vi proponiamo… può un concerto riaccendere speranze perdute e
far ritrovare la semplice voglia di stare insieme?
La risposta è “Lost & Found”… perduti e ritrovati. E’ quanto ci auguriamo di essere, gente perduta
che si ritrova unita nella musica, scoprendo che la stessa musica, se accompagnata dalla solidarietà,
può portare lontano; “Lost & Found”… perduti e ritrovati, come tante situazioni drammatiche dei
paesi in via di sviluppo, troppo spesso ritenute “perse” e per questo dimenticate, che anche grazie a
questo concerto cerchiamo di aiutare, per dar voce ad un grido di speranza che chiede di trovare una
via di salvezza.
Gli Over the Cover, insieme ormai da diversi anni, sono un gruppo composto da Giovanni Conti e
Marco Coppolecchia alle tastiere, Roberto Galassetti al basso, Marco Zumpano alla batteria,
Giovanni Sparvoli alle chitarre; durante il concerto saranno accompagnati dai vocalist: Francesca
Antonioli, Costanza Candeloro, Luca Cau, Roberta Consoli, Marta Nicolace, Antonella Russo.
Intervento della Onlus Giovani per i Giovani
27 aprile
Pag 19
Serata musicale in omaggio al Mozart giovanile, con un concerto dedicato alla grande pianista
francese M.me Jeunnehomme, e il simpatico Divertimento per due oboi e archi.
Orchestra Melos Ensemble, diretta dal M° Filippo Manci. Pianista Andrea Serafini
Concerto n. 9 in mi bemolle maggiore Jeunehomme K 271. Datato nel 1777, prende il nome
dalla pianista francese a cui è dedicato. Non si sa molto delle circostanze che hanno portato alla sua
stesura, se rappresenti il risultato di un’esplicita committenza o se il compositore abbia
deliberatamente offerto l’opera – forse composta per se stesso – all’interprete francese in soggiorno
a Salisburgo. Mozart compose il concerto a 21 anni, subito dopo aver deciso di lasciare Salisburgo,
scoraggiato da un incarico misero per le sue capacità e per le sue risorse economiche, già in precarie
condizioni. Ci troviamo di fronte ad un Mozart sicuro della propria arte, stanco di artifici galanti,
che aspira a una forma di creazione più ambiziosa, più profonda e anche più inquieta, in linea con i
sentimenti tormentati anticipati dallo Sturm und Drang.
Uno scherzo musicale in Fa maggiore K 522 (Eine musikalischer spaß) è una composizione
sinfonica in fa maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart scritta a Vienna nel giugno del 1787. È
anche conosciuta come Divertimento per quartetto di due oboi e. archi.
Lo scopo è percepibile fin dalle prime note e l'oggetto di questa farsa musicale è immediatamente
individuabile nei compositori dilettanti che probabilmente allora (ed anche oggi) infestavano con
lavori di dubbio valore il mercato musicale. L'impianto formale vede ben quattro movimenti: un
allegro, un minuetto maestoso, un adagio cantabile ed infine un presto a coronamento dell'opera. In
quel periodo, in realtà, i canoni della sinfonia, così come emersi dalla scuola di Mannheim,
prevedevano una sequenza differente: allegro, adagio, minuetto e finale
In collaborazione con l’Associazione Melos Ensemble
Intervento di Amnesty International
4 maggio
Pag 20
Pane e Olio
Storie con tutto un altro sapore
di Chiara Casarico
con Chiara Casarico, Giovanna Conforto, Rita Superbi
tecnica Francesca Peroni
"Pane e Olio" è uno spettacolo di racconti e suggestioni. Attraverso un intersecarsi di volti, luoghi e
situazioni, si giunge alla condivisione del cibo più semplice della nostra tradizione: pane, olio,
origano e sale. Il tutto condito dal racconto di storie vere, storie vissute, legate al cibo, al lavoro,
alle condizioni di vita tanto diverse da parte a parte del pianeta terra, con una particolare "tirata
d'orecchie" sugli OGM.
Una bella mescolanza di stili e di linguaggi; un susseguirsi di scene a ritmo sostenuto con continui
passaggi dal Comico al Drammatico.
Personaggi come José Bové, Rigoberta Menchù (Premio Nobel per la Pace 1992), un delegato
africano alla Fao o personificazioni di Round-up e Round-up Ready (un pesticida e una pianta
geneticamente modificata) guidano lo spettatore in questo viaggio.
Tre attrici di provenienza diversa: la Facoltà di Lettere e il Circo a Vapore, l’Accademia d’Arte
Drammatica eTeatro di Ricerca, l’Abraxa teatro e le Percussioni giapponesi, reinterpretano questo
spettacolo creato dal Naufragarmedolce nel 2001 in collaborazione con l'Associazione
Equoconsumo e Comune di Roma in occasione della "Festa dell'Altra Economia".
In collaborazione con l’Associazione Naufragarmedolce
Omaggio al pubblico del libro “Pensare la decrescita” di P. Cacciari
Intervento della Rete Lilliput
Saluti di chiusura con buffet biologico offerto dalla coop
agricoltura nuova