Riqualificazione e sostenibilità - L’involucro verde come campo privilegiato
di sperimentazione tecnologica.
Prof. Rosa Maria Vitrano* Università di Palermo
Lo studio dell’involucro verde per la riqualificazione degli edifici insieme alla sperimentazione di
prodotti innovativi per la realizzazione dei giardini verticali e alla progettazione delle Linee guida
per la trasformazione edilizia ed ambientale del lungomare Todaro di Marina di Palma di
Montechiaro “costituiscono gli strumenti per definire le possibili prospettive affinché Palma di
Montechiaro possa candidarsi a green city della Provincia di Agrigento, esplorando scenari ancora
poco praticati in questo contesto e che nel breve e medio periodo potranno attribuirsi carattere di
priorità”. L’originalità di questa ricerca è anche nell’approccio partecipativo sperimentato in sito con
la partecipazione degli abitanti, considerati i primi artefici del progetto di rigenerazione ambientale
per lo sviluppo sostenibile (green urban design/green smart cities and communities/urban
agriculture).
IL CONTESTO URBANO E AMBIENTALE
Il Comune di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento, è localizzato nel versante
meridionale del territorio siciliano delimitato a sud dal mare Mediterraneo.
Tra le architetture più antiche del territorio di Palma di Montechiaro emerge il Castello dei
Chiaramonte, costruito nel 1358 da Federico III e la torre San Carlo, tra questi è incastonata la
grande spiaggia di Marina di Palma. Il territorio è ricco anche di notevoli testimonianze
archeologiche, parzialmente riportate alla luce: resti di grotte, di catacombe e di abitazioni in
roccia, che dimostrano la presenza antropica anche in epoca cristiana e bizantina. L’indagine
fotografica, effettuata a largo raggio su tutto il territorio di Palma di Montechiaro, dal centro storico
a monte sino alla marina, individua un paesaggio ricco di valenze naturali e culturali e dunque di
potenzialità a cui si accompagnano però anche forti criticità ambientali.
Criticità pregresse – Parte del patrimonio edilizio di Palma di Montechiaro e della sua Marina è
compresso da consistenti forme di abuso edilizio che hanno compromesso fortemente il valore
identitario del territorio palmese, infatti una buona parte degli edifici di Palma sono stati costruiti
senza regola con aumenti di superfici, sopraelevazioni e superfetazioni di vario genere ed entità.
In particolare la cortina edilizia di Marina di Palma presenta quasi una campionatura di abusi ed a
questi si accompagna un degrado edilizio diffuso. Alcuni prospetti evidenziano manifestazioni di
efflorescenza, umidità diffusa, macchie, microfessurazioni, che determinano anche uno stato
strutturale generale spesso precario. Gli infissi utilizzati per i sistemi di chiusura sono di diversa
tipologia: legno, ferro, alluminio. I materiali impiegati nelle diverse composizioni e colori
contribuiscono a creare una immagine dequalificante di Marina di Palma.
Potenzialità e finalità - L’impianto urbano di Marina di Palma presenta i caratteri propri di un borgo
marinaro. Le case sono piccoli edifici di due o tre piani fuori terra. Interessante è il nucleo urbano
ottocentesco al centro del fronte a mare. La riqualificazione dell’area costiera di Marina di Palma,
supportata anche dai dettami del Piano Regolatore del Porto, intende caratterizzare, riqualificare e
valorizzare in maniera unitaria la linea di costa, conservando peculiarità e valenze dell’assetto
esistente.
L’intervento progettuale è dunque pensato come strumento catalizzatore per lo sviluppo urbano ed
in particolare come processo teso:
- alla riqualificazione e valorizzazione del patrimonio architettonico locale;
- alla conservazione e promozione delle risorse ambientali, naturali e paesaggistiche considerando
le aspettative sociali della comunità locale.
In tale ottica, per conseguire una congruenza tra le esigenze dei residenti e le scelte strategiche di
sviluppo della città, l’intervento progettuale vuole essere il risultato anche di una decisione pubblica
partecipata. Per un successo degli interventi è infatti importante saper promuovere processi
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decisionali inclusivi, proprio dalla fase iniziale del procedimento, in modo che la stesura degli
obiettivi sia definita univocamente.
Ciò premesso lo scopo principale del progetto di riqualificazione è supportare il Comune di Palma
di Montechiaro nella elaborazione delle Linee guida riguardanti le tecnologie applicabili nel
contesto costiero; conseguire l’elaborazione e/o la modifica di regolamenti edilizi comunali al fine di
rendere applicabili e, quando necessarie, cogenti tecnologie, materiali e criteri applicativi, orientati
al risparmio energetico e alla valorizzazione eco-sostenibile.
Figura 1. Tratto del lungomare Todaro in Marina di Palma. Edifici campione 58-59 (R.M.Vitrano).
RETROFIT TECNOLOGICO DEGLI EDIFICI SUL FRONTE A MARE DI MARINA DI PALMA
Marina di Palma dista 5,46 chilometri da Palma di Montechiaro e sorge a 4 metri sul livello del
mare. Il litorale comprende un’area di modeste dimensioni ma di suggestiva bellezza (fig.1).
Il progetto di riqualificazione prevede una prima fase di analisi, mirata all’individuazione dei
caratteri specifici del luogo, alla sua morfologia e agli aspetti storici e culturali, e una seconda fase
prettamente progettuale tesa alla trasformazione del contesto edilizio e ambientale. L’obiettivo
prioritario è quello di realizzare una nuova specificità tipologica per gli edifici esistenti, che sia in
grado di instaurare un corretto rapporto con il clima e pertanto con le condizioni ambientali e
culturali del luogo. In particolare il progetto ha fatto ricorso all’applicazione di vertical garden1, di
giardini pensili e all’utilizzo di materiali rinnovabili e riciclabili.
Queste tecnologie di inverdimento/rinaturazione dell’edificio permettono di diminuire
considerevolmente l’uso di sistemi di raffrescamento elettrici inquinanti. È infatti urgente l’esigenza
di conformarsi alle direttive che la Comunità Europea indica per il contenimento dei consumi
energetici, considerando che il 33% delle emissioni di CO2 nell’ambiente derivano dal settore
edilizio. Si ricorre pertanto all’uso delle energie rinnovabili, di materiali e tecniche ecocompatibili
per l’isolamento degli edifici e per il miglioramento del comfort termoigrometrico.
Le linee guida per migliorare il sistema prestazionale degli edifici del fronte a mare, comprendono
dunque la realizzazione e l’uso dei seguenti sistemi di riconversione ambientale:
- l’uso del verde verticale e dell’isolamento a cappotto nelle pareti perimetrali degli edifici - è
possibile migliorare il livello di isolamento di una struttura muraria applicandovi una struttura
verticale di supporto per l’inverdimento ed in aggiunta porre degli isolanti sulle superfici delle pareti
esterne degli edifici, con un tipo di isolamento definito a cappotto;
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- l’uso del tetto giardino - è possibile migliorare il comfort degli edifici isolandoli tramite la
realizzazione di tetti giardino in copertura, con i quali provvedere anche al recupero dell’acqua per
l’irrigazione degli stessi;
- la sostituzione dei serramenti - con nuovi serramenti a taglio termico o l’applicazione dei doppi
infissi;
- l’ammodernamento degli impianti - è consigliabile quello degli impianti elettrici, idraulici e di
climatizzazione;
- l’utilizzo di fonti rinnovabili - usare il sole per la produzione di energia elettrica con pannelli
fotovoltaici o di acqua calda con il solare termico (da inserire nel tetto giardino o in facciata
essendo queste degli edifici sul lungomare Todaro esposti prevalentemente a sud), utilizzare il
vento con l’installazione di micropale eoliche inserite nei tetti giardino.
Figura 2. In alto la cortina edilizia sul Lungomare Todaro di Marina di Palma; in basso gli edifici n.58-59 presi
a campione per il progetto i riqualificazione con in evidenza i degradi a prospetto.
Edifici campione
Per il progetto di riqualificazione sono stati analizzati due edifici scelti a campione in base alla
posizione, quadratura, stato di conservazione. Gli edifici insistono in un lotto che parte da una
quota zero per poi salire man mano ad una quota più alta di 5 metri dal livello del mare.
Attualmente questi edifici (fig.2) si presentano in evidente stato di degrado:
l’edificio n.58 è composto da una unità immobiliare di tre piani fuori terra ad uso residenziale con
garage al piano terra;
l’edificio n. 59 è composto da un’unità immobiliare di due piani fuori terra ad uso residenziale con
garage e magazzino al piano terra. Evidenti sono i degradi a prospetto dove l’intonaco, le ringhiere
e gli infissi necessitano di un rifacimento completo.
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Ipotesi progettuale:
Il progetto di riqualificazione ha previsto: l’inserimento di tetti giardino; la sostituzione degli infissi,
delle ringhiere dei balconi; il rifacimento dei prospetti con l’inserimento di giardini verticali.
Di seguito si sintetizzano le tre ipotesi (fig.4) costituenti i progetti campione:
- prima ipotesi - si è previsto l’inserimento di giardini pensili di tipo estensivo in copertura e nei
terrazzi ed il rifacimento dell’intonaco a prospetto;
- seconda ipotesi - si è previsto l’inserimento di giardini pensili di tipo estensivo in copertura e di
giardini verticali in facciata;
- terza ipotesi - si è previsto l’inserimento delle logge, fornite di un sistema di frangisole con
apertura verticale e di un giardino verticale a tappeto erboso (figg.5,6).
Figura 3. Involucro verde – riconfigurazione degli edifici 58-59 (Responsabile scientifico: R.M.Vitrano).
TECNOLOGIE PER L’INVOLUCRO VERDE
Una nuova consapevolezza della fragilità degli equilibri naturali, unita ad una sempre più
necessaria responsabilità ambientale induce a riflettere ulteriormente sul ruolo della copertura e
della facciata in termini di protezione e valorizzazione dell’organismo architettonico.
La copertura piana degli edifici è molto frequente nell’architettura mediterranea. Questo particolare
può essere sfruttato al meglio utilizzando i molteplici benefici ambientali ed estetici dei giardini
pensili. Il giardino pensile risulta utile per “limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione
estiva e contenere la temperatura interna degli ambienti nel caso di edifici di nuova costruzione e
nel caso di ristrutturazioni di edifici esistenti”; come indicato nel D.P.R. 59/09 di riferimento.
In rapporto al clima e alle specifiche esigenze dell’edificio, l’integrazione delle diverse tecnologie
del giardino pensile, opportunamente dimensionate, determinano diversi benefici ambientali ed
economici:
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- Miglioramento impatto ambientale - Il giardino pensile migliora l’inserimento delle strutture edilizie
nel paesaggio naturale circostante. Tramite la costante produzione di ossigeno concorre a ridurre
l’inquinamento atmosferico. Inoltre il giardino pensile associato ai sistemi fotovoltaici è un sistema
di sicura efficacia. La produzione di energia elettrica mediante sistemi fotovoltaici infatti evita
anche l’immissione in atmosfera di diversi inquinanti.
- Trattenimento e riduzione polveri - Le piante hanno la capacità di abbattere inquinanti quali ossidi
di azoto e polveri sottili.
- Isolamento acustico - Le piante, il substrato e la stessa aria rinchiusa nei fogliami sono ottimi
isolanti acustici. Test provano che i giardini pensili sono capaci di ridurre l’inquinamento acustico
interno degli edifici di diversi decibel.
Figura 4.Ipotesi progetto di riqualificazione (Responsabile scientifico R.M.Vitrano).
- Conservazione e gestione dell’acqua piovana - Il giardino pensile correttamente progettato e
realizzato è insieme assorbente e filtrante. Esso ha capacità di assorbimento e di graduale rilascio
di acqua determinando sostanziali miglioramenti nella gestione dell’acqua piovana in ambito
urbano. Un giardino pensile di tipo estensivo è in grado di ridurre la capacità di rilascio (run off) di
acqua piovana fino al 90% su base annua a seconda del clima e del tipo di tetto. Queste
prestazioni riducono l’impatto degli edifici sui sistemi comunali di gestione e drenaggio delle acque
piovane (rete fognaria, sistemi di raccolta di acque piovane, realizzazione di cisterne, gebbie etc) e
riducono anche i rischi di alluvione. Inoltre tali prestazioni riducono l’inquinamento diffuso delle
acque di dilavamento filtrandole prima del loro ritorno alla falda, rimuovendo i nitrati grazie alla
lenta percolazione dell’acqua attraverso gli strati creati.
- Ricreazione dell’habitat naturale - Le piante favoriscono l’habitat naturale per insetti e uccelli ed è
peraltro dimostrato che il contatto con ambienti naturali stimolano la salute fisica e mentale,
migliorando la vivibilità dell’ambiente circostante.
- Condizionamento interno e riduzione consumi - L’effetto dell’evapotraspirazione congiunta delle
piante e del substrato del giardino pensile di tipo estensivo abbassa la temperatura interna
dell’edificio sottostante di 6-8°C durante il periodo estivo, riducendo i costi di condizionamento dal
25 al 50%, a seconda della tipologia di edificio.
- Riduzione costi di rimozione e sostituzione della guaina impermeabilizzante - Il verde pensile
stabilizza la temperatura (-5°C/+25°C) del tetto, evitando le escursioni termiche di una copertura
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tradizionale (20°C/+70°C) che ne possono causare il degrado. Il giardino pensile peraltro protegge
la guaina più a lungo.
- Riduzione e/o eliminazione dei costi di energia elettrica con l’uso integrato di sistemi fotovoltaici L’installazione di un impianto fotovoltaico, in base ai consumi stimati dell’edificio, consente di
ridurre drasticamente fino ad eliminare i costi previsti per l’energia elettrica. Inoltre la produzione di
energia, tramite il solare fotovoltaico è incentivata in Italia da diversi anni, permettendo di rientrare
nei costi di installazione dell’impianto.
- Incentivazioni di natura edilizia - La realizzazione di sistemi di raccolta e reimpiego di acqua
piovana è una prassi prevista ormai in diversi strumenti urbanistici e territoriali, che prevedono
incentivi volumetrici, rispetto ai volumi edificabili del 10-20%, a fronte della realizzazione di questi
sistemi.
Figura 5. Riconfigurazione degli edifici 58-59, a destra particolare della struttura frangisole.
Al giardino pensile si aggiungono i benefici del giardino verticale, questi sono:
elevata capacità di assorbimento CO2;
stabilizzazione delle polveri (i tappeti erbosi contribuiscono a migliorare la qualità dell’area
dell’ambiente urbano essendo capaci di intrappolare le polveri);
filtraggio e depurazione: riduzione e/o eliminazione degli stati inquinanti (acque meteoriche e
sedimenti che defluiscono dalle superfici impermeabili);
ostacolo alla diffusione del fuoco (il tappeto erboso costituisce un elemento di discontinuità per la
propagazione degli incendi);
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dissipazione del calore e regolazione della temperatura (i tappeti erbosi assorbono calore con
l’evapotraspirazione, così raffreddano l’aria circostante) ossia l’effetto climatizzante dei tappeti
erbosi che consente un notevole risparmio energetico per il condizionamento degli edifici;
abbattimento dei rumori e riduzione del riverbero (la superficie del tappeto erboso assorbe i suoni
e anche il riverbero si riduce;
diminuzione di allergeni, il rischio di produzione di pollini allergenici è pressoché nulla, peraltro se
tagliati con regolarità non producono infiorescenze;
valorizzazione degli edifici.
Nell’approfondire la progettazione dell’involucro verde, come un sistema di elementi che
interagiscono con la facciata preesistente, si fa dunque strada l’idea che i tetti giardino e i giardini
verticali possano contribuire ad una radicale riconversione del costruito esistente.
Figura 6. Progetto del sistema involucro (Responsabile scientifico R.M.Vitrano). In alto a destra muro
vegetale, in basso schematico tetto giardino estensivo (Merlo S.R.L, Orbassano, Torino)
CONCLUSIONE
Nel progetto di riqualificazione del fronte a mare di Marina di Palma il filo conduttore è la
rigenerazione ambientale, che coniuga soluzioni urbane di qualità architettonica con interventi ecosostenibili. La soluzione è trasformare gli edifici con un sistema di inverdimento/rinaturazione
orizzontale e verticale, che funzioni bene al suo interno e che riduca le emissioni nell’ambiente.
Altra interessante performance dell’involucro verde è la valorizzazione dell’ambiente e del
paesaggio che crea nuova attrattività anche sotto il profilo turistico. La trasformazione del litorale in
un ambiente ri-naturato, rende ancora più suggestivo e accogliente, un’area già di notevole
attrattiva.
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In tal ottica la ricerca ha elaborato le linee guida per la riqualificazione/rigenerazione ambientale
ossia una strategia combinata di recupero materico, adeguamento tecnologico e ri-generazione
ambientale per tutto il territorio palmese2.
Dal rapporto tra il tessuto urbano, il verde e l’acqua sorgono infatti nuovi indirizzi progettuali per
uno sviluppo sostenibile del contesto ambientale preesistente.
La riqualificazione di Marina di Palma fa dunque da trasmettitore di economie, di sviluppo di
imprese, di rafforzamento delle competitività del territorio, che mette in campo tutte le sue risorse,
naturali, culturali e paesaggistiche. Esso comprende anche un insieme di operazioni volte al
miglioramento delle prestazioni del singolo edificio facente parte della cortina edilizia, ed è
finalizzato al suo sostanziale miglioramento sotto il profilo dell’impatto ambientale.
Il progetto di riqualificazione di Marina di Palma, proprio in quanto si fonda su una visione
strategica ad ampia scala, oltre a mettere in campo gli obiettivi del contenimento delle emissioni e
l’impiego di energie alternative negli edifici, realizza un modello insediativo equilibrato, in cui si
integrano spazi pubblici a carattere pedonale, verde pubblico e giardini pensili privati, servizi
sociali, servizi per il turismo e residenze private3.
Marina di Palma dà inoltre priorità al trasporto collettivo e all’uso di mobilità slow quali la bicicletta.
Si realizzerà un distretto “carbon negative” in grado di produrre maggiori quantità di energie
rinnovabili di quante consumate grazie all’uso di fonti eoliche e geotermiche4 .
* Professore Associato Confermato, Dipartimento di Architettura, Scuola Politecnica
Note
1. “Il muro vegetale è un’idea del botanico francese Patrick Blanc, ricercatore al CNRS (Centro
nazionale per la ricerca scientifica). La soluzione adottata dal botanico consiste nell’uso di una
giusta dose di fertilizzante (azoto, fosforo, potassio) aggiunta all’acqua d’irrigazione, e l’uso di un
feltro sintetico. Un tessuto-non tessuto spesso di pochi millimetri, compatto, inalterabile, capace di
assorbire una discreta quantità d’acqua e di trattenerla. Il sistema che ha creato, privo di terra, è
leggero, può assumere qualsiasi dimensione ed è pensato per durare almeno 30 anni”.
2. In particolare per lo studio comparativo sulle tecniche e i materiali, costituenti la cultura
costruttiva del luogo, si è ha fatto riferimento ad una precedente ricerca svolta dal 2005 al 2007
sulla cittadina di Palma di Montechiaro, i cui risultati sono stati riportati nel volume Vitrano R.M., La
Partecipazione Costruttiva, Luciano Editore, Napoli 2007.
3. Lo studio sulla riqualificazione del del waterfront di Marina di Palma è volto al completamento
delle Linee guida per il progetto di recupero di Palma di Montechiaro dalla città al borgo marinaro.
La riqualificazione del waterfront insieme al già realizzato progetto di recupero del centro sociale
nel centro storico di Palma di Montechiaro, costituisce infatti un secondo catalizzatore per lo
sviluppo complessivo del territorio palmese. Per l’approfondimento si rimanda a Vitrano R.M.,
Sistemi verdi e ambienti costieri, Collana Scientifica “Progetto Tecnologia Ambiente” di Alinea
Editrice, Firenze 2014, stampato da Altralinea Editrice.
4. Per l’approfondimento si rimanda a Berrini M., Colonetti A, Green life. Building sustainable cities,
Editrice Compositori, Bologna 2010
Bibliografia
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Napoli, Gruppo Editori Esse libri – Simone, 2005.
- Lo Sasso M., Riqualificare i litorali urbani. Progetti e tecnologie per interventi sostenibili sulla
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- Pagani R., Matteoli L., City Futures: Architettura Design Tecnologia per il futuro delle citta, Hoepli,
Milano, 2009.
- Pasquali M., I giardini verticali di Patrick Blanc, Bollati Boringhieri, Torino, 2008.
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- Savino M., Waterfront d’Italia. Piani, politiche, progetti, Franco Angeli, Milano 2010.
- Schiaffonati F., Mussinelli E., Il tema dell’acqua nella progettazione ambientale, Maggioli, Milano
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- Schiaffonati F., Il tema dell’acqua nei progetti di rinnovo urbano, in Emilio Faroldi, Città
Architettura Tecnologia. Il progetto e la costruzione della città sana, Edizioni Unicopoli, Milano
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- Truppi C., In difesa del paesaggio, Electa, Milano 2012.
- Vitrano R.M., ARTEHA, Architettura Tecnologia Habitat, Alinea Editrice, Series: Progetto
Tecnologia Ambiente, Firenze.
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