SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO CASTELL’ARQUATO (PC) A.S. 2011 – 2012 PROF. RAGGI LEONARDA CLASSE I B BALAN MARTYN BELLOPEDE GIOVANNA BERTE’ COPELLI DANIELE DALLABONA ALESSANDRA FACCINI FARISELLI ALESSANDRA LUCA FIORE MICHELE GALGANI GOZZI LORENZO MARCO ALESSANDRO JUPAJ GENTIJAN LAINO MAGNELLI MARIATERESA ANNA NEGRI FILIPPO ORLANDI ORLANDI NICOLA VANESSA PATI ASIA VIONI MATTEO IL 12 NOVEMBRE ABBIAMO INCONTRATO UNA … GEV Guardia Ecologica Volontaria SVOLGE ATTIVITA’ EDUCATIVE inquinamento delle acque raccolta di frutti e raccolta di funghi fiori protetti PROTEGGE L’AMBIENTE ATTRAVERSO IL CONTROLLO DI: smaltimento dei rifiuti incendi caccia e pesca 1. agrifoglio 2. alchechengi 3. belladonna 4. biancospino 5. bryonia 6. caprifoglio 7. ciliegio selvatico 8. clerodendro 9. clivia 10. colchico autunnale 11. corniolo 12. edera 13. fior di stecco 14. fitolacca 15. fragolina di bosco 16. fusaggine 17. gelso 18. gigaro 19. ginepro 20. ippocastano 21. lampone 22. ligustro 23. melo selvatico 24. mirtillo 25. mughetto 26. nocciolo 27. oleandro 28. prugnolo 29. ribes 30. rosa canina 31. rovo 32. sigillo di Salomone 33. tamaro 34. tasso 35. uva di volpe 36. vischio 1. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Agrifoglio GENERE: Ilex SPECIE: I. aquifolium FAMIGLIA: AQUIFOLIACEAE PIANTA E HABITAT: E’ uno degli arbusti più diffusi nel mondo: ne esistono circa 400 specie. Nasce spontaneamente in quasi tutta l’Europa, nell’Africa settentrionale e nell’Asia occidentale. Può crescere fino a 10 m d’altezza ed è una pianta dioica. FOGLIA : Le foglie sono verde scuro, talmente lucide da sembrare verniciate. Sono alterne o sparse, ovali o ellittiche, coriacee, persistenti, a margine spinoso nei rami più bassi delle giovani piante o intero nelle piante adulte. FIORE : I fiori sono unisessuali, bianchi e odorosi, riuniti in mazzetti all’ascella delle foglie. Sbocciano alla fine dell’estate. I fiori maschili hanno 4 stami, quelli femminili un pistillo che presenta 4 stimmi quasi sessili. FRUTTO: In autunno maturano i frutti rossi o gialli, a seconda della varietà. I frutti sono drupe e contengono 4 semi. Permangono sulla pianta tutto l’inverno. PROPRIETÀ: Oggi l'agrifoglio viene usato raramente in fitoterapia a causa della sua tossicità, ma presenta proprietà diuretiche, febbrifughe e lassative. Ha inoltre un effetto simile a quello della serotonina. CURIOSITÀ: L'agrifoglio fu considerato una pianta magica già prima del Natale cristiano. Si dice che proteggesse dai demoni e portasse fortuna. I suoi primi utilizzi hanno origine presso le antiche popolazioni dell’Irlanda, dove anche le famiglie più povere lo utilizzavano per decorare le proprie abitazioni. Più tardi i Cristiani iniziarono ad utilizzare questa pianta durante il periodo natalizio. La struttura della foglia infatti ricorda la corona di spine di Gesù Cristo e i frutti rossi il suo sangue. Inoltre i boccioli bianchi sono immagine della purezza della Madonna. A CURA DI Gentujan Jupaj 2. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Alchechengi GENERE: Physales alkekengi SPECIE: P. alkekengi FAMIGLIA: SOLANACEAE PIANTA E HABITAT: È un'erbacea perenne e si riconosce facilmente per i calici simili a piccoli lampioni arancioni a consistenza cartacea che avvolgono la bacca sferica di color arancione. Il fusto può arrivare fino a 1 m di altezza: è eretto e angoloso. Appartiene alla stessa famiglia della patata e del pomodoro. L’habitat ideale sono i boschi umidi e ombrosi o le siepi fino a 1000 m di quota. Si coltiva facilmente anche grazie alla sua radice a rizoma che si interra profondamente nel terreno e da cui è possibile ottenere la rigenerazione dopo il riposo invernale. FOGLIA : La foglia è verde chiaro, ovale, di lunghezza 5 – 8 cm. FIORE : Il fiore è bianco, piccolo e a forma di campanellino. Spunta all’ascella delle foglie e fiorisce in estate. FRUTTO: Le bacche sono mature a settembre ed hanno la forma di una piccola ciliegia, il gusto ricorda quello del lampone. PROPRIETÀ: Si possono mangiare le bacche da sole o aggiunte alle insalate. Se seccate leggermente, si possono mettere sott'aceto o in salamoia. Dalle bacche si può ricavare un'ottima marmellata. Il frutto contiene una grandissima quantità di vitamina C, acido citrico, tannino e zucchero. Ha azione terapeutica nei casi di calcolosi renale e agisce come forte diuretico. Occorre fare attenzione alle foglie e al rizoma perché contengono solanina, una sostanza tossica che provoca mal di testa, vomito, nausea e diarrea. CURIOSITÀ: I calici di colore arancione acceso che avvolgono le bacche rendono la pianta adatta a fini decorativi. A CURA DI Lorenzo Berté 3.CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Belladonna GENERE: Atropa SPECIE: A. belladonna FAMIGLIA: SOLANACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta erbacea perenne, dotata di una grande radice a rizoma dalla quale si sviluppa il fusto, che è robusto, eretto e ben ramificato. Raggiunge un’altezza di 70 -150 cm. Cresce spontaneamente in Europa, Asia e Africa, nelle zone submontane e montane fino a 1400 m di altitudine. Predilige i suoli calcarei e le zone ai margini dei boschi. FOGLIA : Le foglie sono semplici, picciolate e di forma lanceolata. Nella zona superiore del fusto si alternano grandi foglie ad altre più piccole. Sono ricoperte di peli ghiandolari responsabili della produzione della sostanza sgradevole che emana. La nervatura è pennata e il margine intero. FIORE : Sono ermafroditi (5 stami e 1 pistillo) e penduli. Hanno un calice di 5 sepali e una corolla di 5 petali campanulata. Il colore è viola scuro. Fiorisce nel periodo estivo e ha impollinazione entomofila. FRUTTO: Produce lucide bacche nere poggiate su uno scodellino verde a forma di stella a 5 punte. Il frutto (ciliegina della pazzia) matura fra luglio e novembre ed è altamente tossico. PROPRIETÀ: L’ingestione del frutto provoca : siccità della pelle e della bocca, pupille dilatate (midriasi), tachicardia, nausea, vomito, disturbi gastrointestinali fino all'atonia, alti stati di eccitazioni psichiche, allucinazioni e, in fase successiva, turbamenti della coscienza, convulsione e anche morte. CURIOSITÀ: Atropo è il nome della Moira che nella mitologia greca taglia il filo della vita: ciò serve per ricordare che l'ingestione delle bacche di questa pianta causa la morte. L'epiteto specifico belladonna fa riferimento ad una pratica utilizzata nel Rinascimento: le dame usavano questa pianta per dare risalto e lucentezza agli occhi mediante le sue capacità dilatative della pupilla. A CURA DI Alessandra Dallabona 4. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Biancospino GENERE: Crataeus SPECIE: C. monogyna FAMIGLIA: ROSACEAE PIANTA E HABITAT: E’ un arbusto o un piccolo albero molto ramificato e dotato di spine che si sviluppano alla base dei rametti brevi. Può raggiungere altezze comprese tra i 50 cm ed i 6 m. Il fusto è ricoperto da una corteccia compatta e di colore grigio. Il suo habitat naturale è rappresentato dalle boscaglie in terreni a quote comprese tra 0 e 1500 metri. FOGLIA : Le foglie sono lunghe 2-4 cm, dotate di picciolo, di forma romboidale ed incise profondamente. L'apice dei lobi è dentellato. FIORE : I fiori sono raggruppati in corimbi, che ne contengono circa 5-25. I petali sono di colore bianco-rosato e lunghi 5 o 6 mm. La fioritura avviene tipicamente tra aprile e maggio. FRUTTO: I frutti sono bacche ovali, rossi a maturazione, e con un nocciolo che contiene il seme. Maturano fra novembre e dicembre. Sono commestibili, ma solitamente non vengono mangiati freschi, bensì lavorati per ottenere marmellate, gelatine o sciroppi. PROPRIETÀ: Il biancospino è la pianta del cuore per eccellenza. Le tisane fatte con le sue foglie, fiori o bacche, sono un rafforzante per il cuore. Esso è un equilibratore della pressione del sangue, così come dell'attività cardiaca, infatti, è in grado di alzare la pressione quando è bassa e di abbassarla quando è troppo alta. È utilizzato anche come ansiolitico e nel trattamento dei casi di insonnia. CURIOSITÀ: I Romani avevano dedicato questa pianta alla dea Flora. Utilizzata anche per scacciare il malocchio e la sfortuna, essi usavano adornare le culle dei neonati con piccoli rami fioriti. I Greci si servivano dei rami fioriti per adornare gli altari durante le cerimonie nuziali. Veniva anche considerata pianta sacra alle fate, là dove cresceva, la leggenda dice che si poteva vederle... A CURA DI Alessandro Gozzi 5. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Bryonia GENERE: Bryonia SPECIE: B. dioica FAMIGLIA: CUCURBITACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta erbacea perenne appartenente alla stessa famiglia dei cocomeri e delle zucche. Cresce lungo le siepi, le macchie e i boschi delle zone temperate dell’Europa meridionale. Presenta una grossa radice carnosa a forma di rapa. Il fusto è ricco di rami rampicanti grazie ai lunghi viticci a spirale. FOGLIA : La foglia è simile a quella della vite o dell’edera: è semplice, settata e di color verde opaco con nervature palmate. Presenta dei peli sulla superficie che la rendono ruvida al tatto. La disposizione delle foglie sui rami è alterna. FIORE : I fiori sono piccoli con calici a tubo diviso in 5 lobi; la corolla è a campana anch’essa a 5 lobi. Il loro colore è giallo leggermente striato di verde. La fioritura avviene tra aprile e maggio. FRUTTO: I frutti sono bacche globose e lisce della grandezza di un pisello. Appena nate sono verdi ma diventano rosse a maturazione. I frutti sono velenosi. PROPRIETÀ: L’intera pianta è velenosa, specialmente le radici, i semi e le bacche. L’ingestione accidentale, anche di poche bacche, può causare irritazioni gastro-intestinali molto serie, con vomito e diarrea. Dosi più elevate possono risultare fatali, conducendo alla morte per arresto cardio-circolatorio. Il solo contatto con la pelle può produrre irritazioni cutanee con formazione di ulcere e vescicole. CURIOSITÀ: I suoi principi attivi sono utilizzati in omeopatia nelle malattie dell’apparato respiratorio, dell’apparato digerente, nei casi di influenza, nel reumatismo muscolare ed articolare. A CURA DI Martyn Balan 6. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Caprifoglio GENERE: Lonicera SPECIE: L. caprifolium FAMIGLIA: CAPRIFOLIACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta sempreverde, rampicante e originaria dell’Asia. Si attorciglia ad arbusti o tronchi degli alberi e proprio per questo motivo è anche chiamata “abbracciaboschi”. Il fusto è legnoso e i rami si arrampicano sulle altre piante come liane. FOGLIA : Le foglie caduche sono ovali, opposte, di un colore verde brillante nella parte superiore e glauche in quella inferiore. FIORE : Produce fiori bellissimi e dal profumo delicato. I fiori, riuniti in fascetti, hanno la corolla tubolosa o campanulata, di un colore bianco-rosa . Sbocciano da maggio. FRUTTO: I frutti sono bacche rosso-arancioni che poggiano su una specie di scodellino verde. La bacca è carnosa e rossa; contiene alcuni semi ed è tossica. PROPRIETÀ: Frutti a parte, il caprifoglio è una pianta spontanea molto interessante per le sue proprietà medicinali. I fiori e gli steli sono usati nelle bevande estive, perché è rinfrescante, ovvero sono utilizzati per combattere la diarrea, aiutare la diuresi, ridurre la febbre. CURIOSITÀ: Il nome comune (caprifolium) deriva dal latino ed è composto da due termini: “capra” e “folium” (capra e foglia). Probabilmente questa dizione deriva dal fatto che le capre usano brucare le foglie di questa pianta. A CURA DI Nicola Orlandi 7. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Ciliegio selvatico GENERE: Prunus SPECIE: P. avium FAMIGLIA: ROSACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta caducifoglia che cresce fino a 10 – 15 m di altezza. La chioma può raggiungere i 10 m di diametro. La corteccia ha una colorazione porpora ed è solcata da numerose lenticelle sporgenti. In Italia cresce spontaneo nei boschi di collina e di montagna fino a 1500 m di quota. Vive circa 100 anni e ha bisogno di molta luce. FOGLIA : Le foglie sono semplici, a lamina ellittica che diventa affusolata all’apice. Appaiono lucide e di color verde intenso nella pagina superiore, più chiare in quella inferiore. La nervatura è pennata e il margine dentato. FIORE : I fiori sono bianchi peduncolati e disposti in corimbi. Possiedono 5 petali, sono ermafroditi e sono impollinati dalle api. A primavera la sua bianca fioritura bianca rende la pianta molto vistosa nel sottobosco. FRUTTO: Il frutto, più piccolo e meno dolce delle ciliegie che si acquistano nei negozi è una drupa carnosa (ciliegia) di un rosso brillante fino ad un viola scuro quando matura a metà estate; contiene un nocciolo. Ha un gusto da dolce ad abbastanza astringente e amaro. Gli uccelli, ghiotti di ciliegie, asportano i frutti per cibarsene e, così facendo, contribuiscono alla diffusione della specie. PROPRIETÀ: I frutti hanno proprietà diuretiche e lassative. Costituiscono un eccellente tonico per l’organismo. La polpa è utilizzata in cosmesi come rassodante per la pelle del viso. CURIOSITÀ: L’uso alimentare delle ciliegie è così antico che alcuni noccioli sono stati rinvenuti insieme a reperti risalenti all’era preistorica. Il ciliegio selvatico fu introdotto nel nostro Paese da Lucio Lucullo che aveva trasportato a Roma alcuni esemplari provenienti dall’Asia Minore. A CURA DI Daniele Copelli 8. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Clerodendro GENERE: Clerodendrum SPECIE: C. trichotomum FAMIGLIA: VERBENACEAE PIANTA E HABITAT: E’ un arbusto o un piccolo albero a foglie caduche originario del Giappone. Può raggiungere i 2 - 3 m di altezza. Ha portamento eretto e spesso presenta più tronchi molto ramificati. La chioma è tondeggiante. Predilige esposizioni soleggiate e terreni freschi, umidi e profondi, adattandosi comunque a molti tipi di substrato. E' abbastanza resistente al freddo ed alle avversità climatiche. FOGLIA : Le foglie sono ovali, molto larghe, dentellate e vellutate, di colore verde scuro. L’inserzione sui rami è opposta. FIORE : In piena estate produce numerosissimi fiorellini bianchi, riuniti in pannocchie, delicatamente profumati. FRUTTO: Dai fiori appassiti nascono bacche molto decorative, di colore blu-nero, sostenute da un calice a forma di stella di colore rosso-cardinalizio. I frutti possono rimanere sulla pianta durante tutto l'inverno. PROPRIETÀ: In alcuni paesi le foglie di questa pianta sono mangiate dopo essere state bollite. La medicina popolare utilizzava le foglie per uso esterno, nel trattamento delle dermatiti e per uso interno per trattare l'ipertensione, dolori articolari e artrite. Le bacche sono usate come colorante. I semi vengono utilizzate per eliminare i pidocchi. CURIOSITÀ: Il nome del genere "Clerodendrum" deriva dal greco "kleros = fortuna" e "dendron = albero" per ricordare un'antica leggenda secondo la quale queste piante possedevano proprietà medicinali e curavano numerosi disturbi. A CURA DI Nicola Orlandi 9. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Clivia GENERE: Clivia SPECIE: C. miniata FAMIGLIA: AMARYLLIDACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta erbacea perenne, alta 40-50 cm, originaria dell’Africa. E’ vigorosa e rustica ma sensibile al gelo; nelle zone più temperate viene utilizzata per formare delle bordure nei giardini. Sviluppa un grande apparato radicale formato da radici rizomatose molto spesse e carnose che tendono ad occupare tutto lo spazio a loro disposizione. FOGLIA : Ha foglie persistenti di colore verde scuro, disposte a ventaglio. Sono molto belle, nastriformi, inguainanti alla base e grandi, potendo infatti superare il metro di lunghezza ed una larghezza di 5-7 cm. Esse nascono direttamente dalle radici. La lamina è coriacea. FIORE : Generalmente fiorisce da marzo fino alla fine di agosto. Essa porta, sopra robusti steli, un'ombrella di 20-30 fiori grandi campanulati, arancioni con sfumature gialle che crescono al centro di una rosetta di foglie e sbocciano quasi contemporaneamente. Durano circa 3 – 4 settimane. FRUTTO: I frutti sono delle bacche rosse che impiegano parecchi mesi per maturare. Sono carnose e contengono al loro interno dai 2 ai 4 semi rotondeggianti abbastanza grandi. PROPRIETÀ: Tutte le parti della pianta sono tossiche, se ingerite in gran quantità. CURIOSITÀ: La prima Clivia fu scoperta nel settembre 1815 da William J. Burchell che la raccolse presso il Great Fish River in Sud Africa. Nel 1828 John Lindley, classificò la prima come Clivia nobilis in onore di lady Charlotte Florentine Clive, duchessa di Northumberland che per prima le aveva fatte crescere nel suo giardino. A CURA DI Alessandra Dallabona 10. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Colchico autunnale GENERE: Colchicum SPECIE: C. autumnales FAMIGLIA: COLCHICACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta erbacea perenne che cresce spontaneamente nei prati e nei pascoli delle zone submontane delle Alpi e degli Appennini. E’ anche chiamata freddolina o zafferano bastardo. FOGLIA : Le foglie sono 3 o 4 e spuntano direttamente dal bulbo, inserite l’una nell’altra. Sono lanceolate o, talvolta, lineari. L’apice è acuminato e il margine intero. Hanno consistenza carnosa e sono di un verde intenso. FIORE : I fiori presentano una corolla di 6 tepali che all’estremità si dividono in 6 lobi di colore lilla. FRUTTO: I frutti maturano in maggio, sono solitari e molto velenosi. È una capsula divisa in 3 logge, ovato - oblunga e acuta all'apice che esce dalla terra insieme alle nuove foglie; contiene semi sono globosi e nerastri. PROPRIETÀ: E’ una pianta molto velenosa, nonostante il suo sapore gradevole. Al suo veleno, la colchicina, non esiste antidoto. Tale sostanza provoca cefalea, vomito, convulsioni e difficoltà respiratorie. Bastano 40 g di colchicina per provocare la morte. CURIOSITÀ: Una leggenda diffusa nelle Dolomiti racconta che questo fiore deriva da una preziosissima gemma denominata Ametista Fiammante, contesa da due popoli di Geni dell'Alpe. Esausta della guerra, una principessa, figlia di uno dei re che si scontravano, fece cadere la gemma in una valle e la stessa si frantumò e si trasformò in fiori violacei, come il suo colore. A CURA DI Matteo Vioni 11. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Corniolo o oliva rossa GENERE: Cornus SPECIE: C. mas FAMIGLIA: CORNACEAE PIANTA E HABITAT: E’ un alberello originario dell’Europa meridionale. In Italia è presente su tutto il territorio, ad eccezione della Sicilia e della Sardegna. Può raggiungere altezze di 6 m e presenta una corteccia grigio - giallastra che appare scrostata in scaglie color ruggine tendenti a staccarsi soprattutto alla base del fusto. I rami sono brevi e di colore rosso-bruno. FOGLIA : Le foglie sono lunghe 4-10 cm, opposte, picciolate, ovali, ricoperte di peluria su entrambe le pagine. Sono decidue e presentano nervature convergenti verso la punta che è acuminata. FIORE : I fiori sono gialli e molto piccoli: hanno dimensioni di soli 4-5 mm. Sono a sepali separati, riuniti in ombrelle sessili circondate da 4 brattee a croce. Il periodo di fioritura va da marzo ad aprile. FRUTTO: I frutti sono drupe di colore rosso vivo che ricordano le olive, da cui il nome di oliva rossa. Sono lunghi 2 cm circa. I frutti sono molto ricercati dalla fauna selvatica. PROPRIETÀ: I frutti sono adatti ad essere consumati freschi o per produrre bevande, liquori, dolci, gelatine, salse, marmellate. Si conservano sotto alcol, come le ciliegie o in salamoia, come le olive. Come pianta medicinale è utilizzata per l'azione tonico-astringente dei frutti contro l’enterite, nella cura delle malattie della pelle e di disturbi articolari. CURIOSITÀ: Il legno durissimo, il più duro presente in Europa, viene utilizzato per la produzione di pipe. A CURA DI Asia Pati 12. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Edera GENERE: Hedra SPECIE: H. helix FAMIGLIA: ARALIACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta rampicante comune nei giardini e nei boschi. Presenta un fusto lignificato e ricco di rami con i quali aderisce facilmente al substrato grazie alla presenza di radici avventizie raccolte in tipici fascetti. FOGLIA : Le foglie sono lungamente picciolate, coriacee, intere e di colore verde scuro. Mostra un’evidente eterofillia, cioè ha foglie palmato - lobate sui rami vegetativi e ovato - romboidali sui rami che portano i fiori. FIORE : In settembre-ottobre all'apice dei fusti l’edera produce infiorescenze sferiche, costituite da piccoli fiori verdi. FRUTTO: I frutti sono piccole bacche nerastre o giallognole contenenti 2 o 3 noccioli. PROPRIETÀ: Tutti i derivati dell'edera sono velenosi e da usarsi con estrema cautela. I principi attivi sono ederina, flavonoidi, ederagenina, acido clorogenico. Nonostante la tossicità, i suoi principi attivi vengono utilizzati in dosi definite sia in erboristeria che in farmacologia. CURIOSITÀ: Il decotto di foglie di edera era usato nelle zone rurali per il lavaggio degli indumenti di lana. L'edera è un arbusto assolutamente non commestibile. In Italia, l'edera è stata il simbolo dell’ormai sciolto Partito Repubblicano Italiano. A CURA DI Gentijan Jupaj 13. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Fior di stecco GENERE: Daphne SPECIE: D. mezereum FAMIGLIA: TIMELACEAE PIANTA E HABITAT: E’ un piccolo arboscello eretto la cui altezza varia dai 30 ai 70 cm. Il fusto è legnoso e la corteccia ha un colore tra il grigio e il rosa. E’ diffuso in tutto il territorio italiano e predilige i suoli calcarei e i terreni umidi. FOGLIA : Le foglie si formano nella precedente annata e sono caduche. Sono a margine intero e brevemente picciolate. La disposizione lungo il fusto è alterna e sono raggruppate a ciuffi specialmente alla sommità dei rami. La forma è lanceolata e la superficie è priva di peluria. FIORE : La caratteristica principale dei fiori di questa pianta è di non possedere una corolla ma solo il calice. E’ per tale ragione che i sepali svolgono funzione vessillifera e sono perciò colorati. I fiori sono ermafroditi e a simmetria tetramera (formati da 4 parti uguali), di colore fortemente roseo o rosso-purpureo. FRUTTO: Il frutto è una drupa sferica carnosa che ha l'aspetto di una bacca rosso-corallo a superficie liscia. La bacca si appoggia su un breve peduncolo lungo 1 mm. PROPRIETÀ: Tutte le parti di questa pianta sono molto tossiche. Il succo del frutto produce una forte azione irritante che induce la formazione di vesciche sulla pelle. Le bacche, se sono ingerite, possono causare dei sintomi simili al soffocamento. CURIOSITÀ: Le bacche, pur essendo velenose, sono mangiate dai tordi (uccelli) che evidentemente sono immuni dal loro veleno: in questo modo disperdono i semi della pianta con i loro escrementi. A CURA DI Vanessa Orlandi 14. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Fitolacca GENERE: Phytolacca SPECIE: P. americana FAMIGLIA: PHYTOLACCACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta erbacea con un grosso rizoma sotterraneo fusiforme. Ha un fusto alto fino a 3 m che è semplice nella parte inferiore e, ad una certa altezza, si divide in due. I rami, a loro volta si dividono in due e così via. E’ una pianta originaria dell’America, da cui è stata importata come specie ornamentale. L’habitat preferito sono i terreni incolti e i margini delle strade. Predilige terreni freschi ricchi di humus. FOGLIA : Le foglie sono alterne con un corto picciolo. Il lembo è ovale - lanceolato con apice e base acuti. Il margine è intero. La pagina superiore è di un verde brillante, mentre quella inferiore, più chiara, presenta nervature prominenti di color rosso. Alla fine dello stadio vegetativo le foglie tendono a diventare rosse. FIORE : I fiori sono inseriti su racemi lunghi 10-15 cm e sono opposti alle foglie. Hanno un peduncolo di 5-10 cm e il calice diviso in 5 sepali di colore variabile tra il bianco e il verde. FRUTTO: Il frutto è una bacca carnosa di colore rosso scuro che tende al nero. La sua superficie è marcata da 10 coste che corrispondono ai 10 semi contenuti all’interno. Matura alla fine dell’estate. PROPRIETÀ: Contiene diversi principi tossici: saponine, fitolaccatossina, fitolaccigenina. Nell'uomo l'ingestione di piccole quantità di radici o di foglie arrossate può provocare conati di vomito dopo qualche ora. Questi sintomi possono essere seguiti da dispnea, spasmi, senso di prostrazione, tremori, diarrea profusa e talvolta convulsioni. Se vengono ingerite dosi massicce, sopraggiungono paralisi degli organi respiratori e altri effetti narcotici, che portano alla morte la persona avvelenata. CURIOSITÀ: Viene ancora impiegata per spezzare malefici, per fatture e stregonerie. Il succo delle bacche è usato dai fattucchieri per dare coraggio ai pusillanimi. Inoltre la polvere di bacche frantumate è usata per far tornare l’amore perduto. A CURA DI Anna Magnelli 15. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Fragolina di bosco GENERE: Fragaria SPECIE: F. vesca FAMIGLIA: ROSACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta erbacea che vive nel sottobosco. E’ diffusa in tutta Europa. FOGLIA : La foglia è composta e presenta nervature pennate. La lamina è ovata e il margine dentato. FIORE : Il fiore è composto e presenta 5 petali bianchi che formano la corolla. I sepali sono corte foglioline verdi. Il pistillo è giallo. FRUTTO: Il frutto (falso frutto) è commestibile ed è una piccola bacca di colore rosso. Il sapore è dolce e ha una consistenza morbida. Matura tra aprile e luglio. PROPRIETÀ: La fragola contiene la vitamina C (cinque fragole possono apportare una quantità di vitamina C pari a quella contenuta in un'arancia!) che favorisce l'assorbimento del ferro, utile per la formazione dei globuli rossi e la produzione di collagene, una proteina che previene le rughe e rafforza i capillari, riducendo ritenzione idrica e cellulite. Le fragole sono alleate della bellezza naturale perché contengono enzimi molto particolari che attivano il metabolismo dei grassi, aiutando il corpo a eliminare l'adipe e a dimagrire più facilmente. Aumentano il senso di sazietà, regolarizzano l'intestino e fanno assorbire meno grassi e meno zuccheri. Inoltre le fragole contengono xilitolo, una sostanza dolce che previene la formazione della placca dentale e uccide i germi responsabili dell’alito cattivo. CURIOSITÀ: Il nome “Fragaria” è di origine indoeuropea e significa “fragranza”. La GEV raccomanda: nel bosco si può raccogliere al massimo 1 kg di frutti a persona. A CURA DI Michele Fiore 16. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Fusaggine GENERE: Euonymus SPECIE: E. europaeus FAMIGLIA: CELASTRACEAE PIANTA E HABITAT: E’ un arbusto, talvolta un alberello, che raramente supera i 4 m di altezza. Presenta un fusto a sezione quadrangolare. Cresce nei boschi associata alle latifoglie. E’ di origine euroasiatica ed in Italia è presente su tutto il territorio. FOGLIA : Le foglie sono opposte e munite di un picciolo lungo 6-8 mm. La lamina è lanceolata, acuta o acuminata all’apice e con margine finemente seghettato. FIORE : Fiorisce tra maggio e luglio con fiorellini a 4 petali, bianco-verdastri, piccoli, che emanano un odore un po' sgradevole. Sono riuniti in infiorescenze che si sviluppano a partire dalle ascelle delle foglie. Presentano 4 stami più corti della corolla. FRUTTO: Il frutto è una capsula carnosa a 4 lobi, di colore da rosa-arancio a rosso corallo che contiene 4 semi color arancio. Il frutto è tossico e la sua forma lo fa somigliare al vecchio cappello dei preti, il tricorno, da cui il nome popolare, cappello da prete. PROPRIETÀ: I componenti tossici sono presenti nelle foglie, nella corteccia e nei frutti. Purtroppo l’intenso colore rosso corallo dei frutti è un’irresistibile attrattiva per i bambini, per i quali l’ingestione può esser mortale. I sintomi dell’intossicazione compaiono 12-16 ore dopo l’ingestione. CURIOSITÀ: Il nome popolare di fusaggine deriva dall'utilizzo del legno del fusto di questo arbusto per costruire i fusi utilizzati per filare la lana. I giovani fusti, inoltre, sono particolarmente elastici e per questo sono impiegati per costruire archi. A CURA DI Alessandra Faccini 17. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Gelso GENERE: Morus SPECIE: M. nigra FAMIGLIA: MORACEAE PIANTA E HABITAT: E’ un albero che può raggiungere l’altezza di 10-12 metri e ha una chioma larga e fitta di foglie. Ha radici robuste, profonde, di colore giallo aranciato. Il tronco è eretto e irregolarmente ramificato. La pianta ha una corteccia bruno grigiastra, che tende a screpolarsi in piccole scaglie. E’ molto longevo, essendo100 anni la sua età media, ma esistono certamente individui plurisecolari. FOGLIA : Le foglie sono caduche, alterne, di forma ovale o a base cordata e con margine dentato. Hanno un colore verde lucente non molto scuro. Il picciolo è lungo 2-3 centimetri. Le foglie sono spesso diverse per forma e grandezza sulla stessa pianta e anche sullo stesso ramo (eterofillia). FIORE : I fiori sono unisessuali (pianta monoica): quelli maschili sono disposti in spighe cilindriche di 2-4 cm, peduncolate; quelli femminili in glomeruli ovoidali. Nascono presso l'ascella della foglia in aprile. FRUTTO: I frutti maturano a giugno: sono dolcissimi e possono essere gialli o neri e in dialetto piacentino sono chiamati “muron”. Il frutto è rappresentato da un falso frutto chiamato sorosio che consiste di una infruttescenza che ha esocarpo sottile, mesocarpo carnoso e succulento, endocarpo crostoso. PROPRIETÀ: I frutti, per la buona presenza di pectine, sembrano avere proprietà purganti. Contengono poi vitamina A e C, calcio, fosforo, gomme e tannini ad azione astringente. Le more di gelso sono usate come rimedio contro le infiammazioni alla bocca e le malattie dell’apparato respiratorio. CURIOSITÀ: I gelsi sono stati importati dall’Oriente e le foglie utilizzate per l’allevamento dei bachi da seta. Infatti i bachi sono ghiotti delle sue foglie, specie di quelle del gelso bianco. Con l'affermarsi delle fibre sintetiche, l'allevamento del baco da seta è andato scomparendo e con esso anche il gelso bianco. A CURA DI Luca Fariselli 18. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Gigaro GENERE: Arum SPECIE: A. italicum FAMIGLIA: ARACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta erbacea alta fino a 1 m che in Italia si può trovare nei vigneti, oliveti, fossi e siepi dal pianura fino a 800 – 1000 m. Il suo fusto è di color verde chiaro e la parte più alta termina con il frutto. FOGLIA : La foglia è semplice con nervature pennate. La lamina è sagittata e il margine crenato. FIORE : L'infiorescenza è lo spadice, protetto dalla brattea chiara esterna che l'avvolge come un cartoccio. Lo spadice emette un odore sgradevole (quasi di carne marcia) che attira moscerini, mosche ed altri insetti. Il peduncolo è doppio e di color verde chiaro come i sepali. Gli stami sono 6, 3 interni e 3 esterni. FRUTTO: Il frutto è tossico ed è costituito da una serie di bacche disposte a pannocchia, verdi quando non sono completamente mature, rosse se sono mature. Matura in primavera. PROPRIETÀ: Il frutto del gigaro provoca, appena mangiato, dolori alla bocca. Possono poi seguire gonfiori delle mucose e seri disturbi gastrointestinali. Inoltre, anche il contatto con la pianta stessa, può creare dei fastidi all’uomo e precisamente dermatiti da contatto. CURIOSITÀ: Interessante è il sistema d'impollinazione del gigaro. La parte superiore dell'infiorescenza e la superficie interna dello spadice sono scivolose. Gli insetti impollinatori, attirati dall’odore, vi si posano e slittano sul fondo, precipitando verso la porzione inferiore dell'infiorescenza, costituita da minuscoli fiorellini femminili che vengono così impollinati. Per evitare che l'insetto voli via senza aver completato la fecondazione di altri gigari, viene intrappolato dalle setole ricurve dei fiori intermedi sterili. Quando i fiori maschili, che si trovano sopra quelli sterili, arrivano a produrre il polline, i fiori sterili appassiscono. A questo punto gli insetti, imbrattati di polline, sono liberi d'uscire per continuare la loro opera di impollinazione, volando e poi scivolando su un altro sdrucciolevole gigaro. A CURA DI Marco Galgani 19. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Ginepro GENERE: Juniperus SPECIE: J. oxycedrus FAMIGLIA: CUPRESSACEAE PIANTA E HABITAT: E’ un alberello sempreverde con le spine alto da 1 a 10 metri. E’ un arbusto dioico che si trova comunemente in luoghi aridi o boschivi fino a 2500 metri di quota. FOGLIA : Le foglie sono lineari aghiformi, pungenti e riunite in verticilli a 3. FIORE : I fiori sono piccoli coni che appaiono alla fine della primavera: sulla pianta femminile essi sono di colore verdastro e sulla pianta maschile sono di colore giallastro. Solo dai fiori femminili si sviluppano le bacche. FRUTTO: Il frutto è una bacca di colore viola simmetrica, chiamata anche coccola o galbulo, che matura ogni due anni con il gelo. I galbuli sono aromatici e resinosi. PROPRIETÀ: La medicina popolare attribuisce altissimo valore curativo all'olio ottenuto dalla distillazione delle bacche e ne ipotizza grandi doti come rimedio per disturbi digestivi, malattie respiratorie, delle vie urinarie o reumatiche. CURIOSITÀ: Le bacche di ginepro si usano in cucina come spezie per piatti di selvaggina e per i crauti, nonché per la fabbricazione di superalcolici quali gin, grappa di ginepro. La GEV raccomanda: nel bosco si possono raccogliere al massimo 2 hg di frutti a persona. A CURA DI Giovanna Bellopede 20. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Ippocastano GENERE: Aesculus SPECIE: A. hippocastanum FAMIGLIA: SAPINDACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta che può raggiungere i 25 – 30 m d’altezza. Tollera bene le basse temperature, ma è poco resistente alla salinità del terreno e agli agenti inquinanti. FOGLIA : Le foglie sono palmato-composte a margine settato e lungamente picciolate. FIORE : I fiori hanno un piccolo calice a 5 lobi e una corolla di 5 petali bianchi. La fioritura avviene nei mesi di aprile o maggio. FRUTTO: I frutti sono grosse capsule rotonde di 3 – 6 cm, munite di corti aculei, che contengono un seme dal colore bruno lucido, detto castagna matta. PROPRIETÀ: E’ necessario prestare particolare attenzione affinché i bambini non mangino i semi dell’ippocastano: la presenza di saponine e di bioflavonoidi li rende estremamente pericolosi. CURIOSITÀ: L’ippocastano fu introdotto in Europa circa quattro secoli or sono dai boschi della Macedonia. Le castagne sono usate come cibo per i cavalli. Alla fine del XIX secolo il medico francese De Vevey scoprì i principi che rendono questa specie utile nella cura delle malattie della circolazione venosa. A CURA DI Alessandra Faccini 21. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Lampone GENERE: Rubus SPECIE: R. idaeus FAMIGLIA: ROSACEAE PIANTA E HABITAT: E’ un arbusto che cresce negli spazi aperti all’interno di boschi umidi. Esiste sia allo stato selvatico che coltivata. FOGLIA : La foglia è semplice con nervature palmate. La lamina è ovata e il margine dentato. FIORE : Il fiore è composto e presenta petali allungati e numerosi stami gialli. I sepali sono corte foglioline verdi. Il pistillo è giallo e breve. FRUTTO: Il frutto è commestibile ed è una bacca di colore rosso. Il sapore è dolce ma un po’ acidulo. Il frutto è formato da tanti piccoli frutti saldati insieme e matura in tarda estate o all’inizio dell’autunno. PROPRIETÀ: Le sostanze contenute nel frutto sono usate in medicina come diuretici, mentre le foglie sono utili in caso di diarrea. CURIOSITÀ: I lamponi per le loro proprietà medicamentose erano molto apprezzati già nell'antichità. In un trattato di medicina in lingua greca del I sec d.C., vengono citati i lamponi che crescevano sulle pendici del Monte Ida sul quale, secondo una versione del mito, si celebrarono le nozze fra Zeus e Giunone. La GEV raccomanda: nel bosco si può raccogliere al massimo 1 kg di frutti a persona. A CURA DI Michele Fiore 22. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Ligustro o olivella GENERE: Ligustrum SPECIE: L. vulgare FAMIGLIA: OLEACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta sempreverde che cresce spontaneamente in Italia e le cui dimensioni variano da pochi decimetri a 4-5 m. La corteccia è liscia e verdastra. E’ originaria dell'Europa centro meridionale e dell'Africa settentrionale. Il genere è molto utilizzato per formare siepi. Il ligustro selvatico è considerato una pianta colonizzatrice di terreni aridi e calcarei. FOGLIA : Ha foglie ellittiche o lanceolate, opposte, glabre e lucenti. La lamina è molto coriacea e presenta un’evidente nervatura centrale e margine intero. FIORE : I fiori sono bianchi, con corolla imbutiforme, raccolti in pannocchie, piccoli e profumati. Fioriscono da aprile a giugno. FRUTTO: Il frutto è una piccola bacca forma sferica che da verde diventa nera alla maturità. Da esse si ricava un inchiostro giallastro. PROPRIETÀ: Dal legno sbriciolato si ottiene, dopo varie lavorazioni, la polvere da sparo. La presenza di un glicoside rende tutta la pianta irritante per contatto, mentre l'ingestione, specie dei frutti, può causare problemi gastrointestinali anche gravi. CURIOSITÀ: I rametti giovani del ligustro hanno un legno molto profumato, utilizzato per realizzare bei canestri. Il carbone ricavato dal legno, opportunamente trattato, è utilizzato nelle miscele delle polveri da sparo. Fior di ligustro indica giovinezza nel linguaggio dei fiori, mentre nel linguaggio poetico è simbolo del colore bianco e del candore. A CURA DI Matteo Vioni 23. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Melo selvatico GENERE: Malus SPECIE: M. sylvestris FAMIGLIA: ROSACEAE PIANTA E HABITAT: È una pianta caducifoglia che cresce prevalentemente in forma di arbusto o alberello. Può raggiungere fino i 10 m di altezza. La chioma è densa e rotonda. Il tronco è nodoso con corteccia grigiastra che tende a squamarsi in scaglie irregolari. Ama i terreni basici e in penombra. FOGLIA : Le foglie sono alterne, semplici e picciolate. La lamina è ovata a margine dentellato. La nervatura è pennata. Il colore è verde chiaro e la pagina inferiore presenta una certa pelosità. FIORE : I fiori hanno una corolla a 5 petali, sono bianchi con sfumature rosa. Sono ermafroditi e riuniti in infiorescenze di 3 - 7 fiori terminali. Fioriscono in aprile – maggio. FRUTTO: Il frutto è un pomo (falso frutto) simile a quello del melo domestico ma più piccolo (3 - 4 cm di diametro), duro e asprigno. Giunge a maturazione tra luglio e ottobre. Il torsolo contiene alcuni semi neri e lisci. PROPRIETÀ: La mela non presenta controindicazioni alimentari, anzi, il suo consumo porta svariati benefici: è ricca di sali minerali e vitamine del gruppo B; l’acido citrico e malico favoriscono la digestione; è un ottimo rimedio per l’invecchiamento delle cellule grazie all’elevato contenuto in antiossidanti; è l’alimento ideale per chi vuole dimagrire; l’acido ossalico le conferisce un potere sbiancante per i denti. Insomma, come dice il proverbio: “una mela al giorno toglie il medico di torno”. CURIOSITÀ: Da quella che Eva, dopo averla mangiata, porse ad Adamo a quella caduta sulla testa di Newton che gli fece intuire la legge di gravità, a quella sul capo di Guglielmo Tell, a quella che la strega diede a Biancaneve … la mela è senza dubbio il frutto più rappresentato nella storia e nella leggenda. I frutti del melo selvatico erano noti già molte migliaia di anni fa. Da esso, per innesto, derivò il melo coltivato. Il legno è ricercato per lavori di tornio ed ebanisteria. A CURA DI Daniele Copelli 24. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Mirtillo GENERE: Vaccinium SPECIE: V. myrtillus FAMIGLIA: ERICACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta arbustiva di altezza compresa fra 20 e 60 cm. Cresce nel sottobosco e predilige i terreni ricchi di silice. E’ comune in tutto l’emisfero settentrionale. FOGLIA : La foglia è ovale, a margine intero, nervatura pennata. FIORE : I fiori hanno una forma tipica a orcio rovesciato, con petali saldati tra loro; tale caratteristica è comune a tutte le Ericaceae. FRUTTO: I frutti hanno l'aspetto di bacche di colore blu, ma in realtà sono false bacche (come le banane e i cocomeri), perché si originano - oltre che dall'ovario - da sepali, petali e stami. Maturano in luglio – agosto. PROPRIETÀ: Contiene discrete quantità di acidi organici (citrico, malico, …), zuccheri, pectine, tannini e la mirtillina (sostanza colorante), antocianine, vitamina A e C. Ha un’azione protettiva sull’occhio e sui vasi. CURIOSITÀ: Si consumano freschi o trasformati in marmellata. Una recente ricerca americana, edita sulla rivista di scienze dell´alimentazione "Journal of Nutrition", ha messo in evidenza che il consumo quotidiano di almeno mezza tazza di mirtilli freschi, aiuta a ridurre, in soli sei mesi, la gravità di una patologia sempre più diffusa quale l´aterosclerosi, malattia circolatoria che comporta l´accumulo di colesterolo sulle pareti arteriose, favorendo così il rischio d´infarto o di ictus. I piloti britannici, nella seconda guerra mondiale, mangiavano marmellata di mirtillo prima di volare in missione notturna, per aumentare la loro visione al buio. La GEV raccomanda: nel bosco si possono raccogliere al massimo 1 kg di frutti a persona. A CURA DI Lorenzo Berté 25. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Mughetto GENERE: Convallaria SPECIE: C. majalis FAMIGLIA: Convallariaceae PIANTA E HABITAT: E’ una pianta erbacea alta fino a 20 cm che vive spontanea su suoli calcarei nelle zone appenniniche e alpine. Presenta un lungo rizoma strisciante. La pianta è in grado di autoimpollinarsi. FOGLIA : Presenta due foglie alla base dapprima racchiuse da una guaina. La lamina è liscia ed ellittica e presenta nervature parallele. FIORE : Il fiore è bianco ed è costituito da 6 tepali saldati insieme con piccole punte libere. Sono molto profumati e sono riuniti in gruppi pendenti, in numero variabile da 5 a 12. FRUTTO: Il frutto è velenoso ed è una bacca rossa grande come un pisello che matura in primavera. Esso contiene 3 semi bruni. PROPRIETÀ: Questa pianta è velenosa in tutte le sue parti (escluso il rizoma) a causa del suo contenuto di sostanze che svolgono una potente azione sul cuore, tra cui la convallatossina che aumenta fortemente l’attività cardiaca. Può avere azione emetica (stimolante il vomito). Per uso topico l'infuso serve per lavaggi del condotto uditivo. Il solo rizoma essiccato e ridotto in polvere ha un potente effetto starnutatorio. I fiori servono a dare la loro fragranza a profumi e sapori. CURIOSITÀ: E’ sinonimo di felicità che ritorna. Secondo una leggenda, San Leonardo vinse un difficile combattimento con il diavolo e le gocce del suo sangue sul terreno si trasformarono in bianchi campanellini. A CURA DI Filippo Negri 26. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Nocciolo GENERE: Corylus SPECIE: C. avellana FAMIGLIA: BETULACEAE PIANTA E HABITAT: La sua diffusione in Europa iniziò 10 000 anni fa al termine dell’ultima glaciazione. La sua altezza varia da 5 a 7 m. Il fusto è slanciato e presenta una corteccia di color grigio marrone con caratteristiche lenticelle chiare. Ha una chioma densa e globosa, molto ricca di foglie. E’ il primo albero a fiorire nel mese di gennaio. Il nocciolo è una delle piante più resistenti alle malattie e cresce molto rapidamente. Raggiunge la maturità verso i 40 anni ma non supera i 70 anni di vita. FOGLIA : Le foglie sono disposte in modo alterno sui rami. La forma è quasi tonda con l’apice appuntito; il margine è dentato. La pagina superiore è di un verde intenso, mentre quella inferiore è più chiara. La disposizione delle nervature è palmata. FIORE : Il nocciolo possiede fiori femminili e fiori maschili. Quelli maschili sono lunghi amenti penduli, dal colore bruno che liberano il polline grazie al vento. I fiori femminili sono meno evidenti: si tratta di gemme con stimmi rossi che sono fecondati dal polline portato dal vento. FRUTTO: Le nocciole maturano a fine agosto e non vanno raccolte prima che cadano dall’albero. Si formano in gruppi di 2 o 4 frutti: è molto raro che si presentino in forma singola. PROPRIETÀ: Le foglie contengono sostanze che agiscono sul gonfiore delle vene. Il frutto è ricco di un olio, usato sia nell'alimentazione che nell'industria dei colori e in profumeria. La presenza delle nocciole, anche in tracce, per obbligo di legge va indicata nelle etichette degli alimenti, per evitare possibili allergie alimentari. CURIOSITÀ: Ogni anno a Massaquano (Napoli) il 12 dicembre, vigilia di Santa Lucia, si tiene il tradizionale lancio delle nocciole dal tetto della chiesa. Esse simboleggiano le pupille degli occhi della santa protettrice della vista. A CURA DI Martyn Balan 27. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Oleandro GENERE: Nerium SPECIE: N. oleander FAMIGLIA: APOCYNACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta arbustiva con fusti poco ramificati: i rami giovani sono verdi, mentre quelli vecchi assumono un colore giallastro. FOGLIA : La foglia è lanceolata con nervature sottilissime, quasi invisibili. Il margine è liscio. FIORE : I fiori sono semplici con petali rosa che, con il tempo, diventano fucsia. Hanno 3 pistilli centrali e stami con un breve peduncolo. FRUTTO: Il frutto è una siliqua ed è velenoso. Ha una forma lanceolata e matura in estate. Il suo colore è verde marrone. PROPRIETÀ: L'oleandro è una delle piante più tossiche che si conoscano. La sostanza tossica più importante che contiene è l’oleandrina.Tutta la pianta (foglie, corteccia, semi) è tossica per qualsiasi specie animale. Se ingerita porta a: tachicardia con aumento della frequenza respiratoria disturbi gastrici, tra cui vomito, nausea e bruciore disturbi sul sistema nervoso centrale, tra cui assopimento. CURIOSITÀ: La sua pericolosità è testimoniata anche dal fatto che, bruciando rami e foglie, occorre fare attenzione a non inalarne il fumo. Al riguardo la storia racconta che diversi soldati delle truppe napoleoniche morirono per avvelenamento dopo aver usato rami di oleandro come spiedi nella cottura della carne alla brace, durante le campagne militari in Italia. A CURA DI Filippo Negri 28. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Prugnolo GENERE: Prunus spinosa SPECIE: P. spinosa FAMIGLIA: ROSACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta spontanea che cresce ai margini dei boschi in Europa, Asia e Africa settentrionale. Il prugnolo, caratterizzato da un apparato radicale sviluppato ed espanso, forma macchie di cespugli impenetrabili. Il legno è duro e presenta venature dal colore rosso-bruno. FOGLIA : Le foglie sono alterne e semplici con lamina ovata e margine seghettato. FIORE : Il fiore ha 5 petali, 5 sepali, 20 stami lunghi quanto i petali (5 mm). Fiorisce a marzo. FRUTTO: I frutti sono drupe simili alle prugne, ma più piccoli: sono blu e rotondi. Maturano verso la fine di agosto. Si possono cogliere dalla siepe che formano e che è priva di foglie ma ricca di spine. PROPRIETÀ: La corteccia della pianta era utilizzata in passato per colorare di rosso la lana. L’infuso dei fiori ha proprietà lassative e diuretiche. I frutti contengono vitamina C e vengono utilizzati principalmente per farne liquori, il “Bargnolino”, bibite e marmellate. CURIOSITÀ: Il legno, duro e resistente è utilizzato per fabbricare attrezzi e bastoni da passeggio. Le sue foglie vengono anche fumate, mescolate al tabacco. A CURA DI Marco Galgani 29. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Ribes GENERE: Ribes SPECIE: R. rubrum FAMIGLIA: SASSIFRAGACEAE PIANTA E HABITAT: E’ un arbusto perenne alto 1-2 m con il fusto non molto ramificato ed eretto. E’ originario dell’Europa centro-settentrionale e cresce spontaneo nei boschi umidi. FOGLIA : Ha foglie semplici, palmate a 3-5 lobi, con un peduncolo piuttosto sviluppato, apice acuto e margine dentato. Sono ricche di ghiandole che emanano un odore particolare. FIORE : I fiori, formati da 5 sepali, verdognoli o brunastri (spesso punteggiati di rosso), uguali in larghezza ai petali ma lunghi il doppio, sono di un bel color rosa acceso. La fecondazione avviene per autoimpollinazione. FRUTTO: In primavera la pianta del ribes produce piccoli grappoli formati da una ventina di piccoli fiori bianchi, che, all'inizio dell'estate, si trasformano in piccoli frutti rotondi, polposi e lucidi, dal sapore molto aromatico. Il frutto ricorda un po' l'uva, poiché matura in grappoli di bacche contenenti vari semini, e ha frutti di diversi colori a seconda delle varietà, che principalmente sono: il ribes rosso (Ribes rubrum), dalle bacche rosse, bianche o giallastre, il ribes nero (Ribes nigrum), dalle bacche nere. PROPRIETÀ: Fa bene alla salute perché è ricchissimo di vitamine A e C e contiene buone quantità di fibre e zuccheri. Il ribes è particolarmente indicato in caso di: inappetenza, convalescenza a seguito di malattie febbrili e infettive. CURIOSITÀ: Il ribes rosso ha un sapore dolce e acidulo al tempo stesso, che si apprezza particolarmente nelle confetture e negli sciroppi. I frutti del ribes nero si differenziano molto dal ribes rosso per colore e aroma: da essi si ricava il succo di ribes, utilizzato nella produzione di liquori, come il Crème de Cassis (un liquore francese) o come aromatizzante per vini e aceti. A CURA DI Alessandro Gozzi 30. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Rosa canina GENERE: Rosa canina SPECIE: Rosa canina FAMIGLIA: ROSACEAE PIANTA E HABITAT: E’ diffusa in Europa, Asia e Africa settentrionale. E’ un albero perenne a portamento cespuglioso che raggiunge anche i 3 – 4 m di altezza. Ha lunghi rami con spine rosse e arcuate. Il suo habitat sono le boscaglie di faggio, abete, pino e querce a foglie caduche e le siepi. Preferisce suoli abbastanza profondi, limosi e moderatamente aridi. FOGLIA : Le foglie, riunite in gruppi di 5 – 7, sono impari – pennate. Sono ovali con margine dentato, glabre e allungate. FIORE : I fiori sono rosa con 5 petali e numerosi stami. Fiorisce a maggio. FRUTTO: Il frutto è una drupa commestibile che matura a novembre. E’ piccolo (1-2 cm), carnoso e colorato di un rosso vivace. Il frutto ha all’interno dei semini ricoperti di peluria. PROPRIETÀ: Dopo una gelata si possono succhiare i frutti: il loro contenuto di vitamina C è pari a quello di 10 limoni. Con i frutti si preparano ottime marmellate. Il suo decotto viene utilizzato in cosmetica per pelli delicate e arrossate. La rosa canina contiene la provitamina A (antiossidante, antiradicali liberi) raccomandata a chi vuole prevenire rughe, invecchiamento della pelle, eritemi solari. La maschera di bellezza ottenuta omogeneizzando con frullatore i "frutti" freschi è una delle più efficaci per il suo effetto schiarente, levigante e tonificante della pelle. CURIOSITÀ: Durante la seconda guerra mondiale, fu molto usata come sostituto degli agrumi nell’alimentazione dei bambini. In cucina si utilizzato i frutti freschi per preparare buonissime marmellate oppure essiccati per fare liquori , mentre con i petali si può produrre dell’ottimo miele. A CURA DI Asia Pati 31. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Rovo GENERE: Rubus SPECIE: R. fruticosus FAMIGLIA: ROSACEAE PIANTA E HABITAT: E’ un arbusto perenne, sempreverde originario dell'Europa centro-meridionale. Costituisce una grossa ceppaia, da cui si dipartono numerosissimi fusti sottili, ricoperti da moltissime piccole spine arcuate. Ogni anno produce molti nuovi rami, che si possono sviluppare anche per alcuni metri in una sola stagione. I fusti sono talvolta prostrati e formano un intrico spesso e impenetrabile. FOGLIA : Le foglie sono composte, ovali, a margine dentato, di colore verde scuro sulla pagina superiore e molto più chiare sulla pagina inferiore. FIORE : I fusti di un anno producono, a fine primavera o all'inizio dell'estate, delle infiorescenze terminali a forma di pannocchia, costituite da piccoli fiori bianchi o rosati. FRUTTO: In estate inoltrata dai fiori nascono piccoli frutti verdi, che divengono neri a maturazione e sono commestibili. Il frutto (falso frutto) è composto da numerose piccole drupe che contengono un singolo seme, verdi al principio, poi rosse e infine nerastre a maturità (mora), derivanti ognuna da carpelli separati ma facenti parte di uno stesso gineceo. In Italia il frutto è maturo tra luglio e settembre. PROPRIETÀ: Le more contengono zuccheri e le vitamine A e C. La mora ha proprietà depurative, diuretiche, dissetanti e antireumatiche. Studi hanno evidenziato che la presenza di salicilati nelle more possono ridurre il rischio di cardiopatie e inibire lo sviluppo delle cellule dei tumori del colon. CURIOSITÀ: Con i frutti si preparano gustose marmellate, gelatine e sciroppi. La GEV raccomanda: nel bosco si può raccogliere al massimo 1 kg di frutti a persona. A CURA DI Luca Fariselli 32. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Sigillo di Salomone GENERE: Polygonatum SPECIE: P. odoratum FAMIGLIA: LILIACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta erbacea perenne con rizoma strisciante alta fino a 50 cm. E’ originaria della steppa europea e vive nei boschi asciutti e luminosi ai margini delle foreste. Il fusto è angoloso, eretto o arcuato. FOGLIA : Le foglie sono di color verde chiaro e sono disposte in modo alterno e parallele le une alle altre. Le superiori hanno forma lanceolata e le inferiori sono ovate. FIORE : I fiori sono pendenti dall’ascella delle foglie; sono tubolosi e di colore bianco. La corolla è formata da 5 -6 petali: il pistillo è più lungo degli stami. La disposizione dei fiori segue lo stesso parallelismo delle foglie. FRUTTO: Il frutto è una bacca blu globosa che contiene 1 – 3 semi. Ha un sapore sgradevole ed è tossico. PROPRIETÀ: È sicura la presenza di saponine, soprattutto nei frutti e nei rizomi, ma in generale in tutta la pianta che risulta pericolosa specialmente per l'organismo delicato dei bambini. Il rizoma ha proprietà astringenti, antiinfiammatorie, decongestionanti, lenitive; tagliato a fette è utile per curare e ammorbidire i calli dei piedi , e quindi estirparli, senza dolore. CURIOSITÀ: Il nome popolare di Sigillo di Salomone deriva dalle cicatrici circolari somiglianti ad un sigillo che i fusti dell’anno precedente lasciano sulla pianta. Secondo un’antica credenza, questa pianta allontana gli spiriti maligni. A CURA DI Anna Magnelli 33. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Tamaro GENERE: Tamus SPECIE: T. communis FAMIGLIA: DIOSCOREACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta erbacea perenne caratterizzata da una radice tuberosa, lunga e carnosa. Il fusto è sottile flessuoso e si attorciglia tipicamente in modo destrorso. Cresce nel sottobosco di querceti, nella macchia, nelle siepi e nelle radure. FOGLIA : Le foglie sono ampie e cuoriformi, con margine intero, acuminate all’apice, di colore verde lucido. FIORE : I fiori sono unisessuali e compaiono tra aprile e maggio: sono piccoli e giallastri. Il fiore maschile contiene 6 stami e il fiore femminile 1 pistillo che termina con 3 stimmi. FRUTTO: I frutti maturano in ottobre e sono rosse bacche globose, grandi come un pisello e disposte in grappoletti vistosi. PROPRIETÀ: Le bacche contengono diversi principi tossici che possono provocare dermatiti. I frutti possono essere scambiati con quelli del ribes rosso. In caso di ingestione può essere utile far bere molto latte e comunque occorre chiamare il medico, o correre al pronto soccorso, o al più vicino centro antiveleno. CURIOSITÀ: Veniva chiamato in passato Sigillo della Madonna, in quanto le sue radici spremute risultavano utili per curare ferite e contusioni, grazie alle saponine che contiene. Gli agricoltori davano da mangiare il tamaro alle mucche per aumentare la loro fertilità. Il tamaro è una pianta con bacche che risultano velenose se assunte oralmente e hanno effetto letale sui bambini. A CURA DI Mariateresa Laino 34. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Tasso GENERE: Taxus baccata SPECIE: T. baccata FAMIGLIA: TAXACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta sempreverde che cresce lentamente ma che può raggiungere i 15 – 20 m di altezza. Ha una chioma globosa e irregolare con rami molto bassi. La corteccia è di colore bruno – rossastro che inizialmente è liscia ma che con l’età si divide in placche. Preferisce i luoghi umidi e freschi, ombrosi, con terreno calcareo. E’ presente in Europa e nel Nord Africa. E’ una pianta protetta L.G. 2/77. FOGLIA : Le foglie sono lineari, leggermente arcuate, lunghe fino a 3 cm e di colore verde scuro nella pagina superiore, verde chiaro in quella inferiore. Sono inserite sui rami in file doppie con andamento a spirale. FIORE : E’ una pianta dioica con fiori maschili raggruppati in amenti che liberano il loro polline grazie al vento. FRUTTO: La pianta non produce frutti (solamente le Angiosperme ne producono). Quelli che sembrano i frutti in realtà sono degli arilli, ovvero delle escrescenze carnose che ricoprono il seme. Inizialmente verdi, rossi a maturità, contengono un solo seme, duro e molto velenoso; la polpa invece è innocua e commestibile. Gli uccelli favoriscono la diffusione della pianta: mangiano gli arilli e ne digeriscono la polpa, mentre i semi veri e propri vengono espulsi interi e si insediano nel terreno dando origine ad un nuovo esemplare. PROPRIETÀ: Il tasso è una tra le piante più tossiche presenti sul territorio italiano. Il grado di tossicità varia a seconda della stagione, del sesso della pianta e dalla sua età. Il principio attivo responsabile della tossicità è un alcaloide, la tassina. Ha effetto narcotico e paralizzante sull'uomo e su molti animali domestici. Gli organi che ne contengono di più sono le foglie vecchie. CURIOSITÀ: Il nome comune deriva dal greco taxon che significa "freccia" e l'appellativo di albero della morte nasce proprio dal suo impiego nella fabbricazione di dardi velenosi e dalla sua caratteristica tossicità, oltre al fatto che veniva utilizzato nelle alberature dei cimiteri. A CURA DI Vanessa Orlandi 35. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Uva di volpe GENERE: Paris quadrifolia SPECIE: P. quadrifolia FAMIGLIA: LILIACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta perenne provvista di un lungo rizoma orizzontale strisciante bianchiccio. Ha un aspetto inconfondibile: il fusto è unico eretto, cilindrico di 10 - 40 cm e porta alla sommità, disposte a croce, di regola 4 foglie sessili. Tutti gli organi della pianta sono a simmetria tetramera. FOGLIA : Le foglie non hanno il peduncolo e sono ellittiche, con 3-5 nervature principali ed un reticolo di nervature secondarie convergenti, lunghe da 5 a 10 cm. FIORE : Il fiore è singolo, peduncolato, situato al centro del verticillo fogliare. E’ costituito da 8 tepali, 8 stami inseriti orizzontalmente alla base dei tepali e 4 stili liberi filiformi su un ovario a 4 logge. FRUTTO: All'inizio dell'estate, nel mezzo delle 4 foglie compare un fiore verdastro da cui nasce una bacca globosa, nero-bluastra a maturità, piuttosto appariscente. PROPRIETÀ: La bacca è la parte più velenosa della pianta: contiene glucosidi, resine, pectina ed acidi organici. Sono sufficienti 2-3 bacche per avere un'intossicazione piuttosto seria ed è perciò molto importante che i bambini non le ingeriscano, data la loro somiglianza con altri frutti del bosco commestibili. Comunque, può essere utile precisare che il sapore è disgustoso e quindi è difficile che dopo il primo assaggi si passi al secondo. CURIOSITÀ: La denominazione del genere deriverebbe, secondo alcuni, dal latino "par", per la regolarità dell'aspetto della pianta e la simmetria tetramera; secondo altri il nome generico richiamerebbe, per la forma della bacca, Paride ed il noto "pomo della discordia". A CURA DI Bellopede Giovanna 36. CARTA D’IDENTITA’ NOME COMUNE: Vischio GENERE: Viscum SPECIE: V. album FAMIGLIA: VISCACEAE PIANTA E HABITAT: E’ una pianta sempreverde epifita, parassita di numerosi alberi. Se ne può notare la presenza specialmente in inverno, quando gli alberi perdono le foglie e appaiono i suoi cespugli piantati nei tronchi e sui rami. La sua natura di parassita è dovuta all’impossibilità che ha di utilizzare l’azoto, mentre è in grado di compiere la fotosintesi. FOGLIA : Le foglie sono oblunghe e coriacee della larghezza di 2 cm e poste due a due sul ramo. FIORE : I fiori sono piccoli e giallastri. FRUTTO: I frutti sono bacche biancastre sferiche e contengono sostanze gelatinose. PROPRIETÀ: Le bacche di vischio bianco sono molto velenose: in letteratura sono segnalati casi di ingestione dei frutti del vischio con esiti mortali (la dose venefica sembra possa essere anche di sole 10 bacche)! L’azione tossica del vischio dipende dalla presenza di viscumina che è una sostanza capace di provocare l’agglutinazione dei globuli rossi. Esistono però anche proprietà salutari: il vischio è una delle piante più efficaci contro l'ipertensione ed è utilizzato anche come regolatore del sistema cardio-circolatorio. CURIOSITÀ: Le popolazioni celtiche consideravano il vischio come una pianta sacra, donata dagli dei. Si è diffusa l’usanza nordica di salutare l’arrivo del nuovo anno con un bacio sotto un rametto di vischio. Il succo delle bacche viene utilizzato per preparare colle nella pratica dell’uccellagione. Il termine vischio è legato all'aggettivo vischioso con cui si indica una sostanza, o magari anche un essere umano, particolarmente appiccicoso. A CURA DI Mariateresa Laino