SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO CASTELL`ARQUATO (PC

SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO
CASTELL’ARQUATO (PC)
A.S. 2011 – 2012
PROF. RAGGI LEONARDA
CLASSE I B
BALAN
MARTYN
BELLOPEDE
GIOVANNA
BERTE’
COPELLI
DANIELE
DALLABONA
ALESSANDRA
FACCINI
FARISELLI
ALESSANDRA
LUCA
FIORE
MICHELE
GALGANI
GOZZI
LORENZO
MARCO
ALESSANDRO
JUPAJ
GENTIJAN
LAINO
MAGNELLI
MARIATERESA
ANNA
NEGRI
FILIPPO
ORLANDI
ORLANDI
NICOLA
VANESSA
PATI
ASIA
VIONI
MATTEO
IL 12 NOVEMBRE ABBIAMO INCONTRATO UNA …
GEV
Guardia Ecologica Volontaria
SVOLGE
ATTIVITA’
EDUCATIVE
inquinamento
delle acque
raccolta di frutti e
raccolta di funghi
fiori protetti
PROTEGGE
L’AMBIENTE
ATTRAVERSO IL
CONTROLLO DI:
smaltimento dei rifiuti
incendi
caccia e
pesca
1. agrifoglio
2. alchechengi
3. belladonna
4. biancospino
5. bryonia
6. caprifoglio
7. ciliegio selvatico
8. clerodendro
9. clivia
10. colchico autunnale
11. corniolo
12. edera
13. fior di stecco
14. fitolacca
15. fragolina di bosco
16. fusaggine
17. gelso
18. gigaro
19. ginepro
20. ippocastano
21. lampone
22. ligustro
23. melo selvatico
24. mirtillo
25. mughetto
26. nocciolo
27. oleandro
28. prugnolo
29. ribes
30. rosa canina
31. rovo
32. sigillo di Salomone
33. tamaro
34. tasso
35. uva di volpe
36. vischio
1. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Agrifoglio
GENERE: Ilex
SPECIE: I. aquifolium
FAMIGLIA: AQUIFOLIACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ uno degli arbusti più diffusi nel mondo: ne esistono circa 400 specie. Nasce spontaneamente in quasi
tutta l’Europa, nell’Africa settentrionale e nell’Asia occidentale. Può crescere fino a 10 m d’altezza ed è una
pianta dioica.
FOGLIA :
Le foglie sono verde scuro, talmente lucide da sembrare verniciate. Sono alterne o sparse, ovali o ellittiche,
coriacee, persistenti, a margine spinoso nei rami più bassi delle giovani piante o intero nelle piante adulte.
FIORE :
I fiori sono unisessuali, bianchi e odorosi, riuniti in mazzetti all’ascella delle foglie. Sbocciano alla fine
dell’estate. I fiori maschili hanno 4 stami, quelli femminili un pistillo che presenta 4 stimmi quasi sessili.
FRUTTO:
In autunno maturano i frutti rossi o gialli, a seconda della varietà. I frutti sono drupe e contengono 4 semi.
Permangono sulla pianta tutto l’inverno.
PROPRIETÀ:
Oggi l'agrifoglio viene usato raramente in fitoterapia a causa della sua tossicità, ma presenta proprietà
diuretiche, febbrifughe e lassative. Ha inoltre un effetto simile a quello della serotonina.
CURIOSITÀ:
L'agrifoglio fu considerato una pianta magica già prima del Natale cristiano. Si dice che proteggesse dai
demoni e portasse fortuna. I suoi primi utilizzi hanno origine presso le antiche popolazioni dell’Irlanda, dove
anche le famiglie più povere lo utilizzavano per decorare le proprie abitazioni. Più tardi i Cristiani iniziarono
ad utilizzare questa pianta durante il periodo natalizio. La struttura della foglia infatti ricorda la corona di
spine di Gesù Cristo e i frutti rossi il suo sangue. Inoltre i boccioli bianchi sono immagine della purezza della
Madonna.
A CURA DI
Gentujan Jupaj
2. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Alchechengi
GENERE: Physales alkekengi
SPECIE: P. alkekengi
FAMIGLIA: SOLANACEAE
PIANTA E HABITAT:
È un'erbacea perenne e si riconosce facilmente per i calici simili a piccoli lampioni arancioni a consistenza
cartacea che avvolgono la bacca sferica di color arancione. Il fusto può arrivare fino a 1 m di altezza: è
eretto e angoloso. Appartiene alla stessa famiglia della patata e del pomodoro. L’habitat ideale sono i
boschi umidi e ombrosi o le siepi fino a 1000 m di quota. Si coltiva facilmente anche grazie alla sua radice a
rizoma che si interra profondamente nel terreno e da cui è possibile ottenere la rigenerazione dopo il
riposo invernale.
FOGLIA :
La foglia è verde chiaro, ovale, di lunghezza 5 – 8 cm.
FIORE :
Il fiore è bianco, piccolo e a forma di campanellino. Spunta all’ascella delle foglie e fiorisce in estate.
FRUTTO:
Le bacche sono mature a settembre ed hanno la forma di una piccola ciliegia, il gusto ricorda quello del
lampone.
PROPRIETÀ:
Si possono mangiare le bacche da sole o aggiunte alle insalate. Se seccate leggermente, si possono mettere
sott'aceto o in salamoia. Dalle bacche si può ricavare un'ottima marmellata. Il frutto contiene una
grandissima quantità di vitamina C, acido citrico, tannino e zucchero. Ha azione terapeutica nei casi di
calcolosi renale e agisce come forte diuretico. Occorre fare attenzione alle foglie e al rizoma perché
contengono solanina, una sostanza tossica che provoca mal di testa, vomito, nausea e diarrea.
CURIOSITÀ:
I calici di colore arancione acceso che avvolgono le bacche rendono la pianta adatta a fini decorativi.
A CURA DI
Lorenzo Berté
3.CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Belladonna
GENERE: Atropa
SPECIE: A. belladonna
FAMIGLIA: SOLANACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta erbacea perenne, dotata di una grande radice a rizoma dalla quale si sviluppa il fusto, che è
robusto, eretto e ben ramificato. Raggiunge un’altezza di 70 -150 cm. Cresce spontaneamente in Europa,
Asia e Africa, nelle zone submontane e montane fino a 1400 m di altitudine. Predilige i suoli calcarei e le
zone ai margini dei boschi.
FOGLIA :
Le foglie sono semplici, picciolate e di forma lanceolata. Nella zona superiore del fusto si alternano grandi
foglie ad altre più piccole. Sono ricoperte di peli ghiandolari responsabili della produzione della sostanza
sgradevole che emana. La nervatura è pennata e il margine intero.
FIORE :
Sono ermafroditi (5 stami e 1 pistillo) e penduli. Hanno un calice di 5 sepali e una corolla di 5 petali
campanulata. Il colore è viola scuro. Fiorisce nel periodo estivo e ha impollinazione entomofila.
FRUTTO:
Produce lucide bacche nere poggiate su uno scodellino verde a forma di stella a 5 punte. Il frutto (ciliegina
della pazzia) matura fra luglio e novembre ed è altamente tossico.
PROPRIETÀ:
L’ingestione del frutto provoca : siccità della pelle e della bocca, pupille dilatate (midriasi), tachicardia,
nausea, vomito, disturbi gastrointestinali fino all'atonia, alti stati di eccitazioni psichiche, allucinazioni e, in
fase successiva, turbamenti della coscienza, convulsione e anche morte.
CURIOSITÀ:
Atropo è il nome della Moira che nella mitologia greca taglia il filo della vita: ciò serve per ricordare che
l'ingestione delle bacche di questa pianta causa la morte. L'epiteto specifico belladonna fa riferimento ad
una pratica utilizzata nel Rinascimento: le dame usavano questa pianta per dare risalto e lucentezza agli
occhi mediante le sue capacità dilatative della pupilla.
A CURA DI
Alessandra Dallabona
4. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Biancospino
GENERE: Crataeus
SPECIE: C. monogyna
FAMIGLIA: ROSACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ un arbusto o un piccolo albero molto ramificato e dotato di spine che si sviluppano alla base dei rametti
brevi. Può raggiungere altezze comprese tra i 50 cm ed i 6 m. Il fusto è ricoperto da una corteccia compatta
e di colore grigio. Il suo habitat naturale è rappresentato dalle boscaglie in terreni a quote comprese tra 0 e
1500 metri.
FOGLIA :
Le foglie sono lunghe 2-4 cm, dotate di picciolo, di forma romboidale ed incise profondamente. L'apice dei
lobi è dentellato.
FIORE :
I fiori sono raggruppati in corimbi, che ne contengono circa 5-25. I petali sono di colore bianco-rosato e
lunghi 5 o 6 mm. La fioritura avviene tipicamente tra aprile e maggio.
FRUTTO:
I frutti sono bacche ovali, rossi a maturazione, e con un nocciolo che contiene il seme. Maturano fra
novembre e dicembre. Sono commestibili, ma solitamente non vengono mangiati freschi, bensì lavorati per
ottenere marmellate, gelatine o sciroppi.
PROPRIETÀ:
Il biancospino è la pianta del cuore per eccellenza. Le tisane fatte con le sue foglie, fiori o bacche, sono un
rafforzante per il cuore. Esso è un equilibratore della pressione del sangue, così come dell'attività cardiaca,
infatti, è in grado di alzare la pressione quando è bassa e di abbassarla quando è troppo alta. È utilizzato
anche come ansiolitico e nel trattamento dei casi di insonnia.
CURIOSITÀ:
I Romani avevano dedicato questa pianta alla dea Flora. Utilizzata anche per scacciare il malocchio e la
sfortuna, essi usavano adornare le culle dei neonati con piccoli rami fioriti. I Greci si servivano dei rami
fioriti per adornare gli altari durante le cerimonie nuziali. Veniva anche considerata pianta sacra alle fate, là
dove cresceva, la leggenda dice che si poteva vederle...
A CURA DI
Alessandro Gozzi
5. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Bryonia
GENERE: Bryonia
SPECIE: B. dioica
FAMIGLIA: CUCURBITACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta erbacea perenne appartenente alla stessa famiglia dei cocomeri e delle zucche. Cresce lungo
le siepi, le macchie e i boschi delle zone temperate dell’Europa meridionale. Presenta una grossa radice
carnosa a forma di rapa. Il fusto è ricco di rami rampicanti grazie ai lunghi viticci a spirale.
FOGLIA :
La foglia è simile a quella della vite o dell’edera: è semplice, settata e di color verde opaco con nervature
palmate. Presenta dei peli sulla superficie che la rendono ruvida al tatto. La disposizione delle foglie sui
rami è alterna.
FIORE :
I fiori sono piccoli con calici a tubo diviso in 5 lobi; la corolla è a campana anch’essa a 5 lobi. Il loro colore è
giallo leggermente striato di verde. La fioritura avviene tra aprile e maggio.
FRUTTO:
I frutti sono bacche globose e lisce della grandezza di un pisello. Appena nate sono verdi ma diventano
rosse a maturazione. I frutti sono velenosi.
PROPRIETÀ:
L’intera pianta è velenosa, specialmente le radici, i semi e le bacche. L’ingestione accidentale, anche di
poche bacche, può causare irritazioni gastro-intestinali molto serie, con vomito e diarrea. Dosi più elevate
possono risultare fatali, conducendo alla morte per arresto cardio-circolatorio. Il solo contatto con la pelle
può produrre irritazioni cutanee con formazione di ulcere e vescicole.
CURIOSITÀ:
I suoi principi attivi sono utilizzati in omeopatia nelle malattie dell’apparato respiratorio, dell’apparato
digerente, nei casi di influenza, nel reumatismo muscolare ed articolare.
A CURA DI
Martyn Balan
6. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Caprifoglio
GENERE: Lonicera
SPECIE: L. caprifolium
FAMIGLIA: CAPRIFOLIACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta sempreverde, rampicante e originaria dell’Asia. Si attorciglia ad arbusti o tronchi degli alberi
e proprio per questo motivo è anche chiamata “abbracciaboschi”. Il fusto è legnoso e i rami si arrampicano
sulle altre piante come liane.
FOGLIA :
Le foglie caduche sono ovali, opposte, di un colore verde brillante nella parte superiore e glauche in quella
inferiore.
FIORE :
Produce fiori bellissimi e dal profumo delicato. I fiori, riuniti in fascetti, hanno la corolla tubolosa o
campanulata, di un colore bianco-rosa . Sbocciano da maggio.
FRUTTO:
I frutti sono bacche rosso-arancioni che poggiano su una specie di scodellino verde. La bacca è carnosa e
rossa; contiene alcuni semi ed è tossica.
PROPRIETÀ:
Frutti a parte, il caprifoglio è una pianta spontanea molto interessante per le sue proprietà medicinali. I fiori
e gli steli sono usati nelle bevande estive, perché è rinfrescante, ovvero sono utilizzati per combattere la
diarrea, aiutare la diuresi, ridurre la febbre.
CURIOSITÀ:
Il nome comune (caprifolium) deriva dal latino ed è composto da due termini: “capra” e “folium” (capra e
foglia). Probabilmente questa dizione deriva dal fatto che le capre usano brucare le foglie di questa pianta.
A CURA DI
Nicola Orlandi
7. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Ciliegio selvatico
GENERE: Prunus
SPECIE: P. avium
FAMIGLIA: ROSACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta caducifoglia che cresce fino a 10 – 15 m di altezza. La chioma può raggiungere i 10 m di
diametro. La corteccia ha una colorazione porpora ed è solcata da numerose lenticelle sporgenti. In Italia
cresce spontaneo nei boschi di collina e di montagna fino a 1500 m di quota. Vive circa 100 anni e ha
bisogno di molta luce.
FOGLIA :
Le foglie sono semplici, a lamina ellittica che diventa affusolata all’apice. Appaiono lucide e di color verde
intenso nella pagina superiore, più chiare in quella inferiore. La nervatura è pennata e il margine dentato.
FIORE :
I fiori sono bianchi peduncolati e disposti in corimbi. Possiedono 5 petali, sono ermafroditi e sono
impollinati dalle api. A primavera la sua bianca fioritura bianca rende la pianta molto vistosa nel sottobosco.
FRUTTO:
Il frutto, più piccolo e meno dolce delle ciliegie che si acquistano nei negozi è una drupa carnosa (ciliegia) di
un rosso brillante fino ad un viola scuro quando matura a metà estate; contiene un nocciolo. Ha un gusto
da dolce ad abbastanza astringente e amaro. Gli uccelli, ghiotti di ciliegie, asportano i frutti per cibarsene e,
così facendo, contribuiscono alla diffusione della specie.
PROPRIETÀ:
I frutti hanno proprietà diuretiche e lassative. Costituiscono un eccellente tonico per l’organismo. La polpa
è utilizzata in cosmesi come rassodante per la pelle del viso.
CURIOSITÀ:
L’uso alimentare delle ciliegie è così antico che alcuni noccioli sono stati rinvenuti insieme a reperti risalenti
all’era preistorica. Il ciliegio selvatico fu introdotto nel nostro Paese da Lucio Lucullo che aveva trasportato
a Roma alcuni esemplari provenienti dall’Asia Minore.
A CURA DI
Daniele Copelli
8. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Clerodendro
GENERE: Clerodendrum
SPECIE: C. trichotomum
FAMIGLIA: VERBENACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ un arbusto o un piccolo albero a foglie caduche originario del Giappone. Può raggiungere i 2 - 3 m di
altezza. Ha portamento eretto e spesso presenta più tronchi molto ramificati. La chioma è tondeggiante.
Predilige esposizioni soleggiate e terreni freschi, umidi e profondi, adattandosi comunque a molti tipi di
substrato. E' abbastanza resistente al freddo ed alle avversità climatiche.
FOGLIA :
Le foglie sono ovali, molto larghe, dentellate e vellutate, di colore verde scuro. L’inserzione sui rami è
opposta.
FIORE :
In piena estate produce numerosissimi fiorellini bianchi, riuniti in pannocchie, delicatamente profumati.
FRUTTO:
Dai fiori appassiti nascono bacche molto decorative, di colore blu-nero, sostenute da un calice a forma di
stella di colore rosso-cardinalizio. I frutti possono rimanere sulla pianta durante tutto l'inverno.
PROPRIETÀ:
In alcuni paesi le foglie di questa pianta sono mangiate dopo essere state bollite. La medicina popolare
utilizzava le foglie per uso esterno, nel trattamento delle dermatiti e per uso interno per trattare
l'ipertensione, dolori articolari e artrite. Le bacche sono usate come colorante. I semi vengono utilizzate per
eliminare i pidocchi.
CURIOSITÀ:
Il nome del genere "Clerodendrum" deriva dal greco "kleros = fortuna" e "dendron = albero" per ricordare
un'antica leggenda secondo la quale queste piante possedevano proprietà medicinali e curavano numerosi
disturbi.
A CURA DI
Nicola Orlandi
9. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Clivia
GENERE: Clivia
SPECIE: C. miniata
FAMIGLIA: AMARYLLIDACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta erbacea perenne, alta 40-50 cm, originaria dell’Africa. E’ vigorosa e rustica ma sensibile al
gelo; nelle zone più temperate viene utilizzata per formare delle bordure nei giardini. Sviluppa un grande
apparato radicale formato da radici rizomatose molto spesse e carnose che tendono ad occupare tutto lo
spazio a loro disposizione.
FOGLIA :
Ha foglie persistenti di colore verde scuro, disposte a ventaglio. Sono molto belle, nastriformi, inguainanti
alla base e grandi, potendo infatti superare il metro di lunghezza ed una larghezza di 5-7 cm. Esse nascono
direttamente dalle radici. La lamina è coriacea.
FIORE :
Generalmente fiorisce da marzo fino alla fine di agosto. Essa porta, sopra robusti steli, un'ombrella di 20-30
fiori grandi campanulati, arancioni con sfumature gialle che crescono al centro di una rosetta di foglie e
sbocciano quasi contemporaneamente. Durano circa 3 – 4 settimane.
FRUTTO:
I frutti sono delle bacche rosse che impiegano parecchi mesi per maturare. Sono carnose e contengono al
loro interno dai 2 ai 4 semi rotondeggianti abbastanza grandi.
PROPRIETÀ:
Tutte le parti della pianta sono tossiche, se ingerite in gran quantità.
CURIOSITÀ:
La prima Clivia fu scoperta nel settembre 1815 da William J. Burchell che la raccolse presso il Great Fish
River in Sud Africa. Nel 1828 John Lindley, classificò la prima come Clivia nobilis in onore di lady Charlotte
Florentine Clive, duchessa di Northumberland che per prima le aveva fatte crescere nel suo giardino.
A CURA DI
Alessandra Dallabona
10. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Colchico autunnale
GENERE: Colchicum
SPECIE: C. autumnales
FAMIGLIA: COLCHICACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta erbacea perenne che cresce spontaneamente nei prati e nei pascoli delle zone submontane
delle Alpi e degli Appennini. E’ anche chiamata freddolina o zafferano bastardo.
FOGLIA :
Le foglie sono 3 o 4 e spuntano direttamente dal bulbo, inserite l’una nell’altra. Sono lanceolate o, talvolta,
lineari. L’apice è acuminato e il margine intero. Hanno consistenza carnosa e sono di un verde intenso.
FIORE :
I fiori presentano una corolla di 6 tepali che all’estremità si dividono in 6 lobi di colore lilla.
FRUTTO:
I frutti maturano in maggio, sono solitari e molto velenosi. È una capsula divisa in 3 logge, ovato - oblunga
e acuta all'apice che esce dalla terra insieme alle nuove foglie; contiene semi sono globosi e nerastri.
PROPRIETÀ:
E’ una pianta molto velenosa, nonostante il suo sapore gradevole. Al suo veleno, la colchicina, non esiste
antidoto. Tale sostanza provoca cefalea, vomito, convulsioni e difficoltà respiratorie. Bastano 40 g di
colchicina per provocare la morte.
CURIOSITÀ:
Una leggenda diffusa nelle Dolomiti racconta che questo fiore deriva da una preziosissima gemma
denominata Ametista Fiammante, contesa da due popoli di Geni dell'Alpe. Esausta della guerra, una
principessa, figlia di uno dei re che si scontravano, fece cadere la gemma in una valle e la stessa si
frantumò e si trasformò in fiori violacei, come il suo colore.
A CURA DI
Matteo Vioni
11. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Corniolo o oliva rossa
GENERE: Cornus
SPECIE: C. mas
FAMIGLIA: CORNACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ un alberello originario dell’Europa meridionale. In Italia è presente su tutto il territorio, ad eccezione
della Sicilia e della Sardegna. Può raggiungere altezze di 6 m e presenta una corteccia grigio - giallastra che
appare scrostata in scaglie color ruggine tendenti a staccarsi soprattutto alla base del fusto. I rami sono
brevi e di colore rosso-bruno.
FOGLIA :
Le foglie sono lunghe 4-10 cm, opposte, picciolate, ovali, ricoperte di peluria su entrambe le pagine. Sono
decidue e presentano nervature convergenti verso la punta che è acuminata.
FIORE :
I fiori sono gialli e molto piccoli: hanno dimensioni di soli 4-5 mm. Sono a sepali separati, riuniti in ombrelle
sessili circondate da 4 brattee a croce. Il periodo di fioritura va da marzo ad aprile.
FRUTTO:
I frutti sono drupe di colore rosso vivo che ricordano le olive, da cui il nome di oliva rossa. Sono lunghi 2 cm
circa. I frutti sono molto ricercati dalla fauna selvatica.
PROPRIETÀ:
I frutti sono adatti ad essere consumati freschi o per produrre bevande, liquori, dolci, gelatine, salse,
marmellate. Si conservano sotto alcol, come le ciliegie o in salamoia, come le olive.
Come pianta medicinale è utilizzata per l'azione tonico-astringente dei frutti contro l’enterite, nella cura
delle malattie della pelle e di disturbi articolari.
CURIOSITÀ:
Il legno durissimo, il più duro presente in Europa, viene utilizzato per la produzione di pipe.
A CURA DI
Asia Pati
12. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Edera
GENERE: Hedra
SPECIE: H. helix
FAMIGLIA: ARALIACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta rampicante comune nei giardini e nei boschi. Presenta un fusto lignificato e ricco di rami con i
quali aderisce facilmente al substrato grazie alla presenza di radici avventizie raccolte in tipici fascetti.
FOGLIA :
Le foglie sono lungamente picciolate, coriacee, intere e di colore verde scuro. Mostra un’evidente
eterofillia, cioè ha foglie palmato - lobate sui rami vegetativi e ovato - romboidali sui rami che portano i
fiori.
FIORE :
In settembre-ottobre all'apice dei fusti l’edera produce infiorescenze sferiche, costituite da piccoli fiori
verdi.
FRUTTO:
I frutti sono piccole bacche nerastre o giallognole contenenti 2 o 3 noccioli.
PROPRIETÀ:
Tutti i derivati dell'edera sono velenosi e da usarsi con estrema cautela. I principi attivi sono ederina,
flavonoidi, ederagenina, acido clorogenico. Nonostante la tossicità, i suoi principi attivi vengono utilizzati in
dosi definite sia in erboristeria che in farmacologia.
CURIOSITÀ:
Il decotto di foglie di edera era usato nelle zone rurali per il lavaggio degli indumenti di lana. L'edera è un
arbusto assolutamente non commestibile. In Italia, l'edera è stata il simbolo dell’ormai sciolto Partito
Repubblicano Italiano.
A CURA DI
Gentijan Jupaj
13. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Fior di stecco
GENERE: Daphne
SPECIE: D. mezereum
FAMIGLIA: TIMELACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ un piccolo arboscello eretto la cui altezza varia dai 30 ai 70 cm. Il fusto è legnoso e la corteccia ha un
colore tra il grigio e il rosa. E’ diffuso in tutto il territorio italiano e predilige i suoli calcarei e i terreni umidi.
FOGLIA :
Le foglie si formano nella precedente annata e sono caduche. Sono a margine intero e brevemente
picciolate. La disposizione lungo il fusto è alterna e sono raggruppate a ciuffi specialmente alla sommità dei
rami. La forma è lanceolata e la superficie è priva di peluria.
FIORE :
La caratteristica principale dei fiori di questa pianta è di non possedere una corolla ma solo il calice. E’ per
tale ragione che i sepali svolgono funzione vessillifera e sono perciò colorati. I fiori sono ermafroditi e a
simmetria tetramera (formati da 4 parti uguali), di colore fortemente roseo o rosso-purpureo.
FRUTTO:
Il frutto è una drupa sferica carnosa che ha l'aspetto di una bacca rosso-corallo a superficie liscia. La bacca
si appoggia su un breve peduncolo lungo 1 mm.
PROPRIETÀ:
Tutte le parti di questa pianta sono molto tossiche. Il succo del frutto produce una forte azione irritante che
induce la formazione di vesciche sulla pelle. Le bacche, se sono ingerite, possono causare dei sintomi simili
al soffocamento.
CURIOSITÀ:
Le bacche, pur essendo velenose, sono mangiate dai tordi (uccelli) che evidentemente sono immuni dal loro
veleno: in questo modo disperdono i semi della pianta con i loro escrementi.
A CURA DI
Vanessa Orlandi
14. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Fitolacca
GENERE: Phytolacca
SPECIE: P. americana
FAMIGLIA: PHYTOLACCACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta erbacea con un grosso rizoma sotterraneo fusiforme. Ha un fusto alto fino a 3 m che è
semplice nella parte inferiore e, ad una certa altezza, si divide in due. I rami, a loro volta si dividono in due e
così via. E’ una pianta originaria dell’America, da cui è stata importata come specie ornamentale. L’habitat
preferito sono i terreni incolti e i margini delle strade. Predilige terreni freschi ricchi di humus.
FOGLIA :
Le foglie sono alterne con un corto picciolo. Il lembo è ovale - lanceolato con apice e base acuti. Il margine è
intero. La pagina superiore è di un verde brillante, mentre quella inferiore, più chiara, presenta nervature
prominenti di color rosso. Alla fine dello stadio vegetativo le foglie tendono a diventare rosse.
FIORE :
I fiori sono inseriti su racemi lunghi 10-15 cm e sono opposti alle foglie. Hanno un peduncolo di 5-10 cm e il
calice diviso in 5 sepali di colore variabile tra il bianco e il verde.
FRUTTO:
Il frutto è una bacca carnosa di colore rosso scuro che tende al nero. La sua superficie è marcata da 10
coste che corrispondono ai 10 semi contenuti all’interno. Matura alla fine dell’estate.
PROPRIETÀ:
Contiene diversi principi tossici: saponine, fitolaccatossina, fitolaccigenina. Nell'uomo l'ingestione di piccole
quantità di radici o di foglie arrossate può provocare conati di vomito dopo qualche ora. Questi sintomi
possono essere seguiti da dispnea, spasmi, senso di prostrazione, tremori, diarrea profusa e talvolta
convulsioni. Se vengono ingerite dosi massicce, sopraggiungono paralisi degli organi respiratori e altri
effetti narcotici, che portano alla morte la persona avvelenata.
CURIOSITÀ:
Viene ancora impiegata per spezzare malefici, per fatture e stregonerie. Il succo delle bacche è usato dai
fattucchieri per dare coraggio ai pusillanimi. Inoltre la polvere di bacche frantumate è usata per far tornare
l’amore perduto.
A CURA DI
Anna Magnelli
15. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Fragolina di bosco
GENERE: Fragaria
SPECIE: F. vesca
FAMIGLIA: ROSACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta erbacea che vive nel sottobosco. E’ diffusa in tutta Europa.
FOGLIA :
La foglia è composta e presenta nervature pennate. La lamina è ovata e il margine dentato.
FIORE :
Il fiore è composto e presenta 5 petali bianchi che formano la corolla. I sepali sono corte foglioline verdi. Il
pistillo è giallo.
FRUTTO:
Il frutto (falso frutto) è commestibile ed è una piccola bacca di colore rosso. Il sapore è dolce e ha una
consistenza morbida. Matura tra aprile e luglio.
PROPRIETÀ:
La fragola contiene la vitamina C (cinque fragole possono apportare una quantità di vitamina C pari a quella
contenuta in un'arancia!) che favorisce l'assorbimento del ferro, utile per la formazione dei globuli rossi e la
produzione di collagene, una proteina che previene le rughe e rafforza i capillari, riducendo ritenzione
idrica e cellulite. Le fragole sono alleate della bellezza naturale perché contengono enzimi molto particolari
che attivano il metabolismo dei grassi, aiutando il corpo a eliminare l'adipe e a dimagrire più facilmente.
Aumentano il senso di sazietà, regolarizzano l'intestino e fanno assorbire meno grassi e meno zuccheri.
Inoltre le fragole contengono xilitolo, una sostanza dolce che previene la formazione della placca dentale e
uccide i germi responsabili dell’alito cattivo.
CURIOSITÀ:
Il nome “Fragaria” è di origine indoeuropea e significa “fragranza”.
La GEV raccomanda: nel bosco si può raccogliere al massimo 1 kg di frutti a persona.
A CURA DI
Michele Fiore
16. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Fusaggine
GENERE: Euonymus
SPECIE: E. europaeus
FAMIGLIA: CELASTRACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ un arbusto, talvolta un alberello, che raramente supera i 4 m di altezza. Presenta un fusto a sezione
quadrangolare. Cresce nei boschi associata alle latifoglie. E’ di origine euroasiatica ed in Italia è presente su
tutto il territorio.
FOGLIA :
Le foglie sono opposte e munite di un picciolo lungo 6-8 mm. La lamina è lanceolata, acuta o acuminata
all’apice e con margine finemente seghettato.
FIORE :
Fiorisce tra maggio e luglio con fiorellini a 4 petali, bianco-verdastri, piccoli, che emanano un odore un po'
sgradevole. Sono riuniti in infiorescenze che si sviluppano a partire dalle ascelle delle foglie. Presentano 4
stami più corti della corolla.
FRUTTO:
Il frutto è una capsula carnosa a 4 lobi, di colore da rosa-arancio a rosso corallo che contiene 4 semi color
arancio. Il frutto è tossico e la sua forma lo fa somigliare al vecchio cappello dei preti, il tricorno, da cui il
nome popolare, cappello da prete.
PROPRIETÀ:
I componenti tossici sono presenti nelle foglie, nella corteccia e nei frutti. Purtroppo l’intenso colore rosso
corallo dei frutti è un’irresistibile attrattiva per i bambini, per i quali l’ingestione può esser mortale. I
sintomi dell’intossicazione compaiono 12-16 ore dopo l’ingestione.
CURIOSITÀ:
Il nome popolare di fusaggine deriva dall'utilizzo del legno del fusto di questo arbusto per costruire i fusi
utilizzati per filare la lana. I giovani fusti, inoltre, sono particolarmente elastici e per questo sono impiegati
per costruire archi.
A CURA DI
Alessandra Faccini
17. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Gelso
GENERE: Morus
SPECIE: M. nigra
FAMIGLIA: MORACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ un albero che può raggiungere l’altezza di 10-12 metri e ha una chioma larga e fitta di foglie. Ha
radici robuste, profonde, di colore giallo aranciato. Il tronco è eretto e irregolarmente ramificato. La
pianta ha una corteccia bruno grigiastra, che tende a screpolarsi in piccole scaglie. E’ molto longevo,
essendo100 anni la sua età media, ma esistono certamente individui plurisecolari.
FOGLIA :
Le foglie sono caduche, alterne, di forma ovale o a base cordata e con margine dentato. Hanno un colore
verde lucente non molto scuro. Il picciolo è lungo 2-3 centimetri. Le foglie sono spesso diverse per forma e
grandezza sulla stessa pianta e anche sullo stesso ramo (eterofillia).
FIORE :
I fiori sono unisessuali (pianta monoica): quelli maschili sono disposti in spighe cilindriche di 2-4 cm,
peduncolate; quelli femminili in glomeruli ovoidali. Nascono presso l'ascella della foglia in aprile.
FRUTTO:
I frutti maturano a giugno: sono dolcissimi e possono essere gialli o neri e in dialetto piacentino sono
chiamati “muron”. Il frutto è rappresentato da un falso frutto chiamato sorosio che consiste di una
infruttescenza che ha esocarpo sottile, mesocarpo carnoso e succulento, endocarpo crostoso.
PROPRIETÀ:
I frutti, per la buona presenza di pectine, sembrano avere proprietà purganti. Contengono poi vitamina A e
C, calcio, fosforo, gomme e tannini ad azione astringente. Le more di gelso sono usate come rimedio contro
le infiammazioni alla bocca e le malattie dell’apparato respiratorio.
CURIOSITÀ:
I gelsi sono stati importati dall’Oriente e le foglie utilizzate per l’allevamento dei bachi da seta. Infatti i bachi
sono ghiotti delle sue foglie, specie di quelle del gelso bianco. Con l'affermarsi delle fibre sintetiche,
l'allevamento del baco da seta è andato scomparendo e con esso anche il gelso bianco.
A CURA DI
Luca Fariselli
18. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Gigaro
GENERE: Arum
SPECIE: A. italicum
FAMIGLIA: ARACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta erbacea alta fino a 1 m che in Italia si può trovare nei vigneti, oliveti, fossi e siepi dal pianura
fino a 800 – 1000 m. Il suo fusto è di color verde chiaro e la parte più alta termina con il frutto.
FOGLIA :
La foglia è semplice con nervature pennate. La lamina è sagittata e il margine crenato.
FIORE :
L'infiorescenza è lo spadice, protetto dalla brattea chiara esterna che l'avvolge come un cartoccio. Lo
spadice emette un odore sgradevole (quasi di carne marcia) che attira moscerini, mosche ed altri insetti.
Il peduncolo è doppio e di color verde chiaro come i sepali. Gli stami sono 6, 3 interni e 3 esterni.
FRUTTO:
Il frutto è tossico ed è costituito da una serie di bacche disposte a pannocchia, verdi quando non sono
completamente mature, rosse se sono mature. Matura in primavera.
PROPRIETÀ:
Il frutto del gigaro provoca, appena mangiato, dolori alla bocca. Possono poi seguire gonfiori delle mucose e
seri disturbi gastrointestinali. Inoltre, anche il contatto con la pianta stessa, può creare dei fastidi all’uomo
e precisamente dermatiti da contatto.
CURIOSITÀ:
Interessante è il sistema d'impollinazione del gigaro. La parte superiore dell'infiorescenza e la superficie
interna dello spadice sono scivolose. Gli insetti impollinatori, attirati dall’odore, vi si posano e slittano sul
fondo, precipitando verso la porzione inferiore dell'infiorescenza, costituita da minuscoli fiorellini femminili
che vengono così impollinati. Per evitare che l'insetto voli via senza aver completato la fecondazione di altri
gigari, viene intrappolato dalle setole ricurve dei fiori intermedi sterili. Quando i fiori maschili, che si
trovano sopra quelli sterili, arrivano a produrre il polline, i fiori sterili appassiscono. A questo punto gli
insetti, imbrattati di polline, sono liberi d'uscire per continuare la loro opera di impollinazione, volando e
poi scivolando su un altro sdrucciolevole gigaro.
A CURA DI
Marco Galgani
19. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Ginepro
GENERE: Juniperus
SPECIE: J. oxycedrus
FAMIGLIA: CUPRESSACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ un alberello sempreverde con le spine alto da 1 a 10 metri. E’ un arbusto dioico che si trova
comunemente in luoghi aridi o boschivi fino a 2500 metri di quota.
FOGLIA :
Le foglie sono lineari aghiformi, pungenti e riunite in verticilli a 3.
FIORE :
I fiori sono piccoli coni che appaiono alla fine della primavera: sulla pianta femminile essi sono di colore
verdastro e sulla pianta maschile sono di colore giallastro. Solo dai fiori femminili si sviluppano le bacche.
FRUTTO:
Il frutto è una bacca di colore viola simmetrica, chiamata anche coccola o galbulo, che matura ogni due
anni con il gelo. I galbuli sono aromatici e resinosi.
PROPRIETÀ:
La medicina popolare attribuisce altissimo valore curativo all'olio ottenuto dalla distillazione delle bacche e
ne ipotizza grandi doti come rimedio per disturbi digestivi, malattie respiratorie, delle vie urinarie o
reumatiche.
CURIOSITÀ:
Le bacche di ginepro si usano in cucina come spezie per piatti di selvaggina e per i crauti, nonché per la
fabbricazione di superalcolici quali gin, grappa di ginepro.
La GEV raccomanda: nel bosco si possono raccogliere al massimo 2 hg di frutti a persona.
A CURA DI
Giovanna Bellopede
20. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Ippocastano
GENERE: Aesculus
SPECIE: A. hippocastanum
FAMIGLIA: SAPINDACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta che può raggiungere i 25 – 30 m d’altezza. Tollera bene le basse temperature, ma è poco
resistente alla salinità del terreno e agli agenti inquinanti.
FOGLIA :
Le foglie sono palmato-composte a margine settato e lungamente picciolate.
FIORE :
I fiori hanno un piccolo calice a 5 lobi e una corolla di 5 petali bianchi. La fioritura avviene nei mesi di aprile
o maggio.
FRUTTO:
I frutti sono grosse capsule rotonde di 3 – 6 cm, munite di corti aculei, che contengono un seme dal colore
bruno lucido, detto castagna matta.
PROPRIETÀ:
E’ necessario prestare particolare attenzione affinché i bambini non mangino i semi dell’ippocastano: la
presenza di saponine e di bioflavonoidi li rende estremamente pericolosi.
CURIOSITÀ:
L’ippocastano fu introdotto in Europa circa quattro secoli or sono dai boschi della Macedonia. Le castagne
sono usate come cibo per i cavalli. Alla fine del XIX secolo il medico francese De Vevey scoprì i principi che
rendono questa specie utile nella cura delle malattie della circolazione venosa.
A CURA DI
Alessandra Faccini
21. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Lampone
GENERE: Rubus
SPECIE: R. idaeus
FAMIGLIA: ROSACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ un arbusto che cresce negli spazi aperti all’interno di boschi umidi. Esiste sia allo stato selvatico che
coltivata.
FOGLIA :
La foglia è semplice con nervature palmate. La lamina è ovata e il margine dentato.
FIORE :
Il fiore è composto e presenta petali allungati e numerosi stami gialli. I sepali sono corte foglioline verdi. Il
pistillo è giallo e breve.
FRUTTO:
Il frutto è commestibile ed è una bacca di colore rosso. Il sapore è dolce ma un po’ acidulo. Il frutto è
formato da tanti piccoli frutti saldati insieme e matura in tarda estate o all’inizio dell’autunno.
PROPRIETÀ:
Le sostanze contenute nel frutto sono usate in medicina come diuretici, mentre le foglie sono utili in caso di
diarrea.
CURIOSITÀ:
I lamponi per le loro proprietà medicamentose erano molto apprezzati già nell'antichità.
In un trattato di medicina in lingua greca del I sec d.C., vengono citati i lamponi che crescevano sulle pendici
del Monte Ida sul quale, secondo una versione del mito, si celebrarono le nozze fra Zeus e Giunone.
La GEV raccomanda: nel bosco si può raccogliere al massimo 1 kg di frutti a persona.
A CURA DI
Michele Fiore
22. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Ligustro o olivella
GENERE: Ligustrum
SPECIE: L. vulgare
FAMIGLIA: OLEACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta sempreverde che cresce spontaneamente in Italia e le cui dimensioni variano da pochi
decimetri a 4-5 m. La corteccia è liscia e verdastra. E’ originaria dell'Europa centro meridionale e dell'Africa
settentrionale. Il genere è molto utilizzato per formare siepi. Il ligustro selvatico è considerato una pianta
colonizzatrice di terreni aridi e calcarei.
FOGLIA :
Ha foglie ellittiche o lanceolate, opposte, glabre e lucenti. La lamina è molto coriacea e presenta
un’evidente nervatura centrale e margine intero.
FIORE :
I fiori sono bianchi, con corolla imbutiforme, raccolti in pannocchie, piccoli e profumati. Fioriscono da
aprile a giugno.
FRUTTO:
Il frutto è una piccola bacca forma sferica che da verde diventa nera alla maturità. Da esse si ricava un
inchiostro giallastro.
PROPRIETÀ:
Dal legno sbriciolato si ottiene, dopo varie lavorazioni, la polvere da sparo. La presenza di un glicoside
rende tutta la pianta irritante per contatto, mentre l'ingestione, specie dei frutti, può causare problemi
gastrointestinali anche gravi.
CURIOSITÀ:
I rametti giovani del ligustro hanno un legno molto profumato, utilizzato per realizzare bei canestri. Il
carbone ricavato dal legno, opportunamente trattato, è utilizzato nelle miscele delle polveri da sparo.
Fior di ligustro indica giovinezza nel linguaggio dei fiori, mentre nel linguaggio poetico è simbolo del colore
bianco e del candore.
A CURA DI
Matteo Vioni
23. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Melo selvatico
GENERE: Malus
SPECIE: M. sylvestris
FAMIGLIA: ROSACEAE
PIANTA E HABITAT:
È una pianta caducifoglia che cresce prevalentemente in forma di arbusto o alberello. Può raggiungere fino
i 10 m di altezza. La chioma è densa e rotonda. Il tronco è nodoso con corteccia grigiastra che tende a
squamarsi in scaglie irregolari. Ama i terreni basici e in penombra.
FOGLIA :
Le foglie sono alterne, semplici e picciolate. La lamina è ovata a margine dentellato. La nervatura è pennata.
Il colore è verde chiaro e la pagina inferiore presenta una certa pelosità.
FIORE :
I fiori hanno una corolla a 5 petali, sono bianchi con sfumature rosa. Sono ermafroditi e riuniti in
infiorescenze di 3 - 7 fiori terminali. Fioriscono in aprile – maggio.
FRUTTO:
Il frutto è un pomo (falso frutto) simile a quello del melo domestico ma più piccolo (3 - 4 cm di diametro),
duro e asprigno. Giunge a maturazione tra luglio e ottobre. Il torsolo contiene alcuni semi neri e lisci.
PROPRIETÀ:
La mela non presenta controindicazioni alimentari, anzi, il suo consumo porta svariati benefici: è ricca di
sali minerali e vitamine del gruppo B; l’acido citrico e malico favoriscono la digestione; è un ottimo rimedio
per l’invecchiamento delle cellule grazie all’elevato contenuto in antiossidanti; è l’alimento ideale per chi
vuole dimagrire; l’acido ossalico le conferisce un potere sbiancante per i denti. Insomma, come dice il
proverbio: “una mela al giorno toglie il medico di torno”.
CURIOSITÀ:
Da quella che Eva, dopo averla mangiata, porse ad Adamo a quella caduta sulla testa di Newton che gli fece
intuire la legge di gravità, a quella sul capo di Guglielmo Tell, a quella che la strega diede a Biancaneve … la
mela è senza dubbio il frutto più rappresentato nella storia e nella leggenda. I frutti del melo selvatico
erano noti già molte migliaia di anni fa. Da esso, per innesto, derivò il melo coltivato. Il legno è ricercato
per lavori di tornio ed ebanisteria.
A CURA DI
Daniele Copelli
24. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Mirtillo
GENERE: Vaccinium
SPECIE: V. myrtillus
FAMIGLIA: ERICACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta arbustiva di altezza compresa fra 20 e 60 cm. Cresce nel sottobosco e predilige i terreni ricchi
di silice. E’ comune in tutto l’emisfero settentrionale.
FOGLIA :
La foglia è ovale, a margine intero, nervatura pennata.
FIORE :
I fiori hanno una forma tipica a orcio rovesciato, con petali saldati tra loro; tale caratteristica è comune a
tutte le Ericaceae.
FRUTTO:
I frutti hanno l'aspetto di bacche di colore blu, ma in realtà sono false bacche (come le banane e i
cocomeri), perché si originano - oltre che dall'ovario - da sepali, petali e stami. Maturano in luglio – agosto.
PROPRIETÀ:
Contiene discrete quantità di acidi organici (citrico, malico, …), zuccheri, pectine, tannini e la mirtillina
(sostanza colorante), antocianine, vitamina A e C. Ha un’azione protettiva sull’occhio e sui vasi.
CURIOSITÀ:
Si consumano freschi o trasformati in marmellata. Una recente ricerca americana, edita sulla rivista di
scienze dell´alimentazione "Journal of Nutrition", ha messo in evidenza che il consumo quotidiano di
almeno mezza tazza di mirtilli freschi, aiuta a ridurre, in soli sei mesi, la gravità di una patologia sempre più
diffusa quale l´aterosclerosi, malattia circolatoria che comporta l´accumulo di colesterolo sulle pareti
arteriose, favorendo così il rischio d´infarto o di ictus. I piloti britannici, nella seconda guerra mondiale,
mangiavano marmellata di mirtillo prima di volare in missione notturna, per aumentare la loro
visione al buio.
La GEV raccomanda: nel bosco si possono raccogliere al massimo 1 kg di frutti a persona.
A CURA DI
Lorenzo Berté
25. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Mughetto
GENERE: Convallaria
SPECIE: C. majalis
FAMIGLIA: Convallariaceae
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta erbacea alta fino a 20 cm che vive spontanea su suoli calcarei nelle zone appenniniche e
alpine. Presenta un lungo rizoma strisciante. La pianta è in grado di autoimpollinarsi.
FOGLIA :
Presenta due foglie alla base dapprima racchiuse da una guaina. La lamina è liscia ed ellittica e presenta
nervature parallele.
FIORE :
Il fiore è bianco ed è costituito da 6 tepali saldati insieme con piccole punte libere. Sono molto profumati e
sono riuniti in gruppi pendenti, in numero variabile da 5 a 12.
FRUTTO:
Il frutto è velenoso ed è una bacca rossa grande come un pisello che matura in primavera. Esso contiene 3
semi bruni.
PROPRIETÀ:
Questa pianta è velenosa in tutte le sue parti (escluso il rizoma) a causa del suo contenuto di sostanze che
svolgono una potente azione sul cuore, tra cui la convallatossina che aumenta fortemente l’attività
cardiaca. Può avere azione emetica (stimolante il vomito). Per uso topico l'infuso serve per lavaggi del
condotto uditivo. Il solo rizoma essiccato e ridotto in polvere ha un potente effetto starnutatorio. I fiori
servono a dare la loro fragranza a profumi e sapori.
CURIOSITÀ:
E’ sinonimo di felicità che ritorna. Secondo una leggenda, San Leonardo vinse un difficile combattimento
con il diavolo e le gocce del suo sangue sul terreno si trasformarono in bianchi campanellini.
A CURA DI
Filippo Negri
26. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Nocciolo
GENERE: Corylus
SPECIE: C. avellana
FAMIGLIA: BETULACEAE
PIANTA E HABITAT:
La sua diffusione in Europa iniziò 10 000 anni fa al termine dell’ultima glaciazione. La sua altezza varia da 5
a 7 m. Il fusto è slanciato e presenta una corteccia di color grigio marrone con caratteristiche lenticelle
chiare. Ha una chioma densa e globosa, molto ricca di foglie. E’ il primo albero a fiorire nel mese di gennaio.
Il nocciolo è una delle piante più resistenti alle malattie e cresce molto rapidamente. Raggiunge la maturità
verso i 40 anni ma non supera i 70 anni di vita.
FOGLIA :
Le foglie sono disposte in modo alterno sui rami. La forma è quasi tonda con l’apice appuntito; il margine è
dentato. La pagina superiore è di un verde intenso, mentre quella inferiore è più chiara. La disposizione
delle nervature è palmata.
FIORE :
Il nocciolo possiede fiori femminili e fiori maschili. Quelli maschili sono lunghi amenti penduli, dal colore
bruno che liberano il polline grazie al vento. I fiori femminili sono meno evidenti: si tratta di gemme con
stimmi rossi che sono fecondati dal polline portato dal vento.
FRUTTO:
Le nocciole maturano a fine agosto e non vanno raccolte prima che cadano dall’albero. Si formano in
gruppi di 2 o 4 frutti: è molto raro che si presentino in forma singola.
PROPRIETÀ:
Le foglie contengono sostanze che agiscono sul gonfiore delle vene. Il frutto è ricco di un olio, usato sia
nell'alimentazione che nell'industria dei colori e in profumeria. La presenza delle nocciole, anche in tracce,
per obbligo di legge va indicata nelle etichette degli alimenti, per evitare possibili allergie alimentari.
CURIOSITÀ:
Ogni anno a Massaquano (Napoli) il 12 dicembre, vigilia di Santa Lucia, si tiene il tradizionale lancio delle
nocciole dal tetto della chiesa. Esse simboleggiano le pupille degli occhi della santa protettrice della vista.
A CURA DI
Martyn Balan
27. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Oleandro
GENERE: Nerium
SPECIE: N. oleander
FAMIGLIA: APOCYNACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta arbustiva con fusti poco ramificati: i rami giovani sono verdi, mentre quelli vecchi assumono
un colore giallastro.
FOGLIA :
La foglia è lanceolata con nervature sottilissime, quasi invisibili. Il margine è liscio.
FIORE :
I fiori sono semplici con petali rosa che, con il tempo, diventano fucsia. Hanno 3 pistilli centrali e stami con
un breve peduncolo.
FRUTTO:
Il frutto è una siliqua ed è velenoso. Ha una forma lanceolata e matura in estate. Il suo colore è verde marrone.
PROPRIETÀ:
L'oleandro è una delle piante più tossiche che si conoscano. La sostanza tossica più importante che
contiene è l’oleandrina.Tutta la pianta (foglie, corteccia, semi) è tossica per qualsiasi specie animale. Se
ingerita porta a:
 tachicardia con aumento della frequenza respiratoria
 disturbi gastrici, tra cui vomito, nausea e bruciore
 disturbi sul sistema nervoso centrale, tra cui assopimento.
CURIOSITÀ:
La sua pericolosità è testimoniata anche dal fatto che, bruciando rami e foglie, occorre fare attenzione a
non inalarne il fumo. Al riguardo la storia racconta che diversi soldati delle truppe napoleoniche morirono
per avvelenamento dopo aver usato rami di oleandro come spiedi nella cottura della carne alla brace,
durante le campagne militari in Italia.
A CURA DI
Filippo Negri
28. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Prugnolo
GENERE: Prunus spinosa
SPECIE: P. spinosa
FAMIGLIA: ROSACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta spontanea che cresce ai margini dei boschi in Europa, Asia e Africa settentrionale. Il prugnolo,
caratterizzato da un apparato radicale sviluppato ed espanso, forma macchie di cespugli impenetrabili. Il
legno è duro e presenta venature dal colore rosso-bruno.
FOGLIA :
Le foglie sono alterne e semplici con lamina ovata e margine seghettato.
FIORE :
Il fiore ha 5 petali, 5 sepali, 20 stami lunghi quanto i petali (5 mm). Fiorisce a marzo.
FRUTTO:
I frutti sono drupe simili alle prugne, ma più piccoli: sono blu e rotondi. Maturano verso la fine di agosto. Si
possono cogliere dalla siepe che formano e che è priva di foglie ma ricca di spine.
PROPRIETÀ:
La corteccia della pianta era utilizzata in passato per colorare di rosso la lana. L’infuso dei fiori ha proprietà
lassative e diuretiche. I frutti contengono vitamina C e vengono utilizzati principalmente per farne liquori, il
“Bargnolino”, bibite e marmellate.
CURIOSITÀ:
Il legno, duro e resistente è utilizzato per fabbricare attrezzi e bastoni da passeggio. Le sue foglie vengono
anche fumate, mescolate al tabacco.
A CURA DI
Marco Galgani
29. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Ribes
GENERE: Ribes
SPECIE: R. rubrum
FAMIGLIA: SASSIFRAGACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ un arbusto perenne alto 1-2 m con il fusto non molto ramificato ed eretto. E’ originario dell’Europa
centro-settentrionale e cresce spontaneo nei boschi umidi.
FOGLIA :
Ha foglie semplici, palmate a 3-5 lobi, con un peduncolo piuttosto sviluppato, apice acuto e margine
dentato. Sono ricche di ghiandole che emanano un odore particolare.
FIORE :
I fiori, formati da 5 sepali, verdognoli o brunastri (spesso punteggiati di rosso), uguali in larghezza ai petali
ma lunghi il doppio, sono di un bel color rosa acceso. La fecondazione avviene per autoimpollinazione.
FRUTTO:
In primavera la pianta del ribes produce piccoli grappoli formati da una ventina di piccoli fiori bianchi, che,
all'inizio dell'estate, si trasformano in piccoli frutti rotondi, polposi e lucidi, dal sapore molto aromatico. Il
frutto ricorda un po' l'uva, poiché matura in grappoli di bacche contenenti vari semini, e ha frutti di diversi
colori a seconda delle varietà, che principalmente sono: il ribes rosso (Ribes rubrum), dalle bacche rosse,
bianche o giallastre, il ribes nero (Ribes nigrum), dalle bacche nere.
PROPRIETÀ:
Fa bene alla salute perché è ricchissimo di vitamine A e C e contiene buone quantità di fibre e zuccheri. Il
ribes è particolarmente indicato in caso di: inappetenza, convalescenza a seguito di malattie febbrili e
infettive.
CURIOSITÀ:
Il ribes rosso ha un sapore dolce e acidulo al tempo stesso, che si apprezza particolarmente nelle confetture
e negli sciroppi. I frutti del ribes nero si differenziano molto dal ribes rosso per colore e aroma: da essi si
ricava il succo di ribes, utilizzato nella produzione di liquori, come il Crème de Cassis (un liquore francese) o
come aromatizzante per vini e aceti.
A CURA DI
Alessandro Gozzi
30. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Rosa canina
GENERE: Rosa canina
SPECIE: Rosa canina
FAMIGLIA: ROSACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ diffusa in Europa, Asia e Africa settentrionale. E’ un albero perenne a portamento cespuglioso che
raggiunge anche i 3 – 4 m di altezza. Ha lunghi rami con spine rosse e arcuate. Il suo habitat sono le
boscaglie di faggio, abete, pino e querce a foglie caduche e le siepi. Preferisce suoli abbastanza profondi,
limosi e moderatamente aridi.
FOGLIA :
Le foglie, riunite in gruppi di 5 – 7, sono impari – pennate. Sono ovali con margine dentato, glabre e
allungate.
FIORE :
I fiori sono rosa con 5 petali e numerosi stami. Fiorisce a maggio.
FRUTTO:
Il frutto è una drupa commestibile che matura a novembre. E’ piccolo (1-2 cm), carnoso e colorato di un
rosso vivace. Il frutto ha all’interno dei semini ricoperti di peluria.
PROPRIETÀ:
Dopo una gelata si possono succhiare i frutti: il loro contenuto di vitamina C è pari a quello di 10 limoni.
Con i frutti si preparano ottime marmellate. Il suo decotto viene utilizzato in cosmetica per pelli delicate e
arrossate. La rosa canina contiene la provitamina A (antiossidante, antiradicali liberi) raccomandata a chi
vuole prevenire rughe, invecchiamento della pelle, eritemi solari. La maschera di bellezza ottenuta
omogeneizzando con frullatore i "frutti" freschi è una delle più efficaci per il suo effetto schiarente,
levigante e tonificante della pelle.
CURIOSITÀ:
Durante la seconda guerra mondiale, fu molto usata come sostituto degli agrumi nell’alimentazione dei
bambini. In cucina si utilizzato i frutti freschi per preparare buonissime marmellate oppure essiccati per fare
liquori , mentre con i petali si può produrre dell’ottimo miele.
A CURA DI
Asia Pati
31. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Rovo
GENERE: Rubus
SPECIE: R. fruticosus
FAMIGLIA: ROSACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ un arbusto perenne, sempreverde originario dell'Europa centro-meridionale. Costituisce una grossa
ceppaia, da cui si dipartono numerosissimi fusti sottili, ricoperti da moltissime piccole spine arcuate. Ogni
anno produce molti nuovi rami, che si possono sviluppare anche per alcuni metri in una sola stagione. I fusti
sono talvolta prostrati e formano un intrico spesso e impenetrabile.
FOGLIA :
Le foglie sono composte, ovali, a margine dentato, di colore verde scuro sulla pagina superiore e molto più
chiare sulla pagina inferiore.
FIORE :
I fusti di un anno producono, a fine primavera o all'inizio dell'estate, delle infiorescenze terminali a forma
di pannocchia, costituite da piccoli fiori bianchi o rosati.
FRUTTO:
In estate inoltrata dai fiori nascono piccoli frutti verdi, che divengono neri a maturazione e sono
commestibili. Il frutto (falso frutto) è composto da numerose piccole drupe che contengono un singolo
seme, verdi al principio, poi rosse e infine nerastre a maturità (mora), derivanti ognuna da carpelli separati
ma facenti parte di uno stesso gineceo. In Italia il frutto è maturo tra luglio e settembre.
PROPRIETÀ:
Le more contengono zuccheri e le vitamine A e C. La mora ha proprietà depurative, diuretiche, dissetanti e
antireumatiche. Studi hanno evidenziato che la presenza di salicilati nelle more possono ridurre il rischio di
cardiopatie e inibire lo sviluppo delle cellule dei tumori del colon.
CURIOSITÀ:
Con i frutti si preparano gustose marmellate, gelatine e sciroppi.
La GEV raccomanda: nel bosco si può raccogliere al massimo 1 kg di frutti a persona.
A CURA DI
Luca Fariselli
32. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Sigillo di Salomone
GENERE: Polygonatum
SPECIE: P. odoratum
FAMIGLIA: LILIACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta erbacea perenne con rizoma strisciante alta fino a 50 cm. E’ originaria della steppa europea e
vive nei boschi asciutti e luminosi ai margini delle foreste. Il fusto è angoloso, eretto o arcuato.
FOGLIA :
Le foglie sono di color verde chiaro e sono disposte in modo alterno e parallele le une alle altre. Le superiori
hanno forma lanceolata e le inferiori sono ovate.
FIORE :
I fiori sono pendenti dall’ascella delle foglie; sono tubolosi e di colore bianco. La corolla è formata da 5 -6
petali: il pistillo è più lungo degli stami. La disposizione dei fiori segue lo stesso parallelismo delle foglie.
FRUTTO:
Il frutto è una bacca blu globosa che contiene 1 – 3 semi. Ha un sapore sgradevole ed è tossico.
PROPRIETÀ:
È sicura la presenza di saponine, soprattutto nei frutti e nei rizomi, ma in generale in tutta la pianta che
risulta pericolosa specialmente per l'organismo delicato dei bambini. Il rizoma ha proprietà astringenti,
antiinfiammatorie, decongestionanti, lenitive; tagliato a fette è utile per curare e ammorbidire i calli dei
piedi , e quindi estirparli, senza dolore.
CURIOSITÀ:
Il nome popolare di Sigillo di Salomone deriva dalle cicatrici circolari somiglianti ad un sigillo che i fusti
dell’anno precedente lasciano sulla pianta. Secondo un’antica credenza, questa pianta allontana gli spiriti
maligni.
A CURA DI
Anna Magnelli
33. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Tamaro
GENERE: Tamus
SPECIE: T. communis
FAMIGLIA: DIOSCOREACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta erbacea perenne caratterizzata da una radice tuberosa, lunga e carnosa. Il fusto è sottile
flessuoso e si attorciglia tipicamente in modo destrorso. Cresce nel sottobosco di querceti, nella macchia,
nelle siepi e nelle radure.
FOGLIA :
Le foglie sono ampie e cuoriformi, con margine intero, acuminate all’apice, di colore verde lucido.
FIORE :
I fiori sono unisessuali e compaiono tra aprile e maggio: sono piccoli e giallastri. Il fiore maschile contiene 6
stami e il fiore femminile 1 pistillo che termina con 3 stimmi.
FRUTTO:
I frutti maturano in ottobre e sono rosse bacche globose, grandi come un pisello e disposte in grappoletti
vistosi.
PROPRIETÀ:
Le bacche contengono diversi principi tossici che possono provocare dermatiti. I frutti possono essere
scambiati con quelli del ribes rosso. In caso di ingestione può essere utile far bere molto latte e comunque
occorre chiamare il medico, o correre al pronto soccorso, o al più vicino centro antiveleno.
CURIOSITÀ:
Veniva chiamato in passato Sigillo della Madonna, in quanto le sue radici spremute risultavano utili per
curare ferite e contusioni, grazie alle saponine che contiene. Gli agricoltori davano da mangiare il tamaro
alle mucche per aumentare la loro fertilità. Il tamaro è una pianta con bacche che risultano velenose se
assunte oralmente e hanno effetto letale sui bambini.
A CURA DI
Mariateresa Laino
34. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Tasso
GENERE: Taxus baccata
SPECIE: T. baccata
FAMIGLIA: TAXACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta sempreverde che cresce lentamente ma che può raggiungere i 15 – 20 m di altezza. Ha una
chioma globosa e irregolare con rami molto bassi. La corteccia è di colore bruno – rossastro che
inizialmente è liscia ma che con l’età si divide in placche. Preferisce i luoghi umidi e freschi, ombrosi, con
terreno calcareo. E’ presente in Europa e nel Nord Africa. E’ una pianta protetta L.G. 2/77.
FOGLIA :
Le foglie sono lineari, leggermente arcuate, lunghe fino a 3 cm e di colore verde scuro nella pagina
superiore, verde chiaro in quella inferiore. Sono inserite sui rami in file doppie con andamento a spirale.
FIORE :
E’ una pianta dioica con fiori maschili raggruppati in amenti che liberano il loro polline grazie al vento.
FRUTTO:
La pianta non produce frutti (solamente le Angiosperme ne producono). Quelli che sembrano i frutti in
realtà sono degli arilli, ovvero delle escrescenze carnose che ricoprono il seme. Inizialmente verdi, rossi a
maturità, contengono un solo seme, duro e molto velenoso; la polpa invece è innocua e commestibile.
Gli uccelli favoriscono la diffusione della pianta: mangiano gli arilli e ne digeriscono la polpa, mentre i semi
veri e propri vengono espulsi interi e si insediano nel terreno dando origine ad un nuovo esemplare.
PROPRIETÀ:
Il tasso è una tra le piante più tossiche presenti sul territorio italiano. Il grado di tossicità varia a seconda
della stagione, del sesso della pianta e dalla sua età. Il principio attivo responsabile della tossicità è un
alcaloide, la tassina. Ha effetto narcotico e paralizzante sull'uomo e su molti animali domestici. Gli organi
che ne contengono di più sono le foglie vecchie.
CURIOSITÀ:
Il nome comune deriva dal greco taxon che significa "freccia" e l'appellativo di albero della morte nasce
proprio dal suo impiego nella fabbricazione di dardi velenosi e dalla sua caratteristica tossicità, oltre al fatto
che veniva utilizzato nelle alberature dei cimiteri.
A CURA DI
Vanessa Orlandi
35. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Uva di volpe
GENERE: Paris quadrifolia
SPECIE: P. quadrifolia
FAMIGLIA: LILIACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta perenne provvista di un lungo rizoma orizzontale strisciante bianchiccio. Ha un aspetto
inconfondibile: il fusto è unico eretto, cilindrico di 10 - 40 cm e porta alla sommità, disposte a croce, di
regola 4 foglie sessili. Tutti gli organi della pianta sono a simmetria tetramera.
FOGLIA :
Le foglie non hanno il peduncolo e sono ellittiche, con 3-5 nervature principali ed un reticolo di nervature
secondarie convergenti, lunghe da 5 a 10 cm.
FIORE :
Il fiore è singolo, peduncolato, situato al centro del verticillo fogliare. E’ costituito da 8 tepali, 8 stami
inseriti orizzontalmente alla base dei tepali e 4 stili liberi filiformi su un ovario a 4 logge.
FRUTTO:
All'inizio dell'estate, nel mezzo delle 4 foglie compare un fiore verdastro da cui nasce una bacca globosa,
nero-bluastra a maturità, piuttosto appariscente.
PROPRIETÀ:
La bacca è la parte più velenosa della pianta: contiene glucosidi, resine, pectina ed acidi organici. Sono
sufficienti 2-3 bacche per avere un'intossicazione piuttosto seria ed è perciò molto importante che i
bambini non le ingeriscano, data la loro somiglianza con altri frutti del bosco commestibili. Comunque, può
essere utile precisare che il sapore è disgustoso e quindi è difficile che dopo il primo assaggi si passi al
secondo.
CURIOSITÀ:
La denominazione del genere deriverebbe, secondo alcuni, dal latino "par", per la regolarità dell'aspetto
della pianta e la simmetria tetramera; secondo altri il nome generico richiamerebbe, per la forma della
bacca, Paride ed il noto "pomo della discordia".
A CURA DI
Bellopede Giovanna
36. CARTA D’IDENTITA’
NOME COMUNE: Vischio
GENERE: Viscum
SPECIE: V. album
FAMIGLIA: VISCACEAE
PIANTA E HABITAT:
E’ una pianta sempreverde epifita, parassita di numerosi alberi. Se ne può notare la presenza specialmente
in inverno, quando gli alberi perdono le foglie e appaiono i suoi cespugli piantati nei tronchi e sui rami. La
sua natura di parassita è dovuta all’impossibilità che ha di utilizzare l’azoto, mentre è in grado di compiere
la fotosintesi.
FOGLIA :
Le foglie sono oblunghe e coriacee della larghezza di 2 cm e poste due a due sul ramo.
FIORE :
I fiori sono piccoli e giallastri.
FRUTTO:
I frutti sono bacche biancastre sferiche e contengono sostanze gelatinose.
PROPRIETÀ:
Le bacche di vischio bianco sono molto velenose: in letteratura sono segnalati casi di ingestione dei frutti
del vischio con esiti mortali (la dose venefica sembra possa essere anche di sole 10 bacche)! L’azione tossica
del vischio dipende dalla presenza di viscumina che è una sostanza capace di provocare l’agglutinazione dei
globuli rossi. Esistono però anche proprietà salutari: il vischio è una delle piante più efficaci contro
l'ipertensione ed è utilizzato anche come regolatore del sistema cardio-circolatorio.
CURIOSITÀ:
Le popolazioni celtiche consideravano il vischio come una pianta sacra, donata dagli dei. Si è diffusa
l’usanza nordica di salutare l’arrivo del nuovo anno con un bacio sotto un rametto di vischio. Il succo delle
bacche viene utilizzato per preparare colle nella pratica dell’uccellagione. Il termine vischio è legato
all'aggettivo vischioso con cui si indica una sostanza, o magari anche un essere umano, particolarmente
appiccicoso.
A CURA DI
Mariateresa Laino