ALSIA Agenzia Lucana di Sviluppo e Innovazione in Agricoltura

ALSIA
Agenzia Lucana
di Sviluppo e
Innovazione
in Agricoltura
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Notiziario di agricoltura integrata
Numero 06
29 Aprile 2008
AGRUMI : fioritura
Afidi (Aphis citricola, A. gossypii, Toxoptera aurantii): evitare le eccessive concimazioni azotate
e le potature drastiche; per contrastare lo sviluppo dell’afide nero, effettuare lavorazioni del
terreno per disturbare i nidi delle formiche. Per ora nessun intervento chimico. Eventuali
interventi saranno effettuati dopo la fioritura. Prima di effettuare interventi chimici, valutare la
presenza e l’attività degli ausiliari.
ALBICOCCO: ingrossamento frutti
Oidio (Oidium crataegi, O. leucoconium): inseguito all’andamento climatico umido sono state
riscontrate macchie sui frutti. Pertanto, laddove non si è ancora intervenuti, specialmente in
condizioni di elevata umidità, eseguire un trattamento con prodotti a base di fenbuconazolo,
tebuconazolo, quinoxifen, bitertanolo, miclobutanil, pyraclostrobin + boscalid, zolfo ecc..
OLIVO: mignolatura
Nessun intervento
SUSINO: ingrossamento frutti
In generale nessun trattamento. Tuttavia, in alcuni campi, si riscontrano sporadici attacchi di
afidi (Brachycaudus helychrisi, Phorodon humuli, Hyalopterus pruni) su poche piante. Pertanto,
monitorare il proprio campo e, laddove sono presenti, effettuare interventi localizzati sulle piante
attaccate.
PESCO: ingrossamento frutto
Oidio (O. leucoconium): particolarmente sulle varietà sensibili e in fase di ingrossamento
frutto, intervenire con prodotti a base di penconazolo, propiconazolo, miclobutanil, bupirimate,
quinoxifen, zolfo, ecc.
Cocciniglia bianca (Pseudolacapsis pentagona): si riscontrano le prime neanidi di prima età;
laddove il parassita è presente, si consiglia di monitorare il proprio campo e di intervenire
quando si osserva una fuoriuscita intorno all’80% con olio minerale estivo, clorpirifos metile.
FRAGOLA: fioritura-ingrossamento frutti-maturazione
Muffa grigia (Botrytis cinerea): si consiglia esclusivamente un buona pratica preventiva
arieggiando sin dalle prime ore del mattino aprendo le testate ed i laterali dei tunnel, limitando le
concimazioni azotate, allontanando i frutti colpiti. Con il persistere di condizioni di umidità
elevate eseguire un intervento con prodotti a base di pyrimetanil, fludioxonil+cyprodinil,
fenexamid, mepanipyrim, pyraclostrobin + boscalid.
Tripidi (Frankliniella occ.): attualmente si rilevano presenze che superano la soglia di
intervento e, pertanto, si consigliano trattamenti specifici con spinosad o lanci di Orius
levigatus.
VITE: grappoli visibili
Peronospora (Plasmopara viticola): in considerazione della lunghezza attuale dei germogli,
intervenire preventivamente con prodotti di copertura. Dopo le piogge e in presenza di
vegetazione non protetta intervenire con prodotti citotropici o sistemici in miscela ai prodotti di
copertura.
PESCO , ALBICOCCO E SUSINO :giovani impianti : germogliamento
Lepidotteri: si consiglia di osservare i giovani germogli allo scopo di individuare i primi danni
agli apici. Ai primi sintomi intervenire con insetticidi al fine di non compromettere il normale
sviluppo della forma di allevamento.
Nota tecnica: la fioritura e l’allegagione del Clementine
Il clementine è una delle specie di agrumi che, nell’ultimo decennio, ha avuto la maggiore
diffusione nonostante la fase di crisi dell’intero settore agrumicolo. Da un punto di vista
produttivo, a parte negli areali più vocati, questa specie manifesta una certa predisposizione
all’alternanza di produzione. Tale fenomeno è riconducibile ad una serie di fattori che, in
interazione, determinano uno squilibrio vegeto-produttivo della pianta.
Una fase fenologica di notevole importanza per gli agrumi è la fioritura, che è
influenzata da diversi fattori sia endogeni che esogeni.
Non sempre esiste correlazione tra numeri di fiori e frutti raccolti, anzi un numero
eccessivo potrebbe condizionare negativamente la produzione. Agli aspetti quantitativi si
aggiungono quelli qualitativi, riferibili al tipo di fiori, che sono così distinguibili: fiori solitari;
germoglio misti, con fiori ascellari alle foglie; germogli campanulacei, con fiore isolato
apicale; rami fiorali, mazzetti di fiori non accompagnati da foglie.
I migliori risultati produttivi li danno i germogli misti e campanulacei, in quanto l’attività
fiorale è assistita, per gli aspetti nutrizionali, dalle foglie che compongono il germoglio, che
assenti nei rami fiorali e nei fiori solitari, determinano una minore probabilità di allegagione e,
quindi, la produttività è inferiore. L’incidenza delle tipologie fiorali varia in base alla specie,
infatti mentre nel clementine i fiori solitari sono circa la metà del totale, nell’arancio dolce si
riducono al 10%. Questo è uno dei motivi a cui è legata la minore produttività del clementine, in
quanto è più soggetta ad eventuali fenomeni di cascola sia dei fiori ma anche dei frutticini
appena allegati.
Tra le tecniche colturale da mettere in atto si ricordano la potatura, la fertilizzazione,
l’irrigazione e le lavorazioni.
La potatura consente di mantenere uno stato vegeto-produttivo ottimale della pianta con
il giusto equilibrio tra la funzione vegetativa e quella riproduttiva. Certamente potature
equilibrate che limitano la perdita delle foglie, favoriscono una adeguata assistenza ai fiori che la
pianta emette, conseguendo i migliori risultati produttivi. Nel caso di potature drastiche la pianta,
invece, è stimolata a dover ripristinare la chioma con una forte induzione a vegetare a svantaggio
della fase riproduttiva.
Con la fertilizzazione si devono apportare le sostanze nutritive utili alla pianta per
svolgere al meglio le diverse fasi fenologiche. Nelle clementine dato il notevole numero di fiori,
le esigenze nutritive nella fase di fioritura sono enormi. Bisogna ribadire come fino alla fioritura
la pianta preleva le sostanze nutritive dagli organi di riserva, principalmente le foglie, in cui sono
state accumulate nell’annata precedente, per cui risulta importante la fertilizzazione effettuata in
estate-autunno che consente la creazione d queste riserve.
L’irrigazione va eseguita in modo da limitare stati di stress alla pianta nel periodo di
fioritura e di allegagione-cascola. In questo caso non servono volumi irrigui elevati ma gli
interventi devono consentire il mantenimento di uno stato idrico ottimale del terreno e
dell’ambiente.
Le lavorazioni del terreno devono essere superficiali, in modo da evitare stati di stress
alla pianta soprattutto nelle fasi di post-fioritura e allegagione.
Le gibberelline sono ormoni che la pianta produce naturalmente negli apici radicali e nei
frutti. La funzione delle gibberelline in fioritura è di catalizzare verso gli organi fiorali le
sostanze nutritive, in modo che i fiori alleghino ed i frutticini si sviluppino. Non tutte le specie di
agrumi producono quantità sufficienti di queste sostanze per cui risulta indispensabile apportarne
dall’esterno attraverso interventi specifici. La risposta all’apporto esterno di acido gibberellico
varia tra le specie e le varietà, nel clementine comune migliora l’allegagione.
Il periodo migliore d’intervento è nella fase di sfioritura, allorquando si è verificata la
caduta dell’80% dei petali, anche se in annate con periodo di fioritura lungo, altri interventi
prima e dopo potrebbero sortire effetti positivi. La dose consigliata è di 10 ppm di acido
gibberellico, miscelato a microelementi e amminoacidi; si consigliano dei volumi di acqua di 20
hl/ha, controllando che il ph sia su valori sub-acidi (6,5).