incontri di Giovanni Cavaliere [email protected] Graziano Galàtone Cantante, autore, compositore, percussionista e attore pugliese protagonista in teatro di “NotreDame de Paris” e di “Tosca Amore Disperato”. Dal carattere gioviale, spontaneo e sensibile, ama la pittura, la buona cucina, viaggiare e... Parlami di te… Sono nato trentadue anni fa a Palagianello, un piccolo paese in provincia di Taranto. Autore di musica popolare pugliese, vocalist e percussionista di gruppi funky ed acid jazz. Come interprete di canzoni spazio dal repertorio classico napoletano alla musica leggera e a quella lirica… Andiamo con ordine:come e quando è avvenuto il tuo esordio nel mondo dello spettacolo e quale è stato il percorso professionale? Mi sono avvicinato alla musica seguendo mio padre che suonava la batteria in una piccola banda popolare del mio paese. Ho così conosciuto ed amato la musica tanto da non poterne più fare a meno: ricordo ancora adesso l’emozione del mio primo applauso… Ho iniziato come “serenante” in giro per la Puglia con un gruppo di amici per poi conoscere e praticare la pizzica e la taranta, musica popolare pugliese che mi ha dato la possibilità di girare il mondo - Cina, Russia, Grecia - scambiando la cultura della mia terra con altre “realtà” storiche, sociali ed artistiche. Nel ’97 mi sono trasferito a Roma e per guadagnarmi da vivere ho fatto i lavori più svariati: lavapiatti, cameriere, cubista e… qualche serata di piano bar. Nel ’99 il mio incontro con Edoardo Vianello - re degli anni ‘60 – a cui devo tanto sia da un punto di vista professionale che umano. Dopo aver suonato per qualche anno le percussioni nel suo gruppo, un giorno una mia amica mi parlò della preparazione di un musical con le musiche di Cocciante. Inviai subito un demo con allegata una mia fotografia:dopo alcuni giorni mi convocarono e superate ben sette audizioni – le prime due con il direttore del casting, poi con l’autore dei testi, con il produttore, con l’aiuto regista e infine le ultime due direttamente con Riccardo Cocciante - riuscii finalmente nel 2002 ad entrare nel cast di “Notre-Dame de Paris” nel ruolo di Febo, il capitano delle guardie del Re. Nel 2004 un nuovo successo professionale in “Tosca Amore Disperato” di Lucio Dalla, in cui interpreto il ruolo di Mario Cavaradossi, pittore liberale, innamorato della cantante Floria Tosca. Parlami di queste due ultime esperienze teatrali. “Notre-Dame de Paris” narra la storia di Quasimodo, il campanaro gobbo della cattedrale di Notre-Dame e del suo amore impossibile quanto tragico per Esmeralda, una bella gitana che vede ballare e cantare sulla piazza davanti alla cattedrale. Ma Esmeralda è innamorata di Febo, il bel capitano delle guardie del Re. Febo è fidanzato con Fiordaliso, una giovane e ricca borghese, ma la bellezza esotica e sensuale della gitana non lo lascia indifferente e subito se ne invaghisce. Anche Frollo, l’arcidiacono della cattedrale, è segretamente attratto dalla zingara. La storia, caratterizzata da gelosie, equivoci, tradimenti, colpi di scena, si conclude con un tragico finale. “Tosca Amore Disperato”, è una “dolorosa” storia d’amore. Nella Chiesa di Sant’Andrea della Valle si rifugia l’ex console della caduta Repubblica Romana, Cesare Angelotti con la complicità di un suo vecchio amico il pittore Mario Cavaradossi amante della bella cantante Tosca. Ben presto arriva sulle tracce di Angelotti, il barone Scarpia capo della polizia che, convinto della complicità di Mario - rivale nell’amore per la cantante - lo fa arrestare e torturare per ottenere il nascondiglio segreto di Angelotti e… Anche quest’opera, caratterizzata da tradimenti e colpi di scena, si conclude tragicamente. Una domanda tecnica: come avviene la preparazione di un musical? Prima di tutto gli artisti devono studiare in modo approfondito il testo, documentandosi sul periodo storico e sulle caratteristiche del personaggio da interpretare: non a caso Tosca e Notre - Dame de Paris mi hanno aiutato molto sia come cantante che come attore. Nella “messa in scena” dell’oGraziano Galàtone in “Tosca: Amore Disperato” pera bisogna co- 64 munque essere creativi, ma attenendosi al testo e alle musiche nel rispetto dell’autore. Di solito si prova dalle otto alle nove ore al giorno, spesso anche il sabato e la domenica. Nei teatri o nelle palestre, grazie all’utilizzo di “pedine”, vengono ricostruiti meticolosamente gli “spazi di scena”: in tal modo riusciamo a provare i movimenti e quindi la resistenza fisica anche in luoghi diversi dal palcoscenico dove sarà rappresentato lo spettacolo. Due giorni prima del debutto vengono fatte a teatro le “prove generali” con tutto lo staff al completo: tecnici suono – luci, scenografi, costumisti, ecc. Per Notre - Dame de Paris abbiamo provato due mesi e per Tosca circa due mesi e mezzo. Bisogna comunque considerare che dal debutto in poi la qualità dello spettacolo dipende anche dall’affiatamento di tutto lo staff e ogni serata sarà diversa dall’altra: con i propri difetti, emozioni e magie... fortunatamente, altrimenti saremmo una “catena di montaggio”. Cosa ne pensi della sempre crescente presenza del musical nella programmazione teatrale? E’ un genere di spettacolo estremamente comunicativo che comprende l’uso della parola, della musica e della danza. Quindi è uno spettacolo “completo” coadiuvato da una solida “impalcatura scenica” ricca di costumi, coreografie e scenografie. Le storie, spesso popolari e comprensibili al grande pubblico, hanno agevolato il ritorno delle famiglie a teatro: ne sono testimonianza i grandi successi di “Notre - Dame de Paris”, Tosca, Scugnizzi, Vacanze Romane e tanti altri. Da parte mia proporrei il ritorno del teatro in televisione e in specifica del musical, rivalutando e dando così maggiore visibilità ai vari interpreti: spesso, infatti, accade che chi ricopre ruoli da protagonista in teatro non riesca a proporsi - con paghe adeguate - sia nelle trasmissioni televisive che nelle serate di piazza o nei locali notturni e questo solo perché sconosciuto al grande pubblico televisivo… In ogni caso va sottolineato che il musical, vista la crisi economica della discografia, offre tanto lavoro ai giovani cantanti. Cosa ti ha dato il teatro da un punto di vista professionale ed umano? Sicuramente la possibilità di esprimere al meglio la mia sensibilità e “coscienza artistica”, regalandomi forti emozioni che ho cercato di trasmettere al pubblico. Grazie al teatro ho viaggiato tanto e ho conosciuto gli usi e i costumi della gente. Mi sembra però importante ricordare che la vita in tournée è fatta anche di tanti sacrifici: viaggi estenuanti, pasti talvolta fugaci e alloggi spesso in pensioni modeste o in sistemazioni di fortuna… talvolta anche a casa di amici. In Italia le “capitali della musica” sono Roma e Milano ed è inutile negare che per un artista, visti normalmente i “miseri guadagni”, diventa difficile sostenere di “tasca propria” le onerose spese di vitto e alloggio, lontani, oltretutto dall’affetto della famiglia e dal calore umano della propria terra… I prossimi impegni… Il 6 agosto organizzo a Palagianello, per il secondo anno consecutivo, il “Festival di Musica Popolare” che vedrà coinvolti trenta gruppi etnici pugliesi. Per Rai Uno ho appena finito di girare una puntata de “Il Maresciallo Rocca 5” siglando così la mia prima esperienza nella fiction televisiva. Quali sono le tue aspirazioni? Incidere un disco ed essere il protagonista di un film musicale. Il mio grande desiderio, comunque, è quello di avere la possibilità di crescere professionalmente e coltivare progetti personali senza rimanere sotto la “campana” dei grossi nomi onnipresenti: diversamente si rischia di diventare degli “operai” al servizio dei produttori. Anche noi artisti abbiamo qualcosa da dire… Quale è la tua forza? La mia famiglia che mi è stata sempre vicina anche nei momenti più difficili. Penso che per superare le avversità e le insidie di questo mestiere, e della vita in genere, sia indispensabile avere vicino delle persone che ti vogliano sinceramente bene. F