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In concomitanza con l’Ostensione nella splendida Reggia sabauda
alle porte di Torino è stata allestita la mostra "Pregare. Un'esperienza umana"
che analizza l’incontro con il divino nelle culture del mondo attraverso oggetti e
testimonianze dell'arte e della pietà popolare
17/04/2015
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Lorenzo Montanaro
Circolarità, continuità, ripetizione. C'è qualcosa di
universale nel modo in cui gli uomini parlano con
Dio. Ci sono gesti e riti senza tempo che ritornano,
atteggiamenti di preghiera capaci di superare le
barriere interreligiose e accomunare popoli
apparentemente lontanissimi. È proprio a questo
patrimonio condiviso che guarda la mostra
“Pregare. Un'esperienza umana. L'incontro
con il divino nelle culture del mondo”,
allestita fino al 28 giugno alla Reggia di
Venaria, splendida residenza sabauda alle porte
di Torino, in concomitanza con l'Ostensione della
sindone.
Curata dall’antropologo Franco La Cecla e dalla
storica e giornalista Lucetta Scaraffia,
l'esposizione racconta la preghiera nei suoi aspetti
culturali: attraverso testimonianze artistiche e
oggetti della pietà popolare propone un ideale
viaggio da Est verso Ovest, alla scoperta delle
grandi religioni (induismo, buddismo, ebraismo,
SINDONE: UN TELO CHE CI
INTERROGA
Le immagini del mistero in un DVD
Mattarella e Nosiglia, insieme alla
Sindone
«Nella Sindone vedo il Vangelo»
Barberis: «L'esame del carbonio 14 va
rifatto»
A Venaria in mostra le preghiere del
mondo
Come visitare la Sindone
Per i non vedenti c'è il plastico 3D
"Verso la Sindone tra i santi"
Con la Sindone, Torino e Betlemme più
vicine
Balli e preghiera, la "movida" della
Sindone
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islam e cristianesimo nelle sue tante sfaccettature). L'intento non è quello di negare le ovvie differenze,
né tanto meno di confondere tutto in un improbabile sincretismo, ma semplicemente di mostrare
quanto ricco e intenso sia il patrimonio spirituale dell'umanità, a ogni latitudine.
Alcuni oggetti si ritrovano in più sale. Uno tra tutti,
vero filo conduttore della mostra, è il rosario. La
pratica di pregare con formule circolari, contando
perle o grani, ha origine nell'India di 3.000 anni fa.
Attraverso i monaci buddisti si diffonde in Cina,
in Giappone e nel Sud-Est asiatico, per poi
estendersi anche al mondo musulmano. Grazie ai
monaci ortodossi, nell'XI secolo il rosario cristiano
approda in Occidente, dove si radica in profondità
(spesso l'iconografia raffigura la Madonna nell'atto
La preghiera di un monaco buddista
di donare la coroncina a san Domenico o a santa
Caterina) e dove tuttora è uno degli strumenti di preghiera più usati. Il visitatore può ripercorrere
questo affascinante viaggio, scoprendo ad esempio che il rosario buddista ha 108 grani e rappresenta
un cammino di purificazione dalle afflizioni, mentre quello islamico è basato su multipli di 11.
Quanto al rosario cristiano, i modelli in mostra sono tantissimi: vi sono esemplari rari, in pietre
preziose, accanto a oggetti commoventi nella loro semplicità (come il rosario in fagioli rossi costruito
da un sacerdote missionario durante la sua prigionia in Kenia, o quello fatto di pallottole risalente al
tempo di guerra, o ancora la semplice cordicella annodata, testimonianza di fede di un detenuto nel
carcere dell'Ucciardone a Palermo).
Costante è l'accostamento di grandi opere artistiche
(tra cui un Mosè in preghiera, opera del pittore
rinascimentale Bernardino Luini) con manufatti
semplici (ex voto e altre espressioni tipiche della
pietà domestica).
L'area dedicata al cattolicesimo (che si articola in tre
sezioni: preghiera comunitaria, preghiera
individuale, effetti della preghiera) propone anche
oggetti entrati nella devozione popolare, come
l'inginocchiatorio su cui era solito pregare san
Carlo Borromeo. Infine alcune testimonianze
fanno riflettere per il loro potente richiamo
all'attualità: ad esempio le decorazioni per la chiesa
locale realizzate da un'artista di 93 anni, al confine
tra Sira e Turchia, in una zona martoriata da anni di
conflitto.
In tempi segnati da fanatismo e stravolgimento del
sentimento religioso, l'auspicio della mostra è quello
di gettare qualche seme di speranza. Ecco perché un
minbar
(una sorta di pulpito usato nelle moschee e
Bernardino Luini, Mosè in preghiera
orientato verso La Mecca) può stare accanto a un
filmato che documenta l'eucarestia domenicale nella cattedrale di Rabat, in Marocco. L'evento è
realizzato sotto il patronato di monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, e con il
patrocinio di Mahammed VI, re del Marocco. Per maggiori informazioni www.lavenaria.it
LE ALTRE MOSTRE E INIZIATIVE
Nel periodo dell'Ostensione Torino propone ai visitatori della Sindone anche altre esperienze culturali.
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Fino al 30 giugno il Museo Diocesano accoglie un capolavoro del rinascimenti italiano: il
“Compianto sul Cristo morto” del Beato Angelico. Il dipinto risale al 1436 e raffigura Gesù tra
le braccia di Maria subito dopo la deposizione dalla croce: ha quindi un forte legame simbolico con
l'immagine del Sacro Lino. Il Museo Diocesano si trova nella cripta del Duomo, cosa che ha permesso
di collocare l'opera del Beato Angelico in una posizione suggestiva: esattamente al di sotto della teca
contenenente la Sindone, esposta in Cattedrale. L'allestimento è curato da monsignor Timothy Verdon,
storico dell'arte, direttore del Museo del Duomo di Firenze. Per informazioni:
www.museodiocesanotorino.it
Per gli amanti dell'arte contemporanea, fino al 19 giugno il Centro congressi Santo Volto ospita “Holy
Mistery”, una riflessione sul sacro nella società attuale attraverso più di 40 opere di artisti affermati
ed emergenti. L'ingresso è gratuito. Il periodo dell'ostensione è inoltre caratterizzato da un ricco
programma musicale, con quattro eventi incentrati sul repertorio sacro, sia antico che contemporaneo.
Il concerto d'apertura, domenica 19 aprile, è affidato al grande violinista Uto Ughi. Per informazioni:
www.congressisantovolto.com
FOTO
L'altra movida: in preghiera davanti alla Sindone per la Notte bianca della fede
L'altra movida: in
preghiera davanti alla
Sindone per la Notte
bianca della fede
Sindone, ecco le prime
immagini dell'Ostensione
I tesori della Sindone in
mostra al Palazzo Reale di
Torino
La Sindone e i Papi
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