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100 RISPOSTE SULLE ALLERGIE
Antonella Guidoboni
Lombar Key - €12,00
IL LIBRO
L’allergia è uno dei principali problemi sanitari dei paesi
industrializzati in costante aumento. In Italia si stima che quasi
il 30% della popolazione sia affetta da una o più
sensibilizzazioni allergiche, mentre solo dieci anni fa la
percentuale appariva del 10-15%. Negli Stati Uniti, in Francia,
in Inghilterra e nei Paesi Scandinavi la percentuale è molto più
alta. In “100 risposte sulle allergie”, la dottoressa Antonella
Guidoboni, specialista in Allergologia ed Immunologia
Clinica, sottolinea la necessità di informazioni più adeguate e
aggiornate sull’argomento insieme con la necessità di sfatare
alcuni luoghi comuni radicati ma spesso fuorvianti e dannosi.
La conoscenza e la comprensione dei fattori che stanno alla
base di qualsiasi malattia rappresentano il primo passo per il
successo terapeutico e il miglioramento della qualità di vita
delle persone che ne soffrono.
Documenti: le malattie allergiche
Il significato letterale della parola allergia è “reazione anomala”. Nelle persone
allergiche, il sistema immunitario produce particolari anticorpi, le immunoglobuline
IgE, verso materiali normalmente innocui (pollini, acari, alimenti, farmaci, veleni di
insetti, ecc.), che, dopo il legame, provocano la liberazione di sostanze chimiche
(mediatori) da parte di caratteristiche cellule presenti nelle mucose e producono una
reazione infiammatoria, che sta alla base della reazione allergica.
L’allergia è uno dei principali problemi sanitari dei paesi industrializzati ed è in costante
aumento. In Italia, l’allergia colpisce circa il 15% della popolazione. Circa 10 milioni
di persone soffrono di allergia, 5 milioni delle quali sono asmatici. La rinite colpisce il
25% dei giovani adulti e circa il 9% dei bambini in età scolare. Negli Stati Uniti, in
Francia, in Inghilterra e nei Paesi Scandinavi la percentuale di allergici è molto più alta.
Come e perchè si diventa allergici?
Allergici si nasce. L’allergia è una malattia ereditaria e si conoscono anche i geni
coinvolti. Le malattie allergiche, con accertato meccanismo mediato da IgE, si
chiamano anche atopie (termine usato soprattutto nei paesi anglosassoni). Tuttavia non
si eredita la specificità ma solo la predisposizione allergica, infatti i fattori favorenti la
malattia possono essere:
 Ereditari, se entrambi i genitori sono stati o sono allergici, oppure se uno dei
genitori o una sorella/fratello è stato o è allergico.
Le indagini statistiche hanno messo in evidenza che un bambino con entrambi i genitori
allergici rischia di diventare allergico nel 70% dei casi, ma aumenta all’80% se i
genitori soffrono della stessa malattia allergica. Il rischio è del 40-60% se è allergico
solo uno dei genitori e del 30-40% se colpisce un fratello o un altro parente stretto.
 Ambientali, in seguito ad esposizione al fumo, contatto con animali con pelo,
specialmente durante la prima infanzia, alto livello di concentrazione allergenica
nell’abitazione (acari o muffe), oppure esposizione precoce al latte di mucca, alle
proteine delle uova o del pesce durante i primi sei mesi di vita.
Un contatto ripetuto e prolungato con determinate sostanze (polveri di casa, epitelio
di animali, tessuti, metalli, ecc.), le abitudini alimentari e le condizioni atmosferiche
possono concorrere a favorire l’insorgenza di disturbi allergici. Anche il processo di
industrializzazione gioca un ruolo veramente importante; ecco perchè il maggior
numero di allergici si conta nei Paesi più industrializzati e nei grossi centri urbani.
 Infettivi: batteri, funghi e virus, nei primi anni di vita, possono provocare
infiammazioni con danni a carico di organi diversi. Nelle infezioni virali, l’agente
infettivo può essere riconosciuto come allergene e le IgE fissate ai mastociti
possono scatenare una vera e propria infiammazione allergica legandosi al virus.
È molto più probabile che l’allergia si sviluppi nei figli unici piuttosto che in bambini
cresciuti in famiglie numerose. Un’esagerata sterilizzazione dell’ambiente e talvolta
l’abuso di antibiotici ed altri farmaci durante l’infanzia possono determinare una
maturazione insufficiente o ritardata del sistema immunitario con conseguente maggiore
rischio di allergie.
Classificazione

Allergia respiratoria colpisce il sistema respiratorio, cioè naso, occhi e bronchi
con rinite,congiuntivite e/o asma. I sintomi sono starnuti, naso che cola, occhi
arrossati e pruriginosi, respiro faticoso. Nella maggior parte dei casi è provocata
da allergeni inalanti, quali polline di alberi e/o piante, acari, animali, muffe. La
prevalenza dell’asma si aggira tra il 3 e l’8% della popolazione adulta, mentre
dati epidemiologici sulla popolazione infantile indicano che, in età scolare, un
bambino su 10 soffre di asma.

Allergia alimentare si manifesta a carico di vari organi ed apparati. I sintomi
sono eczema cutaneo, nausea, vomito, diarrea, coliche addominali, edema della
gola e nei casi più gravi shock anafilattico. Spesso è provocata da allergeni da
ingestione, quali latte di mucca, uova, arachidi, pesce oppure da farmaci. Le


intolleranze alimentari colpiscono circa l’8% dei bambini con meno di 6 anni e
circa l’1-2% delle popolazione adulta.
Allergia cutanea, detta anche dermatite da contatto e/o eczema allergico. I
sintomi sono prurito, bruciore e/o arrossamento, con formazione di vescicole.
Nella maggior parte dei casi è causata da allergeni ambientali, come metalli,
profumi, creme e lattice. Questo tipo di allergia è la più frequente nei bambini
con meno di 11 anni, ed è aumentata dal 3% al 10% negli ultimi anni.
L’orticaria e l’angioedema colpiscono circa il 15% della popolazione ogni anno.
Allergia alle punture d’insetti colpisce diversi organi ed apparati. I sintomi
sono debolezza, capogiri, senso di costrizione toracica, difficoltà respiratoria,
edema della gola e/o della lingua, orticaria generalizzata, e nei casi più gravi
shock anafilattico. Nella maggiore parte è provocata da allergeni contenuti nel
veleno degli insetti.
La prevenzione
Circa il 10-30 % della popolazione presenta sintomi di una o più malattie di origine
allergica, quale asma, rinite, congiuntivite, eczema. La prevenzione viene attuata
attraverso una serie di misure specifiche che hanno come scopo l’allontanamento
dell’allergene dall’ambiente in cui vive la persona allergica. Talvolta l’eliminazione del
contatto con l’allergene è di difficile attuazione, mentre più semplice è ridurre il carico
pollinico che viene a contatto con l’apparato respiratorio.
Le malattie allergiche sono in continua crescita nei Paesi occidentali, in particolare nei
bambini. Questo riguarda soprattutto le allergie provocate da allergeni di animali
(acaro, cane, gatto, scarafaggi) presenti negli edifici. L’acaro è un parassita non visibile
ad occhio nudo che infesta materassi, cuscini, tappeti, divani e poltrone: in queste sedi
l’acaro trova le condizioni ideali di sviluppo, cioè una temperatura intorno ai 20°C e
un’umidità relativa compresa tra il 60-80%. Il rischio maggiore è per neonati e bambini,
nei quali l’allergia all’acaro costituisce oltre il 50 % del totale delle manifestazioni
allergiche, con un’incidenza del 10-15% nella dermatite atopica. Diventa pertanto di
fondamentale importanza una corretta profilassi ambientale.
La diagnosi
Una diagnosi corretta comprende un’attenta anamnesi del paziente e delle
caratteristiche, del periodo e delle modalità di insorgenza dei sintomi, delle sedi e
apparati coinvolti, eventuali aggravamenti, trattamenti e loro beneficio. Il primo test
diagnostico è lo skin prick-test o test cutaneo, attraverso l’applicazione sulla cute
dell’avambraccio di piccole quantità di estratti allergenici. Tramite un prelievo di
sangue (RAST) è possibile migliorare la diagnosi identificando e dosando gli anticorpi
IgE specifici verso gli allergeni, responsabili della sintomatologia in atto.
A questo punto, il medico è in grado di effettuare una diagnosi corretta e iniziare un
trattamento specifico, attraverso l’uso di farmaci sintomatici. Tuttavia se si desidera
intervenire sulle cause è necessario ricorrere ai vaccini antiallergici specifici
(immunoterapia specifica/iposensibilizzazione), effettuati attraverso iniezioni sotto la
cute o inserendo gli estratti di allergene in piccole gocce sotto la lingua. L’effetto della
terapia può durare da 3 a circa 5-10 anni dopo il suo completamento.
La cura
Il trattamento delle patologie allergiche respiratorie può essere di tipo sintomatico o di
tipo causale. I farmaci appartenenti alla categoria degli antistaminici, cortisonici e
broncodilatatori, agiscono in modo sintomatico, rispettivamente inibendo il rilascio di
mediatori responsabili delle manifestazioni allergiche, interrompendo la fase
infiammatoria e modificando il calibro delle vie aeree. La terapia causale mette in atto
modificazioni a carico del sistema immunitario indotte dal trattamento specifico,
iposensibilizzante, comunemente chiamato vaccino.
I due trattamenti possono essere utilizzati in modo sinergico e complementare. Con la
loro azione antinfiammatoria, i sintomatici possono mettere il soggetto nella condizione
ideale per l’assunzione di una terapia specifica con vaccino iposensibilizzante e la
terapia terminerà solo quando il vaccino avrà indotto una modificazione del difetto
immunologico e di conseguenza solo quando l’infiammazione sarà definitivamente
scomparsa e con essa anche i sintomi.
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