CASELLA INTIMO Mostra a cura di Simone Solinas Con la consulenza di Fiamma Nicolodi Concept grafico Francesco Panico/ Mood-design.it Immagini e documenti provenienti da Fondazione Giorgio Cini Onlus/ Fondo Alfredo Casella Archivio Storico del Teatro Regio Collezioni private Manifestazione realizzata nell’ambito del Festival Alfredo Casella 11-24 Aprile 2016 2 Ritratto del padre Carlo 1 Targa commemorativa collocata in via Cavour 41 a Torino, casa natale di Casella 3 Ritratto della madre da anziana 4 Ritratto di Galileo Ferraris 5 Ritratto di Alfredo nel 1894 Torino 1883 1 Alfredo Casella nasce a Torino il 25 luglio 1883, in via Cavour al numero 41. La sua è una famiglia di musicisti: il nonno paterno, il genovese Pietro Casella, già violoncello solista al Teatro di San Carlo di Lisbona, dal 1832 era passato alla Regia Cappella di Carlo Alberto di Savoia (era tra l’altro in stretti rapporti con il concittadino Niccolò Paganini). I suoi tre figli sono tutti violoncellisti: Cesare, Gioacchino e Carlo. 2 Padre di Alfredo è quest’ultimo, nato nel 1834 a Torino, dove ha insegnato al Liceo Musicale e dal 1872 al 1886 è Primo Violoncello nell’Orchestra dei Concerti Popolari. 3 La madre, anche lei torinese, è Maria Bordino, eccellente pianista formatasi alla scuola di Carlo Rossaro, wagneriano della prima ora; Maria sarà a lungo la prima insegnante di Alfredo, che inizierà lo studio dello strumento dall’età di 5 anni. Il nome gli è dato dal padrino di battesimo, Alfredo Piatti, tra i maggiori violoncellisti italiani del secolo. L’affezione e la stima di Alfredo Casella per le proprie origini torinesi si sarebbe riflessa, mezzo secolo più tardi, nello splendido omaggio che schiude la sua autobiografia, I segreti della giara: «È consuetudine assai diffusa l’affermare che il Piemonte sia scarsamente musicale e più che modesto il suo contributo alla storia della musica italiana. Ed è vero infatti che il Piemonte conta pochi compositori di fama universale. Ma – analogamente a quanto avviene per l’Inghilterra – la musicalità di un popolo non si misura solamente sulle sue facoltà creatrici, ma anche sull’interesse, sull’amore che esso può dimostrare a quell’arte partecipandovi sia pur solamente come massa ascoltatrice. Ed allora sarà bene [...] di indugiarci un istante ad un rapido sguardo di insieme su quello che fu la vita musicale di Torino nello scorso secolo e principalmente alla fine di quel secolo, pensando l’autore di questo libro che quell’ambiente abbia fortemente, decisivamente contribuito alla formazione del suo carattere artistico e della sua personalità». 4 Accanto a quella per gli studi musicali, è forte la passione per le materie scientifiche, in particolare la chimica e l’elettrotecnica. Anche in virtù di questa particolare indole, nel 1892 conosce Galileo Ferraris, che diventa ospite abituale della casa: «quando egli seppe che esisteva a Torino un fanciullo che amava in pari tempo Bach, Beethoven e l’elettrotecnica, volle conoscerlo. E così venne numerose volte a casa, facendomi suonare per lui (egli aveva una vera e propria adorazione per la musica), interrogandomi sui miei studi scientifici e divertendosi un mondo del modo col quale rispondevo alle sue domande, spingendo la mia sfacciataggine infantile sino al punto di contraddirlo oppure di dargli dei consigli sui suoi lavori!». Ascoltato dal pianista, compositore e direttore d’orchestra Giuseppe Martucci, viene consigliato nella scelta di proseguire gli studi in ambito musicale (anziché scientifico) e di ultimarli all’estero, per ricevere una formazione di prim’ordine. Il consiglio viene ribadito anche da Antonio Bazzini, direttore del Conservatorio di Milano. 5 Vero e proprio enfant prodige, nel 1894, all’età di 11 anni, tiene il suo primo concerto pubblico, al Circolo degli Artisti di Torino. Due anni più tardi arriverà il primo concerto con orchestra, al Teatro Carignano. Al Teatro Regio, seduto in un palco accanto a Galileo Ferraris, assiste nel 1895 alla prima italiana del Crepuscolo degli dèi di Wagner, sotto la direzione di Arturo Toscanini. Dopo tanta musica da camera e alcuni primi contatti con quella sinfonica, assiste per la prima volta a un’opera e gli resta un ricordo molto intenso. 6 à mon excellent confrère et ami Alfred Casella bien cordial souvenir, Alfred Bruneau 8 7 — À Alfred — [seguono diversi righi di musica, sotto l’indicazione agogica “Vif”] ... Juin 1905 George Enescu Alfredo Casella nel 1901 10 9 à Alfredo Casella éminent photographe et musicien Maurice Ravel Maurice Ravel, Vaclav Nijinskij e Bronislava Nijinska sul balcone di casa Ravel, avenue Carnot 4 a Parigi Foto scattata da Alfredo Casella Parigi 1896 In un primo viaggio esplorativo compiuto con la madre nel gennaio 1896 è ricevuto da Louis Diémer, docente di pianoforte nel Conservatoire, che lo accetta nella propria classe per l’autunno successivo. La fiducia riposta dal grande pianista è tale che Casella è invitato a suonare davanti ai suoi allievi (tra questi Alfred Cortot). Rientrati a Torino, nell’estate le precarie condizioni di salute del padre peggiorano improvvisamente e Alfredo rimane orfano a 13 anni. Le condizioni familiari ed economiche rendono incerto il previsto trasferimento a Parigi, ma nonostante i consigli di molti a rimanere a Torino, la madre trova infine il coraggio di affrontare il viaggio (e il trasloco). Viene ammesso nella classe di pianoforte, tra la freddezza e invidia dei compagni, ed entra pure come uditore nella classe di armonia di Xavier Leroux. A dicembre riceve il primo compenso per un’esecuzione tenuta in casa di un famoso medico della capitale. Iniziano le frequentazioni con intellettuali nei salotti buoni della capitale. 6 Nel 1897 comincia a collaborare con il compositore Alfred Bruneau, di cui realizza lo spartito per canto e piano dell’Intermezzo dell’opera Messidor, da poco data in prima rappresentazione all’Opéra. Seguiranno le trascrizioni dei Préludes dalle opere L’Ouragan e L’Enfant roi. 7 Negli stessi mesi Casella inizia una collaborazione come pianista accompagnatore con il baritono fiorentino Antonio Baldelli, collaborazione che gli apre «le porte delle maggiori case dell’aristocrazia e della alta borghesia». 8 Tra le prime solide amicizie che nascono a Parigi c’è quella con George Enescu, compagno di studi in Conservatorio: Casella nutre grande ammirazione per lui, che gli fa apprezzare Schubert e Brahms. 9 10 Si iscrive alla classe di composizione di Gabriel Fauré, dove conosce Maurice Ravel, di cui diviene intimo amico. «Con Ravel, ci legammo subito di solida amicizia. Egli era, sin da quegli anni di scuola, una personalità che faceva già molto parlare di sé. [...] rappresentava in Conservatorio un elemento di inquietudine, che veniva guardato con estrema diffidenza e sul quale si raccontavano ogni sorta di aneddoti e di pettegolezzi. Egli vestiva sin da allora assai elegantemente e portava una doppia barba tipo Francesco Giuseppe che gli conferiva un aspetto buffissimo. Appena mi avvicinai a lui, compresi quale forza spirituale abitasse quel minuscolo omino e cercai di frequentarlo il più possibile». Ravel gli trasmette la conoscenza dei russi, da Musorgskij al Gruppo dei Cinque. La dedica si riferisce alla passione di Casella per la fotografia, testimoniata da alcune foto fra cui questa, molto bella, con Ravel e il grande ballerino Vaclav Nijinskij, che nel 1912 aveva danzato nel suo Daphnis et Chloé, qui insieme alla sorella, la coreografa Bronislava Nijinska. Casella pubblicherà con Ravel la serie di musiche À la manière de... (1913) e sarà primo interprete di alcune sue composizioni: Trio in la minore per pianoforte, violino e violoncello (1915, Salle Gaveau), La Valse per pianoforte a quattro mani (1920, Vienna) e Chansons madécasses (1926, Salle Érard). Nell’aprile del 1902 va in scena all’Opéra-Comique Pelléas et Mélisande di Debussy, preceduta da settimane di indiscrezioni e polemiche sui giornali. Casella assiste alla prova generale registrando il clamore suscitato nella maggior parte del pubblico: «Debussy rimase tuttavia di una calma imperturbabile, e solo un suo estremo pallore lasciava tradire il dramma interiore che celava quella apparente insensibilità. Riuscii appena ad intravederlo un momento alla fine dell’opera, ma ricordo ancora la serena calma colla quale mi stese la mano, chiedendomi come mi era piaciuto il lavoro». 11 A Monsieur Alfred Casella, instrumentateur d’Islamey, pour bon souvenir de la part de M. Balakirew 11 Novembre 1907 12 à Monsieur Alfred Casella en souvenir de Nicola Rimsky-Korsakow 31 Octobre 1907 13 14 A Monsieur Alfred Casella en souvenir d’admiration et de sympathie Alexandre Glazunov 13 Nov. / 1907 / St. Petersbourg A Alfred Casella Léon Tolstoy. 3 Decembre 1909. I primi viaggi in Russia Nella primavera del 1907 Sergej Djagilev organizza cinque concerti di musica russa all’Opéra di Parigi: grandi esecuzioni che producono una profonda impressione sul mondo musicale parigino. Tra i compositori invitati a dirigere ci sono Aleksandr Glazunov, Milij Balakirev e Nikolaj Rimskij-Korsakov. 11 In estate Casella realizza di propria iniziativa la strumentazione per orchestra della fantasia per pianoforte Islamey di Milij Balakirev – incurante del divieto già imposto dall’autore a Saint-Saëns e a Cortot – e la spedisce al compositore, a San Pietroburgo. Grazie a una tournée della Société des Instruments Anciens, di cui fa parte dall’anno prima come clavicembalista, nell’inverno Casella è in Russia e riesce a incontrare il maestro russo, che ne elogia il lavoro («straordinariamente ben orchestrato») e che raccomanderà la pubblicazione della trascrizione all’editore Jurgenson di Mosca. Lo stesso lavoro desta ovunque viva curiosità – Ravel ne avrebbe scritto: «ha trasformato una brillante fantasia per pianoforte in un brano sinfonico altrettanto sfolgorante». 12 Incuriosito dal lavoro, Nikolaj RimskijKorsakov invita Casella nella sua abitazione e gli commenta dettagliatamente la composizione, fornendogli utili suggerimenti. Nel 1908, a Parigi, Casella avrebbe eseguito per la prima volta due frammenti dal Gallo d’oro, quando l’opera del musicista russo non era stata ancora rappresentata. 13 Vede anche Aleksandr Glazunov, entusiasta della strumentazione di Islamey: «Fui poi da Glazunov, il quale lodò pure molto il lavoro. Era un uomo gigantesco e timidissimo e che beveva dalla mattina alla notte. Anche da lui ebbi alcuni buoni consigli, benché di ordine assai inferiore a quelli del vecchio Rimskij, il quale evidentemente in fatto di strumentazione la sapeva assai più lunga dei suoi colleghi». 14 Due anni più tardi, nel 1909, una nuova tournée della Société des Instruments Anciens, invitata da Sergej Koussevitzky, porta Casella di nuovo in Russia. Il mecenate e direttore d’orchestra accompagna tutto l’ensemble a casa di Lev Tolstoj: è una giornata fatta di molta musica e intensi scambi a stretto contatto con uno dei grandi della letteratura, cui Casella dedica una piacevolissima pagina della sua autobiografia. «Sulla porta della grande casa di legno – assai semplice esteriormente – ci attendeva un domestico con una corona da conte su ogni bottone della livrea [...]. Entrati nell’anticamera, trovammo Tolstoj vestito colla solita blouse da mužik [paesano] e gli stivaloni che ci accolse molto festosamente. Ci disse, in un purissimo francese, di aver già udito in sogno, nella precedente notte, la nostra musica, ma di essere però certo che quella che gli avremmo donata sarebbe ancora più bella. Subito ci pose al lavoro e suonammo per circa due ore. Egli era instancabile e chiedeva sempre qualche cosa di nuovo. [...] Visitammo la casa. Egli viveva in una modestissima cameretta di tipo francescano: un lettino di ferro, un lavabo e, in una piccola biblioteca a capo del letto, libri sacri in molte lingue (egli ne leggeva correntemente quattordici, tra cui il latino, il greco, l’ebraico e l’arabo). A pianterreno, vi era la camera ove egli aveva scritto quasi tutti i suoi maggiori capolavori, tra cui Resurrezione ed Anna Karenina, studio esso pure di estrema semplicità. Il tardo pomeriggio si passò in piacevoli conversazioni. Tolstoj si informò minutamente della mia vita, dei miei genitori, e mi disse che gli sembravo troppo gracile e che avrei dovuto curare la salute non meno dello spirito. Dopo cena, si ricominciò a fare musica di ogni genere. Suonammo musica antica; io suonai pezzi di pianoforte; accompagnai Koussevitzky che suonò da par suo varie musiche. La notizia del concerto si era sparsa nei dintorni, e numerosi contadini si erano introdotti furtivamente nelle camere adiacenti ad ascoltare. Quando Tolstoj se ne accorse, fece entrare tutti questi popolani, offrendo egli stesso da sedere alle donne. Alle undici, ora nella quale egli si coricava invariabilmente, si alzò e tutti noi con lui. Ci disse, con una voce che sento ancora risuonare nel mio orecchio: “Vi sono infinitamente grato di questo vostro dono musicale; vi auguro ogni bene, e spero di rivedervi ancora su questa terra, oppure, nell’al di là”, ed aggiunse sorridendo stranamente: “s’il y a un au-delà...”». 15 Ritratto e lettera di Camille Saint-Saëns (v. trascrizione nel testo) 17 Al mio caro amico Alfrèd Casella Gustav Mahler Paris Ottobre 1909 18 Alfred Cortot 16 à Casella, bien affectueusement Gabriel Fauré X 1913 Schieramenti opposti 15 Nel 1908 Casella chiede appuntamento a Camille Saint-Saëns per sottoporgli un proprio lavoro e il compositore francese, allora settantaduenne, risponde: «24 Sept. 1908 / Certes, mon cher ami, cela m’intéresserait bien fort; mais j’ai déjà plus de travail que de temps… pour m’occuper du travail des autres. Voulez-vous un bon conseil ? Faites comme moi qui de l’âge de 17 ans n’ai montré mon travail à personne. Bien à vous / C. Saint-Saëns». La risposta di Casella sarebbe arrivata trent’anni dopo nella sua autobiografia: «È una lettera che ho preziosamente conservata, perché tipica della mentalità del suo autore. Debbo tuttavia aggiungere che non mi è riuscito di seguire il suo esempio e che ho speso gran parte della mia vita ad aiutare gli altri». Nello stesso anno prima esecuzione della Sinfonia in si minore a Monte-Carlo, sotto la direzione di Casella, che esordisce come direttore a Parigi, in un concerto alla Salle Gaveau. 16 Su iniziativa di Ravel, nel 1909 viene fondata la Société Musicale Indépendante, in contrapposizione alla Société Nationale de Musique, di impronta sempre più conservatrice. I fondatori – Florent Schmitt, Jean Roger-Ducasse, Jean Huré, Louis Aubert, Émile Vuillermoz, Manuel de Falla, Joaquin Turina ed Alfredo Casella – eleggono primo presidente Gabriel Fauré. Casella avrebbe assunto la carica di segretario generale dal 1911 al 1914. 17 Nello stesso anno incontra per la prima volta Gustav Mahler, di cui conosce quasi a memoria (e venera) tutte le sinfonie, a quel tempo pressoché sconosciute in Francia. «Era un uomo assai piccolo, di un tipo vienneseboemo alquanto “schubertizzante”. Era nervosissimo e non stava un secondo tranquillo. Fu subito assai affettuoso con me, e quando vide che sapevo a memoria tanta musica sua, ne rimase sinceramente commosso. Ho conservato di lui una delle più nobili impressioni che mi abbia mai prodotto un musicista». Casella verrà invitato a tenere la prolusione al Mahlerfest di Amsterdam nel 1920 dove, sotto la direzione di Willem Mengelberg, fu eseguita per la prima volta al mondo l’intera opera mahleriana. 18 Nel 1911 Fauré gli propone la cattedra di pianoforte, ma in vista di un auspicato rientro in Italia rifiuta, perché sarebbe costretto a prendere la cittadinanza francese. Decide però di accettare fino al 1914 la sostituzione di Alfred Cortot, tenuto lontano da Parigi per i molti concerti, come docente nella sua classe di pianoforte al Conservatorio di Parigi: «Era questa una alta responsabilità, perché Cortot maestro non si sostituisce tanto facilmente. Feci quindi del mio meglio e credo che tanto egli quanto le alunne (era una classe femminile) siano rimasti soddisfatti poiché ebbi per tre anni successivi questo incarico». Nel 1912 Casella inaugura un’iniziativa inedita per Parigi, organizzando al Trocadéro una serie di concerti popolari con musiche comprese dal classicismo ai contemporanei (Strauss, Mahler, Schmitt, Debussy, Dukas, ecc.). 20 À mon cher ami et admirable collaborateur! 30 juin 1913 Paris 22 A un véritable artiste Alfred Casella qui est digne de plus qu’un accord parfait c’est pourquoi en lui dédiant ces deux ci (provisoirement) [seeguono accordi] je lui donne la promesse d’en composer et dédier davantage. Son fidèle ami et confrère Igor Strawinsky Clarens 27 ... 19 à Alfredo Casella bien affectueusement Florent Schmitt M.CM.XIII 21 Pour Al. Casella qui joue très bien du piano. Paris 1914. Claude Debussy Salotti e rivoluzioni musicali 19 Negli anni che precedono la Grande guerra, a Parigi è ancora viva la tradizione ottocentesca dei salotti intellettuali. Casella frequenta in particolare quello di Ida e Cipa Godebski, luogo di ritrovo di molti artisti figurativi (da Bonnard a Redon), scrittori (da Cocteau a Valéry) e di tutto il gruppo della Société Musicale Indépendante, intorno alla quale si erano raccolti i compositori di più ampie vedute. Tra questi Florent Schmitt, figura fuori dagli schemi e vincitore del Prix de Rome nel 1900. Il 29 maggio 1913 va in scena al Théâtre des ChampsElysées la prima rappresentazione del Sacre du Printemps di Igor’ Stravinskij, con la coreografia di Vaclav Nijinskij. Casella è testimone diretto di quell’avvenimento storico e identifica nella partitura la fine di un’epoca e l’inizio dell’«età della costruttività» e della «sovranità perenne della tonalità»: «L’avvento di quella ciclopica e terrificante musica segna una data decisiva nella storia della musica, e non è certo esagerato il paragonare l’importanza storica del Sacre a quella della Nona Sinfonia». 20 Nei mesi successivi Casella lavora a Notte di maggio per voce e orchestra, sui versi di Giosuè Carducci. Completato il lavoro nell’estate, l’Autore lo dirigerà il 29 marzo 1914 al Théâtre Municipal du Châtelet, nell’ambito dei Concerts Colonne; ne sarà prima mirabile interprete, il soprano polacco, naturalizzato francese, Marya Freund, dedicataria del lavoro. 21 Nel 1914 Casella riprende l’attività pianistica, che si affianca a quella di direttore d’orchestra. In queste vesti esegue diversa musica di Claude Debussy, che frequenta assiduamente per riceverne consigli e indicazioni. «Ebbi pure occasione di fargli udire numerose sue composizioni pianistiche, riuscendo ad ottenere la sua calda approvazione, cosa che egli accordava a ben pochi interpreti, essendo incontentabile. Era timidissimo, e come tale si riparava dietro un velo di rudezza, che si mutava però prima o poi in sincera affettuosità. Golosissimo, non lasciava mai nessuno preparare il tè, che egli confezionava con una scienza ed una pazienza tutte orientali. Lo si vedeva ogni mattina nell’Avenue Victor-Hugo (abitavamo vicino, egli in fondo all’Avenue du Bois de Boulogne ed io nell’Avenue de la Grande Armée), accompagnato dal suo fido cane, procedere all’acquisto di formaggi prelibati e di frutta di lusso per la tavola». Quando il 24 maggio 1915 l’Italia entra in guerra, al fianco di Francia, Gran Bretagna e Russia. Casella organizza un concerto per due pianoforti a favore della Croce Rossa e ottiene la partecipazione di Debussy: «Per le nostre prove, egli fece trasportare nel salotto, accanto al pianoforte a coda, il Bechstein verticale del suo studio. E così passammo una intera settimana a provare non solamente Ibéria, ma anche ci divertimmo a passare in rassegna molte musiche per due pianoforti: Bach, Mozart, Chabrier ed alcuni poemi sinfonici di Liszt. Debussy provava una gioia estrema in queste sedute, che hanno lasciato in me una impressione che non esito a definire come una fra le più profonde ed incancellabili della mia vita di musicista». 22 Il 14 febbraio 1915 dirige per la prima volta in Italia, all’Augusteo di Roma, presentando un programma tutto contemporaneo. Tra i brani proposti in prima esecuzione italiana anche la suite di Petruška, alla presenza di Sergej Djagilev e di Igor’ Stravinskij. «Le prove erano state laboriosissime. L’orchestra si trovava di fronte ad una musica mai sognata prima e che era anche, a quei tempi, di una difficoltà enorme [...] Alle due ultime prove del sabato però, l’orchestra fu perfettamente a posto [...]. E così Stravinskij ebbe, il giorno seguente, il suo ingresso trionfale in Italia. Alcuni giorni dopo, diedi un concerto pianistico a Santa Cecilia [che] ebbe lietissimo esito, e Stravinskij, che assisteva con Djagilev in prima fila, ebbe ad abbracciarmi alla fine, dicendomi candidamente: “non sapevo che suonavate così bene il pianoforte!”». 24 À Casella en souvenir inoubliable des Pagine di guerra et A notte alta. De son ami Leopold Stokowski 23 Ad Alfredo Casella per grande ammirazione Cordialmente Arturo Toscanini 29-5-916 25 à Casella E. Ysaÿe, en souvenir de nos débuts à Fort Thomas, un jour de bonne musique. En admiration ... 1921 27 26 Ad Alfredo Casella fratello nella Religione della Musica il Lanciere bianco che scoperse la più alta melodia nel rombo dei motori alati. Gabrilel d’Annunzio A Don Alfredo questa immagine: “prima della cura” G. Francesco Malipiero Asolo, aprile MCMXXIV Roma 1915 Nell’ottobre 1915 Casella si trasferisce definitivamente a Roma. 23 All’Augusteo, nel 1916, è invitato per due concerti Arturo Toscanini; in programma Petruška e un concerto wagneriano. L’anno seguente Toscanini sarebbe stato (insieme a Ferruccio Busoni e a Marco Enrico Bossi) presidente onorario della Società Italiana di Musica Moderna, fondata da Casella insieme a Respighi, Pizzetti e Malipiero. Casella avrebbe ricordato il rapporto con il celebre direttore d’orchestra con queste parole: «fu per me una immensa gioia il rimanere un mese vicino a Toscanini nella magica atmosfera della sua arte. Egli era veramente caro ed affettuoso con me, come sempre del resto si dimostrò nei miei riguardi». Nel luglio del 1921 sposa in seconde nozze Yvonne Müller, da cui avrà una figlia, Fulvia, nel 1928. 24 Dopo l’estate parte per il primo viaggio negli Stati Uniti, per una tournée di concerti pianistici. I primi appuntamenti sono sotto la direzione di Leopold Stokowski, prima a Filadelfia, dove vengono eseguite le Pagine di guerra, poi alla Carnegie Hall di New York, con la prima esecuzione di A notte alta nella versione per pianoforte e orchestra, alla tastiera l’autore. 25 Durante i due mesi negli States tiene diversi recital solistici e concerti con le orchestre di Detroit e di Cincinnati. Qui ritrova l’amico violinista Eugène Ysaÿe, conosciuto anni prima a Parigi, alla guida dell’orchestra con cui esegue la rapsodia Italia (composta nel 1909). I numerosi impegni come interprete e una certa conflittualità sorta internamente al Conservatorio di Santa Cecilia inducono Casella alle dimissioni dalla cattedra di pianoforte nel 1922. Nel 1923 tiene una seconda, trionfale tournée negli Stati Uniti, sia come pianista sia come direttore. 26 27 In Italia fonda con Gian Francesco Malipiero e Gabriele D’Annunzio la Corporazione delle Nuove Musiche, che viene a costituire la sezione italiana della Società Internazionale per la Musica Contemporanea. Casella ne assume de facto la direzione e per cinque anni organizzerà numerosi concerti dedicati alla musica contemporanea, in tutta la penisola e all’estero. Trascorre l’estate con Malipiero, che resterà un amico fidato e che in quei mesi deve sottoporsi a un intervento di ipertiroidismo, fonte di qualche apprensione. 29 Foto di gruppo con gli artisti coinvolti nella tournée italiana di Pierrot Lunaire Al centro Arnold Schönberg, Erika Wagner e Alfredo Casella 28 Ad Alfredo Casella in memoria di alcuni giorni di comune lavoro e di una buona amichevole serata, con sincera cordialità Ildebrando Pizzetti Firenze 26 giugno 1924 31 Afredo Casella, Luigi Pirandello e Jean Börlin a Monteluco nel 1924 per la stesura del libretto del balletto La giara 30 Caro Amico Casella [segue rigo musicale con citazione variata dai Maestri cantori di Norimberga: “Mi richiamate severamente”] Ma Lei sa che non è per mancanza d’amicizia che non Le ho scritto. Mi ha fatto proprio tanto piacere conoscere in Lei una persona cordiale e amabile e uno straordinario musicista. Arrivederci a presto, da noi o da Lei. Suo Arnold Schönberg / Praga, 6/6.1924 Nuove musiche per l’Italia 28 Nel 1924 la Corporazione delle Nuove Musiche tiene a battesimo i primi concerti con musiche di contemporanei, italiani e non, da Bartók (presente come pianista) a Stravinskij (prime italiane dell’Histoire du soldat e dell’Ottetto per strumenti a fiato), da Hindemith (presente col suo quartetto) a Ravel, da Malipiero e Respighi a Ildebrando Pizzetti. Con quest’ultimo, conosciuto a Parigi nel 1913, di lì a poco sarebbe sorta una querelle pro e contro Giuseppe Verdi. Nel 1914, peraltro, Casella lo aveva inserito in un concerto di musica contemporanea italiana alla Salle des Agriculteurs di Parigi. 29 30 Un’importantissima iniziativa realizzata dalla Corporazione è la tournée di Arnold Schönberg per il debutto italiano del Pierrot lunaire; l’operamanifesto dell’espressionismo, sotto la direzione dell’autore, nel mese di aprile tocca sette città: Roma, Milano, Napoli, Firenze, Torino, Venezia e Padova. «Il giro fu una serie di rumorosi scandali. Ogni sera, in ogni città si scatenava invariabilmente una reazione violentissima del pubblico, che rendeva arduo il compito degli esecutori e persino difficile il sentire la musica. Schönberg poi – che è un uomo di natura spaventosamente irrequieta ed agitatissima – non capiva perché la sua musica potesse destare tanta opposizione e voleva tornarsene a Vienna dopo ogni concerto. [...] A Firenze tuttavia, egli aveva avuto una viva soddisfazione. Puccini era venuto appositamente da Torre del Lago per sentire quel lavoro che lo interessava enormemente e del quale egli aveva recato con sé una partitura. Prima dell’esecuzione, volle essere presentato a Schönberg, per il quale ebbe parole non solamente cortesi ma anche di alta ammirazione. Era uno spettacolo curiosissimo di vedere a colloquio quei due musicisti che rappresentavano due arti così diverse, animati però da tanta reciproca cordialità e stima». 31 Nella primavera di quell’anno Casella riceve (per tramite di Erik Satie) l’invito a comporre un nuovo balletto. La commissione, giunta da Rolf de Maré, il fondatore e impresario dei Ballets suédois di Parigi, porta alla creazione de La giara, balletto tratto dalla novella di Luigi Pirandello, col quale si incontra a Monteluco, frazione di Spoleto: «In poche ore di comune lavoro con Pirandello, il libretto fu pronto e mi posi all’opera con vivissimo entusiasmo». Il balletto va in scena per la prima volta al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi il 19 novembre, con scene di Giorgio de Chirico e coreografie di Jean Börlin, sotto la direzione dell’autore. È un grande successo di pubblico e di critica, cui segue una diffusione planetaria dell’opera, sia sotto forma di balletto sia come suite orchestrale. Nel 1925 la Corporazione delle Nuove Musiche organizza a Venezia il primo festival italiano della Società Internazionale di Musica Contemporanea. Vi faranno seguito quello del 1928 a Siena e quello del 1934 a Firenze. 32 A mon ami Alfredo Casella en souvenir du bon concert et du grand concert qu’il a eu en Concertgebouw à Amsterdam le 23 Octobre 1919. 34 À Alfredo Casella tres cordialement Ernest Bloch / en Francisco May 1926 35 Al caro amico Casella FCasorati 33 Ad Alfredo che “su li rami” si chiama Casella, con amicanza Ottorino Respighi Roma, in Paladio Burghesio / 2.I.928 Tournée internazionali 32 A ottobre del 1925 Casella parte per una tournée di due mesi in America (la terza), con prima tappa a New York, dove il direttore olandese Willem Mengelberg dirige la prima esecuzione in quel continente di Partita (l’autore al pianoforte), insieme alla suite della Giara e Italia. La conoscenza di Mengelberg data una quindicina d’anni, nel corso dei quali Casella era stato invitato ad Amsterdam per tenere alcuni concerti e una conferenza su Mahler. 33 Sempre a New York partecipa all’esecuzione di musiche di Ottorino Respighi, con il quale esegue nella versione per pianoforte a quattro mani Le fontane e I pini di Roma. La dedica della foto allude al Pietro Casella incontrato da Dante nel secondo Canto del Purgatorio. 34 Giunto a San Francisco si incontra con il compositore e violinista svizzero Ernest Bloch, divenuto direttore del Conservatorio di quella città. 35 Nel 1926 l’amico Felice Casorati dipinge il Ritratto del maestro Alfredo Casella. La frequentazione con il mondo dell’arte figurativa ha una non secondaria importanza nel percorso di ricerca estetica del compositore: «Il triennio 1920-23 fu di nuovo consacrato ad una intensa meditazione, ad un profondo raccoglimento. Debbo però ricordare due fatti avvenuti in quegli anni che ebbero una forte influenza sul mio orientamento: un viaggio in Toscana compiuto nel 1922, durante il quale la natura e l’arte di quella terra mi convinsero per sempre dell’incompatibilità di certe espressioni moderne esotiche coll’animo nostro; e poi una assidua penetrazione del movimento pittorico moderno italiano, del quale conobbi e frequentai intimamente esponenti quali Casorati, De Chirico, Carrà, Carena, Ferrazzi, Oppo, ecc. Da questa frequentazione molto imparai. Posso dire perfino di aver maggiormente appreso negli ultimi otto anni da certi pittori nostri – nel senso di un sano e fecondo “ritorno all’antico” – che da qualsiasi musica moderna contemporanea». «Nella stagione 1926-27 la mia attività concertistica fu intensissima e raggiunse la bella cifra di 150 concerti e di 50.000 chilometri percorsi. Dapprima suonai la Partita a Francoforte sul Meno, Vienna (in ambedue le città con Clemens Krauss), Riga e Varsavia, poi penetrai in Russia sovietica. Ero il primo musicista italiano che ritornasse in quel paese dopo la rivoluzione. Il viaggio fu molto interessante. Trovai ovunque una calorosa accoglienza. Le orchestre non erano di prim’ordine, ma il pubblico appariva assetato di musica ed assai vibrante». 36 Ad Alfredo Casella con cordiale amicizia Wilhelm Furtwängler New York 7.III.1927 37 To Alfred Casella Greatly admiring him as Composer + Conductor. Sincerely George Gershwin 38 All’illustre e valoroso collega Alfredo Casella, in segno di stima e di amicizia ugualmente sincera. P. Mascagni Roma / 30 ottobre 1937. XVI. Un italiano in America 36 Nel 1926, tornato dal viaggio in Russia, esegue con i Berliner Philharmoniker e con l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia la sua Partita per pianoforte e orchestra, sotto la direzione di Wilhelm Furtwängler. «Era per me un insigne onore, poiché nessun compositore italiano era mai stato invitato a partecipare a quei concerti, che sono i più celebri della Germania. Si dice talvolta che Furtwängler sia inferiore nella direzione delle musiche contemporanee. Ma, per quanto riguarda quel lavoro mio, posso affermare che nessuno dei direttori coi quali l’ho suonato ne ha mai dato una interpretazione così profonda, così precisa, così accurata come lui». Nel gennaio 1927 tiene la quarta tournée negli Stati Uniti che gli frutta l’incarico triennale di direttore dei Concerti popolari (Pops) della Boston Symphony Orchestra. In tre anni proporrà al pubblico americano composizioni di oltre duecento autori italiani, molti dei quali viventi. Nel 1928 partecipa a un concorso di composizione bandito dalla Musical Fund Society di Filadelfia, e la sua Serenata vince – su oltre 600 concorrenti da tutto il mondo – il primo premio, assegnato ex aequo con il Terzo Quartetto di Béla Bartók. 37 Nel 1929 dirige anche Un americano a Parigi di George Gershwin, «il quale venne appositamente per le ultime prove e col quale mi legai di salda amicizia. Era un giovane straordinariamente musicale, da anni specializzato nella musica leggera, ma sempre animato dal proposito di dedicarsi un giorno esclusivamente a quella sinfonica. Suonava magnificamente il pianoforte. Aveva una facilità di invenzione melodica veramente eccezionale. [...] Aveva una bellissima cultura musicale e studiava continuamente il contrappunto. Malgrado un successo fantastico [...] era rimasto modestissimo e di una semplicità esemplare. Abitava una bella casa a Riverside Drive con un vasto terrazzo dal quale si ammirava il fiume Hudson, e questa casa era piena di luce, di musica, di libri e di bei quadri impressionisti. Povero George, morto tanto giovane, forse per aver troppo lavorato e troppo goduto della vita...». 38 In Italia nel frattempo, la fine dell’anno è segnata da una polemica tra Casella e Pietro Mascagni, che esprime pubblicamente aspre critiche nei confronti delle nuove musiche e di determinate manifestazioni artistiche del Novecento. Casella replica a stretto giro e per esteso con una lettera aperta su «L’Italia letteraria». Anni dopo il rapporto tra i due avrebbe conosciuto una schiarita, come testimonia questa dedica. 39 Finalmente! A Casella per ricordo. Paul Hindemith 1930 40 A mon cher ami, excellent maitre, Alfredo Casella, en souvenir de Richard Strauss Wien, 18.3.30 41 Alfredo Casella durante la composizione dell’opera La donna serpente 43 42 Gianfrancesco Malipiero, Manuel de Falla e Alfredo Casella a Venezia per il Festival della Biennale Ad Alfredo Casella che ridonò il canto a Orfeo l’Orfico dolente e paziente Gabriele d’Annunzio 4 dec. 1932 Organizzatore e operista Il 1930 è ancora un anno di viaggi in tutto il mondo: in Spagna tiene concerti in trio e dirige Les Noces di Stravinskij; nominato membro ad honorem dell’American Academy of Arts and Sciences di Boston si reca in quella città a maggio, per poi raggiungere per la prima volta l’Argentina, impegnato come direttore d’orchestra; a settembre si svolge il primo Festival della musica della Biennale di Venezia, di cui è organizzatore insieme a Mario Labroca; a dicembre va in Egitto, con quello che poi diventerà il Trio Italiano, attivo in tutto il mondo per oltre un decennio. 39 Benché gli impegni all’estero siano molti non viene meno l’attività di organizzatore in patria. Tra i compositori fatti conoscere in Italia c’è Paul Hindemith, presente con il suo quartetto in diverse occasioni, dal 1925 in avanti. 40 A Vienna incontra Richard Strauss, compositore venerato (accanto a Mahler) sin dai primi anni del secolo; la sua influenza stilistica si avverte in particolare nelle prime due sinfonie, scritte a Parigi tra il 1905 e il 1909: «È assai strano però il constatare che – scritte in Francia ed in piena era debussiana – risentono quasi esclusivamente delle influenze straussiana e malheriana. Ciò prova quanto tenaci fossero in me le prime impressioni lasciate dal pensiero austrogermanico, e quanto fossi avverso all’impressionismo, che allora cominciava a dilagar per ogni dove». Nel 1938, Strauss avrebbe fatto eseguire La favola di Orfeo – opera da camera composta sei anni prima – a Stoccarda, nell’ambito del festival organizzato dal “Consiglio permanente per la cooperazione fra compositori”, di cui Strauss era presidente. 41 Il 1932 è l’anno dell’unica grande opera di Casella, La donna serpente, composta fra il 1928 e il 1931, e rappresentata al Teatro Reale dell’Opera di Roma il 17 marzo dell’anno seguente. 42 In settembre, al Festival di Venezia, va in scena con successo La favola di Orfeo, opera da camera in un atto che riprende il mito fondante del teatro musicale. Gabriele D’Annunzio gli riserva questa dedica. 43 Partecipano a quella edizione del Festival anche Gianfrancesco Malipiero e Manuel de Falla. Il catalogo delle opere teatrali si concluderà nel 1937 con il «mistero in un atto» Il deserto tentato, dedicato a Mussolini e concepito a glorificazione della guerra etiopica. 44 45 Para Casella con la admiración y el afecto de ASegovia Roma 21 enero ... Alfredo Casella in Russia nel 1935 48 1935 Rome 11 Avril au Trio Casella Alfredo Yvonne Fulvia souvenir du leur ami Milhaud 46 Alfredo Casella, terzo da sinistra, insieme ad alcuni artisti presenti alla Biennale di Venezia del 1936 47 all’amico Alfredo Casella affettuosamente l’autore del Concerto dell’Estate, che egli ha diretto e fatto applaudire a Londra e altrove Milano, 7-III-31 Ildebrando Pizzetti Finale Nell’autunno del 1932 il Ministro dell’Educazione gli affida la cattedra di pianoforte ai corsi di perfezionamento dell’Accademia di Santa Cecilia. 44 Nel 1933 viene fondata l’Accademia Musicale Chigiana, per iniziativa del Conte Guido Chigi-Saracini (il quale, convinto sostenitore della Corporazione delle Nuove Musiche, aveva già ospitato il festival della Società Internazionale di Musica Contemporanea del 1928). Casella è invitato sin dall’inizio come docente di pianoforte; più tardi avrà l’incarico anche per il corso di direzione orchestrale. La qualità dei docenti invitati è tale che in pochi anni la fama della scuola oltrepassa i confini nazionali. Tra i colleghi di Casella c’è anche il celebre chitarrista Andrés Segovia. Nel 1934, oltre ad organizzare il festival della Società Internazionale di Musica Contemporanea a Firenze, suona con il Trio Italiano negli Stati Uniti. Riceve dalla Fondazione della mecenate Elizabeth Coolidge la medaglia per «eminet services to chamber music». 45 Nel 1935 tiene una tournée di sei settimane in Russia, come autore e direttore d’orchestra. Al Bol’šoj di Mosca vede l’opera di Šostakovič Lady Macbeth del distretto di Mcensk e resta sorpreso dalle quarante recite tutte esaurite programmate in quel teatro. 46 Nel 1936 prende parte alla Biennale di Venezia sia come interprete sia come compositore. La foto lo ritrae insieme ad altri protagonisti di quella edizione: il venticinquenne Nino Rota, il direttore d’orchestra Nino Sanzogno, il soprano Ines Alfani Tellini, il pianista Giorgio Favaretto, i compositori Vincenzo Tommasini, Lino Liviabella e Goffredo Petrassi. 47 48 Nel 1937 la Biennale affida a Casella (e Mario Corti) l’organizzazione del Festival di musica. Casella dedica ampio spazio a Schönberg (tenuto fuori dal Festival per sette anni) e ottiene la collaborazione di diversi compositori invitati a dirigere nuove composizioni: tra gli altri Stravinskij (prima europea di Jeu de cartes), Ildebrando Pizzetti (De Profundis) e Darius Milhaud (Suite Provençale). Nell’estate del 1942 viene ricoverato d’urgenza per un’occlusione intestinale e sottoposto a intervento chirurgico. Gli viene diagnosticato (erroneamente) un neoplasma e l’anno seguente è operato per la seconda volta, ma l’infezione dà luogo a complicanze non curabili. Casella è costretto per lo più a letto, tra sofferenze asprissime, ciononostante continua a dare lezioni e in alcuni frangenti a tenere concerti. Porta avanti l’attività di revisore (su opere di Bach, Chopin, Mozart e Musorgskij) e continua a comporre fino al 1944, quando ultima la Missa solemnis “Pro Pace”, eseguita l’anno successivo. Nel 1946 dirige gli ultimi concerti alla Scala, al Palazzo Ducale di Genova e all’Accademia Filarmonica Romana, di cui è nominato direttore artistico per la stagione 1946-47. Dopo un ulteriore intervento chirurgico, muore a Roma il 5 marzo 1947.