Casella intimo

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CASELLA INTIMO
Mostra a cura di
Simone Solinas
Con la consulenza di
Fiamma Nicolodi
Concept grafico
Francesco Panico/
Mood-design.it
Immagini e documenti
provenienti da
Fondazione Giorgio Cini Onlus/
Fondo Alfredo Casella
Archivio Storico del Teatro Regio
Collezioni private
Manifestazione realizzata
nell’ambito del
Festival Alfredo Casella
11-24 Aprile 2016
2
Ritratto del padre Carlo
1
Targa commemorativa
collocata in via Cavour
41 a Torino, casa
natale di Casella
3
Ritratto della madre
da anziana
4
Ritratto di Galileo Ferraris
5
Ritratto di Alfredo nel 1894
Torino 1883
1 Alfredo Casella nasce a Torino il 25 luglio 1883,
in via Cavour al numero 41. La sua è una famiglia
di musicisti: il nonno paterno, il genovese Pietro
Casella, già violoncello solista al Teatro di San Carlo di
Lisbona, dal 1832 era passato alla Regia Cappella di
Carlo Alberto di Savoia (era tra l’altro in stretti rapporti
con il concittadino Niccolò Paganini). I suoi tre figli
sono tutti violoncellisti: Cesare, Gioacchino e Carlo.
2 Padre di Alfredo è quest’ultimo, nato
nel 1834 a Torino, dove ha insegnato al Liceo
Musicale e dal 1872 al 1886 è Primo Violoncello
nell’Orchestra dei Concerti Popolari.
3 La madre, anche lei torinese, è Maria Bordino,
eccellente pianista formatasi alla scuola di Carlo
Rossaro, wagneriano della prima ora; Maria sarà a
lungo la prima insegnante di Alfredo, che inizierà
lo studio dello strumento dall’età di 5 anni.
Il nome gli è dato dal padrino di battesimo, Alfredo
Piatti, tra i maggiori violoncellisti italiani del secolo.
L’affezione e la stima di Alfredo Casella per le
proprie origini torinesi si sarebbe riflessa, mezzo
secolo più tardi, nello splendido omaggio che
schiude la sua autobiografia, I segreti della giara:
«È consuetudine assai diffusa l’affermare che il Piemonte
sia scarsamente musicale e più che modesto il suo
contributo alla storia della musica italiana. Ed è vero
infatti che il Piemonte conta pochi compositori di fama
universale. Ma – analogamente a quanto avviene
per l’Inghilterra – la musicalità di un popolo non si
misura solamente sulle sue facoltà creatrici, ma anche
sull’interesse, sull’amore che esso può dimostrare a
quell’arte partecipandovi sia pur solamente come
massa ascoltatrice. Ed allora sarà bene [...] di indugiarci
un istante ad un rapido sguardo di insieme su quello
che fu la vita musicale di Torino nello scorso secolo
e principalmente alla fine di quel secolo, pensando
l’autore di questo libro che quell’ambiente abbia
fortemente, decisivamente contribuito alla formazione
del suo carattere artistico e della sua personalità».
4 Accanto a quella per gli studi musicali, è forte la
passione per le materie scientifiche, in particolare
la chimica e l’elettrotecnica. Anche in virtù di
questa particolare indole, nel 1892 conosce Galileo
Ferraris, che diventa ospite abituale della casa:
«quando egli seppe che esisteva a Torino un fanciullo che
amava in pari tempo Bach, Beethoven e l’elettrotecnica,
volle conoscerlo. E così venne numerose volte a casa,
facendomi suonare per lui (egli aveva una vera e propria
adorazione per la musica), interrogandomi sui miei
studi scientifici e divertendosi un mondo del modo col
quale rispondevo alle sue domande, spingendo la mia
sfacciataggine infantile sino al punto di contraddirlo
oppure di dargli dei consigli sui suoi lavori!».
Ascoltato dal pianista, compositore e direttore
d’orchestra Giuseppe Martucci, viene consigliato
nella scelta di proseguire gli studi in ambito
musicale (anziché scientifico) e di ultimarli all’estero,
per ricevere una formazione di prim’ordine.
Il consiglio viene ribadito anche da Antonio
Bazzini, direttore del Conservatorio di Milano.
5 Vero e proprio enfant prodige, nel 1894,
all’età di 11 anni, tiene il suo primo concerto
pubblico, al Circolo degli Artisti di Torino.
Due anni più tardi arriverà il primo concerto
con orchestra, al Teatro Carignano.
Al Teatro Regio, seduto in un palco accanto
a Galileo Ferraris, assiste nel 1895 alla prima
italiana del Crepuscolo degli dèi di Wagner, sotto
la direzione di Arturo Toscanini. Dopo tanta
musica da camera e alcuni primi contatti con
quella sinfonica, assiste per la prima volta a
un’opera e gli resta un ricordo molto intenso.
6
à mon excellent confrère et ami Alfred Casella
bien cordial souvenir, Alfred Bruneau
8
7
— À Alfred —
[seguono diversi righi di musica, sotto l’indicazione
agogica “Vif”]
... Juin 1905
George Enescu
Alfredo Casella nel 1901
10
9
à Alfredo Casella
éminent photographe et musicien
Maurice Ravel
Maurice Ravel, Vaclav Nijinskij e Bronislava Nijinska sul
balcone di casa Ravel, avenue Carnot 4 a Parigi
Foto scattata da Alfredo Casella
Parigi 1896
In un primo viaggio esplorativo compiuto con
la madre nel gennaio 1896 è ricevuto da Louis
Diémer, docente di pianoforte nel Conservatoire,
che lo accetta nella propria classe per l’autunno
successivo. La fiducia riposta dal grande pianista
è tale che Casella è invitato a suonare davanti
ai suoi allievi (tra questi Alfred Cortot).
Rientrati a Torino, nell’estate le precarie condizioni
di salute del padre peggiorano improvvisamente
e Alfredo rimane orfano a 13 anni. Le condizioni
familiari ed economiche rendono incerto il previsto
trasferimento a Parigi, ma nonostante i consigli di
molti a rimanere a Torino, la madre trova infine il
coraggio di affrontare il viaggio (e il trasloco).
Viene ammesso nella classe di pianoforte, tra la
freddezza e invidia dei compagni, ed entra pure come
uditore nella classe di armonia di Xavier Leroux.
A dicembre riceve il primo compenso per
un’esecuzione tenuta in casa di un famoso medico
della capitale. Iniziano le frequentazioni con
intellettuali nei salotti buoni della capitale.
6 Nel 1897 comincia a collaborare con il
compositore Alfred Bruneau, di cui realizza lo
spartito per canto e piano dell’Intermezzo dell’opera
Messidor, da poco data in prima rappresentazione
all’Opéra. Seguiranno le trascrizioni dei Préludes
dalle opere L’Ouragan e L’Enfant roi.
7 Negli stessi mesi Casella inizia una
collaborazione come pianista accompagnatore
con il baritono fiorentino Antonio Baldelli,
collaborazione che gli apre «le porte delle maggiori
case dell’aristocrazia e della alta borghesia».
8 Tra le prime solide amicizie che nascono a Parigi
c’è quella con George Enescu, compagno di studi
in Conservatorio: Casella nutre grande ammirazione
per lui, che gli fa apprezzare Schubert e Brahms.
9 10 Si iscrive alla classe di composizione
di Gabriel Fauré, dove conosce Maurice Ravel,
di cui diviene intimo amico.
«Con Ravel, ci legammo subito di solida amicizia.
Egli era, sin da quegli anni di scuola, una personalità
che faceva già molto parlare di sé. [...] rappresentava
in Conservatorio un elemento di inquietudine, che
veniva guardato con estrema diffidenza e sul quale si
raccontavano ogni sorta di aneddoti e di pettegolezzi.
Egli vestiva sin da allora assai elegantemente e portava
una doppia barba tipo Francesco Giuseppe che gli
conferiva un aspetto buffissimo. Appena mi avvicinai
a lui, compresi quale forza spirituale abitasse quel
minuscolo omino e cercai di frequentarlo il più possibile».
Ravel gli trasmette la conoscenza dei russi,
da Musorgskij al Gruppo dei Cinque.
La dedica si riferisce alla passione di Casella per
la fotografia, testimoniata da alcune foto fra
cui questa, molto bella, con Ravel e il grande
ballerino Vaclav Nijinskij, che nel 1912 aveva
danzato nel suo Daphnis et Chloé, qui insieme
alla sorella, la coreografa Bronislava Nijinska.
Casella pubblicherà con Ravel la serie di musiche
À la manière de... (1913) e sarà primo interprete
di alcune sue composizioni: Trio in la minore per
pianoforte, violino e violoncello (1915, Salle Gaveau),
La Valse per pianoforte a quattro mani (1920, Vienna)
e Chansons madécasses (1926, Salle Érard).
Nell’aprile del 1902 va in scena all’Opéra-Comique
Pelléas et Mélisande di Debussy, preceduta da
settimane di indiscrezioni e polemiche sui giornali.
Casella assiste alla prova generale registrando il
clamore suscitato nella maggior parte del pubblico:
«Debussy rimase tuttavia di una calma imperturbabile,
e solo un suo estremo pallore lasciava tradire il dramma
interiore che celava quella apparente insensibilità. Riuscii
appena ad intravederlo un momento alla fine dell’opera,
ma ricordo ancora la serena calma colla quale mi stese
la mano, chiedendomi come mi era piaciuto il lavoro».
11
A Monsieur Alfred Casella,
instrumentateur
d’Islamey, pour bon
souvenir de la part de
M. Balakirew
11 Novembre 1907
12
à Monsieur Alfred Casella
en souvenir de Nicola
Rimsky-Korsakow
31 Octobre 1907
13
14
A Monsieur Alfred Casella en
souvenir d’admiration et de sympathie
Alexandre Glazunov
13 Nov. / 1907 / St. Petersbourg
A Alfred Casella
Léon Tolstoy.
3 Decembre 1909.
I primi viaggi in Russia
Nella primavera del 1907 Sergej Djagilev organizza
cinque concerti di musica russa all’Opéra di Parigi:
grandi esecuzioni che producono una profonda
impressione sul mondo musicale parigino. Tra i
compositori invitati a dirigere ci sono Aleksandr
Glazunov, Milij Balakirev e Nikolaj Rimskij-Korsakov.
11 In estate Casella realizza di propria
iniziativa la strumentazione per orchestra
della fantasia per pianoforte Islamey di Milij
Balakirev – incurante del divieto già imposto
dall’autore a Saint-Saëns e a Cortot – e la
spedisce al compositore, a San Pietroburgo.
Grazie a una tournée della Société des Instruments
Anciens, di cui fa parte dall’anno prima come
clavicembalista, nell’inverno Casella è in Russia e
riesce a incontrare il maestro russo, che ne elogia
il lavoro («straordinariamente ben orchestrato»)
e che raccomanderà la pubblicazione della
trascrizione all’editore Jurgenson di Mosca.
Lo stesso lavoro desta ovunque viva curiosità
– Ravel ne avrebbe scritto: «ha trasformato
una brillante fantasia per pianoforte in un
brano sinfonico altrettanto sfolgorante».
12 Incuriosito dal lavoro, Nikolaj RimskijKorsakov invita Casella nella sua abitazione
e gli commenta dettagliatamente la
composizione, fornendogli utili suggerimenti.
Nel 1908, a Parigi, Casella avrebbe eseguito
per la prima volta due frammenti dal Gallo
d’oro, quando l’opera del musicista russo
non era stata ancora rappresentata.
13 Vede anche Aleksandr Glazunov,
entusiasta della strumentazione di Islamey:
«Fui poi da Glazunov, il quale lodò pure molto il
lavoro. Era un uomo gigantesco e timidissimo e
che beveva dalla mattina alla notte. Anche da
lui ebbi alcuni buoni consigli, benché di ordine
assai inferiore a quelli del vecchio Rimskij, il
quale evidentemente in fatto di strumentazione
la sapeva assai più lunga dei suoi colleghi».
14 Due anni più tardi, nel 1909, una nuova tournée
della Société des Instruments Anciens, invitata da Sergej
Koussevitzky, porta Casella di nuovo in Russia.
Il mecenate e direttore d’orchestra accompagna tutto
l’ensemble a casa di Lev Tolstoj: è una giornata fatta
di molta musica e intensi scambi a stretto contatto
con uno dei grandi della letteratura, cui Casella dedica
una piacevolissima pagina della sua autobiografia.
«Sulla porta della grande casa di legno – assai semplice
esteriormente – ci attendeva un domestico con una
corona da conte su ogni bottone della livrea [...]. Entrati
nell’anticamera, trovammo Tolstoj vestito colla solita
blouse da mužik [paesano] e gli stivaloni che ci accolse
molto festosamente. Ci disse, in un purissimo francese,
di aver già udito in sogno, nella precedente notte, la
nostra musica, ma di essere però certo che quella che
gli avremmo donata sarebbe ancora più bella. Subito
ci pose al lavoro e suonammo per circa due ore. Egli era
instancabile e chiedeva sempre qualche cosa di nuovo.
[...] Visitammo la casa. Egli viveva in una modestissima
cameretta di tipo francescano: un lettino di ferro, un
lavabo e, in una piccola biblioteca a capo del letto, libri
sacri in molte lingue (egli ne leggeva correntemente
quattordici, tra cui il latino, il greco, l’ebraico e l’arabo).
A pianterreno, vi era la camera ove egli aveva
scritto quasi tutti i suoi maggiori capolavori, tra cui
Resurrezione ed Anna Karenina, studio esso pure di
estrema semplicità. Il tardo pomeriggio si passò in
piacevoli conversazioni. Tolstoj si informò minutamente
della mia vita, dei miei genitori, e mi disse che gli
sembravo troppo gracile e che avrei dovuto curare la
salute non meno dello spirito. Dopo cena, si ricominciò
a fare musica di ogni genere. Suonammo musica
antica; io suonai pezzi di pianoforte; accompagnai
Koussevitzky che suonò da par suo varie musiche.
La notizia del concerto si era sparsa nei dintorni, e
numerosi contadini si erano introdotti furtivamente nelle
camere adiacenti ad ascoltare. Quando Tolstoj se ne
accorse, fece entrare tutti questi popolani, offrendo egli
stesso da sedere alle donne. Alle undici, ora nella quale
egli si coricava invariabilmente, si alzò e tutti noi con lui.
Ci disse, con una voce che sento ancora risuonare nel mio
orecchio: “Vi sono infinitamente grato di questo vostro
dono musicale; vi auguro ogni bene, e spero di rivedervi
ancora su questa terra, oppure, nell’al di là”, ed aggiunse
sorridendo stranamente: “s’il y a un au-delà...”».
15
Ritratto e lettera
di Camille Saint-Saëns
(v. trascrizione nel testo)
17
Al mio caro amico
Alfrèd Casella
Gustav Mahler
Paris Ottobre 1909
18
Alfred Cortot
16
à Casella, bien affectueusement
Gabriel Fauré
X 1913
Schieramenti opposti
15 Nel 1908 Casella chiede appuntamento
a Camille Saint-Saëns per sottoporgli un
proprio lavoro e il compositore francese,
allora settantaduenne, risponde:
«24 Sept. 1908 / Certes, mon cher ami, cela
m’intéresserait bien fort; mais j’ai déjà plus de
travail que de temps… pour m’occuper du travail
des autres. Voulez-vous un bon conseil ? Faites
comme moi qui de l’âge de 17 ans n’ai montré mon
travail à personne. Bien à vous / C. Saint-Saëns».
La risposta di Casella sarebbe arrivata
trent’anni dopo nella sua autobiografia:
«È una lettera che ho preziosamente conservata,
perché tipica della mentalità del suo autore.
Debbo tuttavia aggiungere che non mi è riuscito
di seguire il suo esempio e che ho speso gran
parte della mia vita ad aiutare gli altri».
Nello stesso anno prima esecuzione della Sinfonia
in si minore a Monte-Carlo, sotto la direzione
di Casella, che esordisce come direttore a
Parigi, in un concerto alla Salle Gaveau.
16 Su iniziativa di Ravel, nel 1909 viene fondata la
Société Musicale Indépendante, in contrapposizione
alla Société Nationale de Musique, di impronta
sempre più conservatrice. I fondatori – Florent
Schmitt, Jean Roger-Ducasse, Jean Huré, Louis
Aubert, Émile Vuillermoz, Manuel de Falla, Joaquin
Turina ed Alfredo Casella – eleggono primo
presidente Gabriel Fauré. Casella avrebbe assunto
la carica di segretario generale dal 1911 al 1914.
17 Nello stesso anno incontra per la prima
volta Gustav Mahler, di cui conosce quasi a
memoria (e venera) tutte le sinfonie, a quel
tempo pressoché sconosciute in Francia.
«Era un uomo assai piccolo, di un tipo vienneseboemo alquanto “schubertizzante”. Era nervosissimo
e non stava un secondo tranquillo. Fu subito assai
affettuoso con me, e quando vide che sapevo a
memoria tanta musica sua, ne rimase sinceramente
commosso. Ho conservato di lui una delle più nobili
impressioni che mi abbia mai prodotto un musicista».
Casella verrà invitato a tenere la prolusione al
Mahlerfest di Amsterdam nel 1920 dove, sotto la
direzione di Willem Mengelberg, fu eseguita per la
prima volta al mondo l’intera opera mahleriana.
18 Nel 1911 Fauré gli propone la cattedra di
pianoforte, ma in vista di un auspicato rientro in
Italia rifiuta, perché sarebbe costretto a prendere la
cittadinanza francese. Decide però di accettare fino al
1914 la sostituzione di Alfred Cortot, tenuto lontano
da Parigi per i molti concerti, come docente nella
sua classe di pianoforte al Conservatorio di Parigi:
«Era questa una alta responsabilità, perché Cortot
maestro non si sostituisce tanto facilmente. Feci quindi
del mio meglio e credo che tanto egli quanto le alunne
(era una classe femminile) siano rimasti soddisfatti
poiché ebbi per tre anni successivi questo incarico».
Nel 1912 Casella inaugura un’iniziativa inedita
per Parigi, organizzando al Trocadéro una serie
di concerti popolari con musiche comprese
dal classicismo ai contemporanei (Strauss,
Mahler, Schmitt, Debussy, Dukas, ecc.).
20
À mon cher ami et admirable
collaborateur!
30 juin 1913
Paris
22
A un véritable artiste
Alfred Casella qui
est digne de plus qu’un
accord parfait c’est
pourquoi en lui dédiant
ces deux ci (provisoirement)
[seeguono accordi]
je lui donne
la promesse d’en composer
et dédier davantage.
Son fidèle ami et confrère
Igor Strawinsky
Clarens 27 ...
19
à Alfredo Casella
bien affectueusement
Florent Schmitt
M.CM.XIII
21
Pour Al. Casella
qui joue très bien du piano.
Paris 1914. Claude Debussy
Salotti e rivoluzioni musicali
19 Negli anni che precedono la Grande guerra, a
Parigi è ancora viva la tradizione ottocentesca dei
salotti intellettuali. Casella frequenta in particolare
quello di Ida e Cipa Godebski, luogo di ritrovo
di molti artisti figurativi (da Bonnard a Redon),
scrittori (da Cocteau a Valéry) e di tutto il gruppo
della Société Musicale Indépendante, intorno alla
quale si erano raccolti i compositori di più ampie
vedute. Tra questi Florent Schmitt, figura fuori
dagli schemi e vincitore del Prix de Rome nel 1900.
Il 29 maggio 1913 va in scena al Théâtre des ChampsElysées la prima rappresentazione del Sacre du
Printemps di Igor’ Stravinskij, con la coreografia
di Vaclav Nijinskij. Casella è testimone diretto
di quell’avvenimento storico e identifica nella
partitura la fine di un’epoca e l’inizio dell’«età della
costruttività» e della «sovranità perenne della tonalità»:
«L’avvento di quella ciclopica e terrificante musica
segna una data decisiva nella storia della musica,
e non è certo esagerato il paragonare l’importanza
storica del Sacre a quella della Nona Sinfonia».
20 Nei mesi successivi Casella lavora a Notte
di maggio per voce e orchestra, sui versi di
Giosuè Carducci. Completato il lavoro nell’estate,
l’Autore lo dirigerà il 29 marzo 1914 al Théâtre
Municipal du Châtelet, nell’ambito dei Concerts
Colonne; ne sarà prima mirabile interprete,
il soprano polacco, naturalizzato francese,
Marya Freund, dedicataria del lavoro.
21 Nel 1914 Casella riprende l’attività pianistica,
che si affianca a quella di direttore d’orchestra.
In queste vesti esegue diversa musica di
Claude Debussy, che frequenta assiduamente
per riceverne consigli e indicazioni.
«Ebbi pure occasione di fargli udire numerose sue
composizioni pianistiche, riuscendo ad ottenere la
sua calda approvazione, cosa che egli accordava
a ben pochi interpreti, essendo incontentabile. Era
timidissimo, e come tale si riparava dietro un velo di
rudezza, che si mutava però prima o poi in sincera
affettuosità. Golosissimo, non lasciava mai nessuno
preparare il tè, che egli confezionava con una scienza
ed una pazienza tutte orientali. Lo si vedeva ogni
mattina nell’Avenue Victor-Hugo (abitavamo vicino,
egli in fondo all’Avenue du Bois de Boulogne ed io
nell’Avenue de la Grande Armée), accompagnato
dal suo fido cane, procedere all’acquisto di formaggi
prelibati e di frutta di lusso per la tavola».
Quando il 24 maggio 1915 l’Italia entra in
guerra, al fianco di Francia, Gran Bretagna
e Russia. Casella organizza un concerto per
due pianoforti a favore della Croce Rossa e
ottiene la partecipazione di Debussy:
«Per le nostre prove, egli fece trasportare nel salotto,
accanto al pianoforte a coda, il Bechstein verticale del
suo studio. E così passammo una intera settimana a
provare non solamente Ibéria, ma anche ci divertimmo
a passare in rassegna molte musiche per due pianoforti:
Bach, Mozart, Chabrier ed alcuni poemi sinfonici di
Liszt. Debussy provava una gioia estrema in queste
sedute, che hanno lasciato in me una impressione
che non esito a definire come una fra le più profonde
ed incancellabili della mia vita di musicista».
22 Il 14 febbraio 1915 dirige per la prima volta
in Italia, all’Augusteo di Roma, presentando un
programma tutto contemporaneo. Tra i brani proposti
in prima esecuzione italiana anche la suite di Petruška,
alla presenza di Sergej Djagilev e di Igor’ Stravinskij.
«Le prove erano state laboriosissime. L’orchestra si
trovava di fronte ad una musica mai sognata prima e
che era anche, a quei tempi, di una difficoltà enorme [...]
Alle due ultime prove del sabato però, l’orchestra fu
perfettamente a posto [...]. E così Stravinskij ebbe, il
giorno seguente, il suo ingresso trionfale in Italia.
Alcuni giorni dopo, diedi un concerto pianistico a
Santa Cecilia [che] ebbe lietissimo esito, e Stravinskij,
che assisteva con Djagilev in prima fila, ebbe ad
abbracciarmi alla fine, dicendomi candidamente: “non
sapevo che suonavate così bene il pianoforte!”».
24
À Casella en souvenir
inoubliable des Pagine
di guerra et A notte alta.
De son ami
Leopold Stokowski
23
Ad Alfredo Casella
per grande ammirazione
Cordialmente
Arturo Toscanini
29-5-916
25
à Casella
E. Ysaÿe, en souvenir
de nos débuts à Fort Thomas,
un jour de bonne musique.
En admiration ... 1921
27
26
Ad Alfredo Casella
fratello nella Religione della Musica
il Lanciere bianco che scoperse
la più alta melodia nel rombo
dei motori alati.
Gabrilel d’Annunzio
A Don Alfredo questa immagine:
“prima della cura”
G. Francesco Malipiero
Asolo, aprile MCMXXIV
Roma 1915
Nell’ottobre 1915 Casella si trasferisce
definitivamente a Roma.
23 All’Augusteo, nel 1916, è invitato per due
concerti Arturo Toscanini; in programma Petruška
e un concerto wagneriano. L’anno seguente
Toscanini sarebbe stato (insieme a Ferruccio Busoni
e a Marco Enrico Bossi) presidente onorario della
Società Italiana di Musica Moderna, fondata da
Casella insieme a Respighi, Pizzetti e Malipiero.
Casella avrebbe ricordato il rapporto con il celebre
direttore d’orchestra con queste parole:
«fu per me una immensa gioia il rimanere un mese
vicino a Toscanini nella magica atmosfera della sua
arte. Egli era veramente caro ed affettuoso con me,
come sempre del resto si dimostrò nei miei riguardi».
Nel luglio del 1921 sposa in seconde nozze Yvonne
Müller, da cui avrà una figlia, Fulvia, nel 1928.
24 Dopo l’estate parte per il primo viaggio
negli Stati Uniti, per una tournée di concerti
pianistici. I primi appuntamenti sono sotto
la direzione di Leopold Stokowski, prima a
Filadelfia, dove vengono eseguite le Pagine di
guerra, poi alla Carnegie Hall di New York, con la
prima esecuzione di A notte alta nella versione
per pianoforte e orchestra, alla tastiera l’autore.
25 Durante i due mesi negli States tiene diversi
recital solistici e concerti con le orchestre di
Detroit e di Cincinnati. Qui ritrova l’amico
violinista Eugène Ysaÿe, conosciuto anni prima
a Parigi, alla guida dell’orchestra con cui esegue
la rapsodia Italia (composta nel 1909).
I numerosi impegni come interprete e una certa
conflittualità sorta internamente al Conservatorio
di Santa Cecilia inducono Casella alle dimissioni
dalla cattedra di pianoforte nel 1922.
Nel 1923 tiene una seconda, trionfale tournée negli
Stati Uniti, sia come pianista sia come direttore.
26 27 In Italia fonda con Gian Francesco
Malipiero e Gabriele D’Annunzio la Corporazione
delle Nuove Musiche, che viene a costituire la
sezione italiana della Società Internazionale
per la Musica Contemporanea. Casella ne
assume de facto la direzione e per cinque anni
organizzerà numerosi concerti dedicati alla musica
contemporanea, in tutta la penisola e all’estero.
Trascorre l’estate con Malipiero, che resterà
un amico fidato e che in quei mesi deve
sottoporsi a un intervento di ipertiroidismo,
fonte di qualche apprensione.
29
Foto di gruppo con gli artisti coinvolti nella tournée italiana di Pierrot Lunaire
Al centro Arnold Schönberg, Erika Wagner e Alfredo Casella
28
Ad Alfredo Casella
in memoria di alcuni
giorni di comune
lavoro e di una buona
amichevole serata,
con sincera cordialità
Ildebrando Pizzetti
Firenze
26 giugno 1924
31
Afredo Casella, Luigi Pirandello e Jean Börlin
a Monteluco nel 1924 per la stesura del libretto del balletto La giara
30
Caro Amico Casella
[segue rigo musicale con citazione variata dai Maestri cantori di Norimberga:
“Mi richiamate severamente”]
Ma Lei sa che non è per mancanza d’amicizia che non Le ho scritto. Mi ha fatto proprio
tanto piacere conoscere in Lei una persona cordiale e amabile e uno straordinario
musicista. Arrivederci a presto, da noi o da Lei.
Suo Arnold Schönberg / Praga, 6/6.1924
Nuove musiche per l’Italia
28 Nel 1924 la Corporazione delle Nuove Musiche
tiene a battesimo i primi concerti con musiche di
contemporanei, italiani e non, da Bartók (presente
come pianista) a Stravinskij (prime italiane dell’Histoire
du soldat e dell’Ottetto per strumenti a fiato), da
Hindemith (presente col suo quartetto) a Ravel,
da Malipiero e Respighi a Ildebrando Pizzetti.
Con quest’ultimo, conosciuto a Parigi nel 1913, di
lì a poco sarebbe sorta una querelle pro e contro
Giuseppe Verdi. Nel 1914, peraltro, Casella lo aveva
inserito in un concerto di musica contemporanea
italiana alla Salle des Agriculteurs di Parigi.
29 30 Un’importantissima iniziativa realizzata dalla
Corporazione è la tournée di Arnold Schönberg
per il debutto italiano del Pierrot lunaire; l’operamanifesto dell’espressionismo, sotto la direzione
dell’autore, nel mese di aprile tocca sette città: Roma,
Milano, Napoli, Firenze, Torino, Venezia e Padova.
«Il giro fu una serie di rumorosi scandali. Ogni sera, in
ogni città si scatenava invariabilmente una reazione
violentissima del pubblico, che rendeva arduo il
compito degli esecutori e persino difficile il sentire la
musica. Schönberg poi – che è un uomo di natura
spaventosamente irrequieta ed agitatissima – non
capiva perché la sua musica potesse destare tanta
opposizione e voleva tornarsene a Vienna dopo ogni
concerto. [...] A Firenze tuttavia, egli aveva avuto una
viva soddisfazione. Puccini era venuto appositamente
da Torre del Lago per sentire quel lavoro che lo
interessava enormemente e del quale egli aveva recato
con sé una partitura. Prima dell’esecuzione, volle essere
presentato a Schönberg, per il quale ebbe parole non
solamente cortesi ma anche di alta ammirazione. Era
uno spettacolo curiosissimo di vedere a colloquio quei
due musicisti che rappresentavano due arti così diverse,
animati però da tanta reciproca cordialità e stima».
31 Nella primavera di quell’anno Casella riceve
(per tramite di Erik Satie) l’invito a comporre un
nuovo balletto. La commissione, giunta da Rolf de
Maré, il fondatore e impresario dei Ballets suédois
di Parigi, porta alla creazione de La giara, balletto
tratto dalla novella di Luigi Pirandello, col quale
si incontra a Monteluco, frazione di Spoleto:
«In poche ore di comune lavoro con Pirandello, il libretto
fu pronto e mi posi all’opera con vivissimo entusiasmo».
Il balletto va in scena per la prima volta al Théâtre
des Champs-Elysées di Parigi il 19 novembre,
con scene di Giorgio de Chirico e coreografie di
Jean Börlin, sotto la direzione dell’autore. È un
grande successo di pubblico e di critica, cui segue
una diffusione planetaria dell’opera, sia sotto
forma di balletto sia come suite orchestrale.
Nel 1925 la Corporazione delle Nuove Musiche
organizza a Venezia il primo festival italiano
della Società Internazionale di Musica
Contemporanea. Vi faranno seguito quello
del 1928 a Siena e quello del 1934 a Firenze.
32
A mon ami
Alfredo Casella
en souvenir
du bon concert
et du grand concert
qu’il a eu
en Concertgebouw
à Amsterdam
le 23 Octobre 1919.
34
À Alfredo Casella tres cordialement
Ernest Bloch / en Francisco May 1926
35
Al caro amico Casella
FCasorati
33
Ad Alfredo che “su li rami” si chiama Casella, con amicanza
Ottorino Respighi
Roma, in Paladio Burghesio / 2.I.928
Tournée internazionali
32 A ottobre del 1925 Casella parte per
una tournée di due mesi in America (la terza),
con prima tappa a New York, dove il direttore
olandese Willem Mengelberg dirige la prima
esecuzione in quel continente di Partita (l’autore
al pianoforte), insieme alla suite della Giara e
Italia. La conoscenza di Mengelberg data una
quindicina d’anni, nel corso dei quali Casella
era stato invitato ad Amsterdam per tenere
alcuni concerti e una conferenza su Mahler.
33 Sempre a New York partecipa all’esecuzione
di musiche di Ottorino Respighi, con il quale
esegue nella versione per pianoforte a quattro
mani Le fontane e I pini di Roma. La dedica
della foto allude al Pietro Casella incontrato da
Dante nel secondo Canto del Purgatorio.
34 Giunto a San Francisco si incontra con il
compositore e violinista svizzero Ernest Bloch,
divenuto direttore del Conservatorio di quella città.
35 Nel 1926 l’amico Felice Casorati dipinge
il Ritratto del maestro Alfredo Casella.
La frequentazione con il mondo dell’arte
figurativa ha una non secondaria importanza nel
percorso di ricerca estetica del compositore:
«Il triennio 1920-23 fu di nuovo consacrato ad una
intensa meditazione, ad un profondo raccoglimento.
Debbo però ricordare due fatti avvenuti in quegli anni
che ebbero una forte influenza sul mio orientamento:
un viaggio in Toscana compiuto nel 1922, durante il
quale la natura e l’arte di quella terra mi convinsero
per sempre dell’incompatibilità di certe espressioni
moderne esotiche coll’animo nostro; e poi una assidua
penetrazione del movimento pittorico moderno
italiano, del quale conobbi e frequentai intimamente
esponenti quali Casorati, De Chirico, Carrà, Carena,
Ferrazzi, Oppo, ecc. Da questa frequentazione molto
imparai. Posso dire perfino di aver maggiormente
appreso negli ultimi otto anni da certi pittori nostri
– nel senso di un sano e fecondo “ritorno all’antico” –
che da qualsiasi musica moderna contemporanea».
«Nella stagione 1926-27 la mia attività concertistica
fu intensissima e raggiunse la bella cifra di 150
concerti e di 50.000 chilometri percorsi. Dapprima
suonai la Partita a Francoforte sul Meno, Vienna
(in ambedue le città con Clemens Krauss), Riga e
Varsavia, poi penetrai in Russia sovietica. Ero il
primo musicista italiano che ritornasse in quel
paese dopo la rivoluzione. Il viaggio fu molto
interessante. Trovai ovunque una calorosa accoglienza.
Le orchestre non erano di prim’ordine, ma il pubblico
appariva assetato di musica ed assai vibrante».
36
Ad Alfredo Casella
con cordiale amicizia
Wilhelm Furtwängler
New York 7.III.1927
37
To Alfred Casella
Greatly admiring him
as Composer + Conductor.
Sincerely
George Gershwin
38
All’illustre e valoroso collega Alfredo Casella, in segno
di stima e di amicizia ugualmente sincera.
P. Mascagni
Roma / 30 ottobre 1937. XVI.
Un italiano in America
36 Nel 1926, tornato dal viaggio in Russia, esegue
con i Berliner Philharmoniker e con l’Orchestra del
Gewandhaus di Lipsia la sua Partita per pianoforte e
orchestra, sotto la direzione di Wilhelm Furtwängler.
«Era per me un insigne onore, poiché nessun compositore
italiano era mai stato invitato a partecipare a quei
concerti, che sono i più celebri della Germania. Si dice
talvolta che Furtwängler sia inferiore nella direzione delle
musiche contemporanee. Ma, per quanto riguarda quel
lavoro mio, posso affermare che nessuno dei direttori coi
quali l’ho suonato ne ha mai dato una interpretazione
così profonda, così precisa, così accurata come lui».
Nel gennaio 1927 tiene la quarta tournée negli
Stati Uniti che gli frutta l’incarico triennale di
direttore dei Concerti popolari (Pops) della Boston
Symphony Orchestra. In tre anni proporrà al
pubblico americano composizioni di oltre
duecento autori italiani, molti dei quali viventi.
Nel 1928 partecipa a un concorso di composizione
bandito dalla Musical Fund Society di Filadelfia, e
la sua Serenata vince – su oltre 600 concorrenti
da tutto il mondo – il primo premio, assegnato
ex aequo con il Terzo Quartetto di Béla Bartók.
37 Nel 1929 dirige anche Un americano a Parigi di
George Gershwin, «il quale venne appositamente per
le ultime prove e col quale mi legai di salda amicizia.
Era un giovane straordinariamente musicale, da anni
specializzato nella musica leggera, ma sempre animato
dal proposito di dedicarsi un giorno esclusivamente a
quella sinfonica. Suonava magnificamente il pianoforte.
Aveva una facilità di invenzione melodica veramente
eccezionale. [...] Aveva una bellissima cultura musicale
e studiava continuamente il contrappunto. Malgrado
un successo fantastico [...] era rimasto modestissimo e
di una semplicità esemplare. Abitava una bella casa
a Riverside Drive con un vasto terrazzo dal quale si
ammirava il fiume Hudson, e questa casa era piena di
luce, di musica, di libri e di bei quadri impressionisti.
Povero George, morto tanto giovane, forse per aver
troppo lavorato e troppo goduto della vita...».
38 In Italia nel frattempo, la fine dell’anno è
segnata da una polemica tra Casella e Pietro
Mascagni, che esprime pubblicamente aspre
critiche nei confronti delle nuove musiche e
di determinate manifestazioni artistiche del
Novecento. Casella replica a stretto giro e per esteso
con una lettera aperta su «L’Italia letteraria».
Anni dopo il rapporto tra i due avrebbe conosciuto
una schiarita, come testimonia questa dedica.
39
Finalmente!
A Casella per ricordo.
Paul Hindemith 1930
40
A mon cher ami,
excellent maitre,
Alfredo Casella,
en souvenir de
Richard Strauss
Wien, 18.3.30
41
Alfredo Casella
durante la
composizione
dell’opera La
donna serpente
43
42
Gianfrancesco Malipiero, Manuel de Falla e Alfredo Casella
a Venezia per il Festival della Biennale
Ad Alfredo Casella che ridonò
il canto a Orfeo
l’Orfico dolente e paziente
Gabriele d’Annunzio
4 dec. 1932
Organizzatore e operista
Il 1930 è ancora un anno di viaggi in tutto il
mondo: in Spagna tiene concerti in trio e dirige
Les Noces di Stravinskij; nominato membro ad
honorem dell’American Academy of Arts and
Sciences di Boston si reca in quella città a maggio,
per poi raggiungere per la prima volta l’Argentina,
impegnato come direttore d’orchestra; a settembre
si svolge il primo Festival della musica della
Biennale di Venezia, di cui è organizzatore
insieme a Mario Labroca; a dicembre va in Egitto,
con quello che poi diventerà il Trio Italiano, attivo
in tutto il mondo per oltre un decennio.
39 Benché gli impegni all’estero siano molti non
viene meno l’attività di organizzatore in patria.
Tra i compositori fatti conoscere in Italia c’è
Paul Hindemith, presente con il suo quartetto
in diverse occasioni, dal 1925 in avanti.
40 A Vienna incontra Richard Strauss,
compositore venerato (accanto a Mahler) sin
dai primi anni del secolo; la sua influenza
stilistica si avverte in particolare nelle prime due
sinfonie, scritte a Parigi tra il 1905 e il 1909:
«È assai strano però il constatare che – scritte in
Francia ed in piena era debussiana – risentono
quasi esclusivamente delle influenze straussiana e
malheriana. Ciò prova quanto tenaci fossero in me
le prime impressioni lasciate dal pensiero austrogermanico, e quanto fossi avverso all’impressionismo,
che allora cominciava a dilagar per ogni dove».
Nel 1938, Strauss avrebbe fatto eseguire La favola di
Orfeo – opera da camera composta sei anni prima
– a Stoccarda, nell’ambito del festival organizzato
dal “Consiglio permanente per la cooperazione
fra compositori”, di cui Strauss era presidente.
41 Il 1932 è l’anno dell’unica grande opera di
Casella, La donna serpente, composta fra il 1928 e
il 1931, e rappresentata al Teatro Reale dell’Opera
di Roma il 17 marzo dell’anno seguente.
42 In settembre, al Festival di Venezia, va in scena con
successo La favola di Orfeo, opera da camera in un
atto che riprende il mito fondante del teatro musicale.
Gabriele D’Annunzio gli riserva questa dedica.
43 Partecipano a quella edizione del Festival anche
Gianfrancesco Malipiero e Manuel de Falla.
Il catalogo delle opere teatrali si concluderà
nel 1937 con il «mistero in un atto» Il deserto
tentato, dedicato a Mussolini e concepito
a glorificazione della guerra etiopica.
44
45
Para Casella
con la admiración
y el afecto de
ASegovia
Roma 21 enero ...
Alfredo Casella
in Russia nel 1935
48
1935
Rome
11 Avril
au Trio Casella
Alfredo Yvonne Fulvia
souvenir du leur ami
Milhaud
46
Alfredo Casella, terzo da sinistra, insieme ad alcuni
artisti presenti alla Biennale di Venezia del 1936
47
all’amico Alfredo Casella
affettuosamente
l’autore del Concerto
dell’Estate, che egli ha
diretto e fatto applaudire a
Londra e altrove
Milano, 7-III-31
Ildebrando Pizzetti
Finale
Nell’autunno del 1932 il Ministro dell’Educazione
gli affida la cattedra di pianoforte ai corsi di
perfezionamento dell’Accademia di Santa Cecilia.
44 Nel 1933 viene fondata l’Accademia Musicale
Chigiana, per iniziativa del Conte Guido Chigi-Saracini
(il quale, convinto sostenitore della Corporazione delle
Nuove Musiche, aveva già ospitato il festival della
Società Internazionale di Musica Contemporanea
del 1928). Casella è invitato sin dall’inizio come
docente di pianoforte; più tardi avrà l’incarico
anche per il corso di direzione orchestrale.
La qualità dei docenti invitati è tale che in pochi anni
la fama della scuola oltrepassa i confini nazionali.
Tra i colleghi di Casella c’è anche il celebre
chitarrista Andrés Segovia.
Nel 1934, oltre ad organizzare il festival della Società
Internazionale di Musica Contemporanea a Firenze,
suona con il Trio Italiano negli Stati Uniti. Riceve dalla
Fondazione della mecenate Elizabeth Coolidge la
medaglia per «eminet services to chamber music».
45 Nel 1935 tiene una tournée di sei settimane in
Russia, come autore e direttore d’orchestra. Al Bol’šoj
di Mosca vede l’opera di Šostakovič Lady Macbeth
del distretto di Mcensk e resta sorpreso dalle quarante
recite tutte esaurite programmate in quel teatro.
46 Nel 1936 prende parte alla Biennale di Venezia
sia come interprete sia come compositore. La foto lo
ritrae insieme ad altri protagonisti di quella edizione:
il venticinquenne Nino Rota, il direttore d’orchestra
Nino Sanzogno, il soprano Ines Alfani Tellini, il
pianista Giorgio Favaretto, i compositori Vincenzo
Tommasini, Lino Liviabella e Goffredo Petrassi.
47 48 Nel 1937 la Biennale affida a Casella
(e Mario Corti) l’organizzazione del Festival di
musica. Casella dedica ampio spazio a Schönberg
(tenuto fuori dal Festival per sette anni) e ottiene
la collaborazione di diversi compositori invitati a
dirigere nuove composizioni: tra gli altri Stravinskij
(prima europea di Jeu de cartes), Ildebrando Pizzetti
(De Profundis) e Darius Milhaud (Suite Provençale).
Nell’estate del 1942 viene ricoverato d’urgenza
per un’occlusione intestinale e sottoposto a
intervento chirurgico. Gli viene diagnosticato
(erroneamente) un neoplasma e l’anno seguente
è operato per la seconda volta, ma l’infezione
dà luogo a complicanze non curabili.
Casella è costretto per lo più a letto, tra sofferenze
asprissime, ciononostante continua a dare
lezioni e in alcuni frangenti a tenere concerti.
Porta avanti l’attività di revisore (su opere di
Bach, Chopin, Mozart e Musorgskij) e continua a
comporre fino al 1944, quando ultima la Missa
solemnis “Pro Pace”, eseguita l’anno successivo.
Nel 1946 dirige gli ultimi concerti alla Scala,
al Palazzo Ducale di Genova e all’Accademia
Filarmonica Romana, di cui è nominato
direttore artistico per la stagione 1946-47.
Dopo un ulteriore intervento chirurgico,
muore a Roma il 5 marzo 1947.
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