Le due soluzioni allo stress nocivo,Clive Cussler: Morsa di ghiaccio

Le due soluzioni allo stress
nocivo
Lo stress è parte della nostra natura, non è sempre negativo,
ma quello negativo può fare danni. Vediamo allora di conoscere
da vicino questo “animale ambiguo” e di capire come possiamo
domarlo.
Lo stress può essere acuto o cronico.
Lo stress acuto (eustress) è costruttivo ed adattivo, ci dà
l’adrenalina necessaria prima di una gara sportiva o di un
esame oppure ci mette in condizioni di difenderci da un
pericolo per la nostra incolumità. Lo stress acuto si attiva e
si abbassa velocemente, dandoci il tempo di riprenderci.
Lo stress cronico (distress), invece, permane a lungo ed è il
frutto di una situazione problematica che si subisce per
lunghi periodi e con grande intensità. Lo stress cronico si
attiva, persiste nel tempo, continua a togliere energia a
tutti i nostri processi vitali e non dà al corpo il tempo di
rigenerarsi.
La chiave del benessere e della guarigione dallo stress nocivo
è nel diminuire il tempo di permanenza nello stress cronico,
decidendo di agire. E’ il rimanere fermi ai blocchi di
partenza, nel dubbio, rimuginando, che provoca la malattia.
Henri Laborit ha, infatti, dimostrato che non è l’evento
stressante a farci ammalare, ma l’impossibilità di reagire ad
esso:
se possiamo fuggire non ci ammaliamo,
se possiamo combattere non ci ammaliamo,
se non possiamo né fuggire né combattere,
nell’inibizione dell’azione e ci ammaliamo.
siamo
In fatto di stress, noi esseri umani abbiamo un insidioso
difetto, rispetto agli animali: oltre allo stress fisico,
viviamo intensamente anche lo stress emotivo e psicologico;
oltretutto siamo bravi nel rimanere in allerta per paura che
ciò che ci ha spaventati una volta possa succedere di nuovo,
facendo diventare reale un pericolo che è solo percepito. Un
pericolo vero o immaginario, per il nostro cervello è
ugualmente reale e stimola il corpo allo stesso modo.
Il pensiero interferisce con il corpo e le sue funzioni in
questo modo: quando una persona si trova di fronte ad una
situazione drammatica che la sovrasta, per la quale la mente
non riesce a trovare una via d’uscita, allora è il corpo che
interviene e reagisce per cercare di sopravvivere al pericolo
incombente nel solo modo che conosce, cioè aumentando o
diminuendo le sue funzioni.
Lo stress può fare ammalare noi “poveri” esseri umani in tre
modi:
un forte trauma o choc, inatteso, vissuto in solitudine,
può portare ad uno stress fortissimo e ingestibile che
può aprire le porte alla malattia;
un conflitto inconscio, una situazione emotivamente
difficile su cui si continua a rimuginare, può diventare
troppo stressante da sostenere;
vivere lontani dai propri bisogni autentici o dai propri
valori, alla lunga crea situazioni di conflitto e di
tensione emotiva difficili da gestire.
La guarigione può avvenire con due tipi di soluzione:
soluzione pratica: significa cambiare ciò che ci crea
troppo stress, ma non è sempre possibile;
soluzione di non attaccamento: è la strada
dell’accettazione e del perdono; Alessandro Quadernucci,
nel suo Scegli di cambiare, porta un efficace esempio.
“Ho delle difficoltà con un collega nel mio ambiente di
lavoro: cerco di capire le ragioni del suo
comportamento, comprendo che ha una serie di problemi e
di limitazioni e questo tramuta la rabbia che provo in
una comprensione più profonda della sua sofferenza;
capisco anche di dovermi tutelare ed evito di essere
continuamente a contatto con lui (soluzione pratica)”.
Il perdono è la forza guaritrice più grande, ma è anche la più
difficile da raggiungere, quella per la quale occorre più
tempo. L’accettazione significa che quella persona va bene
così com’è, non per come dovrebbe essere. Accettazione e
perdono sono la saggia soluzione per superare l’effetto
stressante della rabbia e del dolore della ferita, attraverso
una visione meno centrata su sé stessi. Ricordiamoci inoltre
che le minacce e le paure che percepiamo, il più delle volte
non sono reali, ma sono prodotti della mente.
Cinzia Malaguti
Bibliografia: A. Quadernucci, Scegli di cambiare, Milano,
Tecniche Nuove, 2015
Clive
Cussler:
ghiaccio
Morsa
di
I romanzi di Clive Cussler sono sempre affascinanti, davvero
egli è il fuoriclasse della suspense avventurosa.
Morsa di ghiaccio affronta un tema ambientalista, quello della
riduzione dell’effetto serra e racconta, con avvincenti
intrecci, l’avidità di imprenditori senza scrupoli e la
serietà di scienziati illuminati.
Morsa di ghiaccio è ambientato principalmente in Canada, nella
Columbia Britannica e nel Passaggio Nord-Ovest dell’Oceano
Artico, con un antefatto e quattro intrecci narrativi.
L’antefatto
Nel 1848 due navi americane vengono bloccate dai ghiacci
nell’Oceano Artico e gli equipaggi sono colpiti da una strana
malattia.
Columbia Britannica, Canada
I quattro intrecci narrativi di oggi
Dirk junior e Summer Pitt fanno parte di un team di
ricercatori che studia gli effetti del riscaldamento dei mari
e dell’innalzamento dei livelli di acidità. Durante una
missione per il prelevamento di campioni nel passaggio interno
intorno alla Gil Island, nella Columbia Britannica, Canada,
s’imbattono in una nave alla deriva perché gli occupanti sono
tutti morti.
La biochimica Lisa Lane ha scoperto casualmente un modo per
ottenere la fotosintesi artificiale, usando come catalizzatore
il rutenio; questa scoperta permetterebbe di ridurre
l’anidride carbonica ed il biossido di carbonio
nell’atmosfera; Lisa rimane vittima di una esplosione nel suo
laboratorio, di origine dolosa.
Goyette è un imprenditore che sta sfruttando l’ambientalismo
per i propri fini commerciali e si è arricchito grazie allo
smaltimento illegale dell’anidride carbonica. Goyette ha
assoldato un killer per eliminare chi rischia di intralciare i
suoi affari.
Il Passaggio a Nord-ovest
Nel mare di Beaufort, Oceano Artico, nord del Canada, in pieno
Passaggio Nord-ovest, un laboratorio costruito sulla spessa
coltre di ghiaccio viene distrutto da una nave che poi
scompare. Il Passaggio Nord-Ovest è una via d’acqua
commerciale, ma impervia per via dei ghiacci, che tuttavia
permette di far risparmiare molto tempo alle navi che devono
attraversare il continente americano.
Il rutenio
Nei romanzi di Clive Cussler s’impara sempre qualcosa sul
mondo, qui oltre ad esplorare aree quasi sconosciute come
quelle della Columbia Britannica e del Passaggio a Nord-Ovest,
ho scoperto l’esistenza di un versatile catalizzatore, un raro
minerale chiamato rutenio.
Rutenio
Il rutenio è un metallo di transizione, del gruppo del
platino, noto per la sua durezza; la sua peculiarità come
indurente, specie se combinato con altri elementi come il
titanio, era molto apprezzata in campo industriale.
L’irregolarità delle forniture ha tuttavia provocato una
brusca salita del prezzo, costringendo
ricorrere ad altri composti.
i
produttori
a
Il rutenio è uno dei minerali più rari della terra, quantità
molto piccole, ma commercialmente importanti, si trovano nella
pentlandite estratta a Sudbury nell’Ontario, Canada.
Nell’ultimo secolo, il Sudafrica ed i Monti Urali in Russia
sono sempre stati i punti d’origine tradizionali del rutenio
da miniera, ma ora non più. In Sudafrica, presso una miniera
situata sull’altopiano di Bushveld, ne venivano estratte
all’incirca dieci tonnellate all’anno; le estrazioni
raggiunsero il massimo negli anni ’70, per ridursi
praticamente a zero nel 2000; nonostante l’impennata dei
prezzi, la produzione sudafricana è cessata completamente. Il
rutenio russo, invece, proveniva da due sole miniere di
dimensioni modeste, adiacenti l’una all’altra, nella valle di
Vissim, nei Monti Urali; le ultime estrazioni risalgono agli
anni ’50; parecchi anni fa, una frana disastrosa ha distrutto
e sepolto entrambi i siti che sono stati abbandonati poiché,
secondo i russi, sarebbe occorso troppo tempo per riuscire a
renderne nuovamente operativo almeno uno.
L’evoluzione dell’avventura di Dirk Pitt
Dirk senior Pitt si mette a caccia delle fonti di rutenio per
aiutare la biochimica Lisa Lane a ricostruire il processo
della fotosintesi artificiale, andato distrutto con il
laboratorio. Per motivi diversi, qualcun altro è sulle tracce
del rutenio e vuole togliere di mezzo ogni altro concorrente,
con le cattive più che con le buone.
Oceano Artico
La caccia al rutenio lo porterà nelle acque gelide dell’Oceano
Artico, nel Passaggio nord-ovest, alla ricerca delle due navi
affondate nel 1848 che nascondono molti segreti e che le
gelide acque dovrebbero avere conservato. La ricerca non sarà
facile e Dirk con il suo amico Giordino dovranno combattare
contro ghiaccio e spietati nemici.
Sempre avvincenti i romanzi del fuoriclasse della suspense
avventurosa!
Cinzia Malaguti
Clive Cussler con Dirk Cussler, Morsa di ghiaccio, Milano,
TEA, 2008
Dalla
cellula,
all’epigenetica:
funzioniamo
ai
geni,
ecco come
Quelli che seguono sono gli appunti che ho preso durante la
conferenza Supera i tuoi geni del biologo cellulare
statunitense Dott. Bruce Lipton, sostenitore dell’influenza
del pensiero e delle percezioni sull’attività di geni,
proteine e cellule e ricercatore nel campo dell’epigenetica.
Bruce Lipton sostiene quindi il primato dell’ambiente sui
geni.
Il nostro corpo è fatto di cellule ed i più importanti
costituenti di una cellula sono le proteine. Le proteine sono
gli elementi primari del nostro corpo e ne formano la
struttura; abbiamo circa 150.000 diverse proteine ed ognuna di
esse è una catena di amminoacidi con lunghezza e sequenza
diverse, quindi ogni proteina ha una sua forma e funzione che
dipende dalla catena di amminoacidi di cui è costituita.
Nel nucleo della cellula c’è il DNA che è la matrice che dice
all’organismo come devono disporsi gli amminoacidi, ossia come
deve essere la loro sequenza, che tipo di proteina deve essere
prodotta.
Il DNA non è il cervello della cellula,
casomai è la sua gonade.
Le cellule staminali sono cellule non ancora specializzate,
necessarie alla vita perché sostituiscono quelle vecchie;
pensate che ogni 3 giorni sostituiamo tutte le cellule
dell’apparato digerente, grazie alla presenza delle cellule
staminali. Cosa controlla il destino delle cellule staminali?
Il destino cellulare non è determinato dai geni, visto che
nelle cellule staminali sono identici, ma evidentemente
dall’ambiente. I ricercatori hanno provato che, prendendo
delle cellule assolutamente sane e mettendole in un ambiente
malsano, queste cellule si ammalano; se vengono riportate
nell’ambiente sano, guariscono.
Le proteine sono come degli ingranaggi; diversi sono gli
ingranaggi proteici del nostro corpo: la respirazione, la
digestione, ecc.. Questi ingranaggi devono però muoversi per
svolgere i loro compiti. Cos’è che spinge le proteine a
muoversi? Le proteine si muovono perché ricevono un segnale
che può essere chimico e/o energetico. Ogni proteina è
attivata da un determinato segnale, quindi un segnale diverso
controlla una proteina diversa.
Il Dr. Tsong ha sperimentato che le proteine possono essere
controllate da un campo d’energia e non solo dalla chimica o
biochimica. Questo rappresenta una rivoluzione perché, secondo
la biologia tradizionale, i segnali possono essere trasportati
solo attraverso sostanze chimiche, allora se voglio modificare
il segnale devo usare farmaci.
Il Dr. Tsong ha invece dimostrato che non sempre c’è bisogno
di farmaci, perché si può usare un segnale energetico,
elettromagnetico, per attivare le proteine. L’articolo apparso
su Nature dice che una molecola si può piegare o ruotare, ma
mentre la biologia tradizionale non riesce a predirne il
movimento, la fisica quantistica ci riesce, con lo studio dei
campi, dell’energia, di cui ogni cosa è fatta.
B.
Lipton,
conferenza
Supera
i
tuoi
geni,
estratto Nature
Il segnale chimico e/o energetico quindi fa muovere la
proteina determinandone il comportamento. Se il comportamento
indotto dal segnale non va bene cosa può causarlo? Risulta che
solo il 5% delle persone nasce con difetti genetici, quindi si
ammala per colpa delle proteine, mentre il 95% se si ammala è
perché il segnale è sbagliato.
Come può un segnale chimico e/o energetico causare una
malattia? La malattia nasce a causa di: un trauma che modifica
il segnale, tossine che generano una distorsione del segnale,
la mente che genera percezione sbagliate. Sulla prima causa di
malattia è utile la medicina tradizionale; per prevenire la
seconda causa di malattia dobbiamo mangiare cibi salutari e
biologici, che contribuiscono ad una corretta alimentazione;
la terza causa di malattia è quella più importante, riguarda
la mente: se la mente manda un segnale sbagliato, è l’intero
corpo a risentirne, così come se la mente manda un segnale
giusto è l’intero organismo che ne trae beneficio.
L’effetto placebo che guarisce è il classico esempio
dell’influenza della mente sull’organismo; la convinzione che
stiamo prendendo qualcosa che ci farà bene, può fare
effettivamente stare bene, anche se quello che prendiamo non è
un farmaco, ma acqua e zucchero, questo è l’effetto placebo.
Allo stesso modo funziona l’effetto nocebo, ossia se quel
farmaco inerte viene percepito come nocivo, può produrre
effetti nocivi, anche se è solo acqua e zucchero.
B. Lipton, slide conferenza
Supera i tuoi geni
Il cervello della cellula non è il DNA, come abbiamo visto, ma
la membrana perché è lì che si trovano gli interruttori che
controllano i segnali; se l’interruttore è chiuso, il segnale
non può entrare. L’interruttore è composto di due parti: i
recettori e gli effettori; i recettori (naso, occhi, lingua,
pelle, ecc.) sono proteine con antenne di glucosio; quando
arriva il segnale, il recettore vibra, si apre l’effettore che
così invia il segnale dentro la cellula; è la consapevolezza
dell’ambiente attraverso sensazioni fisiche = percezione.
Quindi è la percezione che controlla il comportamento
cellulare, la nostra biologia; cambia la percezione del mondo
e degli eventi e cambi anche la tua biologia.
Il segnale può anche entrare nel nucleo dove c’è il materiale
genetico. Qui entriamo nel campo della epigenetica che studia
come i segnali attivano i geni; l’epigenetica è una parte
della scienza della trasduzione del segnale. Quando il segnale
entra nel nucleo, trova i cromosomi che sono 46 (23 di
provenienza materna e 23 di provenienza paterna); i cromosomi
sono fatti per il 50% di DNA e per il rimanente 50% di
proteine. I geni, quindi, non sono costituiti solo da DNA, ma
anche da proteine che lo avvolgono. Ricordiamoci che segnale e
proteina sono come chiave e serratura. I geni sono solo
matrici, sono i segnali ambientali che controllano quali geni
vengono attivati.
Dagli studi di epigenetica risulta che un gene crea 30.000
diverse proteine, quindi ogni gene nel tuo corpo può creare
30.000 diverse variazioni di proteine con lo stesso gene;
significa che puoi avere un gene sano, ma la tua percezione
dell’ambiente può produrre un’espressione malata, così come se
nasci con un gene malato, non è detto che quel gene produca la
malattia, perché l’ambiente può modificare l’espressione del
gene. Il meccanismo epigenetico può cambiare la lettura dei
geni con la percezione degli eventi, del mondo. E’ stato
sperimentato che l’attività genetica di gemelli identici
cambia in risposta alle diverse esperienze nel corso della
loro vita; le esperienze cambiano la lettura genetica.
Concludendo:
non sei controllato dai tuoi geni,
i geni che hai ricevuto possono cambiare ogni giorno
attraverso le esperienze di vita,
non sei vittima dei tuoi geni, casomai sei vittima delle
tue convinzioni, credenze, percezioni errate.
Bruce Lipton, i suoi studi e le sue affermazioni contengono
molta verità, anche se si prende qualche libertà di
interpretazione. Soprattutto i suoi spunti sono molto utili a
responsabilizzare le persone nei confronti della propria vita.
Cinzia Malaguti
Fonti:
B. Lipton, Supera i tuoi geni, Cesena, Gruppo Editoriale
Macro, 2012
T. Y. Tsong, Trends in Biochemical Sciences 14 (Elsevier, West
Sussex, UK 1989) pp. 89-92
I russi e l’omicidio di Boris
Nemtsov
Boris Nemtsov, uno dei leader dell’opposizione russa, è stato
ucciso la sera del 27 febbraio 2015 con quattro colpi di
pistola alla schiena sparati da un uomo sceso da un auto
bianca su un ponte a pochi metri dal Cremlino.
Prima di commentare questo omicidio politico, è necessario
comprendere il contesto in cui è avvenuto, del quale ho
individuato alcuni elementi determinanti.
La televisione statale. La tv statale continua a dire ai
russi che nel paese è attiva una “quinta colonna” e che
agenti stranieri minacciano la sicurezza nazionale. La
televisione nazionale è la principale fonte
d’informazione per il 90% dei russi che diventano così
permeabili al clima di sospetto e di odio infuso nel
paese. Le uniche volte in cui l’opposizione politica è
apparsa in tv è stato all’interno di documentari
commissionati per screditarla.
La società russa. La società russa è ancora debole,
pertanto sensibile ai richiami nazionalistici e
bisognosa di un leader forte; il crollo dell’Unione
Sovietica è per molti un ricordo ancora fresco e la
stabilità è considerata un valore importantissimo. I
russi, in genere, adorano l’arroganza di Putin.
La storia. Alla fine degli anni Ottanta, la società
russa ha dato la colpa delle proprie sventure alla
nomenclatura comunista, alla fine degli anni Novanta ai
riformatori liberali e oggi ai “traditori della nazione”
con messaggi pilotati e veicolati dalla televisione
pubblica.
L’opposizione. Boris Nemtsov era una delle poche figure
politiche di primo piano che avevano osato criticare
l’annessione della Crimea e l’appoggio di Mosca ai
separatisti dell’Ucraina dell’Est; Nemtsov aveva
organizzato anche una manifestazione di protesta, ma lo
hanno ammazzato prima. Boris Nemtsov comunque non era
amato dai russi, evidentemente per la sua incapacità di
costruire un consenso dal basso; egli non aveva ancora
imparato a confrontarsi con la difficile realtà
quotidiana dei russi, nonostante siano passati più di 10
anni da quel famigerato spot del 2003 dove, in occasione
delle elezioni politiche, sorvolava la Russia in un
lussuoso jet privato e discuteva con due colleghi sul
futuro del paese.
Con questi dati di fatto, io credo
che Boris Nemtsov non rappresentasse davvero un ostacolo per
Vladimir Putin; egli non aveva presa sociale ed i suoi
sostenitori erano soprattutto intellettuali. Casomai la
responsabilità di Putin è indiretta perché alimenta il
nazionalismo e la dipendenza di un popolo dai poteri forti,
assecondando o non ostacolando atti d’intimidazione e di
terrore per le opposizioni.
In Russia, comunque, “democrazia” è una parola quasi
sconosciuta; il popolo russo ha conosciuto durante la sua
storia solo monarchie e dittature, non è facile per loro
affrancarsi da un uomo che ama solo il denaro, gli affari ed
il potere e che fa di tutto affinché questo affrancamento non
metta radici.
L’omicidio di Boris Nemtsov è figlio della politica di Putin
che alimenta il nazionalismo, il quale alimenta il suo potere.
Cinzia Malaguti
Leggi anche Le ragioni nascoste dell’omicidio Nemtsov
Fonti:
Internazionale: Aleksej Makarkin, Ezednevnij Zurnal, Mosca –
Konstantin Von Eggert, corrispondente BBC a Mosca
Oli essenziali antistress: 3
ricette
L’aromaterapia usa gli oli essenziali, ossia le sostanze
volatili e fortemente odoranti delle piante, per stimolare il
benessere della mente e del corpo.
In Italia alcuni scienziati si sono occupati, soprattutto tra
gli anni Venti e Trenta, degli effetti psicologici degli oli
essenziali. I dottori Renato Cayola e Giovanni Gatti
pubblicarono nel 1922 un articolo sull’effetto delle essenze
sul sistema nervoso. In particolare, ne studiarono, eseguendo
innumerevoli misurazioni, l’effetto stimolante o sedativo
sulla frequenza respiratoria, sulla pressione e sulla
circolazione del sangue; inoltre ne provarono scientificamente
la potenzialità germicida. Il maggior studioso dei derivati
vegetali del secolo scorso, professore Paolo Rovesti
(1902-1983), dedicò uno studio agli effetti psicologici degli
oli essenziali e li utilizzò con pazienti affetti da disturbi
psichici quali depressione e crisi di panico.
Oggi l’aromaterapia suscita in tutto il mondo l’interesse di
medici, profani, naturopati e ricercatori, viene impiegata
anche in ospedali, case per anziani, ambulatori ed è
utilizzata nei centri benessere e nelle saune. Gli oli
essenziali sono un ingrediente indispensabile nella pratica
degli aufguss in sauna.
Gli oli essenziali in commercio sono tanti ed ognuno ha
determinate proprietà, così come diversi sono gli usi che se
ne possono fare, dalla lampada per aromi, alle inalazioni, ai
bagni, agli impacchi, ai massaggi, alle saune.
Una nota importante sulla qualità: preferite sempre oli
essenziali puri al 100%, evitando quelli che, costando
decisamente di meno, hanno percentuali spesso troppo basse
dell’essenza.
Io uso gli oli essenziali con la lampada per aromi ottenendone
un effetto armonico e rilassante. Qui voglio darvi tre ricette
che, ne sono sicura, non vi deluderanno, ma prima vi racconto
qualcosa sulle 4 essenze che le compongono.
Lavanda
Olio essenziale di Lavanda
Ottimo rimedio per ogni tipo di bruciatura e in caso di
punture di insetti, in particolare vespe ed api: si
applica pura (una vera eccezione nell’aromaterapia);
Utile su ferite, eczemi, foruncoli, dermatiti, herpes,
ulcere alle gambe, dolori reumatici, nevriti, dolori
muscolari, sciatica: può essere usata in impacco con
acqua, mescolata ad argilla, in bagni, massaggi, spray e
applicazioni cutanee;
Ottima contro il mal di testa: si utilizza con impacchi
freddi da mettere sulla fronte;
Molto indicata contro raffreddore, influenze e bronchiti
in quanto svolge un’azione antisettica per le vie
respiratorie ed aumenta le difese immunitarie: usatela
per inalazioni;
aiuta ad abbassare la pressione alta ed è un buon
rimedio per rinforzare e proteggere il cuore; si usa
anche contro l’aritmia, le palpitazioni o i dolori
cardiaci di origine nervosa: perfetta nella lampada per
aromi, ma anche sotto forma di applicazioni del prodotto
diluito nella regione cardiaca;
è un rigeneratore naturale delle cellule, disintossica,
riequilibra, addolcisce e stimola la circolazione in
ogni tipo di pelle, soprattutto quelle secche; come il
Neroli, di cui vi parlerò più avanti, aiuta la
formazione di nuove cellule epiteliali e quindi è un
ottimo rimedio antinvecchiamento: usatela nelle lampade
per aromi;
negli shampoo e nelle lozioni contrasta la caduta dei
capelli ed è particolarmente consigliata contro la
forfora: se del caso, aggiungetene una goccia al vostro
shampoo;
si otterrà una meravigliosa profumazione se aggiungerete
direttamente l’essenza nell’ultimo risciacquo della
lavatrice.
Rose
Olio essenziale di Rosa
Equilibra gli eccessi, soprattutto quelli che hanno a
che fare con il cuore, dona fiducia nei momenti di
affanno e dolore, libera dalle sofferenze dell’anima,
consola la tristezza e apre all’amore, all’amicizia e
alla solidarietà; l’olio essenziale di rosa può calmare
o tonificare, a seconda delle esigenze: usalo come
profumo d’ambiente o nelle miscele per il massaggio o
per il bagno, nella lampada per aromi e, in piccolissime
quantità, può essere usato anche direttamente sulla
cute, strofinandone una goccia sul polso o sulla regione
cardiaca;
è antinfiammatorio, tonificante e antispasmodico; in
combinazione con l’olio essenziale di melissa (entrambi
diluiti in olio di jojoba) calma il mal di testa;
regola il sistema ormonale, purifica e fortifica
l’utero, regolarizza le mestruazioni e ne calma gli
spasmi;
è l’olio essenziale più adatto per la cura della pelle
dei bambini, avendo la minore tossicità in assoluto.
Fiori d’arancio
Olio essenziale di Neroli (fiori di Arancio)
è un meraviglioso rimedio contro la paura, le situazioni
di shock o depressione ed è un valido tranquillante
naturale; stabilizza e tira su il morale, distende
quando la tensione è eccessiva e dona forza quando le
situazioni sembrano sfuggirci di mano; è efficace per
placare l’ansia da esami: va bene nella lampada per
aromi, nei profumatori per ambienti e nei bagni, oppure
mettendo poche gocce di essenza su un fazzoletto e di
tanto in tanto inspirarne l’aroma;
è
un
ottimo
coadiuvante
nel
trattamento
dell’ipertensione;
efficace come regolarizzatore ormonale nelle donne
perché i disturbi della sindrome premestruale e quelli
legati al climaterio possono essere efficacemente
trattati con questo prodotto;
ottimo per ogni tipo di pelle, favorisce l’eliminazione
delle cellule epiteliali morte, stimola la produzione di
quelle nuove e quindi una rigenerazione della pelle: un
impacco caldo-umido di olio di Neroli sul viso ha un
piacevole effetto antistress e rilassante.
Fiori di pompelmo
Olio essenziale di Pompelmo
Stimola la parte del cervello (il talamo) preposta alla
produzione di sostanze chimiche, favorendo la produzione
di encefaline, che garantiscono benessere ed euforia;
l’olio è pertanto ottimo quando ci si sente depressi o
giù di morale, in stati di ansia, stress e paura, perché
trasmette gioia di vivere, leggerezza e benessere, aiuta
ad avere fiducia in sé stessi;
ha un effetto tensore sulla pelle, di cui migliora anche
l’irrorazione sanguigna e viene pertanto impiegato nei
casi di cellulite; evitare l’esposizione diretta al sole
dopo averlo applicato sulla pelle perché ha un effetto
foto sensibilizzante;
contribuisce a bruciare i grassi durante una dieta: da
impiegare in massaggi e bagni.
Ecco dunque le 3 ricette di oli essenziali con effetto
rasserenante ed antistress:
Antistress:
Lavanda 4 gocce, Rosa 2 gocce
Raggio di sole (antidepressivo, rasserenante):
Rosa 3 gocce, Neroli 2 gocce
Bella vista (antidepressivo, dà fiducia).
Pompelmo 8 gocce, Neroli 2 gocce.
Ok, ora è venuto il momento di provarli. Non spaventatevi del
prezzo degli oli essenziali di Neroli e di Rosa, perché sono
tra i più cari, ma non ve ne pentirete.
Leggi anche Gli oli essenziali dell’Alto Adige
Cinzia Malaguti
Bibliografia:
S. Fischer-Rizzi, Profumi celestiali, Milano, Tecniche Nuove,
2014
Riordinare casa, no problem!
Marie Kondo nel suo Il magico potere del riordino associa il
disordine degli spazi al disordine interiore e rivela l’arte
del riordino quale viatico alla serenità, all’ordine
interiore.
Ho acquistato il libro di Marie Kondo su Il magico potere del
riordino incuriosita da quello che può dirci una cultura così
diversa dalla nostra, quale è quella giapponese.
Nella lettura, saltavo un po’ in qua e in la, a seconda dei
capitoli d’interesse, sperimentandone di volta in volta i
consigli, con soddisfazione.
Il consiglio principe è quello di buttare tutto ciò che non
serve o non si usa da tempo. Lasciare andare, una dopo
l’altra, le cose che hanno fatto il loro corso è come lasciare
andare il passato ed i relativi pensieri che, hanno fatto il
loro corso, per trattenere solo ciò che è veramente utile per
il nostro presente.
Due suggerimenti pratici mi hanno particolarmente
entusiasmata, sono molto semplici, ma per abitudine non li
avevo mai pensati e, sicuramente, anche molti di voi. Vediamo
di cosa si tratta.
Anziché riporre nei cassetti maglie, magliette, camicie, abiti
e pantaloni uno sopra l’altro, perché non riporli in
verticale? Si recupera un sacco di spazio se vengono piegati
ed eventualmente arrotolati, poi riposti in verticale, come
frontespizi di libri; vi assicuro che si stropicciano meno che
piegati e riposti in orizzontale, oltre al vantaggio dello
spazio recuperato.
Anziché riporre le borse imbottite di carta perché non
metterle l’una dentro l’altra? Mettetele le più piccole dentro
le più grandi, anziché riporle nell’armadio con la carta
dentro, si ottiene lo stesso risultato di mantenerle “in
forma” e, in più, si recupera tanto spazio.
Buon riordino!
Cinzia Malaguti
Bibliografia: M. Kondo, Il magico potere del riordino, Milano,
Vallardi, 2014