Le due soluzioni allo stress nocivo Lo stress è parte della nostra natura, non è sempre negativo, ma quello negativo può fare danni. Vediamo allora di conoscere da vicino questo “animale ambiguo” e di capire come possiamo domarlo. Lo stress può essere acuto o cronico. Lo stress acuto (eustress) è costruttivo ed adattivo, ci dà l’adrenalina necessaria prima di una gara sportiva o di un esame oppure ci mette in condizioni di difenderci da un pericolo per la nostra incolumità. Lo stress acuto si attiva e si abbassa velocemente, dandoci il tempo di riprenderci. Lo stress cronico (distress), invece, permane a lungo ed è il frutto di una situazione problematica che si subisce per lunghi periodi e con grande intensità. Lo stress cronico si attiva, persiste nel tempo, continua a togliere energia a tutti i nostri processi vitali e non dà al corpo il tempo di rigenerarsi. La chiave del benessere e della guarigione dallo stress nocivo è nel diminuire il tempo di permanenza nello stress cronico, decidendo di agire. E’ il rimanere fermi ai blocchi di partenza, nel dubbio, rimuginando, che provoca la malattia. Henri Laborit ha, infatti, dimostrato che non è l’evento stressante a farci ammalare, ma l’impossibilità di reagire ad esso: se possiamo fuggire non ci ammaliamo, se possiamo combattere non ci ammaliamo, se non possiamo né fuggire né combattere, nell’inibizione dell’azione e ci ammaliamo. siamo In fatto di stress, noi esseri umani abbiamo un insidioso difetto, rispetto agli animali: oltre allo stress fisico, viviamo intensamente anche lo stress emotivo e psicologico; oltretutto siamo bravi nel rimanere in allerta per paura che ciò che ci ha spaventati una volta possa succedere di nuovo, facendo diventare reale un pericolo che è solo percepito. Un pericolo vero o immaginario, per il nostro cervello è ugualmente reale e stimola il corpo allo stesso modo. Il pensiero interferisce con il corpo e le sue funzioni in questo modo: quando una persona si trova di fronte ad una situazione drammatica che la sovrasta, per la quale la mente non riesce a trovare una via d’uscita, allora è il corpo che interviene e reagisce per cercare di sopravvivere al pericolo incombente nel solo modo che conosce, cioè aumentando o diminuendo le sue funzioni. Lo stress può fare ammalare noi “poveri” esseri umani in tre modi: un forte trauma o choc, inatteso, vissuto in solitudine, può portare ad uno stress fortissimo e ingestibile che può aprire le porte alla malattia; un conflitto inconscio, una situazione emotivamente difficile su cui si continua a rimuginare, può diventare troppo stressante da sostenere; vivere lontani dai propri bisogni autentici o dai propri valori, alla lunga crea situazioni di conflitto e di tensione emotiva difficili da gestire. La guarigione può avvenire con due tipi di soluzione: soluzione pratica: significa cambiare ciò che ci crea troppo stress, ma non è sempre possibile; soluzione di non attaccamento: è la strada dell’accettazione e del perdono; Alessandro Quadernucci, nel suo Scegli di cambiare, porta un efficace esempio. “Ho delle difficoltà con un collega nel mio ambiente di lavoro: cerco di capire le ragioni del suo comportamento, comprendo che ha una serie di problemi e di limitazioni e questo tramuta la rabbia che provo in una comprensione più profonda della sua sofferenza; capisco anche di dovermi tutelare ed evito di essere continuamente a contatto con lui (soluzione pratica)”. Il perdono è la forza guaritrice più grande, ma è anche la più difficile da raggiungere, quella per la quale occorre più tempo. L’accettazione significa che quella persona va bene così com’è, non per come dovrebbe essere. Accettazione e perdono sono la saggia soluzione per superare l’effetto stressante della rabbia e del dolore della ferita, attraverso una visione meno centrata su sé stessi. Ricordiamoci inoltre che le minacce e le paure che percepiamo, il più delle volte non sono reali, ma sono prodotti della mente. Cinzia Malaguti Bibliografia: A. Quadernucci, Scegli di cambiare, Milano, Tecniche Nuove, 2015 Clive Cussler: ghiaccio Morsa di I romanzi di Clive Cussler sono sempre affascinanti, davvero egli è il fuoriclasse della suspense avventurosa. Morsa di ghiaccio affronta un tema ambientalista, quello della riduzione dell’effetto serra e racconta, con avvincenti intrecci, l’avidità di imprenditori senza scrupoli e la serietà di scienziati illuminati. Morsa di ghiaccio è ambientato principalmente in Canada, nella Columbia Britannica e nel Passaggio Nord-Ovest dell’Oceano Artico, con un antefatto e quattro intrecci narrativi. L’antefatto Nel 1848 due navi americane vengono bloccate dai ghiacci nell’Oceano Artico e gli equipaggi sono colpiti da una strana malattia. Columbia Britannica, Canada I quattro intrecci narrativi di oggi Dirk junior e Summer Pitt fanno parte di un team di ricercatori che studia gli effetti del riscaldamento dei mari e dell’innalzamento dei livelli di acidità. Durante una missione per il prelevamento di campioni nel passaggio interno intorno alla Gil Island, nella Columbia Britannica, Canada, s’imbattono in una nave alla deriva perché gli occupanti sono tutti morti. La biochimica Lisa Lane ha scoperto casualmente un modo per ottenere la fotosintesi artificiale, usando come catalizzatore il rutenio; questa scoperta permetterebbe di ridurre l’anidride carbonica ed il biossido di carbonio nell’atmosfera; Lisa rimane vittima di una esplosione nel suo laboratorio, di origine dolosa. Goyette è un imprenditore che sta sfruttando l’ambientalismo per i propri fini commerciali e si è arricchito grazie allo smaltimento illegale dell’anidride carbonica. Goyette ha assoldato un killer per eliminare chi rischia di intralciare i suoi affari. Il Passaggio a Nord-ovest Nel mare di Beaufort, Oceano Artico, nord del Canada, in pieno Passaggio Nord-ovest, un laboratorio costruito sulla spessa coltre di ghiaccio viene distrutto da una nave che poi scompare. Il Passaggio Nord-Ovest è una via d’acqua commerciale, ma impervia per via dei ghiacci, che tuttavia permette di far risparmiare molto tempo alle navi che devono attraversare il continente americano. Il rutenio Nei romanzi di Clive Cussler s’impara sempre qualcosa sul mondo, qui oltre ad esplorare aree quasi sconosciute come quelle della Columbia Britannica e del Passaggio a Nord-Ovest, ho scoperto l’esistenza di un versatile catalizzatore, un raro minerale chiamato rutenio. Rutenio Il rutenio è un metallo di transizione, del gruppo del platino, noto per la sua durezza; la sua peculiarità come indurente, specie se combinato con altri elementi come il titanio, era molto apprezzata in campo industriale. L’irregolarità delle forniture ha tuttavia provocato una brusca salita del prezzo, costringendo ricorrere ad altri composti. i produttori a Il rutenio è uno dei minerali più rari della terra, quantità molto piccole, ma commercialmente importanti, si trovano nella pentlandite estratta a Sudbury nell’Ontario, Canada. Nell’ultimo secolo, il Sudafrica ed i Monti Urali in Russia sono sempre stati i punti d’origine tradizionali del rutenio da miniera, ma ora non più. In Sudafrica, presso una miniera situata sull’altopiano di Bushveld, ne venivano estratte all’incirca dieci tonnellate all’anno; le estrazioni raggiunsero il massimo negli anni ’70, per ridursi praticamente a zero nel 2000; nonostante l’impennata dei prezzi, la produzione sudafricana è cessata completamente. Il rutenio russo, invece, proveniva da due sole miniere di dimensioni modeste, adiacenti l’una all’altra, nella valle di Vissim, nei Monti Urali; le ultime estrazioni risalgono agli anni ’50; parecchi anni fa, una frana disastrosa ha distrutto e sepolto entrambi i siti che sono stati abbandonati poiché, secondo i russi, sarebbe occorso troppo tempo per riuscire a renderne nuovamente operativo almeno uno. L’evoluzione dell’avventura di Dirk Pitt Dirk senior Pitt si mette a caccia delle fonti di rutenio per aiutare la biochimica Lisa Lane a ricostruire il processo della fotosintesi artificiale, andato distrutto con il laboratorio. Per motivi diversi, qualcun altro è sulle tracce del rutenio e vuole togliere di mezzo ogni altro concorrente, con le cattive più che con le buone. Oceano Artico La caccia al rutenio lo porterà nelle acque gelide dell’Oceano Artico, nel Passaggio nord-ovest, alla ricerca delle due navi affondate nel 1848 che nascondono molti segreti e che le gelide acque dovrebbero avere conservato. La ricerca non sarà facile e Dirk con il suo amico Giordino dovranno combattare contro ghiaccio e spietati nemici. Sempre avvincenti i romanzi del fuoriclasse della suspense avventurosa! Cinzia Malaguti Clive Cussler con Dirk Cussler, Morsa di ghiaccio, Milano, TEA, 2008 Dalla cellula, all’epigenetica: funzioniamo ai geni, ecco come Quelli che seguono sono gli appunti che ho preso durante la conferenza Supera i tuoi geni del biologo cellulare statunitense Dott. Bruce Lipton, sostenitore dell’influenza del pensiero e delle percezioni sull’attività di geni, proteine e cellule e ricercatore nel campo dell’epigenetica. Bruce Lipton sostiene quindi il primato dell’ambiente sui geni. Il nostro corpo è fatto di cellule ed i più importanti costituenti di una cellula sono le proteine. Le proteine sono gli elementi primari del nostro corpo e ne formano la struttura; abbiamo circa 150.000 diverse proteine ed ognuna di esse è una catena di amminoacidi con lunghezza e sequenza diverse, quindi ogni proteina ha una sua forma e funzione che dipende dalla catena di amminoacidi di cui è costituita. Nel nucleo della cellula c’è il DNA che è la matrice che dice all’organismo come devono disporsi gli amminoacidi, ossia come deve essere la loro sequenza, che tipo di proteina deve essere prodotta. Il DNA non è il cervello della cellula, casomai è la sua gonade. Le cellule staminali sono cellule non ancora specializzate, necessarie alla vita perché sostituiscono quelle vecchie; pensate che ogni 3 giorni sostituiamo tutte le cellule dell’apparato digerente, grazie alla presenza delle cellule staminali. Cosa controlla il destino delle cellule staminali? Il destino cellulare non è determinato dai geni, visto che nelle cellule staminali sono identici, ma evidentemente dall’ambiente. I ricercatori hanno provato che, prendendo delle cellule assolutamente sane e mettendole in un ambiente malsano, queste cellule si ammalano; se vengono riportate nell’ambiente sano, guariscono. Le proteine sono come degli ingranaggi; diversi sono gli ingranaggi proteici del nostro corpo: la respirazione, la digestione, ecc.. Questi ingranaggi devono però muoversi per svolgere i loro compiti. Cos’è che spinge le proteine a muoversi? Le proteine si muovono perché ricevono un segnale che può essere chimico e/o energetico. Ogni proteina è attivata da un determinato segnale, quindi un segnale diverso controlla una proteina diversa. Il Dr. Tsong ha sperimentato che le proteine possono essere controllate da un campo d’energia e non solo dalla chimica o biochimica. Questo rappresenta una rivoluzione perché, secondo la biologia tradizionale, i segnali possono essere trasportati solo attraverso sostanze chimiche, allora se voglio modificare il segnale devo usare farmaci. Il Dr. Tsong ha invece dimostrato che non sempre c’è bisogno di farmaci, perché si può usare un segnale energetico, elettromagnetico, per attivare le proteine. L’articolo apparso su Nature dice che una molecola si può piegare o ruotare, ma mentre la biologia tradizionale non riesce a predirne il movimento, la fisica quantistica ci riesce, con lo studio dei campi, dell’energia, di cui ogni cosa è fatta. B. Lipton, conferenza Supera i tuoi geni, estratto Nature Il segnale chimico e/o energetico quindi fa muovere la proteina determinandone il comportamento. Se il comportamento indotto dal segnale non va bene cosa può causarlo? Risulta che solo il 5% delle persone nasce con difetti genetici, quindi si ammala per colpa delle proteine, mentre il 95% se si ammala è perché il segnale è sbagliato. Come può un segnale chimico e/o energetico causare una malattia? La malattia nasce a causa di: un trauma che modifica il segnale, tossine che generano una distorsione del segnale, la mente che genera percezione sbagliate. Sulla prima causa di malattia è utile la medicina tradizionale; per prevenire la seconda causa di malattia dobbiamo mangiare cibi salutari e biologici, che contribuiscono ad una corretta alimentazione; la terza causa di malattia è quella più importante, riguarda la mente: se la mente manda un segnale sbagliato, è l’intero corpo a risentirne, così come se la mente manda un segnale giusto è l’intero organismo che ne trae beneficio. L’effetto placebo che guarisce è il classico esempio dell’influenza della mente sull’organismo; la convinzione che stiamo prendendo qualcosa che ci farà bene, può fare effettivamente stare bene, anche se quello che prendiamo non è un farmaco, ma acqua e zucchero, questo è l’effetto placebo. Allo stesso modo funziona l’effetto nocebo, ossia se quel farmaco inerte viene percepito come nocivo, può produrre effetti nocivi, anche se è solo acqua e zucchero. B. Lipton, slide conferenza Supera i tuoi geni Il cervello della cellula non è il DNA, come abbiamo visto, ma la membrana perché è lì che si trovano gli interruttori che controllano i segnali; se l’interruttore è chiuso, il segnale non può entrare. L’interruttore è composto di due parti: i recettori e gli effettori; i recettori (naso, occhi, lingua, pelle, ecc.) sono proteine con antenne di glucosio; quando arriva il segnale, il recettore vibra, si apre l’effettore che così invia il segnale dentro la cellula; è la consapevolezza dell’ambiente attraverso sensazioni fisiche = percezione. Quindi è la percezione che controlla il comportamento cellulare, la nostra biologia; cambia la percezione del mondo e degli eventi e cambi anche la tua biologia. Il segnale può anche entrare nel nucleo dove c’è il materiale genetico. Qui entriamo nel campo della epigenetica che studia come i segnali attivano i geni; l’epigenetica è una parte della scienza della trasduzione del segnale. Quando il segnale entra nel nucleo, trova i cromosomi che sono 46 (23 di provenienza materna e 23 di provenienza paterna); i cromosomi sono fatti per il 50% di DNA e per il rimanente 50% di proteine. I geni, quindi, non sono costituiti solo da DNA, ma anche da proteine che lo avvolgono. Ricordiamoci che segnale e proteina sono come chiave e serratura. I geni sono solo matrici, sono i segnali ambientali che controllano quali geni vengono attivati. Dagli studi di epigenetica risulta che un gene crea 30.000 diverse proteine, quindi ogni gene nel tuo corpo può creare 30.000 diverse variazioni di proteine con lo stesso gene; significa che puoi avere un gene sano, ma la tua percezione dell’ambiente può produrre un’espressione malata, così come se nasci con un gene malato, non è detto che quel gene produca la malattia, perché l’ambiente può modificare l’espressione del gene. Il meccanismo epigenetico può cambiare la lettura dei geni con la percezione degli eventi, del mondo. E’ stato sperimentato che l’attività genetica di gemelli identici cambia in risposta alle diverse esperienze nel corso della loro vita; le esperienze cambiano la lettura genetica. Concludendo: non sei controllato dai tuoi geni, i geni che hai ricevuto possono cambiare ogni giorno attraverso le esperienze di vita, non sei vittima dei tuoi geni, casomai sei vittima delle tue convinzioni, credenze, percezioni errate. Bruce Lipton, i suoi studi e le sue affermazioni contengono molta verità, anche se si prende qualche libertà di interpretazione. Soprattutto i suoi spunti sono molto utili a responsabilizzare le persone nei confronti della propria vita. Cinzia Malaguti Fonti: B. Lipton, Supera i tuoi geni, Cesena, Gruppo Editoriale Macro, 2012 T. Y. Tsong, Trends in Biochemical Sciences 14 (Elsevier, West Sussex, UK 1989) pp. 89-92 I russi e l’omicidio di Boris Nemtsov Boris Nemtsov, uno dei leader dell’opposizione russa, è stato ucciso la sera del 27 febbraio 2015 con quattro colpi di pistola alla schiena sparati da un uomo sceso da un auto bianca su un ponte a pochi metri dal Cremlino. Prima di commentare questo omicidio politico, è necessario comprendere il contesto in cui è avvenuto, del quale ho individuato alcuni elementi determinanti. La televisione statale. La tv statale continua a dire ai russi che nel paese è attiva una “quinta colonna” e che agenti stranieri minacciano la sicurezza nazionale. La televisione nazionale è la principale fonte d’informazione per il 90% dei russi che diventano così permeabili al clima di sospetto e di odio infuso nel paese. Le uniche volte in cui l’opposizione politica è apparsa in tv è stato all’interno di documentari commissionati per screditarla. La società russa. La società russa è ancora debole, pertanto sensibile ai richiami nazionalistici e bisognosa di un leader forte; il crollo dell’Unione Sovietica è per molti un ricordo ancora fresco e la stabilità è considerata un valore importantissimo. I russi, in genere, adorano l’arroganza di Putin. La storia. Alla fine degli anni Ottanta, la società russa ha dato la colpa delle proprie sventure alla nomenclatura comunista, alla fine degli anni Novanta ai riformatori liberali e oggi ai “traditori della nazione” con messaggi pilotati e veicolati dalla televisione pubblica. L’opposizione. Boris Nemtsov era una delle poche figure politiche di primo piano che avevano osato criticare l’annessione della Crimea e l’appoggio di Mosca ai separatisti dell’Ucraina dell’Est; Nemtsov aveva organizzato anche una manifestazione di protesta, ma lo hanno ammazzato prima. Boris Nemtsov comunque non era amato dai russi, evidentemente per la sua incapacità di costruire un consenso dal basso; egli non aveva ancora imparato a confrontarsi con la difficile realtà quotidiana dei russi, nonostante siano passati più di 10 anni da quel famigerato spot del 2003 dove, in occasione delle elezioni politiche, sorvolava la Russia in un lussuoso jet privato e discuteva con due colleghi sul futuro del paese. Con questi dati di fatto, io credo che Boris Nemtsov non rappresentasse davvero un ostacolo per Vladimir Putin; egli non aveva presa sociale ed i suoi sostenitori erano soprattutto intellettuali. Casomai la responsabilità di Putin è indiretta perché alimenta il nazionalismo e la dipendenza di un popolo dai poteri forti, assecondando o non ostacolando atti d’intimidazione e di terrore per le opposizioni. In Russia, comunque, “democrazia” è una parola quasi sconosciuta; il popolo russo ha conosciuto durante la sua storia solo monarchie e dittature, non è facile per loro affrancarsi da un uomo che ama solo il denaro, gli affari ed il potere e che fa di tutto affinché questo affrancamento non metta radici. L’omicidio di Boris Nemtsov è figlio della politica di Putin che alimenta il nazionalismo, il quale alimenta il suo potere. Cinzia Malaguti Leggi anche Le ragioni nascoste dell’omicidio Nemtsov Fonti: Internazionale: Aleksej Makarkin, Ezednevnij Zurnal, Mosca – Konstantin Von Eggert, corrispondente BBC a Mosca Oli essenziali antistress: 3 ricette L’aromaterapia usa gli oli essenziali, ossia le sostanze volatili e fortemente odoranti delle piante, per stimolare il benessere della mente e del corpo. In Italia alcuni scienziati si sono occupati, soprattutto tra gli anni Venti e Trenta, degli effetti psicologici degli oli essenziali. I dottori Renato Cayola e Giovanni Gatti pubblicarono nel 1922 un articolo sull’effetto delle essenze sul sistema nervoso. In particolare, ne studiarono, eseguendo innumerevoli misurazioni, l’effetto stimolante o sedativo sulla frequenza respiratoria, sulla pressione e sulla circolazione del sangue; inoltre ne provarono scientificamente la potenzialità germicida. Il maggior studioso dei derivati vegetali del secolo scorso, professore Paolo Rovesti (1902-1983), dedicò uno studio agli effetti psicologici degli oli essenziali e li utilizzò con pazienti affetti da disturbi psichici quali depressione e crisi di panico. Oggi l’aromaterapia suscita in tutto il mondo l’interesse di medici, profani, naturopati e ricercatori, viene impiegata anche in ospedali, case per anziani, ambulatori ed è utilizzata nei centri benessere e nelle saune. Gli oli essenziali sono un ingrediente indispensabile nella pratica degli aufguss in sauna. Gli oli essenziali in commercio sono tanti ed ognuno ha determinate proprietà, così come diversi sono gli usi che se ne possono fare, dalla lampada per aromi, alle inalazioni, ai bagni, agli impacchi, ai massaggi, alle saune. Una nota importante sulla qualità: preferite sempre oli essenziali puri al 100%, evitando quelli che, costando decisamente di meno, hanno percentuali spesso troppo basse dell’essenza. Io uso gli oli essenziali con la lampada per aromi ottenendone un effetto armonico e rilassante. Qui voglio darvi tre ricette che, ne sono sicura, non vi deluderanno, ma prima vi racconto qualcosa sulle 4 essenze che le compongono. Lavanda Olio essenziale di Lavanda Ottimo rimedio per ogni tipo di bruciatura e in caso di punture di insetti, in particolare vespe ed api: si applica pura (una vera eccezione nell’aromaterapia); Utile su ferite, eczemi, foruncoli, dermatiti, herpes, ulcere alle gambe, dolori reumatici, nevriti, dolori muscolari, sciatica: può essere usata in impacco con acqua, mescolata ad argilla, in bagni, massaggi, spray e applicazioni cutanee; Ottima contro il mal di testa: si utilizza con impacchi freddi da mettere sulla fronte; Molto indicata contro raffreddore, influenze e bronchiti in quanto svolge un’azione antisettica per le vie respiratorie ed aumenta le difese immunitarie: usatela per inalazioni; aiuta ad abbassare la pressione alta ed è un buon rimedio per rinforzare e proteggere il cuore; si usa anche contro l’aritmia, le palpitazioni o i dolori cardiaci di origine nervosa: perfetta nella lampada per aromi, ma anche sotto forma di applicazioni del prodotto diluito nella regione cardiaca; è un rigeneratore naturale delle cellule, disintossica, riequilibra, addolcisce e stimola la circolazione in ogni tipo di pelle, soprattutto quelle secche; come il Neroli, di cui vi parlerò più avanti, aiuta la formazione di nuove cellule epiteliali e quindi è un ottimo rimedio antinvecchiamento: usatela nelle lampade per aromi; negli shampoo e nelle lozioni contrasta la caduta dei capelli ed è particolarmente consigliata contro la forfora: se del caso, aggiungetene una goccia al vostro shampoo; si otterrà una meravigliosa profumazione se aggiungerete direttamente l’essenza nell’ultimo risciacquo della lavatrice. Rose Olio essenziale di Rosa Equilibra gli eccessi, soprattutto quelli che hanno a che fare con il cuore, dona fiducia nei momenti di affanno e dolore, libera dalle sofferenze dell’anima, consola la tristezza e apre all’amore, all’amicizia e alla solidarietà; l’olio essenziale di rosa può calmare o tonificare, a seconda delle esigenze: usalo come profumo d’ambiente o nelle miscele per il massaggio o per il bagno, nella lampada per aromi e, in piccolissime quantità, può essere usato anche direttamente sulla cute, strofinandone una goccia sul polso o sulla regione cardiaca; è antinfiammatorio, tonificante e antispasmodico; in combinazione con l’olio essenziale di melissa (entrambi diluiti in olio di jojoba) calma il mal di testa; regola il sistema ormonale, purifica e fortifica l’utero, regolarizza le mestruazioni e ne calma gli spasmi; è l’olio essenziale più adatto per la cura della pelle dei bambini, avendo la minore tossicità in assoluto. Fiori d’arancio Olio essenziale di Neroli (fiori di Arancio) è un meraviglioso rimedio contro la paura, le situazioni di shock o depressione ed è un valido tranquillante naturale; stabilizza e tira su il morale, distende quando la tensione è eccessiva e dona forza quando le situazioni sembrano sfuggirci di mano; è efficace per placare l’ansia da esami: va bene nella lampada per aromi, nei profumatori per ambienti e nei bagni, oppure mettendo poche gocce di essenza su un fazzoletto e di tanto in tanto inspirarne l’aroma; è un ottimo coadiuvante nel trattamento dell’ipertensione; efficace come regolarizzatore ormonale nelle donne perché i disturbi della sindrome premestruale e quelli legati al climaterio possono essere efficacemente trattati con questo prodotto; ottimo per ogni tipo di pelle, favorisce l’eliminazione delle cellule epiteliali morte, stimola la produzione di quelle nuove e quindi una rigenerazione della pelle: un impacco caldo-umido di olio di Neroli sul viso ha un piacevole effetto antistress e rilassante. Fiori di pompelmo Olio essenziale di Pompelmo Stimola la parte del cervello (il talamo) preposta alla produzione di sostanze chimiche, favorendo la produzione di encefaline, che garantiscono benessere ed euforia; l’olio è pertanto ottimo quando ci si sente depressi o giù di morale, in stati di ansia, stress e paura, perché trasmette gioia di vivere, leggerezza e benessere, aiuta ad avere fiducia in sé stessi; ha un effetto tensore sulla pelle, di cui migliora anche l’irrorazione sanguigna e viene pertanto impiegato nei casi di cellulite; evitare l’esposizione diretta al sole dopo averlo applicato sulla pelle perché ha un effetto foto sensibilizzante; contribuisce a bruciare i grassi durante una dieta: da impiegare in massaggi e bagni. Ecco dunque le 3 ricette di oli essenziali con effetto rasserenante ed antistress: Antistress: Lavanda 4 gocce, Rosa 2 gocce Raggio di sole (antidepressivo, rasserenante): Rosa 3 gocce, Neroli 2 gocce Bella vista (antidepressivo, dà fiducia). Pompelmo 8 gocce, Neroli 2 gocce. Ok, ora è venuto il momento di provarli. Non spaventatevi del prezzo degli oli essenziali di Neroli e di Rosa, perché sono tra i più cari, ma non ve ne pentirete. Leggi anche Gli oli essenziali dell’Alto Adige Cinzia Malaguti Bibliografia: S. Fischer-Rizzi, Profumi celestiali, Milano, Tecniche Nuove, 2014 Riordinare casa, no problem! Marie Kondo nel suo Il magico potere del riordino associa il disordine degli spazi al disordine interiore e rivela l’arte del riordino quale viatico alla serenità, all’ordine interiore. Ho acquistato il libro di Marie Kondo su Il magico potere del riordino incuriosita da quello che può dirci una cultura così diversa dalla nostra, quale è quella giapponese. Nella lettura, saltavo un po’ in qua e in la, a seconda dei capitoli d’interesse, sperimentandone di volta in volta i consigli, con soddisfazione. Il consiglio principe è quello di buttare tutto ciò che non serve o non si usa da tempo. Lasciare andare, una dopo l’altra, le cose che hanno fatto il loro corso è come lasciare andare il passato ed i relativi pensieri che, hanno fatto il loro corso, per trattenere solo ciò che è veramente utile per il nostro presente. Due suggerimenti pratici mi hanno particolarmente entusiasmata, sono molto semplici, ma per abitudine non li avevo mai pensati e, sicuramente, anche molti di voi. Vediamo di cosa si tratta. Anziché riporre nei cassetti maglie, magliette, camicie, abiti e pantaloni uno sopra l’altro, perché non riporli in verticale? Si recupera un sacco di spazio se vengono piegati ed eventualmente arrotolati, poi riposti in verticale, come frontespizi di libri; vi assicuro che si stropicciano meno che piegati e riposti in orizzontale, oltre al vantaggio dello spazio recuperato. Anziché riporre le borse imbottite di carta perché non metterle l’una dentro l’altra? Mettetele le più piccole dentro le più grandi, anziché riporle nell’armadio con la carta dentro, si ottiene lo stesso risultato di mantenerle “in forma” e, in più, si recupera tanto spazio. Buon riordino! Cinzia Malaguti Bibliografia: M. Kondo, Il magico potere del riordino, Milano, Vallardi, 2014