PELLE
La pelle è il più grande organo del nostro corpo ed è formata da tre strati: uno strato più superficiale,
l'epidermide, uno strato intermedio, il derma e uno strato più profondo, il tessuto sottocutaneo o grasso.
L'epidermide, a sua volta, è formata da cellule di diversa natura: la cellula principale è il cheratinocita o cellula
epiteliale, mentre nello strato inferiore sono situati i melanociti, che hanno il compito di produrre melanina. Questo
pigmento naturale (presente anche nei capelli e in alcune parti dell'occhio) protegge dagli effetti dannosi dei raggi
solari. In condizioni normali i melanociti possono dar luogo ad agglomerati scuri visibili sulla superficie della pelle e
noti come nei (nevi è il termine medico).
La crescita incontrollata del cheratinocita o cellula epiteliale e dei melanociti dà origine ai tumori della pelle.
QUANTO È DIFFUSO
Rarissimo prima dell'adolescenza, il melanoma colpisce
prevalentemente soggetti di età compresa tra i 30 ed i 60 anni.
Considerato fino a pochi anni fa una forma rara di cancro, oggi
è in crescita in tutto il mondo: il numero di melanomi, infatti, è
raddoppiato negli ultimi 10 anni.
I carcinomi basocellulare e spinocellulare sono decisamente più
frequenti (circa 50 volte più dei melanomi) e non risparmiano i
giovani (dai 20 anni in su).
CHI È A RISCHIO
Per quanto riguarda i tumori epiteliali, il principale fattore di rischio è l'esposizione cronica alla luce del sole. I
raggi del sole responsabili dell'abbronzatura, ma anche delle scottature, sono quelli ultravioletti, che possono
danneggiare il Dna delle cellule della pelle. Nella maggior parte dei casi questi danni vengono riparati, oppure
portano alla morte delle cellule stesse. A volte, però, possono trasformare qualche cellula in senso canceroso,
provocandone una crescita incontrollata.
I tumori epiteliali si sviluppano soprattutto a livello delle parti del corpo più esposte al sole: viso, orecchie,
collo, cuoio capelluto, spalle e dorso. Altri fattori di rischio sono il contatto con l'arsenico, l'esposizione a radiazioni
ionizzanti, anomalie genetiche e un'insufficienza del sistema immunitario dovuta a precedenti chemioterapie,
trapianti oppure all'AIDS.
Per il melanoma i fattori di rischio sono noti soltanto in parte. Alcuni di questi sono strettamente legati alla
persona:
• una predisposizione familiare;
• la presenza di lentiggini o di nei, soprattutto se sono grossi, dai bordi irregolari, di forma e colore variabile o in
gran quantità (più di 50);
• occhi, capelli e pelle chiara; queste persone generalmente durante esposizioni solari intense si scottano con
facilità, ma non si abbronzano.
Nel caso del melanoma il legame tra l'esposizione ai raggi solari e l'insorgenza del tumore è meno forte rispetto agli
altri tumori della pelle. Si è comunque visto che molti pazienti che sviluppano melanomi avevano avuto ustioni
solari in età giovanile, oppure avevano mostrato un aumento del numero dei nevi a seguito dell'esposizione ai raggi
ultravioletti.
TIPOLOGIE
I tumori della pelle sono classificati in base alla natura delle cellule da cui hanno origine:
• i carcinomi basocellulari originano dalle cellule basali, nello strato più profondo dell'epidermide. Appaiono come
piccoli noduli di aspetto perlaceo che aumentano lentamente di dimensioni e sono spesso duri al tatto. Qualche
volta possono essere pigmentati e possono quindi essere scambiati per dei melanomi.
• i carcinomi spinocellulari originano invece dalle cellule più superficiali dell'epidermide e appaiono come noduli
ulcerati, ma non sanguinanti. Generalmente sono caratterizzati da margini poco definiti.
• i melanomi originano dai nevi, agglomerati di melanociti che possono essere presenti fin dalla nascita o
comunque dalla prima infanzia (congeniti) oppure comparire durante tutto il corso della vita (acquisiti). I nevi
possono subire trasformazioni visibili anche ad occhio nudo; possono apparire come placche sanguinanti che prima
cicatrizzano, ma poi si riformano quando la crosta cade, senza mai guarire del tutto.
I carcinomi spinocellulari e basocellulari costituiscono oltre il 90 per cento di tutti i tumori della pelle, sono
facilmente curabili, molto raramente mortali. I melanociti, invece, possono essere più pericolosi in quanto hanno la
capacità di invadere i tessuti circostanti e di diffondersi nell'organismo attraverso la circolazione sanguinea e
linfatica, dando metastasi a livello dei vari organi.
SINTOMI
Le caratteristiche di un neo che possono indicare l'insorgenza di un melanoma sono riassunte grazie alla sigla
ABCD, ovvero:
• A come Asimmetria nella forma (un neo benigno è generalmente circolare o comunque tondeggiante, un
melanoma è più irregolare);
• B come Bordi irregolari e indistinti;
• C come Colore variabile (ovvero con sfumature diverse all'interno del neo stesso);
• D come Dimensioni in aumento, sia in larghezza sia in spessore.
Questi cambiamenti possono essere accompagnati da sintomi generali quali affaticamento, perdita di peso, mal di
testa e a volte dolori ossei.
Un melanoma può insorgere in qualsiasi parte del corpo (comprese le mucose della bocca e dei genitali),
tuttavia le sedi più comuni sono la testa, il collo e il tronco per gli uomini, gli arti per le donne. Le lesioni più
insidiose sono quelle a livello di sedi che normalmente sfuggono alla nostra attenzione, come per esempio il cuoio
capelluto o la piega tra le dita dei piedi.
PREVENZIONE
Alcuni comportamenti possono ridurre, ma non annullare, il rischio di sviluppare tumori della pelle.
Per quanto non esista una proibizione assoluta all'esposizione alla luce solare, è consigliabile prendere il sole in
maniera moderata fin dall'età infantile, evitando gli eccessi e le conseguenti ustioni.
In generale bisogna proteggere la pelle evitando di esporsi al sole durante le ore più calde (tra le 10 e le 16) e
limitando l'uso di lampade o lettini abbronzanti a scopo cosmetico (non più di 10 esposizioni all'anno).
È consigliabile anche indossare cappelli e occhiali da sole e usare creme protettive con un fattore di protezione
minimo di 15, applicandole più volte in modo da assicurare una copertura continua.
Queste attenzioni vanno riservate soprattutto ai bambini, molto sensibili alle scottaure: il processo di
trasformazione tumorale è molto lungo e spesso può derivare da un'alterazione che è avvenuta in età pediatrica.
Infine si può ridurre il rischio con una dieta povera di grassi e ricca di sostanze antiossidanti come le vitamine A, C,
E, il coenzima Q e il betacarotene, ma anche il tè verde e il ginger.
Per quanto riguarda specificamente il melanoma, è necessario controllare periodicamente l'aspetto dei propri
nei, sia autonomamente (ovvero guardandosi allo specchio per identificare eventuali trasformazioni e facendosi
guardare da un famigliare nei punti non raggiungibili col proprio sguardo) sia consultando il dermatologo.
DIAGNOSI
La diagnosi certa dei tumori della pelle viene effettuata solo con una biopsia: viene cioè prelevata una porzione di
tessuto e analizzata al microscopio.
L'esame visivo da parte del dermatologo è reso più accurato grazie all'uso dell'epiluminescenza, una speciale
tecnica di ingrandimento e illuminazione della pelle che consente di osservare anche gli strati più profondi.
EVOLUZIONE
I carcinomi basocellulari e spinocellulari hanno un'ottima prognosi perchè crescono lentamente e molto raramente
danno luogo a metastasi. Diventano quindi gravi solo se trascurati per lungo tempo. Nel caso di diagnosi di
melanoma è molto importante la stadiazione, una sorta di classifica di gravità che permette di definire il tipo di cura
necessaria. La gravità dei melanomi viene definita secondo quattro stadi:
• Stadio I: la lesione ha uno spessore inferiore a 1,5 mm ed è limitata all'epidermide o eventualmente allo strato
superiore del derma.
• Stadio II: la lesione ha uno spessore compreso tra 1,5 e 4 mm e ha invaso il derma. Generalmente quando un
melanoma viene definito di stadio II significa che non ha ancora raggiunto i linfonodi adiacenti. Tuttavia è possibile
in alcuni casi che qualche cellula tumorale, invisibile all'occhio del patologo, sia effettivamente riuscita ad invadere i
linfonodi. Per quanto non frequente, non è quindi escluso che un melanoma diagnosticato come di stadio II possa
essere di fatto di stadio III.
• Stadio III: la lesione ha uno spessore maggiore di 4 mm e ha raggiunto i linfonodi adiacenti. Spesso a questo
stadio sono presenti più focolai tumorali nella stessa regione di pelle, tuttavia non ci sono ancora metastasi
rilevabili.
• Stadio IV: è il più grave e riguarda melanomi che si sono diffusi attraverso il sangue o il sistema linfatico, dando
metastasi a livello di altri organi, generalmente fegato e polmoni, ma anche cervello, ossa ed organi interni. La
gravità dipende anche dal numero e dalla sede delle metastasi.
Se la stadiazione è importante per la scelta della cura, è altrettanto fondamentale ricordare che anche la prognosi
può essere molto diversa in base allo spessore del melanoma stesso. Il Piano Nazionale con le linee guida del
Ministero della Salute indica infatti che la sopravvivenza a 5 anni è pari quasi al 100 per cento nei pazienti con
lesioni di spessore inferiore a 0,75 mm, del 66-77 per cento per lesioni di spessore compreso tra 1,5 e 4 mm, del
41-51 per cento per melanomi tra 4 e i 10 mm di spessore e solo del 5 per cento in pazienti con metastasi. Ciò
spiega perchè è fondamentale la diagnosi precoce.
COME SI CURA
La terapia dei carcinomi basocellulari e spinocellulari è chirurgica.
La rimozione del tumore può avvenire, oltre che con la chirurgia tradizionale, anche con tecniche di
microchirurgia, chirugia al laser o con azoto liquido. A volte può essere necessaria un'applicazione locale di
farmaci chemioterapici. Se operati nelle fasi iniziali, questi tumori guariscono nel 95 per cento dei casi: la
tempestività è essenziale, in quanto anche questi carcinomi, soprattutto quelli spinocellulari, possono dare
metastasi o espandersi fino a causare deformità irreversibili.
Nel caso del melanoma, il tipo di terapia viene scelto in base a diversi parametri: la sede della lesione, lo stadio,
l'età e lo stato di salute del paziente.
Il principale trattamento è l'asportazione chirurgica, la cui entità dipende dallo stadio del tumore: melanomi di
stadio superiore al I possono richiedere la rimozione dei linfonodi cosiddetti "sentinella", ovvero i primi a ricevere
linfa direttamente dal tumore. Se i linfonodi sentinella mostrano di contenere cellule tumorali vengono asportati tutti
i linfonodi dell'area ed è molto probabile che il tumore abbia già dato luogo a metastasi. Per questo i pazienti con
linfonodi positivi (stadio III) vengono trattati anche con farmaci chemioterapici, come per esempio cisplatino,
nitrosuree e dacarbazina, o radioterapia.
La chemioterapia è particolarmente efficace quando il tumore è localizzato agli arti: è infatti possibile isolare la
gamba o il braccio dalla circolazione sanguigna (effettuando un collegamento alla macchina cuore-polmoni) e
infondere una quantità di farmaco molto maggiore rispetto a quella somministrabile in tutto l'organismo.
I melanomi di stadio IV sono molto difficili da curare: anche in questo caso si procede comunque asportando
chirurgicamente le metastasi operabili e fornendo una terapia di supporto a base di chemioterapici. I pazienti di
stadio III e IV, data la gravità della malattia, possono essere sottoposti anche a trattamenti sperimentali come
l'immunoterapia, ovvero la somministrazione di fattori in grado di stimolare il sistema immunitario del paziente a
reagire contro il tumore. Questi fattori possono essere citochine (come per esempio le interleuchine o gli
interferoni), ovvero sostanze che fisiologicamente stimolano le risposte immunitarie, oppure cellule
precedentemente istruite a reagire contro il tumore, in maniera più o meno specifica.