Mauro Sasdelli - Rotary Club Arezzo Est

Mauro Sasdelli * Il Rock ‐ 50 anni di musica, miti e illusioni Il rock è la musica dei giovani per i giovani, si associa a trasgressione, protesta e rivolta contro il mondo degli adulti. Rock significa anche sesso libero, diffusione delle droghe e violenza. Ogni generazione ha avuto i suoi miti, le sue illusioni, i suoi idoli musicali che hanno dettato nuove mode, nuovi stili di vita e anche nuove forme di linguaggio. Gli anni 50: la nascita del rock and roll (RnR) Agli inizi degli anni 50 a Cleveland Alan Freed, un disc‐jockey di una radio privata, inventò il termine rock and roll (la parola significa pressappoco ondeggia e ruota) per definire una musica ritmata, ballabile, derivata dalla fusione del rhytm and blues dei neri e dalla musica country dei bianchi, una musica nera per bianchi. Grazie al successo della sua trasmissione, organizzò uno show vagante, portando in giro complessi bianchi e neri che resero popolare il RnR. Del gruppo faceva parte Bill Haley e i suoi Comets che aveva iniziato con la musica country, ma nel 1954 incise “Rock around the clock” che scandiva le ore dell’orologio. Da quel momento il RnR divenne un uragano che sconvolse il mondo della musica. Altri famosi interpreti del RnR sono stati: ‐ Elvis Presley, camionista di Memphis, iniziò la carriera con “That’s all mama” nel 1954 e morì nel 1977 a 42 anni dopo aver venduto milioni di dischi e interpretato 60 film. Ancora oggi la sua tomba è meta di pellegrinaggio. Diventò famoso per i movimenti del corpo e delle gambe che gli diedero il sopranome di “Elvis the Pelvis”. ‐ Little Richard portò nel RnR la musica di New Orleans e iniziò il successo con “Tutti frutti” nel 1955. Le sue interpretazioni erano trascinanti, scatenate, spesso selvagge. Ebbe problemi con la droga e l’alcool, poi ebbe crisi religiose che lo portarono in seminario, diventando un predicatore. ‐ Chuck Berry divenne famoso con la canzone”Johnny B. Good” del 1958. E’ stato uno dei più acclamati e richiesti interpreti per la sua presenza scenica: è rimasto celebre il suo “passo d’anatra”. Ha avuto varie condanne anche ai lavori forzati. ‐ Jerry Lee Lewis, bianco, è stato il più scatenato e violento interprete di RnR. Raggiunse il successo con “Great balls of fire” del 1957. Suonava il piano martellando i tasti con forza e grande velocità utilizzando anche i piedi, imprecava contro il suo gruppo ed il pubblico, tirava sedie e sgabelli, era una vera furia! La sua vita è stata disordinata e senza freni complicata da varie condanne per evasione fiscale e per corruzione di minorenne: si era fidanzato con una cugina di 13 anni che poi sposò. ‐ Gene Vincent è stato un altro cantante strano e folle. In seguito ad un incidente stradale, aveva una gamba zoppa che gli procurava violenti dolori che contribuirono a rendere il carattere scorbutico e scontroso. Raggiunse il successo con “Be bop a lula” nel 1956 e morì nel 1971 per un’emorragia gastrica. ‐ Buddy Holly è stato il più creativo e originale. Colto, portava gli occhiali e suonava sempre sue composizioni. Con il suo gruppo, i Crickets, inventò il classico quartetto della musica rock: chitarra solista, chitarra ritmica, basso, batteria. Rese popolare la chitarra Fender Stratocaster usata in seguito dalla maggior parte dei musicisti. Il suo maggior successo fu “Peggy Sue” del 1958. Morì in un incidente aereo nel 1959. Infine ricordiamo Bo Diddley, Fats Domino, Carl Perkins, Eddie Cochran e Johnny Cash. Il RnR divenne la bandiera dei giovani, contagiò il loro stile di vita, la moda, il linguaggio. Venne coniato per loro il termine “ teddy‐boys” (teppisti) che sono stati ben rappresentati nei film “Il selvaggio” di Laszlo Benedeck con Marlon Brando e “Gioventù bruciata” di Nicholas Ray con James Dean. La società americana reagì con furore contro questa musica, impedendo di comparire in tv e radio. Ma a favore della diffusione di questa musica vi furono alcune innovazioni tecniche di grande importanza: la comparsa dei primi modelli di chitarra elettrica, l’arrivo del 45 giri, la diffusione dei juke‐box e l’invenzione da parte della Sony della radio a transistor.
La chitarra soppiantò il piano. Le orchestre sparirono e furono sostituite dai piccoli complessi. I loro concerti avevano un seguito straordinario con scene di isterismo collettivo, spesso accompagnati da episodi di violenza e scontri con la polizia. Nelle periferie degradate delle grandi città comparvero le bande che si scontravano per la supremazia dei quartieri ben descritte nel film “West Side story” di Robert Wise. Ma in America si coalizzarono potenti forze avverse al RnR: la politica che vedeva in ogni movimento indisciplinato lo spettro del comunismo, la religione che non poteva tollerare comportamenti oltraggiosi e blasfemi, il razzismo, ancora radicato nella maggior parte degli stati, che non accettava la commistione tra bianchi e neri e le grandi industrie discografiche che avevano perso il loro potere per la nascita di numerose etichette indipendenti. Verso la fine degli anni 50 il RnR sparì e fu soppiantato dalla musica pop con cantanti perbene, sorridenti, simpatici, presentabili in TV come Pat Boone, Paul Anka, Frankie Avalon, i Platters ecc. Anche Elvis Presley si trasformò in cantante pop con canzoni come “Love me tender”. Ma l’influenza del RnR era ancora evidente su tutta la musica. Ebbe origine il rock strumentale dominato dagli assolo del sax (“Tequila” dei Champs ) o dalle chitarre (“Rebel Rouser” di Duane Eddy e “Apache” degli Shadows.) Nel 1958 la RCA introdusse sul mercato i 33 giri inizialmente con scarso successo, ma che divenne lo strumento di diffusione dei brani di lunga durata, tipici di questa musica. Il rock negli anni 50 in Italia Anche in Italia il rock divenne la musica dei giovani. Negli anni 50 le fasi della vita erano scandite dalla scuola e dall’inserimento nel mondo del lavoro. Da adolescenti si diventava uomini. Con l’arrivo del rock i giovani costruirono dei loro modelli culturali e comportamentali autonomi e ben separati dagli adulti. I giovani adottarono il rock come musica di rottura verso il mondo degli adulti, si vestirono con i jeans e giubbotti di pelle, rinnegando la cravatta e portando i capelli spettinati. Nel panorama della canzone melodica, negli anni 50 due cantanti emersero per la loro originalità e innovazione: Fred Buscaglione (foto) e Renato Carosone. Nel 1957 i dischi più venduti in Italia furono Rock around o clock di Bill Haley, Heartbreack Hotel di Elvis Presley, Tu vò fa l’americano di Carosone e Che bambola di Buscaglione. L’anno successivo esplose il successo degli urlatori con “Ti dirò” di Tony Dallara. Un altro scossone al torpore della musica melodica arriva da Domenico Modugno (foto) che nel 58 interpretò al festival di Sanremo “Volare” aprendo le braccia verso l’alto in un urlo liberatorio. A Milano sede dell’industria discografica italiana, nacquero i primi cantanti di RnR, come imitazione degli americani. Nel 1959 si tenne il 1° festival del RnR italiano dove fecero la loro comparsa Giorgio Gaber e Enzo Jannacci con “Un gelato al limone” e “Ciao ti dirò” e Adriano Celentano con “Il tuo bacio è come un rock” (foto). Gli anni 60: la British invasione, i beatniks e gli hippy Agli inizi degli anni 60 il RnR era già dimenticato, soppiantato da nuovi balli come il Twist. Ma il fuoco del RnR covava sotto la cenere ed esplose in Inghilterra in una nuova musica: la “MUSICA BEAT”. Erano melodie nuove, ritmi entusiasmanti, armonie piacevoli; i testi parlavano della vita dei teen‐ager. ll ballo di moda divenne lo Shake. Si creò un fenomeno di costume dirompente: masse di ammiratori deliranti che si identificavano con i loro idoli, milioni di 45 giri venduti, clamore sulla stampa e rivoluzione nella moda: i capelli lunghi, camicie con pizzi, giacche strette e pantaloni aderenti (In Italia vennero chiamati “capelloni”). I giovani inglesi si divisero in due gruppi contrapposti: i Mods e Rockers. I Mods erano i figli di papà, portavano la giacca, viaggiavano su scooter italiani pieni di specchietti ed erano seguaci del Beatles. I Rockers venivano dal proletariato, vestivano con giacche di pelle, usavano moto inglesi, avevano come idoli i Rolling Stones. La loro rivalità sfociò in risse feroci (vedi il film“Quadrophenia” di Frank Roddam). Segno dell’emancipazione femminile diventò la minigonna. Una stradina di Londra, Carnaby Street diventerà il simbolo della swinging London. Allora iniziò la diffusione di pillole eccitanti: l’LSD. La violenza, spesso indotte dalle droghe, si diffuse tra i giovani. I più famosi gruppi beat sono stati: ‐ i Beatles di Liverpool (foto), dalla faccia pulita e sorridente, che suonavano una musica melodica, orecchiabile, accattivante. Il gruppo era formato da John Lennon chitarra, Paul McCartney basso, George Harrison chitarra e Ringo Starr batteria. Nel 1962 uscì il primo disco “Love mi do” ed iniziò un successo travolgente. Nel 1965 invasero gli Stati Uniti ed iniziò la Betlemania. Nel 1966 i Beatles decisero di ritirarsi dalle scene, pur continuando a incidere dischi.Nel 1970 dopo vari litigi, legati soprattutto all’unione tra John Lennon e una pittrice coreana Joko Ono, il gruppo si sciolse ed ognuno continuò a registrare per conto suo. Nel 1980 John Lennon fu assassinato da un pazzo a NY. Oggi sulla scena è rimasto solo Paul McCartney. ‐ i Rolling Stones di Londra (Micky Jagger cantante, chitarre Keith Richard e Brian Jones che morì per droga a 28 a, basso Bill Wyman, batteria Charlie Wood.), furono gli antagonisti dei Beatles, veri eredi del RnR. Suonavano una musica aggressiva, spesso violenta. Nel 1965 si affermarono con la canzone “Satisfaction”. Il gruppo divenne noto anche per gli eccessi dei musicisti e i concerti movimentati. In America ci scappò anche il morto tanto da inimicarsi l’opinione pubblica che ne decretò l’ostracismo superato solo negli ultimi anni. ‐ gli Who (foto) guidati da Pete Townshend. Diventarono famosi per gli spettacoli eccentrici e turbolenti dove spaccavano le chitarre in scena. Infine ricordiamo gli Yarbirds con due grandi chitarristi prima Eric Clapton, poi Jeff Beck e gli Animals con il cantante Eric Burdon, famosi per la canzone “The house of rising sun” L’impatto della musica inglese nel mondo fu enorme: migliaia di ragazzi imbracciarono una chitarra elettrica e copiarono i gruppi inglesi. Negli Stati Uniti si affermarono, sulla scia dello stile Beatles, i Beach Boys (foto) guidati da Brian Wilson, che diventarono famosi per le canzoni dedicate al surf, sport popolare in California. In una canzone del 1966 “Good Vibration” usarono per primi un nuovo strumento, il sintetizzatore, capace di imitare i suoni di vari strumenti, che da allora divenne di uso comune. Ma in America avvenimenti straordinari stavano cambiando la società. Nel 1963 venne assassinato John Kennedy. Il governo si era impegnato in una guerra sanguinosa in Vietnam (vedi “Apocalypse now” di F.F. Coppola), ma una grande parte della popolazione era contraria. La società era agitata da marce di protesta e scontri razziali. Aleggiava una profonda insoddisfazione negli strati più avanzati della popolazione che si trasformò in contestazione. I neri non accettavano più la segregazione razziale e si battevano per il riconoscimento dei loro diritti civili guidati da predicatori come Martin Luther King, che venne assassinato nel 68. Nello stesso anno fu ucciso Robert Kennedy, fratello di John, candidato democratico alla Casa Bianca Fu allora che cominciò a diffondersi un movimento culturale che aveva come ideologi degli intellettuali del Greenwich Village di New York: lo scrittore Jack Kerouac, i poeti Allen Ginsberg e William S. Burroughs, gli attori del Living Theatre. Predicavano il disinteresse per i valori della società dei consumi, il rifiuto del sistema (l’America way of life), il pacifismo, la difesa dell’ambiente e la ricerca di modelli di vita alternativi che si riassumevano nel motto“ pace e amore” e “flower power” che ha portato il nome “figli dei fiori”. Erano i beatnik e i loro seguaci furono definiti dalla sigla Youth International Party o “HIPPY”. In California dove la vita era più spensierata, meno intellettuale, comparvero i freak, giovani che ripudiavano la società, la sbeffeggiavano, erano anarcoidi, al di fuori dell’impegno politico degli hippy. Li accomunava solo l’interesse per la droga e l’alcool. Nacquero le comuni e la vita nomade (on the road). Si propugnava la droga e il sesso come liberazione della mente e del corpo dalla schiavitù dell’alienazione, la ricerca della spiritualità attraverso filosofie orientali come il buddismo e lo zen. I film che hanno celebrato il movimento hippy sono stati “Hair” di Milos Forman e “Easy rider” di Dennis Hopper che ha creato il mito della vita nomade in moto. Iniziarono i megaconcerti dove migliaia di giovani si radunavano per ascoltare la loro musica. Il più famoso si tenne a Woodstock nel 69 a cui parteciparono quasi un milione di giovani. Qui venne coniato il motto: droga, sesso e rock and roll. Il risultato di questo movimento velleitario e utopistico fu che la droga diventerà il male del secolo e arricchirà gangster senza scrupoli, mentre la filosofia del sesso libero contribuirà in California alla disgregazione La targa che commemora l'evento delle famiglie ed al triste primato dei suicidi. Da questo momento il RnR smise di essere una musica da ballo e divenne solo rock, musica di rottura e di protesta. Dal punto di vista musicale il movimento diede origine a due filoni principali: Il 1° fu quello dei “FOLK SINGERS” rappresentato da: ‐ Bob Dylan che attraverso le ballate portò nelle canzoni i problemi dei giovani, le loro insoddisfazioni. Insieme alla sua compagna Joan Baetz, dimostrò che la musica poteva convivere con la poesia e l’impegno sociale. Nel 1963 con la pubblicazione di “Blowin in the wind” divenne l’idolo degli hippy. Joan Baez e Bob Dylan
‐ Simon and Garfunkel (foto) che nel 1966 portarono al successo “The sounds of silence” che divenne la colonna sonora del film “Il laureato” con Dustin Hoffman. Altri interpreti famosi sono stati: The Byrds famosi per la versione elettrica di Mr. Tambourine Man, i Crosby, Stills, Nash and Young con il chitarrista Neil Young, the Band, I Fairport Convention, Joni Mitchell e Van Morrison. Il 2° filone fu legato alla nascita di una musica lenta, sognante, compagna dei viaggi provocati dall’LSD o acido: il “ROCK PSICHEDELICO”. La musica divenne libera, uscì dai 3 min canonici del 45 giri e passò nel 33 giri con composizioni legate tra loro (il concept album), diventò sempre più elettronica e tecnologica. Questo stile si adattava al mondo hippy e ai loro paradisi artificiali. Per riprodurre le distorsioni dei sensi dello stato mentale procurate dalle droghe, i musicisti impiegarono sintetizzatori, amplificazioni mostruose, feedback, strumenti orientali. Per questo tipo di musica fu coniato il termine di “ACID ROCK” che fu la colonna sonora di quegli anni di follia e utopia collettiva. I maggiori esponenti di questa musica furono: ‐ i Velvet Underground (foto) di New York. La cantante era una donna Nico e il chitarrista oltreché cantante era Lou Reed. Avevano come anfitrione Andy Warhol e le canzoni si caratterizzavano da testi surreali e melodie spettrali e tenebrose. Il gruppo si sciolse nel 1970 e solo Lou Reed continuò a suonare con successo. ‐ I californiani Grateful Dead di Jerry Garcia. ‐ I Jefferson Airplane che avevano come cantante Grace Slick dalla voce potente e forte personalità. ‐ Gli inglesi Pink Floyd (foto) con Roger Waters e David Gilmor, voci e chitarre. La loro musica era ipnotica, avvolgente e ben si adattava allo sballo provocato dalla droga: nei concerti utilizzavano scenografie megagalattiche che coinvolgevano gli spettatori in un gioco di luci e suoni estremamente suggestivi. ‐ Jimi Hendrix, un chitarrista dotato di una tecnica eccezionale, un virtuoso della chitarra elettrica che la suonava in tutte le maniere: con i denti, dietro la schiena, infuocata sul palco, sbattuta ripetutamente per terra o contro gli amplificatori quasi fosse un’arma o un oggetto sessuale. Nel 1969 al festival di Woodstock, presentò uno straordinario e disperato arrangiamento dell’inno nazionale americano. Morì a 28 anni per overdose nel 1970. In California nel 1965 si formarono i Doors (foto) guidati da Jim Morrison che sono stati il gruppo più violento della storia del rock. Raggiunsero il successo con “The end”, una canzone drammatica e sensuale del 1966. I concerti con i musicisti imbottiti di alcool e droghe diventarono manifestazioni di violenza e di delirio. Jim Morrison fu arrestato nel 1970 durante un concerto per atti osceni e istigazione alla violenza. Il suo motto era “meglio bruciare in un attimo che spegnersi lentamente” ed infatti morì a 27 a. per droga a Parigi nel 1971 e la sua tomba è divenuta oggetto di culto. Una cantante straordinaria è stata Janis Joplin, dotata di una voce possente, roca e drammatica. Aveva un carattere ribelle e inquieto che la portò a condurre una vita disordinata e piena di guai. Anche lei morì di overdose a 27 a. Il rock negli anni 60 in Italia Nel 1960 si fece notare una giovane cantante dai grandi mezzi canori che si faceva chiamare con il nome di Baby Gate ‐ che poi cambiò in Mina (foto) ‐ con la canzone “Tintarella di luna”. Nel 1961 il RnR fece la sua comparsa a Sanremo con Celentano con la canzone “24.000 baci” e con un altro giovane che aveva vissuto in Inghilterra, imitatore di Elvis Presley, Little Tony. Nel 62 la musica dei giovani conquistò uno spazio televisivo che permise di fare conoscere la nuova musica: Alto gradimento con Renzo Arbore. La fine degli anni 60 si caratterizzò per la comparsa di gruppi musicali che si rifacevano ai complessi beat inglesi sia nel modo di suonare che di vestirsi, denominati cappelloni. Da noi il movimento culturale dei beatnik non ebbe proseliti, ma influenzò lo stile musicale. Quasi tute le musiche suonate dai complessi nostrani erano cover di successi stranieri. I gruppi non manifestavano alcun proposito rivoluzionario. Ricordiamo l’Equipe 84 (foto a sin.) di Maurizio Vandelli, i Nomadi (foto al centro), i Giganti, i Dik Dik, i Camaleonti, i Corvi, i Ribelli. Grande successo ebbero gruppi inglesi trapiantati in Italia come i Rokes e i Primitives. Le regine del beat furono Caterina Caselli (foto in alto a destra) detta casco d’oro che raggiunse la notorietà con “Nessuno mi può giudicare”, “Perdono”, “Sono bugiarda” e Patty Pravo (foto a destra): venne lanciata da un mitico locale di Roma, il Piper, con la canzone “La bambola” del 1968. Diventò la prima vera rock star italiana con la sua carica trasgressiva, ambigua e sensuale. Gli anni 70: l’epoca d’oro del rock Gli anni 70 sono stati l’epoca d’oro del rock che divenne la musica più popolare nel mondo, dando origine a tanti stili originali e creativi. In alcuni gruppi, eredi dei Doors, assunse un carattere violento e selvaggio per cui fu chiamato ”HARD ROCK”: le chitarre elettriche ebbero il predominio assoluto, la batteria era percossa con furore, l’amplificazione portata al massimo. I testi indicavano come supremi fini della vita il piacere, il divertimento, lo sballo, il menefreghismo politico e culturale. I gruppi più influenti e innovativi furono: ‐ i Led Zepelin che aveva come leader il chitarrista Jimmy Page e cantante Robert Plant ‐ i Deep Purple (foto) con il cantante Ian Gillan ‐ Alice Cooper che metteva in scena spettacoli truci, mutilazioni, decapitazioni e serpenti boa ‐ i Motorhead guidati dal bassista Ian Lemmy Kilmister Un altro stile fu il “ROCK PROGRESSIVO”. Le melodie erano complesse, raffinate, barocche. I migliori complessi di questo stile furono inglesi: ‐ i Jethro Tull che avevano come leader Ian Anderson, che inserì nel rock il flauto ‐ i Genesis (foto) di cui facevano parte Phil Collins cantante e batterista e per un breve periodo, Peter Gabriel che diventò poi famoso come solista. Utilizzavano nei concerti scenografie complesse e visionarie con cambi di costumi complicati. ‐ i King Crimson guidati dal chitarrista Robert Fripp. ‐ Emerson, Lake e Palmer con Keith Emerson alle tastiere, Greg Lake voce e chitarra, Carl Palmer batteria, che fusero pop, rock progressivo e musica classica In California ritornò di moda la musica country che diede origine al “COUNTRY‐ROCK” suonato dagli Eagles (foto a sinistra) che ebbero un grande successo con la canzone “Hotel California”, dai Creedence Clearwater Revival (foto a destra) con il chitarrista‐
cantante John Fogerty e Neil Young. Un altro stile fu il “GLAM ROCK” che prevedeva scenografie complesse e un abbigliamento fatto di lustrini. I più famosi interpreti sono stati: ‐David Bowie detto il duca bianco, artista raffinato che ha giocato sull’ambiguità sessuale creandosi un’immagine androgina e aristocratica. Ha lavorato in teatro e ha recitato in numerosi film. ‐i Roxy Music con il cantante Bryan Ferry e il tastierista Brian Eno. Il sintetizzatore divenne lo strumento principale del gruppo, permettendo di introdurre suoni di svariati strumenti che addolcivano la musica. Cercarono la contaminazione con la musica classica contemporanea in particolare Stockhausen. Un altro genere fu il “BLUES ROCK” che trovò la sua massima espressione nei Cream, trio che avevano come leader il chitarrista Eric Clapton che poi continuò la sua attività come solista con grande successo. Altro grande chitarrista geniale è stato Carlos Santana (foto) che divenne famoso con i ritmi latino‐americani. Il “REGGAE” venne rese popolare da Bob Marley (foto). Era uno stile musicale nato in Giamaica, espressione della religione rasta che si rifaceva alla religione cristiano‐copta dell’Etiopia. La sua canzone più famosa è stata “No woman, no cry”del 1975. E’ morto a 36 anni per un tumore. Ma unʹaltra rivoluzione stava per esplodere. Negli Stati Uniti, da sempre una delle zone più violente del mondo, alla fine degli anni 70 si manifestò una nuova ondata di violenza urbana, soprattutto giovanile ben rappresentata nel film “I ragazzi della 56° strada” di Francis Ford Coppola. L’immaginario collettivo fu condizionato da nuovi eventi: il terrorismo internazionale e la crisi energetica. Al posto dell’ottimismo degli anni 60 arrivò l’incertezza sul presente e la paura del futuro, prevalse il qualunquismo, l’indifferenza nei confronti dell’impegno socio‐politico. Su questo terreno nacque il movimento “PUNK” che significa “ di scarsa qualità, poco di buono”. Il punk (foto) era il teenager di strada, annoiato, violento, drogato, che adottava una moda costituita da spille nelle orecchie, catene al collo, capelli rasati o chiome alla mohicana colorate, magliette strappate, pantaloni di pelle ed usava un linguaggio scurrile e oltraggioso. I punk non volevano divertirsi perché non gliene fregava niente della vita. Il loro motto era “vivi in fretta e muori giovane”. La musica diventò esasperata, rozza, assordante. Si basava sulla batteria frenetica e pesante, sul canto demenziale spesso stonato, sul baccano delle chitarre. La musica ritornò alle origini con il vecchio schema voce, chitarre, bassa e batteria. Nacque un nuovo ballo fatto di saltelli e spintoni. Il complesso più rappresentativo del punk americano è stato quello dei Ramones. Per loro sarà coniato il termine “trash” ( spazzatura.) Mentre il fenomeno Punk in America rimase a livello elitario e sotterraneo, in Inghilterra trovò un terreno favorevole alla sua diffusione: era un momento di crisi economica con la disoccupazione più alta d’Europa e il pugno di ferro della Thatcher. Negli slum si formò un’alleanza spontanea tra giovani neri, asiatici e bianchi poveri che sfociarono in movimenti di protesta con gravi scontri con la polizia. Il Punk penetrò profondamente tra i giovani inglesi. Il fenomeno esplose dal punto di vista musicale nella proliferazione di complessini che invasero il mercato della musica. Tra questi ricordiamo: ‐ i Sex Pistol che avevano come cantante Johnny Rotten e alla chitarra Sid Vicious che morì nel 79 per droga. Sconvolsero il mondo musicale per la loro violenza verbale, con un linguaggio scurrile e offensivo. ‐ i Clash guidati dai chitarristi Joe Strummer e Mick Jones. Rappresentarono l’anima impegnata e intellettuale del punk‐rock. ‐ Patti Smith, artista, pittrice, scrittrice e poetessa, che iniziò come cantante punk diventando un idolo del movimento (foto). La generazione Punk, che aveva cantato la disperazione del disadattamento, aprì le porte alla generazione denominata Blank Generation, la generazione vuota, conscia del mondo squallido in cui viveva e dell’impossibilità di cambiarlo. L’umanità era entrata nell’era postindustriale, l’era in cui i servizi avevano preso il sopravvento sulla produzione e l’individuo affondava nell’anonimato della massa. Non si cercava più di fabbricare i robot a somiglianza dell’uomo, ma l’uomo a somiglianza dei robot, per il semplice motivo che questo è più efficiente e quindi più redditizio dell’uomo. La paura dell’olocausto nucleare degli anni 60 fu soppiantato dalla visione di un mondo di automi, individui senza volto, dominato dalle macchine e dal “grande fratello” di derivazione orwelliana. Un film che ha descritto con straordinaria ironia i rischi di un mondo dominato dalle macchine è stato “Tempi moderni” di Charlie Chaplin. La musica divenne nevrotica, stralunata e allucinata: ‐ gli americani Talking Heads che avevano come leader David Byrne. ‐ i Pink Floyd (foto) che portarono in musica il mondo dei robot con “Another brick of the Wall” nel 1979. La droga di moda non fu più l’LSD, ma l’eroina. Il film tedesco “Cristiane F, noi ragazzi dello zoo di Berlino” di Ulrich Edel descrisse con grande crudezza gli orrori del mondo della droga. Però il rock aveva scontentato una parte dei giovani che voleva ballare e divertirsi. Verso la metà degli anni 70 nacquero a New York le discoteche dove si ballava solo con i dischi. Erano nate come sale da ballo per poveri che non potevano permettersi un’orchestra dal vivo, ma rapidamente si trasformarono in luoghi chic. Inizialmente erano ritrovi dei gay che adottarono i segni tipici della cultura hippie: luci psichedeliche, costumi colorati, suoni alla massima potenza. I disc‐jockey divennero i personaggi capaci di decretare il successo di una canzone o di un cantante. La musica utilizzata era il “FUNK” (sporco, attraente), inventata da James Brown: ritmi sincopati, timbri metallici delle chitarre, canto in farsetto con ululati, uso dei sintetizzatori. Era la commistione tra soul e rock e divenne una musica ballabile e divertente. Va ricordato come il rock non fu mai popolare tra i neri. Infatti i gruppi rock sono stati sempre bianchi, al di fuori di qualche eccezione. Nel 1974‐75 Gloria Gaynor (foto a sin.) con “Never say goodbye” e Donna Summer (foto al centro) con “Love to love you baby” diedero inizio alla DISCO MUSIC: era una musica artificiale costruita in sala di registrazione che utilizzava tutte possibilità fornite dall’elettronica, l’esatto opposto della musica rock. Questa era aggressiva, maschilista, quella sensuale, languida, effeminata. Nel 1977 il film “La febbre del sabato sera”(foto a destra) di John Bradham con John Travolta, contribuì a lanciare la moda della disco‐music in tutto il mondo. Milioni di ragazzi smisero di suonare la chitarra e sognarono di diventare ballerini acrobatici. La disco music divenne meno nera e sempre più bianca con l’uso delle batterie elettroniche, le sezioni di archi, gli assoli dei fiati. Il Rock negli anni 70 in Italia Verso la fine degli anni 60 i capelloni e il beat erano già sorpassati. Negli anni 70 le agitazioni studentesche si saldarono con quelle operaie dando luogo ad una stagione di conflitti, con occupazioni delle università e delle fabbriche e scioperi di massa. Alcune frange estremistiche decisero di passare alla lotta armata in un’ottica utopistica di un rovesciamento del potere politico con conseguente presa del potere della classe operaia. Si affermò il rock progressivo. Si moltiplicarono i festival e le manifestazioni canore dove veniva suonata musica che andava dal rock progressivo (i gruppi più significativi furono i New Trolls guidati da Nico Di Palo e la Formula Tre con Alberto Radium) all’hard e allo psichedelico. Tra i più noti ricordiamo il Banco di Mutuo soccorso con la voce di Francesco Di Giacomo; le Orme; gli Area con Demetrio Stratos; la Premiata Forneria Marconi con Mauro Pagani. Nel 1974 la contestazione invase il mondo musicale. Ogni concerto venne disturbato dai contestatori che pretendevano l’ingresso gratis. I gruppi sparirono e i cantautori divennero i protagonisti del mondo musicale, purché fossero schierati a sinistra e dimostrassero il loro impegno sociale. Quelli che non si adeguarono come Francesco De Gregori non riuscirono più a suonare in pubblico. Una peculiarità nostrana fu la comparsa verso la fine degli anni 70, del “ROCK DEMENZIALE” che trovò la massima espressione negli Skiantos guidati da Freak Antoni e i Gaz Nevada, l’unico complesso punk italiano. La loro musica si caratterizzava per parole senza senso e scenette comiche copiando un complesso degli anni 60 i Brutos. Epigoni del rock demenziale negli anni 90 sono stati il gruppo milanese di Elio e Le storie tese. Gli anni 80: gli Yuppie, il Pop Rock, l’Heavy Metal e il Rap Siamo negli anni 80, gli anni dell’edonismo reganiano e del riflusso. Gli Hippy divennero Yuppie (Young urban professional), cinici, materialisti, avidi di guadagnare molto denaro e in fretta. Era il mondo in cui prevaleva l’apparire sull’essere. Gli abiti dovevano essere firmati. Bill Gates, multimiliardario inventore di Microsoft, era il loro idolo. Il mondo della finanza avido e cinico è stato ben rappresentato nel film “Wall Street” di Oliver Stone. La droga divenne un modo per fuggire la realtà. Il sesso libero si era trasformato nella tragedia dell’AIDS. I confini tra musica pop e rock si assottigliò. Le case discografiche costruirono i cantanti e i gruppi musicali sulle esigenze del mercato. Il rock divenne un prodotto commerciale che era promosso con abili campagne di marketing e i profitti diventarono enormi. Tra i cantanti e gruppi del “POP ROCK” dotati di talento vanno ricordati: ‐ Madonna Louise Veronica Ciccone (foto) di chiare origini italiane. I mezzi vocali erano modesti, ma era dotata di grande personalità interpretando il ruolo di una ragazzina maliziosa e spregiudicata con atteggiamenti erotici e provocatori. Per questo diventò il sexi‐symbol degli anni 80. ‐ Cyndi Lauper di New York ha impersonato con successo la punk naive, eccentrica, nichilista. ‐ Prince (foto a destra) rincipe nero di Minneapolis, raggiunse il successo con “Purple Rain” del 1984 che vendette 9 milioni di copie. Creò una musica avvolgente, sensuale, mescolando blues, soul, funk e il rock psichedelico. Trasformò i gemiti e le urla dell’atto sessuale in uno stile di canto nevrotico e ammiccante. ‐ Michael Jackson (foto a sin.) iniziò a cantare da bambino insieme ai fratelli. Nel 1982 pubblicò l’album Thriller che fu il disco più venduto nella storia della musica leggera con 140 milioni di copie. Mescolando il pop con il rock, il soul, la dance ha creato un personaggio fiabesco, metà bambino, metà adulto, senza sesso né razza né età, teneramente insicuro e tendenzialmente isterico. ‐Whitney Houston (foto a destra) ha iniziato a cantare nei cori gospel e raggiunse il successo con la disco music ( I wanna dance with somebody) del 1987. Affascinante, con un fisico da modella, si è perduta per problemi di droga e alcool. ‐i Wham erano un gruppo inglese che raggiunse la celebrità soprattutto per la presenza del cantante George Michael. Nel 1986 il gruppo si sciolse e George Michael ha continuato con successo la carriera solista sfruttando la sua immagine ambigua. ‐ i Spandau Ballet guidati da Gary Kemp alla chitarra con Tony Hadley cantante, hanno spopolato con una musica romantica e orecchiabile più vicina alla dance ‐ i Duran Duran con il cantante Simon Le Bon idolo delle ragazzine. ‐ i Police che avevano come cantante Sting, seguivano lo stile new wave. Diventarono famosi con la canzone “Roxanne” in stile reggae‐rock, ripresa poi dal film “Moulin Rouge” di Baz Luhsman con la Nicole Kidman. Terminata l’esperienza con i Police nel 1984, Sting ha continuato come solista con successo. ‐ Tina Turner (foto a sin.): aveva iniziato a suonare in coppia col marito Ike con un repertorio rhythm and blues con un discreto successo. Dopo il divorzio, nel 1975, ha iniziato la carriera di solista ottenendo grandi risultati per il suo stile irruente e trascinante. ‐ gli scozzesi Simple Minds (foto a destra) dallo stile essenziale, pulito. Guidati da Jim Kerr esprimono un sound genuino, emozionante, struggente, permeato dai suoni delle tradizionali ballate scozzesi con grande rilievo delle tastiere. ‐ gli inglesi Dire Straits, guidati da un chitarrista eccezionale Mark Knopfler, che eseguivano un rock blues essenziale, orecchiabile e romantico. Altri gruppi che si sono distinti per melodie originali sono stati gli inglesi Eurythmics con Ann Lennox, i Tears for Fears, i Culture Club con il cantante Boy Gorge e i Simply Red guidati dal rosso Mick Hucknall. Per reazione alla musica commerciale, in Inghilterra sorse un nuovo stile, l’ “HEAVY METAL” che si fa con tre strumenti: chitarra, basso, batteria. Si associa ad una visione del mondo pessimista, nichilista. I metallari portano i capelli lunghi, si vestono di nero con catene, uniformi di cuoio, tatuaggi satanici. Somigliano a cavalieri medioevali della morte. Musicalmente si caratterizza per la velocità ritmica, la violenza timbrica e ululati satanici. I maggiori esponenti di questo stile sono: ‐ gli inglesi Iron Maiden guidati dal bassista Steve Harris con il cantante Bruce Dickinson ‐ gli americani Aerosmith con il cantante Steven Tyler ‐ i Guns n’ Roses guidati dal cantante Axl Rose ‐ i Bon Jovi (foto a destra) , i Kiss, i Metallica e i Van Halen. Altri gruppi invece hanno trasformato la violenza e l’aggressività in atmosfere evocatrici di immagini infernali e rituali esoterici. Ed ecco il suono tetro e oscuro degli inglesi Cure guidati dal chitarrista cantante Robert Smith: questo genere fu nominato “DARK ROCK”. I Dark si concentrano sulla solitudine, sull’apatia, sulla paranoia. Le sonorità sono cupe, glaciali, marziali, distorte. Con lo stesso stile si esibiscono i Depeche Mode che hanno come leader il tastierista Martin Gore e come cantante David Gahan e i Black Sabbath guidati dal cantante Ozzy Osbourne. In America acquistò un’enorme popolarità un chitarrista cantante che si rifà al rock puro: Bruce Springsteen (foto a sin.) detto il “boss”. Il successo era iniziato a metà degli anni 70 con due splendidi dischi “Born to run” e “Darkness on the edge of townʺ. Nel 1985 compose “Born in to USA” che diventò un successo planetario. Bruce scrive brani di grande forza melodrammatica e li interpreta con grinta e grande energia, supportato da una band eccezionale, la E‐Street. Negli ultimi anni la sua musica è divenuta più soft, acustica, ma i suoi concerti hanno sempre un grande successo. In Irlanda sorse un gruppo di grande importanza: gli U2. che svilupparono un sound originale con il cantante Bono dotato di una voce calda e potente ed il chitarrista The Edge, autentico genio creativo. Sfruttavano in maniera incisiva l’elettronica, creando atmosfere emozionanti e sognanti. Il successo venne con il disco “The Joshua Tree“ che venderà 20 milioni di copie. Il gruppo è ancora attivo e più celebre che mai. E’ sempre stato attento ai problemi sociali, ai diritti umani, alla solidarietà: grande rilievo ha avuto la campagna “cancella i debiti dei paesi del terzo mondo”. Ricordiamo poi gli inglesi Queen (foto a sin.) che avevano come cantante il gay Freddy Mercury. Alcuni loro brani sono rimasti nella storia della musica tipo “Under Pression” e “We are the champions”. Nel 1991 Mercury morì per AIDS. Nel 1992 venne organizzato allo stadio di Wembley un concerto in sua memoria dove erano presenti tutti i musicisti più famosi. A metà degli anni 80 a New York si affermò, come reazione alla disco‐music, un nuovo stile musicale: il “RAP” che significa “inveire, usare un linguaggio violento”. Venne inventato dai DJ neri del Bronx uno stile di canto che consisteva nel recitare versi ritmati su una base musicale che avevano come tema slogan, problemi personali, fino ad arrivare a dichiarazioni politiche. Il Rap diventò l’espressione del disagio e della rabbia dei neri poveri ed emarginati. Il movimento più in generale venne definito “HIP‐HOP” o cultura della strada che è la voce dei neri che abitano nei ghetti. I DJ presero l’abitudine di suonare solo il pezzo cruciale delle canzoni, detto “BREAK” ripetendole all’infinito. Da qui nacque un ballo, la “BREAK DANCE” (foto a destra) che consisteva in piroette e saltelli, tra cui una giravolta con la testa in giù, dove prevaleva l’agilità e l’abilità. Altre tecniche usate dai DJ furono il “CUTTING” il taglio del brano sulla battuta, il “PHASING”, la modifica della velocità del giradischi, il “BACK SPINNING”, il ripetere frasi e cadenze facendo ruotare il disco avanti e indietro con la mano e lo “SCRATCH”, il movimento avanti e indietro della puntina. Questa musica esplose nel 1985 con Afrika Bambaata (foto a sin.) a cui seguirono i Bestie Boys, i Pubblic Enemy, Run DMC, LL Cool J e gli Ice T. A Chicago nacque una nuova forma musicale, la musica “HOUSE”, anche questa lanciata dai DJ che consisteva nell’utilizzare un disco vecchio, in genere di disco‐music e restaurarlo con trattamenti elettronici. Ne derivò così una musica caratterizzata dalla potenza del battito e dalla ripetitività ossessiva. La musica House avrà un grande successo in Europa con i MARSS “Pomp up the volume” e Soul II Soul “Keep on movin”. Va ricordato che molti dischi di musica house furono prodotti in Italia. Come tutti i fenomeni musicali moderni, la musica martellante e ossessiva, diventata il ritmo delle discoteche, favorirà l’uso di una nuova droga: “L’ecstasy”. Questa moda iniziò ad Ibiza con il nome di “ACID HOUSE” e poi si propaghererà in Europa. A Detroit la musica House diventò sempre più veloce fino a 140 battute per minuto e sarà nominata “TECNO”. Questa musica è diventata il ritmo di riunioni all’aperto estemporanee, segnalate attraverso Internet o i telefonini detti Rave party dove i giovani accorrono a frotte da tutte le parti d’Europa, costituendo un grave problema d’ordine pubblico. A Berlino ogni anno è organizzato un raduno dei giovani chiamato “Love parade” che è attualmente il più grande evento della musica moderna. Il rock negli anni 80 in Italia Espressione del nuovo rock italiano degli anni 80 ricordiamo i fiorentini Litfiba con Piero Pelù, i catanesi Denoto, i reggiani CCCP continuatori della trasgressione punk. Anni 90 e 2000 il grunge e i cibernauti La musica rock continua a dominare le scene, ma ha perso la sua spontaneità originale. Fuorché qualche caso eccezionale, si rifà agli stili del passato spesso mescolati tra loro. L’unica vera novità di questi anni è venuta da una città al di fuori del giro della musica, Seattle, dove nacque un movimento culturale, il “GRUNGE” che significa “sgangherato, cadente”. Predicava l’apatia, il fatalismo, la depressione, la violenza, l’autodistruzione, l’indifferenza. La moda grunge consisteva in jeans strappati, camicia da lavoro aperta con sotto una maglietta logora, l’aspetto era trasandato, decadente. Questa moda ebbe una certa diffusione nel mondo e alla fine degli anni 90 arrivò anche da noi. La formula musicale era: rumore ritornello rumore. Conteneva rumori taglienti e sgradevoli, urla rauche, cadenze metalliche. I gruppi musicali che hanno rappresentato questo stile sono stati: i Nirvana (foto sopra) con il cantante Kurt Kobain che si uccise nel 1994 e i Pearl Jam con il cantante Eddie Vedder. Arriviamo ad oggi. Siamo alla generazione del telefonino e del computer, i cibernauti. Questi giovani sono ben rappresentati nel film “Notte prima degli esami” di Fausto Brizzi. I più importanti complessi che oggi si ispirano alla musica rock sono: ‐ i REM (foto a sinistra) vengono da Athen, città universitaria della Giorgia, nel sud degli Stati Uniti. Il leader è il cantante Michael Stipe. Suonano un rock melodico, elegante, lineare, velato di psichedelia. Il disco di maggior successo è stato “Losing my religion” del 1991 che ha venduto 10 milioni di copie. ‐ i Red Hot Chili Peppers sono californiani e hanno come cantante Antony Kiedis a e alla chitarra John Frusciante. Suonano, in genere seminudi, una miscela di punk, funk e hard rock con intrusioni nell’hip‐hop. ‐ gli Oasis (foto al centro) inglesi di Manchester guidati dai fratelli Gallagher, suonano una musica che sta tra il pop di derivazione Beatles e la musica fragorosa dell’hard rock. ‐ i Coldplay, londinesi, hanno come leader il cantante Chris Martin. Suonano un rock melodico, spesso malinconico. ‐ i Smashing Pumpkins (foto a destra) sono un gruppo di Chicago guidato dal cantante‐
chitarrista Billy Corgan e suonano nello stile Hard Rock ‐ Eminem (foto a sinistra) bianco, anticonformista, oltraggioso, è un esponente della musica rap ‐ Lenny Kravitz è di New York e la sua musica oscilla tra il blues e l’hard rock. ‐ Alanis Morisette (foto al centro) è canadese. È molto amata dai giovani per il suo pop‐
rock facile e l’aspetto provocante e malizioso. Il suo disco quasi di esordio del 1995 “Jagged little pill” ha avuto un successo strepitoso. ‐ Sinéad O’Connor (foto a destra) è di Dublino e si caratterizza per i suoi atteggiamenti anticonformisti e polemici. L’aspetto è particolare: rapata a zero con un viso dolce e piglio aggressivo. Ha una voce possente, carica di pathos. Il suo più grande successo è stato “Nothing compares to you”. ‐ gli irlandesi Cranberries con la cantante Dolores O’Riordan suonano un pop psichedelico. Il rock negli anni 90 e 2000 in Italia Al giorno d’oggi ci sono due veri rokers sia per il tipo di musica che per la vita trasgressiva: Vasco Rossi e Gianna Nannini, oramai in auge dagli anni 80. Tra gli altri ricordiamo Ligabue, Pino Daniele e Edoardo Bennato. ~ ~ ~ ~ ~ Qui finisce la storia del rock, musica dei giovani e per i giovani che ha influenzato i gusti musicali, la moda e gli stili di vita di intere generazioni, ha creato eroi e miti fino all’autodistruzione, portando profitti enormi all’industria musicale dietro il motto “sesso, droga e rock and roll”.