Centro Natura “Cibo:Paradiso o Inferno”
L’ottica Cognitivo-Costruttivista
Presentazione di Simonetta Migliorini
Psicologa Psicoterapeura
L’ORGANIZZAZIONE COGNITIVA DI TIPO
DISTURBI ALIMENTARI PSICOGENI (D.A.P.)
L’organizzazione cognitiva che ritroviamo in pazienti con Disturbi
Alimentari Psicogeni (DAP) è molto frequente anche senza
presentare sintomatologie così eclatanti come nelle forme di
ANORESSIA E BULIMIA NERVOSA o nell’OBESITA’. Ciò significa che
un individuo può avere una struttura cognitiva organizzata in senso
DAP senza presentare tutti i sintomi del disturbo.
Questi disturbi colpiscono, nelle loro forme di SCOMPENSO a livello
FISICO, soprattutto le donne, tuttavia questa organizzzazione è
altrettanto frequente in individui di entrambi i sessi e soltanto la
modalità di manifestarsi è, per ragioni per lo più biologico/sociali,
più eclatante nel sesso femminile.
CHE COSA SI INTENDE PER
“ORGANIZZAZIONE COGNITIVA”?
Si tratta di un MODELLO CLINICO DI ORGANIZZAZIONE
STRUTTURALE DELLA CONOSCENZA secondo cui ogni individuo è
un SISTEMA CONOSCITIVO.
La conoscenza è organizzata in SCHEMI, cioè in modelli del
mondo e di sé, che sono ORGANIZZATI in modo GERARCHICO:
 Schemi SOVRA-ORDINATI: schemi relativi al sé, più arcaici,
che definiscono, condizionano e limitano gli
 Schemi SOTTO-ORDINATI.
Negli stadi iniziali (infanzia) il sistema conoscitivo presenta
MAGGIORE GLOBALITA’ E INDIFFERENZIAZIONE.
Con lo sviluppo si ha una DIFFERENZIAZIONE, INTEGRAZIONE,
GERARCHIZZAZIONE degli SCHEMI.
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Le ESPERIENZE PRIMARIE, strettamente connesse con
l’INTERAZIONE CON LE FIGURE D’ATTACCAMENTO (principalmente
madre e padre, ma non solo), portano allo sviluppo di due insiemi
di schemi:
SOVRA-ORDINATI: Quelli che definiscono ciò che posso
attendermi da me stesso (amabilita’
personale, valore, forza/debolezza, locus-ofcontrol, ecc.)
SOTTO-ORDINATI: Quelli che definiscono ciò che posso
attendermi dal mondo esterno (pericolosita’,
affidabilita’, delusivita’, ecc.)
Da un punto di vista costruttivista l’EFFICIENZA di un
SISTEMA CONOSCITIVO non è data nei termini di VERITA’/FALSITA’
delle sue costruzioni, ma nei termini di una maggiore o minore
CAPACITA’ di ACCOGLIERE L’INVALIDAZIONE, riadattandosi ad
essa e di un maggiore o minore EQUILIBRIO INTERNO, cioè quella
che viene definita come FLESSIBILITA’ DEL SISTEMA, ossia
sottosistemi articolati tra loro in modo da operare in maniera
coordinata e vicariante in funzione dei vincoli posti dal mondo
esterno e dai propri obiettivi.
C’è INCAPACITA’ di reagire FUNZIONALMENTE all’INVALIDAZIONE
quando:
(1) il SISTEMA presenta LASSITA’ STRUTTURALE, ossia ha difficoltà
a costruire in maniera definita le proprie esperienze. In questo caso
il sistema è resistente all’invalidazione come un muro di gomma.
Qualsiasi previsione diventa possibile e qualsiasi falsificazione
praticamente inattuabile.
(2) il SISTEMA presenta RIGIDITA’ STRUTTURALE, ossia gli è
possibile accettare solo l’informazione strettamente congruente con
la struttura prevista a priori. In questo caso il sistema è
infalsificabile perché l’informazione “incoerente” o non viene
raccolta o viene selettivamente esclusa. In questo tipo di struttura
la falsificazione è costituzionalmente non accoglibile, infatti anche
l’invalidazione di uno schema sotto-ordinato si tradurrebbe, per un
effetto a catena, in quella di uno centrale, con effetti devastanti per
l’intero sistema.
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LO SCHEMA CORPOREO
SCHEMA CORPOREO: è uno degli schemi di conoscenza personale e
costituisce una sorta di memoria del corpo che garantisce la
continuità individuale e riveste una particolare importanza
nell’organizzazione DAP.
Un disturbo a livello di questo schema è verosimilmente
conseguenza di alterazioni delle dinamiche relazionali e dei processi
cognitivi riguardanti SE’-CON-L’ALTRO, cioè disturbi nella
RAPPRESENTAZIONE delle proprie EMOZIONI e dei SIGNIFICATI
attribuiti alla propria vita di relazione.
Il bambino con attaccamento INSICURO costruisce schemi
interspersonali in cui la figura d’attaccamento è rappresentata come
INAFFIDABILE, INDISPONIBILE o INTRUSIVA, mentre il SE’ è
rappresentato non solo come lontano dall’altro, ma come
impegnato nello sforzo di CONTROLLARE i propri forti desideri di
PROTEZIONE e CONFORTO poiché NON in grado di PREVEDERE
l’atteggiamento materno, che potrebbe sfociare o nel rifiuto o
nell’intrusività.
Nell’infanzia non è facile distinguere i sentimenti legati al
bisogno di accudimento da quelli connessi ai bisogni
strettamente corporei, che devono comunque essere soddisfatti
dalla figura d’attaccamento.
Una conseguenza di queste commistioni di esigenze diverse è
che il bambino con attaccamento insicuro è portato a SVILUPPARE
STRATEGIE COMUNI per affrontare sia l’esperienza EMOTIVA
interpersonale, sia le sensazioni connesse coi BISOGNI CORPOREI.
In altre parole il bambino, attraverso il tipo di reciprocità con
la figura d’attaccamento, ha sviluppato un’organizzazione cognitiva
alla quale mancano, o fanno difetto, gli strumenti che permettono
una LETTURA STABILE E COERENTE DI SE’ e DI SE’-NEL-MONDO,
indipendentemente dalle esigenze e dai problemi del corpo.
Per il bambino che si trova a fare i conti con questa
INSICUREZZA e AMBIVALENZA diventa difficile effettuare una
lettura autonoma del proprio vissuto emotivo e corporeo. La
madre, infatti, è sempre pronta a dare una lettura di quali siano i
suoi DATI INTERNI: mentali, fisici, emotivi (es. “mangia perché
hai fame”, “copriti perché hai freddo”).
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Con questi atteggiamenti si gettano le basi perché il bambino
non abbia le possibilità di riconoscere ed esprimere in modo
autonomo le proprie EMOZIONI, con il conseguente senso di
INAFFIDABILITA’ circa le proprie CAPACITA’ DI RICONOSCERE E
DECODIFICARE i propri stati interni (= ciò che provo).
“Se ciò che credo di provare è talmente diverso da ciò che
la mamma mi dice che provo, come faccio ad essere sicuro
di ciò che provo?”
Il risultato di un mancato sviluppo nella capacità di percepire i
propri stati mentali si tradurrà successivamente nel bisogno di
un’altra persona che glieli legga e glieli spieghi.
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STRUTTURA SCHEMATICA DELL’ORGANIZZAZIONE
“DISTURBI ALIMENTARI PSICOGENI”
Caratteristiche generali
 Stuttura lassa del sistema (costruzioni fluttuanti, difficilmente
invalidabili)
 Difficoltà a decodificare il mondo e se stessi, tendenza a
costruire in modo “fantastico”
 Maggiori probabilità di incorrere in esperienze di falsificazione
 delusione
Esperienze precoci
Comportamento
genitoriale di
accudimento incerto
e confuso.
Scarsità dei contatti
fisici e assenza di
manifestazioni
affettive.
Comunicazione
vaga, non esplicitata,
indiretta,
frammentaria,
elusiva, imprecisa,
contraddittoria.
Relazione coniugale
genitoriale
insoddisfacente,
senza amore, con
mutuo disprezzo.
Tendenza a
Mancanza di reale
presentare il partner
contatto
in luce critica e
comunicativo
negativa, ma
Comportamenti
genitori-figli, possibili contemporaneamente
intrusivi e mancanti
costruzioni
a mascherare
di sintonia.
antitetiche degli
l’insoddisfazione e
stessi eventi da parte non manifestare
Tendenza a definire di genitori e figli.
opinioni e emozioni
costantemente i
definite.
bisogni primari
Tendenza a
(fame-sazietà, caldo- presentarsi come
Esteriormente,
freddo ecc..) e non
genitori
socialmente e
primari del figlio e le completamente
formalmente
sue emozioni,
dediti alla cura dei
presentazione di una
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indipendentemente
dai segnali che invia
e dai suoi reali
bisogni.
figli .
coppia stabile e
felice.
Ridefinizione delle
Attenzione alle
emozioni in coerenza apparenze sociali.
con i pattern familiari
formali ai quali è
richiesto,
implicitamente o
meno, di adeguarsi.
Caratteristiche figura
materna
Figura genitoriale dominante
Caratteristiche figura
paterna
Usualmente percepito come
figura forte, significativa e di
Controllante in generale ed
riferimento nell’infanzia,
in particolare il
diviene, nell’adolescenza,
fonte di delusione per :
comportamento
alimentare.
• Rifiuto contatti fisici con la
figlia, per paure sessuali
Attribuisce grande valore
• Trasformazione
all’aspetto fisico.
dell’immagine
(riconoscimento sua
Frequentemente assume
debolezza)
atteggiamenti adolescenziali, • Alleanza con la figura
ponendosi in competizione
materna
con la figlia.
• Abbandono della famiglia,
ecc..
“Amarsi è condividere le stesse opinioni, emozioni, bisogni …”
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Invischiamento
Costruzione di una identità personale vaga, ambigua, indefinita.
Incapacità di
riconoscere i segnali
biologici di famesazietà.
Immagine del sé
corporeo come
obeso.
Percezione
Tendenza ad
irrealistica dei
interpretare i segnali cambiamenti di peso,
emozionali (ansia,
tendenza a percepirsi
insoddisfazione, noia sempre in eccesso
ecc..) come indizi di ponderale (manovra
fame.
dello specchio).
Percezione errata del
rapporto famealimentazione,
alimentazioneaumento ponderale.
Sensazioni di
estraneità al proprio
corpo.
Considerazioni
estetiche negative
sul proprio aspetto
corporeo.
Difficoltà a costruire
se stessi ed il
mondo.
Senso personale di
incapacità nel
decodificare i propri
stati interni,
sensazioni ed
emozioni.
Difficoltà a costruire i
comportamenti ed i
sentimenti altrui
(costruzioni vaghe e
fantastiche).
Difficoltà a
comprendere il
perché delle cose, le
relazioni causaeffetto.
Percezione di sé come persona debole, mancante di autocontrollo,
inadeguata, non amabile, non apprezzabile.
Esporsi affettivamente, esporsi ai giudizi altrui, dichiarare le proprie
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sensazioni ed emozioni (d’altra parte difficili da leggere) porta
inevitabilmente alla
Delusione
Bulimiche  La resa
Anoressiche  La ribellione
Io deludente
Io delusa (gli altri deludenti)
Il rifiuto altrui e l’abbandono
sono ineliminabili.
il fallimento è certo, meglio
subire passivamente e lasciarsi
andare.
Combattere per mantenersi
Magri fornisce un senso di forza
ed efficienza personale derivante
dal sentirsi capaci di dominare
gli impulsi più profondi e radicati.
Processi di compenso
•Evitare di coinvolgersi affettivamente  non si rischia la delusione.
• Evitare di definirsi  (rispetto alle proprie opinioni ed emozioni)
non si rischiano contrasti e contrapposizioni, giudizi altrui,
coinvolgimenti, esperienze di falsificazione.
• Focalizzare l’attenzione sull’aspetto fisico  non si rischia di
“esporre” il proprio sé ad un confronto pericoloso.
Il grasso facilita un giudizio
negativo sull’aspetto corporeo
senza esporre il sé a livello più
profondo (“gli altri mi rifiutano
perché sono grassa”).
magro è bello, è segno di
efficienza, la magrezza
nasconde le caratteristiche
sessuali secondarie e riduce le
attenzioni maschili.
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Problema del giudizio
Le situazioni che provocano turbolenza emotiva, in questa
organizzazione, sono quelle che implicano GIUDIZI.
L’insicurezza che caratterizza l’immagine di sé e la ricerca
continua di conferme, fa si che l’attenzione selettiva si concentri
sugli atteggiamenti e sulle considerazioni delle persone che
appaiono più sicure e di successo. Da esse possono derivare però
sia le sospirate approvazioni che le temute disconferme, con
continue oscillazioni che generano CONFUSIONE E ANSIA.
Una persona con questa organizzazione ha la necessità di
ESSERE DEFINITA da persone importanti.
Le persone che sembrano gratificanti, però, vengono messe alla
prova per vedere se veramente capiscono, procurandosi così
l’inevitabile DELUSIONE o restando nell’incertezza.
Le situazioni affettive
Una persona con questa organizzazione struttura una modalità
particolarmente contorta nella gestione dei rapporti affettivi:
Ricerca esasperata dell’amore vero
Aspettativa di delusione
Queta modalità può essere fatta risalire alla continua
ambiguità dell’ecosistema in cui la propria complessità si è
organizzata: rapporto di reciprocità contrastato e deludente con la
figura paterna, con conseguente senso di CONFUSIONE nell’ambito
della propria AMABILITA’ PERSONALE e di grossa SFIDUCIA nei
RAPPORTI AFFETTIVI.
1) evitare di coinvolgersi con chiunque non dia la massima
sicurezza di amore: si sottopone il partner ad una serie di messe
alla prova in cui si richiede comprensione, fiducia, sincerità al di là
delle umane possibilità.
2) anche il rapporto sessuale rappresenta un pericolo per il
coinvolgimento, vengono così selezionate persone per cui non si
prova interesse.
3) controllo “mentale” sul partner: bisogna essere sicuri di quello
che prova o pensa, perché il suo giudizio è fondamentale per la
definizione della propria identità personale.
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Il cambiamento
Può avvenire a livelli strutturali diversi del SISTEMA
conoscitivo e implicare schemi più sovra-ordinati o più sottoordinati.
La modificazione degli schemi sotto-ordinati risulta più facile e
veloce, ma è limitata dai vincoli di compatibilità con gli schemi
sovra-ordinati  cambiamento sintomatico probabile, ma poco
stabile.
La modificazione degli schemi sovra-ordinati è più difficile e
lunga da ottenere, ma fornisce garanzie di mantenimento del tutto
diverse.
Ciascun sistema conoscitive tende ad utilizzare in via
prioritaria determinati tipi di schemi (piuttosto che altri) per
costruire il proprio sé e (conseguentemente) le proprie esperienze
di vita.
Queste caratteristiche definiscono i fondamenti dell’identità
personale e pertanto il cambiamento non può passare attraverso la
sostituzione degli schemi soggettivamente sovra-ordinati. Lo si può
invece ricercare attraverso la modifica di una serie di caratteristiche
sia sovra-strutturali che funzionali dei medesimi schemi e dello
stesso sistema.
Le modifiche implicano un incremento della definizione e
della articolazione degli schemi e determinano una maggiore
flessibilità dell’intero sistema che acquisisce una maggiore
capacità di cogliere le invalidazioni e di riadattarsi ad esse in
modo più funzionale, attivando processi di cambiamento
progressivo.
Il cambiamento si ottiene attraverso l’analisi delle
incoerenze del sistema e la ricorstuzione di un livello superioere
do coerenza interna.
Bibliografia
Bara B.G. (a cura di) Manuale di Psicoterapia Cognitiva Boringhieri,
1996
Cionini L. Psicoterapia cognitiva NIS, 1991
Crittenden P.M. Attaccamento in età adulta Raffaello Cortina, 1999
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Reda M.A. Sistemi cognitivi complessi e psicoterapia Carrocci, 1998
E’ possibile contattare la Dott.ssa Simonetta Migliorini all’indirizzo:
[email protected]
oppure al numero 335/7475163
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