UNA SEMPLICE GUIDA PER LA PROTESI AL GINOCCHIO Dr. Christian Jäger Ortopedia e Traumatologia Pag. 1 INDICE INTRODUZIONE PARTE 1: anatomia del ginocchio (il ginocchio, cause e trattamento del dolore al ginocchio) PARTE 2: l’intervento di protesi al ginocchio (struttura della protesi, come prepararsi all’intervento, il ricovero, procedura dell’intervento chirurgico, rischi e complicanze) PARTE 3: il ritorno alla vita normale (in ospedale, il rientro a casa, esercizi fisici, il recupero della mobilità, il ritorno alla normalità, la cura del ginocchio, domande e risposte) Pag. 2 INTRODUZIONE Questa brochure è destinata a coloro che si sottoporranno ad un intervento di protesi di ginocchio e vuole essere una guida per assistere il paziente nelle diverse fasi, prima, durante e dopo l’intervento. Se il paziente sarà più consapevole riguardo la procedura prima del ricovero in ospedale, sarà più semplice e veloce il recupero dopo l’intervento. Questa guida fornisce delle linee guida generali; le cure mediche e chirurgiche possono cambiare in base alle condizioni specifiche del paziente. Pertanto la conoscenza, l’impegno e la collaborazione sono elementi fondamentali per la buona riuscita dell’intervento di protesi di ginocchio. È particolarmente consigliato quindi di leggere con attenzione e di custodire con cura le informazioni fornite dalla guida. Questa racchiude le principali informazioni per ampliare la comprensione dell’intervento chirurgico e del periodo di recupero, focalizzandosi sui punti chiave e sugli accorgimenti necessari per prendersi cura del “nuovo” ginocchio. Si prega quindi di portare con sé la presente guida al momento degli appuntamenti fissati e del ricovero nel giorno dell’intervento. Infine è opportuno per una giusta preparazione all’intervento mantenersi attivi nella cura della propria persona. Si prega quindi di attenersi alle istruzioni fornite, di risolvere con il proprio medico eventuali dubbi e di prepararsi al meglio per il decorso del recupero. Pag. 3 PARTE 1: anatomia del ginocchio Il Ginocchio Il ginocchio rappresenta una delle articolazioni più complesse del corpo. Consente movimenti complessi quali il piegamento o flessione, l’allungamento od estensione, la rotazione e lo scorrimento. L’articolazione comprende tre tipi di ossa: il femore, la tibia e la rotula o patella. L’estremità inferiore del femore, l’estremità superiore della tibia e la superficie inferiore della rotula sono tutte ricoperte di cartilagine articolare che permette di effettuare tutti i movimenti del ginocchio senza alcun tipo di dolore. Tra le due estremità del femore e della tibia è presente un altro tipo di cartilagine, il menisco, che agisce da rivestimento ed ammortizzatore. Sono due i menischi, uno interno ed uno esterno. L’articolazione è racchiusa in una capsula articolare rivestita all’interno da una membrana chiamata sinoviale che produce il liquido sinoviale, liquido oleoso che consente tutti i movimenti in assenza di frizione (dolorosa). Menischi e liquido sinoviale riescono ad attutire quindi le forze che vanno a pesare sull’articolazione durante esercizi ed attività fisiche. Il femore e la tibia sono collegati da spessi legamenti che coprono e rendono stabile l’articolazione. Inoltre forti muscoli presenti nella coscia e nella parte inferiore della gamba attivano e controllano i movimenti del ginocchio. Cause e Trattamento del Dolore al Ginocchio Talvolta l’articolazione del ginocchio risulta dolorosa e/o rigida. Il danneggiamento dell’articolazione potrebbe essere dovuto ad una delle seguenti cause: Artrite (di natura ossea o reumatoide) Usura a lungo termine Danno pregresso al ginocchio Danni ai legamenti crociati (instabilità) Esercizi o sforzi fisici particolarmente pesanti. Pag. 4 I principali metodi per gestire il dolore al ginocchio sono i seguenti: Esercizio fisico: E’ consigliabile per uno stile di vita sano nonché per preservare la salute del ginocchio svolgere esercizi fisici leggeri, come ad esempio nuoto o ciclismo, come anche prevedere momenti di riposo per l’articolazione. È possibile anche integrare queste accortezze con impacchi caldi o freddi per aiutare l’articolazione a riposo. Controllo del peso: La perdita del peso corporeo potrebbe risultare efficace al fine di alleviare il dolore al ginocchio, riducendo la pressione e l’attrito degli esercizi fisici. Tale misura ricopre un ruolo sicuramente importante durante il recupero della mobilità post-operatoria del ginocchio e dovrebbe essere oggetto di discussione con il chirurgo ortopedico. Fisioterapia: La fisioterapia consiste in una serie di esercizi, strettamente personalizzati, focalizzati su un problema di movimento specifico, volti a ridurre al minimo il dolore e ad aumentare la mobilità. Terapia farmacologica: I farmaci rappresentano una delle possibili alternative per ridurre il dolore e migliorare la mobilità del ginocchio in caso di artrosi; vengono spesso utilizzati farmaci di facile reperibilità come aspirina e ibuprofene (FANS), codeina, paracetamolo, ecc. Sono disponibili inoltre alcuni tipi di antidolorifici cutanei in forma di crema. Vi sono poi altri trattamenti farmacologici per alleviare il dolore, quali ad esempio supplementi nutrizionali come glucosamina e condroitina, metil sulfonil metano (MSM). In casi di assunzione di questi farmaci, rivolgersi al medico o al farmacista, per evitare reazioni avverse derivanti dall’uso simultaneo di altre medicine. Infine, sempre di più oggi i pazienti ricorrono a terapie antidolorifiche alternative a base di corticosteroidi e acido ialuronico (funzione lubrificante intraarticolare). Questi vengono somministrati direttamente per iniezione a livello dell’articolazione. È sempre importante rivolgersi al Medico Curante che sceglierà la terapia più adatta alle vostre esigenze. Intervento chirurgico Quando il dolore al ginocchio ed eventuali disfunzioni conseguenti non riescono più ad essere trattati con metodi non chirurgici (descritti fino a questo punto), l’intervento di protesi potrebbe essere la soluzione migliore, in grado di: alleviare il dolore correggere eventuali deformità, come il ginocchio varo o valgo ripristinare le funzioni perdute del ginocchio migliorare la qualità di vita. Pag. 5 PARTE 2: l’intervento di protesi al ginocchio Componenti della protesi: La procedura chirurgica di impianto della protesi al ginocchio comprende il rimodellamento dell’estremità inferiore del femore, di quella superiore della tibia e, se necessario, del lato inferiore della rotula con componenti artificiali chiamate protesi. Le protesi sono ideate per funzionare nel modo più naturale possibile e pertanto, una volta terminato il recupero post-operatorio e dopo aver appreso ad utilizzare il ginocchio in modo corretto, si potrà tornare, entro certi limiti, ad una vita normale. Esistono diverse tipologie di protesi del ginocchio e il chirurgo vaglierà quella più adatta caso per caso. La scelta verrà discussa con il paziente prima del intervento anche se potrà essere presa una decisione finale durante l’operazione stessa. 1) Componente femorale 2) Componente rotulea 3) Inserto in plastica 4) Componente tibiale La protesi al ginocchio si compone di alcune parti: 1) la componente femorale consente il rimodellamento del femore ed è composta da una lega di metallo. Per gli allergici al nickel sono disponibili componenti speciali senza nickel. 2) Non sempre la rotula viene sottoposta a rimodellamento e qualora si decidesse a procedere in questo senso, la componente rotulea andrebbe a sostituire la superficie inferiore della rotula che sfrega contro il femore. Questa componente viene realizzata completamente in plastica oppure in plastica con un supporto di lega di metallo. 3) L’inserto in plastica può essere fissato in maniera permanente o, al contrario, mobile al vassoio tibiale. 4) La componente tibiale è fissata al piatto tibiale e accoglie l’inserto in plastica. Anche in questo caso sono disponibili versioni senza nickel. Non tutte le procedure chirurgiche sostitutive richiedono una protesi totale del ginocchio, questo dipenderà dal grado di usura del ginocchio e/o dalla localizzazione del danno articolare. Pag. 6 Di seguito, gli interventi chirurgici più comuni: Protesi totale al ginocchio Le estremità del femore e della tibia vengono sottoposte a rimodellamento. Non è sempre necessario effettuare il rimodellamento della rotula. Protesi parziale o monocompartimentale al ginocchio A volte solo una porzione di ginocchio necessita la sostituzione e pertanto il chirurgo può decidere di procedere al rimodellamento solamente di quel lato. Si tratta di una procedura meno invasiva, spesso riservata a pazienti più giovani e solitamente di peso più leggero, tuttavia il chirurgo può valutare se la protesi monocompartimentale è in grado di sopportare lo sforzo a cui il paziente la sottopone. Protesi bilaterali parziali o totali al ginocchio In questi casi entrambe le ginocchia vengono sottoposte all’intervento di protesi. Tale procedura viene eseguita raramente in quanto molto più complessa ed invasiva per il paziente. Pag. 7 Come prepararsi all’intervento chirurgico • • • • • • • • • • • Approccio collaborativo: è sicuramente auspicabile che il paziente mostri un approccio collaborativo nei confronti delle figure coinvolte nell’intero processo. È importante che vengano chiariti i benefici dell’intervento di protesi ed i miglioramenti della qualità di vita che questo comporterà. Rimanere attivi: mantenersi attivi prima dell’operazione è fondamentale per la riuscita della stessa. Gli studi condotti hanno dimostrato che la buona forma fisica e la corretta attività del paziente sono direttamente proporzionali al recupero ed alla flessibilità post-intervento. Diversi esercizi, come ad esempio passeggiare, esercizi per la gamma completa dei movimenti, il nuoto, possono essere d’aiuto. È necessario comunque rivolgersi sempre al proprio medico curante prima di iniziare qualsiasi tipo di attività fisica. Dieta: una dieta bilanciata è ancor più necessaria nei momenti di stress, quali un intervento chirurgico. Ricordare sempre di assumere il più possibile alimenti ricchi di ferro, come le carni rosse, il fegato, i fagioli, le noci e la frutta secca. Perdere peso in eccesso: il peso eccessivo sottopone le articolazioni già malate ad uno sforzo maggiore; per questo motivo perdere peso è fondamentale per aiutare il ginocchio e garantire la buona riuscita dell’operazione. Rivolgersi sempre al proprio medico prima di iniziare qualsiasi dieta o programma di dimagrimento. Togliere il fumo: il fumo può creare problemi durante e dopo l’intervento, quindi è vivamente consigliato smettere per ridurre i rischi associati. Rivolgersi al medico o all’ospedale per consulenza e supporto. Verificare che non siano presenti infezioni al momento dell’intervento: le infezioni includono ascessi ai denti, infezioni da ferite da taglio, ulcere infette alle gambe, raffreddore e influenza. Queste infezioni possono diffondersi in altri distretti corporei durante l’intervento, andando a contaminare l’articolazione appena impiantata. Informare tempestivamente il chirurgo in caso di infezione sospetta o diagnosticata, per un’eventuale riprogrammazione dell’intervento. Terapie farmacologiche: qualora si stessero assumendo dei farmaci, è necessario chiedere al chirurgo o agli infermieri se sia possibile continuare con questi o se invece sia necessaria la sospensione. Denti e gengive: denti e gengive possono essere sede di infezioni; è pertanto necessario fissare un appuntamento con il dentista per risolvere eventuali problemi riscontrati prima dell’intervento. Spesso viene richiesto di portare una documentazione del dentista a conferma che la cavità orale è sana. Una volta ricevuta inviare la copia di tale lettera al chirurgo o infermiere in quanto, in caso di mancato invio, potrebbe essere necessario rimandare l’intervento. Anche dopo l’intervento è necessario sottoporsi a dei controlli regolari. Cute: prime dell’intervento la cute non dovrebbe presentare ferite o lesioni vive (ad esempio calli infetti, borsiti, morsi di insetti, graffi di animali) e dovrebbe risultare esente da infezioni. Questo è molto importante laddove il paziente presenti eczema o psoriasi. In caso di sviluppo di ulcere alle gambe o infiammazioni cutanee, rivolgersi al medico curante. Particolari condizioni mediche: eventuali particolari condizioni mediche, quali diabete o disturbi cardiaci, dovrebbero essere tenute sotto controllo ed eventuali problemi dovrebbero essere gestiti il prima possibile, in quanto potrebbero essere causa di rinvio dell’intervento. Un problema comune che richiede il trattamento prima dell’intervento chirurgico è l’ipertensione (pressione sanguigna elevata). Laddove il paziente sia consapevole di soffrirne, è necessario controllarla regolarmente. N. B.: è importante sottolineare che ogni paziente viene sottoposto prima dell’operazione ad approfonditi accertamenti (esami di laboratorio, elettrocardiogramma, radiografie del torace e del ginocchio da operare, visita e colloquio con l’Anestesista, ecc.). Pag. 8 Procedure dell’intervento chirurgico Normalmente l’intervento dura 1-2 1 2 ore. Il giorno dell’intervento, il paziente viene portato nella stanza nella quale verrà effettuata l’anestesia e dove verranno prese altre precauzioni. In questa fase, tutte le attrezzature zature di monitoraggio, quali la polsiera per la pressione sanguigna, il sondino per l’ossigeno e i collegamenti gamenti per l’ECG vengono collegate al paziente. Laddove necessario, può anche essere inserito il catetere urinario. In seguito alla preparazione, il paziente aziente viene trasportato in sala operatoria. • • • • Fase 1: con una incisione longitudinale anteriore si tagliano dalla cute fino alla capsula articolare tutti i tessuti per esporre bene il ginocchio. Fase 2: vengono rimosse le superfici usurate della tibia, del femore ed eventualmente della rotula predisponendo l’osso ad accogliere le componenti della protesi. Fase 3: dopo questa preparazione le componenti vengono fissate all’osso corrispondente (con o senza cemento sintetico a seconda della qualità dell’osso). Fase 4: quando tutte le componenti protesiche sono fissate, il chirurgo verifica la completezza, l’uniformità e la stabilità dei movimenti del ginocchio. Rischi e complicanze L’intervento di protesi di ginocchio, se associato a una corretta profilassi, permette in generale il recupero delle normali funzioni dell’articolazione. L’esperienza del chirurgo e l’efficienza della struttura clinica, nonché la predisposizione del paziente a collaborare e la scelta del materiale protesico,, saranno fattori importanti per quanto riguarda la buona riuscita dell’intervento. Prima e dopo l’intervento chirurgico è fondamentale fondamentale che il paziente osservi fedelmente le indicazioni del suo medico e adotti tutti i comportamenti e le strategie di prevenzione consigliate che permetteranno di ridurre al minimo l’insorgere di possibili complicazioni. Pag. 9 Ogni anno nel mondo vengono effettuate migliaia di interventi di protesi di ginocchio. Una numerosità così alta di interventi fa in modo che i chirurghi siano in grado di evitare le principali problematiche e conseguentemente solo in una minima percentuale di pazienti si verificano gravi complicanze. I possibili, ma rari rischi, sono comunque elencati qui di seguito: • Tromboembolismo venoso (TEV): questa condizione comporta l’occlusione di una vena da parte di un coagulo di sangue, soprattutto a livello delle vene delle gambe. Questo coagulo prende il nome di “trombo”. Il trombo può quindi ostruire il flusso sanguigno della vena interessata dando dei sintomi tipici come dolore, arrossamento della gamba. Può anche succedere che il trombo, spostandosi all’interno del flusso venoso, vada ad ostruire vasi più piccoli e periferici come quelli polmonari, causando una specifica sintomatologia (affanno improvviso e talvolta anche dolore al petto). Questa sintomatologia chiamata “embolia polmonare” in casi molto rari può avere conseguenze molto gravi, come il rischio di pericolo di vita. Prevenzione del tromboembolismo venoso: per ridurre il rischio di incorrere in un episodio di TEV è infatti prevista una terapia di profilassi che viene effettuata in prossimità dell’intervento e che andrà proseguita anche a domicilio secondo le indicazioni che saranno date dal Medico Curante. La principale profilassi nei confronti della TEV è sicuramente rappresentata dai farmaci anticoagulanti, i quali avranno il compito di fluidificare il sangue e prevenire il rischio di TEV. Oltre ai farmaci, vi sono delle misure preventive “secondarie” che possono spesso massimizzare ed essere di supporto alla terapia farmacologica: esercizi per gambe e piedi. Il suo fisioterapista le preparerà un programma di esercizi da seguire nel periodo post-operatorio. Gli esercizi per i piedi e per i muscoli delle gambe la aiuteranno a preservare il normale flusso sanguigno nelle vene profonde. Dispositivi per la compressione pneumatica intermittente (CPI): questo metodo viene utilizzato solo per alcuni pazienti durante la permanenza in ospedale. Se la mobilità è gravemente limitata, questi dispositivi possono essere usati per esercitare una pressione sui muscoli delle gambe (attraverso una pompa di gonfiaggio e sgonfiaggio), allo scopo di favorire un normale flusso sanguigno. Anche l’uso di calze elastiche ed una abbondante assunzione di liquidi possono essere d’aiuto nella prevenzione di eventi tromboembolici. • Infezioni: come nella maggior parte degli interventi chirurgici c’è sempre il rischio che la ferita si infetti, diventando rossa e dolente. In questo caso la cura consiste nella somministrazione di antibiotici. Qualora l’infezione della ferita si estendesse anche ai tessuti molli circostanti la protesi, in quel caso si dovrà procedere con un ulteriore intervento chirurgico per sostituire la protesi. Vi sono comunque diverse accortezze che, se rispettate, possono ridurre drasticamente la probabilità di infezione: è molto importante ad esempio tenere pulita e asciutta la ferita, evitare le automedicazioni e di sottoporsi all’intervento in presenza di infezioni preesistenti. • Piaghe: dopo 24 ore di allettamento potrebbero insorgere piaghe da decubito, soprattutto nella zona del tallone. Per evitare questo rischio è consigliato il movimento regolare di talloni e glutei. Nel caso in cui si avverta dolore o bruciore nelle zone menzionate informare immediatamente il personale medico o infermieristico. • Anestesia: come per tutti gli interventi chirurgici, l’anestesista informerà il paziente prima dell’intervento sui possibili rischi. Nel caso in cui siano presenti nella storia del paziente complicanze riconducibili all’anestesia, è opportuno informare l’anestesista. Pag. 10 • Fratture: nei soggetti con ossa particolarmente fragili è possibile che durante l’operazione l’articolazione possa subire dei traumi o fratture. Certamente l’esperienza del chirurgo farà si che vengano scongiurati eventuali problemi del genere nel corso dell’intervento. • Nervi e vasi sanguigni: nel corso dell’operazione alcuni nervi e vasi sanguigni che irrorano l’articolazione potrebbero essere involontariamente allungati, danneggiati o feriti. Alcune volte, i nervi possono essere soggetti a gonfiore dando ipersensibilità della cute o della ferita. Verranno comunque adottate tutte le misure necessarie per prevenire queste complicanze. • Scarsa flessibilità: successivamente all’intervento, il ginocchio dovrebbe essere in grado di piegarsi e permettere così al paziente di svolgere tutte le attività quotidiane, dall’allungamento completo fino a piegamenti di almeno 90-100 gradi. Tuttavia, laddove il chirurgo riscontrasse una scarsa flessibilità del ginocchio, si potrebbe intervenire con una manipolazione sotto anestesia per provare a migliorare la serie di movimenti del ginocchio. Questa procedura solitamente avviene tra la quarta e l’ottava settimana dopo l’intervento. Pag. 11 PARTE 3: il ritorno alla vita normale In ospedale: Il risveglio: al termine dell’intervento il paziente è trasferito nella stanza per il risveglio, dove un infermiere è incaricato di monitorarlo e somministrare antidolorifici, qualora fosse necessario. L’infermiere avrà cura quindi di fare respirare profondamente il paziente e di farlo tossire per facilitare la pulizia dei polmoni. Potrebbe essere stato inserito un tubo, visibile attraverso la fasciatura, per il drenaggio del sangue accumulatosi nella zona operata. Questo viene solitamente rimosso il primo o secondo giorno dopo l’intervento. Una volta che il paziente torna cosciente viene portato in reparto. Il reparto: in reparto il paziente continua ad essere monitorato. Inizialmente vengono somministrati sorsi d’acqua (salvo controindicazioni da parte dell’anestesista) per fermare il senso di malessere dovuto all’anestesia, che può causare secchezza della cavità orale anche per più giorni. Il giorno dopo l’intervento è possibile iniziare ad assumere liquidi e a consumare pasti secondo le indicazioni del chirurgo. La flebo rimane attaccata al paziente per permettere la somministrazione di liquidi e antibiotici: i primi supportano il nutrimento necessario fino a quando non sarà possibile mangiare e bere normalmente, i secondi a scongiurare infezioni. In caso di dolore l’infermiere può somministrare analgesici. Successivamente il medico visita il paziente per illustrare l’intervento e i progressi compiuti; vengono inoltre effettuati dei prelievi del sangue per controllare le condizioni di salute ed eventualmente avviare di nuovo eventuali terapie farmacologiche sospese prima dell’intervento. Eventuali altri farmaci vengono somministrati con regolarità per consentire movimenti quanto più possibile indolori, riposo e lo svolgimento della fisioterapia. Pulizia del corpo e vestiti: affinché la ferita resti pulita ed asciutta è necessario coprire la zona con del materiale impermeabile da utilizzare quando si fa la doccia. Dopo i primi giorni, in cui il personale aiuterà il paziente, questo sarà in grado di lavarsi in maniera autonoma. Allo stesso modo sarà in grado di vestirsi autonomamente, mentre sarà necessario l’ausilio del personale per indossare scarpe e calze. A seconda del paziente e delle sue condizioni il medico deciderà la data di dimissione. Questo dovrebbe comportare che il paziente sia in grado di eseguire tutte le azioni quotidiane di base in maniera autonoma. Al momento della dimissione al paziente verranno consegnati vari materiali e moduli, come l’indicazione della terapia farmacologica, istruzioni per prendersi cura della ferita, l’appuntamento per la visita di controllo dal chirurgo, dal fisioterapista (se previsto), raggi X (se previsti) e un rapporto sintetico dell’intervento. Il rientro a casa Una volta dimesso dall’ospedale il paziente potrà essere destinato ad un centro riabilitativo oppure potrà ritornare nella proprio abitazione ed eseguire autonomamente, o presso un centro specializzato, tutti gli esercizi necessari. È importante, una volta a casa, avere tutto il supporto necessari da parte di parenti o amici, in quanto la propria abitazione potrebbe essere una fonte di pericolo per una persona che ha appena subito un intervento di protesi. Sintomi da tenere sotto controllo: è necessario avvisare il proprio medico qualora si presentassero i seguenti sintomi • febbre sopra i 38° • rossore cutaneo insolito circostante la ferita con eventuali fuoriuscite • problemi di respirazione o mancanza di fiato • aumento del dolore • dolore e/o gonfiore alle gambe. Pag. 12 Illuminazione: è opportuno che tutti i vani dell’abitazione siano ben illuminati affinché non si corra il rischio di cadere o subire dei traumi all’articolazione. Molto utile sarebbe procurarsi una luce notturna, soprattutto se ci si alza spesso la notte. Scale: sarebbe opportuno predisporre del materiale antiscivolo sul bordo di ogni scalino, accertandosi però che non si formino delle pieghe sulle quali si potrebbe inciampare. Pavimenti: tutte le superfici potenzialmente scivolose dovrebbero essere dotate di materiale antiscivolo. Inoltre sarebbe opportuno utilizzare dei detersivi per la pulizia delle superfici che rendano queste più uniformi e sicure. Animali domestici: è consigliabile che il paziente affidi il proprio animale domestico a parenti o amici, in quanto prendersi cure dell’animale potrebbe comportare degli sforzi eccessivi per l’articolazione operata. Farmaci: è molto importante che ci si attenga fedelmente e con costanza alle indicazioni del medico curante. Qualora ci fossero eventuali dubbi sull’assunzione o effetti collaterali contattare immediatamente l’ospedale. Arredamento: è necessario che l’arredamento dell’abitazione sia predisposto al rientro del paziente, in modo che ci siano tutte le condizioni affinché il paziente il paziente possa deambulare con stampelle e/o tutori in tutta sicurezza. Gli oggetti di prima necessità dovrebbero essere tutti a portata di mano e facilmente raggiungibili. È consigliabile infine utilizzare una sedia con braccioli e con schienale alto in modo da facilitare i movimenti. Cucina: una buona soluzione per il rientro a casa è quella di preparare del cibo e conservarlo in piccole porzioni, ed eventualmente surgelarlo. Per evitare di piegarsi e sottoporre l’arto a sforzi eccessivi è consigliabile posizionare gli utensili da cucina su ripiani facilmente raggiungibili. Usare solamente i fornelli anteriori della cucina e porre uno sgabello davanti ad essa per sedersi quando si è stanchi. Infine è opportuno tenere a portata di mano uno strumento per raccogliere oggetti dal pavimento in caso di caduta. Servizi igienici: per sedersi sul water e/o bidet è consigliabile utilizzare un rialzo, una sedia per fare la doccia, che dovrebbe avere una bocchetta rimovibile per facilitare la pulizia del corpo. Si dovrebbe dotare il bagno di un tappeto antiscivolo e, ove possibile, rimuovere la porta scorrevole della doccia. Oggetti di prima necessità: prima di andare in ospedale è consigliabile fare una scorta di tutti quegli oggetti di prima necessità, come carta igienica, dentifricio, tovaglioli, buste per la spazzatura, ecc … Pag. 13 Esercizi fisici • • • • • • • Prima dell’intervento chirurgico il medico o il fisioterapista possono prescrivere al paziente alcuni esercizi. Dopo l’intervento si dovrà valutare l’eventuale interruzione degli esercizi o la sostituzione di questi con altri. Generalmente il fisioterapista stabilisce un programma riabilitativo personalizzato e segue il paziente passo dopo passo per verificare i progressi nella mobilità con l’ausilio del chirurgo. È necessario svolgere gli esercizi con costanza per la buona riuscita dell’intervento e per il successivo recupero; sarà inoltre opportuno continuare a svolgerli anche quando il ginocchio avrà acquisito una maggiore mobilità. Il fisioterapista poi indicherà al paziente quando interrompere gli esercizi. In linea di massima l’ideale sarebbe riprendere i movimenti completi del ginocchio e il programma con esercizi specifici non appena si rientra in reparto dopo l’intervento. Man mano poi che si acquisisce maggiore sicurezza e stabilità sarà possibile a deambulazione autonoma con l’ausilio di un supporto di sostegno. Il fisioterapista guida il paziente nel fare pratica con il salire e scendere le scale e allo stesso tempo adatta il programma di esercizi fisici in base ai progressi ottenuti. L’obiettivo di questi esercizi è mantenere in allenamento e rafforzare i muscoli in modo da ottenere i massimi benefici dell’intervento. La maggior parte dei pazienti riscontra immediatamente dei benefici, in alcuni casi però il recupero può sembrare lento e scoraggiante. In particolare nei primi mesi dall’intervento il paziente dovrà essere motivato e lavorare con costanza affinché l’articolazione riprenda le normali funzioni. Il fisioterapista sarà sempre disponibile per il paziente in modo da ottenere i massimi benefici attraverso un programma di riabilitazione strettamente personalizzato. Il recupero sarà più veloce tanto più il paziente sarà collaborativo. In ospedale il fisioterapista consegna al paziente un programma di esercizi fisici necessari per mantenere in forza i muscoli e mobili le articolazioni, evitando la ritenzione di fluidi e riducendo quindi il rischio di formazione di trombi e di infezioni polmonari. In questo modo si favorisce un recupero più veloce delle normali funzioni. I vostri esercizi Esercizi di respirazione: Effettuare respiri profondi regolarmente seguiti da colpi di tosse, rimanendo in posizione seduta, mantiene i polmoni puliti e liberi da congestioni, diminuendo il rischio di infezioni e polmonite. Esercizi per le caviglie: Puntare in avanti le estremità dei piedi quanto possibile, quindi puntare le estremità dei piedi verso l’alto. In posizione seduta muovere le estremità dei piedi il più possibile in avanti e poi puntarle verso l’alto. Esercizi statici per i quadricipiti: Sdraiati nel letto allungare le gambe il più possibile, stringendo i muscoli della coscia che si trovano subito sopra il ginocchio, spingendo la parte sotto del ginocchio verso il letto. Esercizi statici per i glutei: Stringere contemporaneamente i muscoli dei glutei. Pag. 14 Esercizi per le ginocchia: A letto allungare le gambe e successivamente far scivolare il piede lungo il letto verso di sé. Ripetere l’esercizio prima con un piede e poi con l’altro. Esercizi di sollevamento delle gambe: Mentre si è sdraiati sulla schiena, tenere le gambe diritte e sollevare una gamba a circa 15/20 cm dal letto, riabbassare la gamba. Effettuare l’esercizio prima con una gamba e poi con l’altra. Esercizi per i quadricipiti interni: Collocare un piccolo asciugamano sotto il ginocchio e spingere questo verso l’asciugamano. Successivamente sollevare un piede dal letto e poi riabbassarlo. Ripetere l’esercizio prima con una gamba e poi con l’altra. Esercizi di flessione del ginocchio da seduti: Sedersi su una sedia o sul lato del letto, quindi portare i piedi all’indietro, mantenendo il contatto con il pavimento per favorire il piegamento del ginocchio operato. Esercizi di estensione del ginocchio da seduti: Sedersi su una sedia o sul lato del letto, quindi piegare il ginocchio il più possibile e successivamente allungare la gamba verso l’alto in modo da stendere il ginocchio. Ripetere l’esercizio prima con una gamba e poi con l’altra. Esercizi di sollevamento del tallone in piedi: Da posizione eretta, appoggiare le mani ad un sostegno per evitare di cadere, quindi sollevare lentamente i talloni da terra, appoggiandosi sulla punta dei piedi. Evitare il piegamento in avanti del corpo mentre si esegue l’esercizio e mantenere le gambe diritte. Esercizi di flessione delle gambe in piedi: Da posizione eretta, appoggiare le mani ad un sostegno per evitare di cadere, quindi piegare un ginocchio alla volta il più possibile e poi ritornare nella posizione di partenza. Evitare il piegamento del corpo in avanti mentre si esegue l’esercizio e mantenere i piedi ben fissi a terra. Esercizi di piegamento: Da posizione eretta, appoggiare le mani ad un sostegno per evitare di cadere, quindi piegarsi lentamente sulle ginocchia mantenendo sempre la schiena diritta e le gambe ben distanziate. Sostegni per la deambulazione: Esistono vari tipi di sostegni (carrello da appoggio, carrello con ruote, girello, stampelle) e sarà il fisioterapista a selezionare il più adatto al paziente. Durante il recupero i sostegni potranno essere sostituiti fino a rendere al minimo la necessità di un supporto. Pag. 15 Esercizi per salire e scendere le scale con un sostegno per la deambulazione: Questi esercizi verranno effettuati con la supervisione del fisioterapista o di un infermiere. Per salire le scale, muovere prima la gamba sana e successivamente la gamba operata insieme al sostegno per la deambulazione. Per scendere le scale, muovere prima la gamba operata insieme al supporto di deambulazione e successivamente la gamba non operata. Il recupero della mobilità Per le prime settimane dall’intervento sarà molto utile chiedere il supporto di qualcuno per quanto riguarda la spesa e le pulizie di casa. È fondamentale eseguire con costanza gli esercizi fisici prescritti dal fisioterapista e dal chirurgo affinché il recupero fisico avvenga nel modo più rapido. Inoltre è opportuno continuare assumere con regolarità i farmaci previsti e seguire tutte le indicazioni del personale ospedaliero. Inizialmente qualsiasi attività quotidiana potrebbe sembrare difficoltosa; con il passare del tempo si acquisirà sempre maggiore sicurezza. Qui di seguito sono elencati alcuni consigli per non affaticarsi troppo: Stare seduti: effettuare la maggior parte delle attività quotidiane stando seduti, come per esempio lavarsi i denti, fare la doccia, preparare da mangiare, stirare ecc. Riposo: è importante concedersi pause di riposo; il fisico ha infatti bisogno di recuperare le forze, non bisogna quindi sentire sconforto per la stanchezza che si avvertirà. Il riposo pomeridiano è consigliato, così come prendersi pause di circa 10 minuti durante le diverse attività quotidiane. È opportuno anche cambiare posizione spesso durante il riposo, in quanto fa in modo che l’articolazione non si irrigidisca. Gestire le attività giornaliere: per facilitare lo svolgimento delle attività quotidiane è opportuno farsi un programma delle cose da fare, gestendole in ordine di priorità e alternando attività faticose e leggere. Infine cambiare spesso posizione aiuta a preservare le articolazioni da sforzi eccessivi. Il ritorno alla normalità Uscite: è preferibile chiedere al chirurgo per evitare complicanze dovute alla rallentata circolazione del sangue, laddove si rimanga fuori casa per più di mezz’ora. È necessario avere sempre a disposizione i supporti utili alla deambulazione e al riposo, come per esempio una sedia o un cuscino. Ritorno al lavoro: si dovrebbe tornare al lavoro solo dopo indicazione del chirurgo, di solito tra le 26 settimane a seguito dell’intervento si può rientrare in attività, a seconda del tipo di lavoro svolto. Ovviamente il rientro è strettamente dipendente dal tempo di recupero fisico e motorio del paziente. Guida: è sconsigliato guidare fino a quando il chirurgo stesso non lo reputi sicuro, normalmente questo avviene dopo circa 4-6 settimane dall’operazione. Questo perché bisogna godere di una condizione fisica ottimale per avere il controllo sul freno e acceleratore. Sport ed attività ricreative: la protesi è adatta per le più comuni attività quotidiane nonché per attività fisiche leggere, quali passeggiate, nuoto e ciclismo. Da evitare invece le attività sportive particolarmente pesanti. Queste attività più aggressive come ad esempio arrampicate, salto, corsa e sollevamento pesi potrebbero danneggiare l’impianto causando danni a lungo termine sull’articolazione. Pag. 16 Attività sessuale: si può svolgere attività sessuale non appena il paziente si sente in condizione di svolgerla. È preferibile che il partner abbia un ruolo attivo e che si evitino delle posizioni particolarmente faticose per il paziente. Per qualunque domanda a riguardo è opportuno rivolgersi al medico o al fisioterapista. Dieta: non ci sono limitazioni sulla dieta, ma qualora si fosse perso del peso prima dell’intervento è preferibile mantenere la forma corporea raggiunta per non aumentare la pressione sul ginocchio e per svolgere con maggiore facilità gli esercizi fisici. Inoltre si consiglia di mangiare molta frutta, verdura e carne magra per mantenere un apporto corretto di proteine e ferro, e di bere 6-8 bicchieri d’acqua al giorno. Metal detector: il metallo della protesi può provocare l’attivazione dei metal detector e di altri dispositivi di sicurezza, ad esempio in banca ed in aeroporto. Il chirurgo può fornire, previa richiesta, un certificato, contenente i dati del chirurgo stesso, che attesti la presenza nel paziente di una protesi sostitutiva del ginocchio. La cura del ginocchio Il nuovo ginocchio ha bisogno di protezione, di seguito sono indicate delle semplici precauzioni: Evitare infezioni: il ginocchio nuovo è sensibile alle infezioni ed è necessario quindi porvi attenzione affinché queste non si verifichino. Di seguito alcuni segnali di avvertimento da tenere presenti: zona del polpaccio dolente o gonfia ferita arrossata o con perdite di liquido il dolore non viene alleviato dagli antidolorifici prescritti. Rivolgersi immediatamente al chirurgo in presenza di uno o più dei sintomi sopra citati. Se sono presenti infezioni in altre parti del corpo (cute, petto, gola, denti, ecc.) esse possono penetrare nel flusso sanguigno e raggiungere il ginocchio. Rivolgersi al chirurgo laddove sia necessario ricorrere ad antibiotici. Visite di controllo: ottenute le dimissioni, al paziente vengono fissate delle visite di controllo per monitorare il processo di guarigione e i progressi ottenuti. Durante il primo anno i controlli saranno frequenti, successivamente con cadenza annuale (salvo prescrizione diversa da parte del chirurgo). Prima di ogni visita, solitamente il paziente viene sottoposto a raggi X per confermare il corretto posizionamento della protesi. Controllo del peso: controllare il peso aiuta a ridurre pressione e stress sul ginocchio. È consigliabile evitare attività pesanti, e con il consenso del medico, praticare attività leggere come passeggiate, ciclismo e nuoto, che favoriscono il rafforzamento dell’articolazione e permettono di rimanere in forma. Altri interventi chirurgici: qualora sia necessario effettuare altre tipologie di interventi chirurgici, come rimozione di carie, unghie incarnite, interventi agli occhi o operazioni nella cavità orale, è opportuno informare in anticipo il chirurgo che ha effettuato l’intervento di protesi. Tale condizione è altresì valida per l’esecuzione di indagini interne, quali cistoscopia, broncoscopia, gastroscopia, endoscopia. La motivazione alla base di queste precauzioni è che il chirurgo ortopedico può decidere di somministrare antibiotici per evitare l’insorgenza di infezioni che possano danneggiare l’articolazione nuova. Pag. 17 Domande e risposte Mediamente a quale età ci si sottopone ad un impianto di protesi? Solitamente ad un impianto di protesi si sottopongono pazienti sopra i 50 anni di età. Qual è la percentuale di riuscita dell’intervento? In 20 anni studi clinici, il 2% (sec. l’American Academy of Orthopaedic Surgeons: Your Orthopaedic connection, Knee and Leg Section, Total Knee Replacement, www.orthoinfo.aaos.org, accessed 26.01.2009) dei pazienti ha avuto complicanze gravi e circa il 90% ha evidenziato un apprezzabile miglioramento nei livelli di dolore, mobilità e qualità di vita (National Institutes of Health Consensus Development Conference Statement on Total Knee Replacement, 8-10 December 2003, accessed 26.01.2009). Che tipo di problemi possono svilupparsi durante la degenza in ospedale? Durante i primi giorni dopo l’operazione si potrebbe sviluppare un senso di confusione, dovuto prevalentemente agli anestetici e/o antidolorifici, e all’ambiente non familiare. Solitamente questa sensazione scompare dopo pochi giorni ed è più frequente nelle persone anziane. Per gli stessi motivi il paziente potrebbe avvertire anche un senso di nausea o malessere. Il cambio delle attività quotidiane, i farmaci e l’alimentazione potrebbero causare costipazione, che se riscontrata in tempo è facilmente risolvibile. Gli infermieri di solito si informano se il paziente ha avuto o meno movimenti intestinali dal momento dell’intervento, e se lo ritengono necessario possono somministrare un lassativo. È sempre meglio informare il personale ospedaliero se si sospetta costipazione. Potrebbe succedere che il paziente abbia mancanza di appetito, e questo può durare per alcune settimane dall’operazione. È importante il consumo di cibi sani e di molti liquidi per favorire il recupero post-operatorio. Quanto si protrae la permanenza in ospedale? La permanenza in ospedale è differente da paziente a paziente e si basa anche sulla velocità di recupero del soggetto. Le degenze oramai hanno tempi sempre più brevi, ma questo dipende comunque dalle politiche dell’ospedale. Il dolore scompare dopo l’intervento? L’operazione di protesi al ginocchio è sicuramente finalizzata alla scomparsa del dolore, ma è supponibile che sia la ferita che la nuova articolazione saranno dolenti per almeno 3 mesi dall’intervento. Esistono vari tipi di antidolorifici che il personale ospedaliero può adoperare per alleviare il dolore, come gli inibitori dei nervi, antidolorifici orali, ACP (analgesia controllata dal paziente), applicazioni di ghiaccio ed esercizi per le gambe. Man mano che la ferita guarisce il dolore dovrebbe diminuire regolarmente nel tempo e nella maggior parte dei pazienti il dolore risulta scomparso circa dopo 12 settimane dall’operazione. Alcune persone hanno segnalato miglioramenti da questo punto di vista fino ad un anno dall’operazione. Dopo l’intervento con quale livello di facilità sarà possibile muoversi? È possibile che a seguito dell’operazione vengano meno alcuni movimenti in maniera temporanea, ma nella fase di recupero il paziente solitamente è in grado di piegare il ginocchio abbastanza da permettergli di svolgere le attività quotidiane. In alcuni pazienti è comune notare una certa rigidità dopo l’intervento, specialmente in posizione seduta prolungata o al mattino appena svegli. Questa Pag. 18 sensazione svanisce non appena si muovono alcuni passi, anche se in alcuni soggetti potrebbe non scomparire, ma non si tratta in ogni caso di una grave complicanza. Cosa si può fare una volta dimessi? Solitamente si è in grado di deambulare in maniera autonoma con l’aiuto di un sostegno adoperato durante il recupero. Inoltre, dovrebbe essere possibile sedersi ed alzarsi da soli. Infine, il ginocchio si dovrebbe piegare di almeno 80 gradi e più. Sicuramente è ottimale continuare a svolgere tutti i giorni gli esercizi fisici assegnati dal fisioterapista. Quanto tempo dura solitamente la protesi? Teoricamente, l’articolazione nuova dovrebbe durare e funzionare correttamente per tutta la vita. Purtroppo, alcune articolazioni possono deteriorarsi o cedere prima; ciò dipende dalle condizioni fisiche del paziente, dal peso e dal tipo di attività che egli svolge. Il chirurgo informerà il paziente sulla durata prevista e su cosa bisogna fare per mantenere l’articolazione in buone condizioni. Pag. 19