TUMORI GONADICI NON GERMINALI Aspetti epidemiologici e clinici Tra tutti i tumori che possono colpire le gonadi, i tumori non germinali costituiscono una piccola parte: - Neoplasie ovariche. I tumori primitivi dell’ovaio costituiscono in età pediatrica solo il 2% di tutte le neoplasie infantili, così distribuiti: 60% tumori germinali, 10% neoplasie stromali, 15% circa tumori epiteliali o misti e per il resto sarcomi, linfomi o tumori non altrimenti classificabili. - Neoplasie del testicolo. La maggior parte dei tumori del testicolo è costituita dai tumori a cellule germinali (90-95%). Nel restante 4% dei casi si tratta di tumori a cellule non germinali, stromali. Nel 5% dei casi si tratta di linfomi. Riassumiamo di seguito gli istotipi principali e la caratteristiche dei Tumori Gonadici Non Germinali. Sia nell’ovaio che nel testicolo, la presenza di una tumefazione solida rappresenta il sintomo principale; nei casi che originano dallo stroma gonadico che produce ormoni, possono essere associati sintomi mascolinizzanti o femminilizzanti. Aspetti istologici OVAIO A) neoplasie ovariche di derivazione dallo stroma gonadico specializzato che possono secernere ormoni femminilizzanti o mascolinizzanti; tecomi, fibromi, tumori a cellule sclerosanti, tumori a cellule steroidee sono di estrema rarità e dal comportamento benigno. Il tumore a cellule della granulosa può essere di tipo adulto e giovanile. Tipico dell’età pediatrica, ha in genere un comportamento più aggressivo. Di grandezza variabile (1-10cm) avvolto in una capsula sottile molto fragile, è costituito da formazioni nodulari separate da tralci di cellule fibro-tecomatose. Nella forma giovanile non sono evidenti i corpi di Call-Exner così come l’aspetto a “chicco di caffè” dei nuclei. Frequenti le mitosi atipiche, positività alla alfa-inibina, al CD99 e alla calretinina. Il tumore a cellule del Sertoli si distingue per la sua attività secernente ormoni mascolinizzanti. Può essere di grandi dimensioni, in parte cistico e in parte solido. B) Le neoplasie ovariche di derivazione dall’epitelio celomatico. sono generalmente diagnosticate dopo il menarca. L’aspetto istologico è variabile dalle forme sierose, alle mucinose, transizionali, a cellule chiare, endometrioidi, metaplastiche e indifferenziate a seconda dell’aspetto morfologico predominante. I più frequenti sono i tumori sierosi e mucinosi. Di ciascun tipo accanto alle forme benigne e maligne, di particolare interesse quelle borderline con aspetti citologici vicini alle forme maligne, senza una chiara infiltrazione stromale ma con possibili impianti peritoneali.(30% dei casi). Tra le forme francamente maligne distinguiamo il cistoadenocarcinoma, l’adenocarcinoma, il carcinoma indifferenziato ad andamento anche aggressivo. C) Gonadoblastoma altamente aggressivo TESTICOLO. Tra i tumori di derivazione dallo stroma gonadico specializzato la neoplasia più frequente è il tumore a cellule della granulosa di tipo giovanile costituito da aree solide frammiste a zone cistiche mucose; ricordiamo poi il tumore a cellule di Sertoli, che presenta noduli solidi intervallati da nidi e cordoni di cellule con citoplasma chiaro e vacuolato (contenuto lipidico) e il tumore a cellule di Leydig che si distingue per formazioni nodulari giallo scuro o brunastre solide di dimensioni variabili. Esistono poi i cosiddetti tumori misti o non classificabili sempre di derivazione stromale con elementi di difficile identificazione con cellule simili alle Sertoli/Leydig oppure indifferenziate. A parte dobbiamo ricordare il gonadoblastoma con nidi di cellule similseminomatose intervallate da cellule del cordone sessuale. Fattori prognostici OVAIO. Per quanto riguarda i tumori di derivazione dallo stroma, fattori prognostici rilevanti sono età alla diagnosi, dimensioni del tumore, invasione della capsula e dei linfonodi, entità della chirurgia, rottura del tumore, indice mitotico, atipia cellulare. Per i tumori di derivazione celomatica la prognosi dipende dallo stadio alla diagnosi e dalla istologia. Si tratta in genere di tumori a basso grado di malignità nelle quali la sopravvivenza è buona anche negli stadi avanzati (90% nelle forme localizzate, 70% in quelle avanzate). Nei tumori maligni avanzati non supera a 5 anni il 20-30% TESTICOLO. La prognosi differisce a seconda del tipo istologico e dell’età. Così i tumori a cellule della granulosa giovanile possono essere a basso grado di malignità o francamente maligni, il tumore a cellule di Sertoli viene definito come un tumore borderline mentre il tumore a cellule di Leydig è francamente benigno in età prepubere ed ha un comportamento incerto con possibile evoluzione maligna nell’età pubere. Per quanto riguarda il gonadoblastoma particolare attenzione deve essere fatta per la sua possibile trasformazione in tumori altamente aggressivi (es. seminoma). E’ difficile predire l’evoluzione dei tumori misti o non classificabili ma alcuni hanno tendenza all’invasività, alla infiltrazione vascolare con possibilità di metastasi. Terapia Il trattamento sia per l’ovaio che per il testicolo deve tener conto dell’età alla diagnosi, del tipo di intervento chirurgico, della istologia e della eventuale presenza di metastasi. Particolare attenzione deve essere riservata alla valutazione ormonale completa e alla ricerca dei marcatori tumorali. Indispensabile il confronto con la gonade controlaterale. Chirurgia OVAIO .Neoplasie localizzate con chirurgia radicale non prevedono altra terapia. Qualora una exeresi completa non sia possibile è consigliabile optare per una biopsia iniziale e successivamente una chirurgia differita. Se il tumore risulta chiaramente maligno è indicata la ovarosalpingectomia e lo staging intraoperatorio. In caso di tumore bilaterale non sicuramente maligno è indicata la tumorectomia bilaterale salvo reintervento precoce in caso di malignità comprovata istologicamente. In caso di malignità bilaterale due sono le opzioni: 1) annessiectomia del tumore più voluminoso + tumorectomia/biopsia controlaterale o 2) biopsia bilaterale e successiva chemioterapia. L’ovariectomia bilaterale iniziale non è accettabile.Se una neoplasia si manifesta con un quadro acuto(per es. torsione) si raccomanda di evitare 1 l’asportazione dell’ovaio in assenza di chiari segni di malignità. Nel caso del gonadoblastoma è prevista l’asportazione di entrambe le ovaie anche se il tumore è unilaterale TESTICOLO. La chirurgia rappresenta in genere l’unico trattamento. L’approccio chirurgico è inguinale previo clampaggio del funicolo all’anello inguinale interno. L’orchiectomia è indicata nei casi di tumore maligno o borderline. La tumorectomia è riservata a lesioni non chiaramente maligne di dimensioni inferiori a 1/3 del testicolo, in assenza di invasione dell’ilo testicolare. Qualora lo scroto sia infiltrato o l’approccio iniziale sia erroneamente per via transcrotale è indicata la emiscrotectomia. Non è indicata l’esplorazione chirurgica iniziale dei linfonodi retroperitoneali se questi risultano normali alle indagini radiografiche. E’ indicata invece la linfoadenectomia retroperitoneale monolaterale nel caso di metastasi linfonodali peristenti dopo chemioterapia. Per il gonadoblastoma è prevista l’asportazione di entrambe le gonadi anche se il tumore è unilaterale Chemioterapia OVAIO Le forme localizzate con exeresi completa non prevedono l’impiego di chemioterapia. Nei tumori maligni in cui non è possibile una asportazione iniziale o siano rimossi in modo incompleto è prevista chemioterapia TESTICOLO la chemioterapia è riservata ai casi con metastasi o asportati con residui, o con valori ormonali elevati dopo asportazione (metastatico occulto) Radioterapia Nei tumori gonadici non germinali non è prevista al momento attuale alcuna radioterapia. Follow up Un accurato e periodico controllo clinico e strumentale, oltre che dei marcatori tumorali e dei valori ormonali se elevati alla diagnosi, è previsto per entrambe le gonadi ogni 3 mesi in special modo nel primo anno dalla diagnosi e successivamente, fino anche a 5 anni. ----------------------------------------------------------------------------------------------------- ------------------------------------------Il PROGETTO T.R.E.P. (Tumori Rari in Età Pediatrica) In Italia esiste un gruppo di esperti che dal 2000 si dedica allo studio dei tumori rari dei bambini e giovani adolescenti registrando le caratteristiche dei pazienti affetti, elaborando raccomandazioni per il trattamento e avviando studi specifici per i diversi tumori. A questo progetto aderiscono i centri di oncologia pediatrica aderenti all’AIEOP (Associazione Italiana di Emato-Oncologia Pediatrica) e i reparti di chirurgia pediatrica aderenti alla SICP (Società Italiana di Chirurgia Pediatrica). I pazienti affetti da Tumori gonadici non germinali rientrano in questo progetto. Per informazioni: tel 049/8218045 email: [email protected] VERSIONE 1.0 FEBBRAIO 2007 A CURA DI: G. BERNINI, G. CECCHETTO DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: FEBBRAIO 2007 2