L’ITALIA • GI‚ IN GUERRA?
d. CURZIO NITOGLIA
16 gennaio 2012
http://www.doncurzionitoglia.com/italia_in_guerra.htm
Prologo
●Gioved• 12 gennaio il dottor Aldo Forbice, conduttore della rubrica radiofonica
“Zapping” del 1„ Canale, ha risposto ad un radio-ascoltatore, il quale si lamentava delle
ultime grandi spese del Ministero della Difesa italiano per l’acquisto di molti aerei da
guerra, che le spese non sono uno spreco perch† l’Italia ‡ a rischio di un
bombardamento da parte dell’Iran e quindi deve essere pronta a difendersi.
●La Siria difesa dall’Iran e dalla Russia, attaccata dagli Usa e dalla Nato ‡ il campo di
battaglia attuale. Ma se scoppiasse la battaglia in Siria, essa accenderebbe la guerra
allargata nel resto del mondo. L’Italia si trova geograficamente vicina al teatro di
battaglia e in mezzo ai due colossi belligeranti. Essa potrebbe fornire alla Nato e agli
Usa le basi militari per rifornirsi e attaccare il Vicino/Medio/Estremo Oriente. Nel qual
caso si troverebbe ad essere nel mirino della Russia, Iran e forse Cina. Le basi di
Ghedi/Aviano (Brescia) e del Monte Cavo (Rocca di Papa, Roma) contengono circa 80
testate nucleari statunitensi, che potrebbero essere installate sui bombardieri Usa, ma
che potrebbero essere anche il bersaglio dei missili a lunga gittata dell’Iran e a maggior
ragione della Russia. In Sardegna l’Aviazione militare italiana si addestra assieme a
quella israeliana. Ecco il perch† della risposta del dr. Aldo Forbice, che in un primo
momento poteva sembrare esagerata. Purtroppo siamo giˆ in guerra o almeno molto
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vicini ad essa.
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L’Italia militarmente americanizzata
●Nonostante la riduzione degli armamenti e delle spese militari, il governo degli Stati
Uniti non ha assolutamente voglia di smobilitare dall'Italia. Siamo troppo importanti
geograficamente. ‰L'Italia resta di importanza strategica, sia con la base di Aviano per le
operazioni della Nato, sia per il comando di area della Alleanza AtlanticaŠ. E' quanto ha
detto a ‘La Stampa’ Phillip Gordon, assistente del Segretario di Stato Hillary Clinton, nel
corso della conferenza stampa per i corrispondenti esteri dei Foreign Press Centers di
Washington e New York, convocata per spiegare le variazioni strategiche della difesa
americana dopo le linee guida tracciate dal presidente Barack Obama la settimana
scorsa al Pentagono. ‰Il ruolo assolutamente critico dell' Italia non ‡ in discussioneŠ, ha
ribadito Gordon anche se non ha fornito alcun dettaglio sul numero di militari americani
che stazioneranno nel nostro Paese quando le riduzioni pianificate per l'Europa saranno
implementate. ‰Il contributo della sede di Napoli e' stato fondamentale per la missione
in Libia, che non si sarebbe potuta realizzare senza l'ItaliaŠ, ha aggiunto.
●Ha fatto scalpore la notizia resa nota dal Wall Street Journal della telefonata tra
Angela Merkel e il presidente Giorgio Napolitano, ma pochi ricordano i contatti tra
Napolitano e Barack Obama durante la messa a punto del governo tecnico e dai quali
sarebbero emersi i nomi dei ministri di Esteri e Difesa: l`ambasciatore negli Stati Uniti,
Giulio Terzi, e il presidente del Comitato militare della Nato, l`ammiraglio Giampaolo Di
Paola. Uomini che garantiscono alla Casa Bianca l`assoluta fedeltˆ dell`Italia.
Sull`applicazione di nuove sanzioni a Teheran, Terzi ha detto giˆ un mese fa che "l`Italia
sostiene con piena convinzione il piano di sanzioni economiche annunciato
dall`Amministrazione americana". Monti ha dichiarato che l`Italia sarebbe "pronta a
partecipare a tutte le nuove sanzioni imposte dall`Europa" nonostante l`Italia importi da
Teheran il 13 per cento del suo greggio (la Francia solo il tre).
●Il ministro Di Paola ha blindato le missioni all`estero con uno stanziamento da 1,4
miliardi di euro che coprirˆ il 2012 mettendole cos• al riparo da eventuali crisi
dell`esecutivo. Nessuna riduzione delle truppe in Afghanistan e piŒ soldati in Kosovo.
Conti alla mano molto di piŒ di quanto possiamo permetterci, ma esattamente quello
che vogliono da noi Nato e America. Sul piano economico le "potenze occupanti
euroamericane" sembrano determinate a eliminare l`Italia dalla lista dei concorrenti sui
mercati internazionali e ad invaderla finanziariamente e industrialmente.
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Svendita dell’industria italiana
●La manovra del governo tutta tasse e zero sviluppo ci affosserˆ per anni tra recessione
ed elevata inflazione mentre il crollo in Borsa di grandi aziende italiane ne facilita
l`acquisto da parte dei gruppi stranieri. Lo shopping al ribasso Italia ‡ giˆ cominciato. La
settimana scorsa la francese Edf ha acquisito l`81 per cento di Edison mentre Eads ha
comprato il 67 per cento dell`italiana Space Engineering specializzata in tecnologie
radar e telecomunicazioni. L’Italia ‡ pronta ad essere svenduta ed occupata
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economicamente.
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La flotta russa non rinuncia alla Siria
●Tuttavia l’arrivo delle navi da guerra russe al porto di Tartus in Siria, conferma che
Mosca non ha alcuna intenzione di abbandonare Bashar Assad. La Lega araba non
richiede aiuto Onu, critica il regime ma anche le opposizioni. Una intera flotta russa ‡
ormeggiata da ieri nella base navale siriana di Tartus, in Siria. La flotta comprende navi,
sottomarini, jet ed elicotteri da combattimento. La Russia dispone di una base navale al
largo del porto di Tartus ed ‡ il principale fornitore di armi della Siria. Guidata dalla
portaerei “Admiral Kunetsov” la flotta rimarrˆ per sei giorni nelle acque territoriali
siriane e la sua presenza conferma che la linea di Mosca verso il presidente siriano
Bashar Assad non cambia. La Russia sostiene che la crisi interna siriana vada risolta sulla
base di un compromesso politico tra il regime e le opposizioni e non attraverso la caduta
di Assad. Mosca teme inoltre che la perdita dell’alleato siriano apra la strada
all’inserimento statunitense in una regione del Vicino oriente – dalla Siria all’Iran – dove
da decenni mantiene importanti relazioni politiche ed economiche. Anche per questa
ragione la Russia difficilmente darˆ il via libera in seno al Consiglio di Sicurezza dell’Onu
a quell’azione militare internazionale (Nato), sul modello libico, che il Consiglio
nazionale siriano (Cns) – il quale racchiude parecchie delle forze antiregime – e il
cosiddetto Esercito libero siriano – formato da militari disertori – invocano da tempo in
modo aperto. Purtroppo la guerra sembra essere quasi inevitabile.
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Anche il Venezuela ƒ nel mirino
●Ci sono attualmente due Paesi che attirano la maliziosa attenzione dell'America: Iran e
Venezuela, per puro caso padroni di immense riserve petrolifere.
●I preparativi per nuovi conflitti sono palesi e inoccultabili: si inizia con la
demonizzazione dei dirigenti detestati, che vengono presentati all'opinione pubblica
come figure dispotiche, quasi mostruose; si prosegue con un’intesa campagna
pubblicitaria di stigmatizzazione dei governi nemici e dei popoli disubbidienti; poi
arrivano le condanne per presunte violazioni dei diritti umani o per la complicitˆ di
questi leader e governi col terrorismo internazionale o con narcotraffico, fino al
momento in cui la ‘Cia’ o qualche squadrone speciale delle forze armate si incarica di
architettare un incidente che permetta di giustificare all'opinione pubblica mondiale
l'intervento degli Stati Uniti e dei suoi complici per porre fine a tanta malvagitˆ
mediante un’aggressione bellica. Aggressione, conviene ricordarlo, che non ha avuto
niente a che fare con l'esistenza di "armi di distruzione di massa” in Iraq o con
l'inverosimile complicitˆ dell'antico alleato di Washington, Saddam Hussein, con le
malefatte presumibilmente compiute da un altro ex alleato, Osama Bin Laden.
L'obiettivo esclusivo di questa guerra, come quella che si minaccia di iniziare contro
l'Iran, fu quello di impadronirsi del petrolio iracheno e di stabilire un controllo
territoriale diretto su una zona strategica, dato che per l'approvvigionamento di greggio
sarebbe stato meglio affidarsi all'efficacia dissuasiva delle armi.
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●Nei tempi recenti ‡ avvenuto in Iraq e poi in Libia. In questo momento due Paesi che
attirano la maliziosa attenzione dell'impero: Iran e Venezuela, per puro caso padroni di
immense riserve petrolifere.
●CiŽ non significa che la funesta storia dell'Iraq e della Libia debbano necessariamente
ripetersi, perch†, come ha anche osservato Noam Chomsky, 1„) Washington ha fatto
l’impossibile per dispiegare un "cordone sanitario" che isoli Teheran e Caracas, finora
senza successo. E 2„) Iran e Venezuela non sono Paesi distrutti da un blocco pluriennale,
o che si sono disarmati volontariamente, come nel caso della Libia, sedotta dalle
ipocrite dimostrazioni di affetto di una nuova covata di imperialisti. Fortunatamente, n†
l’Iran n† il Venezuela si trovano in questa situazione. In ogni caso, bisogna rimanere
vigili.
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Conclusione
●Non penso che Aldo Forbice abbia parlato senza fondamento o cognizione di causa.
Stando cos• le cose la situazione sembra essere ancor piŒ grave di quanto pensassi.
D’altronde la Madonna a Fatima ci aveva avvertito che se l’umanitˆ non si fosse
convertita vi sarebbe stata una guerra piŒ terribile del secondo conflitto mondiale.
d. CURZIO NITOGLIA
16 gennaio 2012
http://www.doncurzionitoglia.com/italia_in_guerra.htm
[1] Cfr. Stampa.it, 10 Gennaio 2012.
[2] Cfr. Gianandrea Gaiani, http://www.ilfoglio.it/ 10.01.2012.
[3] Cfr. Nena News, 09 Gennaio 2012.
[4] Cfr. Atilio Boron, Los “desaparecidos” del imperio, Rebelion.org 12/1/2012. Cfr. “Why do we ignore the
civilians killed in American wars?”, The Washington Post, 5 dicembre 2011.
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