G.W. HEGEL nacque a Stoccarda nel 1770, da famiglia medioborghese di fede protestante. Dopo aver compiuto gli studi universitari allo Stift di Tubinga, si trasferì a Berna nel 1793, e poi a Francoforte, dove resterà sino al 1800. Il più importante scritto di questi anni è Lo spirito del cristianesimo e il suo destino (1798-1799), che riprende i suoi precedenti studi teologici (che usciranno postumi con il titolo Scritti teologici giovanili). Alla fine del 1800 si trasferisce a Jena, abilitandosi all’insegnamento universitario e dedicandosi alla logica, alla filosofia della natura, alla filosofia dello spirito, disegnando la sua prima forma di “sistema”. Nel 1807, concludendo il suo soggiorno a Jena, pubblica una delle sue opere fondamentali, la Fenomenologia dello spirito. Tra il 1812 e il 1816 completa la sua Scienza della logica; nel 1816 pubblica l’Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, un’esposizione sistematica del suo pensiero. Nel 1818, nominato professore all’Università di Berlino, il suo insegnamento riscuote grande approvazione e risonanza, contribuendo alla formazione di una scuola di eccellenti allievi. Nel 1821 pubblica i Lineamenti di filosofia del diritto, un testo importante rispetto al dibattito politico. Nell’insegnamento universitario, si distingue per le sue lezioni di filosofia della storia, di estetica, di filosofia della religione. Muore a Berlino nel 1831. CARATTERI FONDAMENTALI DEL PENSIERO 1. La ricerca del fondamento Ricercando il fondamento assoluto del reale, sottolinea la natura storico-processuale della realtà spirituale e la concretezza della ragione. 2. Nozione di sistema Bisogna superare ogni dualismo tra io e natura, uomo e mondo, soggetto e oggetto, finito e infinito, risolvendo queste opposizioni in un sistema, capace di rendere conto della realtà in tutti i suoi caratteri costitutivi. 3. Il divenire processuale Tale sistema deve essere dinamico, non statico. Deve mostrare e giustificare lo sviluppo, il processo attraverso il quale il Principio assunto come fondamento organizza le determinazioni del reale. 4. La realtà è spirito Correlativamente, la realtà si configura come spirito (non in senso spiritualistico, ma filosofico): la realtà è prodotta e guidata da un principio razionale. Tale principio, cioè la realtà medesima, è omogeneo col pensiero che lo pensa. 5. Reale-razionale; realtà-pensiero Realtà e pensiero si sviluppano insieme, secondo le stesse leggi. Il pensiero governa la realtà, ma anche la realtà governa il pensiero, in una circolarità dinamica: tutto ciò che è razionale, è reale; e tutto ciò che è reale, è razionale. 6. Significato di “Idea” L’Idea è la comprensione assoluta che si realizza nel più elevato livello di trasparenza de pensiero e, insieme, della realtà in quanto pensata. È il modo in cui le cose (= i dati della nostra esperienza) rivelano appieno il loro significato complessivo, la loro razionalità dispiegata. LA DIALETTICA E LA SUA ARTICOLAZIONE TRIPARTITA Tale sviluppo unitario procede secondo i principi della dialettica. Essa spiega la ragione e la direzione del movimento del reale e del pensiero che lo pensa. All’origine di tale movimento sta il fatto che ogni determinazione concreta è negazione (negazione cioè, delle altre determinazioni): ogni fenomeno, in quanto determinato, è sempre de-limitato, e quindi nega col suo essere tutto ciò che è oltre e altro rispetto a quella de-limitazione o de-finizione. 1. Tale negazione è il primo momento della dialettica (tesi), che provoca una tensione che lo porta a oltrepassarsi, a rovesciarsi nel suo opposto. 2. Questa opposizione o contraddizione costituisce il secondo momento della dialettica (antitesi), spesso definito anche “negazione della negazione”. 3. Ma Hegel non si ferma all’antinomia. Il terzo momento della dialettica è costituito dal processo per il quale i due “opposti” si mediano in una unità superiore (sintesi), perché il vero è l’intero.