Dig e ass - Docenti.unina

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Digestione e
assorbimento dei
nutrienti
Utilizzazione dei
Macronutrienti

I macronutrienti sono molecole complesse.
Per poterli utilizzare l’organismo deve
prima ridurli in nutrienti semplici e poi
internalizzarli (assimilarli). Quindi,
trasformarli in anidride carbonica ed
acqua (ossidarli) con liberazione di energia
o, eventualmente, utilizzarli per la sintesi
dei suoi componenti strutturali.
Utilizzazione dei
Macronutrienti



Digestione riduzione in nutrienti semplici
Assorbimento  internalizzazione (assimilazione)
Destino Metabolico utilizzazione a scopo
energetico o/e plastico
• Il grado di utilizzazione di un nutriente che
tiene conto di tutti e tre questi processi prende
il nome di biodisponibilità.
Suddivisione dei carboidrati
dell’alimentazione
I carboidrati sono suddivisi in zuccheri (carboidrati semplici) e
Polisaccaridi (Carboidrati complessi)
FIBRE ALIMENTARI
Con il termine di fibre alimentari si intendono principalmente tutti i
componenti non digeribili della parete delle cellule vegetali presenti negli
alimenti. La maggior parte delle fibre alimentari sono carboidrati complessi
che non sono né digeriti né assorbiti.
Le principali fibre sono la cellulosa, la emicellulosa, la pectina, le gomme, le
mucillagini.
Le
proprietà
fisiche
delle
fibre
contribuiscono
alla
loro
maggiore
caratteristica, cioè quella di alterare la quantità e la composizione delle feci.
L’aumento delle feci con una dieta ricca di fibre è dovuto a:
Presenza di residui non digeriti
Incremento dell’acqua delle feci
Incremento della massa batterica dovuta alla fermentazione delle fibre
Tipo di fibre
Proprietà fisiche e fisiologiche delle fibre
Esistono varie caratteristiche fisiche delle fibre.
Capacità di idratazione delle fibre, cioè capacità di legare acqua. Sostanze
pectiche, cellulosa e mucillagini sono quelle che meglio legano acqua. Nell’
intestino tenue, ciò contribuisce alla formazione di un gel che rallenta
l’assorbimento a livello intestinale.
Capacità di legare sostanze quali acidi biliari, colesterolo e sostanze
tossiche. Il legame con gli acidi biliari sottrae questi ultimi al circolo
enteroepatico obbligando il fegato ad utilizzare più colesterolo per la sintesi
di nuovi acidi biliari contribuendo così agli effetti ipocolesterolemici della
dieta ricca di fibre.
RIPARTIZIONE DEI NUTRIENTI
In una dieta equilibrata i carboidrati devono costituire il
55-65% delle calorie totali, di cui:
carboidrati semplici: 10-15%
amido: la quota restante
la fibra ( circa 30g/die) è importante perché contribuisce
ad un buon funzionamento del sistema digerente.
carboidrati
nella
ripartizione
giornaliera:
Glucidi
altri
Processi digestivi e assorbitivi
a carico dei carboidrati
• Digestione dell’amido da parte di enzimi salivari,
pancreatici (amilasi) e enzimi di membrana
intestinali. Digestione dei disaccaridi da parte
di enzimi di membrana intestinali (saccarasi e
lattasi). Assorbimento transcellulare dei
monosaccaridi mediato da
trasportatori.
Trasporto nel sangue portale sino al fegato e
quindi al circolo sistemico.
• Fermentazione dei residui non assorbiti nel
colon.
Le rimanenti reazioni che portano alla formazione di monosaccaridi
avvengono sulla superficie della parete intestinale dove troviamo
oligosaccaridasi e disaccaridasi per la scissione degli oligo- e
disaccaridi (maltasi o glucoamilasi, isomaltasi, saccarasi e lattasi) che sono
associate alla membrana plasmatica dei villi intestinali.
Queste disaccaridasi se presenti in quantità insufficienti per la digestione
dei disaccaridi, generano situazioni di intolleranza che si manifestano con
vomito, diarrea ed altri sintomi.
Fra queste la più nota intolleranza è quella per il lattosio dovuto ad
una deficienza della lattasi, che è stata ampiamente riscontrata in tutte
le popolazioni. La lattasi viene sintetizzata a partire dalla vita fetale e
raggiunge
livelli
massimi
alla
nascita
per
poi
diminuire
progressivamente secondo fattori legati soprattutto a cause genetiche e
non alla quantità di lattosio presente nella dieta come comunemente si
crede.
ASSORBIMENTO DEI CARBOIDRATI
Questa parte riguarda i meccanismi coinvolti nell’assorbimento dei tre
prodotti della digestione dei carboidrati: glucosio, galattosio e fruttosio.
I punti principali sono:
 Passaggio dei tre monosaccaridi attraverso la membrana apicale e,
basolaterale degli enterociti con differenti tipi di trasporto, cui segue
l’assorbimento a livello dei capillari dei villi intestinali.
A livello della membrana apicale, il glucosio e galattosio sono
cotrasportati attraverso meccanismi di trasporto attivo secondario e
competono l’uno con l’altro per l’utilizzo del trasportatore, mentre il
fruttosio viene trasportato per diffusione facilitata. In particolari
condizioni, anche il glucosio può essere trasportato per diffusione
facilitata attraverso la membrana apicale.
A livello della membrana basolaterale, i tre monosaccaridi sono
trasportati per diffusione facilitata.
MODELLO CLASSICO DI ASSORBIMENTO DEL GLUCOSIO
L’assorbimento del glucosio avviene dal lume attraverso l’epitelio e poi nel
sangue. Il trasportatore che veicola glucosio e galattosio nell’enterocita è il
trasportatore per gli esosi Na-dipendente, noto come SGLT-1 che trasporta sia il
glucosio che il sodio. Questo meccanismo prevede una serie di cambiamenti
conformazionali che possono essere così schematizzati:
• Il trasportatore è inizialmente rivolto verso il lume e può legare Na+ , ma non
glucosio
• Il sodio si lega inducendo un cambiamento conformazionale che apre una
tasca capace di legare il glucosio
• Il glucosio si lega ed il trasportatore si orienta nella membrana in modo che
le tasche che alloggiano Na+ e glucosio guardino verso l’interno della cellula
• Il sodio è rilasciato nel citoplasma causando un’instabilità del legame con il
glucosio
• Il glucosio è rilasciato ed il trasportatore riacquista la sua configurazione
originale.
Na+
Glucosio
Out (lume)
SGLUT-1
In (enterocita)
Out (lume)
In (enterocita)
Annual Reviews
Lipidi
I lipidi dell’alimentazione includono:
Trigliceridi: formati da tre catene di acidi grassi legati a glicerolo
Fosfolipidi: sono digliceridi (glicerolo + 2 acidi grassi) con un gruppo
addizionale contenente fosfato (gruppo di testa)
Colesterolo: è uno sterolo costituito da 4 anelli di atomi di carbonio e da
una lunga catena laterale che gli conferiscono caratteristiche chimiche e
fisiche simili a quelle dei lipidi. Può esistere in forma libera (colesterolo
libero) o coniugato con un acido grasso (estere del colesterolo)
RIPARTIZIONE DEI NUTRIENTI
In una dieta equilibrata, i lipidi devono costituire il 20-30%
delle calorie totali, di cui 5-7% acidi grassi saturi (SAT),
15-20% monoinsaturi (MUFA), 5-7% polinsaturi (PUFA).
In particolare:
• 2/3 devono provenire da alimenti di origine vegetale,
• 1/3 deve provenire da alimenti di origine animale.
Il colesterolo, presente nei grassi animali, può essere un
fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, per cui il
limite massimo è 300 mg al giorno
I lipidi nella
ripartizione
giornaliera:
Lipidi
altri
Fase Gastrica
I lipidi più diffusi negli alimenti sono i trigliceridi. Insieme a questi
troviamo fosfolipidi, colesterolo e esteri del colesterolo.
I trigliceridi iniziano ad essere digeriti, ma in maniera del tutto
insignificante, a livello gastrico dove troviamo una lipasi gastrica.
Questa viene secreta dalle cellule principali ed è attiva a pH acido.
È responsabile di circa il 10% della digestione dei trigliceridi. La
lipasi gastrica scinde i trigliceridi in una molecola di acido grasso e
nel digliceride
che
sarà
ulteriormente
degradato
nel lume
intestinale. Idrolizza il legame estereo presente in posizione 3.
DIGESTIONE DEI LIPIDI
Fase intestinale
Il primo passo nella digestione dei lipidi nell’intestino tenue è la frammentazione
delle gocce di grasso in piccole particelle che possano essere attaccate dalle
lipasi del succo pancreatico. Questa azione emulsionante è fornita dai movimenti
intestinali e dai sali biliari presenti nella bile. I sali biliari sono molecole
caratterizzate da una parte polare solubile in acqua e da una grossa parte
liposolubile.
La parte liposolubile si lega alle gocce di grasso e in presenza di movimenti
di rimescolamento le gocce di grasso si frammentano in piccolissime
particelle (emulsione) che possono essere attaccate dagli enzimi digestivi.
Questi sono fortemente idrosolubili e quindi possono attaccare le gocce di
grasso solo in superficie.
L’enzima più importante tra le lipasi è la glicerolo estere idrolasi che viene
secreta nella componente enzimatica del succo pancreatico in grandissime
quantità. I trigliceridi sono scissi in acidi grassi liberi e 2-monogliceridi.
Le lipasi pancreatiche si suddividono in: Glicerolo estere
idrolasi, inibita dai sali biliari, Colesterolo estere idrolasi,
Esterasi lipidiche, Fosfolipasi A2, Colipasi
L’idrolisi dei trigliceridi è un processo facilmente reversibile, per cui, una
volta digeriti è necessario allontanare gli acidi grassi liberi e i 2-
monogliceridi, affinché la digestione possa continuare. I sali biliari
provvedono a questo formando le micelle, strutture formate da 20-40
molecole di sali biliari in cui le teste polari dei sali sono rivolte verso
l’esterno, mentre la parte liposolubile si lega ai prodotti della digestione
lipidica e si rivolge verso l’interno. La concentrazione degli acidi grassi
liberi e dei 2-monogliceridi diminuisce e la digestione può continuare.
Queste micelle funzionano anche da vettori per trasportare i prodotti della
digestione verso l’orletto a spazzola degli enterociti. Quando i prodotti
della digestione sono assorbiti a livello dell’orletto a spazzola, i sali biliari
tornano nel chimo per continuare questo meccanismo di trasporto
Quando i prodotti della digestione dei grassi (soprattutto acidi grassi,
monogliceridi, colesterolo, lisofosfolipidi e vitamine liposolubili) tramite le
micelle sono portati a contatto con la membrana plasmatica degli
enterociti, essi si solubilizzano nella membrana apicale uscendo dalle
micelle e liberando i sali biliari che tornano nel chimo ad inglobare nuovo
materiale. All’interno dell’enterocita nel reticolo endoplasmatico liscio si
formano nuovi trigliceridi che si aggregano tramite proteine dette
apoproteine. Successivamente nell’apparato del Golgi questi aggregati
sono inglobati dai fosfolipidi. I fosfolipidi tendono
a formare delle
particelle sferiche in cui i trigliceridi restano inglobati: queste strutture,
dette lipoproteine, sono poi liberate dal Golgi e per esocitosi fuoriescono
dalla membrana basolaterale passando nel vaso linfatico sotto forma di
chilomicroni.
CHILOMICRONE:
Core
formato
da
trigliceridi, colesterolo esterificato e vitamine
liposolubili.
Guscio
formata da fosfolipidi,
colesterolo libero e apoproteine (ApoB48
APOA)
e
Modificazioni dei chilomicroni
in circolo:
si arricchiscono di specifiche apoproteine
(Apo-E, Apo-C I, II, III), cedute dalle HDL
I chilomicroni esocitati dagli enterociti
si riversano nei vasi linfatici fino al
dotto toracico per finire nella vena
succlavia sx del collo e da qui alla
circolazione sistemica. Circa l’80-90%
dei grassi sono assorbiti in questo
modo.
Le proteine della dieta sono costituite da catene di
aminoacidi legati fra loro da legami peptidici.
RIPARTIZIONE DEI NUTRIENTI
In una dieta equilibrata le proteine devono costituire il 10 15% delle calorie totali:
è considerato ottimale il consumo di:
2/3 di “proteine animali” e 1/3 di “proteine vegetali”.
Le proteine nella
ripartizione
giornaliera:
Protidi
altri
AMINOACIDI ESSENZIALI (Circa il 40% delle proteine umane)
Tipo Chimico
Fonte Alim. Princ.
Funzioni (o precursori)
RAMIFICATI
Isoleucina
Leucina
Valina
CARNI e LEGUMI
Regioni idrofobiche di
proteine
AROMATICI
Fenilalanina
Tirosina*
Triptofano
UOVA, LATTE,
VEGETALI
Epinefrina, Tiroxina
Serotonina, Ac. Nicotinico
BASICI
Istidina
Lisina
CARNI, PESCI,
LEGUMI
Struttura terziaria
Collagene ed Elastina
NEUTRI
Treonina
CARNI, PESCI,
LEGUMI
?
SOLFORATI
Cisteina*
Metionina
* semiessenziali
UOVA, CEREALI
Struttura terziaria proteine
Ponti disolfuro
Cheratina e altre proteine
strutturali
DIGESTIONE DELLE PROTEINE
FASE GASTRICA
La digestione delle proteine inizia a livello gastrico ad opera delle
pepsine, che sono attive in range di pH fra 2 e 3 e si inattivano per pH
superiori a 5. Queste pepsine sono in grado di digerire il collagene ,
costituente principale del tessuto connettivo intercellulare della
carne. Quando il collagene è digerito gli enzimi proteolitici possono
meglio attaccare le proteine cellulari.
Le pepsine iniziano solo il processo digestivo e garantiscono solo il
10-20% della digestione proteica
DIGESTIONE DELLE PROTEINE
FASE INTESTINALE
La maggior parte della digestione proteica avviene a livello
intestinale grazie al succo pancreatico. All’uscita dello stomaco si
trovano peptoni e grossi polipeptidi. All’ingresso del duodeno gli
enzimi tripsina, chimotripsina, carbossipeptidasi ed elastasi
attaccano subito questi composti.
Tripsina e chimotripsina rompono i polipeptidi in piccoli peptidi
La carbossipeptidasi estrae da questi peptidi aa singoli dal
terminale
-COOH.
La elastasi digerisce in particolare le fibre di elastina che tengono
unite le fibre muscolari della carne.
Solo una piccola parte delle proteine è digerita in singoli aa. La maggior
parte rimane sotto forma di dipeptidi, tripeptidi e peptidi più grandi
La digestione dei peptidi avviene ad opera delle peptidasi degli
enterociti della mucosa duodenale e digiunale. La membrana cellulare
dei microvilli è ricca di peptidasi che protrudono verso l’esterno, dove
vengono in contatto con il chimo intestinale.
Fra queste ricordiamo l’aminopeptidasi e varie dipeptidasi che
formano rispettivamente singoli aa e tri- e dipeptidi. Questi
composti sono tutti trasportati facilmente attraverso la membrana del
microvillo all’interno dell’enterocita.
Sono poi le peptidasi dell’enterocita a spezzare gli ultimi legami
peptidici e formare gli aa che passano nel sangue attraverso
trasportatori presenti nella membrana baso-laterale.
Più del 99% del materiale assorbito è costituito da aa. Solo pochissimi
tri- e dipeptidi e qualche molecola di piccole proteine passano nel
sangue. Queste possono però essere sufficienti a causare serie
reazioni immunitarie.
Il trasporto dei singoli amminoacidi attraverso la membrana apicale
dell’enterocita avviene nell’intestino tenue, grazie a meccanismi di
+
co-trasporto con il Na come già visto per glucosio e galattosio. Vale
lo stesso meccanismo di legame e rotazione del trasportatore di
membrana. Si sfrutta il gradiente per il sodio diretto verso l’interno
della cellula. Si parla di co-trasporto o trasporto attivo secondario di
amminoacidi.
Il trasporto dei di- e tripeptidi attraverso la membrana apicale
avviene grazie a meccanismi di cotrasporto con il protone (H+), La
proteina che attua il trasporto è denominata PEP T. Si sfrutta il
gradiente per il protone, che è generato dall’antiporto Na+/H+
localizzato sulla membrana apicale.
Il trasporto
degli amino
acidi
Na+
aa neutri
ASC
aa neutri
NBB
Prolina e OHprol
imino
Na+
A
aa polari
PHE
diffusione
X
sangue
L
Na+
aa neutri
Na+
Fenilalanina
metionina
Na+
Glu - aspartato
Na+
y+
aa basici
L
aa neutri
Il trasporto dei dipeptidi/tripeptidi è accoppiato
a quello dei H+ nell’intestino (PepT1) e nel rene
(PepT2)
peptidi
aminoacidi
Na+
K+
sangue
ATP
Dipeptiditripeptidi
H+
H+
Na+
Lume
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