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Celebrazioni anniversario della nascita e della morte di Tonino Guerra
Marzo 2014
In scena l’Odissea di Tonino
In omaggio al maestro la Filodrammatica santarcangiolese Lele Marini
presenta Odiséa Viaggio del poeta con Ulisse
Ulisse, anzi l’Ulisse di Tonino Guerra, o più esattamente la sua Odissea, riletta e riscritta con i suoi occhi, torna d’attualità. Uno degli ultimi lavori che il poeta ci ha lasciato viene ora nuovamente portato
sul palcoscenico. Lo aveva fatto mirabilmente Il Teatro delle Albe
qualche anno fa, con lo spettacolo di grande impatto Odiséa Lettura
selvatica, e ricordiamo con affetto ed emozione il lavoro teatrale ormai lontano nel tempo incentrato sulla precedente opera di Guerra
Il cavallo di Ulisse, dal titolo L’Odissea di Rico. Questa volta è una sua
concittadina a farlo. Si tratta di Liana Mussoni che ha messo in scena
con la sua Filodrammatica Odiséa Viaggio del poeta con Ulisse, tratto
dall’omonimo poema di Guerra. La Mussoni, oltre a curarne la riduzione e la regia, è anche in scena con i suoi numerosi attori. Disegni,
luci e oggetti sono di Luciano De Paoli, i costumi di Federica Torroni.
Il tessuto sonoro dello spettacolo è composto da musiche di Vinicio
Capossela, Goran Bregovic, Ascanio Celestini, danze greche, sonorità
balcaniche, canti di balene, rumore del mare e squittio di gabbiani,
su cui domina la voce di Guerra. Ci siamo fatti raccontare da Liana
Mussoni il progetto ed ecco cosa ci ha spiegato.
Puoi dirci che cosa rappresenta Odiséa?
“È un omaggio alla poesia e all'arte di un grande maestro dello sguardo e
della parola che in questo caso ci guida nelle meraviglie di un viaggio lontanissimo, affascinante e misterioso. Un viaggio dentro le paure e gli archetipi
che ci rendono uomini e donne capaci di attraversare frontiere e orizzonti
per cercare una casa per la nostra anima inquieta. Un viaggio che ci porta a
trovare noi stessi e i limiti del nostro destino”.
Come definiresti questo lavoro?
“Uno spettacolo di profonda atmosfera che accarezza i sensi e li nutre di
poesia, musica e colore traendo ispirazione anche per i costumi e gli oggetti
dal gusto pittorico e letterario di Tonino Guerra fino a immergersi completamente nel suo mondo fantastico e immaginifico”.
Non mancano quindi il cavallo di Troia, Polifemo, Alcinoo e i suoi
cani d'oro, le farfalle, le galline e i porci, le sirene, il cane Argo, la Maga
Circe, Penelope, le dee e le molte altre donne dell’Odissea guerriana?
“Certamente, ci sono tanti protagonisti e oggetti che fanno parte del racconto
e anche le luci e le ombre, attraverso cui si snoda la storia, e c’è un’attenzione
particolare alle donne. Io stesso vesto i panni di Penelope e di Circe”.
Come è nato lo spettacolo Odiséa?
“È nato allo stesso modo di tutti i miei progetti: sono delle creature che si
infilano nei miei pensieri e chiedono di vivere su un palcoscenico. Inizialmente le guardo con distacco e le metto da una parte, poi se continuano a
presentarsi nelle mie visioni, se insistono, le seguo e le porto in superficie”.
In genere nei vostri spettacoli convivono più componenti: la musica, il
canto, la poesia in lingua e in dialetto, è così anche per l’Odiséa?
“La musica e la poesia sono ingredienti imprescindibili. E in questo caso anche gli spunti pittorici mi hanno rapito. Amo molto il mondo sospeso e colorato di Guerra. È una grande guida per il mio lavoro artistico e spessissimo
ho messo in scena le sue poesie e i suoi racconti. E ciò è accaduto soprattutto
nelle scuole per far vivere ai bambini un'esperienza teatrale attraverso un
uso non tradizionale di quella lingua plurale che è il dialetto”.
Quindi anche Odiséa è nato per i bambini e gli adolescenti?
“Odiséa è nato proprio pensando di lavorare con i bambini nelle scuole e
costruire con loro un percorso creativo multiculturale che sfociasse in uno
spettacolo capace di valorizzare la ricerca dell'identità attraverso l'incontro
e lo scambio fra culture e linguaggi differenti. L'anno scorso l'ho realizzato
con una classe di scuola primaria, a Villa Verucchio ed è stato molto emozionante vedere i bambini divertirsi con il gioco del teatro, i genitori e i nonni
impegnati nella costruzione di oggetti e abiti di scena”.
Cosa significa per te lavorare sulle parole e con le immagini del maestro Guerra?
“Portare Tonino Guerra nei gesti e nelle parole di tanti piccoli cuori, mi dà
gioia. Penso che per loro sia una opportunità di crescita profonda, così come
lo è per me”.
Dall’esperienza positiva nella scuola di Villa Verucchio è scaturita pertanto l’idea di riprenderla e riproporla?
“Sì, visto il successo, ho proposto ai bravissimi attori della Filodrammatica
Lele Marini che dirigo da oltre 10 anni, di lavorare su questo testo e così ne
ho fatto una riscrittura come spettacolo itinerante, una Passeggiata Scenica
andata in scena, o meglio in strada, l'estate scorsa per la Festa delle Contrade
a Santarcangelo”.
E ora nuovamente una ripresa e questa volta l’adattamento per il teatro, con due date proprio nel periodo delle celebrazioni per l’anniversario della nascita e della morte di Guerra. Precisamente?
“Il progetto è andato avanti, sempre con la Filodrammatica, ed ora è pronto
per il debutto ufficiale in teatro il 15 Marzo al Teatro Petrella di Longiano.
E si replica il 28 Marzo al Lavatoio di Santarcangelo. Devo dire che, sempre a Marzo e sempre su Guerra, partirà un altro laboratorio con due classi
quinte della scuola primaria santarcangiolese Pascucci che si concluderà a
Maggio con un lavoro che sarà presentato al Lavatoio di Santarcangelo”.
Info [email protected]
Rita Giannini