ELETTRONICA APPLICATA I (DU)
Guida alle esercitazioni di laboratorio - AA 2000-2001
GUIDA ALLE ESERCITAZIONI DI ELETTRONICA DI BASE
ELETTRONICA APPLICATA I (DU)
Queste note contengono i testi di alcune esercitazioni di laboratorio proposte nei corsi di
Elettronica Applicata I del Diploma Universitario in Ingegneria Elettronica (Politecnico di
Torino, sedi di Torino e Ivrea).
Ciascuna esercitazione prevede circa 4 ore per il montaggio e l’esecuzione delle misure. I
montaggi e le verifiche proposte in queste note richiedono generalmente un tempo superiore;
i punti non completati nelle ore di laboratorio possono essere utilizzati per esercitazioni libere.
Prima di iniziare a svolgere le esercitazioni è opportuno leggere il documento “Svolgimento
delle esercitazioni e stesura delle relazioni” (eserelxx).
Indicazioni sulle modalità d’uso delle basette per i montaggi senza saldature sono nel
documento “Uso della basette per montaggi” (usobasxx).
Revisioni
951020
951023
951106
970919
970923
970929
971010
971105
980720
980903
981110
990901
000901
prima stesura
aggiunta parte su diodi
completata parte transistori e AO
portato su WRD
DDC
aggiunta appendice A
aggiunta appendice B
aggiunta parte ELN II
revisione.g
revisione h; app A come introd.
rev i: tolta app B
DDC
aggiornamento eserc. 3 e 4
separazione ELN I/II, rev 9a
revisione generale
DDC
FB
DDC
DDC
DDC
DDC/RP
DDC
DDC
DDC/FB
DDC
DDC
La raccolta di esercitazioni di Elettronica Applicata I – DU è stata realizzata da:
Dante Del Corso
Fabrizio Bonani
1
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Temi delle esercitazioni di Elettronica Applicata I
1) Circuiti RC
Cella passa-basso
Cella passa-alto
Partitore compensato
2) Circuiti con diodi
Caratteristica V(I) della giunzione
Raddrizzatore
Limitatore
Raddrizzatore con filtro
3) Circuiti con transistori
Caratteristiche di FET
Caratteristiche di BJT
Punto di funzionamento
Circuiti amplificatori
4) Circuiti con amplificatori operazionali
Amplificatore non invertente
Amplificatore invertente
Sommatore
Amplificatore AC
Parametri di amplificatori operazionali reali
2
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Esercitazione 1
Misure su circuiti RC
1. Cella R-C passa-basso
Montare il circuito indicato a lato, con
R1 = 1K, C1 = 10 nF. Calcolare la
posizione del polo e la curva di
risposta Vo/Vi
a) Applicare un segnale sinusoidale,
frequenza 30 Hz e ampiezza 2
Vpp,
R1
VO
C1
VI
b) collegare ai due canali
dell’oscilloscopio ingresso e uscita
del circuito, e misurare il rapporto G = Vo/Vi; calcolare G anche in dB;
c) ripetere le misure precedenti per frequenze da 100 Hz a 3 MHz, con due misure per
decade (valori 1 e 3); riportare i risultati in una tabella e in un grafico, con asse delle
frequenze logaritmico e ampiezza in dB (diagramma di Bode).
d) Ricavare dal grafico una stima della frequenza di taglio e confrontarla con quella ottenuta
con calcolo e con simulazione SPICE.
e) Applicare all’ingresso un’onda quadra con frequenza 20 KHz e ampiezza 1 Vpp.
f) Riportare su diagramma tarato la forma d’onda rilevata in uscita.
g) Ricavare graficamente la costate di tempo (tangente nell’origine, tempo impiegato per
raggiungere il 60% del valore a regime, o altri metodi).
h) Confrontare con il risultato ottenuto tramite la misura in frequenza (punti precedenti).
2. Cella R-C passa-alto
C1
Montare il circuito a lato, con gli stessi componenti
della cella RC passa basso.
Ripetere le misure eseguite per il passa basso.
VI
R1
VO
3
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3. Celle R-R-C passa-alto con zero e polo
Montare il circuito a lato, con C1 = 10 nF, R1 = 5,6
K, R2 = 5,6 K.
C1
Ripetere le misure del punto 1.1; dal diagramma di
Bode ricavare le posizioni del polo e dello zero, e
confrontarle con i valori calcolati.
R1
VI
R2
VO
R2
VO
Applicare un segnale a onda quadra a frequenza di
1, 10, 100 KHz, e giustificare le forme d’onda in
uscita.
Montare il secondo circuito e verificare
qualitativamente che ha un comportamento analogo
al precedente.
C1
R1
VI
4. Celle R-R-C passa-basso con zero e polo
Montare i due circuiti sotto riportati, con C1 = 10 nF, R1 = 5,6 K, R2 = 5,6 K.
Ripetere le misure del punto 1.3.
R1
R1
C1
VI
R2
C1
VO
VI
R2
VO
4
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5. Partitore compensato
Montare il circuito a lato con R1 = 12 K,
R2 = 1,2 K, C1 = 1 nF, C2 = 10 nF.
C1
Applicare un segnale a onda quadra con
frequenza di 250 Hz, e rilevare la forma
d’onda in uscita. Discutere il risultato,
Ripetere la misura per
C1 = 470 pF e
C1 = 3,3 nF;
R1
VI
R2
C2
VO
Discutere i risultati osservati.
Esiste una combinazione di valori dei
componenti che permette di ottenere una risposta in frequenza piatta (il circuito si comporta
come un partitore resistivo) ?
Giustificare analiticamente questo risultato.
5
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Esercitazione n. 2
Circuiti con diodi
2.1 Caratteristica V(I)
Usando lo schema a lato:
a) misurare la caratteristica tensione corrente
del diodo 1N4007 (limitare la tensione inversa
a 20 V e la corrente diretta a 100 mA),
R 1k
+
VDC
ID
VD
1N4007
b) verificare l’andamento esponenziale della
caratteristica, e ricavare i parametri IS e VT.
c) Tracciare la caratteristica del diodo direttamente su oscilloscopio (usare come sorgente
di tensione un generatore di segnali triangolari, da -10 V a +10 V.
2.2 Raddrizzatore
Montare i circuiti riportati nel seguito:
1N4007
VP=5V
R
10K
R 10K
VU
VP = 5V
1N4007
VU
f=10KHZ
f = 10KHz
a) rilevare l’andamento della tensione VU per segnali di ingresso a 10 kHz;
b) rilevare l’andamento della tensione VU per segnali di ingresso a 300 Hz; discutere le
differenze riscontrate.
c) Ripetere le due misure caricando l’uscita con il circuito
a lato, con VDC = 20 V, e motivare le differenze di
comportamento tra i due circuiti.
R2 100K
+
VDC
6
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2.3 Limitatore
Montare il circuito sotto riportato (è un
unico circuito; cambia solo il verso di
inserzione del diodo)
a) Rilevare l’andamento della
tensione in uscita VU al variare
della tensione continua VDC nel
campo da -5 V a +5 V.
R 10K
V P = 3V
1N4007
VU
f = 10KHz
-5V / +5V
b) Ripetere la misura per segnali di
ingresso a 300 Hz; discutere le
differenze riscontrate.
V DC
R 10K
V P = 3V
1N4007
VU
f = 10KHz
-5V / +5V
V DC
2.4 Raddrizzatore con filtro
Misurare la componente continua
e il valore picco-picco della
componente variabile della
tensione V nel circuito a lato.
1N4007
VP = 3V
f = 10KHz
C 4.7n
R 10K
V
7
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Esercitazione n. 3
Circuiti con Transistori
Rilevamento delle curve caratteristiche
Questa esercitazione prevede il rilevamento di caratteristiche V(I) o V2(V1). In entrambi i casi
conviene eseguire la misura con due strumenti, rispettivamente per la variabile “di ingresso”
(quella che viene variata dall’operatore per spostarsi nei vari punti da misurare), e per quella
dipendente, o “di uscita”. Gli strumenti possono essere due multimetri, oppure un multimetro
e l’oscilloscopio. Voltmetri e amperometri analogici collocati sugli alimentatori sono
generalmente di precisione non adeguata.
3.1 Verifica qualitativa del funzionamento di un FET
E’ possibile verificare qualitativamente il comportamento di un dispositivo a effetto di campo
con un semplice esperimento:
• predisporre un multimetro per la misura di resistenze (campo fino a 1 MΩ);
• collegare Drain e Source al multimetro, lasciando aperto il Gate (come se si dovesse
misurare la resistenza tra Drain e Source);
• muovere nelle vicinanze (2-10 cm) del Gate un oggetto elettricamente carico (ad esempio
materiale plasitico strofinato su lana). Evitare di toccare direttamente il morsetto di Gate;
• si osservano delle brusche variazioni della resistenza tra Source e Drain, dovute alle
cariche elettriche indotte sul morsetto di Gate, che - modulando lo spessore della zona di
svuotamento in prossimità della giunzione - varia la conducibilità del canale.
Questo esperimento permette di verificare rapidamente se un dispositivo a effetto di campo
(FET) è ancora operativo.
Per non danneggiare il componente, evitare di toccare il terminale di Gate !
3.2 Verifica qualitativa del funzionamento di un BJT
E’ possibile verificare qualitativamente se le giunzioni di un transistore bipolare hanno subito
danni:
• predisporre un multimetro per la verifica di diodi (di solito indicata con il simbolo del
diodo), oppure per la misura di resistenze (campo fino a 100 kΩ);
• verificare il corretto funzinamento delle giunzioni BE e BC: per ciascuna giunzione
misurare la resistenza nei due versi: da un lato deve esservi conduzione, dall’altro
assenza di conduzione, o resistenza molto alta.
Questa prova indica se le giunzioni sono danneggiate, ma non verifica la funzionalità del
transistore in zona attiva: se viene rilevata una anomalia nelle giunzioni il transistore
sicuramente va considerato guasto; in assenza di anomalie può invece essere operativo.
Una reale verifica di funzionalità va eseguita misurando il β (operazione direttamente
eseguibile su alcuni multimetri).
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3.3 Caratteristiche di un transistore a effetto di campo (FET)
Montare il circuito riportato nello schema a lato, realizzando i generatori di tensione
variabile con l’alimentatore. Il JFET è tipo 2N3819 o similare. Le resistenze RG e RD inserite
rispettivamente nelle maglie Gate-Source e Drain-Source servono per limitare di corrente in
caso di errati collegamenti. La misura delle tensioni VGS e VDS deve essere effettuata sui
morsetti del dispositivo, a valle delle resistenze. La resistenza nella maglia di Drain permette
anche di ricondurre la misura della corrente ID a una misura di tensione.
Effettuare inizialmente le misure su 4-5 punti nel campo indicato, e in un secondo passo
infittirle nelle zone con variazione più rapida della grandezza di uscita.
Per limitare la potenza dissipata nel transistore,evitare valori di ID (o IC) superiori a 10 mA.
a) Ponendo VDS a 10 V e variando
VGS da 0 a - 5 V , ricavare la
trascaratteristica ID(VGS), e la
tensione di pinch-off VP.
b) Ponendo VGS = VP/2 e variando
VDS da 0 a + 20 V , ricavare un
ramo della caratteristica ID(VDS).
D
ID
G
VDS
+
VGS
+
VDD
S
VGG
Suggerimenti:
• se la regolazione sull’alimentatore non consente di regolare facilmente le tensioni basse,
inserite un partitore (realizzato con un potenziometro) all’uscita dell’alimentatore stesso.
• attenzione al segno della VGS: per dispositivi a canale N deve essere VGS < 0 V.
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3.4 Caratteristiche di un transistore bipolare (BJT)
Montare il circuito riportato nello schema a lato, con transistore tipo 2N2222 o similare, con le
stesse avvertenze del montaggio precedente (Ia maglia di base é pilotata in corrente dal
gruppo VBB -RB).
a) Ponendo VCC a 20 V e variando
IB da 1µA a 100µA circa, tracciare
la caratteristica IC(IB) e il grafico di
β = IC/IB .
b) Per tre valori di IB :
3µA, 10µA, 50µA, variando
VCE da 0 a + 20 V ricavare
tre rami della caratterisica
di uscita IC(VCE).
Q1
RB
VBB
+
220k
IC
IB
RC
3,9k
+
VCE
VBE
VCC
Suggerimenti:
Usando il generatore di segnali con onda triangolare come sorgente di tensione VBB o VCC
variabile, tracciare le caratteristiche sopra indicate direttamente sullo schermo
dell’oscilloscopio.
3.5 Punto di funzionamento di BJT
Gli schemi riportano due diversi circuiti di polarizzazione. In questi circuiti e nei successivi
porre VCC = 20 V, salvo diversa indicazione.
R1
1M
R2
3.9k
IB
VCC
20 V
R1
47k
VCC
20 V
R3
3.9k
IC
IC
IB
Q2N2222
R2
22k
Q2N2222
R4
3.9k
a) Calcolare il punto di funzionamento IB, IC , VCE ;
b) Misurare IB, IC , VCE , VBE nei due circuiti
(evitare, per quanto possibile, di modificare il circuito per eseguire la misura, ad esempio
effettuando misure indirette della corrente)
c) Confrontare i risultati delle misure con il punto di funzionamento calcolato
d) Ripetere le misure con altri transistori dello stesso tipo e con transistori diversi.
Discutere le differenze riscontrate tra le due reti di polarizzazione e tra i vari transistori
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3.6 Circuiti amplificatori - 1
Il circuito di questo punto e i seguenti sono una serie di varianti successive dello stesso
schema base. Conviene predisporre il montaggio in modo tale da poter eseguire le varianti
senza dover smontare e rimontare totalmente il circuito.
Montare il circuito riportato nel primo schema
a) Calcolare il punto di funzionamento IB, IC , VCE ;
b) Verificare il punto di funzionamento (IC, VCE)
c) Misurare il guadagno a 1000 Hz.
d) Misurare la resistenza equivalente di ingresso (inserire in serie all’ingresso una resistenza
di valore prossimo a quello stimato per la RI, e misurare la variazione di segnale).
e) Misurare la resistenza equivalente di uscita (inserire in parallelo all’uscita una resistenza
di valore prossimo a quello stimato per la RU, e misurare la variazione di segnale).
Suggerimenti:
• I condensatori presenti nel circuito sono elettrolitici; valutare il segno della componente
continua su ciascun morsetto per inserirli con polaritá corretta.
• Verificare la forma d’onda in uscita; la misura deve essere effettuata con segnale non
distorto; eventualmente ridurre con un partitore l’ampiezza del segnale fornito dal
generatore.
R1
47k
VCC
20 V
R3
3.9k
C2
C1
47µF
Q1
Q2N2222
47µF
VI
R2
22k
R6
3.9k
VU
C3
220µF
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3.7 Circuiti amplificatori - 2
Inserire in uscita uno stadio a collettore comune, come indicato nello schema.
a) Calcolare il punto di funzionamento IB, IC , VCE del transistore Q2;
b) Verificare il punto di funzionamento (IC, VCE) del transistore Q2
c) Verificare il nuovo guadagno a 1000 Hz
d) Misurare la resistenza equivalente di ingresso.
e) Misurare la resistenza equivalente di uscita
Discutere le differenze rispetto al circuito precedente.
R1
47k
VCC
20 V
R3
3.9k
Q2N2222
Q2
C1
Q2N2222
47µF
VI
C2
Q1
R2
22k
R6
3.9k
C3
220µF
47µF
R5
2.2k
VU
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3.8 Circuiti amplificatori - 3
Eseguire le stesse misure sui due circuiti qui riportati.
a) Calcolare il punto di funzionamento IB, IC , VCE dei transistore Q1 e Q2;
b) Verificare il punto di funzionamento (IC, VCE)
c) Misurare il guadagno a 1000 Hz
d) Misurare la resistenza equivalente di ingresso e la resistenza equivalente di uscita.
e) Discutere le differenze rispetto ai circuiti precedenti.
R1
47k
VCC
20 V
R3
3.9k
C2
47µF
C1
Q1
2N2222
47µF
R4
330
R2
22k
VI
VU
R6
3.3k
C3
220µF
VCC
R1
47k
R3
3.9k
2N2222
Q2
C1
Q1
47µF
VI
R2
22k
R6
3.3k
C2
2N2222
47µF
R4
330
C3
220µF
R5
2.2k
VU
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Esercitazione n. 4
Circuiti con Amplificatori Operazionali
4.1 Amplificatore AC
Montare il circuito riportato nello schema a lato,
con alimentazione +- 15 V. Il segnale applicato
all’ingresso deve essere a valor medio nullo e di
ampiezza inferiore a 100 mVeff, salvo diversa
indicazione.
+
VI
LM741
R1
100k
-
VU
R2
12k
a) Misurare il guadagno per segnali sinusoidali
con frequenze di: 100, 1.000, 10.000,
100.000 Hz;
b) Determinare a quale frequenza la risposta dell’amplificatore cala di 3 dB. (cioè la
posizione del polo verso le frequenze alte - mantenere il segnale in uscita a livello basso,
tale da non causare distorsione visibile).
c) Applicare un segnale a onda quadra di ampiezza tale da mantenere il circuito in linearitá
(ampiezza picco-picco in uscita pari a 15 V, corrispondente a circa metà dell’intervallo tra
le tensioni di alimentazione); valutare lo slew rate dell’uscita.
d) Applicare un segnale sinusoidale e verificare la presenza di distorsione da slew rate (il
segnale di uscita prende una forma approssimativamente triangolare); verificare lo slew
rate massimo del circuito.
e) Calcolare, dato lo slew rate indicato sulle specifiche, la massima frequenza per cui un
segnale di 1 VPP in uscita non é soggetto a distorsione a causa dello slew rate. Verificare
con misure il risultato.
f)
Modificare il circuito inserendo in parallelo a
R1 un condensatore C1 da 150 pF (schema a
lato). Ripetere le misure del punto a), e
discutere le differenze.
g) Applicare un segnale di 100 mVeff a 1000
Hz; variare l’offset di uscita del generatore di
segnale di ingresso e verificarne l’effetto sul
segnale in uscita.
VI
+
-
LM741
R1
100k
VU
C1
R2
12k
C2
h) Modificare il circuito inserendo in serie a R2 un condensatore C2 da 470 nF (schema a
lato); ripetere la misura del punto a), e discutere le differenze.
i)
Applicare un segnale a onda quadra di
ampiezza tale da mantenere il circuito in
linearitá; predisporre il periodo in modo
tale da ottenere in uscita un segnale
approssimativamente come in figura. Da
misure sulle forme d’onda ricavare la
costante di tempo associata ai
condensatori. C1 e C2 (conviene
effettuare due misure con diversa
frequenza dell’onda quadra).
Vu
t
14
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4.2 Correnti IB e IOFF
Montare il circuito indicato nello schema. Applicare all’ingresso un segnale sinusoidale a
frequenza 1 kHz e ampiezza 100 mV eff
a) Inserire in serie ai due ingressi
resistenze come indicato nella
tabella, e verificarne l’effetto in
uscita
R1
0Ω
0Ω
1 MΩ
1 MΩ
R2
0Ω
1 MΩ
R1
LM741
+
-
VI
VU
R2
0Ω
1 MΩ
(conviene inserire le due resistenze da 1 M Ω, e cortocircuitarle quando richiesto)
b) Ricavare dalle misure precedenti il valore delle correnti circolanti nei morsetti di ingresso,
e definire un modello per il circuito di ingresso che tenga conto di tali correnti.
Per eseguire queste misure l’oscilloscopio deve essere accoppiato in DC.
4.3 Tensione di offset di ingresso (VOFF )
Montare il circuito indicato a lato.
a) Calcolare la tensione in uscita
VU dovuta alle correnti di
ingresso (utilizzare i valori
misurati nel punto 4.2).
b) Misurare la tensione in uscita
per VI = 0. Il valore ottenuto è
giustificato dalle correnti di
ingresso misurate ?
LM741
R1 10k
+
VI
R2
10
R3
10k
-
VU
R4
10
c) Dalle misure effettuate ricavare
un modello del circuito di
ingresso.
d) Calcolare il valore della tensione di ingresso VI necessario per ottenere VU = 0. Verificare
sperimentalmente quanto calcolato.
Variando la temperatura dell’amplificatore operazionale (ad esempio scaldandolo con un
saldatore) si può osservare una variazione della tensione di uscita. A cosa è dovuta ?
15
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4.4 Amplificatore invertente
Montare il circuito riportato nello schema, con alimentazione +- 15 V, con R3 = 0.
a) Applicare all'ingresso un segnale triangolare di 1 VPP, periodo 3 ms;
b) Determinare il guadagno misurando il segnale in ingresso e in uscita;
c) Verificare che il morsetto invertente dell'amplificatore operazionale è a potenziale
prossimo a massa.
d) Aumentare l'ampiezza del segnale di ingresso a 5 VPP, e verificare il comportamento del
segnale in uscita; in base a questa misura tracciare il diagramma VU(VI) per un campo di
tensioni di ingresso da - 2,5 a + 2,5 V. Verificare il comportamento della tensione di uscita
al variare delle tensioni di alimentazione (entro un campo di - 4 V rispetto al valore
nominale).
e) Verificare l’effetto dell’inserimento in uscita di carichi da 1kΩ e 100 Ω sulla dinamica di
uscita (escursione massima, con operazionale portato in saturazione) e sul guadagno
(con amplificatore che rimane in linearità). Se collegando il carico si innescano oscilazioni,
collegare un condensatore ceramico da 100 nF tra le alimentazioni (quanto più possibile
vicino ai piedini dell’integrato).
f) Con segnale di ingresso triangolare e circuito operante in linearità inserire una resistenza
R3 da 100 kΩ e 1 MΩ, e verificarne l’effetto sull’uscita. Ricavare per la maglia di ingresso
dell’operazionale un modello che renda conto degli effetti rilevati in questo punto.
R2
150k
R1
15k
-
VI
+
LM741
R3
VU
10k
16
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4.5 Amplificatore non invertente
Per l’esecuzione delle esperienze che prevedono l’uso di un potenziometro, conviene dotare
lo stesso di manopola graduata, per leggere più agevolmente la posizione del cursore.
Montare il circuito riportato nello schema, con alimentazione +- 15 V. Il generatore V1
corrisponde alla tensione di alimentazione + 15 V.
a) Realizzare la resistenza R2 variabile nel campo di valori indicato collegando in serie una
resistenza fissa ed un potenziometro di valore opportuno.
b) Scegliere i componenti che fissano il guadagno dell'amplificatore (R3 e R4) in modo da
ottenere in uscita:
per R2 = 2 kΩ
VU = + 10 V
(scegliere un valore di R4 compreso tra 5 e 50 kΩ).
c) Tracciate il diagramma VU(R2) teorico e sperimentale (5 punti di misura).
d) Trasformare il circuito in un sommatore, aggiungendo un secondo ingresso al quale viene
applicata una tensione V2 pari a - 15 V, con guadagno tale da ottenere:
per R2 = 1 kΩ
VU = 0 V
senza cambiare i valori di R3 e R4.
e) Mantenendo i valori precedenti per V1 e V2, modificare il circuito (eventualmente variando
il guadagno) in modo da ottenere:
per R2 = 1 kΩ;
VU = 0 V
per R2 = 2 kΩ.
VU = 10 V
f) Tracciare i nuovi diagrammi VU(R2) per i casi d) ed e).
V1
R1
10k
+
R2
1-2k
LM741
R3
VU
R4
17
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ELETTRONICA APPLICATA I (DU)
Guida alle esercitazioni di laboratorio - AA 2000-2001
4.6 Amplificatore differenziale
Per l’esecuzione delle esperienze che prevedono l’uso di un potenziometro, conviene dotare
lo stesso di manopola graduata, per leggere più agevolmente la posizione del cursore.
Montare il circuito riportato nello schema, con alimentazione +- 15 V. Il circuito può essere
visto come un amplificatore differenziale, in cui la tensione V2 è ottenuta dalla V1 tramite il
potenziometro P1.
a) Applicare all'ingresso un segnale sinusoidale di 0,5 Veff, frequenza 200 Hz.
b) Verificare che esiste una posizione di P1 per cui VU = 0. Misurare il valore del guadagno
AV = VU/V1 per alcune posizioni (4 o 5) del potenziometro P1.
c) Calcolare la relazione tra posizione di P1 e guadagno AV . Per semplificare il calcolo,
osservare che la resistenza equivalente vista sul cursore del potenziometro è molto
maggiore del carico formato da R3 + R4. Indicare la posizione del potenziometro con un
coefficente α, variabile da 0 a 1, proporzionale all’angolo di rotazione; nell’ipotesi fatta V2
= α V1 . La funzione da calcolare è AV.(α). Determinare per quale valore di α VU = 0.
a) Dalle misure del punto b),
tracciare il diagramma del
guadagno AV in funzione
della posizione di P1.
Confrontarla con il calcolo
fatto al punto c).
R2
100k
R1
22k
V1
V2
P1
1k
LM741
+
R3
10k
R4
VU
100k
4.7 Guadagno ad anello aperto Ad
Montare il circuito riportato a lato, con alimentazione +- 15 V.
a) Misurare il guadagno ad anello
aperto (il partitore permette di
avere un segnale misurabile in
rapporto noto con la Vd)
R1 1k
R2
R3
100k
-
VI
R4
100
+
10k
LM741
VU
18
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