GLI USI DEL PARTICIPIO Il participio può essere adoperato in due distinte funzioni: nominale e verbale. FUNZIONE NOMINALE a) Participio nominale con valore di attributo Assume questo valore quando è unito ad un sostantivo per meglio determinarlo. In questo caso equivale ad un aggettivo o ad una proposizione relativa. − Nihil est periculosius in hominibus mutata subito fortuna. “Niente è più pericoloso negli uomini della sorte mutata all’improvviso”. b) Participio nominale con valore di predicato Assume questo valore quando è adoperato come predicato nominale in unione con un verbo copulativo, come sum, oppure quando è usato come complemento predicativo in unione con verbi di percezione o con altri verbi come accipio, invenio, facio, induco, etc. − Discipuli magistro semper oboedientes erunt. “Gli alunni saranno sempre obbedienti al maestro”. − Vidi consulem in senatum venientem. “Ho visto il console venire in senato”. FUNZIONE VERBALE Il participio latino, in funzione verbale, può svolgere il compito di participio congiunto o far parte del costrutto dell’ablativo assoluto. a) Il participio congiunto A volte il participio esprime circostanze temporali secondarie rispetto all’azione espressa dalla posizione reggente. In questo caso esso viene denominato participio congiunto, ossia “collegato” con il soggetto o con un nome al quale è riferito. − Mediolanum veniens, eius pulchritudinem admiror. “Quando vengo a Milano, resto ammirato dalla sua bellezza”. 1 I valori che lo stesso participio congiunto può assumere a sua volta nella frase sono: Temporale T. Manlius Gallum caesum torque spoliavit. “T. Manlio dopo aver ucciso un Gallo, lo spogliò della collana”. Causale Catilina, senatores metuens, Roma exiit. “Catilina, poiché temeva i senatori, scappò via da Roma”. Ipotetico Victi proelium renovabimus. “Se saremo stati sconfitti, riprenderemo lo scontro”. Concessivo Vulnerati, milites acriter pugnarunt. “Benché feriti, i soldati combatterono con accanimento”. b) L’ablativo assoluto Si tratta di un costrutto tipico del latino (il greco usa invece il genitivo assoluto) formato da un nome (o un pronome) e da un participio (presente, perfetto o, più raramente, futuro) concordato con il nome in caso ablativo. La locuzione (ablativo assoluto) è dovuta dal fatto che deve essere “assoluto” ossia sciolto da legami grammaticali con la proposizione reggente. − Libris perlectis, ad ludos scaenicos contendimus. “Dopo aver finito di leggere i libri, andammo alle rappresentazioni teatrali”. Perché non ci sia legame grammaticale con la reggente, occorrono i seguenti requisiti: Che soggetto della reggente e nome (o pronome) dell’ablativo assoluto siano diversi. Che la reggente non contenga un pronome riferito al nome dell’ablativo assoluto. L’ablativo assoluto equivale ad una proposizione dipendente e può esprimere valore temporale, causale, concessivo, condizionale e modale. 2 Per quanto riguarda l’uso dei tempi del participio nell’ablativo assoluto, questo costrutto può avvalersi del: Participio presente che indica contemporaneità con la proposizione reggente. − Omnibus laudantibus discipuli laetati sunt. “Poiché tutti facevano lodi, gli allievi si rallegrarono”. − Fugientibus militibus, oppidani terrebantur. “Mentre i soldati fuggivano, i cittadini si atterrivano”. Participio perfetto che indica anteriorità rispetto alla proposizione reggente. − Hostibus debellatis nostri domum reverterunt. “Sconfitti i nemici, i nostri ritornarono in patria”. ATTENZIONE! Con i verbi intransitivi attivi, come venio, curro, fugio, etc. e con i verbi transitivi deponenti, come hortor, l’ablativo assoluto non è possibile in quanto: 1) I verbi intransitivi attivi non hanno il participio perfetto 2) I verbi transitivi deponenti hanno il participio perfetto, ma esso ha valore attivo. Pertanto nei casi in cui la costruzione dell’ablativo assoluto non è possibile, il latino ricorre al cum + congiuntivo. − Ariovistus, cum auxilia venissent, castra movit. “Ariovisto, arrivati i rinforzi, mosse l’accampamento”. 3