I TERMINI DELLA MUSICA CLASSICA Non è facile per chi si avvicina alla musica classica orientarsi tra i vari termini che ne definiscono generi, tipi di esecuzione, organici e formazioni strumentali ecc... Definizioni come concerto, sinfonia, balletto, sonata, suite, tempo, movimento possono generare non poca confusione. Cercheremo in questa lezione di far chiarezza sul significato dei più importanti tra questi termini. UN TERMINE PER DUE SIGNIFICATI Con il termine "concerto", nel linguaggio corrente si definisce una situazione esecutiva in cui uno o più musicisti si esibiscono di fronte ad un pubblico più o meno numeroso, con brani, generi e formazioni di qualunque tipo. Nella musica classica, "concerto" indica un genere stumentale consolidatosi nel '700, inventato da G.Torelli e perfezionato da A.Vivaldi che prevede la performance di uno o più esecutori sostenuto/i dall'intera orchestra. Esistono perciò concerti per pianoforte e orchestra, per violino e orchestra, per flauto e orchestra e così via... Nel concerto per solista e orchestra l'esecutore mette in mostra le sue abilità tecniche ed espressive, mentre l'orchestra lo sostiene, completamente al suo servizio. Talvolta nel '700 si usava anche il concerto per due o più strumenti e orchestra, meno utilizzato nei secoli successivi. - *V. FILM "IL CONCERTO" LA SONATA Con il termine "sonata", nella musica classica si intende una composizione per un numero molto limitato di strumenti, solitamente da uno a tre come massimo. Forma-sonata è anche la struttura compositiva, articolata in precise parti, con cui si descrive la tipica composizione del periodo classico. Solitamente, quando si tratta di sonata per due strumenti, l'accompagnamento è affidato inizialmente al clavicembalo e in seguito al pianoforte. Troveremo perciò sonate praticamente per tutti gli strumenti accompagnati da clavicembalo o pianoforte, ma anche molte sonate per pianoforte solo (da Beethoven in poi, particolarmente) e sonate per strumenti soli, nelle quali si sono cimentati quasi tutti i compositori del periodo classico. Dal periodo romantico in poi, il termine sonata viene integrato o sostituito da molti altri nomi, spesso con intendimenti descrittivi e fantasiosi come Notturno, Elegia, Polka, Studio, Preludio, Serenata ecc... LA SINFONIA La sinfonia è una composizione per orchestra, il cui termine deriva dal greco e significa "consonanza. La sua caratteristica principale consiste nel non utilizzare uno strumento con il ruolo di protagonista (v. concerto), ma di proporre l'orchestra nel suo insieme, con vari strumenti e sezioni che dialogano tra loro. Perfezionata nel '700 da Haydn e Mozart, il suo progresso va di pari passo con l'evoluzione dell'orchestra, fino ad arrivare ai maestosi Poemi sinfonici dell'800 (v. "Peer Gynt" e "La moldava"). Come uno spettacolo teatrale o un'opera è divisa in più atti o un film in più tempi, la sinfonia è divisa in più brani, detti movimenti, generalmente quattro, che vengono indicati con i termini dell'agogica (velocità metronomica): Allegro, Adagio, Moderato, Vivace ecc... Se la sinfonia o una sua parte precede un'opera, essa prende il nome di Ouverture, eseguita a sipario chiuso ed ispirata agli avvenimenti che la stessa opera rappresenterà. IL BALLETTO Consiste in uno spettacolo di danza con musica, scene e costumi. Con le loro movenze i ballerini possono raccontare un'intera vicenda o semplicemente interpretare la musica. Le sue origini sono antichissime e dimostrano come la danza sia sempre stata un'attività amata e praticata. Già presso i Greci, negli spettacoli teatrali, c'erano movimenti di danza. Nel Medioevo si ballava durante le feste popolari nelle piazze, ma anche presso le calssi sociali più elevate, na corte e nei castelli. Nel Rinascimento, i passi compinciarono a diversificarsi per ogni tipo di danza e nacque la figura del Maestro di ballo. La danza assunse in seguito caratteristiche di vero e proprio spettacolo, cui partecipavano ballerini professionisti. Il nuovo genere di spettacolo, chiamato appunto balletto, si sviluppò notevolmente nel '700. ma fu nel secolo successivo che raggiunse il suo massimo splendore. IL MELODRAMMA (Opera) Fin dalle sue origini, il melodramma (dramma per musica), ebbe un grande impatto sul pubblico, in quanto musica da vivere, da "vedere". Essa propone non solo ascolto, ma un'azione scenica, una storia con colpi di scena (dei quali Verdi sarà il grande maestro), dei personaggi nei quali identificarsi. La geniale invenzione va attribuita, alla fine del 1500, ad un gruppo di intellettuali che si riunivano nel palazzo dei Bardi a Firenze, per studiare nuove forme d'arte ispirate all'antica Tragedia greca. Essi intendevano fondere in un unico spettacolo tutte le forme d'arte espressive (canto, poesia, recitazione, danza, scenografia). Questo gruppo, passato alla storia come la Camerata Fiorentina rappresentò il 6 Ottobre del 1600 l'opera Euridice del Peri, considerata la prima opera in assoluto. Naturalmente in seguito il genere operistico fu migliorato dai numerosi compositori dei secoli successivi, sottoposta a riforme come quella di Gluck e di Wagner. Altra data importante da ricordare è l'apertura, a Venezia, nel 1637, del primo teatro pubblico a pagamento: da quel momento non sarebbe stato più necessario ricevere un invito dal palazzo nè appartenere alla classe aristocratica. Con questa novità anche le trame delle opere divennero più semplici, i testi meno ricercati e si inserirono personaggi popolari e comici. Con il Melodramma nasce anche quella tecnica di canto particolare, virtuosistica e ricercata che è la voce impostata, che permette ai cantanti di farsi sentire meglio negli ampi spazi dei saloni nobiliari e dei teatri. LA VOCE UMANA Proprio come gli strumenti musicali, anche la voce si classifica in base all'estensione, cioè alla quantità e all'altezza dei suoni che può emettere. Le voci infantili prendono il nome di Voci bianche, mentre le voci degli adulti si classificano in maschili e femminili. La voce del maschio può essere: tenore, baritono o basso. Quella femminile può essere soprano, mezzosoprano e contralto. Nei primi secoli di sviluppo dell'opera, non si impiegavano donne nei ruoli femminili, ma maschi castrati, che, oggetto di questa tragica menomazione fin da piccoli, mantenevano la voce chiara e acuta tipica dell'infanzia per tutta la vita. Questa barbara usanza scomparve per legge nei secoli successivi.