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ANAGNI (FR)
Badia della
Gloria
Restauro e riuso ai fini
della realizzazione di un
centro culturale
internazionale
(1° stralcio)
SOGGETTO BENEFICIARIO:
CODICE DI PIANO:
FINANZIAMENTO (euro):
COFINANZIAMENTO (euro):
COSTO TOTALE (euro):
PROGETTAZIONE:
ESECUZIONE:
COMUNE
ANAGNI
800.346,04
0,0
800.346,04
ARCH. G. ERCOLANI
ITALCANTIERI IMPRESA
AMBITO DELL’ATTIVITÀ
La Badia della Gloria si inserisce in un luogo di
importanza strategica, sotto il profilo infrastrutturale, poiché raggiungibile facilmente da
Roma e da tutti i centri dell’alta valle del
Sacco.
Dall’analisi storica, risulta che il complesso ha
vissuto soltanto un breve periodo di splendore,
immediatamente dopo la sua edificazione,
databile nella prima metà del XIII secolo; successivamente, l’uso incongruo e l’abbandono
hanno determinato il forte degrado delle strutture murarie.
L’ordine florense si insediò nella badia tra il
1216 e il 1231, con l’abate Giovanni da Ninfa,
proveniente dal monastero di monte Mirteto,
tanto che l’impianto reca testimonianze dei
contatti intercorsi tra l’architettura autoctona
di Anagni e l’arte prodotta nella pianura pontina.
Un grave colpo all’economia dei monaci venne
inflitto dagli acquisti che, sulla fine del secolo
XIII, resero i Caetani padroni assoluti della
Marittima, dove i frati avevano i loro possedimenti; in quella circostanza la badia fu privata di quasi tutti i suoi beni ed anche il mona-
• Torre angolare.
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BENI ARCHITETTONICI
COSTRUZIONI SRL
stero annesso subì tristissime conseguenze.
Nel 1348 la campagna anagnina fu devastata
dalle scorrerie delle bande di Guarnirei
d’Ursinglen e nei primi decenni del secolo XIV
la situazione risultava aggravata dalla diminuzione delle vocazioni; nel 1373 Gregorio XI
incaricò Pietro, abate di S. Lorenzo fuori le
mura di Roma, di visitare e riformare S. Maria
della Gloria, che versava in stato di profonda
decadenza spirituale e materiale.
La decadenza dell’abbazia si accentuò durante
lo scisma d’Occidente e fu ulteriormente acutizzata nel 1411, quando papa Gregorio XII
dette in commenda il monastero al cardinale
Jacobino, che perse la tenuta di Polignano.
Dopo le dimissioni dell’Anguillara, Paolo II unì
ciò che rimaneva della Badia della Gloria al
Capitolo di S. Giovanni in Laterano, fino al
1477, anno in cui il complesso fu affidato, con
una bolla di Sisto IV, ai canonici secolari. Non
potendo i canonici del Laterano provvedere
all’amministrazione del monastero, chiesero a
Clemente XII di cedere tutto il complesso in
enfiteusi a Leonardo Martinelli di Anagni: era
l’anno 1739.
L’area dove sorge la Badia della Gloria fu
acquistata dal Comune di Anagni, con atto
• Veduta della corte d’ingresso verso le strutture principali del complesso.
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• Prospetto principale con coperture provvisorie, prima del restauro.
• Torre angolare, particolare del-
• Ambiente principale del secondo livello destinato a biblioteca.
la feritoia.
divenuto esecutivo nel 1995, ed oggi è classificata come “zona agricola vincolata” dal PRG.
ANAMNESI DELL’ATTIVITÀ
Il progetto di recupero e consolidamento, realizzato ai fini dell’istituzione di un centro culturale internazionale, ha escluso a priori la
possibilità di riportare il complesso, o parte di
esso, alla sua connotazione trecentesca, in
quanto ciò avrebbe significato rinunciare alle
testimonianze rinascimentali e barocche ancora evidenti; pertanto, l’intervento è stato limitato all’eliminazione delle situazioni incongrue
o realizzate con tecniche precarie.
Per la definizione delle opere necessarie al
riuso dell’intera struttura, si è tenuto conto
dei seguenti criteri: il restauro conservativo
degli edifici, nel rispetto delle volumetrie e
degli elementi murari preesistenti, con particolare attenzione ai materiali impiegati; l’organizzazione di un modello funzionale e distri-
butivo adeguato ad un centro culturale.
Esplicitando meglio questo secondo aspetto,
sono stati individuati i locali relativi allo svolgimento delle varie attività, ossia sale polivalenti, spazi per la ristorazione (bar, self service,
ristorante), biblioteca e sale di lettura, ambienti idonei per il soggiorno (alloggi per gli studenti, per i docenti, studi), sale per le conferenze.
In fase di esecuzione, sono state allestite
opere provvisionali, a protezione dei settori
più esposti dell’edificio, nelle parti mancanti
delle coperture e, diffusamente, in tutte le
strutture pericolanti e con gravi dissesti statici, in base ai risultati emersi dalle accurate
indagini preliminari.
Il modello che maggiormente si avvicina al tipo
di struttura proposto è quello del college universitario, anche se, nel caso in esame, è stata
conferita alla struttura una maggiore flessibilità, per poterla adattare ad una domanda di
utilizzo variabile.
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