305-328 12-03-2007 16:55 Pagina 314 ANAGNI (FR) Badia della Gloria Restauro e riuso ai fini della realizzazione di un centro culturale internazionale (1° stralcio) SOGGETTO BENEFICIARIO: CODICE DI PIANO: FINANZIAMENTO (euro): COFINANZIAMENTO (euro): COSTO TOTALE (euro): PROGETTAZIONE: ESECUZIONE: COMUNE ANAGNI 800.346,04 0,0 800.346,04 ARCH. G. ERCOLANI ITALCANTIERI IMPRESA AMBITO DELL’ATTIVITÀ La Badia della Gloria si inserisce in un luogo di importanza strategica, sotto il profilo infrastrutturale, poiché raggiungibile facilmente da Roma e da tutti i centri dell’alta valle del Sacco. Dall’analisi storica, risulta che il complesso ha vissuto soltanto un breve periodo di splendore, immediatamente dopo la sua edificazione, databile nella prima metà del XIII secolo; successivamente, l’uso incongruo e l’abbandono hanno determinato il forte degrado delle strutture murarie. L’ordine florense si insediò nella badia tra il 1216 e il 1231, con l’abate Giovanni da Ninfa, proveniente dal monastero di monte Mirteto, tanto che l’impianto reca testimonianze dei contatti intercorsi tra l’architettura autoctona di Anagni e l’arte prodotta nella pianura pontina. Un grave colpo all’economia dei monaci venne inflitto dagli acquisti che, sulla fine del secolo XIII, resero i Caetani padroni assoluti della Marittima, dove i frati avevano i loro possedimenti; in quella circostanza la badia fu privata di quasi tutti i suoi beni ed anche il mona- • Torre angolare. DI B.19.76 BENI ARCHITETTONICI COSTRUZIONI SRL stero annesso subì tristissime conseguenze. Nel 1348 la campagna anagnina fu devastata dalle scorrerie delle bande di Guarnirei d’Ursinglen e nei primi decenni del secolo XIV la situazione risultava aggravata dalla diminuzione delle vocazioni; nel 1373 Gregorio XI incaricò Pietro, abate di S. Lorenzo fuori le mura di Roma, di visitare e riformare S. Maria della Gloria, che versava in stato di profonda decadenza spirituale e materiale. La decadenza dell’abbazia si accentuò durante lo scisma d’Occidente e fu ulteriormente acutizzata nel 1411, quando papa Gregorio XII dette in commenda il monastero al cardinale Jacobino, che perse la tenuta di Polignano. Dopo le dimissioni dell’Anguillara, Paolo II unì ciò che rimaneva della Badia della Gloria al Capitolo di S. Giovanni in Laterano, fino al 1477, anno in cui il complesso fu affidato, con una bolla di Sisto IV, ai canonici secolari. Non potendo i canonici del Laterano provvedere all’amministrazione del monastero, chiesero a Clemente XII di cedere tutto il complesso in enfiteusi a Leonardo Martinelli di Anagni: era l’anno 1739. L’area dove sorge la Badia della Gloria fu acquistata dal Comune di Anagni, con atto • Veduta della corte d’ingresso verso le strutture principali del complesso. 314 DI 305-328 12-03-2007 16:55 Pagina 315 • Prospetto principale con coperture provvisorie, prima del restauro. • Torre angolare, particolare del- • Ambiente principale del secondo livello destinato a biblioteca. la feritoia. divenuto esecutivo nel 1995, ed oggi è classificata come “zona agricola vincolata” dal PRG. ANAMNESI DELL’ATTIVITÀ Il progetto di recupero e consolidamento, realizzato ai fini dell’istituzione di un centro culturale internazionale, ha escluso a priori la possibilità di riportare il complesso, o parte di esso, alla sua connotazione trecentesca, in quanto ciò avrebbe significato rinunciare alle testimonianze rinascimentali e barocche ancora evidenti; pertanto, l’intervento è stato limitato all’eliminazione delle situazioni incongrue o realizzate con tecniche precarie. Per la definizione delle opere necessarie al riuso dell’intera struttura, si è tenuto conto dei seguenti criteri: il restauro conservativo degli edifici, nel rispetto delle volumetrie e degli elementi murari preesistenti, con particolare attenzione ai materiali impiegati; l’organizzazione di un modello funzionale e distri- butivo adeguato ad un centro culturale. Esplicitando meglio questo secondo aspetto, sono stati individuati i locali relativi allo svolgimento delle varie attività, ossia sale polivalenti, spazi per la ristorazione (bar, self service, ristorante), biblioteca e sale di lettura, ambienti idonei per il soggiorno (alloggi per gli studenti, per i docenti, studi), sale per le conferenze. In fase di esecuzione, sono state allestite opere provvisionali, a protezione dei settori più esposti dell’edificio, nelle parti mancanti delle coperture e, diffusamente, in tutte le strutture pericolanti e con gravi dissesti statici, in base ai risultati emersi dalle accurate indagini preliminari. Il modello che maggiormente si avvicina al tipo di struttura proposto è quello del college universitario, anche se, nel caso in esame, è stata conferita alla struttura una maggiore flessibilità, per poterla adattare ad una domanda di utilizzo variabile. BENI ARCHITETTONICI 315