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Giovanni Boldini,
tra Impressionismo
e Belle Èpoque
Una grande mostra al Vittoriano di Roma
rende omaggio al geniale artista
di Eugenia Sciorilli
O
li, pastelli, disegni,
incisioni: la magnifica
produzione artistica di
Giovanni Boldini, e di altri artisti
suoi contemporanei, si presenta
nella cornice del Vittoriano (Ala
Brasini) a Roma dal 4 marzo al
16 luglio 2017, rivelandosi grazie alle oltre 150 opere
presenti - una delle più
spettacolari esposizioni
antologiche degli ultimi decenni.
Ritratto del padre Antonio
Boldini, 1867 (foto Collezione
privata/Complesso del Vittoriano
Roma).
Sopra il titolo, Coppia in abito
spagnolo con due pappagalli,
1873 circa (foto Collezione Arte
Banca Carige/Complesso del
Vittoriano Roma).
Giovanni Boldini nacque a
Ferrara nel 1842 da padre
pittore e restauratore, e studiò
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Im pr ess ionisti ed E spr ess i oni sti , uno s p az i o com une a Be r lino
Sopra a sinistra,
L'amico fedele, 1872
circa (foto Collezione
privata/Complesso
del Vittoriano
Roma); a destra,
Signora con
ombrellino, 1876
circa (foto Palazzo
Foresti,
Carpi/Complesso del
Vittoriano Roma).
A sinistra, Due
marinai, 1880 circa
(foto Collezione
privata/Complesso
del Vittoriano
Roma); a lato,
L'amazzone, 1878
(foto Galleria Arte
Moderna
Milano/Complesso
del Vittoriano
Roma).
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In alto, Ritratto di signora, 1880 (foto Galleria Arte Moderna Ricci Oddi/Complesso del Vittoriano Roma); a destra, Il vestito da
ballo, 1904 circa (foto Fondazione Cariparma/Complesso del Vittoriano Roma). A sinistra, Castiglioncello, 1910 (foto Collezione
privata/Complesso del Vittoriano Roma); a destra, Ritratto di danzatrice spagnola Anita De La Feria, 1901 (foto Collezione
privata/Complesso del Vittoriano Roma).
arte a Firenze, entrando in
contatto con i Macchiaioli. A 29
anni si trasferì a Parigi, e i
biografi indicano nell'influenza
di Degas la svolta del suo
percorso artistico, che tuttavia
con il passare degli anni non
impedisce l'affinamento di una
tecnica sempre più personale e
originale nell'uso di tavolozza e
pennelli. Il fascino femminile, gli
abiti sontuosi e fruscianti, la
Belle Époque, i salotti, l’attimo
fuggente: è il travolgente mondo
di Giovanni Boldini, genio della
pittura che più di ogni altro ha
saputo restituire le atmosfere
rarefatte di un’epoca irripetibile
e affascinante. Esistenza longeva,
la sua: morì infatti a Parigi nel
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1931, dopo aver vissuto in
diverse città e acquisito grande
successo.
Le opere presenti in questa
grande retrospettiva - tra cui le
celebri La tenda rossa (1904),
Signora che legge (1875),
Ritratto di signora in bianco
(1889), Signora bruna in abito da
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Gi ovanni Boldini , tra I m pr ess i oni s m o e Belle Ep o que
Sopra, Antonio de La Gandara, Ritratto di Madame Remy Salvator
(foto Museo Belle Arti Marsiglia/Complesso del Vittoriano
Roma). A sinistra, Ritratto di Donna Franca Florio, 19011924(foto AMT Real Estate/Complesso del Vittoriano).
sera (1892 ca.), Ritratto di
Madame G. Blumenthal (1896) provengono dai principali musei
internazionali quali il Musée
d’Orsay di Parigi, l’Alte
Nationalgalerie di Berlino, il
Musée des Beaux-Arts di
Marsiglia, gli Uffizi di Firenze, il
Museo Giovanni Boldini di
Ferrara e da prestigiose
collezioni private, difficilmente
accessibili. Sessanta diversi
prestatori, sapientemente
coordinati in quattro anni di
lavoro (questo il tempo di
preparazione della mostra) da
Tiziano Panconi – autore del
catalogo ragionato di Boldini del
2002 – con la collaborazione di
Sergio Gaddi.
In mostra anche 30 opere di
artisti contemporanei a Boldini,
quali Cristiano Banti, Vittorio
Matteo Corcos, Giuseppe De
Nittis, Antonio de La Gandara,
Paul-César Helleu, Telemaco
Signorini, James Tissot, Ettore
Tito, Federigo Zandomeneghi.
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Ospite d’eccezione al Vittoriano
anche il capolavoro simbolo
della Belle Époque: la grande
tela dedicata a Donna Franca
Florio, realizzata tra il 1901 ed il
1924. Nel 1901 Ignazio Florio,
erede di una delle più importanti
famiglie imprenditoriali siciliane,
affida a Boldini il compito di
ritrarre sua moglie Franca,
donna di singolare fascino e
bellezza. L'artista si reca a
Palermo ed esegue il ritratto, che
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Sopra a sinistra, Telemaco Signorini, Rendez-vous nel bosco, 1873 (foto Palazzo Foresti Carpi/Complesso del Vittoriano
Roma); a destra, Francesco Vinea, Colpo di
vento 1882 circa (foto Palazzo Foresti
Carpi/Complesso del Vittoriano Roma).
A lato, Joaquin Arujo Ruano, Scena in cortile 1878 (foto Arcuti Fine Art Roma/Complesso del Vittoriano Roma).
però non piace a Ignazio: lo
giudica troppo sensuale e
provocatorio e decide quindi di
non pagare il lavoro. Boldini si
rimette all’opera eseguendo una
seconda versione del dipinto, che
questa volta piace a Don Ignazio.
L’opera è presentata alla
Biennale di Venezia nel 1903, ma
nel tempo se ne perdono le
tracce.
A distanza di anni Boldini, su
richiesta della stessa Donna
Franca, riprende la prima
versione del ritratto, conservata
da sempre nel suo atelier,
realizzando il dipinto nella sua
forma definitiva, quella nota a
tutti. Tra il 1927 e il 1928, il
quadro, in seguito alla rovina
finanziaria della famiglia Florio,
viene comprato dal Barone
Maurice de Rothschild; dal 2006
fu esposto a Villa Igiea a
Palermo. Attualmente il dipinto
è coinvolto in una procedura
giudiziaria, ed è eccezionalmente
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prestato alla mostra.
Oltre al celebre ritratto di Franca
Florio, decine di altre tele
straordinarie si possono
ammirare nelle sale della mostra,
che è stata organizzata e
prodotta dal Gruppo Arthemisia
in collaborazione con
l’Assessorato alla Crescita
culturale-Sovrintendenza
Capitolina ai Beni Culturali di
Roma Capitale, sotto l’egida
dell’Istituto per la storia del
Risorgimento italiano e con il
patrocinio del Ministero dei Beni
e delle Attività Culturali e del
Turismo (MiBACT) e della
Regione Lazio.
www.ilvittoriano.com
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