UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI URBINO FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA CORSO DI LAUREA IN SOCIOLOGIA MUSICA E IMMAGINE NELLE PUBBLICITA’ IRONICHE Relatore Chiar.mo Prof. Sampaoli Luciano ANNO ACCADEMICO 2002-2003 Tesi di laurea di Bani Francesca Indice INDICE PARTE PRIMA INTRODUZIONE…………………………………………….p. 1 NON SOLO ANTIFRASI…………………………………..p. 9 Diversi tipi di ironia? Non solo antifrasi- CaratteristicheIronia e discorso ironico- Menzogna, fraintendimento, ambiguità e assurdo- Comprensione- Contesto- Controllo delle emozioni- Piccola appendice letteraria- Piccola appendice mitologica. IRONIA E COMUNICAZIONE………………………..….p. 71 Intenzione, implicito e fallimentocomunicazione obliqua- I messaggi del riso. Ironia come COMUNICAZIONE, PUBBLICITÀ E IRONIA: COMPONENTI COMUNI……………………..p. 87 Ridondanza- Mondo del possibile- Novità- Economicità. PUBBLICITÀ IRONICA E COMUNICAZIONE………………..………………….....…..p. 95 Definizioni ed obiettivi della pubblicità- Lo spot come atto comunicativo- Interazione sociale e negoziazioneConnotazione e Denotazione- Comunicazione e PersuasioneEfficacia- Target- Ridondanza. Indice PARTE SECONDA IMMAGINE E SUONO……………………………………..p. 177 I sensi: ci sono gerarchie?- L’immagine- Comunicazione non verbale- L’espressione del volto- I movimenti del corpoProssemica- Musiche e musicalizzazione- Musica e senso. ANALISI………………………………………………………p. 237 Mentos- Reset- Breezer- Punto- Coca Cola- Peugeot- ArenaAxe- Coop- Whiskas- Sprite- Topexan- 892424- SectorConclusioni. APPENDICI……………………………………………….….p. 419 I Format di comunicazione per gli spot- Tipi di inquadratura, Angoli di ripresa, Movimenti di macchina- Le tecniche. CODICE DI AUTODISCIPLINA PUBBLICITARIA….p. 435 GLOSSARIO……………………………………………….…p. 469 BIBLIOGRAFIA……………………………………….…….p. 489 1 Introduzione INTRODUZIONE Cercando e ricercando testi a proposito delle pubblicità ironiche non sono riuscita a trovare sostanzialmente nulla. Per quanto riguarda i fenomeni ironici in generale, la bibliografia è nutrita unicamente in ambito narrativo. Date queste premesse è evidente come non sia stato facile affrontare tutte e tre le aree di studio unitamente. Soprattutto non è stato semplice comprendere quali fossero i punti d’incontro fra esse, visto che, in un primo momento, sembravano possedere qualità diametralmente opposte. Per cercare di spiegare ciò che avevo solo intuito, e che ancora non si presentava chiaramente nella mia testolina, ho dovuto compiere un vero e proprio “giro dell’oca”, una circumnavigazione, vorticando sino a quando ho raggiunto (o almeno, così mi sembra) l’ambita meta. La successione dei capitoli nella tesi rispecchia proprio questa tendenza. Ho tentato, infatti, di seguire i medesimi passi che io stessa ho dovuto affrontare, in lenta successione, al fine di rendere la lettura il più scorrevole possibile. Nonostante questa scelta, ognuno dei fenomeni analizzati (ironia, comunicazione, pubblicità) è complesso al suo interno, ed è, contemporaneamente, difficilmente sezionabile in aree distinte. La creazione di diverse sezioni dipende, quindi, unicamente da 2 Introduzione necessità di chiarezza, più che da una reale suddivisione dei fenomeni trattati. L’osservazione ha avuto inizio con lo studio delle problematiche riguardanti l’ironia, l’umorismo, il sarcasmo, la menzogna, il fraintendimento, l’ambiguità, l’assurdo, l’ironia del destino, lo humor…tutti vocaboli utilizzati come sinonimi, ma che presuppongono, ognuno, un determinato punto di vista, rivolto ad un comportamento eterogeneo, che ha dato vita ad innumerevoli critiche. Ho potuto, in questo primo capitolo, rilevare come il destinatario giochi un ruolo di prim’ordine, e lo continuerò a ripetere in seguito. La figura del ricevente viene, in questa sede, rivalutata. Non per una sorta di ribellione verso un presunto ruolo passivo ricoperto dallo stesso, ma perché la sua attività cognitiva è necessaria ai fini della buona riuscita di un atto pubblicitario, comunicativo ed ironico. Inoltre ho rivisitato l’importanza del contesto ambientale e sociale (in senso lato), che influisce sul sistema di attese del destinatario della comunicazione, e che, molto facilmente, sarà disatteso proprio per dar vita ad un’azione divertente. Il secondo capitolo si presenta come un’estensione del primo. Più in profondità, mi sono soffermata sugli aspetti relazionali dell’ironia, in particolare intesa come ricorso principale ad una forma peculiare di comunicazione: quella obliqua. Ho potuto, in questo modo, vagliare una vera e propria classifica di azioni e reazioni ad eventi potenzialmente ironici. 3 Introduzione Il terzo capitolo, viste le scarse dimensioni, potrebbe apparire poco rilevante. È invece un fondamentale raccordo con il mondo pubblicitario, ed un primo chiarimento verso gli aspetti che più mi stanno a cuore, e che più influiscono sul discorso nella sua totalità. Il quarto capitolo è, a mio avviso, degna conclusione dei primi tre. In esso fornisco, oltre che nozioni generiche circa la pubblicità, elementi indispensabili per comprendere come possano coesistere due fenomeni tanto diversi come l’ironia e la comunicazione, e come tale unione possa esprimersi in modo vincente ed efficace nella pubblicità stessa. In parte riprendo alcuni argomenti trattati in precedenza, per approfondirli e renderli chiari da punti d’osservazione differenti. Posso affermare che la bibliografia in tema di comunicazione (ma anche di comunicazione pubblicitaria) non manca, per questo ho deciso di affrontare analisi di autori che vengono solo accennati nei manuali. La scelta, per esempio, è ricaduta su Kapferer per la concezione che Egli ha del destinatario di pubblicità, cioè attiva, in totale accordo con la mia. Seppur sembra mi sia dilungata eccessivamente, un’“introduzione” tanto estesa non è casuale. Prepara alla seconda parte, quella che si fa più interessante e curiosa. Tutti gli aspetti, le considerazioni, ma anche gli insuccessi incontrati nelle fasi precedenti, concorrono per conferire corposità a questa sezione. Ho iniziato col prendere in esame disparate concezioni, 4 Introduzione formulate da Autori differenti, in epoche altrettanto diverse. È interessante notare come alcune diatribe aperte secoli fa siano tuttora estremamente attuali, sebbene la forma sotto la quale gli eventi si presentano ai nostri occhi (non ho detto orecchie, sig!) abbia subito rilevanti mutamenti. Nel capitolo Analisi si passa alla fase sperimentale vera e propria. Da quanto ho scritto il lettore avrà ben compreso come anche la parte prima sia definibile attraverso il medesimo aggettivo. Diciamo allora che sto per passare a descrivere la parte sperimentale nel senso tradizionale attribuito al termine. Per poter comprovare o meglio comprendere ciò che avevo potuto stimare in via “teorica”, ho deciso di analizzare degli spot. Credo che per molti lettori questa sia la lettura più simpatica di tutto il testo. Inoltre è resa gradevole nel momento in cui sia possibile visionare gli spot stessi. Per supplire ad un’eventuale mancanza del supporto audiovisivo (che, comunque, continuo a ritenere necessario) ho creato degli storyboard ad hoc, in modo da rendere più chiaro un fenomeno che è impensabile comprendere unicamente facendo ricorso al codice verbale scritto (o parlato). Ho creato un sistema di segni per descrivere l’andamento del registro sonoro. Un’introduzione ed una scheda tecnica spiegheranno i vari aspetti, nonché le curiosità, dei diversi messaggi pubblicitari. Conscia dell’inadeguatezza del supporto cartaceo per sviluppare una sperimentazione simile, spero comunque di essere riuscita a 5 Introduzione diminuire le distanze verso un’adeguata comprensione dei fatti esposti. Un necessario avvertimento: le pubblicità in analisi sono unicamente commerciali. Mi spiego meglio: sponsorizzano un bene o un servizio per venderlo o farlo conoscere (o cambiare gli atteggiamenti dei telespettatori). Non si tratta, in altre parole, di pubblicità progresso, o di comunicazioni sociali. Il fine ultimo dell’elaborato è la volontà di prestare maggior attenzione al rapporto esistente fra registro sonoro e registro visivo, fra musica/suoni/rumori ed immagini. Troppo poco se ne discute e, visto il materiale che (non) ho potuto trovare, nulla è stato detto in merito, rivolgendosi a questi due aspetti in modo esclusivo. Certo, ho dovuto operare scelte opinabili, come quella di tener poco conto del registro verbale (scritto o parlato). Ho dovuto affrontare anche non poche difficoltà metodologiche. Spero, in ogni caso, che questo lavoro sia il primo di tanti. Spero di aver gettato il sasso nel punto esatto dello stagno, così come mi auguro che molte eco possano esserne generate. 9 Non solo antifrasi NON SOLO ANTIFRASI. DIVERSI TIPI DI IRONIA Sull’ironia molto è già stato scritto (sebbene non sembri ancora sufficiente) eppure la maggior difficoltà rimane quella, paradossalmente, di una sua puntuale definizione. Le differenze riscontrabili nei più disparati tentativi di classificazione dei caratteri cui dovrebbe rispondere un testo (in senso largo) ironico, sono state imputate sia alle condizioni metodologiche d’analisi, sia a dissimili ambienti d’appartenenza, nonché ai diversi rami d’applicazione delle osservazioni stesse. Letterati, filosofi, sociologi, psicologi e antropologi propongono, in realtà, un’ampia gamma di punti di vista, d’approcci verso questo fenomeno che si riscopre essere notevolmente “serio”. Tutti con la consapevolezza che gli studi in merito muovono i primi passi ed altrettanto consci dell’estrema eterogeneità dell’oggetto d’indagine. Per poter meglio comprendere quanto l’argomento sia multiforme ne ripercorro, come si suol dire, a volo d’uccello, studi già pubblicati. La prima grande ripartizione, se così posso affermare, è quella fra ironia sarcastica ed ironia bonaria, ed è molto importante perché, seppur con termini diversi, designa quelle che, sin dall’antichità, sono state osservate e studiate come famiglie distinte proprie della commedia. In Infantino la prima delle due viene definita come un modo di esprimere critica mediante 10 Non solo antifrasi parole di elogio. Attraverso una formulazione ironica posso permettermi di umiliare qualcuno senza compromettermi eccessivamente. Non si tratta solo della classica “frecciatina”, ma anche di giudizi o apprezzamenti decisamente pesanti. Nel secondo caso, invece, ricorriamo ad un elogio mediante parole di critica. Solitamente questa strategia permette di mantenere o creare un legame emotivo con l’interlocutore (legame che si presenterà secondo vari gradi d’intensità). Sempre in Infantino è contenuta una’originale proposta d’indagine: il modello dell’ironia come gioco di scherma. Si può così riassumere: 11 Non solo antifrasi 1° FASE Retroterra relazionale - testuale - contestuale 2° FASE Evento focale 3° FASE Commento dialogico - verbale - non verbale Fraintendimento 4° FASE Effetto ironico Disconoscimento Touchè Schema n°1 12 Non solo antifrasi Background: conoscenze condivise da emittente e ricevente (che possono essere individui singoli o gruppi). Effetto focale: è l’enunciato ironico in quanto tale. Infantino considera quindi l’ironia come un processo comunicativo in cui l’indispensabile è <<mettersi in relazione>>, indipendentemente dalle peculiarità della relazione sessa. Effetto ironico: in quanto strategia, rivolgendoci allo sviluppo storico dei modelli di comunicazione, viene ribadita l’importanza del destinatario. Quest’ultimo non è mai considerato passivo a priori (nemmeno negli altri testi). Lo diventa unicamente nel caso in cui non comprenda d’essere vittima di scherno. Questa quarta fase presuppone perciò l’attività del destinatario come decisiva per la riuscita del processo ironico e, in ogni caso, per il suo sviluppo. <<L’ironia è senza dubbio un gioco fondato su un’arguta intelligenza.>>1 Già il titolo del paragrafo evidenzia come la più comune definizione d’ironia sia associata a quella, propriamente retorica, dell’antifrasi. 1 Infantino MG., L’ironia: L’arte del comunicare con astuzia, Milano, Xenia, 2000. 13 Non solo antifrasi <<Enunciato usato ironicamente con un significato contrario a quello suo proprio […]>>2 Nei vari autori ritrovo frequentemente la precisazione secondo cui accomunare i due termini e, dunque, i due processi, sia alquanto riduttivo. Sempre nel testo della Infantino ne vengono descritte numerose sfaccettature: scherzo, sarcasmo, iperbole, domande retoriche, fare il “finto tonto”, parole che veicolano elogio diretto, parole che veicolano una critica diretta, modalità aggressive, modalità giocose, modalità d’affiliazione. E ancora numerose sfumature di senso dai confini incerti quali l’antifrasi sarcastica (invettiva), l’ironia sarcastica sfumata (scherzosa), l’elogio scherzoso, l’antifrasi bonaria, l’ironia bonaria sfumata, il biasimo diretto ed, infine, la critica scherzosa. Da non dimenticare l’autoironia e l’ironia della sorte. Jankélévitch mantiene la nostra attenzione incentrata sul carattere “plurale” del fenomeno. Egli considera l’ironia ineffabile; <<[…] non se ne può analizzare la struttura, ma se ne può senza dubbio descrivere l’aspetto esteriore […]>>3. 2 DISC Dizionario Italiano Sabatini Coletti, Firenze, Giunti Editore, 1999 (seconda edizione). 3 Jankélévitch V., L’ironie, Paris, Flammarion, 1964. 14 Non solo antifrasi Rimaniamo sempre nell’ambito della comunicazione, seppur sotto forme particolari, perché, secondo l’Autore, con l’ironia si comunica senza comunicarsi. Rimane fondamentale il backgorund, l’ambiente sociale, ed, ancora, diversi registri: la pantomima ironica (espressa tramite gesti), l’ironia plastica (disegna caricature), l’ironia del linguaggio scritto o parlato (più sfumata e malleabile). Egli presuppone, inoltre, l’esistenza di un interlocutore attuale o virtuale. Per Bergson è comico tutto ciò che è, contemporaneamente, meccanico. <<Noi ridiamo ogniqualvolta una persona ci dà l’impressione di una cosa.>>4 Tale irrigidimento riguarda, oltre i movimenti del corpo, anche il rapporto con la vita sociale, comprende cioè quegli uomini che seguono il loro cammino isolati da tutti gli altri. Inoltre l’automatismo ben si adegua a coloro in cui la persona si confonde con la funzione che esercita. <<C’è dunque naturalmente una riconosciuta, parentela tra naturale, queste due immagini che noi accostiamo l’una all’altra, lo 4 Bergson H., Il riso: saggio sul significato del comico, Milano, Rizzoli, 1961, trad. it.. 15 Non solo antifrasi spirito che si immobilizza in certe forme, il corpo che si irrigidisce secondo certi difetti.>>5 La tipologia che emerge da Bergson è del tutto peculiare, in sintonia con le affermazioni riportate: il diavolo a molla (visione di una forza che si ostini e di un’altra caparbietà che la contrasti); il burattino con i fili; la palla di neve. Ripetizione, inversione e interferenza della serie costituiscono i procedimenti primari del comico. Caratteristiche Credo sia ora necessario passare ad analizzare proprietà che, secondo i diversi autori, rendono ironico un testo. Come punto di partenza ricorro alla tesi di Ceccarelli, risultato del connubio fra visione biosociale e visione antropologica. L’Autore si preoccupa soprattutto di puntualizzare quali siano le distinzioni fra riso e sorriso attraverso l’unico percorso d’osservazione ritenuto metodologicamente corretto: quello del direttamente osservabile.6 Scopo del testo è lo studio del comportamento del riso/sorriso, 5 Bergson H., Il riso: saggio sul significato del comico, Milano, Rizzoli, 1961, trad. it.. Per ulteriori approfondimenti vedi Ceccarelli F., Sorriso e riso: saggio di antropologia biosociale, Torino, Einaudi, 1988, pp. 8-9. 6 16 Non solo antifrasi cioè del movimento espressivo oggettivamente rilevabile. Ciò non mi permette, se non indirettamente, di definire quali siano le caratteristiche che dovrebbe avere un’opera ironica. In realtà questa via sembra chiusa non appena riconosco nell’oggetto d’analisi il carattere tipico dell’opera d’are che, in quanto frutto di creatività, difficilmente è sottoponibile ad un’autopsia/ricostruzione del genere. Ma torniamo a Ceccarelli. Nella seconda parte del testo egli riporta una rassegna stilata da James Sully cui faccio rapidamente riferimento: insolito, deformità e deviazione da una forma tipica (fisica), deformità morale (vizi), infrazione all’ordine e alle regole, piccole disgrazie, incidente e osceno, smascheramento delle false apparenze, ignoranza e goffaggine, due o più cose messe in relazione o comparazione fra loro sconvenientemente (assurdo), giochi di parole e battute di spirito amene. Ritengo l’elenco alquanto esaustivo. Ad alcuni di questi generi si rifà Bergson, per esempio ai vizi (in particolare alla vanità) e alla deformità7. Ma anche resoconti di altri autori possono facilmente rientrare in quest’elenco. Vediamone alcuni. Torno al testo di Jankélévitch. Secondo il filosofo francese (sempre che non sia troppo riduttivo definirlo) l’ironia incarna la capacità di combinare gli opposti, facendo scontrare parole e qualità eterogenee. Probabilmente è proprio l’opposizione del materiale modellato a determinare la difficoltà classificatoria. Per chiarire il pensiero di Jankélévitch le 7 Bergson H., Il riso: saggio sul significato del comico, Milano, Rizzoli, 1961, trad. it.. 17 Non solo antifrasi sue parole sono illuminanti, mi si perdoni, perciò, la lunga citazione. <<E poco importa se tutte le legislazioni offerte dall’ironia si sgretolano una dopo l’altra sotto l’effetto di un’ironia nuova: in questo massacro delle legalità costituite una legittimità costituente, un ordine profondo vengono alla luce, e si possono intuire nella convergenza stessa delle negazioni raddoppiate. Come la coscienza infelice trova sempre il nodo di accrescersi nella propria infelicità, così le negazioni più categoriche disegnano ancora un certo ordine positivo che sopravvive alle cose ordinate. L’unità non è mai qui o là, ma sempre “sul passaggio” […]>>8. E ancora: <<Tutto si trasforma, tutto è mobile, fluente, cangiante. L’ironia protesta contro il razionalismo statico e rende omaggio alla temporalità della vita […]>>9 8 9 Jankélévitch V., L’ironie, Paris, Flammarion, 1964. Ibid. 18 Non solo antifrasi Ironia e dis corso ironico Le difficoltà nel definire cosa sia ironico si ripercuotono anche sulla capacità di parlare dell’ironia. Ma carattere e relative conseguenze cambiano forma. Parlare (così come analizzare) la comicità, sotto tutti i punti di vista, la distrugge. Qualsiasi tentativo di cogliere le componenti di quel fenomeno che raggiunge ogni ambito del vissuto (pubblicità inclusa) comporterà necessariamente una sua banalizzazione. <<Qui sta il paradosso fondamentale: l’ironia non è definibile secondo modelli perché è basata sulla incompletezza dell’informazione, mentre l’analisi del discorso ironico non può procedere senza modelli.>>10 E’ forse la già citata peculiarità d’opera d’arte a renderne inintelligibili le recondite profondità: <<Nel dichiararsi fantastica –cioè nell’essere onesta circa la propria qualifica– l’opera d’arte si nega alla fantasia. Nel dichiararsi ironica –cioè nell’essere onesta circa la propria intenzione– 10 Almansi G., Amica Ironia, Milano, Garzanti, 1984. 19 Non solo antifrasi l’opera d’arte o l’opera letteraria si negano all’ironia.>>11 L’unica via per l’opera d’arte che voglia essere ironica sarà quella di non mostrarlo. Un mascheramento dentro il mascheramento (ma non per questo finzione al quadrato!). Inoltre, spesso, gli strumenti a disposizione dello studioso che si è voluto cimentare in tale impresa si sono rivelati insufficienti; ed anche quando un’analisi riesce, contemporaneamente svanisce la capacità di straniamento tipica dei fenomeni ironici. Forse perché, ed è ciò che più mi affascina, ci sono espressioni del comico che non si possono ricondurre a schemi del tipo: causa effetto. L’essenza del ridere appare in sé stessa, secondo un processo autopoietico. L’ironia è. Anche la descrizione di Jankélévitch mi porta ad avvalorare questa tesi: l’inafferrabilità e la duttilità dell’oggetto in questione; la sua capacità di unire i contrari, la sua pluralità e leggerezza ne fanno un genere atipico e diffidente verso meticolosi esami. <<L’ironia è l’imprevisto e il paradosso.>>12 <<[…] tutto può essere ironico, e nulla lo è con certezza.>>13 11 Ibid. Jankélévitch V., L’ironie, Paris, Flammarion, 1964. 13 Mizzau M., L’ironia: la contraddizione consentita, Milano, Feltrinelli, 1984. 12 20 Non solo antifrasi La questione si fa ardua (sig!). Il discorso è di per sé unità (?) complessa. Il processo comunicativo anche. L’ironia, beh…Che qualcuno ce la mandi buona!!! Prima di passare alle funzioni che un discorso divertente svolge, aprirò gli occhi su un nuovo panorama: quello che mi permette sia di risolvere alcune imprecisioni nel considerare l’ironia (ed, effettivamente, anche la comunicazione ed in particolare quella pubblicitaria), sia di chiarirne alcuni meccanismi tipici. Menzogna, fraintendimento e ambiguità <<Non è il linguaggio che differenzia l’uomo dagli altri animali […], ma la capacità di servirsi del linguaggio per dire delle cose non vere (forse questa è la caratteristica precipua del linguaggio umano a differenza del linguaggio animale). L’uomo è soprattutto un animal mendax: e l’arte di mentire non ha mai conosciuto nessuna decadenza […]>>14 14 Almansi G., Amica Ironia, Milano, Garzanti, 1984. 21 Non solo antifrasi Nell’evoluzione seguita dai modelli di comunicazione osservo un notevole arricchimento. Cominciando da Laswell, passando per Shannon e Weaver, Gerbner, Newcomb, Wesley e MacLean, Riley e Riley, Schramm, Berlo ed, infine, Jakobson il puadro diviene più completo. Vorrei, fra gli altri arricchimenti, dedicare ora un occhio di riguardo ai processi di feedback e di menzogna, fraintendimento e ambiguità. Menzogna Lo sviluppo degli studi concernenti i fenomeni comunicativi prosegue di pari passo con il cambiamento d’opinione verso i partecipanti all’interazione. Infatti, da passivi quali erano, emittente e ricevente, diventano attivi. Ma, soprattutto, diviene dialogico il reciproco scambio di informazioni (messaggi) fra i due. In realtà già i modelli più elementari di comunicazione ci permettono, seppur a “livello macchina”, di cogliere un fenomeno molto importante: la presenza di rumore. Se in Shannon e Weaver questo disturbo era attribuito a condizioni fisiche dei canali di emissione/ricezione, nelle relazione umane sono decisamente più frequenti i casi di menzogna, fraintendimento e ambiguità. Cito la presenza di questi elementi in particolare per poter comparare il diverso ruolo che giocano in 22 Non solo antifrasi due sfere: quella comunicativa, appunto, e quella ironica. Sovente, infatti, uno scambio di informazioni viene giudicato efficace nel momento in cui forma e contenuto del messaggio emesso vengono recepiti in toto dal destinatario. Nell’ironia il processo è differente: pur rimanendo invariato il contenuto (il messaggio-comico) cambia, e di molto, la forma. È sufficiente dare nuovamente uno sguardo alle diverse tipologie d’ironia per notare come le forme dell’espressione siano fondamentali. Dicevo: il contenuto non cambia. Ceccarelli rileva come il messaggio veicolato dal sorriso sia univoco ed esplicito. Se l’intenzione dell’emittente può essere menzognera, il ricevente la interpreterà comunque come amichevole. Secondo l’Autore, infatti, elemento caratterizzante il sorriso è proprio la volontà di comunicare amicizia, creare intimità fra gli attanti. La menzogna, dunque, non è propria dell’ironia. Lo scenario cambia aspetto solo nel momento in cui percepiamo la volontà d’inganno: in questo caso, però, il volto del parlante si atteggerà diversamente, osserveremo cioè espressioni facciali, per così dire, “miste”. Il testo ironico non potrà essere soddisfacente ed efficace senza la presenza dell’ambiguo. Il grande paradosso della comunicazione scherzosa credo sia proprio questo: la capacità di amalgamare due forme di espressione (apparentemente) così distanti. 23 Non solo antifrasi <<Ogni forma di comunicazione diventa adulta solo allorquando può inglobare la doppia possibilità della menzogna e dell’ambiguità.>>15 Scopo della menzogna è l’inganno, e perché possa essere efficace tale inganno deve essere abilmente celato agli occhi del destinatario. Nulla deve rivelarne il vero senso. Nell’ironia il mascheramento deve essere, invece, percepito: mascheramento valido unicamente grazie ad un successivo e necessario smascheramento. <<Nell’ironia il locutore copre apertamente il proprio messaggio letterale per essere scoperto nella sua intenzione comunicativa.>>16 In questo senso l’ironia implica condivisione. La menzogna, al contrario, esclusione. La prima ci permette di instaurare relazioni paritetiche. Le gerarchie cadono o, dove siano fortemente istituzionalizzate, ne vengono levigati gli spigoli. <<[…] poiché l’Ironia […] ottiene quel sorriso d’intelligenza e d’amicizia che significa la conversione 15 16 dell’egoismo imbecille Ibid. Infantino MG., L’ironia: L’arte del comunicare con astuzia, Milano, Xenia, 2000. in 24 Non solo antifrasi benevolenza, che pone termine al tempo della collera e della frode.>>17 Ironista ed ironizzato cooperano per la riuscita del processo di comunicazione. In questo senso l’ironia crea una situazione di condivisione della verità (ed è proprio qui che se ne ricava una, e forse fondamentale, differenza dalla menzogna). Rimando ad un capitolo successivo un trattamento il più possibile esaustivo delle interazioni fra comunicazione e ironia. Fraintendimento Sia secondo il filosofo Jankélévitch, sia secondo Almansi, il fraintendimento insito nei rapporti scherzosi è necessario alla comprensione. Senza di esso cadremmo non solo nella monotonia ma, e soprattutto, nell’impossibilità di chiarirci, spiegarci, comprenderci al meglio. La presenza di quest’elemento non è casuale, tant’è vero che costituisce da sé una vasta gamma dei volti con cui l’ironia ci si presenta. Lo scherzo, la burla, il sarcasmo…sono caratterizzati da duplicazione: dei ruoli attanziali, dei significanti, dei media (umani e non, verbali e non) con cui si manifestano. Significante e significato, forma e 17 Jankélévitch V., L’ironie, Paris, Flammarion, 1964. 25 Non solo antifrasi contenuto, messaggi letterali ed intenzioni celate: è il contrasto stridulo e quanto mai polifonico fra queste coppie a creare fraintendimento. La duplicazione ironica, secondo Mizzau, crea confusione in due sensi: possiamo non comprendere l’ironia ma anche, all’opposto, attribuire significati reconditi laddove dovremmo semplicemente accogliere il senso letterale di un enunciato. Bergson, a proposito d’incomprensione, fa riferimento al quiproquo: <<Una situazione è sempre comica quando appartiene contemporaneamente a due serie di avvenimenti assolutamente indipendenti, e può interpretarsi ogni volta in due sensi del tutto differenti.>>18 Questo tipo di equivoco, dice l’Autore, non è comico per se stesso, ma perché rivela l’incidenza di due processi indipendenti. L’ironista deve essere in grado di attirare la nostra attenzione su questo duplice fatto: indipendenza e coincidenza. Da un punto di vista più strettamente antropologico il malinteso può essere considerato come una possibilità offerta a culture diverse per incontrarsi, conoscersi, comprendersi. Contemporaneamente permette una puntuale definizione delle rispettive identità. Il malinteso diviene occasione per creare un 18 Bergson H., Il riso: saggio sul significato del comico, Milano, Rizzoli, 1961, trad. it.. 26 Non solo antifrasi testo attraverso un’opera di traduzione fra “lingue” lontane. Così come l’ironia può essere compresa operando tramite scansione temporale, anche l’istantaneità del malinteso troverà soluzione con lo scorrere del tempo. E, come l’assurdo, per potersi rivelare ai nostri occhi nel suo massimo splendore, deve coglierci impreparati. <<Quello che è in ballo nel malinteso non è l’erogazione, ma gli “erogatori” come se essi sono e come si pongono l’uno nei confronti dell’altro.>>19 Ambiguità e assu rdo Ho l’impressione di camminare su un terreno instabile, come se fossi in un trenino fantasma del Luna Park. E scopro che ancora non è finita! Infatti sulla complessità del fenomeno ironico “grava” un’ulteriore componente: l’ambiguità. Anch’essa è duplice: può essere sia intenzionale (da parte dell’umorista), sia inintenzionale (da parte del ricevente/oggetto di burla). Per quanto riguarda la pubblicità credo che il primo caso sia il più frequente. Ma se il nostro sguardo si sposta dal risultato del 19 La Cecla F., Il malinteso: antropologia dell’incontro, Roma, Laterza, 1997. 27 Non solo antifrasi lavoro d’agenzia (il commercial, appunto) a quello dello spettatore…beh…non tutti gli spot ci sono chiari! L’assurdità, strettamente legata all’ambiguità del messaggio, è derivazione del comico. <<Essa (l’assurdità) non è causa, ma effetto –effetto molto speciale, in cui si riflette la natura speciale della causa che lo produce.>>20. Ciò che l’assurdo ci rivela a proposito dell’ironia è: più sarà improvviso ed inaspettato il vero senso della comunicazione, più avremo effetti soddisfacenti. Unendo il non-previsto all’assurdo saremo di fronte all’apoteosi dell’ambiguità. Fondamentalmente a cadere sono i nostri sistemi di aspettative di fronte alla compresenza di poli opposti. Per poter risolvere questo rebus sarà necessario compiere a ritroso il percorso già calcato dall’ironista. Comprensione La riuscita delle comunicazioni ironiche dipende, quindi, in larga misura, dal ricevente (sia esso oggetto di burla o meno). Il suo compito fondamentale è tanto semplice quanto irto d’ostacoli: comprendere. Mi si permetta qualche passo indietro. Ho definito l’ironia come una forma d’espressione artistica (e da qui la difficoltà di circoscriverne le componenti in modo puntuale). 20 Bergson H., Il riso: saggio sul significato del comico, Milano, Rizzoli, 1961, trad. it.. 28 Non solo antifrasi Ritengo, inoltre, che capacità sbalorditiva di quest’ultima sia composta da due fasi: decontestualizzazione e ricontestualizzazione (né più né meno ciò che avviene per meticolosi allestimenti in museo). Bene, questi due passi appartengono anche alla capacità di comprensione del destinatario di messaggi ironici. Egli deve poter cogliere senso letterale; elaborarlo adattandolo al maggior numero possibile di variabili situazionali; ricomporlo. La comicità sembra particolarmente “tagliata” per includere questa possibilità come elemento fondante suo proprio. Infatti ci permette, solitamente, di prendere le distanze (emotivamente parlando) dal referente dell’enunciato in modo tale da poterlo manipolare ben benino. Se il coinvolgimento fosse troppo alto, cadremmo vittime impotenti di un gioco. Potrei esprimermi così: Il riso è segno di comprensionela conoscenza porta allo smascheramento Riporto le parole di Jankélévitch, chiarificatrici a tal proposito: <<[…] l’ironia non vuole essere creduta, ma compresa. Cioè “interpretata”. L’ironia ci dà ad intendere non quello che dice, ma quello che pensa; da guida esperta, fa in modo che si creda a 29 Non solo antifrasi ciò che si insinua o lascia intendere; persino nelle sue simulazioni non dimentica di metterci sulla buona strada, fa quanto basta perché si risolvano i suoi trasparenti criptogrammi.>>21 E ancora: <<Comprendere è smascherare […]>>22 Le operazioni di smascheramento verranno trattate nel capitolo su comunicazione e ironia. Contesto Necessaria condizione ai fini della comprensione è la preesistenza di un contesto entro cui la relazione ironica avvenga. Con contesto intendo indicare sia la situazione sociale (nel senso ampio del termine) al momento dell’interazione, sia l’insieme dell’enciclopedia condivisa dagli attori. Lo scenario ambientale determina, in primo luogo, le caratteristiche adatte al comico. 21 22 Jankélévitch V., L’ironie, Paris, Flammarion, 1964. Ibid. 30 Non solo antifrasi Ciò sia dal punto di vista dell’espressione (come manifestiamo agli altri questo tendere all’amicizia), sia considerando quali siano le prescrizioni dettate dai modelli culturali. Una certa capacità di movimento indipendente da parte del singolo (o gruppo) rimane comunque e non potrà venir limitata né da restrizioni sociali né da restrizioni biologiche. Secondo Ceccarelli le relazioni sociali del riso sono rappresentabili attraverso il seguente schema: Due fasi non sociali Una fase sociale Fase S Fase E Fase R Fase A-A Le tre fasi non sociali Schema n°2 Riassumendo il modello (presentato secondo una visione del fenomeno sorriso/riso letta attraverso gli occhi dell’antropologia biosociale): 31 Non solo antifrasi Fase E o fase degli estranei: è postulata la possibilità che i soggetti partecipanti all’interazione non si conoscano, e siano unicamente in contatto visivo/uditivo. È in questa fase che s’inserisce il risibile (l’oggetto o avvenimento di riso). Fase R o fase del riso: è la fase esilarante vera e propria. Fase S o FASE SOCIALE: l’oggetto di riso riconosce la sua funzione e ricopre il ruolo dettato dalla situazione. Si è creata una relazione sociale. Fase A-A o FASE ASOCIALE-AGGRESSIVA: l’oggetto di riso non accetta la propria parte e si può anche giungere ad uno scontro. Sebbene le peculiarità dei vari messaggi lanciati durante quest’interazione siano interessanti, non è questa la sede per trattarle23. Vorrei unicamente porre l’attenzione sul riconoscimento dell’ironia come processo che crea una relazione sociale. Il contesto entro cui l’ironia si situa la determina, ma, immediatamente, viene arricchito da un ulteriore contesto: quello creato dall’ironia stessa. Oso, così, definire il comico in rapporto all’evento complessivo (da cui è generato e che, a sua volta, genererà) una metaironia. La relazione fra i due elementi diviene fondamentale nei casi in cui le aspettative (sociali) vengano disattese attraverso l’azione comica. Questo avviene perché 23 Vedi il capitolo Ironia e Comunicazione. 32 Non solo antifrasi determinate norme e convenzioni che trovano origine nella vita collettiva (quella trasmessa, quella tradizionale, e quella, più ristretta, dettata da ritmi quotidiani) c’inducono a derivare un limitato raggio di possibili conseguenze. Bene, l’ironia è personificazione, all’opposto, del mondo del possibile. Cromatismo digitale, polifonia d’eventi. Come sottolinea Bergson, questa “eco” non si protrarrà, però, all’infinito. Il riso sarà sempre riso di gruppo, contenuto entro un cerchio ben definito. Goffman, a proposito dei giochi d’espressione, considera la <<sincerità>> come la più grande aspettativa sociale: pensiamo, infatti, che mentre qualcuno ci parla sia facile comprenderne le intenzioni (nel caso in cui non fossero sincere), grazie alle informazioni veicolate dal corpo. Esistono sia norme sociali in grado di vietare l’inibizione dell’espressione e della comunicazione, sia regole le quali proibiscono messaggi insinceri. Nel gioco il contesto rappresenta un vincolo di carattere generale. Controllo delle emozioni È indubbio che l’ironia ci permetta di compiere svariate operazioni. La prima, e più importante, è quella di controllare le emozioni. Per “controllare” intendo, in senso positivo/attivo, 33 Non solo antifrasi direzionare gli stati d’animo per esprimerli in modo conveniente. In tal senso, il ricorso a generi discorsivi “seri” risulterebbe inopportuno. Mizzau parla, a tal proposito, dell’ironia come <<modalizzatore del discorso>>. Vediamo, quindi, alcune delle situazioni in cui tono e ragionamento scherzoso possono correre in nostro aiuto. Innanzitutto consentono di esprimere ciò che, attraverso mezzi “normali”, risulterebbe difficilmente palesare. È un po’ quello che accade quando ricorriamo ad inflessioni dialettali. Con questa tecnica “coloriamo” l’enunciato conferendogli sottili sfumature ed, inoltre, ne aumentiamo la saturazione, lo enfatizziamo. Probabilmente, per ottenere lo stesso effetto, dovremmo altrimenti ricorrere a giri di parole, sintassi difficoltose, che farebbero perdere vivacità al senso del messaggio. Ci si presenta un’altra possibilità e riguarda la capacità di mettere in atto meccanismi di valorizzazione di se stessi e del proprio ambiente relazionale, cercando di dare una determinata immagine di sé. Ma anche di difesa; è il caso della prudenza egoista, che ci rende immuni da esaltazione. E riguarda anche i casi in cui, offendendo, manteniamo aperto uno spiraglio che ci permetta di fuggire da eventuali conseguenze. Solitamente questo gioco avviene grazie al ricorso ad un alto gradiente d’ambiguità. L’ironia ci permette di non essere oltraggiosamente cervellotici, di evitare di ragionare e ragionare e ragionare…è un’arte leggera che, in questi termini, si oppone alla pesantezza 34 Non solo antifrasi della menzogna e della serietà. Così avviene nel <<silenzio ironico>> per Jankélévitch, un silenzio che porta vittoriosa la giustizia con un’ingiustizia che muore per aver avuto troppa ragione. <<Questo pròsopon “viso”, che si definisce come ciò che viene proiettato sotto gli occhi degli altri può, ovviamente, velarsi, dissimularsi, truccarsi, nascondersi, rifiutarsi, situazioni che hanno sempre un loro significato. Ma non ha in sé come funzione quella di occultare. È, al contrario, il rivelatore diretto dei sentimenti, dei pensieri e del carattere.>>24 Riprendendo il discorso riguardante la caduta dei ruoli gerarchici, la battuta di spirito consente la violazione di divieti verbali altrimenti inesprimibili proprio a causa dell’asimmetria esistente fra i ruoli. All’opposto facilita le persone nel rivestire ruoli pubblici. In campo, per così dire, neutro, lo scherzare rivela un’abilità nel tenere sotto controllo la situazione. 24 Bettini M., La maschera, il doppio e il ritratto: strategie dell’identità, Roma, Laterza, 1991. 35 Non solo antifrasi L’ironista è colui che, da bravo burattinaio, giostra i personaggi sulla scena dell’azione ironica. Determina turni di battuta, rovesciamento nelle parti, eventuali esclusioni e successivi rientri. Certo, si può anche creare distacco, soprattutto nel caso in cui si faccia del sarcasmo. Poi, sempre in relazione al tipo di situazione in cui s’inserisce, ci viene in soccorso al fine di controllare l’irruenza delle passioni, scansando qualsiasi espressione esteriore che potrebbe apparire come emotività romantica. Nella direzione opposta ci rivolgiamo al sorriso (o al riso) per nascondere eccessiva timidezza. In forme peculiari, quali il cinismo, ritroviamo la volontà di ostentare distacco emotivo. In tal senso tendiamo sia a rendere insignificante l’ostacolo (riducendone drasticamente l’importanza) sia a banalizzarlo (evidenziandone caratteristiche tipicamente soggette allo scherno, o, eventualmente, creandone di nuove). L’ironia è, comunque, il mezzo più efficace per creare familiarità, intimità, legame. È il campo dell’elogio ironico: crea un’aria di condivisione che sarebbe alquanto fredda e sterile (dal punto di vista dei rapporti umani) ricorrendo ad un complimento di circostanza. Ora sono giunta al punto che mi appare più ricco di implicazioni con il mondo pubblicitario (non che gli altri non lo siano). Ricorro all’ironia per evitare di dire ciò che è palese, scontato, 36 Non solo antifrasi ovvio (e magari un po’ bruttino, come: “Comprate!”). Ciò che la pubblicità vuole raggiungere, ben si sa, è la vendita. Conseguita (ed inseguita) ormai attraverso le più svariate forme di comunicazione, sta cercando nuovi volti. Sebbene il genere “Comica” (tipo “scivolone sulla buccia di banana”) sia presente sui teleschermi da tempo, credo sia in atto una piccola rivoluzione. Il modo di ridere è cambiato, nonostante la torta in faccia riesca ancora a far traboccare i nostri occhi di lacrime. Il nuovo bersaglio è un ridere ottenuto attraverso l’assurdo (la cui strada incrocia spesso la seduzione ed il sesso, i tabù più martellati dal testo umoristico). Nell’opera ironia/pubblicità (decisamente un nuovo genere) riscontro il carattere che Jankélévitch ha attribuito alla prima: è l’arte di sfiorare. <<L’ironista non vuole essere profondo; non vuole aderire né pesare; ma tocca il pathos con una tangenza infinitamente leggera, e quasi imponderabile […]>>25 Se così non fosse, saremmo veramente fatti preda di spot sempre più pesanti, più cervellotici, dove le informazioni sui prodotti scoppierebbero dallo schermo per un’eccessiva compressione. Non è menzogna, non siamo spettatori passivi: quella è pubblicità, e lo comprendiamo abbastanza bene da poter anche 25 Jankélévitch V., L’ironie, Paris, Flammarion, 1964. 37 Non solo antifrasi ridere un po’. L’eccessiva serietà, priva d’ambiguità, diretta, grave…non credo sia sempre la miglior strategia per ottenere buoni risultati commerciali. 38 Non solo antifrasi PICCOLA APPENDICE LETTERARIA Uno st rano parallelismo? La pubblicità e Aristotele L’imitazione Aristotele, nella Poetica, considera tutte le attività poetiche come forme d’imitazione. Questa affermazione può essere ben applicata anche alle modalità caratterizzanti gli spot pubblicitari. La pubblicità, infatti, è sì costituita da peculiarità proprie, ma soprattutto da una grande capacità e propensione ad accogliere generi appartenenti al più ampio spettro televisivo. Potremmo quindi considerare la pratica pubblicitaria come uno specchio, più o meno fedele, di ciò che è presente sul piccolo schermo. Quello che mi interessa sottolineare maggiormente è come la varietà di format degli spettacoli televisivi abbia oggi trovato pieno spazio anche nei messaggi promozionali. Cinema, teatro, soap opera, videoclip, editoriali, varietà, animazione… sono anche format tipici della pubblicità. <<[…] ed è appunto lo stil macaronico: creazione arbitraria, contaminazione mostruosa di diversi elementi del materiale conoscitivo.>>26 26 Pirandello L., L’umorismo, 1908, parte I, IV 39 Non solo antifrasi Nonostante ciò non v’è possibilità di confusione: lo spot rimane chiaramente identificabile (anche grazie ai recenti promo). Si potrebbe parlare di un artefatto che riproduca senza volersi sostituire all’originale. <<Come alcuni imitano riproducendo molti oggetti con colori e figure (chi per arte, chi per pratica) e altri usando la voce, così tutte le dette arti compiono l’imitazione con il ritmo, la parola e la musica, separatamente oppure in combinazione.>>27 La Poetica mi permette soprattutto di far uso del termine imitare senza doverne “subire” l’accezione negativa. Mi permette, cioè, di conferire nuova dignità al termine stesso. Considerata come pratica connaturata all’uomo, l’imitazione non può che divenire strumento di conoscenza del mondo28. Aristotele definisce il processo d’imitazione attraverso uno spettro semantico piuttosto ampio che varia dalla mimesi come simulazione alla mimesi come rappresentazione. Nel primo caso è implicita la volontà dell’inganno di chi finge d’essere altro rispetto a ciò che è realmente. Tal parvenza viene accettata, ed, in alcuni casi, 27 Aristotele, Poetica, 47a 19-23 Vedi anche Canetti E., Masse und Macht, Claassen Verlag Hamburg, 1960: <<Parole e oggetti furono dunque emanazione e conseguenza di un’esperienza unica e unitaria, cioè del rappresentare con le mani. Tutto ciò che l’uomo è, tutto ciò che egli può, tutto ciò che caratterizza in senso rappresentativo la civiltà umana, venne originariamente incorporato dall’uomo mediante metamorfosi.>> 28 40 Non solo antifrasi apprezzata, dal ricevente. Riportare ai tempi d’oggi questa concezione potrebbe permettermi di considerare la persuasione come un’arte (intesa come attività basata sul possesso di una tecnica) detraendone parte delle connotazioni negative e attribuendo al pubblico un ruolo attivo nella elaborazione del messaggio. Nel secondo caso ritroviamo il carattere meramente riproduttivo, tecnica pubblicitaria apprezzata anche se croce per i creativi. La mimesi può essere, dunque, anche per gli spot, simulazione e/o rappresentazione (senza mai perderne di vista gli intenti commerciali). <<La terza poi di queste differenze è come si può compiere l’imitazione di ciascuna di queste cose. È possibile infatti imitare gli stessi oggetti con gli stessi mezzi, sia narrando, diventando qualcun altro come fa Omero o rimanendo se stesso e non trasformandosi, sia che quelli che imitano siano tutti quanti come agenti operatori.>>29 Imitazione e piacere Grazie ad un’asserzione di carattere generale, sviluppata in piccoli accenni nel corso della Poetica, Aristotele ci porta a 29 Aristotele, op. cit., 48a 18-23 41 Non solo antifrasi conoscenza di uno degli effetti prodotti dall’imitazione: il piacere. <<Tutti traggono piacere dalle imitazioni>>30 <<Perciò vedendo le immagini si prova piacere, perché accade che guardando si impari e si consideri che cosa sia ogni cosa, come per esempio che questo è quello. Qualora poi capiti di non averlo già visto prima, non procurerà piacere in quanto imitazione, ma per la sua fattura, il colore o un’altra ragione simile.>>31 Dalle ultime righe possiamo riconoscere l’esistenza di almeno due tipi di piacere: quello insito in un’azione o situazione e quello insito in struttura, modalità e forma assunte da quell’azione o situazione. Spesso da un tal processo deriva il ridicolo, elemento strettamente legato alla commedia, dove per ridicolo s’intende un <<errore e una bruttezza indolore e che non reca danno>>32, privo di sofferenza. La maggior parte delle pubblicità a sfondo ironico segue questo principio, sia quando abbiano per oggetto ambientazioni impossibili, sia quando ritraggano vissuti estremamente reali, per quanto indesiderabili. 30 Ibid , 48b 8 Ibid., 48b 15-19 32 Ibid., 49a 35 31 42 Non solo antifrasi Il divenire ironico è non di rado scatenato da un elemento di novità (<<qualora poi capiti di non averlo già visto prima>>). Lo straniamento induce nel lettore una percezione non abituale della realtà, rivelandone aspetti inconsueti e proponendo percorsi di significazione alternativi. Piacere e verisimile <<Anche nei caratteri è necessario, come nella composizione dei fatti, ricercare sempre o necessità o verisimiglianza, in modo che sia necessario o verisimile che una persona di un certo tipo dica o faccia cose di un certo tipo, e che sia necessario o verisimile che un fatto succeda ad un altro.>>33 La presenza di percorsi alternativi è resa possibile dalla simultanea presenza di mondi possibili. È il “verisimile” (eikos) più volte ripetuto nella Poetica. Il verisimile viene considerato come l’universale della possibilità e diviene strumento mimetico dell’unità. Impossibile non percepire in questa concezione 33 Ibid., 54a 32-36 43 Non solo antifrasi un’affiliazione gemellare con il mondo pubblicitario d’oggi. Infatti, sebbene in dimensioni ridotte, l’efficacia degli spot è spesso determinata dalla capacità degli stessi di lasciar aperto uno spiraglio immaginativo sufficiente perché il destinatario possa completare il senso della narrazione proposta. Ma attenzione: è necessario prestare molta cautela a questa evoluzione. In realtà il telespettatore segue un “principio di economicità”: non è disposto a sforzarsi troppo, né per costruirsi nuovi mondi, né, tantomeno, per comprendere il significato dello spot34. L’agenzia pubblicitaria dovrà quindi precostruire “mondi possibili sotto vuoto” lasciandone al ricevente solo una piccola parte. Le variabili che influenzano l’efficacia e l’accettabilità dei messaggi, così, diminuiscono. In ogni caso: <<Si deve preferire l’impossibile verisimile al possibile incredibile, e non comporre le storie di parti illogiche, ma piuttosto che non vi sia nulla di illogico, o almeno che resti fuori da quel che viene raccontato[…].>>35 <<[…] rendere gradevole l’assurdo.>>36 34 Vedi anche Kapferer J.N., Le vie della persuasione. L’influenza dei media e della pubblicità sul comportamento, Torino, ERI, 1992: <<[…] la maggior parte dei messaggi che si ricevono quotidianamente, difficilmente spingono ad effettuare un grosso sforzo cognitivo: ciò spiega la natura semplice e organizzata dei messaggi pubblicitari.>>. 35 Aristotele, op. cit., 60a 26-29 36 Ibid., 60b 1 44 Non solo antifrasi L’imitazione nei vari registri Ci sono due passi della Poetica che hanno attirato come magneti la mia attenzione: il primo è stato citato poco sopra37, il secondo è il seguente: <<Ce ne sono poi che usano tutti i mezzi citati, voglio dire il ritmo, il canto e il verso,[…]. Differiscono però nell’usarli, alcune tutti insieme, altre a seconda delle parti. Queste sono dunque le differenze tra le arti rispetto ai mezzi con i quali si compie l’imitazione.>>38 Lo “strano parallelismo” che ha dato nome al capitolo non vuole proprio lasciarmi, esattamente come un tarlo. Già Aristotele riconobbe l’importante ruolo svolto dai diversi registri nella definizione dei generi e nel vario concorso alle emozioni. Trattando qui della combinazione audio/video il primo passo non mi può lasciare indifferente. E strettamente legato ad esso il secondo, che, sebbene riferito a forme diverse da quelle qui 37 Vedi pag. 19 45 Non solo antifrasi trattate, non fa altro che avvalorare l’affermazione precedente. Ciò che intendo evidenziare è la stretta interconnessione esistente fra codici quali quello sonoro e quello visivo, interconnessione necessaria all’efficacia, coerenza ed intelligibilità dello spot. Tale nesso si può presentare sotto svariate forme, ognuna delle quali rimanda a relative funzioni. Per esempio: i due registri possono convergere (sviluppando due aree semantiche distinte ma aventi medesimo indirizzo); possono accordarsi (trattando, ed in tal modo avvalorando, un’unica area semantica); oppure possono compensarsi (producendo due aree semantiche divergenti). Soprattutto quest’ultimo caso realizzerà quelle pubblicità a carattere ironico che giocano non solo sull’avvenimento (divertente in sè) ma specificamente sul diverso apporto emotivo sorretto dai codici. Come dire: vediamo immagini susseguirsi in una direzione e sentiamo suoni evolversi nella direzione opposta! <<[…] per opera della riflessione attiva, la quale suscita un’associazione per contrarii: le immagini cioè, anziché associate per similazione o per contiguità, si presentano in contrasto: ogni immagine, ogni gruppo d’immagini desta e richiama le contrarie, che naturalmente dividono 38 Aristotele, op. cit., 47b 24-30 46 Non solo antifrasi lo spirito, il quale, irrequieto, s’ostina a trovare o a stabilir tra loro le relazioni più impensate.>>39 È un ritorno ai concetti di novità, straniamento, mai visto prima e verisimile. Conseguenza di un legame siffatto è l’essenziale vincolo che si va stabilendo fra i registri: diviene infatti difficoltosa un’analisi pubblicitaria che non sia costituita da un circolo vizioso, da continui rimandi, da incessanti referenti. <<[…] le parti dei fatti siano così connesse che, trasposta o sottratta una parte, l’intero ne risulti mutato e alterato, perché quel che, aggiunto o non aggiunto, non produce nulla di evidente, non è parte dell’intero.>>40 <<[…] togliete quelle allusioni, scomponete e ordinate diversamente quelle parole, levate quell’equivoco, sostituite una parola in cambio d’un’altra, svanisce il ridicolo.>>41 Raramente diventa possibile, per esempio, eliminare il codice sonoro e percepire il senso originario dello spot. Potremmo certo comprenderne 39 comunque Pirandello L., op. cit., parte II, III Aristotele, op. cit., 51a 31-35 41 Pirandello L., op. cit., parte I, II 40 il significato, ma sarà una 47 Non solo antifrasi comprensione depurata dal contributo del tutto peculiare reso possibile dal suono stesso. <<[…] la musica grazie ai cui i piaceri acquistano più evidente consistenza […]>>42 Aristotele riconosce quali componenti del discorso (che considera come elemento fondante la tragedia) il rovesciamento ed il riconoscimento. <<Il rovesciamento è il volgere delle cose nel loro contrario[…].>>43 Oggi lo definiremmo come “colpo di scena”. Bene, nelle pubblicità che consideriamo divertenti questo principio la fa da padrone. Continuando a leggere la Poetica troviamo un’ulteriore specificazione: <<Il migliore riconoscimento è quello che si ha simultaneamente con il rovesciamento […]>>44 42 Aristotele, op. cit., 62a 15 Ibid., 52a 22-23 44 Ibid., 52a 32-33 43 48 Non solo antifrasi Il tarlo ritorna. Non avviene così anche quando vediamo un cane baciare un damerino grazie al suo alito profumato? (Reset Vigorsol). Stato iniziale Rovesciamento (inatteso ed incomprensibile) Riconoscimento Comprensione Ironia Questo potrebbe costituire uno schema generale e generico di struttura dell’ironia in pubblicità. È comunque fuor di dubbio che ogni spot andrà analizzato in profondità ad apporterà allo schema le relative modifiche. Ciò che sembra emergere con forza già ad una prima e superficiale analisi è l’incidenza della scansione temporale, l’editing video/audio. 49 Non solo antifrasi Imitazione e commedia Un’opposizione caratterizza l’intera composizione della Poetica: quella fra tragedia e commedia. Aristotele compie una classificazione delle forme poetiche secondo gli strumenti usati, gli oggetti dell’imitazione e le modalità del fare poetico. L’attenzione va soffermata soprattutto sulle ultime due, nonché sulla loro combinazione. La trattazione degli oggetti dell’imitazione permette l’emergere di una prima distinzione: le persone rappresentate sono peggiori nella commedia, migliori nella tragedia. Vengono così contrapposti un livello alto (epica, tragedia) ad un livello basso (giambo, commedia) dell’espressione poetica. Questa valutazione ben si lega alla successiva: i modi del fare poetico si distinguono secondo il diverso grado di mimeticità: ne è più provvista la poesia drammatica, meno la diegematica. Eticità Poesia di lode + Drammatica + Tragedia++ Diegematica – Epica–+ Poesia di scherno – Commedia+– Mimeticità –– 50 Non solo antifrasi L’ordinamento è di tipo gerarchico, dove la sola presenza di segni positivi indica il rango più alto (appunto la tragedia). Aristotele non può concepire, invece, una forma poetica caratterizzata esclusivamente da tratti negativi (narrativa nel tono e ridicola nei contenuti). <<Dal momento che coloro che imitano persone che agiscono, e queste di necessità sono o serie o dappoco (i caratteri si conformano in effetti quasi sempre a questi soli tipi, perché tutti differiscono per quanto riguarda il carattere in vizio o in virtù) o dunque migliori di noi o peggiori o anche quali noi siamo […] è chiaro che anche ciascuna delle dette imitazioni presenterà queste differenze e si distinguerà per avere distinti nel modo indicato gli oggetti dell’imitazione.>>45 <<Secondo la stessa differenza la tragedia si distingue dalla commedia; questa infatti si propone di rappresentare persone peggiori, quella migliori che nella realtà.>>46 45 46 Ibid., 48a 1-9 Ibid., 48a 16-18 51 Non solo antifrasi Nel quarto capitolo l’autore indica tragedia e commedia come evoluzione dei due precedenti profili narrativi. <<Apparse dunque la tragedia e la commedia, di coloro che per la propria natura erano portati all’una o all’altra attività poetica, gli uni, anziché di giambi divennero compositori di commedie, gli altri, anziché di canti epici, tragedi, perché queste forme erano più potenti e stimate di quelle.>>47 Entrambe i modelli condividono il principio di improvvisazione che guida i poeti. E, più avanti, troviamo una seconda base comune: sembra che tragedia e commedia si siano differenziate all’interno di un medesimo genere drammatico. In tal modo Aristotele ci fornisce indicazioni sulla protostoria della tragedia. Rimane punto fermo il principio discriminante fra alto, nobile, solenne e basso, triviale, buffonesco, macaronico. Nel capitolo successivo è esposta l’unica definizione del “ridicolo” (non della commedia): <<La commedia è, come si è detto, imitazione di persone che valgono meno, non però per un vizio qualsiasi, ma del brutto è parte il ridicolo.>>48 47 48 Ibid., 49a 1-6 Ibid., 49a 32-37 52 Non solo antifrasi È possibile che l’assenza di testi scritti impedisse di tracciare la storia della commedia, diversamente da quanto accadde per la tragedia. Un passo in particolare fa supporre l’esistenza di un secondo volume della Poetica: <<Dell’arte imitativa in esametri e della commedia parleremo in seguito […]>>49 Tale affermazione rimane senza seguito: Aristotele non tratterà, né in qui né altrove, la poesia comica. Questa tesi si sorregge sulla presupposta organizzazione manualistica ed equilibrata del testo. Ma vista la struttura del volume (accenni, spunti) una siffatta ipotesi non può essere supportata appieno. È vero: il libro in nostro possesso lascia l’amaro in bocca; troppe questioni sono lasciate in sospeso. Testimonianze sul presunto se condo libro della Poetica Vengono riportate le testimonianze, tratte sia da opere aristoteliche sia da altri autori, che lasciano supporre l’esistenza 49 Ibid., 49b 21 53 Non solo antifrasi di parti della Poetica perdute, in particolare un secondo libro sul comico.50 <<Dell’arte imitativa in esametri e della commedia parleremo in seguito. 51>> <<Su ciò che fa ridere si è definito negli scritti sulla poetica.>> 52 <<Che cosa sia ciascuno di questi elementi, quante siano le forme di traslato e quale sia più efficace nella poesia, quale nei discorsi, si è detto, come dicemmo, negli scritti sulla poetica.>>53 <<Su ciò che fa ridere, dal momento che esso sembra avere una sua utilità nei dibattiti, e che Gorgia ha detto, e ha detto bene, che occorre distruggere la serietà degli avversari con il riso e il riso con la serietà, quante siano le forme del comico si è detto negli scritti sulla poetica: di queste l’una si adatta all’uomo libero, l’altra no, e si deve scegliere quel che meglio si adatta. L’ironia è dunque più appropriata al libero della buffoneria. Il primo infatti produce il ridicolo per se stesso, il buffone per altro.>> 54 50 In Aristotele, Poetica, introduzione di Diego Lanza Poet., 1449b 21-22 52 Rhet., 1372a 1 53 Rhet., 1419b 3-9 54 Rhet., 1405a 3-6 51 54 Non solo antifrasi <<Che cosa intendiamo per depurazione qui solo in generale, diremo più chiaramente negli scritti sulla poetica.>> 55 <<Trattato dell’arte poetica 1e 2.>>56 <<Come è detto negli scritti sulla poetica.>>57 <<Anche Aristotele infatti nello scritto sulla poetica disse che eramo sinonimi quelli che, possedendo la stessa definizione, hanno più nomi, come per esempio mantello, tabarro, ferraiuolo.>>58 <<dell’arte poetica 2.>>59 <<invece nell’opera sull’arte poetica.>>60 <<sulla poetica 2.>>61 <<lo scritto sulla poetica.>>62 <<Della falsa dimostrazione si parla nel suo libro sull’arte poetica.>>63 55 Pol., 1341b 38-40 Diog. Laert. V 24 57 Ammonius, in I. De interpr. 99a 11 58 Simplicius, in Categ. 36.13 59 Hesychius, s.v. Aristoteles 60 Boethius in De interpr. 283.3 61 Ptolemaeus 225.38 Düring 62 David, in Categ. 25b 17 (Vahlen p. 3) 56 55 Non solo antifrasi <<nel primo libro sulla poetica.>>64 <<termina il primo libro sull’arte poetica di Aristotele.>>65 63 Alfarabius (Vahlen p. 3) Eustratius in E.N. 320.38 65 Guillelmus de Moerbeka, transl. De arte poetica p. 37 64 56 Non solo antifrasi L’umorismo in Pirandello Umorismo e sentimento del contrario; comicità e avvertimento del contrario Pirandello, nell’ Umorismo, delinea i tratti fondamentali che costituiscono un’opera in generale (non umoristica). Essa scaturisce dal libero movimento della vita interiore che permetta all’autore di organizzare idee ed immagini organicamente. Tale coerenza mantiene un legame sia fra i diversi elementi sia fra questi ultimi e l’idea madre che li coordina. Punto chiave della trattazione è il concetto di “riflessione”. Essa caratterizza sia la concezione e l’esecuzione dell’opera (sotto forma di riflessione attiva); sia il percorso che porta dalla concezione all’esecuzione (costituendo riflessione critica secondo l’impressione che riceve); sia la concezione stessa dell’opera (in cui è velata, nascosta). La coscienza-riflessione riveste il ruolo di specchio interiore del pensiero. A questo punto Pirandello si chiede se la funzione svolta dalla riflessione sia la medesima anche per l’umorismo. 57 Non solo antifrasi <<[…] se cioè la riflessione vi tenga la parte che abbiamo or ora descritto, o non vi assuma piuttosto una speciale attività.>>66 La differenza fondamentale è costituita attorno a quella riflessione che caratterizza sia la concezione che l’esecuzione dell’opera. Nella materia umoristica la riflessione non si nasconde, non resta una forma emotiva, uno specchio. È giudice. Suddivide il sentimento. Da questa scomposizione nasce un secondo, nuovo sentimento: il sentimento del contrario. Questo processo è possibile, quindi, unicamente grazie alla caduta di quel movimento spontaneo che organizza le idee in forma armoniosa (infatti le opere umoristiche sono per lo più contraddistinte da continue sospensioni). L’interruzione è necessaria per rinnovare il turbamento. La riflessione attiva suscita un’associazione per contrari e deve essere spontanea e connaturata alla creazione per dar vita al sentimento del contrario. Pirandello evidenzia poi la differenza fra umoristico e comico. Quest’ultimo è avvertimento del contrario. Superficialmente posso percepire una situazione come comica, perché suscita in me ilarità, avvertendo come un evento sia il contrario di ciò che dovrebbe effettivamente essere67. Solo con l’intervento della 66 Pirandello L., L’Umorismo, 1908, parte II, II Vedi anche Almansi G.: <<La manovra retorica [antifrasi] messa in moto dall’attore (dire una cosa per indicare la cosa contraria) dovrà essere marcata e sottolineata perché gli 67 58 Non solo antifrasi riflessione passerò dall’avvertimento del contrario al sentimento del contrario. La riflessione attiva, lavorando dentro di me, mi ha permesso di guardar più in profondità quella prima sensazione. Sentimento del contrario e perplessità Lo stato d’animo che nasce in noi dopo una rappresentazione realmente umoristica è unico: la perplessità. <<[…] io mi sento come tenuto tra due: vorrei ridere, rido, ma il riso mi è turbato e ostacolato da qualcosa che spira dalla rappresentazione stessa.>>68 Pirandello ritiene questa reazione come connaturata sia all’autore sia al lettore/spettatore. Il primo è un uomo particolarmente disposto verso questo genere perché dotato di sensibilità. Se così non fosse avremmo unicamente ironia, opposta alla natura dello schietto umorismo perché contraddizione solo verbale. spettatori riconoscano subito l’artificio stilistico montato a loro esclusivo vantaggio, e sappiano se e quando e come e quanto ridere […]>>.In Amica ironia, Milano, Garzanti, 1984 68 Pirandello L., L’Umorismo, 1908, parte II, II 59 Non solo antifrasi <<Ogni sentimento, ogni pensiero, ogni moto che sorga nell’umorista si sdoppia subito nel suo contrario: ogni sì in un no, che viene in fine ad assumere lo stesso valore del sì.>>69 Caratteristica peculiare dell’opera umoristica è una “contraddizione fondamentale” causata dal disaccordo che il sentimento e la riflessione riconoscono o fra il vissuto reale e l’ideale umano o fra le nostre aspirazioni e le nostre debolezze. L’umorismo provoca dei rovesciamenti di prospettiva sia nell’autore che nel pubblico. La vita dell’anima umana è in equilibrio mobile; è un continuo alternarsi d’idee e sentimenti; oscillazioni, spesso fra poli opposti e termini contraddittori. Sarà solo la costruzione stessa dell’uomo come forma stabile e determinata ad arrestare questo processo. Con il tempo il movimento rallenterà, sino a cessare. 69 Ibid., parte II, IV 60 Non solo antifrasi Umoristi, umorismo e conos cenza della realtà <<E mentre il sociologo descrive la vita sociale qual’essa risulta dalle osservazioni esterne, l’umorista armato del suo arguto intuito dimostra, rivela come le apparenze siano profondamente diverse dall’essere intimo della coscienza degli associati.>>70 Ma la menzogna è sia psicologica sia sociale. E la prima è conseguenza diretta della seconda. Solo un’anima isolata e solitaria potrebbe affrancarsi da contaminazioni esterne. Pirandello riconosce lo statuto dell’uomo come animale sociale e trasferisce sul medesimo piano i meccanismi del mentire. L’individuo percepisce la complessità e la molteplicità delle forme che compongono il mondo, ma ne comprende soprattutto la diversità rispetto ad un essere originale. Egli non può che fuggire l’analisi che, <<[…] svelando la vanità, ecciterebbe il morso della coscienza e ci umilierebbe di fronte a noi stessi>>71. Compito dell’umorismo è appunto quello di intraprendere tale analisi, rappresentando la realtà. È la conoscenza delle convenzioni sociali a permetterci d’interpretare come ironico un evento. L’umorista stesso deve essere in grado di comprendere la realtà attraverso la 70 Ibid., parte II, V 61 Non solo antifrasi scomposizione degli elementi che la costituiscono. Alla base di questo processo c’è la volontà di andare oltre la superficialità dell’accaduto (caratterizzante, invece, l’ironia). La definizione stessa del termine dipende dal contesto sociale e da questa situazione deriva la difficoltà d’inquadrare il concetto stesso. Anche i tentativi di creare espressioni artistiche dalle più svariate forme d’umorismo dipendono dal vissuto collettivo: la possibilità di palesare questo genere <<speciosissimo>> è subordinata alla capacità di accoglierlo da parte dello spirito di un’epoca. L’animo umano lo ha sempre ospitato in sé, lo ha sempre percepito, ma non sempre è stata possibile la nascita di modalità artistiche corrispondenti. Gli scrittori, in genere, prestano particolare attenzione alle forme “alte” della vita, occupandosi poco o affatto delle vicende ordinarie, considerandole di nessun valore. Propriamente i particolari comuni costituiranno il materiale dell’umorista. L’indagine minuziosa dei dettagli, che possono anche apparir sconvenienti, rozzi o grossolani, stride con la ricerca di coerenza ed equilibrio tipica del fatto artistico in genere. <<Per l’umorista le cause, nella vita, non sono mai così logiche, così ordinate, come nelle nostre comuni opere d’arte, in cui tutto è, in fondo, 71 Ibid., parte II, V 62 Non solo antifrasi combinato, congegnato, ordinato ai fini che lo scrittore s’è proposto.>>72 Forse da qui l’opposizione fra arte dell’umorismo e retorica. Pirandello indica gli umoristi come appartenenti al popolo, lontani dalla scuola e ribelli verso la retorica. Solo con la caduta della poetica intellettualistica del classicismo, quegli scrittori che erano predisposti all’umorismo si espressero. Questi ultimi scrivono spontaneamente, mentre in retorica c’è una imitazione che non è creazione ma copia. <<Il movimento è nella lingua viva e nella forma che si crea. E l’umorismo che non può farne ameno, (sia nel senso largo, sia nel suo proprio senso) lo troveremo –ripeto– nelle espressioni dialettali, nella poesia macaronica e negli scrittori ribelli alla retorica.>>73 Ne deriva anche una non necessarietà di sfondo morale nei racconti umoristici. La presenza di caratteri morali dipende dalla disposizione dell’animo dello scrittore e naturalmente condiziona 72 73 Ibid., parte II, VI Ibid., parte I, II 63 Non solo antifrasi il senso dello scritto che può essere tragico o comico, satirico, burlesco… 64 Non solo antifrasi PICCOLA APPENDICE MITOLOGICA […] E intorno a lei si affollavano le dee, tutte le Nereidi che erano in fondo all’abisso del mare. Là c’era Glauce, e la fiorente Talia, e Cimodoce che ha la parvenza dell’onda. C’era Nesea l’isolana, Spio amante degli antri, la celere Toa e la marina Alia dai grandi occhi bovini. C’era Cimotoa che percorre rapida i flutti, e Attea la rivierasca, e Limnoria innamorata dei laghi. C’erano Melite e lera vivace, l’agile Anfitoa e Agave piena di fascino e Donata e Primula e Ferusa la rapinosa e Dinamene l’ospitale Dessamene, la vagabonda Anfinome e la bella Callianira e Donde e Panope tutta occhi e la famosa Galatea Nemerte sincera, Apseude senza mai falsità, e Callianassa bellezza sovrana. Erano là Climene e Ianira e Ianassa, la fulgida Mera, Oritia, e Amatia amica delle sabbie, con la sua folta chioma e tutte le altre Nereidi che si trovavano in fondo all’abisso del mare. Ne fu gremita la grotta, in un chiarore abbagliante ed esse tutte insieme presero a percuotersi il petto. […] Libro XXVIII, Iliade 65 Non solo antifrasi Muse Divinità minori della mitologia greca, protettrici della arti, il cui nome è collegato con la radice men-man (coloro che meditano).74 Le dee della musica, della poesia e della danza, in seguito, più in generale, delle arti, delle scienze e della memoria, le nove figlie di Zeus e della titanessa Mnemosine (“memoria”). Pare che Zeus abbia generato le Muse in nove notti, una di seguito all’altra. I loro nomi sono riportati da esiodo: Calliope, Clio, Euterpe, Talìa, Melpomene, Tersicore, Erato, Polimnia e Urania. Il loro compito era quello di suggerire agli uomini il sapere, una persuasiva eloquenza e un animo pacifico, e di ispirare ai poeti i canti sulle gesta divine e umane. La loro funzione di “protettrici” della memoria risale al tempo in cui, prima dell’invenzione della scrittura, poeti e cantori si affidavano soltanto alle loro reminescenze. Secondo Esiodo esse vivevano sull’Olimpo con Zeus e gli altri dei, che allietavano con i loro canti epici. […] Talìa, la musa della commedia, porta una maschera comica […]75. 74 75 Enciclopedia Motta, Milano, Federico Motta Editore, 1968 (quarta edizione). Miti e personaggi del mondo classico, Milano, Mondadori, 1997. 66 Non solo antifrasi Talìa, la “festiva”, la Musa della commedia e della poesia giocosa e idilliaca, spesso accompagnata da una maschera comica, un bastone da pastore o una ghirlanda di edera.76 Talìa, Musa della commedia, con una maschera comica […]77. Càriti (In latino Gratiae), divinità minori che impersonavano la grazia, l’attrazione amorosa e la bellezza, erano ancelle della dea dell’amore Afrodite; secondo Esiodo erano le figlie di Giove e di Eurinome, una delle figlie di Oceano. […] Le Càriti, pur non avendo avuto in origine un numero definito, vengono spesso rappresentate in gruppo di tre. Esiodo attribuisce loro il nome di Aglaia (la splendente), Eufrosine (la gioia) e Talìa (la fioritura). Stavano vicino alle Ore, alle Muse e alle Ninfe e donavano gioia e bellezza agli esseri umani. Erano gradite anche alle divinità olimpiche e, oltre ad Afrodite, accompagnavano di frequente Apollo, Eros ed Ermes.78 76 Ferrari A., Dizionario di mitologia classica, Torino, UTET, 1990. Enciclopedia Motta, Milano, Federico Motta Editore, 1968 (quarta edizione) 78 Miti e personaggi del mondo classico, Milano, Mondadori, 1997. 77 67 Non solo antifrasi Dai Greci la venerazione delle Càriti si estese ai Romani, che ne tradussero il nome in Grazie (Gratiae).79 […] Poi veniva la gente di Pilo e dell'amabile Arene, di Trio su un guado dell'Alfeo e di Epi con le sue belle abitazioni, di Ciparisseente e di Anfigenea, di Pteleo e di Elo e di Dorio - proprio là dove le Muse s'imbattevano in Tamiri tracio e misero fine' al suo canto. Veniva da Ecalia, dalla reggia di Eurito ecaliese e proclamava per vanteria di riuscire vincitore in ogni gara, anche se avessero cantato le Muse figlie di Zeus egioco. Ed esse andavano in collera e lo resero cieco e inoltre gli tolsero il canto meraviglioso e gli fecero dimenticare l'arte della cetra. […] Libro II, Iliade 79 Enciclopedia Motta, Milano, Federico Motta Editore, 1968 (quarta edizione) 71 Ironia e Comunicazione IRONIA E COMUNICAZIONE Rivolgendo nuovamente uno sguardo allo schema n°2 voglio concentrarmi ora unicamente sulle intenzioni comunicative che gli stadi del riso comportano. Soprattutto fisso la mia attenzione sulle fasi R, S e A-A, ossia su quei processi che, da un lato, portano a buon fine l’azione comica, dall’altro, ne determinano il fallimento. Per poter svolgere quest’analisi utilizzerò come modello quello sviluppato da Mizzau. Innanzitutto una precisazione: se è vero che l’ironia si esprime maggiormente attraverso il linguaggio (ed è quindi l’aspetto semantico a predominare, in particolare tramite antifrasi), esso non si rivela né necessario né sufficiente ai fini comunicativi. Lo sguardo si deve volgere indubbiamente verso le componenti pragmatiche, considerando l’enunciato scherzoso come atto illucotivo. Dal punto di vista pragmatico l’analisi degli indici d’ironia può tornare utile. Un aspetto particolare è che anche le nostre aspettative inerenti lo svolgimento dell’azione comica possono essere violate (per esempio dire con tono grave una cosa veramente scherzosa mantenendo un’espressione cupa) e questo implica un grado più sottile di decodifica da parte del destinatario, ma una maggior efficacia. 72 Ironia e Comunicazione Indici espliciti: intonazione, mimica, gesti. L’ironia è l’unica figura retorica che utilizza il non verbale e il paralinguistico come segni di distinzione. Virgolette, punto esclamativo, puntini di sospensione e il punto interrogativo allo specchio. Non sono possibili commenti metacomunicativi espliciti del tipo “è il contrario di quello che ho detto” e ciò perché essere ironico è, tra le altre cose, fingere, e, anche se si vuole che la finzione venga riconosciuta, annunciarla rovinerebbe l’effetto. Indici impliciti: è necessario ricorrere ai concetti di contesto extralinguistico comunicativa intendendolo attesa sia come nell’interlocutore, competenza sia come competenza comunicativa interpersonale, condivisa. La contraddizione avviene a due livelli: 1. Fra ciò che viene detto e ciò che si deduce dallo scritto (o parlato); 2. Fra ciò che viene detto e ciò che si crede di sapere dell’interlocutore. Considerando l’ironia come gioco d’interazione, i componenti dell’azione sono: A : parlante, ironista B : destinatario C : bersaglio, vittima, oggetto di riso 73 Ironia e Comunicazione A e B vengono anche definiti co-ridenti: il riso, lo ricordo, non è possibile se non tra esseri in relazione. Inoltre, quando l’ironista viene supportato da altri “attori”, il gioco si rivela molto più interessante e coinvolgente. I tre ruoli possono essere ricoperti da individui o gruppi, così come possono convergere in una sola persona. Vediamo le possibili combinazioni fra i tre attanti. Casi di coincidenza fra B e C, interprete e vittima. Casi in cui la vittima è ignara del recondito significato del messaggio di cui è oggetto, e l’ironista diviene contemporaneamente E ed R. Caso simile a quello precedente ma in cui un terzo è a conoscenza delle intenzioni di A. I tre ruoli sono giocati da persone (o gruppi) distinti. La vittima può anche identificarsi con l’ironista (A=C), sia per autoironia, sia per inconsapevolezza del significato secondo prodotto dalle sue parole. 74 Ironia e Comunicazione Intenzione, implicito e fallimento Durante un incontro, volontario o meno, che sottintende intenzioni ironiche, chi mette in moto l’azione dà il via ad un gioco alquanto particolare: si susseguono operazioni di mascheramento, smascheramento e contro-smascheramento. Nell’interazione strategica intesa come gioco d’espressione, Goffman individua proprio queste tre fasi, dove: La mossa di mascheramento implica che P (il parlante) impedisca agli osservatori di scorgere qualcosa, senza fare alcuno sforzo per impedire a questi ultimi di essere tenuti all’oscuro. La seconda parte dell’enunciato è particolarmente importante nei casi d’ironia: l’intenzione di P deve essere percepita dai riceventi perché la comunicazione ironica possa veramente essere compresa in quanto tale. Non si verifica questa condizione solo nei casi in cui si voglia mantenere la vittima nell’ignoranza. Ma è necessario che il processo avvenga fra i co-ridenti. Per aumentare l’effetto comico, inoltre, P può mettere in atto meccanismi tali da indurre l’osservatore a valutazioni differenti da quelle ritenute consequenzialmente logiche. La mossa di smascheramento: lo spettatore, sospettando che ciò cui sta assistendo sia il risultato di una manipolazione o, in 75 Ironia e Comunicazione ogni modo, di un piano preciso, può cercare di scoprire i fatti reali. La mossa di contro-smascheramento: nel momento in cui P percepisce l’esistenza della possibilità che il mascheramento da lui messo in atto venga scoperto, allora cercherà di neutralizzare eventuali “attacchi”. Mi sembra che questo caso si adatti alle pubblicità seriali, cioè a quegli spot “a puntate”, dove la narrazione interna al messaggio viene estesa ai comunicati successivi. L’interazione fra emittente e spettatore vede così rinnovato, ogni volta, il succedersi delle tre operazioni sopra descritte, creando legame, cooperazione e coinvolgimento con lo spettatore (collaborazione che, altrimenti, si spegnerebbe dopo il primo annuncio). Ora, Mizzau ci riporta ad uno stato di cose più complesso, perché, sia per il ricevente, sia per il destinatario, le reazioni in sede comunicativa sono svariate. 76 Ironia e Comunicazione Intenzioni comunicative LIVELLO Intenzione assente Modalità degli impliciti O. Occasioni di fallimento Fraint. per attribuzione di intenzioni, ai diversi livelli LIVELLO 1. Intenzione scoperta Lasciare intendere: impliciti linguistici; ALI convenzionali; deroga a una massima per non derogare a un’altra Fraint. per difetto di inferenze; fraint., per eccesso: attribuzione di 2 o 4; falso fraint.: risposta letterale ad ALI convenzionali LIVELLO 2. Intenzione necessariamente mascherata Dare ad intendere: deroga a una massima per indurre in inganno; insinuazione falsa; indicatori intenzionali proposti come indizi Fallimento per eccesso di inferenze: ricostruzione delle intenzioni mascherate; falsi indizi interpretati come indicatori LIVELLO 3. Intenzione non necessariamente mascherata Indicatori inintenzionali proposti come indizi La ricostruzione delle intenzioni coperte non pregiudica i risultati LIVELLO 4. Intenzione apertamente mascherata Sottintendere: deroga a una massima per far capire altro; allusione; insinuazione vera; ironia Fraint. per difetto di inferenze: attribuzione di 0o1; per eccesso, nell’ambito dello stesso livello LIVELLO 5. Intenzione ambigua Comunicazione obliqua Fraint. per difetto: attribuzione di 0 o 1; fallimento per falso fraint. Schema n°3 77 Ironia e Comunicazione LIVELLO O. P non ha intenzione di comunicare. Saremmo portati a pensare che il processo non possa aver seguito. Può invece succedere che R interpreti come ironico un segnale originariamente lanciato per essere interpretato nel suo senso letterale. Questo caso sembra strano solo per il rovesciamento dei termini in cui siamo abituati ad affrontare il problema (cioè: “perché la comunicazione non è avvenuta nel modo previsto?”), ma il meccanismo, in realtà, non varia (cioè: “perché è avvenuta una comunicazione quando non era prevista?”). LIVELLO 1. Appartengono a questa categoria: Gli impliciti che hanno un supporto d’ordine semantico (presupposizioni) o sintattico. Gli impliciti ricavabili dalla conoscenza degli usi linguistici convenzionali, come avviene per alcuni “atti linguistici indiretti” (ALI), enunciati che hanno una forza illocutiva diversa da quella apparente. Le deroghe a una massima conversazionale fatte allo scopo di non trasgredire a un’altra più importante. FALLIMENTO: dipende dal fatto che R interpreti il messaggio nel senso letterale quando avrebbe dovuto rilevarne l’intenzione recondita (e viceversa). Vedi i livelli 2 e 4. 78 Ironia e Comunicazione LIVELLO 2. In questo caso l’intenzione di P è che R non colga una specifica significazione (livello 1 o 0), oppure che colga un senso o intenzione diversa da quella reale. FALLIMENTO: eccesso d’inferenze; R attribuisce più senso alle intenzioni di P. LIVELLO 3. Per il buon fine dell’azione comunicativa non importa che R comprenda o meno ciò che P intende. In questo caso non è rilevante la possibilità di fraintendimento. LIVELLO 4. È la categoria del sottinteso e dell’ironia propriamente detta. Perché sia efficace R dovrà riconoscere l’intenzione di P. La comprensione di R solitamente è “costretta” dall’atto comunicativo che non ammette altre interpretazioni. Condizione necessaria è il riconoscimento delle norme specifiche ambientali e situazionali. Inoltre gli attanti devono possedere competenza conversazionale e linguistica. FALLIMENTO: è dovuto all’interpretazione di R unicamente a livello letterale (o, anche, a livello 0, 1 e 4). LIVELLO 5. La differenza dal livello precedente s’intuisce sul piano psicologico di P: l’intenzione, prima ben determinata, ora è, essa stessa, ambigua. La comunicazione è obliqua: le 79 Ironia e Comunicazione intenzioni di P sono subordinate alla disponibilità di R. E’ un tentativo, da parte di P, di “sondare il terreno” e lasciare in tal modo aperte vie di fuga. Si ha, quindi, una <<doppia evocazione, sull’enunciato e sull’enunciazione; mentre la prima evocazione, sull’enunciato, disorienta per la mancanza di pertinenza, la seconda, sull’enunciazione, ossia sulla situazione di discorso, ristabilisce la pertinenza facendo affiorare il sottinteso.>>1 Ironia come comunicazione obliqua Includendo l’ironia nel quarto livello, e, più propriamente, nel sottinteso, riscopro l’importanza giocata dalla comunicazione non verbale per portene comprendere a fondo le sottigliezze. Nel momento in cui il registro attraverso il quale avviene l’espressione comica non si ferma al piano linguistico, ciò che merita attenzione è il non detto ma comunicato. Tutto quello che non viene detto (verbalmente, esplicitamente), per il destinatario 1 Mizzau M., L’ironia: la contraddizione consentita, Milano, Feltrinelli, 1984. 80 Ironia e Comunicazione è molto più importante rispetto a quello che ha udito. Certo, la compresenza così elevata di variabili diverse rende l’atto comunicativo soggetto ad un ampio gradiente d’ambiguità (inutile ripeterne l’estrema funzionalità per le espressioni ironiche), ma permette anche di evitare eventuali difficoltà legate ad enunciazioni esplicite. Il ricevente è investito della responsabilità di una corretta decodifica. <<Solamente per i logici il linguaggio è una manifestazione diretta, sostanziale e veridica del pensiero.>>2 I mes saggi del riso Ceccarelli si concentra sull’analisi del riso e del sorriso, nonché delle relative somiglianze e differenze. Se il sorriso appare caratterizzato da un messaggio che “passa” attraverso due persone (relazione duale), il riso comporta invece una relazione triadica. Esistono tre ruoli fondamentali (ricoperti ciascuno da singoli o gruppi): X : ironista Z : co-ridenti 2 Jankélévitch V., L’ironie, Paris, Flammarion, 1964. 81 Ironia e Comunicazione Y : oggetto di riso Co-ridenti X b a Y Oggetto di riso b Z Schema n°4 Ricordo che, per l’Autore, il messaggio a è senz’altro amichevole. Sua funzione fondamentale è quella di antiaggressione; non ci sono volontà contrarie a questo tipo. È in bilico lo statuto del riso come antigerarchico: si creano delle tensioni fra gli attanti (e soprattutto fra X-Z e Y), ma non si può certo parlare di una vera e propria strutturazione gerarchica. Ma se entrambe i legami (X-Z, XZ-Y) si manifestano fenomenicamente nel medesimo modo (riso) in che cosa sono diversi? 82 Ironia e Comunicazione Co-ridenti X r b a Y r Oggetto di riso b Z Schema n°5 In realtà i messaggi implicati nella relazione comunicativa comica non sono due, bensì tre. Dobbiamo infatti considerare l’elemento scatenante del riso, che Ceccarelli definisce come “stimolo r”. Quando Y mette in opera r, in X e Z si genera il riso. Ed r è compatibile solo con b e non a; la sua apparizione determinerà univocamente l’apparizione di b e di a. Il risibile, lo stimolo r, è proprio l’elemento causa di ciò che precedentemente abbiamo definito come la capacità del riso di creare socialità. Lo stimolo r crea una relazione sociale. L’Autore fa riferimento alle conseguenze di r in termini di viraggio. Il caso non è propriamente quello pubblicitario, ma indubbiamente lo è dal punto di vista narrativo. La “storia” rappresentata in uno spot può contenere lo schema del viraggio. Md/Mm Ms 83 Ironia e Comunicazione Dove Md = messaggio di difesa Mm = messaggio di minaccia Ms = messaggio di sottomissione E ancora Pi (Md/Mm)Ms Dove Pi = pretesa illegittima Illustrerò brevemente il modello. Un attante, più o meno consapevole, potrà rispondere al riso in due modi: o assumendo atteggiamenti di difesa, o di minaccia. Il riso stesso è stato scatenato da una pretesa illegittima che Y rivendicava per sé. Il viraggio avviene quando Y si rende conto dell’inadeguatezza della sua posizione e la nega unendosi alla comunicazione ironica. L’efficacia ottimale di questa formula si avrà nei casi di massima intensità sia di (Md/Mm) (fortissima rivendicazione), sia di Ms (fortissimo ripiegamento). Le variabili che maggiormente influiscono sulla decifrazione dello stimolo r (il cui principio attivo è Pi (Md/Mm)Ms), tenuto conto anche del contatto sociale, si possono così presentare: 84 Ironia e Comunicazione Emissione Stimolo r ricorrente a) stimolo chiave= Pi (Md/Mm)Ms Ricezione I filtro Decifrazione b) esperienza passata funzione di: ‘) storia individuale (secondaria) ‘’) cultura (primaria) II filtro Soglia c) stato dell’organismo d) stato motivazionale e) contatto sociale ‘) effetto generico secondario del non isolamento ‘’) effetto specifico primario del messaggio a = non b Risposta intensità variabile Schema n°6 87 Comunicazione, Pubblicità e Ironia COMUNICAZIONE, PUBBLICITÀ E IRONIA Ci sono aspetti particolari dell’ironia che saltano all’occhio per la loro presenza sia nella comunicazione sia nella pubblicità. Questo parallelismo s’imprime fortemente sugli effetti e sull’efficacia dei tre generi, e non fa che convincermi ulteriormente di quanto sia straordinaria la loro unione. Inoltre mi aiuta a comprendere perché la loro presenza simultanea, sviluppata correttamente, consegua tanto successo. Toccherò in questa sede solo alcuni di questi elementi, correndo comunque il rischio di ripetermi successivamente vista la loro “universalità”. Ridondanza Frequentemente la ripetizione è alla base di situazioni ironiche. Diversamente da quanto afferma Bergson, non credo che all’aumento di complessità di un’azione, corrisponda, tramite ripetizione, un aumento dell’effetto comico. Sono invece pienamente d’accordo con lui nel momento in cui considera la ridondanza come piccola regola pratica per far ridere. Pensiamo ad una semplice parola come “bello” (ma anche “brutto” va benissimo!) e cominciamo a dirla e ridirla…già qualche cosa è cambiato. Proseguiamo l’esperimento variando il tono della voce. 88 Comunicazione, Pubblicità e Ironia Ora aggiungiamo diverse espressioni facciali. Muoviamoci. Cambiamo situazione. Si crea in noi il riso (…forse perché ci sentiamo un po’ stupidi?). Fatto sta che sia bastato veramente poco per smorzare la serietà o neutralità d’una parola. Il gioco si fa notevolmente più interessante coinvolgendo altre persone, stabilendo dei ruoli e, magari, successivamente, cambiando le parti. Nel lungo periodo è meglio non esagerare. Le risa si logorano in fretta, ed é consigliabile alimentarle con nuovo materiale. La ridondanza permette inoltre ad una forma d’espressione così ambigua come l’ironia, di mantenere alcuni punti fermi, in modo che il destinatario non metta in dubbio ogni cosa (o, probabilmente, non comprenda). La replica in un certo senso guida la decodifica del ricevente. Mondo del pos sibile L’ironia è una forma di comunicazione “aperta”. Dobbiamo, in quanto destinatari, non escludere alcuno sviluppo nel momento in cui ci imbattiamo nel comico. È come se ne sapesse una più del diavolo. A questa caratteristica si è già accennato. Ora proseguo il discorso dal punto di vista del lettore. Ciò che di peggio può accadere ad un’intenzione comica è di non venir compresa. Ciò 89 Comunicazione, Pubblicità e Ironia che di peggio può accadere ad un autore comico (in qualsiasi tipo di testo) è di non avere buoni lettori. Tra il primo ed i secondi dovrebbe nascere un grado di unione e complicità. Bene, niente di peggio (per l’autore, s’intende) di un lettore che causi il fallimento della comunicazione, per esempio decifrando letteralmente invece che cogliere il significato secondo (o il contrario; abbiamo visto che le caratteristiche dell’ironia sono molteplici). Come sostiene Almansi (e, mi spiace, ma lo capisco solo ora!) è che la letteratura non è minacciata, se non raramente, tanto dalla malafede dello scrittore, quanto dalla disonestà del lettore. Ma questa disonestà, per l’Autore, è costituita da eccessiva buona fede, rigore, critica. Un lettore costruito così non potrà accogliere in sé il cromatismo del discorso ironico. Novità No, non è una contraddizione (anche se ormai ci siamo abituati a vederne molte). La novità è ciò che meglio induce un grande scoppio di risa. Non contraddico il principio di ridondanza semplicemente perché i due elementi si presentano verso processi diversi e temporalmente distanti. Questa nuova categoria ben si lega a quella già trattata dall’assurdo. Lo straniamento che 90 Comunicazione, Pubblicità e Ironia provocano sui nostri sensi è la base di partenza per richiamare la necessità d’attivazione della sequenza: Il riso è segno di comprensionela conoscenza porta allo smascheramento Tutto torna. E tutto è intensamente legato a doppio filo. Sta diventando difficile slegare la matassa tirando un unico capo. Gli elementi sono profondamente compenetrati e necessari l’uno all’altro. Solo in determinati casi non è necessario alcun carattere di novità: quando una scena comica si è, per così dire, istituzionalizzata; quando è nato un genere (la classica “torta in faccia”, per intenderci). Economicità Sinceramente ancora non sono sicura del ruolo che quest’attributo svolga. Soprattutto perché sembra stridere con la parte che gioca in comunicazione. Secondo la teoria della pertinenza, l’uomo cerca di raggiungere il massimo risultato con il minimo sforzo, secondo un principio, appunto, d’economia. Ora, l’ironia non si può esattamente definire tale. Perché io comprenda uno sketch comico, dovrò mettere in atto una certa 91 Comunicazione, Pubblicità e Ironia quantità di meccanismi, ad intensità variabile. Attività che si rivela più dispendiosa rispetto alle richieste della comunicazione pubblicitaria. Credo che l’unione dei due elementi sia dovuta ad un motivo in particolare: gli spot stavano diventando troppo noiosi, seri e, per questo, pesanti e impopolari. L’ondata di annunci ironici si potrebbe spiegare proprio in questi termini; si è chiesto aiuto all’arte di sfiorare, alla leggerezza e, contemporaneamente, alla condivisione ironica. In merito mi fermo qui, chissà che più avanti la questione sia più chiara e non così problematica problematicità!). (o, per lo meno, chiara nella sua 95 Pubblicità ironica e Comunicazione PUBBLICITÀ IRONICA E COMUNICAZIONE Definizioni ed obiettivi della pubblicità Ho introdotto il capitolo sull’ironia riportando alcune delle definizioni che ne hanno dato, nel tempo, Autori diversi. Non posso esimermi dal procedere nel medesimo modo a proposito della comunicazione pubblicitaria. L’essere multiforme tipico dei due generi condiziona pesantemente la possibilità di circoscriverne gli elementi peculiari. Così Trotta afferma che esistono diversi tipi di pubblicità: Campagne incentrate sul marchio (o branding), in cui si intende promuovere il nome dell’azienda anziché prodotti specifici, definite anche campagne istituzionali; Campagne di prodotto, in cui si pubblicizza un determinato bene o servizio; Pubblicità tecniche, che promuovono prodotti e servizi appartenenti ad ambiti specifici utilizzando mezzi specialistici come le riviste di settore; Campagne di sponsorizzazione, quando un evento (una trasmissione radiofonica o televisiva, una manifestazione sportiva, una mostra, un concerto ecc…) viene “sostenuto” 96 Pubblicità ironica e Comunicazione economicamente da un’azienda con l’intento di avere un ritorno di immagine; Pubblicità sociali, finalizzate a sollecitare donazioni per cause umanitarie nazionali o internazionali o a stimolare l’attenzione su problematiche sociali; Piccola pubblicità o inserzioni, finalizzate a fornire informazioni dirette, che spesso rappresentano l’unico mezzo di sussistenza per periodici locali e per pubblicazioni gratuite. La pubblicità s’inscrive in quelli che possiamo formalmente definire come linguaggi settoriali. Sono forme comunicative che si sviluppano in ambiti del tutto particolari e ristretti, accessibili unicamente agli addetti ai lavori. In tal caso emittente e ricevente devono possedere competenze comunicative strutturate ad hoc. La difficoltà, a tal proposito, inerente la comunicazione pubblicitaria, è che, nonostante presenti essa stessa le caratteristiche dei linguaggi settoriali, si debba rivolgere a destinatari “comuni”. Il target dovrà essere, per così dire, “educato” alla decodifica ed interpretazione (nonché all’eventuale ricontestualizzazione) del messaggio trasmesso. Inoltre: È una tecnica per far conoscere i prodotti ed i servizi, allo scopo di venderli; È la realizzazione e la diffusione di comunicazioni su prodotti e servizi, per convincere il pubblico ad acquistarli; 97 Pubblicità ironica e Comunicazione È la presentazione più convincente possibile di messaggi di vendita ad un pubblico ben individuato; È una comunicazione di massa, fatta da aziende e da altri enti, per suscitare nel pubblico atteggiamenti e comportamenti favorevoli alla propria immagine. Tre sono gli elementi che rimangono costanti e sono riconosciuti come propri di questa forma comunicativa: 1. Si tratta di una comunicazione di tipo persuasivo, fatta a pagamento; 2. Proviene da una fonte ben identificata; 3. Si pone una finalità commerciale.1 Uno sguardo particolare va alle definizioni date dagli esperti del settore; ne ho selezionate alcune. A.Abruzzese, F. Colombo: <<Pratica sociale volta all’esibizione di contenuti simbolici, con funzione di persuasione e di socializzazione, solitamente realizzata nel contesto di un più vasto scambio di stampo economico e/o commerciale>>2 1 Cervelli R. - Mariani G. - Vinassa M. de Regny, Come fare pubblicità. Comunicare alle soglie del 2000. I protagonisti, i mezzi, le tecniche, le strategie, Sperling & Kupfer Editori, Milano, 1997. 2 A. Abruzzese, F. Colombo, Dizionario della Pubblicità, storie tecniche personaggi, Zanichelli, 1998 98 Pubblicità ironica e Comunicazione D. Ogilvy: <<Una pubblicità deve essere coerente, vera e divertente: un rappresentante mentitore e senza maniera non venderà mai nulla [...] Dico sempre ai miei collaboratori: <<Quando voi dite alla vostra famiglia delle informazioni su un prodotto, non gli raccontate delle menzogne. Allora non dite menzogne alla mia famiglia.[...] Se tutte le marche abbandonassero la loro enfasi e scegliessero una pubblicità fattuale ed informativa, non solamente aumenterebbero le loro vendite, ma si metterebbero essi stessi dalla parte degli angeli>>. Ph. Michel: <<La pubblicità non è gioco di parole, ma gioco di senso. La pubblicità rappresenta e modifica il rapporto di presentazione. Essa permette la presenza di una molteplicità di punti di vista e che si possa amare o non amare una cosa... Il pensiero laterale è la bizzarra maniera di spostare continuamente il soggetto per rivederlo in modo nuovo, fresco, diverso, significativo, emozionante. Ora si sta scoprendo che è questo il metodo che comunica meglio: s’inventa quando si sposta la propria visione del mondo. Occorre della provocazione per inventare>>. J.M. Dru: <<Molte idee di campagne pubblicitarie sono tratte dal vissuto del prodotto. Le campagne Maxwell, Danette, Flandise, Liebig, Orangina o Petit Gervais ne sono degli esempi. Ognuna è fondata sull’osservazione di un dettaglio della vita quotidiana. 99 Pubblicità ironica e Comunicazione Gli spot Eram sono molto diversi. (Ma hanno tutti), tuttavia, qualcosa in comune. Sono ironici, irrispettosi del prodotto stesso, addirittura iconoclasti>>. <<Ciò che vale per le dimostrazioni si verifica per ogni forma di pubblicità. Perché un messaggio sia verosimile dire la verità non sempre basta. <<Telling is not telling>>, dicono gli americani. Bisogna ricercare ciò che sarà alla fonte della credibilità, il fattore che determinerà l’adesione>>. <<Infatti, in molti casi, il criterio “credibilità” non è pertinente. E’ il caso di campagne dove la dimensione razionale del messaggio è debole. Sarebbe assurdo dire: credo o non credo alla statua che piange negli spot per le cassette Basf. Pubblicità simboliche, evocatrici, emotive, il linguaggio pubblicitario evolve sempre più verso i registri dove la credibilità è inoperante. Guardate una serie di spot televisivi, vedrete che non vi ponete la domanda: credo a questo messaggio? Nella maggioranza dei casi, la domanda appare fuori luogo>>. J. Feldman: <<(Bisogna) domandarsi prioritariamente quale prodotto si dovrebbe concepire e come poi sfruttarne le virtù per fare della sua natura profonda la vera star... E’ fondamentale riabilitare la particolarità di Lustucru: le uova. E’ meglio essere una pasta all’uovo che delle paste celebri e simpatiche. Lo spettacolo non è mai stato il leitmotiv di questa agenzia. E’ più una relazione di fascino. (in una pubblicità a vocazione europea), non hanno nessuna speranza gli spot che praticano l’incesto 100 Pubblicità ironica e Comunicazione locale, quelli che usano l’ennesimo private joke per un quartiere, una provincia, un paese, una categoria sociale>>. <<Non volgiamo mai il prodotto in derisione>>. D. Chevalier: << La strategia delle star è un metodo, una filosofia, una maniera di vedere la vita. Definendo un fisico, un carattere e uno stile, si vuole creare un’analogia tra una marca e una persona>>. J. Séguéla: <<Il mestiere della pubblicità è di dare del carattere al consumo. Essa deve cancellare la noia dell’acquisto quotidiano rivestendo di sogni i prodotto che, senza di essa, sarebbero solo ciò che sono...Guardate Malboro, è una sigaretta che, dalla prima tirata, vi trasforma in cow-boy. Ecco qui la magia della nostra arte. In ogni consumatore c’è un poeta che dorme. E’ lui che la pubblicità deve risvegliare. Il nostro mestiere è di fare entrare del fumo da un lato di una galleria e di vedere uscire una locomotiva dall’altro>>. P. Lemonnier: <<(Il più celebre spot Epéda) mette in scena, o più esattamente, a letto, un uomo e una donna; la donna dorme, serena. L’uomo ha il singhiozzo. Prova tutto, chiusura delle narici, la posizione del loto, la respirazione bloccata, ecc., ma niente. Di colpo, vede un bicchiere d’acqua sul comodino della moglie. Cerca di prenderlo ma lo rovescia. La voce fuori campo 101 Pubblicità ironica e Comunicazione constata: <<Sul materasso multispire si può vivere la propria notte senza svegliare l’altro, o quasi>>. Tutta l’arte di Jean-Renè Ruttinger (direttore della produzione audiovisiva dell’agenzia Impact, di cui P. Lemonnier è il presidente) è di non imporre niente ai telespettatori che non sia sentito da questi come trance de vie appena esagerata, poco più vera del vero>>.3 I punti di vista con cui scrutare il fenomeno variano, quindi, sensibilmente. La medesima strada è seguita dalla descrizione di quelli che dovrebbero esserne gli obiettivi. Piano comunicativo Attirare l’attenzione su di sé, Far comprendere le informazioni trasmesse sul prodotto, Ottenere l’adesione al contenuto del messaggio, Suscitare una risposta/reazione affettiva o emozionale, Piano della situazione d’acquisto - Far scattare una motivazione d’acquisto relativa alla categoria di prodotto/marca, - Creare notorietà per il prodotto/marca, 3 Jean Marie Floch, Semiotica marketing e comunicazione. Dietro i segni, le strategie, Franco Angeli Editore, Milano 1997. 102 Pubblicità ironica e Comunicazione - Suscitare un atteggiamento favorevole verso il prodotto/marca, - Stimolare la propensione all’acquisto del prodotto/marca. Se si chiedesse ad un utente: “Perché ricorrere al mezzo pubblicitario?” Beh! La risposta non farebbe una grinza: “Per aumentare le vendite”. Non è più, però, una risposta esauriente. Dalle ricerche più recenti, infatti, l’obiettivo della vendita permane, ma non sembra certo conseguire risultati eccellenti attraverso le sponsorizzazioni. Gli obiettivi in cui una campagna può ottenere maggior successo sono altri. Ricerca di informazioni: in questo caso la pubblicità punta ad ottenere una risultato immediato: la ricerca di informazioni. Il messaggio deve essere formulato in modo da spingere a scrivere o a telefonare per ricavare informazioni. Si ricorre a questo tipo di pubblicità per prodotti complessi o costosi, che suppongono da parte del ricevente un lungo ragionamento (offerte vacanze, auto). Spinta alla prova: questa pubblicità risulta meno pressante. Non spinge immediatamente all’azione, guardando il lungo periodo, attraverso suggerimenti di prova di un prodotto o un servizio; per questo si occupa di mostrare quanto sia in grado di soddisfare i bisogni, i desideri, le aspettative più o meno segrete del target. In questi casi, l’elemento chiave è la 103 Pubblicità ironica e Comunicazione novità; è una pubblicità da utilizzare quando si ha qualcosa di nuovo da dire. L’elemento su cui far leva in questi casi è la propensione all’azione. Creare familiarità: secondo indagini recenti un individuo quando acquista un prodotto di consumo non ha in mente una sola marca, ma una pluralità di marche. In questo caso il compito della pubblicità non consiste nel “convertire” l’individuo, ma nel ricordargli le soddisfazioni già avute, permettendogli di acquistare una grande familiarità con la marca stessa, e facendo in modo che venga ricordata all’atto d’acquisto. La finalità della pubblicità è molto indiretta, rispetto alla vendita, dato che il pubblico già la conosce ed è già convinto della sua bontà. E’ un tipo di comunicazione molto usata dalle marche di grande consumo. La sua forza sta nella frequenza, nel fatto d’essere presente il più spesso possibile. Modificare gli atteggiamenti: ha una finalità indiretta. Solitamente è necessario molto tempo per riuscire a cambiare gli atteggiamenti dei consumatori verso una marca, e tempo ulteriore perché questi atteggiamenti si traducano in comportamenti. E’ un tipo di sponsorizzazione usata quando una marca stenta ad affermarsi; ciò non perché il pubblico non ne sia a conoscenza, ma perché è restio al cambiamento. Rafforzare gli atteggiamenti: commercializzazioni sono le le meno finalità dirette, di le queste meno 104 Pubblicità ironica e Comunicazione preoccupate di spingere all’azione. E’ un tipo di pubblicità che tende a ricordare e rassicurare quanto la marca sia affidabile nel tempo, così come i suoi vantaggi. E’ impiegata dai prodotti di largo consumo. La marca come star: è una finalità propria di questi anni, in cui la comunicazione pubblicitaria, per far fronte alla crisi, diventa comunicazione di marca. Si cerca di far diventare veramente protagonista la marca opponendosi apertamente alla grande distribuzione di altrettanti prodotti anonimi, spesso offerti ai discount. Chi sta utilizzando questa strategia sono soprattutto le case famose. Brochand e Lendrevie4 distinguono tre livelli di comunicazione, cui corrispondono altrettanti obiettivi: Far conoscere l’esistenza di un prodotto, una sua caratteristica, un modo d’uso ecc…, puntando soprattutto sull’informazione. Far apprezzare un prodotto, una marca, un’azienda, un uomo, una causa sociale , un’idea politica ecc… Questa è una p di immagine che gioca sull’emozione e mira a modificare atteggiamenti ed opinioni, a creare o rafforzare atteggiamenti positivi ecc… 4 Brochand B., Lendrevie J., Le Publicitor, Paris, Jurisprudence Generale Dalloz, 1983. 105 Pubblicità ironica e Comunicazione Far agire, spingere il consumatore a entrare in un grande magazzino, assaggiare un prodotto, chiedere una brochure d’informazioni. Lo scopo di questo tipo di pubblicità è dunque di modificare il comportamento dei consumatori. Queste categorie sono, comunque, generiche. Ad esse si legano i tipi di strategia concernenti i modi per aumentare le vendite: Strappare quote di mercato alla concorrenza. Sono le strategie concorrenziali. Accrescere a proprio vantaggio la domanda globale “creando” nuovi consumatori o spingendo i clienti attuali ad acquistare di più, a consumare di più o in modo diverso, in modo più vantaggioso per l’azienda. Sono le strategie di sviluppo. Le due principali strategie di marketing, che abbiamo identificato (concorrenziale e di sviluppo della domanda) devono essere completate dalle strategie di fideizzazione. 106 Pubblicità ironica e Comunicazione Lo spot c ome atto comunicativo La comunicazione pubblicitaria è da <<intendersi come elemento qualificante di una strategia comunicativa in cui la componente creativa è integrata con quella veicolativa (pianificazione dei mezzi), tenendo conto delle necessità di posizionamento del prodotto e della segmentazione del pubblico, ottenuta al meglio utilizzando sia le variabili sociodemografiche, sia ancor più quelle psicografiche.>>5 Ed uno spot d’intende come un <<testo audiovisivo (inteso anche come atto comunicativo che tende a predeterminare l’atteggiamento e il comportamento ricettivo del teledestinatario) che si situa all’interno di un contesto più ampio ed esterno al testo, che incide sulla intenzionalità e operatività dell’apparato creativo-produttivo e sulle modalità pratiche di fruizione dello spot da parte del telespettatore-destinatario>>.6 Quindi, secondo Grandi7, analizzare uno spot può significare toccare i seguenti punti: Considerare lo spot come una combinazione di aspetti tecnici, linguistici, espressivi, stilistici; 5 Grandi R., Come parla la pubblicità: modelli comunicativi degli spot pubblicitari, Milano, Edizioni del Sole 24 ore, 1987. 6 Grandi R., Come parla la pubblicità: modelli comunicativi degli spot pubblicitari, Milano, Edizioni del Sole 24 ore, 1987. 7 Grandi R., Come parla la pubblicità: modelli comunicativi degli spot pubblicitari, Milano, Edizioni del Sole 24 ore, 1987. 107 Pubblicità ironica e Comunicazione Considerare lo spot come un insieme di meccanismi di articolazione dei significanti e di produzione di senso, a prescindere da autore e recettore; Considerare lo spot come testo al momento della sua fase interattiva di apparizione, e relativa fruizione, sul piccolo schermo; Considerare il contesto extratestuale che incide sulla definizione del testo audiovisivo pubblicitario perché è rilevante sia nel determinare la funzione sociale della pubblicità, nel definire le procedure, norme e conoscenze utilizzate dall’apparato produttivo-creativo, sia nel delineare la forma culturale della televisione e le condizioni e modalità del consumo pubblicitario. <<[…] come ogni pubblicità azzeccata, racchiude ed enfatizza una verità fondamentale. In effetti la pubblicità è divertente, […] Se è divertente è perché rappresenta una serie di enigmi sui cambiamenti della comunicazione, enigmi che si possono risolvere solo a condizione di comprendere gli alti e i bassi della società, con le sue sottigliezze e con i dati fondamentali del nostro stile di vita. Chi si occupa di pubblicità deve vedersela con i sogni, le speranze e i timori del prossimo, deve far scattare la molla del desiderio, […]>>8 8 Day B., Avete 30 secondi, Milano, Lupetti, 1990. 108 Pubblicità ironica e Comunicazione Ho già avuto modo in precedenza di porre in rilievo la fondamentale azione attiva del destinatario di messaggi commerciali. È bene tenere fermo questo punto sin d’ora, per poter affrontare un discorso che leghi saldamente comunicazione e pubblicità. Mi baserò, in merito, principalmente su tre modelli: quello sviluppato da Bettetini9, quello ricavabile dalle funzioni di Jakobson ed, infine, quello proposto da Volli10 (derivato dalle funzioni di Jakobson). 9 Grandi R., Come parla la pubblicità: modelli comunicativi degli spot pubblicitari, Milano, Edizioni del Sole 24 ore, 1987. 10 Volli U., Il libro della comunicazione, Milano, Il Saggiatore, 1994. 109 Pubblicità ironica e Comunicazione SEM SET SO SA SER SEO TESTO SET è il soggetto trasmittente empirico SO è il soggetto enunciatore SEO è il soggetto dell’enunciato SA è il soggetto enunciatario SER è il soggetto recettore empirico (lo spettatore, il destinatario) SEM è il soggetto enunciatore-modello, costruito dal destinatario nel suo impatto, e nel suo lavoro, con la superficie significante del testo Schema n°7 110 Pubblicità ironica e Comunicazione È chiaro, sin d’ora, che affronterò uno spot come testo, nel significato più ampio del termine. All’elaborazione di un messaggio audiovisivo prendono parte tre soggetti: emittente, ricevente e mondo rappresentato (il contesto). Rivolgendo lo sguardo ai diversi componenti otterremo, così, altrettanti spunti di ricerca. Attraverso un’analisi pragmatica e semiotica sono in grado quindi di ricostruire lo statuto del messaggio pubblicitario in rapporto all’uso che ne faranno parlante e destinatario. Inoltre, così com’è avvenuto per la comunicazione ironica, ne posso verificare efficacia, accettabilità e percezione da parte degli attori. Tutto ciò senza mai esulare dal considerare la situazione ambientale in cui l’atto comunicativo si situa. Torniamo al modello di Bettetini. Il primo termine raccoglie in sé tutti gli elementi che costituiscono l’imput del processo relazionale. Mi riferisco quindi, in particolare, alla rete televisiva e allo spot. Entrambe devono essere riconosciuti come “io parlante” dai destinatari. La prima costituisce il soggetto empirico ospitante; il secondo il soggetto empirico ospitato. Il rapporto fra i due è caratterizzato da ben precise relazioni che incidono sull’atto comunicativo stesso: Gli spot pubblicitari, alle spalle della loro elaborazione e delle scelte significanti, che li determinano, presuppongono e sono presupposti da una contrattazione economica con la rete 111 Pubblicità ironica e Comunicazione tendente a definirne la collocazione spazio-temporale all’atto della messa in onda Il soggetto empirico ospitante, la rete, rischia di avere un qualche coinvolgimento con il soggetto empirico ospitato, lo spot. È questa una situazione non prevista dal modello. I punti d’impatto possono determinarsi: A livello del flusso di materiale (la trasmissione) nel quale lo spot è inserito: convergenza o divergenza tra gli aspetti tecnici, linguistici, espressivi, stilistici e i valori propri del programma, da un lato, e lo spot, dall’altro. A livello di anticipazione, all’interno del programma di rete, del sopravvenire del break pubblicitario: si determina in alcuni programmi una enunciazione quasi sempre con connotazioni non irrilevanti, in senso positivo o negativo, sia a livello verbale (<<Purtroppo, <<Riprenderemo più ci dobbiamo tardi, adesso interrompere…>> la parola è alla pubblicità>>), sia gestuale; Con un ultimo tipo di coinvolgimento, non eliminabile, dato dalla soluzione di continuità, provocata dal grappolo pubblicitario, del flusso televisivo con il conseguente tentativo da parte dell’apparato televisivo di trasformarla da elemento di interruzione a punteggiatura del flusso.11 112 Pubblicità ironica e Comunicazione Nel momento stesso in cui ha luogo l’interscambio comunicativo, il trasmittente empirico è assente, in quanto rappresentato dal soggetto enunciatore. Ci ritroviamo qui nella vera e propria area testuale in cui compaiono il soggetto dell’enunciato, l’enunciatore e l’enunciatario. Ciò che il testo mette in atto è una vera e propria conversazione simbolica che, così come quella reale, deve rispettare vere e proprie norme lungo la sua evoluzione. Bettetini stesso, a tal proposito, ha sviluppato le diverse situazioni in cui si può evolvere il rapporto di botta e risposta fra emittente e ricevente. Situazione di botta e risposta: l’istanza interrogativa è precostituita (l’enunciatario viene fatto entrare nel ruolo dell’interrogante) e immediatamente soddisfatta (l’enunicatore fornisce subito la risposta). Situazione di botta con risposta dilazionata: è precostituita una istanza interrogativa non soddisfatta immediatamente; è la tecnica del rinvio usata di preferenza nei testi gialli. Questa tecnica del rinvio di un’informazione dopo averne creata l’esigenza, rinvio che può essere drastico o diluito attraverso indizi sparsi nel tragitto testuale tra domanda ed eventuale risposta, ha efficacia comunicativa all’atto della fruizione dello spot nella misura in cui il telespettatore possieda una competenza e una enciclopedia di riferimento in grado di farlo 11 Grandi R., Come parla la pubblicità: modelli comunicativi degli spot pubblicitari, 113 Pubblicità ironica e Comunicazione partecipare attivamente a questo gioco di rincorsa. È una tecnica da utilizzare con molta cautela e in ogni caso con segmenti ben definiti e, soprattutto, ben conosciuti, in tutte le variabili, di pubblico: una tecnica che esclude e segmenta. Situazione di botta senza risposta: si può dare il caso in cui l’istanza interrogativa non è mai soddisfatta nel tasto, ma l’informazione è recuperabile nei saperi extratestuali. Negli spot si determina quando vi sono citazioni o rimandi incompleti e non esplicitamente dichiarati ad altri testi, avvenimenti o situazioni. Anche in questo caso si punta sulla competenza e sulla enciclopedia del destinatario che dovrebbe essere in grado (sempre che decida di farlo) di completare l’informazione incompleta. In caso di partecipazione del fruitore tale partecipazione sarà maggiormente attiva di quella usuale, potendo incrementare le possibilità di memorizzazione e di riuscita della comunicazione stessa. Situazione di risposta senza botta: il testo soddisfa una istanza interrogativa non sollecitata fornendo un’informazione ridondante rispetto alle esigenze dell’enunciatario. Vi sono spot che anticipano, per incuriosire, una risposta a una interrogazione che si dispiega lentamente e successivamente nel testo, o spot che forniscono un’informazione non necessaria alla definizione del sapere trasferito nel testo, ma Milano, Edizioni del Sole 24 ore, 1987. 114 Pubblicità ironica e Comunicazione funzionale ad altre e precise esigenze comunicative persuasorie. Situazione senza botta né risposta: si determina quando nella concreta situazione comunicativa il telespettatore pone domande, maturate in un’area extratestuale, indipendenti dal progetto conversazionale del testo, alle quali quest’ultimo non può né sa rispondere. Quando il telespettatore individua nello spot carenze informative può maturare attese di risposte che, se frustrate, lo inducono a una interpretazione libera. Queste attese sorgono anche quando il prodotto o servizio pubblicizzato è stato al centro di controversie di cronaca: le domande che possono lì determinarsi chiedono allo spot una risposta non preventivata.12 Ancora una volta non posso non notare come le tensioni prodotte all’interno di questo interscambio siano decisamente simili a quelle prodotte dalla comunicazione ironica. Due sono, infatti, sempre secondo Bettetini, i modi principali con cui lo spettatore si rapporta al testo: Assistenza: lo spettatore rimane all’esterno del testo e assiste alla conversazione simbolica messa in scena dal testo stesso tra enunciatore ed enunciatario: lo spettatore rifiuta di interagire con le figure simboliche che dialogano nel testo. 115 Pubblicità ironica e Comunicazione Partecipazione: il telespettatore accetta la proposta conversativa del testo interagendo con le sue articolazioni semiotiche. Prerequisito di una tale partecipazione, nel caso dello spot, è l’identificazione attuata dal telespettatore del testo audiovisivo proposto come testo pubblicitario; è questa una condizione riconoscimento che della si attua pubblicità facilmente perché avviene il raramente retrospettivamente, in quanto è identificata da un contesto che l’anticipa. Il vedere possiede qui un carattere anticipatorio nel senso che presume future componenti e prevedendo il realizzarsi di quelle componenti diviene parte di ciò che rappresenta, un impegnarsi in quella attività: la facilità e automazione dell’identificazione del testo pubblicitario è tale che questo meccanismo viene considerato dato.13 Durante il percorso relazionale lo spettatore acquisirà una serie di conoscenze nuove e, contemporaneamente, elaborerà il messaggio secondo informazioni apprese in precedenza. Nel primo caso, frequentemente, il messaggio pubblicitario conterrà proprio quegli elementi che si presuppone non siano a conoscenza del pubblico. 12 Grandi R., Come parla la pubblicità: modelli comunicativi degli spot pubblicitari, Milano, Edizioni del Sole 24 ore, 1987. 13 Grandi R., Come parla la pubblicità: modelli comunicativi degli spot pubblicitari, Milano, Edizioni del Sole 24 ore, 1987. 116 Pubblicità ironica e Comunicazione Nel secondo caso sarà invece indispensabile considerare attentamente quali siano le competenze condivise dal destinatario e la sua personale enciclopedia. È così richiesta una Minimal Knowledge della pubblicità, in assenza della quale risulterà improbabile il riconoscimento del testo pubblicitario in quanto tale, da parte del target di riferimento. La condivisione, fra emittente e ricevente, dei codici rispondenti ai vari registri utilizzati nell’esposizione del messaggio (visivo, verbale, sonoro), è quindi fondamentale per soddisfare i requisiti d’accettabilità ed appropriatezza della comunicazione. Già nell’analisi sulla comunicazione ironica ho rilevato come non sia sufficiente affrontare uno studio unicamente dal punto di vista semantico, ma anche, e, nel mio caso, soprattutto, rilevarne gli aspetti pragmatici. Con pragmatica intendo l’analisi delle relazioni esistenti tra i segni e coloro che se ne servono (gli attanti), nonché l’osservazione delle modalità dell’interazione comunicativa. In particolare un atto illocutivo in cui un “dire” è seguito da un “fare”. Questo “fare” sarà diversamente composto da pensieri, mutamenti d’opinione, cambiamenti nei percorsi argomentativi giustificanti un eventuale acquisto e, naturalmente (e auspicabilmente) l’acquisto del prodotto proposto. Sono proprio le teorie sulle funzioni della lingua a spiegarci cosa accade comunicando. Il valore del segno linguistico ci permette di comprendere le funzioni insite in una determinata interazione. 117 Pubblicità ironica e Comunicazione Credo che questi tipi d’analisi possano essere, a ragione, applicati alle comunicazioni commerciali ed, inoltre, ad almeno due registri: quello linguistico e quello visivo. Secondo Jakobson un atto linguistico contiene sei funzioni. Dette funzioni devono essere presenti contemporaneamente per la buona riuscita dello scambio comunicativo, ma una o due lo caratterizzeranno in particolare. Emotiva: è rappresentativa dell’idea che l’utente pubblicitario vuol conferire al proprio prodotto; si riferisce, quindi, all’emittente. Con il tempo questa funzione è diventata predominante. Non tanto sulle altre, quanto sul carattere della pubblicità in generale. Da un format che richiamava stati razionali ed assumeva le sembianze proprie di un editoriale, si è passati all’evocazione di stati emozionali (tra i più incisivi) con impaginazioni ed inquadrature (nel caso della stampa o d’immagini fisse sui teleschermi) decisamente suggestionanti. Attraverso questa funzione la casa produttrice crea (nel vero senso della parola) l’identità di marca. Spesso si ricorre a connettori iconici che costituiscono una strategia comunicativa sostitutiva il codice verbale. Il connettore iconico facilita la decodifica grazie ad associazioni per forme o colori (per esempio una lampadina come se fosse una pera). Fatica: si riferisce al tentativo di mantenere un contatto, un legame fra emittente e ricevente. Si preoccupa di ri-attivare il 118 Pubblicità ironica e Comunicazione canale di comunicazione in caso di disattenzione. L’obiettivo diviene costringere la gente a fare uno stop, a guardare più attentamente, più da vicino. Inutile sottolineare come sia, questa, la funzione più dispendiosa a causa delle peculiarità del media televisivo. Il bombardamento d’immagini, parole e suoni, tutti miscelati ed orientati a fini alquanto differenti, impone uno sforzo particolare per creare un grado sufficiente di disponibilità all’ascolto nel destinatario. Si tratta di un’azione sociale congiunta, di una situazione, cioè, in cui tutti gli attori sono coinvolti attivamente per la riuscita dello scambio comunicativo. Probabilmente gli spot che sono costruiti ironicamente hanno come primo obiettivo proprio quello di fungere da collante fra utente pubblicitario e telespettatore. Metalinguistica: fulcro di questa funzione sono i codici, e, soprattutto, i registri diversi da quello verbale; tratta inoltre i rapporti fra i primi ed il secondo. Solitamente dà frutto ad un intreccio articolato, difficilmente districabile. Vista l’evoluzione dei punti d’attenzione verso il fenomeno pubblicitario, ritengo che questa funzione rivesta un ruolo d’importanza fondamentale. Referenziale: ogni elemento presente nel comunicato può fungere da referente con il mondo esterno. Frequentemente le pubblicità basate su questa funzione descrivono le qualità proprie del prodotto. 119 Pubblicità ironica e Comunicazione Poetica: in questo caso si è concentrati unicamente sulla costruzione del messaggio verbale (scritto o parlato). Spessissimo, anche seguendo una delle prime ricette per creare spot di successo, è attraverso la funzione poetica che si esprime ridondanza: il nome del bene o servizio è ripetuto incessantemente, sia graficamente, che verbalmente (Anche se ora, grazie alla stretta interrelazione fra registri, l’organizzazione visiva del messaggio, per esempio il montaggio, diviene vera e propria marca semiotica di ridondanza). Conativa: è riferita all’ascoltatore. Fa si che egli divenga parte costitutiva del messaggio. È definita anche imperativa perché spinge direttamente all’acquisto. Attenzione però a non cadere nel banale, oltretutto correndo il rischio d’infastidire il consumatore (non è gradevole ricevere ordini, e ciò risulta sufficiente a pregiudicare l’accettazione di tutta la comunicazione successiva). Le funzioni di Jakobson corrispondono ai ruoli attanziali coinvolti nell’interazione comunicativa. 120 Pubblicità ironica e Comunicazione 2. Fatica 1.Emotiva 3.Poetica 6. Conativa 4.Metalinguistica 5. Referenziale Schema n°8 2.Contatto 1.Emittente 3.Messaggio 6.Destinatario 4.Codice 5.Contesto Schema n°9 Seppure in maniera meno specifica, i personaggi presenti in scena sono simili a quelli del modello del circuito comunicativo di Bettetini. Seguendo quanto detto sinora grazie ai due modelli di comunicazione presi in esame, riporto la riformulazione dello schema di Jakobson presentata da Volli. 121 Pubblicità ironica e Comunicazione AGENZIA MARCA PRODOTTO TARGET PROMESSA COMMITTENTE CONS. REALE MONDO RAPPRESENTATO Schema n°10 122 Pubblicità ironica e Comunicazione Committente e consumatore rimangono identici allo schema di Bettetini (con i dovuti approfondimenti). Il mondo in cui essi vivono, con tutte le debite tensioni fra naturale/costruzione culturale, viene recepito comunque come “reale”. Volli sottolinea come il soggetto empirico ospitato, l’agenzia produttrice del commercial, solitamente non venga espressa, non sia esplicitata agli occhi del consumatore, ma occultata. Inoltre accade anche che la casa produttrice non sia presente. L’emittente, invece, è sempre riconoscibile, soprattutto ora, grazie all’elaborazione di logo propri d’ogni rete televisiva, costantemente presenti sullo schermo. Ma anche grazie a promo di auto sponsorizzazione, o meglio di pubblicità istituzionale. La funzione di rappresentante dell’utente e dell’agenzia è delegata alla marca (probabilmente una delle tante): nasce un’ulteriore figura, cioè quella dell’emittente rappresentato, dunque istituzionale, con caratteristiche proprie e ben definite. Il prodotto e la marca determinano il target, cioè il destinatario modello, bersaglio della comunicazione. La promessa rappresenta l’impegno che ogni utente prende con il cliente. Il mondo rappresentato costituisce, almeno nella sua parte “seria” e non favolistica, una sorta di referente generale del discorso pubblicitario. Una strategia creativa deve, quindi, precisare: 123 Pubblicità ironica e Comunicazione Che cosa è il prodotto o servizio? A chi si rivolge? Che cosa fa per il suo pubblico? Come lo fa e perché lo fa? Come intende sviluppare la comunicazione? Schema n°11 Fatto chiave. È il motivo per il quale viene intrapresa una campagna pubblicitaria. È la ragione per la quale il cliente decide di investire i suoi soldi in pubblicità. Problema del consumatore che la pubblicità possa risolvere. È il caso del problem solving, che costituisce anche un vero e proprio format pubblicitario14. Il prodotto può risolvere un problema che il consumatore ha, forse perché non ne conosce le caratteristiche (o non le conosce appieno) o forse, semplicemente, perché non è interessato al bene stesso. Il problema, dunque, deve essere proprio del destinatario, non dell’azienda. Obiettivo di marketing. Obiettivi di marketing che l’utente pubblicitario, il cliente, si aspetta di raggiungere. Questa sezione del piano di lavoro creativo inizia sempre con una di queste frasi: far conoscere, comunicare oppure convincere il consumatore. 124 Pubblicità ironica e Comunicazione Target group. È necessario sviluppare attente ricerche circa la composizione dei destinatari per poter comprendere quali siano i media che meglio li possano raggiungere e che possano produrre gli effetti migliori. L’analisi comprenderà, per esempio, non solo il media in generale, come la televisione, ma la rete, le fasce orarie all’interno della programmazione di flusso, sino ai singoli programmi in cui la pubblicità è allocata. Lo studio diviene più difficoltoso quando il cerchio dei destinatari è molto ampio, non particolarmente distinto, troppo eterogeneo. Concorrenza. Qui occorrerà indicare quali siano i concorrenti, diretti ed indiretti, del prodotto o del servizio da pubblicizzare. Si può trattare di un’altra marca, di un atteggiamento del consumatore o di un pregiudizio. Beneficio per il consumatore. È elemento fondante. Si trova al centro del grafico di Volli, influenzando le componenti successive, ma derivato necessariamente dalle precedenti. Solitamente non si tratta di un’argomentazione unica (come avveniva nell’ USP). 4. Supporting evidence o Reason why. È il sostegno alla promessa, la prova che rende credibile il beneficio per il consumatore. Tono di voce. È tutta la parte che coinvolge aspetti di forma e non di contenuto. Contribuisce particolarmente (ed, ancora, sui 14 Vedi Appendice 1. 125 Pubblicità ironica e Comunicazione diversi registri) a definire l’immagine di marca. Sebbene sia una sezione ardua per i creativi, causa i limi cui vengono sottoposti, è contemporaneamente quella più importante. Infatti la capacità evocativa del messaggio dipenderà unicamente dalla loro esemplare costruzione dello stesso. Secondo Peninou all’interno del testo pubblicitario si trovano quattro tipi fondamentali di messaggio. Propriamente pubblicitario: è il messaggio immediato, che permette di identificare la comunicazione pubblicitaria in quanto tale e la distingue dalle altre forme di comunicazione. Vi contribuiscono la collocazione, la grafica… Dell’emittente: è la firma dell’agenzia pubblicitaria, del fotografo… che normalmente i destinatari veri e propri non percepiscono, per ragioni di collocazione decentrata, di corpo grafico molto piccolo. È rivolta all’universo degli emittenti (agenzie, industrie…). Comunque le agenzie sono solo uno degli emittenti del messaggio pubblicitario. Linguistico: si suddivide ulteriormente in tre livelli, a seconda degli elementi in gioco: 1. Forma, che dipende dalla varietà e dalle dimensioni dei caratteri tipografici 2. Lingua, che utilizza le capacità suggestive del linguaggio (metafore, circuito seduttivo) 126 Pubblicità ironica e Comunicazione 3. Ancoraggio, che serve a dar senso alle immagini. Iconico: è il messaggio dell’immagine, che cambia funzione a seconda della distanza relativa dal destinatario e dal prodotto. L’immagine può essere in particolare: 5. Implicativa (coinvolge il destinatario, magari sotto la forma di un suo modello) 6. Predicativa (esalta una qualità della merce) 7. Esposizionale (dà conto dell’esistenza di una merce) 8. Inferenziale (deriva dalla fusione fra messaggio iconico e messaggio visivo e si realizza solo attraverso l’intervento attivo del destinatario. Gli effetti sono prevalentemente connotativi).15 Un elemento della vita sociale come la pubblicità può essere considerato mitico per il modo in cui è culturalmente significativo sia come momento espressivo che esplicativo della cultura di riferimento. Questa è la premessa del framework proposto da Chapman che, da un punto di vista operazionale, presenta le seguenti sequenze16: - Significante: che cosa è mostrato nel testo pubblicitario? Teoricamente ogni testo ha un numero elevato di significanti, dipende dalla esaustività dell’analisi, anche se invariabilmente 15 In Volli U., Il libro della comunicazione, Milano, Il Saggiatore, 1994. In Grandi R., Come parla la pubblicità: modelli comunicativi degli spot pubblicitari, Milano, Edizioni del Sole 24 ore, 1987. 16 127 Pubblicità ironica e Comunicazione solo un numero limitato è selezionato nel processo di decodifica come significante. Il primo passo del processo di decodifica è dunque fare una lista degli elementi che appaiono nel messaggio pubblicitario, sospendendo ogni valutazione - Significato: che cosa si intende con ciò che è mostrato? Il secondo passo impone di riconsiderare ciascun significante e domandarsi che cosa significa; molti dei significanti evocano significati che sono semplici inflessioni di uno stesso tema - Sistemi referenti: qual è il mondo di questo prodotto e dei suoi consumatori? I significati collettivi di vari significanti sono di solito integrati in un tema generale; ci si deve porre domande sugli oggetti e la gente rappresentata e i loro significati corrispondenti. In questa maniera, la composizione spesso complessa di un testo pubblicitario può essere ridotta ad una fonte unificante, il sistema referente grazie al quale ciascun elemento fornisce e riflette il proprio significato - Promesse: che cosa offre questa pubblicità? I segni presenti in un testo pubblicitario determinano una produzione di senso motivata che fa promesse all’audience in una delle tre seguenti aree: il prodotto; gli utilizzatori del prodotto e, talvolta, la compagnia che fornisce e produce il bene pubblicizzato. Dopo aver assemblato gli elementi significativi del testo pubblicitario nei primi tre passi, il successivo deve condurre a considerare la loro recezione probabile come segni motivati da parte della audience della quale faranno parte i 128 Pubblicità ironica e Comunicazione target group per i quali tali segni sono stati calcolati come particolarmente appealing. Per verificare la promessa uno dovrebbe identificarsi con un individuo del target group appartenente al sistema referente sopra individuato - Problemi: quali tensioni, contraddizioni o stati di ansietà sono alleviati dalle promesse fatte? Le proposizioni espresse in un testo pubblicitario acquistano il loro significato in quanto nel processo cognitivo cono bilanciate contro i propri opposti. Una promessa acquista il proprio significato e la sua forza emotiva in virtù di questo bilanciamento: l’opposto di una promessa viene qui definito problema. La via più breve per scoprire operativamente i problemi che le promesse di un testo pubblicitario propongono di alleviare è invertire ciascuna promessa considerando il suo opposto. Il problema al quale un testo pubblicitario offre una promessa può essere uno o una combinazione dei seguenti: a) qualità o associazioni negative possedute dal prodotto oggi; b) qualità o associazioni negative negli o sugli utilizzatori o potenziali utilizzatori del prodotto - Mito: il problema, si è detto, viene definito come l’opposto della promessa: il processo di mediazione attraverso il quale promesse particolari sono posizionate, sormontanti e fornenti soluzioni ai problemi, viene definito mito. Il ruolo giocato dal mito costituisce la base strutturale profonda della comunicazione pubblicitaria, il cui contenuto manifesto agisce 129 Pubblicità ironica e Comunicazione soltanto come Generalmente, sua rappresentazione superficiale. una interpretazione letterale di qualsiasi pubblicità è commensurata alla promessa offerta, mentre una interpretazione metaforica mostra alla forza mitologica quella via oltre la promessa che la rende culturalmente presente e significativa ai propri fruitori. Mi sento effettivamente d’affermare che oggi sia la marca a “farla da padrona”. Questo perché le differenze dei prodotti sono diventate minime, e, spesso, la scelta di un paio di jeans (come del preparato per torte) è condizionata dal gruppo d’appartenenza (il gruppo di pari fa sentire ancora la sua presenza). Ma anche perché l’evoluzione del mercato ha privilegiato il raggruppamento di tante “filiali” sotto un unico nome. La sensazione è quella di poter scegliere, senza comprendere che, invece, acquistiamo carni diverse, in luoghi diversi, a prezzi diversi, ma sempre dallo stesso macellaio. Kapferer individua cinque funzioni proprie della marca: Funzione di identificazione: consiste nel fatto che la marca individua il prodotto dal punto di vista delle sue principali caratteristiche. Funzione di orientamento: la marca aiuta il cliente ad orientarsi: struttura l’offerta. 130 Pubblicità ironica e Comunicazione Funzione di garanzia: rinvia al fatto che la marca è un impegno pubblico di qualità e prestazione. Funzione di personalizzazione: riguarda il rapporto fra la scelta di certe marche e l’ambiente sociale del consumatore. Funzione ludica: corrisponde al piacere che il consumatore può provare facendo acquisti. Sono oltremodo convinta che la pubblicità stessa stia diventando marca semiotica di marca (scusate il gioco di parole!). Come non distinguere, sin dalle prime inquadrature, uno spot di CK? Stile, immagine visiva, atteggiamenti, sono solo alcuni dei fuochi cui ogni utente o azienda pubblicitaria abbia dato risalto per poter caratterizzare i propri comunicati. << i modi sovrastano la materia >>17 Le forme non devono cambiare, pena una disastrosa regressione nei cuori dei consumatori. Anche il marchio ha subito, nel tempo, una vistosa evoluzione. Si è passati da caricature allegre e ottimiste di un mondo idealizzato a segni apparentemente freddi e concisi. Da personaggi animati (che permettono di esaltare le doti e le virtù umane) a personaggi descrittivi e non troppo distanti dalla realtà. La vita da sogno non funziona più così bene. Dove ancora c’è, rappresenta ormai un 17 Day B., Avete 30 secondi, Milano, Lupetti, 1990. 131 Pubblicità ironica e Comunicazione consolidato genere. È anche vero che, fra i due termini di paragone, sono sicuramente i primi che tutt’ora occupano la tribuna d’onore nell’immaginario collettivo. Con la standardizzazione, inoltre, non è stato possibile utilizzare come marchio un nome (che spesso è coinciso con l’azienda produttrice, con il prodotto o con un elemento che lo caratterizzava) e si è reso necessario ricorrere a simboli, sigle, abbreviazioni o unioni di più parole (più o meno ardue). Il marchio costituisce oggi una parola chiave. Contiene, per essere efficace, una necessità: la possibilità di essere riconosciuto ovunque. E la pubblicità, strumento con cui si crea la personalità di un marchio, deve rappresentare un elemento di volta nella creazione dell’immagine di un prodotto. <<Il comico è in tutto simile a un marchio.>>18 afferma Day. E continua definendolo come un <<tipo riconoscibile>>, addirittura un <<archetipo>>. Ciò che ci fa sorridere è, spesso, la capacità di riconoscere (ad esempio) in una persona noi stessi, o un nostro conoscente. Il comico funzionerebbe, così, da <<shaker>>; spetta a lui provocare a nostra sensibilità. Esso deve personificare uno stereotipo. La rappresentazione o elusione dello stereotipo darà vita ad un evento ironico. 18 Day B., Avete 30 secondi, Milano, Lupetti, 1990. 132 Pubblicità ironica e Comunicazione <<Se consideriamo il modo in cui gli individui fanno uso degli stereotipi a proposito delle diverse categorie sociali, possiamo imbatterci in diverse tipologie di soggetti. Alcuni non si rendono conto di usare sistemi di rappresentazione capaci di indurre errate inferenze e valutazioni a proposito delle persone che incontrano: essi ritengono che il mondo sia esattamente come viene da loro categorizzato […] Altri sono consapevoli del fatto che le attribuzioni categoriali da loro impiegate possono portare ad esiti tendenziosi, senza che essi se ne rendano conto, e che questo pericolo è presente in molte situazioni di giudizio quotidiano: messi sull’avviso da questa consapevolezza, possono mettere in atto dei processi di tipo controllato, allo scopo di contrastare la subdola influenza degli stereotipi che si attivano in maniera automatica. Una semplice strategia a disposizione di soggetti di questo tipo è allora quella, una volta emesso un giudizio nei confronti di una persona, di effettuare una correzione del giudizio formulato o di modificare una eventuale conclusione raggiunta, in una direzione che sia opposta a quella realizzata sulla base della prima valutazione. […] E’ una situazione che si presenta abbastanza frequentemente e che coinvolge le più diverse persone quando queste devono fornire valutazioni per le quali il criterio dell’obiettività risulti cruciale. […] C’è il pericolo che, nel tentativo di compensare la scorrettezza iniziale e stimando in maniera intuitiva la quantità della distorsione verificatasi per effetto dello stereotipo impiegato, il soggetto finisca per eccedere 133 Pubblicità ironica e Comunicazione al contrario, operando una modificazione che risulterà tendenziosa in senso inverso. […] Ma accanto a questa categoria di soggetti, che intervengono sul proprio giudizio a cose fatte, in termini riparatori, ci sono anche coloro che, più attenti, tentano di prevenire l’intrusione degli stereotipi nel loro sistema di pensiero. Si tratterebbe, in sostanza, di soggetti che si propongono di non <<cadere in tentazione>> e per fare questo tentano di evitare che <<i brutti pensieri>> perturbino la serenità dei loro ragionamenti.>>19 L’ironia veicolata da uno spot può quindi essere: Quella propria degli attori (comici di professione, dunque testimonials) Quella propria dei personaggi (caricature o, comunque, generi comici) Quella propria dell’azione narrativa rappresentata nello spot Quella di cui lo spot stesso può divenire oggetto. Day afferma che l’uso vincente dell’umorismo (quantomeno in pubblicità) si basa sulla miniaturizzazione piuttosto che sulle gigantografie. Ha bisogno del dettaglio che richiama il tutto. E, secondo una visione gestaltica, trascende completamente la somma delle parti. 19 Arcuri L., Cadino M.R., Gli stereotipi, Bologna, Il Mulino, 1998. 134 Pubblicità ironica e Comunicazione Interazione so ciale e negoziazione Ho definito, (così come è comunemente accettata) la relazione comunicativa come scambio, cioè come trasferimento reciproco di informazioni, che implica operazioni di codifica, decodifica e comprensione, oltre che vere e proprie norme (per esempio, i turni di parola nel caso della conversazione). Con interazione sociale s’intende sottolineare la relazione, di durata variabile, esistente fra due o più soggetti (individuali o collettivi), nel corso della quale ciascun attore modifica il proprio comportamento o azione sociale in vista del comportamento o azione dell’altro, anche anticipando o immaginando quale potrebbe essere l’azione che l’interlocutore compirà in risposta alla propria o condizionata da altri motivi (a tal proposito ho trattato in precedenza smascheramento e le mosse di contro-smascheramento). mascheramento, Un’interazione sociale (che spesso viene intesa come conflittuale, ma non ne è l’unica accezione) può essere distinta per il contenuto (che cosa è in gioco), per il grado di razionalità (sistemi di previsione più o meno certi), per intensità (numero di scambi in un periodo determinato), per durata, per direzione (appunto se orientata all’integrazione o al conflitto), per il tipo di veicoli impiegati dalle parti (comportamento e fini che guidano l’azione, per esempio un’azione diplomatica), per il grado di organizzazione (a seconda che i vari aspetti dell’interazione seguano o meno 135 Pubblicità ironica e Comunicazione procedure precise) e per il grado di istituzionalizzazione (misura in cui legge, coscienza sociale, costume, morale influiscono sulle dimensioni precedenti). Così, nell’analisi dell’interazione nella pubblicità, è ampia la gamma di reazioni previste dal locutore, palese il contenuto (prodotto), determinato il numero di scambi e la loro durata, solitamente la direzione è orientata all’integrazione ed il conflitto viene allontanato, così anche il veicolo impiegato sarà necessariamente persuasivo, sicuramente accurata l’organizzazione (che segue regole ben precise perché il messaggio sia efficacie) e vasto il raggio di elementi istituzionalizzanti. Essenziale per la comprensione di ogni interazione sociale è l’accertamento della situazione in cui essa avviene, con le relative premesse, valori condivisi, possibili evoluzioni. Prima di creare uno spot, verranno quindi analizzati: il tipo di destinatario e le sue necessità, i codici da usare, il media che lo presenterà. Negoziare significa così mediare fra esigenze potenzialmente conflittuali. Il negoziatore (che qui si esprime attraverso il veicolo pubblicitario) deve considerare soggetti diversi, obiettivi comuni o eventuali problemi, valori e bisogni differenti. All’interno del fenomeno negoziale è presente un sotto-insieme, quello contrattuale. Il contratto comporta la capacità di stabilire una relazione intersoggettiva che abbia per effetto quello di modificare una relazione intersoggettiva, che abbia, a sua volta, 136 Pubblicità ironica e Comunicazione per effetto quello di modificare lo statuto di ciascuno dei soggetti che vi partecipano. Il contratto tipico nella fase di negoziazione è quello bilaterale (due parti, ma non necessariamente due individui) in quanto è necessario un “contatto” fra almeno due soggetti, presupposto allo stabilirsi della struttura della comunicazione semiotica. Connotazione e denotazione Nella costruzione dei messaggi pubblicitari, attraverso i diversi codici, è possibile riconoscere sia intenzioni informative, sia intenzioni allusive. Nel primo caso si parlerà di funzione denotativa: il significato di un segno è univoco e legato al suo senso letterale. Esprime la relazione esistente fra una voce lessicale ed oggetti del mondo reale; ha quindi a che fare con referenti esterni al mondo linguistico. Nel secondo caso si è in presenza di una funzione connotativa: costituisce una dimensione di espansione del significato della voce lessicale; è il risultato delle pratiche di senso comune presenti in una determinata società, in un dato periodo storico. Segno denotativo e segno connotativo sono strettamente intrecciati negli spot proprio grazie alla solida amalgama fra registri differenti. 137 Pubblicità ironica e Comunicazione La funzione connotativa è quella che più interessa la comunicazione pubblicitaria, in quanto è in grado di veicolare stati emotivi ed evocare situazioni in grado, poi, di creare la personalità del prodotto vera e propria. La fase pubblicitaria cui stiamo assistendo (ma che, a mio parere, cambierà presto mira) tende, quindi, a farci acquisire non il bene materiale in sé, ma tutto l’universo ad esso connesso. È questo tipo di strutturazione che maggiormente impegna gli addetti ai lavori. La costruzione del messaggio gravita attorno ad un universo simbolico che “non ha prezzo”, se non quello del prodotto. È come comprare un oggetto con dei gadget in omaggio: essi sono, appunto, il mondo immaginario abilmente costruito attorno al prodotto. Non entriamo più in possesso di beni pagandone il valore d’uso, e, spesso, nemmeno il valore di scambio. Un’evoluzione legata allo spostamento del baricentro decisionale dalla necessità al bisogno indotto. Gli oggetti subiscono così un’operazione di astrazione, come dire: possiamo far diventare “cosa” qualsiasi merce o servizio, ma solo al costo poi (grazie all’astrazione stessa) di poterla rendere un bisogno. Da qui nasce il valore aggiunto del prodotto pubblicitario. È quindi a livello connotativo che si realizza il grado d’efficacia e di persuasione di una marca. Naturalmente in questo processo gioca una variabile fondamentale, e non data per scontata: il destinatario deve percepire e comprendere il sovrappiù di senso espresso dal messaggio. Anche questa conclusione rispecchia il passaggio da 138 Pubblicità ironica e Comunicazione spot prevalentemente razionali a spot prevalentemente emozionali. Nell’analisi di un messaggio pubblicitario dovremmo quindi considerare i seguenti aspetti20: Registro visivo - definizione della funzione predominante e delle altre presenti; - denotazione del messaggio visivo, intesa come ciò che rientra nell’ambito previsto dal codice stesso e dalle soluzioni comunicative da esso contemplate; - connotazione del messaggio visivo, intesa come un insieme di rapporti estensivi rispetto a quelli denotativi fino a coinvolgere un allargamento del senso, secondo esperienze di decodifica precedenti; l’analisi va condotta a livello iconografico, tropologico e topico entimematico. Registro verbale - definizione della funzione predominante e delle altre presenti; - denotazione e connotazione del messaggio verbale. Registro sonoro - definizione della funzione predominante e delle altre presenti; - denotazione e connotazione del messaggio sonoro. 20 Grandi R., Come parla la pubblicità: modelli comunicativi degli spot pubblicitari, Milano, Edizioni del Sole 24 ore, 1987. 139 Pubblicità ironica e Comunicazione Relazione tra i diversi registri ricomponendo il processo globale di senso. 140 Pubblicità ironica e Comunicazione Comunicazione e persuasione Richiamando le funzioni di Jakobson è possibile studiare quelle comunicazioni caratterizzate da una forte esposizione dell’emittente ed una pesante pressione sul ricevente. Cioè quegli scambi comunicativi specifici tipici della seduzione21. Contatto Emittente Fatica Destinatario Espressiva Messaggio Conativa Poetica Schema n°12 Si tratta del circuito seduttivo, caratterizzato proprio da queste quattro delle sei funzioni jakobsoniane. Ogni fattore del circuito retroagisce su e con gli altri. All’effetto fatico corrisponde il bisogno di contatto; a quello poetico il bisogno di novità, cioè d’informazione. L’elemento nuovo risulta particolarmente importante. Infatti il pubblco sembra essere attratto dagli enigmi. Uno stimolo complesso, insolito (o assurdo) richede più sforzo cognitivo di uno stimolo classico e per questo risulta preferibile. La necessità di ridurre l’incertezza è, contemporaneamente, ciò che cattura l’attenzione dei destinatari. Il gioco avrà termine solo 21 Vedi anche schemi n°8 e n°9. 141 Pubblicità ironica e Comunicazione quando gli stimoli proposti saranno stati completamente analizzati, ed il rebus risolto. Il rapporto fra emittente e ricevente è di identificazione di valori (se tu verrai con me, se mi seguirai, sarai come me). Quello del circuito seduttivo è solo uno dei casi particolari di scambio comunicativo in cui giocherà un ruolo fondamentale la persuasione. La persuasione è infatti meccanismo caratterizzante la maggior parte degli spot. Seguendo gli studi di Kapferer22 vorrei evitare di aprire la polemica sulla pubblicità come persuasore occulto, per prestare attenzione a ciò che accade nel destinatario. L’Autore presenta il modello multi-fase della percezione, cioè un modello sperimentale del processo psicologico della persuasione (dal punto di vista del trattamento intra-psichico dell’informazione da parte del ricevente). 22 Kapferer J.N., Le vie della persuasione. L’influenza dei media e della pubblicità sul comportamento, Torino, ERI, 1992, trad.it.. 142 Pubblicità ironica e Comunicazione PROCESSO DI ESPOSIZIONE PROCESSO DI DECODIFICA Percezione pre-attenta Programmi di allocazione dell’attenzione Percezione attenta Comprensione Altre risposte Alla comunic. PROCESSO DI ACCETTAZIONE Risposte Cognitive Generalizzazione PROCESSO DI PERSISTENZA TEMPORALE Altre azioni CONVERSIONE IN AZIONE Schema n°13 143 Pubblicità ironica e Comunicazione Processo di esposizione È necessario che, perché una persona possa trattare un’informazione, sia in contatto con l’informazione stessa. Molte comunicazioni falliscono proprio su questo punto. Ho già posto in evidenza come catturare l’attenzione del pubblico televisivo sia alquanto difficoltoso, per questo alla prima parte del processo di persuasione va dedicato il massimo impegno. La possibilità di cambiare la fonte a proprio piacimento ed istantaneamente (grazie al telecomando), implica l’esistenza di una capacità decisionale del ricevente che acquista le sembianze della selezione. L’esposizione è selettiva. Ciò che porta l’individua a selezionare alcuni messaggi piuttosto che altri dipende dai fini dell’esposizione. Essa svolge, infatti, alcune funzioni: Permette all’individuo di realizzare determinati compiti. Presteremo quindi maggior attenzione alle pubblicità che reclamizzano prodotti verso cui abbiamo già un atteggiamento favorevole. Curiosità, nuovo e diverso sono fattori che aumentano l’esposizione selettiva. Ci permette di sostenere ed argomentare opinioni acquisite. Il compito più arduo che l’esposizione del messaggio deve sostenere è quello di modificare atteggiamenti, non di supportare quelli già presenti (ed in questo l’ironia risulta un valido aiuto). I mezzi maggiori che veicolano persuasione nella fase espositiva non sono i media, ma i gruppi di pari, di familiari, i colleghi di 144 Pubblicità ironica e Comunicazione lavoro, coloro che, insomma, sono più vicini a noi nella vita quotidiana. In questo senso gli opinion leaders assumono un peso non indifferente. Decodifica Questa fase si suddivide in tre passaggi. Il primo è costituito dalla percezione pre-attenta. La percezione è considerata come l’unione fra stimolazione sensoriale (visiva e uditiva) e ritenzione, per un determinato periodo, in memoria. Successivamente gli stimoli ricevuti vengono classificati in gruppi per similarità, vicinanza, continuità, identità di movimento. Il tempo è un altro fattore molto importante per creare categorie, soprattutto in pubblicità: bisogna tener conto della brevità dei comunicati e del principio di economicità dello spettatore. Vi sono, comunque, differenze individuali sul processo di percezione, che possono portare ad un’errata decodifica del messaggio. Queste diversità possono essere date dalla storia immediata, da predisposizioni relative ad atteggiamenti o motivazioni. Il secondo passaggio è caratterizzato dall’attenzione. E’ il risultato dell’interazione fra selettività ed intensità. La prima avviene a livello degli imput, degli obiettivi, della percezione e degli attributi. L’attenzione può essere volontaria come involontaria. Nel secondo caso costituiranno fattori determinanti la novità e la complessità, il significato dello stimolo, i bisogni ed 145 Pubblicità ironica e Comunicazione i valori individuali, le condizioni organiche del destinatario e le caratteristiche stesse degli stimoli. In certe circostanze, un abbassamento d’attenzione in seguito ad una distrazione, aumenta la capacità persuasiva. È ciò che avviene ricorrendo all’umorismo in pubblicità. Il terzo passaggio riguarda la comprensione. Questa situazione si può definire ottimale, per la buona riuscita comunicativa, quando il messaggio emesso corrisponde al messaggio ricevuto. Alcune determinanti della comprensione sono: la velocità di presentazione, i media usati, la semplicità degli argomenti, la ridondanza del messaggio. Accettazione È una fase a noi già nota, portando nuovamente l’attenzione agli schemi n°4 e n°5 ed alla formula del viraggio. Sappiamo che, come per l’ironia, un determinato messaggio può o meno essere accolto. L’accettazione è il risultato di tre acquisizioni: Un individuo deve apprendere la proposta del messaggio. Così apprende anche l’elemento incentivo presente nella comunicazione (promessa, plus, benefit). Ci sarà accettazione solo una volta appreso il legame o l’associazione tra incentivi e proposta. Tra gli elementi comunicativi in grado di incentivare: natura di chi comunica, reazioni positive degli altri elementi dell’audience, 146 Pubblicità ironica e Comunicazione qualità degli argomenti o del supporto della proposta, intenzioni dell’emittente. Le componenti del messaggio che ne facilitano l’apprendimento sono: il livello motivazionale, la ripetizione, l’ordine di presentazione degli argomenti. Ritengo che tutte queste caratteristiche siano particolarmente importanti nel momento in cui ci troviamo di fronte a pubblicità seriali. 147 Pubblicità ironica e Comunicazione Struttura cognitiva, opinioni, atteggiamenti personali Fonte Messaggio Tratti di personalità Contesto Comunic. Situazione del ricettore Fattori di abilità intellettuale Appartenenza a certi gruppi di riferimento Risposte cognitive Programmi di sintesi Accettazione o rifiuto Memorizzazione delle risposte cognitive Memorizzazione del messaggio Schema n°14 148 Pubblicità ironica e Comunicazione Il modello di accettazione attraverso risposte cognitive integra e si adegua a ciò sin ora esposto. Generalizzazione degli effetti Il comportamento si costituisce attorno a tre componenti: cognitiva, affettiva e conativa. Esse tendono alla coerenza, variando insieme. A loro volta corrispondono ad opinioni, valutazioni ed intenzioni. Componenti Comportamento Cognitiva Opinioni Affettiva Valutazioni Conativa Intenzioni Schema n°15 Per i riceventi non è necessario, però, verificarne costantemente l’armonia. Infatti la maggior parte delle persone attribuisce meno importanza alle proprie idee di quanto facciano gli studiosi, e risulta pertanto poco influente occuparsi della loro concordanza. Indipendentemente dal grado di coerenza interna, uno stesso messaggio può avere effetti diversi sulle differenti costituenti 149 Pubblicità ironica e Comunicazione dell’atteggiamento. Questo avviene nel breve periodo. Nel lungo periodo, invece, prevarranno correlazioni positive. Per valutare gli effetti del messaggio sarà dunque necessaria l’analisi di tutti i fattori. La modificazione d’opinione è una causa fondamentale della modificazione di valutazione. L’opinione è un’associazione tra un oggetto ed un attributo. La relazione emotiva connessa all’attributo si estende all’oggetto, come per contagio. Si tratta di un processo di generalizzazione semantica: le connotazioni positive o negative associate all’attributo vengono associate all’oggetto. Il modello stabilisce una formula di valutazione del grado di persuadibilità: V = f(GA, Va) Dove: V = valutazione dello stimolo Va = valore attribuito alla caratteristica dello stimolo (“protegge i tessuti”) GA = grado di accettazione Questa equazione esprime il modo in cui un’opinione determina una valutazione. Comunque, la decisione di compiere un’azione dipende dall’influenza di fattori specifici della situazione: l’influenza del 150 Pubblicità ironica e Comunicazione suo comportamento generale si attenua nella misura in cui l’individuo percepisce e tiene conto di questi fattori. Persistenza temporale Nel caso in cui il pubblico abbia formulato un nuovo atteggiamento o una nuova opinione (in seguito ad accettazione o rifiuto), interviene il problema della persistenza di questo cambiamento. Esistono quattro tipi fondamentali di persistenza: totale, parziale, non persistenza, effetto sleeper (il cambiamento d’atteggiamento diventa più sensibile terminata la campagna). Ognuno di questi quattro tipi si può poi dividere per persistenza assoluta e relativa. La relazione fra stabilità di comportamento e ricordo, sebbene ad una prima analisi potrebbe essere caratterizzata da correlazione positiva, non è, in realtà, semplice, né chiara. Un elemento che sicuramente esercita effetti notevoli sulla persistenza è la ripetizione. La credibilità della fonte non è il solo indice di accettazione o rifiuto e la durata dipenderà più dalle attribuzioni e da altri riferimenti l’esposizione passivo mentali alla di questa. stabiliti dal ricettore comunicazione, Dopo un che certo stesso durante dall’apprendimento periodo di tempo, probabilmente, sono le attribuzioni ed i riferimenti significativi che spiegano la persistenza del cambiamento iniziale di 151 Pubblicità ironica e Comunicazione atteggiamento. L’ambiente costituisce una determinante della stabilità nel tempo. Conversione in azione La decisione ad agire (acquisto) tiene conto delle contingenze specifiche di ogni situazione. Adottare secondo le circostanze un comportamento diverso implica l’adattamento a differenti ambienti; ogni ambito pone delle condizioni per dispensare gratificazioni che contribuiranno a rafforzare determinate intenzioni, così ricompensate. A livello personale ciò che risulta più difficile smantellare sono le abitudini (intese come risposte sistematiche ad uno stimolo). La consuetudine risponde al principio di economicità: veniamo dispensati dal dover compiere da zero un determinato atto ogni qualvolta ci venga presentato il relativo stimolo scatenante. L’ambiente influisce sulle abitudini con vari gradi d’incisività: da molto debole sino a creare una vera e propria dipendenza. I messaggi che forniscono sia una motivazione, sia le istruzioni, si rivelano i più adatti per modificare un’abitudine. Ciò perché le istruzioni d’azione forniscono la sensazione di essere in grado di controllare il pericolo. Il comportamento è letto come funzione di almeno due variabili indipendenti: Predisposizione. Acquisizione di un livello di conoscenza sufficiente per effettuare l’azione. 152 Pubblicità ironica e Comunicazione Effica cia Il problema dell’efficacia di un messaggio pubblicitario risulta decisivo. È sufficiente lanciare uno sguardo ai modelli di comunicazione presentati ed alle difficoltà ad essi legate. Anche Kapferer ha rilevato come la fase espositiva sia quella caratterizzata dagli ostacoli maggiori. La funzione fatica, infatti, risulta oggi la più difficile da instaurare e, soprattutto, mantenere. Gli elementi che impediscono la condivisione del messaggio sono sempre più numerosi. All’eccesso comunicativo vanno aggiunti tutti i requisiti di tipo individuale ed intra-psichico (percezione, memorizzazione, comprensione, decodifica, selezione…). Anche nel modello di Shannon e Weaver, noto come modello lineare della comunicazione (o teoria matematica della comunicazione), è prevista questa eventualità. Sebbene lo studio si riferisca a passaggi d’informazione fra macchine (e non fra esseri umani) e presenti, di conseguenza, innumerevoli lacune, è contemplata la possibilità che avvengano delle interferenze nel percorso di emissione/ricezione del messaggio. 153 Pubblicità ironica e Comunicazione Messaggio Sorgente Segnale Codificatore Segnale Messaggio ricevuto ricevuto Canale Decodificatore Destinazione Rumore Schema n°16 Il rumore deriva da disturbi esercitati da onde elettromagnetiche, agitazione termica, resistenza dei cavi… Con l’evoluzione e l’aumento di complessità dei modelli comunicativi, il concetto di rumore si amplia, arricchendosi dell’insieme di connotazioni tipiche dell’interazione umana. La trasmissione di messaggi si rivela con tutti i suoi ostacoli. La concezione della comunicazione unicamente come trasferimento di informazioni lascia il posto alla visione ostensivo-inferenziale. Il destinatario non deve più semplicemente decodificare ma svolgere un’attività di deduzione. Perché lo scambio comunicativo sia efficace l’emittente deve, quindi, offrire indizi, ed il ricevente trarne inferenze. È in questo momento che l’interpretazione letterale del messaggio si rivela inadeguata. È l’implicito, il non detto, il sottinteso ad acquistare rilevanza. Naturalmente, così come per la comunicazione ironica, 154 Pubblicità ironica e Comunicazione è necessaria la presenza di conoscenze condivise. Un rapporto dotato di questi caratteri designa la comunicazione ostensivoinferenziale. La maggior parte delle comunicazioni di massa ricorre a questo strumento, ancor più nei casi d’ironia. La possibilità di offrire indizi, per indurre deduzioni che non saranno quelle contenute nell’esposizione successiva del messaggio, costituisce la base dell’umorismo negli spot. <<[…] la maggior parte dei messaggi trasmessi dai media non serve a scambiare informazioni ma a divertire […]>>23 L’efficacia della comunicazione ostensivo-inferenziale poggia sulla possibilità di indurre il destinatario a cambiare le sue ipotesi sulla realtà. È messo in gioco il principio di pertinenza. Si possono dare le seguenti definizioni24 (Sperber & Wilson): Condizione 1: un’ipotesi è tanto più pertinente in un contesto dato quanto maggiori sono i suoi effetti contestuali (cioè quanto maggiore è la modifica che essa comporta dell’ambiente cognitivo del destinatario in quel contesto). Condizione 2: un’ipotesi è tanto più pertinente in un contesto dato quanto minore è lo sforzo necessario per trattarla. 23 Volli U., Il libro della comunicazione, Milano, Il Saggiatore, 1994. 155 Pubblicità ironica e Comunicazione Principio di pertinenza: ogni atto di comunicazione ostensiva comunica la presunzione della propria pertinenza ottimale. Presunzione di pertinenza ottimale: L’insieme delle ipotesi I che il comunicatore vuol rendere manifeste al destinatario è abbastanza pertinente affinché lo stimolo ostensivo meriti di essere trattato dal destinatario. Lo stimolo ostensivo è il più pertinente tra tutti quelli che il comunicatore poteva utilizzare per comunicare I. Emittenti e Destinatari devono riconoscere le norme attraverso le quali avviene lo scambio per poter, da un lato, lasciarsi sorprendere da errate deduzioni, dall’altro, ricostruire il processo (avvenuto nella mente del parlante) che renderà efficace l’atto comunicativo. L’uomo mira automaticamente alla massima pertinenza, tende cioè d’ottenere i maggiori effetti comunicativi attraverso uno sforzo minimo. L’ironia permette al parlante di raggiungere proprio questo: maggior efficacia con il minor rischio. Le vesti peculiari attraverso le quali l’ironia si svela, coinvolgono il versante relazionale, cognitivo ed emotivo dei partecipanti all’interazione. 24 In Volli U., Il libro della comunicazione, Milano, Il Saggiatore, 1994. 156 Pubblicità ironica e Comunicazione <<[…] le lacune che noi stessi colmiamo agiscono sull’immaginazione come un vuoto attraente ed esaltano le capacità oniriche presenti in noi.>>25 Condizione necessaria per una valida conclusione del percorso informativo è la possibilità di feed-back. Vorrei sottolineare la peculiarità delle retroazioni comunicative in pubblicità, per l’impossibilità di risposta (diretta) del ricevente. In realtà anche nei rapporti instaurati dai mass media è presente feed-back: il circuito di domande e risposte è abilmente giostrato dall’emittente (vedi Bettetini in precedenza26). Parleremo, in quest’ultimo caso, di processo omeostatico, cioè che conserva il proprio livello27. C Output Input Processo controllato Schema n°17 25 Jankélévitch V., L’ironie, Paris, Flammarion, 1964. Vedi pp. 64-65. 27 In Volli U., Il libro della comunicazione, Milano, Il Saggiatore, 1994. 26 157 Pubblicità ironica e Comunicazione Un certo processo viene controlla da uno strumento C che usa l’output del processo (il suo risultato) per regolare il suo input (la sua alimentazione). Se il processo si scosta da un valore prefissato in una certa direzione, C modifica l’input nella direzione opposta. Se il valore della correzione è regolato bene, il processo risulta omeostatico, cioè conserva il proprio livello. Pubblicità, quindi, non solo per vendere. La sua efficacia può essere valutata unicamente in termini di propensione all’acquisto. L’atto di acquisto vero e proprio non può essere condizionato dal processo di sponsorizzazione. Gli obiettivi, ho illustrato, sono altri. Esistono quattro tipi di studi che ci aiutano a ridurre i rischi lungo il percorso d’ideazione pubblicitaria28. Test di concetto pubblicitario È uno studio specificamente pubblicitario, che è meglio svolto sotto la responsabilità dell’agenzia. Serve per verificare se un’idea è in linea o no con un certo obiettivo e con il pubblico cui è destinata. La cosa più importante non è verificare fino a che punto il concetto è accettato, ma la sua capacità di stimolare le motivazioni. 158 Pubblicità ironica e Comunicazione È l’unica verifica che serve per prendere o correggere decisioni. Si serve di materiali molto semplici: basta un cartello con una parola o frase, o la fotografia di un personaggio, o alcune note musicali, o qualsiasi cosa che dia un’idea fisica ed essenziale del concetto. Può essere realizzata con le risorse interne dell’agenzia, se dispone di un ricercatore nella sua struttura. Il pre-test pubblicitario È la causa fondamentale di dissensi e discussioni fra pubblicitari e ricercatori. Ci sono esempi di grandi, efficaci campagne innovative, con risultati eccellenti, che non avevano superato un pre-test; di altre che furono “pre-testate” e funzionarono bene; di altre ancora che superarono il test ma diedero risultati inadeguati; come ci sono campagne che non furono verificate prima e lasciarono ai loro autori solo gli occhi per piangere. È legittimo “pre-testare” un risultato prima di rischiare un grande investimento. Ma è una barbarie abbandonare una grande idea solo perché a prima vista non sembra essere ben capita. Per questo è necessaria un’ottima metodologia di ricerca. 28 Bassat L., Livraghi G., Il nuovo libro della pubblicità, Milano, Il Sole 24Ore, 1997, (trad. it.). 159 Pubblicità ironica e Comunicazione Se vogliamo che la ricerca ci dia risposte, queste devono essere reali. I metodi di studio devono essere rigorosi ed evitare la tentazione del vaticinio. Un pre-test ci può indicare rapidamente se la marca sarà ricordata. Costerà un po’ di più sapere se il messaggio è capito, e parecchio di più capire se il messaggio sarà gradito. Quantificare un aumento di vendite è molto più difficile. Ricordiamo che la ricerca è solo una luce lungo la strada. Un pre-test non deve: Pregiudicare o determinare gli obiettivi di marketing (devono essere stabiliti a priori, frutto di una nostra decisione). Decidere qual è la forma di comunicazione idonea per trasmettere il messaggio. Definire il messaggio, né la tecnica di comunicazione. Il post-test pubblicitario Si riferisce fondamentalmente a come i codici pubblicitari sono stati ricevuti dal pubblico, e non dalla reazione a quegli stimoli. Riguarda il nostro target group, che abbiamo potuto raggiungere, per conoscere: 4. Grado di notorietà 5. Ricordo spontaneo e suggerito 6. Grado di comprensione 7. Associazione fra il prodotto, il messaggio e la marca 160 Pubblicità ironica e Comunicazione 8. Grado di credibilità 9. Livello di copertura dei mezzi utilizzati nella campagna 10. Cambiamenti di atteggiamento e intenzioni di acquisto I risultati sono spesso di grande utilità per le agenzie quando confermano la forza dei codici di comunicazione utilizzati. La natura di queste ricerche è fondamentalmente quantitativa. Test di efficacia della pubblicità Sono studi quantitativi, che mettono in relazione le variabili che spiegano i fenomeni osservati nel mercato con altre variabili esplicative riguardanti la pubblicità. Le variabili sono: Il grado di notorietà e conoscenza della marca. Il grado di penetrazione e coinvolgimento. Il grado di percezione. L’immagine di marca e di prodotto. I due metodi principali di misurazione dell’efficacia della pubblicità sono: le interviste a un campione variabile della popolazione in forma sistematica e a intervalli regolari, e l’osservazione permanente di un panel di consumatori, che registra gli acquisti di prodotti e il grado di esposizione ai mezzi pubblicitari. 161 Pubblicità ironica e Comunicazione Target L’impostazione di questo lavoro mi porta ora a trattare il destinatario. Vista la peculiarità del messaggio pubblicitario, ed in particolare la presenza di promesse, il ruolo rivestito dal target è indispensabile ai fini comunicativi. L’audience è concepita come attiva, cioè una parte importante dell’uso dei media è considerata come finalizzata a uno scopo. […] Nel processo di comunicazioni di massa molta iniziativa nel connettere la gratificazione dei bisogni e la scelta dei media dipende dal destinatario. […] I media competono con altre fonti di soddisfazioni dei bisogni. Quelli gratificati dalle comunicazioni di massa rappresentano solo un segmento dell’ampio spettro dei bisogni umani, e il grado in cui essi possono essere adeguatamente soddisfatti dal consumo dei media è certamente variabile. […] Occorre quindi considerare le altre alternative funzionali. Dal punto di vista metodologico, molti degli scopi cui è finalizzato l’uso dei media possono essere conosciuti attraverso i dati forniti dai destinatari stessi, cioè essi sono sufficientemente consapevoli da poter rendere conto dei propri interessi e motivi in casi specifici o almeno di 162 Pubblicità ironica e Comunicazione riconoscerli se vengono loro esplicitati in una forma verbale a essi familiare e comprensibile. I giudizi di valore sul significato culturale delle comunicazioni di massa dovrebbero essere sospesi fino a che gli orientamenti dell’audience non sono analizzati nei loro stessi termini.29 Bisogna postulare in primo luogo che anche gli <<usi e gratificazioni>> siano soggetti a una determinazione collettiva, che insomma: le gratificazioni non derivino solo dal contenuto dei media, ma anche Dal tipo di esposizione a un dato medium e Dal contesto sociale in cui si consuma la fruizione30. La maggior parte delle osservazioni che potrei illustrare in questa sezione sono in realtà già state esposte in precedenza. Riprenderò, di seguito, i punti che ritengo più significativi. Innanzitutto, propria dei destinatari deve essere una determinata competenza comunicativa. A ragione, credo che la condivisione di quest’ultima con il parlante permetta non solo la possibilità di comprendere ma, in primo luogo, la capacità di selezionare un 29 Programma dell’approccio teorico definito dagli <<usi e gratificazioni>> in Volli U., Il libro della comunicazione, Milano, Il Saggiatore, 1994. 30 In Volli U., Il libro della comunicazione, Milano, Il Saggiatore, 1994. 163 Pubblicità ironica e Comunicazione messaggio. Il ricevente non percepirà in egual misura informazioni giudicate interessanti (verso cui rivela maggior dimestichezza) ed informazioni considerate estranee (verso cui rivela maggior rigidità). La competenza comunicativa (enciclopedica, linguistica ed extratestuale) agisce dunque già nel primo grado del modello multi-fase della percezione. Agli antipodi, rispetto la precedente, è la situazione d’acquisto. In questo caso il ruolo del destinatario nei confronti del messaggio è orientato, in generale, verso due direzioni: 9. Influenza “subita” (senza accezioni negative) dallo spot, 10. “Riciclaggio” del contenuto informativo (per giustificare l’acquisto). Tutto ciò presupposta l’accettazione dello scambio comunicativo; ma non dobbiamo dimenticare che l’interazione può venir rifiutata, così come il suo contenuto. Altro punto importante, soprattutto per la comunicazione ironica, è quello dell’ambiguità. Lo spot deve essere chiaro, ma non troppo rigido, statico. Contemporaneamente non può essere eccessivamente allusivo. Un equilibrato connubio fra questi due elementi (probabilmente il più possibile orientato a suscitare dinamismo nel ricevente) sembra costituire la scelta migliore per un commercial di successo. Le informazioni forniranno sicurezza e lasceranno aperta la strada ad eventuali argomentazioni 164 Pubblicità ironica e Comunicazione d’acquisto; gli elementi emozionali creeranno motivazioni nate da istanze psichiche non controllabili consapevolmente. Qualora lo spot sia costituito attorno a format consolidati, veri e propri generi, soddisferà il criterio di economicità per il destinatario (sempre che non scada nell’ovvio e banale). Hall prevede tre tipi di decodifica che confermano quanto affermato sin ora: Interpretazione dominante: si realizza quando la audience interpreta il messaggio secondo il medesimo codice impiegato dall’emittente. È questa la modalità di comprensione che si verifica quando uno spot interpella con successo il proprio target per mezzo di un messaggio non frainteso, e le ipotesi di certi effetti di attitudine e di comportamento tendono a verificarsi così come erano state progettate Lettura negoziata: si determina ogni qualvolta l’audience impiega una versione negoziata dell’ideologia dominante, determinando modificazioni delle differenze nella loro posizione Decodifica oppositiva: si determina quando un individuo rigetta o si oppone a una ideologia contrapponendovi una concezione alternativa del processo di decodifica.31 31 In Grandi R., Come parla la pubblicità: modelli comunicativi degli spot pubblicitari, Milano, Edizioni del Sole 24 ore, 1987. 165 Pubblicità ironica e Comunicazione Un target-group si definisce semplicemente come l’insieme degli individui che si vogliono raggiungere con la pubblicità. Spesso si distingue fra target globale e focus-target, che comprende i destinatari più importanti32. Popolazione totale Target globale Focus-target Pubblico fuori target Schema n°18 Non bisogna confondere il target di comunicazione con il target di marketing. Il target di marketing comprende gli acquirenti potenziali e risponde alla domanda: a chi posso vendere? Il target di comunicazione risponde invece alla domanda: a che devo rivolgermi? Il target di comunicazione è dunque generalmente più ampio del target di marketing perché comprende, oltre agli acquirenti potenziali, anche tutte le persone che possono 32 Brochand B., Lendrevie J., Le Publicitor, Paris, Jurisprudence Generale Dalloz, 1983. 166 Pubblicità ironica e Comunicazione interessarsi al prodotto e servire da legame di comunicazione fra l’azienda e gli acquirenti. Tuttavia in alcune circostanze può essere efficace limitare il target di comunicazione a un pubblico molto ristretto, al nucleo centrale del target di consumatori i cui acquisti sono molto importanti, ad alcuni opinion leader o ad alcuni distributori. A volte è il divieto di fare pubblicità presso i consumatori che porta a scegliere target ristretti di comunicazione. Il target di comunicazione è raramente omogeneo. Spesso riunisce gruppi differenti e complementari in funzione del ruolo che ricoprono nel processo di decisione. Per analizzare e poi comporre un target di comunicazione, bisognerà porsi queste domande: Chi influenza la decisione di acquisto? Che decide? Chi acquista? Chi utilizza? Questi individui sono diversi? Possono essere classificati in modo operativo? L’individuazione di questi gruppi può e deve incidere sulla strategia media e sulla creazione? La definizione e la descrizione dei target-group dipendono dal modo in cui si concepisce il ruolo della pubblicità ed il processo di decisione del consumatore. Nell’approccio economico e razionale il consumatore è un’unità economica caratterizzata da 167 Pubblicità ironica e Comunicazione reddito, dal profilo demografico, dal consumo, dai beni che possiede ecc… Sono variabili misurabili, che permettono di proporre una descrizione fisica ed economica del consumo. Queste variabili costituiscono il primo gruppo di criteri. Nell’approccio psicologico e sociale si attribuisce importanza alle motivazioni, alla personalità dei consumatori, ai gruppi sociali ai quali essi appartengono. Questo porta alla definizione di un secondo gruppo di criteri, più qualitativi, più difficilmente osservabili e misurabili, ma con un valore esplicativo dei comportamenti di acquisto o di consumo spesso migliore. Primo gruppo di criteri: Criteri socio-demografici e geografici Criteri di consumo e di approvvigionamento Secondo gruppo di criteri: Criteri psicologici e centri di interesse Criteri di stili di vita 168 Pubblicità ironica e Comunicazione LIVELLO DI COMUNICAZIONE Fedeltà COSA SI MISURA Comportamento Livello volitivo Prova Preferenza Attitudini Livello dell’affetto Conoscenza Ricordo Livello del cognitivo Attenzione Esposizione al mess Esposizione al mezzo Schema n°19 <<(L’ironia) Sa che non è necessario dire tutto e ha rinunciato ad essere esaustiva: fa affidamento sull’ascoltatore per sollevare il senso con la leva del segno, sulla percezione per completare con dei ricordi i segnali della sensazione.>>33 In riferimento all’operazione di selezione sottolineo come il potere di contrattazione dei consumatori sia aumentato. La scelta è diventata un piacere autentico. È come se la pubblicità avesse offerto al pubblico un insegnamento per imparare a scegliere. 33 Jankélévitch V., L’ironie, Paris, Flammarion, 1964. 169 Pubblicità ironica e Comunicazione Ridondanza A questo punto vorrei tentare un’affermazione, probabilmente azzardata: le pubblicità di tipo ironico racchiudono una continua alternanza fra ridondanza ed entropia. Un messaggio ridondante è molto prevedibile, scevro da equivoci. Contiene poca informazione, intesa come proposta, e successiva acquisizione, di elementi nuovi. L’entropia comporta, invece, un elevato contenuto informazionale ed una prevedibilità minima. Ancora mi sembra di rilevare i punti caratterizzanti comunicazione ed ironia. Ridondanza ed entropia si supportano e chiarificano nello scambio comunicativo. Al concetto di ripetizione è assimilabile quello di isotopia che si basa sulla ripetizione di alcuni elementi semantici per indirizzare le aspettative del ricevente (…forse per poi contraddirle?) <<Così si può avere ridondanza nella ripetizione dello stesso termine (ad esempio, “perché è bella, bella, bella”) o nell’utilizzo della dittologia sinonimica (iterazione enfatica di un concetto per mezzo di sinonimi: “la più grande, vasta, estesa esposizione”) oppure nel rinforzo di un concetto (ad esempio, “sei la prima, la migliore”). Dal punto di vista della forma dell’espressione, poi, 170 Pubblicità ironica e Comunicazione la ridondanza può consistere nell’uso insistito di una consonante (ad esempio, nelle allitterazioni come Il tuo spazio senza zanzare, Fiesta ti tenta tre volte tanto), che può servire ad ottenere buoni effetti di memorizzazione. Un altro modo per avere effetti di ridondanza è garantito dall’uso del pleonasmo, cioè di un rafforzamento del concetto attraverso un sovrappiù sintattico (ad esempio, “a me mi piaci”, “guardate con i vostri occhi”). La ridondanza può manifestarsi anche in campo iconico (nella ripetizione insistita di un elemento compositivo) o in quello acustico (ad esempio, nell’innalzamento del volume degli spot). In ogni caso i risultati possono essere positivi o negativi a seconda della gradevolezza, dell’accettabilità, dell’efficacia dell’esito. In altre parole la ridondanza risulta negativa se produce disturbi nella comunicazione, positiva se riesce a rinforzare i messaggi che s’intende trasmettere.>>34 Se non fosse per il carattere ambiguo tipico dell’ironia, la ridondanza non farebbe altro che rispondere al principio di economicità. Da considerare che ci può essere ripetizione non solo all’interno del messaggio, ma anche nel riproporre tale messaggio continuamente nel palinsesto. Inoltre la medesima rielaborazione di uno spot seriale, con differenze minime fra un comunicato ed il successivo, costituisce, a mio avviso, un indice di ridondanza (non è forse così che nascono e s’affermano i 34 Trotta M. La pubblicità, Napoli, Ellissi, 2002. 171 Pubblicità ironica e Comunicazione “tormentoni”?). Kapferer parla di fenomeno dell’oblio per indicare la diminuzione del ricordo dello spot in relazione al tempo. Probabilmente evitare che ciò accada, sollecitare la memoria dello spettatore, è un’ulteriore funzione delle pubblicità a puntate. Rendendo questo procedimento, leggero, sottile, pieno di tatto, potremmo anche creare un certo grado di familiarità verso il prodotto. Assurdo e ridondanza ricoprono quindi due istanze: non familiare/familiare. Si trae vantaggio dalla loro unione grazie alla formulazione di una precisa richiesta al pubblico: prestare attenzione. L’incongruenza nata dalla frizione delle due componenti dovrà, però, essere risolta dagli ascoltatori (è questo l’elemento che non risponde al principio di economicità). Secondo Kapferer35 sono frequenti i casi in cui la ripetizione dello stimolo (messaggio pubblicitario) renda il messaggio stesso piacevole. La ripetizione del messaggio persuasorio costituirebbe la norma. Il modello di persuasione36 permette di comprendere quali siano le differenti funzioni cui essa adempie: Aumenta la probabilità che un individuo sia esposto al messaggio. Moltiplicando la presenza del messaggio nell’ambiente del soggetto, egli ha una probabilità sempre minore di non entrare in contatto col messaggio. 35 Kapferer J.N., Le vie della persuasione. L’influenza dei media e della pubblicità sul comportamento, Torino, ERI, 1992, trad.it.. 36 Vedi Schema n°13. 172 Pubblicità ironica e Comunicazione Entrare in contatto con un messaggio non significa prestargli attenzione. una seconda funzione della ripetizione è di aumentare la probabilità che il soggetto presti attenzione al messaggio. La ripetizione aumenta anche la probabilità che il messaggio sia sufficientemente decodificato. Infine la ripetizione necessaria perché un messaggio sia appreso, ogni supplemento di ripetizione non influenza più la quantità di apprendimento, ma il suo grado. Ora, è da questo grado di apprendimento che dipende la memorizzazione. <<Secondo il nostro modello multi-mediazione, gli effetti della ripetizione sull’atteggiamento e, in particolare, sulla componente affettiva, derivano dal fatto che attraverso la ripetizione il pubblico è portato a elaborare l’informazione fino al processo di formazione delle opinioni sugli attributi dello stimolo, opinioni che verranno integrate in una nuova valutazione. È questa la logica che sottende l’utilizzazione massiccia della ripetizione pubblicitaria.>>37 Quindi le esposizioni iniziali aiutano la audience ad apprendere e comprendere quel che dice il messaggio, ogni volta un po’ di più. Successivamente la ripetizione permette di diminuire la velocità con cui si dimentica. 37 Kapferer J.N., Le vie della persuasione. L’influenza dei media e della pubblicità sul comportamento, Torino, ERI, 1992, trad.it.. 173 Pubblicità ironica e Comunicazione Dopo un determinato livello di soglia, la ripetizione non sortirà più miglioramenti nel cambiamento di atteggiamento iniziale. 174 Pubblicità ironica e Comunicazione <<Credo che un grande annuncio abbia la possibilità, pur nel suo piccolo, di riassumere il carattere distintivo di un’epoca. È in grado di dar forma al pensiero della gente, uno scopo che spesso realizza, sia pure a sua insaputa. In quel momento quell’annuncio diventa un punto di riferimento, per quanto minuscolo, delle nostre vite. Solo dopo aver soddisfatto quanto è stato detto finora e aver superato l’esame critico (ma, si badi bene, solo a quel punto), la tecnica pubblicitaria diventa importante. Allora, ma solo allora, è essenziale che il prodotto diventi il centro focale dell’annuncio…che le immagini siano nitide…che le parole tocchino la corda giusta…che l’insieme di questi elementi formi un quadro accattivante sul piano squisitamente estetico. Allora sì che importantissima!>>38 38 Day B., Avete 30 secondi, Milano, Lupetti, 1990. la tecnica diventerà 177 Immagine e Suono I sen si: ci sono gerarchie? Già nel titolo del presente elaborato è contenuto un presupposto: la concordanza fra udito e vista. O meglio, il concorrere delle due attività sensoriali alla strutturazione percettiva dei messaggi pubblicitari. Personalmente non vorrei, se non dopo un’accurata analisi, attribuire maggior valore all’una o all’altra “forma conoscitiva” dell’ambiente. Ritengo però utile sottolineare come il rapporto fra i sensi propriamente umani sia stato considerato frequentemente impari, tendenzioso e gerarchico.1 Ho parlato di “forma conoscitiva” perché ogni apparato percettivo permette l’accesso a particolari forme del conoscere, sia per come è strutturato, sia in rapporto allo “spirito dell’epoca” in cui diviene oggetto d’analisi. Quasi che occhio e orecchio costituissero due media in grado di veicolare un peculiare e specifico sapere. Aristotele considerava come senso primario la vista; gli uomini, dice: <<amano, più di tutte, la sensazione della vista. Infatti, non solo ai fini dell’azione, ma anche senza avere alcuna intenzione di agire, noi preferiamo il vedere, in certo senso, a tutte le altre sensazioni. E il motivo sta nel fatto che la vista ci fa conoscere più di tutte le altre sensazioni e ci 178 Immagine e Suono rende manifeste numerose differenze fra le cose>>2 In accordo con Aristotele seguono Platone ed Eraclito. Nell’antichità la percezione sembra quindi ruotare prevalentemente attorno ad orecchio e occhio, e tra questi si stabilì una opposizione gerarchica duratura. Ma se, nei pensatori citati, il canale visivo risultò vittorioso, lodato ed apprezzato (da svariati punti di vista), ciò non accadde all’interno della tradizione platonica, nei primi Cristiani, nei Padri della Chiesa e nello gnosticismo. La concezione di questi ultimi differisce dalla precedente soprattutto perché considera i sensi del corpo ingannevoli per natura. Nasce così una versione mistica, dove ai “sensi del corpo” si contrappongono i “sensi interni”, unici depositari di percezioni sicure. Agostino ritiene l’orecchio il canale più pericoloso, soggetto ad una moltitudine di sollecitazioni. L’udito può indulgere al piacere della musica, perdendo il senso delle parole. <<Quando succede che il canto mi tocca più del testo cantato, confesso che il mio peccato è degno 1 Ricorro nell’analisi seguente al testo di Simone R., La terza fase. Forme di sapere che stiamo perdendo, Bari, Laterza, 2000. 2 Metafisica 980A-B. In di Simone R., La terza fase. Forme di sapere che stiamo perdendo, Bari, Laterza, 2000. 179 Immagine e Suono di pena, e preferirei allora non sentir cantare. Ecco a che punto sono!>>3 Alla vista non spetta certo un ruolo migliore. Agostino, pur riconoscendone il primato come strumento di conoscenza, evidenzia quanto sia “deviante” la possibilità, attraverso l’occhio, di riconoscere la bellezza delle forme. Inoltre il canale visivo è invasivo: si ricorre ad una terminologia propria di questo medium anche per descrivere sensazioni percepite attraverso altri organi sensoriali. Questa visione verrà abbandonata solo nel Seicento e nel Settecento. Ovvio ricondurre tale evoluzione ai passi compiuti dalla scienza, in alcuni casi proprio grazie (o riguardo) alla vista. Condillac sostenne una visione di concordanza: ogni senso concorre con gli altri alla costruzione della realtà e del mondo che ci circonda. Ciascun senso, quindi, permette di acquisire una nuova porzione di conoscenze e di attivare nuove capacità. Sorge in Condillac, inoltre, la comprensione del passaggio da una fruizione dell’ambiente lineare, ed una simultanea. Questo punto segna, per me, un salto decisivo, in particolare in riferimento al mezzo audiovisivo caratterizzante la pubblicità televisiva. Tornando a Condillac, evidenzio come, nonostante la visione d’insieme qui brevemente riportata, non si sia sottratto dal 3 Confessioni X xxxiii 50 in Simone R., La terza fase. Forme di sapere che stiamo 180 Immagine e Suono considerare comunque un senso come più importante rispetto agli altri: l’udito. Questa interpretazione deriva soprattutto dal legame stabilito fra l’udito stesso ed il linguaggio. Si veda Herder: <<Siccome l’uomo riceve il linguaggio insegnatogli dalla natura esclusivamente attraverso l’udito, senza il quale non può inventare il linguaggio, l’udito è diventato in certo qual modo il suo senso mediano, vera e propria porta dell’anima ed elemento di unione fra i vari sensi>> 4 Ancora nasce un’opposizione fra visione lineare e visione simultanea: l’orecchio permette di coordinare informazioni in successione, in modo chiaro, ed è, per questo, il senso del linguaggio. La vista, al contrario, sottopone l’anima ad un’elevata quantità di stimoli; quantità tale che diviene impossibile isolarne un solo tratto. <<L’udito è il senso mediano in considerazione del tempo in cui opera, quindi è il senso del linguaggio. […] La vista presenta tutto davanti a perdendo, Bari, Laterza, 2000. 4 Herder J.G., Saggio sull’origine del linguaggio, in Simone R., La terza fase. Forme di sapere che stiamo perdendo, Bari, Laterza, 2000. 181 Immagine e Suono noi di colpo, sgomentando l’apprendista con il quadro smisurato della successione spaziale.>>5 Non per questo la vista viene declassata, Herder ne riconosce comunque l’importanza: senza essa saremmo pensatori limitati. Nel continuo legame ed interscambio fra sensi ed attività umane, la necessità di stabilire una gerarchia fra sensi nasce con la corrispondente necessità di definire pregi e difetti delle diverse arti. Lessing, nel tentativo di stabilire i limiti della pittura nei confronti della poesia, fornisce una spiegazione che torna alla già citata differenza fra linearità (successione) e simultaneità. Quindi: se l’udito era strettamente legato alla facoltà umana del linguaggio, la vista si lega a quella della pittura. È da questo avvicendamento di analisi e prese di posizione che abbiamo ereditato un’idea forte circa la presenza di una gerarchia fra i sensi. La vista e l’udito, fra gli altri, costituiscono le vie d’accesso principali alla conoscenza. Si può affermare inoltre che, fra i due, sia la vista a prevalere. Malgrado i suoi limiti e le trappole che talvolta ci presenta, è l’occhio alla base del sapere dell’uomo. Ciò che permise (o forzò) il passaggio d’attenzione dall’udito alla vista fu, con grande probabilità, la scoperta della 5 Herder J.G., Saggio sull’origine del linguaggio, in Simone R., La terza fase. Forme di 182 Immagine e Suono scrittura. A questo processo corrisponde una vera e propria rivoluzione cognitiva che comporta nuove e diverse modalità sensoriali. Essa infatti esaltò enormemente il vedere rispetto all’udire: tramandare conoscenze da generazione a generazione, da maestro ad allievo, da mastro ad apprendista, da nonno a nipote, non fu più necessario. Durante questa evoluzione la vista non rimase certo inalterata: si trasformò in profondità. Ebbe, cioè, l’effetto di far risaltare un nuovo e peculiare modulo di percezione: la visione alfabetica. <<Chiamo così quelle modalità della visione che permette di acquisire informazioni e conoscenze a partire da una serie lineare di simboli visivi, ordinati l’uno dopo l’altro alla stessa maniera dei segni alfabetici su una riga di testo.>>6 I meccanismi percettivi, di ricezione e trasmissione del sapere non furono gli unici investiti da questa rivoluzione inavvertita. Infatti si sviluppò anche un’opposizione fra due modi di funzionamento dell’intelligenza: quella simultanea e quella sequenziale. sapere che stiamo perdendo, Bari, Laterza, 2000. 6 Simone R., La terza fase. Forme di sapere che stiamo perdendo, Bari, Laterza, 2000 183 Immagine e Suono La prima opera su dati che si presentano contemporaneamente, difficilmente ordinabili, e quindi ignora il tempo; la seconda opera invece sulla successione degli stimoli, li articola ed analizza. Inutile comprendere che, così come accadde per la gerarchia fra sensi, avviene anche per l’attribuzione di maggiore o minore importanza all’una o all’altra forma d’intelligenza. Simone riassume così la posizione dell’uomo in questo frangente: <<Quindi dopo la scrittura, la gamma delle risorse disponibili per acquisire conoscenza evoluta si può descrivere così: l’uomo è attrezzato - Per l’ascolto lineare, in quanto può ascoltare suoni disposti in successione. L’ascolto, benché possa cogliere (come aveva visto Herder) anche più fonti simultanee di suono, è comunque lineare. Benché non tutto quel che ascoltiamo sia ordinato in successione come gli elementi di un testo (in senso proprio, come un discorso verbale, o in senso traslato, come un brano musicale), l’ascolto è lineare perché deve seguire lo svolgimento del segnale sonoro; - Per la visione non-alfabetica, in quanto può vedere oggetti in generale. Questa visione è caratterizzata da fatto di non essere lineare (si ricordi l’osservazione di Herder secondo cui <<la vista presenta tutto davanti a noi di colpo>>), cioè di non 184 Immagine e Suono essere costretta a seguire una successione ordinata nel suo movimento; - Infine, per la visione alfabetica, che permette di vedere quegli specifici oggetti che sono le scritture, decifrandone il valore fonico (capendo cioè “come si pronunciano”) e al tempo stesso cogliendo il loro significato. Ora, le scritture sono di norma il supporto di testi verbali, la cui proprietà fondamentale è quella di essere disposti in quella speciale successione che i linguisti chiamano appunto linearità. In ciò, la percezione segue la natura stessa dei testi: siccome il testo si svolge linearmente, anche la visione che lo percepisce deve essere allenata a operare in senso lineare.>>7 Però, oggi, viviamo in un’ulteriore fase, in cui la visione nonalfabetica domina su quella alfabetica. La sensazione che il processo iniziato dalla visione lineare fosse a senso unico cade. Stiamo tornando al prevalere dell’orecchio sull’occhio. Con la stampa vennero apportate modificazioni sia nei quadri di conoscenza che nelle relazioni sociali. L’intelligenza alfabetica non rimane comunque ferma, attraverso essa si continua ad operare (è indispensabile per la lettura, successione di elementi disposti in linea); subisce unicamente un processo articolazione, rivelandosi più raffinata. 7 Simone R., La terza fase. Forme di sapere che stiamo perdendo, Bari, Laterza, 2000. di 185 Immagine e Suono Il nuovo cambiamento si avverte soprattutto negli ultimi due decenni del secolo XX, cioè in quella che Simone considera la Terza fase. In questo periodo non solo si sono modificate le forme del parlare, ma inaspettati cambiamenti sono intervenuti nella trasmissione del conoscere e dell’informazione. Tutto ciò corredato e supportato dalla scoperta dei nuovi media. L’intelligenza simultanea permette di “vedere” un tutto, senza necessità di sequenze, di gerarchie. Anche così, però, esistono diversi gradi (osserviamo in modi differenti un quadro e un fumetto). Questo tipo di intelligenza sembrerebbe anche rispondere al principio di economicità: la visione linearealfabetica non costituisce una semplice acquisizione, deve essere allenata, talvolta faticosamente. In questo senso la visione nonalfabetica pare esprimere una “decisione”: creare una gerarchia di “naturalezza” nell’impiego delle diverse vie di conoscenza. È quasi come se ci fosse una tensione verso il ritorno a media più primitivi, di minor grado di governo. 186 Immagine e Suono L’immagine <<[…] l’immagine è l’apparenza fisica delle cose nel loro incontro con la luce (in un soggetto percettivo o in una macchina ottica).>>8 <<1. Forma con la quale una cosa appare a chi la guarda. 2. Forma di una cosa reale ricreata nel processo artistico oppure forma attribuita a qualcosa di astratto. 3. Forma che assumono nella mente le cose pensate, ricordate o sognate; rappresentazione mentale. 4. Forma materiale, identificabile con una persona o una cosa, in cui si concretizza un concetto astratto. 5. Idea che si vuole dare di sé agli altri, suggerita attraverso segni esteriori e visibili; il modo di presentarsi, di offrirsi. 6. Il sottoinsieme del codominio costituito da tutti i valori assunti dalla funzione. 7. Ultimo stadio della metamorfosi, in cui l’insetto è perfetto.>>9 Come considerare il messaggio pubblicitario dal punto di vista dell’immagine? Genericamente lo possiamo definire come scrittura della percezione audiovisiva. È come se, nel costruire uno spot, si cercasse di registrare la percezione. Il tentativo è quello di essere tanto fedeli a ciò che l’individuo dovrebbe 8 Ferrara G., Manuale di regia, Roma, Editori Riuniti, 1999. DISC Dizionario Italiano Sabatini Coletti, Firenze, Giunti Editore, 1999 (seconda edizione). 9 187 Immagine e Suono “sentire” (in senso lato) da permettere al destinatario di “calarsi perfettamente nella parte” (in senso stretto). <<L’obiettivo fisso corrisponde alla finestra fissa, statica, contemplativa del palcoscenico teatrale; l’obiettivo fisso instaura un diaframma tra le cose e lo spettatore: da una parte l’uno, dall’altra parte il visibile (e l’udibile).>>10 L’occhio è: <<[…] il recettore di un flusso visuale inscindibile dal fattore tempo. La percezione è scoprire, pensare la realtà con gli occhi e le orecchie soprattutto nel flusso temporale.>>11 Le riprese audiovisive (e, naturalmente, cinematografiche) possono raccogliere in sé, per poi trasmettere, proprio questa qualità espressiva. È di qualità che parlo, non di quantità. Non si tratta di mera riproduzione di immagini in movimento! Solitamente consideriamo come elementi in grado di offrirci il senso dell’orientamento le tre direzioni dello spazio. 10 11 Ferrara G., Manuale di regia, Roma, Editori Riuniti, 1999. Ferrara G., Manuale di regia, Roma, Editori Riuniti, 1999. 188 Immagine e Suono Trovo invece utile sottolineare una quarta funzione, così come Ferrara: il tempo. Peculiare del tempo è la presenza di una sola direzione: il vettore passato avvenire. La mobilità fotogenica è una mobilità nello spazio e nel tempo. Attraverso questa visione dobbiamo guidare la nostra attenzione su un oggetto. Così come la scenografia stessa dovrebbe nascere narrando una storia; narrazione intesa come presenza (tangibile materialmente sugli elementi che compongono la scena) di un prima ed un perché, di “vita vissuta”. Luce e suono concorrono nel fornirci coordinate spaziotemporali. Tali coordinate saranno necessarie al destinatario dello spot per poter codificare il messaggio trasmesso. Ma saranno oltremodo utili nel momento in cui verrà attuata una strategia ironica: suoni e immagini per condurci in un logo, suoni e immagini per disattendere le nostre supposizioni. Partecipano a questo processo prospettiva e luce, che dovranno essere viste nella loro mobilità temporale. Ed il colore (la luce) ha soprattutto la funzione di definire lo spazio in relazione al tempo. Per iniziare, ho trovato un’osservazione interessante sul testo di Ferrara, a proposito dell’inquadratura. Infatti, il primo passo per la comprensione, o quanto meno la descrizione, dell’immagine, deve muovere dall’inquadratura stessa: dalla sua forma. Perché un’inquadratura spiegazione più rettangolare? accessibile Perché per in orizzontale? questa La strutturazione 189 Immagine e Suono dell’immagine televisiva deriva direttamente dal modo attraverso cui l’uomo esperisce l’ambiente. La nostra percezione del mondo deriva da un’esplorazione dello stesso da sinistra a destra, più che dall’alto al basso (il che giustificherebbe un’inquadratura in verticale), ma, naturalmente, anche più che da destra a sinistra. Una “piccola” testimonianza è quella del nostro sistema di scrittura (nonostante la presenza di importanti eccezioni). Ritagliare una “fetta” dello spazio che ci circonda significa, così, stabilire un rapporto con ciò che viene rappresentato nell’immagine. Si delinea un rapporto fra punto di vista e referente esterno. Lo strumento attraverso cui ciò avviene è il mascherino12. Ma inquadrare non significa mostrare solo una parte di un tutto. Necessariamente, infatti, si tabilisce un legame fra ciò che sta dentro e ciò che sta fuori dall’inquadratura. Celare (o fornire falsi indizi) è alla base delle pubblicità ironiche (sia attraverso il canale visivo, sia attraverso quello acustico). Si stabilisce, pertanto, uno scambio continuo ruotante attorno ai perni inclusione/esclusione: <<Lo schermo diventa così una costante mentale di tipo soggettivo che taglia lo tridimensionale in modo geometrico.>>13 12 13 Vedi Glossario. Ferrara G., Manuale di regia, Roma, Editori Riuniti, 1999. spazio 190 Immagine e Suono Soggetto e oggetto, visione soggettiva e visione oggettiva (intese anche in termini tecnici14), sono elementi di un’unione inscindibile. Il tentativo, proprio di ogni individuo, di ordinare il mondo attraverso la visione sinistra destra si riscontra anche nella macchina da presa. Secondo Greimas le tre categorie specifiche secondo cui un messaggio pubblicitario si articola sul piano visivo sono15: - Le categorie topologiche: riguardano lo spazio dell’immagine; esso è un’organizzazione virtuale, una struttura che tende a orientare il percorso di lettura. Pertanto, cerca di agevolare la ricezione del destinatario, assecondando le sue abitudini di lettura e proponendogli una struttura geometrica rassicurante perché familiare. Procede perciò dall’angolo in alto a sinistra a quello in basso a destra della pagina, dove si trovano generalmente il marchio e il prodotto, perché così collocati vengono più facilmente memorizzati, in quanto costituiscono l’ultimo elemento incontrato dallo sguardo del lettore. Segue cioè un percorso a forma di Z, che può essere detto “sequenziale”. Solitamente, inoltre, l’interesse visivo delle persone passa dagli oggetti più grandi 14 15 Vedi Appendice 2. In Codeluppi V., Che cos’è la pubblicità, Roma, Carocci, 2001. 191 Immagine e Suono a quelli più piccoli e dagli oggetti di forma irregolare ad oggetti regolari e termina il suo percorso sul testo verbale. - Le categorie eidetiche: riguardano le forme degli oggetti, che mettono in rilievo discriminando ed isolando le diverse aree presenti sulla superficie dell’immagine. Significati a cui rimandano generalmente alcuni dei principali tipi di forme: le linee curve alla dolcezza o alla femminilità. Le linee diritte alla virilità, le linee oblique ascendenti verso destra al dinamismo, le linee oblique discendenti verso sinistra alla caduta, le forme chiuse o aperte a delle impressioni di chiusura, di confort o d’evasione, le linee spezzate e gli angoli acuti all’aggressività, le forme triangolari o piramidali alla solidità e all’equilibrio. - Le categorie cromatiche: riguardano i colori presenti nelle immagini e sono particolarmente adatte all’individuazione e all’integrazione delle aree presenti al loro interno. Va considerato, inoltre, che esistono tre colori fondamentali (giallo, rosso e blu) a partire dai quali è possibile generare per combinazione tutti gli altri e che, poiché la percezione dei colori è influenzata dalla psicologia e dalla cultura degli individui, nella società esiste una particolare gerarchia ottica cromatica (il rosso domina gli altri colori e, a volte, anche il nero; il blu attira l’occhio più a lungo che il grigio o il brunoscuro; i colori vivi si impongono maggiormente dei colori pallidi) e, pertanto, solamente se tale gerarchia sociale dei 192 Immagine e Suono colori viene rispettata dalle diverse componenti dell’immagine la lettura di quest’ultima risulta facilitata. Va ricordato anche che i colori sono solitamente associati dagli individui a significati simbolici e culturali ben precisi (come, ad esempio, l’intensità drammatica comunicata dal bianco e dal nero) o a specifici stati di tipo psicologico: i toni “caldi” dei gialli e dei rossi e i toni “freddi” dei blu e dei verdi. Questa descrizione può essere completata dall’analisi seguente16. Per diventare prodotto visivo è necessario che il messaggio sia espresso in termini di coerenza, sia sul piano del senso, sia su quello della forma. Poiché consideriamo l’immagine come un testo, dovremo distinguere, nei vari livelli dell’analisi, i ruoli messi in gioco nella narrazione visiva e gli strumenti dell’organizzazione dei medesimi. Il primo livello è quello della strutturazione tematica: riguarda l’avvio narrativo e le scelte di messa in scena della figura-soggetto del messaggio visivo e degli insiemi dei significati e temi dell’insieme dell’immagine. 16 Appiano A., Comunicare per immagini. Immagini per comunicare. In Gensini S. (a cura di), Manuale della comunicazione, Roma, Carocci, 1999. 193 Immagine e Suono In questa fase è prevista l’organizzazione isotopica, in continuità (dal greco isos, “uguale” a topos, “luogo”), dei temi in modo che essi possano rinviare a particolari organizzazioni isotopiche a livello di contenuto. Il secondo livello è quello della strutturazione narrativa iconica: riguarda l’impostazione sintattica e semantica delle strutture narrative dell’immagine, articolata come concatenazione e successione di unità tematiche, secondo un programma predeterminato. Il terzo livello è quello della strutturazione narrativa verbale: riguarda il testo linguistico che può essere esplicativo se è organizzato in modo da affermare le caratteristiche reali del prodotto, o allusivo se è organizzato su ellissi, paralogismi, paragoni, metafore, esagerazioni, sostituzioni ecc… Il quarto livello è quello degli elementi temporizzatori e spazializzatori: riguarda l’orchestrazione dell’espressività del testo e l’allusione dei tempi e degli spazi, in riferimento al tempo e allo spazio virtuali del racconto, al tempo e allo spazio reali in cui è attualizzata la storia, al tempo e allo spazio allusi attraverso il testo e l’immagine, alle qualità reali o fantastiche della storia, al tempo di lettura strutturato dai percorsi segnati nel testo. Il quinto livello è quello degli elementi metacomunicativi: riguarda quelle informazioni interne al testo sull’uso del testo stesso; ad esempio i gradi di leggibilità del lettering, di 194 Immagine e Suono grandezza dell’immagine, di sequenzialità (artificio che attiene alle modalità percettive secondo l’ordine di lettura) e di unità, che concerne le scelte di stile nel rispetto di un adattamento globale. L’ordine dei percorsi visivi fornisce dati percettivi che orientano sulle modalità di comprensione del testo. Infine il sesto livello riguarda le citazioni, cioè il materiale iconico e verbale ri-messo in circolazione, quale stereotipi, luoghi comuni ecc…, materiale utile a caricare d’espressività, praticata su registri noti e quindi già sedimentati. Riporto, seppur schematicamente, l’analisi che l’Autrice compie a proposito di tipologia e topologia delle figure. Cerchio: figura geometrica dinamica la cui perfezione è generata dall’equidistanza dei punti perimetrali dal centro, occupa una posizione dominante. Il cerchio è elemento compositivo con un forte effetto centralizzante sulle modalità percettive degli elementi della configurazione e con potenzialità dinamiche eccellenti intrinseche alla sua forma stessa; essa genera e amplifica la ridondanza delle curve all’interno di un’immagine, producendo risonanze circolari a partire dal punto forte del centro del cerchio, con altri cerchi immaginari non interamente costruiti. Effetto protettivo, rassicurante, dinamico del moto continuo, di centralità e dominio, sono soltanto alcune estensioni significative del 195 Immagine e Suono cerchio. In topologia l’espansione del cerchio genera l’ellissi: rotazioni satellitari e planetarie; l’ovolo e l’ovale: allusioni generative alla nascita. Spirale: linea altamente dinamica, a effetto esplosivo o implosivo, fortemente decorativa e ampiamente utilizzata in questa accezione nelle più diverse culture. La tridimensionalizzazione del cerchio è la sfera, il solido che soggiace a un numero molto elevato di forme naturali, dall’atomo ai pianeti. Quadrato: possiede, all’opposto del cerchio, caratteristiche di staticità evocate dalla forma delimitata a quadrilatero e ad angoli retti; la ripetizione dei quattro segmenti di uguali dimensioni assicura immobilità e simmetria, perfezione, dominio e controllo. La sua forma corrisponde al modello cognitivo del campo, del quadro, dell’intervento dell’uomo sulla riduzione, limitazione e misurazione dello spazio. Esso attiva le ordine/caos, relazioni esterno/interno, natura/cultura. Il quadrato civile/selvaggio, è elemento compositivo con un forte effetto di coesione sulle modalità percettive degli elementi della configurazione e con potenzialità “neg-entropiche”, ossia di eccellenti tendenze a superare il disordine riducendolo a una forma organizzata. Può amplificarsi nel cubo, esprime il controllo matematico e concreto dello spazio all’interno di un’immagine. Un paradosso è dato dal tracciato del labirinto, forma entropica 196 Immagine e Suono costruita all’interno del quadrato o del rettangolo, per molti secoli ritenuto la via simbolica dell’infinito. Cerchio+Quadrato: in contrasto formale con il cerchio, il quadrato è mediato dall’armonica interazione delle due figure quando esse possiedono lo stesso centro (cerchio inscritto nel quadrato e cerchio circoscritto al quadrato). Dal punto di vista simbolico, il quadrato contrapposto al cerchio equivale alla contrapposizione terra/cielo, materiale/immateriale, l’uno espressione del finito controllabile, l’altro dell’infinito incontrollabile, l’uno statico l’altro dinamico. Dalla rotazione del quadrato o del rettangolo su di un lato nasce la forma tridimensionale del cilindro, solido che risulta essere la simbiosi fra le caratteristiche del cerchio e quelle del quadrato o rettangolo, figure genitrici. Croce: dalla partizione del quadrato con le mediane e, in contrasto formale con esso, nasce la croce, che coniuga concetti essenziali come centro, equilibrio, simmetria, direzione, incrocio, numero quattro, esterno e interno, con una struttura presente in tutti i modelli culturali del mondo mediante significati legati al rapporto uomo-cosmo. La croce è la forma dell’ordine. 197 Immagine e Suono Triangolo: costituisce una tipologia formale elementare e originale, fondata sul concetto di figura chiusa con un numero minimo di lati; grazie alla sua struttura, il triangolo è l’unica forma geometrica che contiene nella sua sagoma una direzione, un orientamento. È per questa ragione una figura geometrica essenziale, oltre che simbolica, insostituibile nella comunicazione visiva. In natura è raramente ritrovabile se non come pattern astratto delle sfaccettature del cristallo o delle sagome delle montagne o di qualche struttura triangolare a petali o foglie (come il trifoglio); è dunque una forma essenzialmente prodotta dall’uomo. Stabile, simmetrico, equilibrato nella forma equilatera, penetrante, carico di tensione, smisurato o imponente nelle forme isoscele e scaleno, il triangolo eredita dalla tradizione culturale forti connotazioni: padre/madre/figlio; Trinità. Assume connotazioni maschili o femminili a seconda si rivolto con un vertice verso l’alto e verso il basso, il triangolo contiene nella natura stessa della sua geometria un dinamismo che lo vede ruotare sui suoi stessi lati. Per questo suo implicito tendere al moto perpetuo, il triangolo è anche l’espressione simbolica della perenne temporale sequenza passato/presente/futuro o nascita/amore/morte, tracce triadiche senza fine che coniugano il triangolo al cerchio con effetti magico-alchemici presenti in un ampio immaginario folclorico. Dal triangolo nasce la piramide, forma che contiene nel vertice un’energia intensa e 198 Immagine e Suono capace di vibrare in sintonia con il cosmo, tensione del materiale verso l’immateriale. E il cono, solido che, avendo come base un cerchio, risulta essere, anche in chiave simbolico-cognitiva, la simbiosi fra le due figure genitrici. Cerchio+Quadrato+Triangolo: le tre figure geometriche elementari ora analizzate costituiscono, per la loro essenzialità, il “vocabolario visivo” di riferimento con cui la mente misura, organizza, semplifica lo spazio, trova analogie. Queste forme, proprio in quanto elementari, si prestano ad adattamenti mentali di ogni tipo. Comunicazione non verbale Ritengo ora necessario riportare alcune osservazioni riguardanti la comunicazione non verbale. Ciò non per coprire un intero ambito comunicativo, bensì per le possibili applicazioni di una siffatta analisi all’interno degli spot. La distinzione fra comunicazione verbale e comunicazione non verbale semplifica lo studio dei processi d’interazione, ma non ne esaurisce le svariate applicazioni. In questa sede il riferimento è d’obbligo sempre considerando l’interazione fra codici17. È possibile 17 Utilizzo come testo base Valli B., Comunicazione e media, Roma, Carocci, 1999. 199 Immagine e Suono strutturare la complessità dell’atto intercomunicativo in base a quattro sistemi di comunicazione (Fraser C.): - Sistema verbale - Sistema intonazionale - Sistema paralinguistico - Sistema cinesico Sono gli ultimi due sistemi citati ad attrarre maggiormente la mia attenzione in questa sede. Il sistema paralinguistico raccoglie risa, gridolini, sbadigli, pause e accelerazioni del parlare ecc…Il sistema cinesico fa riferimento ai movimenti del corpo in genere e più in particolare il movimento degli occhi, delle mani, dei piedi ecc… <<La comunicazione verbale e non verbale hanno in realtà caratteristiche molto diverse fra loro. La prima, a causa della sua specificità, è sicuramente più adatta a trasmettere quantità molto elevate d’informazione, mentre la seconda, pur privilegiando la velocità, è meno efficace dal punto di vista quantitativo. La comunicazione non verbale in genere, a causa della sua rapidità, è molto più adatta a trasmettere le emozioni e gli atteggiamenti interpersonali, anche se l’interazione comunicativa nel suo insieme dipende dall’interagire simultaneo delle due componenti. La complessità della comunicazione faccia a faccia dipende da questo fattore poiché gli elementi verbali e non verbali sono nello 200 Immagine e Suono stesso tempo attivi ed interdipendenti. […] In alcune situazioni questo scambio funziona in modo tale che la parte verbale e quella non verbale della conversazione interagiscono, producendo un effetto sinergico, mentre in altri casi si verificano delle discrepanze a causa del tipo contraddittorio ed incompatibile d’informazione trasmesso. (corsivo mio).>>18 L’espres sione del volto Nella comunicazione non verbale il volto svolge un ruolo primario. Nell’uomo, prosegue Valli, si ricorre all’espressione facciale in tre modi diversi (Argyle M.19): Il volto evidenzia le caratteristiche della personalità anche perché questa parte del corpo è quella più in vista e che viene maggiormente presa in considerazione. Attraverso le modificazioni del volto è abbastanza facile conoscere le persone, anche se quello che traspare alle volte è frutto della presentazione del sé. Il volto lascia trasparire le emozioni anche se <<nell’uomo le espressioni dell’emozione e gli atteggiamenti interpersonali 18 19 Valli B., Comunicazione e media, Roma, Carocci, 1999. In Valli B., Comunicazione e media, Roma, Carocci, 1999. 201 Immagine e Suono sono modificati e controllati da regole culturali, e in parte regolati da fattori cognitivi>>. Il volto produce molti segnali interattivi che accompagnano di solito, attraverso movimenti molto rapidi, la conversazione. Con lo sviluppo del discorso, le espressioni del volto sono state assunte per uno scopo completamente nuovo, come completamento e sostegno del discorso, ad esempio per mezzo dell’informazione retroattiva (feedback) e dei segnali di sincronizzazione. Queste espressioni sono abbastanza differenti da quelle emotive, esse includono solo parti del volto, ed hanno un a complessa struttura sintattica. Lo sviluppo del discorso ha comportato lo sviluppo di un elaborato sistema di comunicazione, che è composto da una canale vocale-uditivo collegato al canale visivo facciale/gestuale. C’è una differenza prevalente di velocità, per il fatto che il primo è statico, il secondo lento e il terzo rapido; tuttavia è da tenere presente che la personalità si può anche esprimere con reazioni veloci ripetute, per esempio: una tendenza costante a ridere, o a mostrare collera improvvisa o sorpresa. Attraverso lo sguardo, in particolare, le persone tendono a stabilire rapporti. Nella maggioranza dei casi tali rapporti implicano la volontà di inviare informazioni, più che di 202 Immagine e Suono riceverne. Dirigere lo sguardo verso qualcuno “significa” avere interesse per quel qualcuno. L’atto di guardare è spesso inserito in un’azione di comunicazione verbale, in cui si cerca (attraverso sguardi, appunto) di reperire informazioni circa le possibili risposte dell’interlocutore. L’importanza di questo atto riguarda, quindi, sia lo scambio comunicativo in sé, sia i processi di feedback, sia quelli di pre-feedback. Scrutare lo sguardo del ricevente costituisce un modo per comprenderne o predirne le reazioni, soprattutto considerato che la mimica facciale è una delle più importanti fonti di retroazione. I modelli di sguardo sono utili sia per integrare la conversazione verbale, sia per illustrarla, commentarla ed enfatizzarla. Questa relazione è ancor più interessante presupponendo la seguente situazione: Tre elementi presenti in una vicenda: X soggetto osservatore interno Y oggetto osservato Z soggetto osservante esterno Ora: X potrebbe essere un attore, Y il prodotto sponsorizzato e Z il telespettatore. Se nella narrazione pubblicitaria accadesse che: X fissa insistentemente Y (molto probabilmente quest’ultimo non verrà inquadrato se non successivamente) allora Z vorrà vedere 203 Immagine e Suono cos’è che X osserva con tanta insistenza. È il principio su cui si basa l’inquadratura soggettiva20. Il mistero verrà svelato quando la macchina da presa cambierà angolazione, riprendendo “con gli occhi dell’attore”. Ovviamente, perché questo processo possa avere luogo, sarà necessario seguire adeguate regole d’inquadratura21. Perché due personaggi, in due inquadrature separate, si guardino negli occhi: 1. Nelle angolazioni corrispondenti o contigue, devono guardare: il primo a destra macchina; il secondo a sinistra macchina; (oppure il primo a sinistra e il secondo a destra, a seconda dell’angolazione scelta e della posizione dei personaggi) Nel controcampo22, possono guardare: nell’obiettivo se si vuol dare un senso soggettivo; leggermente a sinistra dell’asse ottico il primo e leggermente a destra dell’asse ottico il secondo (o viceversa), se si vuol dare alle inquadrature un senso oggettivo. 20 Vedi Appendice 2. Ferrara G., Manuale di regia, Roma, Editori Riuniti, 1999. 22 Vedi Glossario. 21 204 Immagine e Suono I movimenti del co rpo I gesti del corpo appartengono ad un’unica espressività. L’analisi seguirà, perciò, la stessa norma che regola la distinzione fra comunicazione verbale e non verbale, cioè: la suddivisione di varie aree dipende unicamente da semplicità e chiarezza di esposizione, non dal presupposto di star affrontando sezioni ben distinte, a chiusura stagna. Il gesto che più frequentemente compiamo durante una conversazione è l’assenso con il capo. Si tratta di un movimento che può essere anche molto limitato (sia nello spazio, sia nel tempo) ma che ha un elevato potere di rafforzo della comunicazione. A proposito dei gesti delle mani riporto la classificazione di Ekman e Friesen23: i gesti simbolici o emblemi; i gesti illustratori; i gesti che esprimono stati emotivi; i gesti regolatori dell’interazione; i gesti d’adattamento 205 Immagine e Suono I gesti simbolici o gli emblemi hanno la capacità di sostituire la comunicazione verbale (il tipico gesto della mano per salutare, l’agitare la mano per chiamare e l’atto d’indicare) e possono essere utilizzati quando la comunicazione verbale è impedita oppure per sottolineare e rafforzare gli scambi comunicativi. Questi gesti sono particolarmente diffusi in Italia, dove specialmente al Sud si possono trovare un tradizione radicata ed un repertorio molto vasto e articolato. I gesti illustratori sono tutti quei movimenti che accompagnano la comunicazione verbale illustrando ciò che si sta dicendo. Essi di volta in volta ampliano, completano o punteggiano la comunicazione, descrivendo volumi, disegnando il contorno degli oggetti, oppure illustrando movimenti ed intere situazioni spaziali. Questi gesti sono di solito emessi consapevolmente e dipendono da fattori culturali ed etnici in senso lato. I gesti che indicano lo stato emotivo di un individuo sono segnali non verbali che di solito manifestano gli stati di tensione psicologica attraverso movimenti tipici (ad esempio, lo stringere i pugni per evidenziare uno stato di rabbia). Questi movimenti vengono a completare in generale l’attività del volto che rimane comunque l’organo che meglio esprime gli stati d’animo delle persone. I gesti regolatori dell’interazione sono destinati a sincronizzare, nell’ambito del dialogo, l’ordine degli interventi di ciascun 23 Ekman, Friesen, The Repertoire of Nonverbal behavior, in “Semiotica”, I, 1967. In Valli 206 Immagine e Suono parlante. Attraverso opportuni ed abbastanza codificati gesti delle mani, l’inarcamento delle sopracciglia, i cenni del capo ed altro ancora, i partecipanti ad una conversazione possono indicare se desiderano parlare, interrompere o disturbare la comunicazione, in sintesi possono orientare il flusso della conversazione stessa. Fra i gesti non intenzionali che le persone normalmente usano, ci sono quelli cosiddetti d’adattamento. Essi rappresentano un modello di comportamento adattivo, di solito appreso nell’infanzia, che si manifesta attraverso segnali abituali, spesso inconsapevoli, che intendono comunicare un dato messaggio. Ekman e Friesen per quest’ultima categoria di gesti individuano tre differenti tipologie: la prima comprende i segnali non verbali del tipo auto-adattivo che riguardano tutti quei movimenti del corpo che gli individui fanno nel corso dell’interazione comunicativa, la seconda riguarda i gesti <<d’adattamento incentrati sull’altro>> ed, infine, la terza, i gesti <<d’adattamento orientati sugli oggetti>>. Passiamo ora alla postura. Nel caso dell’uomo abbiamo tre tipi di postura: eretta a sedere, rannicchiata, in ginocchio distesa B., Comunicazione e media, Roma, Carocci, 1999. 207 Immagine e Suono I messaggi che lanciamo attraverso queste posizioni variano sensibilmente al variare di ogni nostra articolazione. Fondamentalmente mettiamo in atto involontariamente una data postura, ma vi sono occasioni in cui essa è determinata da norme sociali. Anche attraverso la nostra stazione comunichiamo stati d’animo ad un interlocutore, sostenendo o meno lo scambio relazionale. La postura può svolgere una funzione importante nella presentazione manifestano della attraverso personalità; posizioni infatti gli corporee stati uomini d’animo decisamente intimi. Si tratta comunque di comportamenti controllabili per fornire all’interlocutore una presentazione intenzionale di se stessi: in riferimento al ruolo ricoperto, l’individuo assumerà una postura codificata. 208 Immagine e Suono Postura Interpretazione Braccia chiuse incrociate Autoprotezione, specialmente dei seni, ritirata Braccia Tenere stretto un lembo del Timori di incidenti al corpo vestito Alzata di spalle, palmi delle Debolezza passiva in fuori mani in fuori Gambe Molto incrociate (donne) Autoprotezione, ritiro Non incrociate Civetteria Gambe incrociate (donne) o Civetteria accavallate (donne) in modo esibizionistico Nessun movimento del Inibizione sessuale bacino Rigido, portamento marziale Tronco Che nasconde ansia (uomini), composto ed eretto (donne) Portamento vanitoso, affettato Conflitto fra il desiderio di inviare segnali sessuali e la timidezza Abbassato, indolente, Debolezza, richiesta di aiuto immobile Rannicchiato nella sedia, in Esprime impulsi sessuali modo languido, erotico Schema n°2024 24 Argyle M., Non-Verbal Communication in Humann Social Interaction, in Valli B., Comunicazione e media, Roma, Carocci, 1999. 209 Immagine e Suono Pro s semica La prossemica studia il senso delle distanze fra le persone. La classificazione riportata di seguito è quella proposta da Hall E.T.25, ma, da notare, fa riferimento alle distanze specifiche della cultura americana. In altre culture, i significati delle posizioni del corpo nello spazio possono variare. Un codice è comunque sempre presente. Secondo Hall si distinguono quattro diverse zone, ognuna suddivisa in due fasi: Distanza intima. Nella distanza intima la presenza dell’altro è evidente e può essere eccessivamente coinvolgente, a causa dell’intensificarsi e dell’ingigantirsi degli apporti sensoriali. La vista (spesso deformata), l’olfatto, il calore del corpo dell’altra persona, il rumore, l’odore e il sentire il respiro si combinano tutti nel segnalare l’indubitabile immergersi in un altro corpo. Distanza intima. Fase di vicinanza. Questa è la distanza dell’amplesso e della lotta, del confronto e della protezione. Il contatto fisico e/o l’imminente possibilità del coinvolgimento 210 Immagine e Suono fisico è presente al più alto grado alla coscienza di ambedue le persone. […] Distanza intima. Fase di lontananza (cm 15-45). Il capo, le cosce e le parti pelviche non si toccano facilmente, ma le mani possono raggiungere e afferrare le estremità. La testa appare di dimensioni maggiori e coi tratti fisionomici deformati. […] Può essere colto il calore e l’odore del respiro dell’altro, anche se è diretto fuori dal nostro viso. […] il mantenere una distanza intima in pubblico è considerato scorretto dagli americani adulti della classe media, anche se si possono vedere dei giovani strettamente abbracciati. […] Metro e autobus affollati possono costringere persone estranee a entrare in rapporti che ordinariamente si classificherebbero come reazioni spaziali intime; ma i viaggiatori posseggono degli espedienti difensivi che servono ad abolire questa intimità. - Distanza personale. Fase di vicinanza (cm 45-75). In senso cinestetico di prossimità deriva in parte dalla presenza della possibilità di entrare in vario rapporto con l’altro mediante le estremità. A questa distanza, si può trattenere o afferrare l’altro. […] La posizione che le persone assumono nella loro relazione spaziale è indizio dei loro rapporti sociali o dei loro sentimenti reciproci, o delle due cose assieme. Così una moglie potrà impunemente stare entro il cerchio della zona 25 Hall E.T., The Hidden Dimension, Doubleday, New York, 1966. In Volli U., Il libro della 211 Immagine e Suono personale ristretta di suo marito; mentre per un’altra donna è tutto un altro discorso. - Distanza personale. Fase di lontananza (cm 75-120). <<Tenere qualcuno a distanza>> è un modo di indicare la fase di lontananza della distanza personale, che si estende da una soglia appena oltre l’intervallo che consente di toccare facilmente l’altro, a un limite in cui due persone possono toccarsi le dita allungando ciascuno il braccio. Questo è il confine del <<dominio fisico>> inteso in senso più proprio. Al di là di esso, non si può facilmente <<mettere le mani>> su qualcun altro. A questa distanza si discutono argomenti di interesse e carattere personale. […] Distanza sociale. La linea divisoria fra la fase di lontananza della distanza personale e quella di vicinanza nella distanza sociale, costituisce il <<limite di dominio>>. […] Distanza sociale. Fase di vicinanza (m 1,20-2,10). […] A questa distanza si trattano gli affari impersonali, e nella fase di vicinanza c’è maggior coinvolgimento che in quella di lontananza. Le persone che lavorano assieme tendono a usare la distanza sociale più prossima. Questa è anche la distanza mantenuta negli incontri e convenevoli occasionali. […] Distanza sociale. Fase di lontananza (m 2,10-3,60). […] La caratteristica prossemica di questa fase è che essa può essere comunicazione, Milano, Il Saggiatore, 1994. 212 Immagine e Suono usata per isolare o schermare reciprocamente gli individui: è una distanza che rende possibile continuare a lavorare in presenza di altri senza apparire sgarbati. […] Distanza pubblica. Fase di vicinanza (m 3,6-7,5). A tre metri e mezzo un individuo all’erta può intraprendere un’azione evasiva o difensiva se minacciato. Questa distanza può anche stare a indicare una forma residuale oppure subliminale di reazione di fuga. […] Distanza pubblica. Fase di lontananza (da m 7,5 in su). È la distanza che si stabilisce automaticamente intorno a importanti personaggi pubblici […] ma può occorrere a chiunque in occasioni pubbliche. 213 Immagine e Suono Musiche e musicalizzazione <<1. Arte e tecnica della combinazione dei suoni, secondo regole e generi diversi, come espressione culturale. 2. Ogni produzione ottenuta mediante tale arte. 3. Sono o voce particolarmente armoniosi e quindi gradevoli all’ascolto. 4. Gruppo orchestrale, banda. 5. Situazione, faccenda.>>26 Del Grosso Destrieri, in introduzione al testo La sociologia, la musica e le musiche27, parla di “musicalizzazione” delle nostre società. <<Musicalizzazione significa che non esiste quasi momento o occasione della nostra vita quotidiana che non sia accompagnato da un aspetto musicale, esplicito o implicito, voluto o indesiderato, percepito a livello conscio o subliminale, ecc…>>28 Egli pone in evidenzia come a questo fenomeno ne seguano altri, ed in particolare la trattazione di temi inerenti alla musica da parte di tutti i media di comunicazione. La frammentazione e la contemporanea onnipervasività degli aspetti musicali creano un 26 DISC Dizionario Italiano Sabatini Coletti, Firenze, Giunti Editore, 1999 (seconda edizione). 27 Del Grosso Destrieri L., La sociologia, la musica e le musiche, Milano, Unicopoli, 1988. 214 Immagine e Suono aumento dei significati che, di volta in volta, la parola “musica” riveste. Ed è questo il compito della sociologia: comprendere i mutamenti delle componenti del panorama musicale, considerando anche il loro variare nel tempo. L’Autore, riferendosi al metodo da utilizzare, solleva le problematiche che da tempo affliggono la ricerca sociologica (e che ne hanno caratterizzato l’intera evoluzione). In questo senso continua il Suo percorso di studio, prendendo le mosse dai classici. Egli ci invita ad abbandonare sia visioni “naturalizzanti”, sia visioni “universalizzanti”, sostenendo che serviranno tante teorie quanti sono i tipi di attività legate al fenomeno musicale: <<Non intendo sostenere che non possa darsi una teoria sociologica delle musiche: affermo che essa deve essere sufficientemente ampia da poter includere una molteplicità di aspetti, la maggior parte dei quali si riveleranno significativi solo in alcuni contesti, e non in altri.>>29 Una delle maggiori difficoltà riscontrate in un’analisi di sociologia della musica è rappresentata, quindi, dalla complessità del fenomeno, che esclude una comprensione solamente musicale proprio perché il termine stesso è indissolubilmente legato ad ambiente e contesto. 28 Del Grosso Destrieri L., La sociologia, la musica e le musiche, Milano, Unicopoli, 1988. 215 Immagine e Suono <<Gli aspetti musicali della nostra vita sociale quotidiana sono divenuti sempre più importanti ed invadenti e, di conseguenza, diventa sempre più importante saperli cogliere nella loro dimensione sociale. Il che vuol dire, anche, nella loro dimensione di ideologia, cioè di sistema di significati che si costruisce attorno a messaggi che, solo se affetti da miopia, possono definirsi “solamente musicali”.>>30 Certo, la musica è oggi onnipresente. Ma non è rimasta illesa da questo processo: <<L’impressione provata da molti che la musica sia stata “espropriata” -come se avesse perso il suo contatto con la realtà- è certamente legata al modo in cui media e tecnologia hanno modificato le condizioni della prassi musicale.>>31 29 Del Grosso Destrieri L., La sociologia, la musica e le musiche, Milano, Unicopoli, 1988. Del Grosso Destrieri L., La sociologia, la musica e le musiche, Milano, Unicopoli, 1988. 31 Chion M., Musiques, medias et technologies, Paris, Flsmmarion, 1994. Vedi anche Britto, L., Musica, informazione, comunicazione, Milano, Jaca Book, 1995: <<I nuovi media e le tecnologie della comunicazione rendono del resto la musica largamente onnipresente, generando conseguenze sul comportamento degli ascoltatori ancora assai difficilmente misurabili. Mai come oggi, nella storia delle pratiche musicali, le condizioni tecniche e sociali hanno permesso un tale ampliamento dell’ascolto. L’onnipresenza della musica attraverso il supporto tecnologico -musica funzionale, musica degli spots pubblicitari, musica d’accompagnamento, da film o da reportage- la abbina di volta in volta a messaggi originariamente non musicali.>> 30 216 Immagine e Suono La musica ha subito un processo di svalutazione, non solo compositiva (oggi ognuno può crearla da sé) né soltanto di registrazione (l’Autore pone bene in evidenza come la possibilità di preservare il suono abbia incontrato più di un ostacolo), ma soprattutto di fruizione, d’ascolto. E la ragione principale di questa digressione sembra risiedere, sempre secondo Chion, nelle modalità attraverso le quali l’uomo percepisce il mondo. Viviamo, infatti, in una cultura prevalentemente visiva. L’espressione “tendere l’orecchio” designa un processo psicofisiologico, materiale, che non ha riverbero all’esterno dell’uomo (diversamente per ciò che sccade in alcuni animali). Ne consegue che “l’attenzione sonora” non è percepibile da parte di un osservatore esterno, cosa che invece avviene per la vista (si può seguire uno sguardo, come ho già scritto). Inoltre l’ascolto musicale viene considerato come passivo, diversamente da quanto accade, per esempio, per la lettura o per l’osservazione di un dipinto. Probabilmente sarà l’evoluzione nel tempo del fenomeno e, spero, l’aumento progressivo d’attenzione verso lo stesso, a determinare un nuovo e più adatto metodo per “vedere il suono”. L’Autore analizza quali debbano essere le condizioni d’ascolto cui il soggetto viene sottoposto, riprendendo anche il discorso formulato da Del Grosso Destrieri riguardo l’onnipervasività della musica. Sarà sempre difficile astrarci 217 Immagine e Suono completamente, anche perché, diversamente dai fenomeni visivi, non possiamo chiudere le orecchie o voltarci. La musica sarà sì elemento continuamente presente nella nostra vita, ma certo siamo nella condizione di scegliere con che grado concentrarci su di essa. Chion individua diversi gradi d’attenzione, <<tra questi, gli estremi opposti sono l’essere totalmente inconsapevoli della sua presenza (caso frequente nei bar e nei ristoranti, per esempio) o il concentrare su essa tutta la nostra attenzione, come su un discorso. Fra i due opposti gradi di attenzione sono possibili diversi modi di ascolto: in maniera intermittente, della sua presenza sonora o della sua pulsazione ritmica; oppure notare in modo particolare alcune melodie e via di seguito.>>32 Nasce così la distinzione fra musica ambiente e musica discorso. Si ricorre alla prima quando si desidera creare una determinata atmosfera, spesso mentre si svolgono attività abituali; la seconda è invece utilizzata per essere seguita con attenzione, per se stessa, da cima a fondo. La prima, inoltre, può essere ascoltata in modo discontinuo, mentre la seconda richiede continuità e sforzo mentale. Anche verso elementi acustici, quindi, l’uomo attua selezioni. Certo è che lo sfaldarsi della forma musicale in una miriade di corpuscoli ha portato ad una sua estensione spaziale: cultura 32 Chion M., Musiques, medias et technologies, Paris, Flsmmarion, 1994. 218 Immagine e Suono musicale globale. Del Grosso Destrieri individua tre mondi separati e, contemporaneamente, internazionalizzati, in cui si può dividere questa cultura globale: <<Il primo mondo è quello delle musiche diffuse dall’industria culturale, singolarmente eguali ovunque e controllate dalle multinazionali. A queste ultime non dobbiamo, tuttavia, attribuire la totale responsabilità di una presunta omogeneizzazione dei gusti. Certo, esse danno dimensioni planetarie ed ingigantiscono determinati stili culturali o musicali: si può, tuttavia, affermare, che non sempre sono all’origine delle mode culturali le quali spesso scaturiscono, al contrario, in modi spesso spontanei, in piccoli gruppi che esprimono in anticipo quelli che diventeranno gusti di massa. Non credo che si possa parlare del grande Moloch dell’industria culturale (tanto temuta dai primi francofortesi) e ritengo che ci si trovi, al contrario, in presenza di un fenomeno di acculturazione di dimensioni planetarie. Il secondo mondo è quello delle istituzioni preposte all’educazione formale dei futuri musicisti professionisti, e cioè i conservatori e le scuole di musica. Il distacco tra questo mondo e il precedente è, marcatamente in Italia (ma non solo), enorme in termini di abilità trasmesse e richieste e di gusti musicali. Il terzo mondo è, infine, quello della composizione musicale colta contemporanea che marca uno stacco netto dalla composizione colta precedente: quasi sempre non si cura dei gusti del pubblico ed ha altrettanto 219 Immagine e Suono scarsi rapporti con le musiche che si insegnano nei conservatori. […] Tuttavia, non solo la composizione contemporanea ma anche la maggior parte delle grandi istituzioni musicali (teatri, istituzioni concertistiche, ecc…) non potrebbero sopravvivere senza un cospicuo intervento del denaro pubblico. Se tra questi tre mondi esiste separazione abbastanza netta (più marcata in certi paesi, meno in altri), si può tuttavia osservare che, al loro interno, stanno diventando sempre più omogeneizzati a livello internazionale.>>33 A mio avviso sarebbe anche utile sottolineare come il fenomeno di “glocalizzazione” (unione di globale e locale), tanto caro alle discipline che si occupano di comunicazione, abbia investito anche questo settore. Grazie all’espansione della musica possiamo venir a conoscenza di sonorità tipiche di luoghi lontani, prossime alla loro tradizione folcloristica. Ciò che è cambiato, di conseguenza, sono gli impieghi della musica, al di là dell’esperienza estetica e del piacere che essa procura. Chion ne individua tre: <<Il primo è quello di maschera acustica negli appartamenti moderni. L’individuo, ridotto dalla società di massa a un atomo, può isolarsi acusticamente grazie alla sua radio o al suo impianto, 33 Del Grosso Destrieri L., La sociologia, la musica e le musiche, Milano, Unicopoli, 1988. 220 Immagine e Suono annegando i rumori discontinui dell’ambiente, dei genitori, del vicinato, degli altri…, in un continuum musicale. E il walkman ha permesso alla musica di perpetuare questo ruolo di maschera acustica per strada, sui mezzi di trasporto ecc… anche in questo caso, però, la musica non funziona esclusivamente come muro acustico ma anche come flusso di energia modulata che produce sensazioni di piacevoli variazioni e fornisce -come secondo utilizzo- uno stimolo: è la “caffeina” sonora delle radio musicali o delle musiche ritmate. Ognuno ha la sua, in funzione dei propri gusti e del proprio ambiente socio-culturale: Vivaldi, il jazz, il rock, i Preludi e Fughe di Bach, il bel canto… In terzo luogo, sotto alcune forme e in particolare nell’intimità domestica, la musica può essere un mezzo di distensione, se non addirittura di preparazione alla riflessione.>>34 Con queste premesse due sono le posizioni della musica oggi: da un lato gli ascoltatori hanno avuto occasione di familiarizzare maggiormente con essa, dall’altro non si ha più un ascolto che ne faccia un oggetto d’attenzione privilegiato. <<Le creazioni musicali non possono essere assunte in maniera puramente ricettiva; il soggetto che percepisce deve articolare ciò che ascolta, deve tener dietro alle voci nel loro muto rapporto 34 Chion M., Musiques, medias et technologies, Paris, Flsmmarion, 1994. 221 Immagine e Suono armonico e modulatorio, deve distinguere tra loro le parti intessute in intimo intreccio, senza tuttavia separarle dal Tutto.>>35 Per indicare quali debbano essere le condizioni d’ascolto, ma sotto un profilo psicologico, Revesz ricorre al termine di musicalità: <<La musicalità, questa proprietà innata ma bisognosa e suscettibile di sviluppo, irradia da tutto l’individuo e costituisce così un tratto caratteristico di tutta la personalità.>>36 Certo, definire in modo esauriente la musicalità non è stato semplice, soprattutto perché venivano coinvolte, di volta in volta, contemporaneamente, concezioni diverse delle capacità umane in grado, appunto, di dar voce al fenomeno musicale. <<Da un punto di vista così generale la musicalità può essere considerata come il bisogno e la capacità di “provare” gli effetti autonomi della musica e di giudicare le espressioni musicali in base al loro valore estetico (contenuto).>>37 35 Revesz G., Psicologia della musica, Firenze, Giunti Barbera, 1982, (trad. it.). Revesz G., Psicologia della musica, Firenze, Giunti Barbera, 1982, (trad. it.). 37 Revesz G., Psicologia della musica, Firenze, Giunti Barbera, 1982, (trad. it.). 36 222 Immagine e Suono Ciò che colpisce è che la musica, nei suoi tratti fondamentali, nelle modalità di creazione, percezione e fruizione, sia del tutto identica a qualsiasi altra forma d’arte. L’atto di raccordo fra educazione musicale e composizione può venir unicamente dal genio dell’artista, da diverse circostanze e dal lavoro inconscio. Alla musica considerata come evento comunicativo possono essere applicate le funzioni di Jakobson38: Funzione fatica: evidente in tutta quella produzione musicale che ingloba progetti di intrattenimento, di celebrazione, di comunione. Tipiche in questo senso la musica barocca che serve al progetto della festa e la musica leggera oggi. Ne conseguono, nel messaggio musicale, caratteristiche formali riconoscibili e soprattutto la ridondanza. […] Funzione emotiva: secondo l’ascoltatore comune è palese nella maggior parte della produzione musicale; per gli psicologi qualunque musica, anche la più “pura”, ha un contenuto emotivo. Funzione conativa: […] In musica è forse connessa con la funzione emotiva. […] 38 Vedi il capitolo Pubblicità e Comunicazione. 223 Immagine e Suono Funzione referenziale: anche la musica, come qualunque altro fatto linguistico e segnico, può essere messa in contatto con realtà esterne. Funzione metalinguistica: in cui il messaggio musicale parlerebbe del suo codice. Sembrerebbe difficile parlarne, in musica. Eppure Lèvi Strauss trova metalinguistica la musica di Bach, Strawinski e Webern. Funzione poetica: elaborazione del messaggio per se stesso, cioè, nel caso della musica, come oggetto o evento o ricerca. Nella musica questa funzione è privilegiata e dominante. […] L’opera od operazione musicale possiede infatti in alto grado le caratteristiche del messaggio poetico che sono l’ambiguità e l’autoriflessività; e tanto più le possiede quanto più è complessa, meno riducibile a un comune esercizio fatico, a un ricamo metalinguistico sul codice, a un’intenzione conativa di violenza o persuasione, a un’espressione “immediata” di affetti, a usi referenziali; in breve quanto più è “opera”, cioè arte.>>39 39 In Volli U., Il libro della comunicazione, Milano, Il Saggiatore, 1994. 224 Immagine e Suono Ho evidenziato “come evento comunicativo” perché, suggerisce Britto40, sarebbe altrimenti (quello di Jakobson) un modello inadeguato a descrivere le relazioni che intercorrono fra compositore, interprete ed ascoltatore. Il “problema” sorge in merito all’interprete, elemento non oggettivo né neutro. 40 Britto, L., Musica, informazione, comunicazione, Milano, Jaca Book, 1995. 225 Immagine e Suono Musica e senso La semiologia della musica di Nattiez41 si pone l’obiettivo di ordinare quella che sembra essere una disciplina che verte attorno ad un numero decisamente elevato di variabili. Infatti, ripercorre l’Autore, già gli elementi oggetto di studio della semiologia presentano un alto grado di instabilità. L’analisi diviene ancor più problematica quando si passa ad applicarli ad un settore specifico. Le classificazioni dei segni presentate Nattiez si fondano su due osservazioni: I tratti utilizzati per distinguere le diverse specie di segni sono di due tipi: la relazione tra le due facce del segno, ossia il significante e il significato, sotto l’aspetto sia materiale che intellettuale; il comportamento degli utenti del segno, sia l’emittente che il ricevente. Le diverse classificazioni sono eterogenee tra loro, nel senso che tutte hanno la pretesa di coprire la totalità dei fatti semiologici, mentre è difficile stabilire delle corrispondenze termine a termine tra una classificazione e l’altra. 41 Nattiez J.J., Dalla semiologia alla musica, Palermo, Sellerio, 1990 (trad. it.). 226 Immagine e Suono Ed a proposito dei segni musicali Egli propone esempi interessanti esaminando il segnale, l’indice e l’icona. Segnale: in particolare l’esempio riportato nel testo fa riferimento alla citazione musicale. Per Lissa la citazione può svolgere quattro funzioni estetiche principali: Simboleggiare un carattere espressivo Provocare delle associazioni mentali. In questo caso il compositore può ricorrere a ritmo, timbro e melodia, ma anche a generi musicali che hanno caratterizzato in modo preponderante un’epoca (un vero e proprio linguaggio musicale) Un’allusione più o meno comprensibile ad una situazione Produce effetti parodistici, ironici o grotteschi. Così come per l’ironia in generale, dunque, il ruolo del destinatario è fondamentale. L’ascoltatore, infatti, deve riconoscere la citazione in quanto tale; deve interpretarne e re-interpretarne il senso (per esempio in due epoche differenti); in altre parole deve contestualizzare, decontestualizzare e ricontestualizzare l’opera musicale. Il processo richiesto comporta pertanto una certa quantità di nozioni previe. 227 Immagine e Suono <<La citazione deriva sì da un’intenzione di comunicazione, ma il suo significato non è immediatamente dato.>>42 Certo, obiettivamente la citazione musicale non rientra rigidamente in una sola categoria di segni, e ciò dipende essenzialmente dal rapporto che in essa intrattengono i due relata: univoco o biunivoco. Indice: ogni opera musicale può sempre essere considerata come indice di uno stile, di un genere, di un’epoca. Icona: appartengono a questa categoria tutti i procedimenti musicali descrittivi o imitativi. La differenza dell’icona rispetto al segnale ed all’indice deriva dal fatto che la prima non richiede al destinatario alcun sapere culturale, ma solo un certa sensibilità. L’icona più ricorrente in musica è l’onomatopea. Il questo senso l’evento musicale riproduce un fenomeno sonoro. Il procedimento è simile a quello che compiamo frequentemente con la lingua e con la bocca nel tentativo di imitare un rumore. Ma la relazione iconica non è automatica, bensì si sviluppa su diversi gradi. Il discorso semiologico-musicale si riallaccia a quello semiologicolinguistico: la distanza fra i due relata (segno imitativo e 42 Nattiez J.J., Dalla semiologia alla musica, Palermo, Sellerio, 1990 (trad. it.). 228 Immagine e Suono oggetto imitato) viene ricoperta con varie gradazioni dal segno iconico (così come accade fra fotografia ed oggetto fotografato). Essendo, inoltre, un fenomeno strettamente legato alla situazione socio-culturale, l’idea del legame iconico può variare in rapporto alla concezione generale che si ha della musica. Un’importante aspetto del segno iconico è la sua capacità di munire la musica di autoreferenzialità: la musica può rimandare a se stessa, come avviene per un metalinguaggio. Un interessante legame fra musica e cultura è dato da LéviStrauss43. Egli stabilisce punti d’incontro e divergenze fra fenomeno musicale e mito. In particolare parla di <<isomorfismo>> fra i due sistemi. <<Sentiamo il sistema della musica come un linguaggio perché l’originalità assoluta lo che comprendiamo, lo distingue ma dal linguaggio articolato dipende dal fatto che esso è intraducibile>>44 43 Lévi-Strauss C., Le Cru et le Cuit, Paris, Plon, 1964 in Nattiez J.J., Dalla semiologia alla musica, Palermo, Sellerio, 1990 (trad. it.). 44 Lévi-Strauss C., Le Cru et le Cuit, Paris, Plon, 1964 in Nattiez J.J., Dalla semiologia alla musica, Palermo, Sellerio, 1990 (trad. it.). 229 Immagine e Suono Il tentativo principale operato da Lévi-Strauss è quello di trovare, all’interno del linguaggio musicale, la doppia articolazione caratterizzante il linguaggio articolato. Rispetto a quest’ultimo, mito e musica hanno in comune l’essere linguaggi in grado di trascenderlo. La loro peculiarità (per esempio rispetto alla pittura) è che, insieme al linguaggio, necessitano della dimensione temporale per manifestarsi. L’Autore descrive quali siano i tratti comuni ai due processi: Entrambe sono delle macchine per sopprimere il tempo: l’opera musicale, seppur necessiti del tempo per aver luogo, è una totalità organizzata in grado di sfuggirgli e fermarlo. Il mito fa la medesima cosa. Come accennato sopra, Lévi-Strauss cerca di trovare nei due sistemi il principio della doppia articolazione. Ciò che permetterebbe di identificarli come forme di linguaggio a pieno titolo. <<[…] la griglia fisiologica è dalla parte della natura; il sistema degli intervalli, nati dalla gerarchia dei gradi della scala, è di ordine culturale.>>45 45 Nattiez J.J., Dalla semiologia alla musica, Palermo, Sellerio, 1990 (trad. it.). 230 Immagine e Suono <<Che la musica sia un linguaggio con cui sono elaborati dei messaggi, almeno alcuni dei quali accessibili alla stragrande maggioranza delle persone […]>>46 Nattiez precisa come, in realtà, non si possa parlare di doppia articolazione per la musica. Principalmente perché il significato musicale sembra provenire da una stimolazione psicofisiologica, ed è questo un fatto non in analogia con la doppia articolazione del linguaggio. In primo luogo perché in quest’ultimo i fonemi si identificano sulla base di variazioni nel significato provocate a livello della prima articolazione. In secondo luogo perché costituiscono un sistema economico. Infine perché le unità di significato permettono la trasmissione di messaggi stabili che, secondo la definizione dello stesso Lévi-Strauss per la musica, non sono della medesima natura. La necessità d’individuare una seconda articolazione nella musica ha uno scopo ulteriore: dimostrare come musiche seriali e concrete non siano linguaggi, proprio in quanto prive di doppia articolazione. O meglio, rivolgendosi l’una alla materia e l’altra alla forma, spera che non abbiano l’utopia di costruire un 46 sistema di segni su un solo livello di Lévi-Strauss C., Le Cru et le Cuit, Paris, Plon, 1964 in Nattiez J.J., Dalla semiologia alla 231 Immagine e Suono articolazione. Contraltare a queste due forme è costituito dalla musica tonale (e, ovviamente, dal linguaggio articolato). Descrivendo quali siano gli assi fondamentale del pensiero di Lèvi-Strauss, Nattiez indica, a proposito del carattere universalistico tipico del rapporto mito/linguaggio, il livello della percezione: <<Il progetto del compositore, come quello del mito, si attualizza attraverso l’ascoltatore e grazie a lui. Nell’uno e nell’altro caso infatti si osserva la stessa inversione del rapporto tra emittente e ricevente, perché in fin dei conti è il secondo a scoprirsi significato dal messaggio del primo: la musica si vive in me, io mi ascolto attraverso essa. Il mito e l’opera musicale appaiono così come direttori d’orchestra di cui gli ascoltatori sono i silenziosi esecutori.>>47 Si torna al carattere d’isomorfismo esistente fra musica e mito: due sistemi devono essere analoghi per corrispondere a delle strutture comuni. musica, Palermo, Sellerio, 1990 (trad. it.). 47 Lévi-Strauss C., Le Cru et le Cuit, Paris, Plon, 1964 in Nattiez J.J., Dalla semiologia alla musica, Palermo, Sellerio, 1990 (trad. it.). 232 Immagine e Suono Tutt’ora l’analisi di sistemi e testi musicali costituisce per la semiotica uno dei settori più difficoltosi48. In particolar modo la sfida si gioca riguardo le possibilità di estendere in modo omogeneo le sue concezioni ad altre e diverse forme d’espressione. L’applicazione all’opera musicale di strutture e regole appartenenti alla semiologia appare, talvolta, frutto di forzature o semplici assonanze. Uno dei problemi maggiori può essere quello di non concepire affatto la musica come portatrice di contenuti (pensiero tipico del Novecento). Per moltissimi ascoltatori, infatti, la musica <<significa>> qualcosa, anche se questo non vuol dire che si debba far riferimento a significati <<extramusicali>>. È sintomatico il forte riconoscimento di relazioni fra testo musicale e stili, atmosfere o spirito di un’epoca. Ma questo è un solo aspetto relativo alle capacità di significazione della musica. Al di là di strutture di significato correlate a stati d’animo, le analisi semiologiche colgono costrutti che, non di rado, corrispondono a complesse architetture concettuali. Le similitudini con la semiotica visiva e narrativa diventano più evidenti affrontando uno studio dettagliato. Ciò spiega il ricorso dell’attuale semiologia musicale a concetti di derivazione narratologica. <<Il sistema tonale sul quale è organizzata gran parte della musica occidentale è del resto tale da creare per sua natura un’alternanza di stati di tensione e di equilibrio, di implicazioni e di attese, di sensazioni di perdita e di 48 Per approfondimenti vedi Volli U., Manuale di semiotica, Roma, Laterza, 2000. 233 Immagine e Suono recupero di un ordine: tutti elementi che hanno molto a che vedere con la logica costruttiva di una narrazione.>>49. È stato, inoltre, rilevato come i testi musicali siano fondati su dicotomie quali individuale/collettivo, languido/energico o, ancora, sensazione di affondare/sensazione di sollevarsi. Anche in questo caso l’analisi dei brani ricorre a categorie tipiche della semiotica generale. Peculiarità dell’analisi di semiologia musicale è la necessaria distinzione fra spartito ed esecuzione (segno scritto e suonato). Sarebbe possibile applicare, in questo caso, la distinzione fra enunciato (struttura musicale) ed enunciazione (esecuzione). Inoltre l’interpretazione incontra due filtri: quello dell’esecutore e quello dell’ascoltatore. L’analisi musicale può essere affrontata seguendo la categorizzazione di Molino: - Processo poietico: l’insieme delle strategie grazie alle quali alla fine dell’atto creativo esiste una cosa (l’opera) che prima non esisteva e che dunque può diventare oggetto di analisi poietica. 49 Volli U., Manuale di semiotica, Roma, Laterza, 2000. 234 Immagine e Suono - Processo estesico: l’insieme delle strategie messe in atto dalla percezione del prodotto dell’attività poietica: esse sono oggetto di una analisi estesica. - Livello neutro: la traccia sulla carta dell’opera letteraria o musicale, che non esiste pienamente come opera se non quando è letta, eseguita o percepita, ma senza la quale l’opera semplicemente non esisterebbe. Si dice neutra perché è una descrizione non necessariamente dotata di pertinenza poietica o estesica. Che, adattato per la musica: - Processo poietico: corrisponde alla prospettiva del compositore. - Processo estesico: concerne il lato della ricezione. - Livello neutro: oggettiva definizione delle caratteristiche dell’opera in sé. 237 Analisi ANALISI Nell’affrontare un’analisi pubblicitaria è possibile compire una distinzione in classi fondamentali. Possiamo trovarci di fronte a due tipi di messaggio: Di tipo statico, solitamente in riferimento a pubblicità su carta stampata; Di tipo dinamico, fondati sul ricorso a tecnologie audiovisive. In questo caso prendo in esame il secondo tipo di messaggi. Ma, anche se sembra strano, ricorrerò frequentemente all’analisi dei primi, per quanto riguarda le immagini di chiusura degli spot. Infatti, proprio in chiusura, vengono proposti, nella maggior parte dei casi, spezzoni che molto hanno da condividere con le pagine di giornale. Per questo, oltre che ad osservazioni legate a caratteristiche proprie del mezzo televisivo (ed è ciò che rimane al centro di tutta l’analisi), saranno presenti considerazioni concernenti immagini fisse (in senso lato). L’indagine, unicamente per ragioni di chiarezza, si suddivide in due fasi: la prima è introduttiva, e scruta elementi generali presenti nello spot; la seconda, definita “scheda tecnica”, è di carattere più specifico. Sottolineo già da ora come sia necessario affrontare queste due sezioni come fossero una sola, cercando di integrare le informazioni l’una dell’altra. In questo modo la 238 Analisi visione d’insieme della pubblicità analizzata risulterà più completa ed esaustiva. Tutto ciò che ho scritto in precedenza risulta essere, ora, un passaggio obbligato per comprendere lo studio seguente. Per questo, per ogni dubbio, rimando ai capitoli già sviluppati, agli Appendici ed al Glossario. Per poter permettere una migliore comprensione degli spot via via presentati, ho ritenuto opportuno inserirne gli storyboard. Vi sono contenute le scene fondamentali, soprattutto in rapporto al codice sonoro, ad eventuali movimenti di macchina. Segnalo, per precisione, che ho riportato unicamente gli elementi salienti per quanto riguarda i due registri. Soprattutto alla luce di una considerazione nata nel corso del lavoro: per quanto io possa svolgere una ricerca particolareggiata, la maggior parte del target non reagirà a tutti gli elementi individuati, ma solamente ad alcuni. Ho tenuto in grande considerazione proprio questi ultimi, senza diventare troppo puntigliosa e tecnicistica. Lo storyboard risulta così come una traccia, in assenza del video vero e proprio. I rimandi ad esso sono frequenti, e sono amplificati e completati da ulteriori informazioni (per esempio quelle temporali, di effettiva durata nel video pubblicitario). Credo sia indispensabile riportare una traccia dello storyboard stesso, utile per poter sfruttare al meglio questo strumento. 239 Analisi È la linea del sonoro, che ci consente di capire dove sia presente una base musicale, ed, eventualmente, dove si interrompe. Indica una base di musica leggera, classica, swing e comunque piacevole all’orecchio, non caotica, anzi, molto aggraziata. Può variare nei colori: in questo caso, ad esempio, si tratta di una musica percepita come movimentata, ma che non aggredisce lo spettatore. Questa, invece, è una base decisamente indiavolata, dai ritmi frenetici, che coinvolgono (o travolgono) in modo talvolta brutale il telespettatore. Le scelte operate a proposito delle basi audio vengono spiegate di volta in volta. Anticipo che questi tre colori corrispondono a tre macro-generi, individuati negli spot oggetto d’analisi, come discriminabili dalla maggior parte del pubblico. Le tracce del sonoro possono subire modificazioni, tracciando traiettorie in ascesa o in discesa, in rapporto alle variazioni di volume percepito. Ogni mutamento sarà segnalato all’interno dell’analisi. Altri simboli riguardanti il registro sonoro sono: 240 Analisi la pausa, per indicare che la base musicale ha subito un momentaneo arresto. Tutte le osservazioni in proposito si trovano comunque nel corso dell’indagine; il segno che indica un rumore di fondo. Se è cerchiato vuol dire che riveste, in un determinato momento dello spot, molta importanza; il segno che indica una voce presente in scena. Quelle fuori campo sono state precisate sia in introduzione sia nella scheda tecnica di ogni spot. Una piccola freccia ed un quadratino segnano, rispettivamente, l’inizio e la fine di uno spezzone o di un brano musicale (così come di un accenno soltanto). Il registro visivo non presenta grandi difficoltà: è caratterizzato da fotogrammi identificativi delle scene più importanti; in alcuni fotogrammi sono riportati, attraverso frecce, movimenti di macchina particolarmente interessanti (come lo zoom per l’esempio qui accanto). 241 Analisi Anche in questo caso l’introduzione di ogni spot, unita alla scheda tecnica, ne facilitano la comprensione. Per una maggior contestualizzazione dell’analisi svolta, preciso che la raccolta del materiale si è svolta nelle due settimane comprese fra mercoledì 26/03/2003 e mercoledì 09/04/03 in Italia 1. Le fasce interessate all’interno della programmazione di flusso sono quelle in cui, presumibilmente, avremo maggior varietà nel target, nonché maggior presenza di pubblico. Cioè fra le 12 e le 15, e fra le 20 e le 23. Riporto, per completezza, i palinsesti delle giornate, con evidenziati tutti i programmi che rientrano (seppur per breve tempo) nel lasso temporale preso in considerazione. 242 Analisi Mercoledì 26/03/03 ORA 7.00 9.00 9.30 11.30 12.25 13.00 13.40 15.00 15.55 17.25 18.00 18.30 19.00 20.00 20.45 21.00 23.15 0.15 0.40 0.50 1.30 2.30 3.25 4.15 4.25 PROGRAMMA Cartoni animati Tarzan –La grande avventura Telefilm La mia guardia del corpo Film Mac Giver Telefilm Studio Aperto Notiziario Studio Sport Cartoni animati Beverly Hills, 90210 Telefilm Cartoni animati Sabrina, vita da strega Telefilm Willy il principe di Bel-Air Telefilm Studio Aperto Notiziario Relic Hunter Telefilm Sarabanda Gioco musicale Cartuno Zelig Circus Varietà Le Iene Ps Varietà satirico Studio Sport Notiziario sportivo Studio Aperto – La giornata Notiziario Amici di Maria De Filippi (R) Highlander Telefilm Non è la RAI Varietà (R) I-Taliani Telefilm Talk radio Varietà Dentro il cuore Film 243 Analisi Giovedì 27/03/03 ORA 7.00 9.00 9.30 11.30 12.25 13.00 13.40 15.00 15.55 17.25 18.00 18.30 19.00 20.00 20.45 21.00 23.00 23.10 0.15 0.45 1.10 1.20 2.00 2.55 3.55 PROGRAMMA Cartoni animati Tarzan –La grande avventura Telefilm I soldi degli altri Film Mac Giver Telefilm Studio Aperto Notiziario Studio Sport Notiziario sportivo Cartoni animati Beverly Hills, 90210 Telefilm Cartoni animati Sabrina, vita da strega Telefilm Willy il principe di Bel-Air Telefilm Studio Aperto Notiziario Relic Hunter Telefilm Sarabanda Gioco musicale Cartuno Dennis la minaccia Film Le Iene.it Varietà satirico Le Iene Varietà satirico South Park Cartoni Animati Studio Sport Notiziario sportivo Studio Aperto – La giornata Notiziario Amici di Maria De Filippi (R) Highlander Telefilm Non è la RAI Varietà (R) Talk radio Varietà 244 Analisi Venerdì 28/03/03 ORA 7.00 9.00 9.30 11.30 12.25 13.00 13.40 15.00 15.55 17.25 18.00 18.30 19.00 20.00 20.45 21.00 22.55 23.25 0.50 1.40 2.05 2.15 2.55 3.50 4.20 PROGRAMMA Cartoni animati Tarzan –La grande avventura Telefilm Sulle ali dei ricordi Film-tv Mac Giver Telefilm Studio Aperto Notiziario Studio Sport Cartoni animati Beverly Hills, 90210 Telefilm Cartoni animati Sabrina, vita da strega Telefilm Willy il principe di Bel-Air Telefilm Studio Aperto Notiziario Relic Hunter Telefilm Sarabanda Gioco musicale Cartuno C.S.I. – Scena del crimine Telefilm Mai dire Grande Fratello Studio Aperto presenta Lucignolo Grand Prix Moto Studio Sport Notiziario sportivo Studio Aperto – La giornata Amici di Maria De Filippi (R) Highlander Telefilm I-Taliani Telefilm Talk radio Varietà 245 Analisi Sabato 29/03/03 ORA 6.55 10.20 11.00 12.00 12.25 13.00 13.30 14.10 16.00 16.40 17.20 18.30 19.00 20.00 20.45 21.00 22.50 1.15 1.45 3.40 5.25 5.55 PROGRAMMA Cartoni animati Ziggie Varietà Wrestling presenta Velocity Nikki Telefilm Studio Aperto Notiziario Otto sotto un tetto Telefilm Candid Camera Varietà Per fortuna c’è Lucky Luke Film-tv Ziggie Varietà Oblivious Gioco Papirazzo Studio Aperto Notiziario Relic Hunter Telefilm Sarabanda Gioco musicale Cartuno L’incantesimo del lago Film Il magico regno delle favole Miniserie Studio Sport Notiziario La corsa più pazza del mondo Film La corsa più pazza d’America 2 Film I-Taliani Telefilm Talk radio Varietà 246 Analisi Domenica 30/03/03 ORA 7.00 7.30 11.55 12.25 13.00 14.00 16.00 18.30 19.00 20.00 20.30 21.30 22.35 0.15 0.45 2.25 3.45 4.15 PROGRAMMA Superpartes programma di comunicazione politica Cartoni animati Grand Prix Rubrica sportiva Studio Aperto Notiziario Young Hercules Telefilm Cartoni animati Il magico regno delle favole Studio Aperto Notiziario Squadra emergenza Telefilm Rtv - Clip Mai dire domenica Varietà Le Iene Show Varietà satirico Squillo Film Studio Sport Notiziario Tutti giù per terra Film Colletti bianchi Telefilm I-Taliani Telefilm Talk radio Varietà 247 Analisi Lunedì 31/03/03 ORA 7.00 9.00 9.30 11.30 12.25 13.00 13.40 15.00 15.55 17.25 18.00 18.30 19.00 20.00 20.45 21.00 23.40 0.30 1.25 1.50 2.00 2.40 3.35 4.30 4.40 PROGRAMMA Cartoni animati Tarzan –La grande avventura Telefilm Rudy – Il successo di un sogno Film Mac Giver Telefilm Studio Aperto Notiziario Studio Sport Notiziario sportivo Cartoni animati Beverly Hills, 90210 Telefilm Cartoni animati Sabrina, vita da strega Telefilm Willy il principe di Bel-Air Telefilm Studio Aperto Notiziario Relic Hunter Telefilm Sarabanda Gioco musicale Cartuno Dark Angel Telefilm Ciro presenta Visitors Varietà Thunderbirds Studio Sport Notiziario sportivo Studio Aperto – La giornata Notiziario Amici di Maria De Filippi (R) Highlander Telefilm I-Taliani Telefilm Talk radio Varietà L’albero di Antonia Film 248 Analisi Martedì 01/04/03 ORA 7.00 9.00 9.30 11.30 12.25 13.00 13.40 15.00 15.55 17.25 18.00 18.30 19.00 20.00 20.45 21.00 23.30 1.15 1.40 1.50 2.30 3.20 4.05 4.30 4.35 PROGRAMMA Cartoni animati Tarzan –La grande avventura Telefilm Pazzi da legare Film Mac Giver Telefilm Studio Aperto Notiziario Studio Sport Notiziario sportivo Cartoni animati Beverly Hills, 90210 Telefilm Cartoni animati Sabrina, vita da strega Telefilm Willy il principe di Bel-Air Telefilm Studio Aperto Notiziario Relic Hunter Telefilm Sarabanda Gioco musicale Cartuno Amici di Maria De Filippi Varietà Buffy Telefilm Studio Sport Notiziario sportivo Studio Aperto – La giornata Notiziario Amici di Maria De Filippi (R) Highlander Telefilm Non è la RAI Varietà (R) I-Taliani Telefilm Talk radio Varietà Drum, l’ultimo Mandingo Film 249 Analisi Mercoledì 02/04/03 ORA 7.00 9.00 9.30 11.30 12.25 13.00 13.40 15.00 15.55 17.25 18.00 18.30 19.00 20.00 20.45 21.00 23.10 0.35 1.00 1.10 1.50 2.50 3.45 4.35 PROGRAMMA Cartoni animati Tarzan –La grande avventura Telefilm Las Vegas: una vacanza al casinò Film Mac Giver Telefilm Studio Aperto Notiziario Studio Sport Notiziario sportivo Cartoni animati Beverly Hills, 90210 Telefilm Cartoni animati Sabrina, vita da strega Telefilm Willy il principe di Bel-Air Telefilm Studio Aperto Notiziario Relic Hunter Telefilm Sarabanda Gioco musicale Cartuno Asini Film Ciro presenta Visitors Varietà Studio Sport Notiziario sportivo Studio Aperto – La giornata Notiziario Amici di Maria De Filippi (R) Highlander Telefilm Non è la RAI Varietà (R) I-Taliani Telefilm Talk radio Varietà 250 Analisi Giovedì 03/04/03 ORA 7.00 9.00 9.30 11.30 12.25 13.00 13.40 15.00 15.55 17.25 18.00 18.30 19.00 20.00 20.45 21.00 23.15 23.25 24.00 0.30 0.55 1.05 1.45 2.45 3.45 4.35 4.40 PROGRAMMA Cartoni animati Tarzan –La grande avventura Telefilm Prendimi…se ci riesci! Film Mac Giver Telefilm Studio Aperto Notiziario Studio Sport Notiziario sportivo Cartoni animati Beverly Hills, 90210 Telefilm Cartoni animati Sabrina, vita da strega Telefilm Willy il principe di Bel-Air Telefilm Studio Aperto Notiziario Relic Hunter Telefilm Sarabanda Gioco musicale Cartuno L’amore è un trucco Film Le Iene.it Varietà satirico Le Iene Varietà satirico Cartoni animati South Park Studio Sport Notiziario sportivo Studio Aperto – La giornata Notiziario Amici di Maria De Filippi (R) Highlander Telefilm Non è la RAI Varietà (R) I-Taliani Telefilm Talk radio Varietà Cannibal ferox Film 251 Analisi Venerdì 04/04/03 ORA 7.00 9.00 9.30 11.30 12.25 13.00 13.40 15.00 15.55 17.25 18.00 18.30 19.00 20.00 20.45 21.00 22.55 23.25 0.50 1.50 2.15 2.25 3.05 4.05 5.00 5.25 PROGRAMMA Cartoni animati Tarzan –La grande avventura Telefilm Thunder in Paradise Film Mac Giver Telefilm Studio Aperto Notiziario Studio Sport Cartoni animati Beverly Hills, 90210 Telefilm Cartoni animati Sabrina, vita da strega Telefilm Willy il principe di Bel-Air Telefilm Studio Aperto Notiziario Relic Hunter Telefilm Sarabanda Gioco musicale Cartuno C.S.I. – Scena del crimine Telefilm Mai dire Grande Fratello Studio Aperto presenta Lucignolo Grand Prix Moto Studio Sport Notiziario sportivo Studio Aperto – La giornata Amici di Maria De Filippi (R) Highlander Telefilm Non è la Rai Varietà I-Taliani Telefilm Talk radio Varietà 252 Analisi Sabato 05/04/03 ORA 7.00 9.00 10.20 11.00 12.00 12.25 13.00 14.10 16.00 16.40 17.20 18.30 19.00 20.00 20.45 21.00 22.35 0.15 1.15 1.45 3.10 3.35 3.40 4.00 PROGRAMMA Grand Prix Rubrica sportiva Cartoni animati Ziggie Varietà Wrestling presenta Velocity Nikki Telefilm Studio Aperto Notiziario Grand Prix Rubrica sportiva La dura legge di Lucky Luke Film-tv Ziggie Varietà Oblivious Gioco Papirazzo Varietà Studio Aperto Notiziario Relic Hunter Telefilm Sarabanda Gioco musicale Cartuno L’incantesimo del lago 2 Film Bats – Mostriciattoli Film Boxe: Gigliotti-Medjkoune Studio Sport M.A.S.H. Film I-Taliani Telefilm Talk radio Varietà Studio Sport Grand Prix – G.P. Giappone Rubrica sportiva 253 Analisi Domenica 06/04/03 ORA 7.00 8.00 11.00 12.25 12.35 13.15 15.30 18.30 19.00 20.00 20.30 22.35 0.50 1.15 1.40 3.35 4.45 4.50 PROGRAMMA Grand Prix G.P. Giappone Motogp Cartoni animati Grand Prix G.P. Giappone - 125 Studio Aperto Notiziario Guida al Campionato Rubrica sportiva Grand Prix G.P. Giappone - 250 - Motogp Il magico regno delle favole Studio Aperto Notiziario Squadra emergenza Telefilm Rtv - Clip E allora Mambo Film Controcampo Rubrica sportiva Studio Sport Notiziario Fuori campo Rubrica sportiva Nirvana Film Colletti bianchi Telefilm Talk radio Varietà I ragazzi della 3aC Telefilm 254 Analisi Lunedì 07/04/03 ORA 7.00 9.00 9.30 11.30 12.25 13.00 13.40 15.00 15.55 17.25 18.00 18.30 19.00 19.30 20.00 20.45 21.00 23.00 0.15 1.10 1.35 1.45 2.30 3.10 4.00 PROGRAMMA Cartoni animati Tarzan –La grande avventura Telefilm Non dirle chi sono Film Mac Giver Telefilm Studio Aperto Notiziario Studio Sport Notiziario sportivo Cartoni animati Beverly Hills, 90210 Telefilm Cartoni animati Sabrina, vita da strega Telefilm Willy il principe di Bel-Air Telefilm Studio Aperto Notiziario Arrivano i Rossi Varietà La Tata Telefilm Sarabanda Gioco musicale Cartuno Lo stile del dragone Film Zelig Off Varietà Thunderbirds Studio Sport Notiziario sportivo Studio Aperto – La giornata Notiziario Anteprima Champions League Rubrica sportiva Amici di Maria De Filippi (R) Highlander Telefilm I cinque del quinto piano Telefilm 255 Analisi Martedì 08/04/03 ORA 7.00 9.00 9.30 11.30 12.25 13.00 13.40 15.00 15.55 17.25 18.00 18.30 19.00 19.30 20.00 20.45 21.00 23.30 1.15 1.40 1.50 2.30 3.20 4.05 4.30 PROGRAMMA Cartoni animati Tarzan –La grande avventura Telefilm Polizziotti a due zampe Film Mac Giver Telefilm Studio Aperto Notiziario Studio Sport Notiziario sportivo Cartoni animati Beverly Hills, 90210 Telefilm Cartoni animati Sabrina, vita da strega Telefilm Willy il principe di Bel-Air Telefilm Studio Aperto Notiziario Arrivano i Rossi Varietà La Tata Telefilm Sarabanda Gioco musicale Cartuno Amici di Maria De Filippi Varietà Buffy Telefilm Studio Sport Notiziario sportivo Studio Aperto – La giornata Notiziario Amici di Maria De Filippi (R) Highlander Telefilm Non è la RAI Varietà (R) I cinque del quinto piano Telefilm Talk radio Varietà 256 Analisi Mercoledì 09/04/03 ORA 7.00 9.00 9.30 11.30 12.25 13.00 13.40 15.00 15.55 17.25 18.00 18.30 19.00 19.30 20.00 20.45 21.00 22.55 0.30 0.40 1.05 1.45 2.45 3.55 4.20 4.25 PROGRAMMA Cartoni animati Tarzan –La grande avventura Telefilm My Giant Film Mac Giver Telefilm Studio Aperto Notiziario Studio Sport Notiziario sportivo Cartoni animati Beverly Hills, 90210 Telefilm Cartoni animati Sabrina, vita da strega Telefilm Willy il principe di Bel-Air Telefilm Studio Aperto Notiziario Rarrivano i Rossi Varietà La tata Telefilm Sarabanda Gioco musicale Cartuno Full Monty Film Pressing Champions League Rubrica sportiva Studio Sport Notiziario sportivo Studio Aperto – La giornata Notiziario Amici di Maria De Filippi (R) Highlander Telefilm Non è la RAI Varietà (R) I cinque del quinto piano Telefilm Talk radio Varietà Brillantina Rock Film 257 Analisi MENTOS È necessario iniziare sottolineando la stretta integrazione fra i registri. Lo spot, infatti, sviluppa una narrazione ben precisa, possibile e comprensibile unicamente considerando la collaborazione fra i codici per una corretta interpretazione e decodifica. Dal punto di vista iconografico ciò che più stupisce è la tendenza a rendere antropomorfo l’animale. Gli sguardi, in particolare, rivelano le intenzioni, i pensieri, le reazioni delle pecore. Grazie all’espressività dell’animale lo spettatore potrà percepire l’esistenza di intenzionalità celate. Le inquadrature si succedono, nella prima parte dello spot, alternando uomo ed animale. Nella seconda parte, invece, solo le raider-pecore saranno protagoniste. Fra queste due sezioni le inquadrature cambiano ritmo. Nella prima il susseguirsi delle immagini è lento, la macchina da presa è stabile, compie solo piccoli zoom. L’occhio del regista “osserva”, e ci permette di osservare, chi occupa la scena. È una soggettiva tutta dedicata a noi. Inoltre, quando si tratta di soffermarsi sull’uomo, comprendiamo come la soggettiva non sia più quella fornita da un terzo estraneo, ma dalle pecore stesse. Stanno scrutando qualche cosa posseduto dal pastore. La possibilità di capire al meglio l’ambientazione è data dalle prime inquadrature a campo medio-lungo, che lasciano il posto unicamente a primi piani (se così posso dire riferendomi anche agli animali). I colori sono in accordo con la situazione rappresentata. Questa seconda fase, 258 Analisi interna alla prima parte, è supportata dalla soavità che assume il registro sonoro, grazie all’introduzione della voce femminile (sin’ora assente). Nello storyboard questo cambiamento si nota con un innalzamento della linea del sonoro (quinto fotogramma). Ho parlato di prima e seconda parte perché, sia per il registro acustico che per quello visivo, lo spot subisce una frattura netta a circa metà dell’intera pubblicità. La divisione presente nell’immagine è pienamente in armonia con ciò che accade a livello sonoro. Nella prima parte la musica è classica, poetica, nel senso tradizionale del termine. Le immagini risentono molto dell’influsso sonoro: sarà sufficiente un piccolo esperimento. Togliere la base: il susseguirsi delle inquadrature sembra leggermente più rapido. È, questa, una chiara dimostrazione di quanto sia efficace, e talvolta insostituibile, il suono. Nella seconda parte il ritmo aumenta, la melodia non è più soave, ma isterica, metallica, e le immagini si succedono con grande rapidità. I movimenti di macchina sono bruschi. Alla quieta voce di donna si sostituisce quella maschile, forte…sta decisamente urlando. Non è necessario, per lo spettatore, comprendere le parole del testo. Sarà sufficiente percepire le emozioni veicolate. Se, per caso, il compito affidato al registro musicale fosse diverso, posso affermare che, pur non comprendendone il testo, raggiungerebbe un effetto tale da rendere efficace la comunicazione. È un punto importante, in quanto la maggioranza 259 Analisi dei destinatari dello spot non possiede competenze musicali tali da distinguere generi poco diversificati. È proprio la consolidazione dei due generi musicali di riferimento a costituire un punto su cui il ricevente possa operare distinzioni e discriminazioni. I due brani usati come base verranno identificati dai non addetti ai lavori come “musica tranquilla” e “musica caotica”. Anche questo costituisce, a livello percettivo ed in rapporto all’efficacia del comunicato, un elemento più che sufficiente, e che non necessita di ulteriori approfondimenti. Tale discorso si presenta obbligatoriamente perché il presunto target di riferimento è ampio, non si riferisce ad una “cultura” o “stile di vita” in particolare. Distinzioni minime fra i testi musicali non avrebbero quindi sortito effetti rilevanti. Un solo aspetto accomuna l’intero spot: la presenza di rumori di fondo. In particolare quel suono che emettiamo masticando…in effetti…tutti masticano…per l’intera durata della pubblicità!!! Un momento in particolare: quello segnato dal decimo fotogramma riportato nello storyboard: il rumore della pecora che mastica non è coperto dalla musica che, anzi, compie un’improvvisa seconda pausa. Già, perché la prima è posta nel momento di cesura di cui parlavo in precedenza. È un istante (dieci decimi di secondo circa) rilevante: l’immagine non c’è (schermo nero) e nemmeno l’audio (inclusi i rumori di fondo). Entrambe riprendono in dissolvenza, distruggendo il clima idilliaco presentato nella prima fase. Il cambiamento della base 260 Analisi musicale è ciò che lascia più straniti. Quella della pausa (segnata nello storyboard con il simbolo musicale della pausa di 1/4) è, in effetti, una strategia cui si ricorre frequentemente nelle pubblicità ironiche. Addirittura escludendo l’audio da una delle due sezioni, o mantenendo unicamente i rumori di fondo. Spesso è la musica a completare, favorire ed incentivare l’atto ironico (e la sua percezione). Si potrebbe definire, quindi, questo spot come atipico. Ma sarebbe un passo falso vista l’importanza rivestita dal suono nella sua totalità. Tornando ai rumori di fondo…che dire! Sono fondamentali. Soprattutto perché rendono estremamente reale ciò che vediamo nella prima parte, e permettono lo stravolgimento nella seconda. Il rumore prodotto dall’ambiente, dai personaggi, dagli strumenti che usano (ovviamente se reale) funge da supporto alle nostre aspettative “in linea unicamente con avvenimenti possibili”. Costituisce, in altre parole, un elemento di ancoraggio al reale. Forse per questo la situazione al limite dell’assurdo appare ancor più incredibile. La nostra capacità di previsione subisce, grazie agli accorgimenti sonori, un grave scacco. 261 Analisi Scheda te cnica DURATA 30’’ circa. BATTUTE AL MINUTO Prima parte: 111circa. Seconda parte: 178 circa. FORMAT Animali unito ad Umorismo (Vedi Appendice 1.). TECNICA Riprese dal vero unite ad effetti speciali. Personaggi reali e fantastici si sviluppano e sono in analogia perché compiono gli stessi movimenti (masticano). La pecora, per questo, è antropomorfa. La soggettiva permette di stabilire tale legame. FORMATO REGISTRO VISIVO: tecniche miste, montaggio di immagini in movimento, immagine filmica, effetti speciali. REGISTRO VERBALE: 262 Analisi SCRITTO: “ SAVE YOUR MOUTH FOR (MENTOS)” Indicazioni di prodotto e non di marca, presentato in modo lampante in coda allo spot, non supporta le immagini. Headline: non è propriamente uno slogan perché non ricorre in ogni spot Mentos. Visual: è strettamente legato all’headline in quanto la parola “Mentos” completa l’headline stessa. È rappresentata dalla confezione. Relazione Headline/Visual: supporto, integrazione. Bodycopy: non c’è testo, unicamente il logo “THE FRESHMAKER” ricorrente per gli spot (e confezioni) Mentos. In esso è contenuto il pus principale del prodotto. È costituito, e rappresenta, un’unica parola chiave. Packshot: il prodotto, in chiusura, è protagonista, grazie all’incastro fra headline e visual. Logo e marchio: l’emblema del prodotto e il packshot. È rimasto praticamente invariato nel tempo (cos’ come la forma della caramella) costituendo l’unico marchio di identificazione. L’azienda coincide con il prodotto. 263 Analisi Pay-off: si può riscontrare il pay-off (assente in senso tradizionale) nella stretta connessione fra gli elementi precedenti. PARLATO: ancoraggio con lo scritto, voce fuori campo maschile adulta. RAPPORTO VISIVO/PARLATO: il visivo prevale sul parlato che funge da codice sussidiario. I due sono in concordanza. CODICE LINGUISTICO: lingua inglese, apparentemente senza doppi sensi. REGISTRO MUSICALE: Prima parte: classica-lirica più voce femminile senza parole. Seconda parte: metal più voce maschile, straniera. Non si tratta di un jingle. Supporta l’immagine grazie al genere. Non supporta il registro verbale. FUNZIONI DI JULIEN: è certamente presente la funzione implicativa che permette di rinforzare il contatto fra emittente e ricevente, ma anche di concretizzarlo sotto una forma musicale, fornirgli un proprio 264 Analisi impatto nella memoria del destinatario. Sicuramente è presente anche la funzione imperativa, proprio grazie al ritmo che la musica imprime alle immagini. Non sembrano presenti quella mnemonica (perché la base è diversa dagli altri spot Mentos) né quella riflessiva. La musica del prodotto, del testo e del consumatore sono legate al genere musicale stesso. FUNZIONI DI JAKOBSON: la funzione referenziale è presente in modo particolare. Infatti il processo di referenza si stabilisce nell’interazione fra codice iconico e codice acustico. Inoltre, v’è referenza fra codice verbale scritto e parlato (ridondanza). La funzione fatica trova supporto principalmente nella musica. Sono presenti anche la funzione emotiva e quella conativa. È possibile rinvenire la funzione metalinguistica a proposito dell’interazione fra registri. Quest’osservazione è valida per i rapporti che si stabiliscono fra codice iconico e sonoro, ma non per le relazioni fra questi e quello verbale (scritto e parlato). L’ultima funzione, quella poetica, è presente nel registro sonoro ed in particolare nei generi musicali utilizzati. 265 Analisi MODALITA’ DI SPETTACOLARIZZAZIONE Effetti speciali. Montaggio: le inquadrature scorrono da destra a sinistra; si tratta di un accorgimento particolare. La situazione del tutto improbabile crea sì effetti ironici, ma può anche risultare fastidiosa. Le immagini nella prima parte, “realistica”, sono molto curate. CITAZIONE Non è presente, nemmeno in musica. STRUTTURA NARRATIVA È presente un alto livello di strutturazione narrativa. È necessaria, per questo, una dose elevata d’attenzione da parte dello spettatore. Il codice sonoro risulta insostituibile. IL PRODOTTO/SERVIZIO GRADO DI PRESENZA È alto: il prodotto è presente lungo tutto il filmato sebbene non sia facilmente identificabile sino alla fine perché il tempo d’esposizione è breve. Ho individuato tre fasi: masticazione confezione (in una piccola zona delle inquadrature) immagine fissa in chiusura (unitamente al codice verbale) 266 Analisi LIVELLI DI CENTRALITA’ La maggior parte dello spot presenta un discorso laterale, anche per le fugaci apparizioni della confezione di Mentos. Solo in chiusura il discorso è diretto. Il comunicato è nudo, povero. MODALITA’ DI DESCRIZIONE DELLE SUE CARATTERISTICHE Sono solo accennate “THE FRESHMAKER” (che fa parte del logo Mentos) in chiusura. GRADO DI REFERENZIALITA’ Medio. Localizzato sul piano prevalentemente visivo, supportato verbalmente. RAPPORTO PRODOTTO/MARCA Identificazione. L’ENUNCIATORE SOGGETTO ENUNCIATORE Individuo e animale. Quest’ultimo apparentemente non interagisce. Il primo non interagisce affatto. Sono entrambe necessari per la costruzione dello spot e lo svolgimento narrativo. Animale: sesso femminile, adulto e cucciolo. Uomo: maschio, adulto. 267 Analisi INTERPELLAZIONE DEL RECETTORE PRESENZA Assente. O dovremmo pensare: siamo tutti un branco di pecore? SESSO, ETA’, GENERE. Entrambe i sessi. Senza particolari restrizioni d’età. MODALITA’ DEL DISCORSO PUBBLICITARIO FUNZIONI DELL’ENUNCIATORE Dire, raccontare. Non c’è una promessa se non quella legata al plus del prodotto. Non c’è giuramento. DISCORSO TESTUALE Espressivo e narrativo. FINE DELL’ATTO COMUNICATIVO Persuasivo e interpretativo. TONO DELLA COMUNICAZIONE Entusiasta e coinvolgente, fantasioso, dimostrativo (nel senso: ma tu guarda cosa possono fare le Mentos!!!), umoristico. 268 Analisi SAPERE VEICOLATO Si finalizza un fare ed un essere intesi. MODELLI IN RAPPORTO AL SAPERE VEICOLATO Modelli di comportamento. Un fare diversamente comporta un essere diversi. È presente un richiamo alla possibilità di ribellione (fare diversamente) grazie alla “piccola” rivoluzione messa in atto dalle pecore. IL CONTENUTO NEI TERMINI DEL CONTESTO AMBIENTALE Non è presente una collocazione storica e geografica precisa. Nemmeno l’audio richiama sonorità tipiche di epoche o zone determinate. È una situazione contemporanea. L’unico elemento temporale presente si riferisce ad un momento del giorno: l’imbrunire. La stagione sembra essere quella estiva. Il contesto storico non varia nel corso della narrazione. L’ambiente è quello naturale. La situazione si svolge seguendo una trama in gran parte immaginaria. Sono presenti elementi irreali in una situazione realistica. Oppure: v’è una contestualizzazione fantastica in una situazione realistica. IL CONTENUTO NEI TERMINI DI PLUS, BENEFIT, PROMESSA 269 Analisi PLUS Freschezza. Garanzia di marca (non esplicitata). BENEFIT Svago, evasione, follia, serenità, rivoluzione, cambiamento verso una situazione migliore. PROMESSA Coincide in gran parte con i benefit. VALORI Individualismo, in questo caso veicolato dall’animale. ribellione, 270 Analisi RESET Questo spot può essere diviso in due parti. Si tratta di una scissione meno netta rispetto a quella operata nel caso Mentos. In questa pubblicità, infatti, il codice sonoro non subisce modifiche sostanziali in quanto il genere musicale rimane invariato. Certo, all’interno del brano vi sono sensibili mutamenti di direzione. Il punto di cesura è localizzato tra il quinto ed il sesto fotogramma, circa a sette secondi e due decimi dall’inizio. La prima parte è caratterizzata dal suono del pianoforte, che in un primo momento è “pieno”, poi sfuma in note staccate ed isolate, quasi sole. Perdiamo, in questi ultimi istanti, il senso della melodia, e ciò giustifica la scelta grafica nello storyboard (la linea dell’audio scende, nonostante l’altezza delle note sia in ascesa). Il ragazzo alita, ed in sottofondo, dopo una breve pausa, inizia un leggero (ma percepibile senza eccessivi sforzi) rullo di tamburo…qualcosa sta per succedere. Immediatamente il cane annusa e bacia. Per questo ho evidenziato con “R” questi momenti: sono quelli in cui il rumore di fondo ricopre la maggiore importanza. Sono altri i rumori (ambientali e prodotti dai personaggi) presenti, che ci consentono di comprendere gesti ed azioni (per esempio il ragazzo che alita ed annusa, fotogramma due), ma quel trio di suoni è particolarmente importante. Essi corrispondono ai fotogrammi cinque, sette e otto. 271 Analisi A proposito dell’immagine le inquadrature sono piuttosto statiche. Non compiono di per sé narrazione ma passano da soggettive attribuibili ad occhi sempre diversi. L’unico piccolo zoom è quello presentato nel terzo fotogramma, inquadratura rivelatrice del prodotto sponsorizzato. Le inquadrature stesse sono, inoltre, più lente nella prima parte, meno nella seconda. Prevale il primo piano, carico di tensioni emotive (si veda il fotogramma nove!). Percepiamo l’ambiente circostante unicamente tramite la prima e l’ultima scena. Le luci rispecchiano bene l’idea di un luogo familiare e caloroso, e l’intimità trasuda grazie al ricorso a luci soffuse e diffuse. Un momento in cui la luce risalta con maggior intensità è quello del fotogramma nove: ormai tutto è svelato. Si torna alla situazione esterna (intesa come reale, soprattutto dopo l’urto subito) e l’effetto ironico aumenta. I colori si accordano perfettamente alla vicenda, non sono in contrasto. Nella seconda parte la base musicale si arricchisce di strumenti, ed il ritmo aumenta leggermente. Ciò che comunica è un’alta soavità, in forte contrasto con l’evento cui siamo appena stati spettatori. Anche le immagini, qui, si susseguono rapidamente. L’ironia della vicenda deriva indubbiamente dall’impossibilità di operare tramite previsione. Il codice sonoro ci aveva avvertiti…ma certo non avremmo potuto aspettarci questo. Anche perché il cane compare solo alla settima inquadratura (sesta nello stoyboard), quando sino a quel punto una sola era 272 Analisi stata dedicata alla donna, e ben cinque all’uomo! La sequenza della narrazione ironica è breve, tutto accade velocemente. La possibilità di comprendere la vicenda è affidata alla ridondanza: l’inquadratura dei due che si baciano si ripete, e, a confermare l’assurdità di cui siamo stati protagonisti, è sufficiente il volto scandalizzato e deluso della fidanzata…è sicuramente più sconvolta di noi. La narrazione stessa è ironica, e l’atto comunicativo si fonda interamente su questo processo. Diventa così arduo individuare come dovrebbe essere composto il target o quali valori voglia trasmettere il produttore. La pubblicità ironica cattura chiunque sappia decodificarla. In questo modo il cerchio del target raggiungibile si amplia. Ovviamente un peso particolare è giocato dal prodotto stesso (e più in generale dalla categoria merceologica) che, teoricamente, non richiede requisiti particolari nel consumatore (questo vale anche per la pubblicità Mentos). Resta fermo il fatto che, anche nel caso in cui il prodotto non rientri negli interessi dello spettatore, uno spot così strutturato non passerà inosservato e, quantomeno, riuscirà a comunicare l’esistenza di un determinato bene di consumo (o servizio). 273 Analisi Scheda te cnica DURATA 15’’ circa BATTUTE AL MINUTO Prima parte: 71 circa Seconda parte: 81 circa FORMAT L’immagine è interamente filmica, con un’unica immagine fissa in chiusura. Nella prima parte si tratta di scena dal vero; presentazione del problema e sua soluzione (un alito fresco). Nella seconda sezione il format è quello umoristico. Caratterizza l’intero spot il ricorso ad animali. TECNICA Non c’è in particolare. L’unica presente è quella del montaggio di immagini in movimento. Non ci sono effetti speciali: il cane “recita dal vivo”, così come il ragazzo che ne viene baciato. Sono stati necessari due giorni di riprese e tentativi per poter avere una scena soddisfacente. 274 Analisi FORMATO REGISTRO VISIVO: immagine filmica, immagine fissa in chiusura e montaggio di immagini in movimento. REGISTRO VERBALE: SCRITTO: “(RESET) ALITO FRESCO IRRESISTIBILE”. È assente l’indicazione di marca (è molto piccola sulla confezione), che viene precisata dal parlato. Il codice verbale scritto svolge una funzione di ancoraggio con le immagini, rendendo ridondante l’effetto ironico. Viene supportato dal parlato che ha inizio già nelle sequenze precedenti. Headline: non costituisce un vero e proprio slogan, comunque riporta le caratteristiche principali del prodotto, favorendone la memorizzazione grazie all’estrema semplicità. Visual: è costituito dalla confezione. È legato alla headline perché la introduce, diventando il soggetto dell’enunciato. Relazione integrazione. Headline/Visual: completamento, 275 Analisi Bodycopy: contiene unicamente un plus “ALITO FRESCO” ed “IRRESISTIBILE”. un benefit-promessa Fondamentalmente coincide con gli elementi precedenti. Risulta la parola chiave dello spot. Packshot: la confezione costituisce, in effetti, la prima parte dell’enunciato. I colori di fondo sono in accordo con la confezione stessa. Logo e marchio: compare il marchio Vigorsol solo sulla confezione, in piccolo. Pay-off: corrisponde a tutti i punti precedenti, in particolare al packshot. PARLATO: “RESET STRAORDINARIO VIGORSOL CHEWINGUM PER LO UN ALITO FRESCO IRRESISTIBILE”. Opera una funzione di ancoraggio verso il registro visivo, sia verbale che iconico. La voce non canta sulla base ma fornisce informazioni sul prodotto. Essa non inizia al comparire dell’immagine fissa (come per lo spot Mentos) ma attorno al nono fotogramma presentato in storyyboard (circa all’undicesimo secondo). È costituito da una voce fuori campo, femminile, adulta. 276 Analisi RAPPORTO VISIVO/PARLATO: il parlato lascia spazio al visivo, che prevale. Comunque il rapporto che instaurano è di concordanza. CODICE LINGUISTICO: italiano standard. È un linguaggio d’uso quotidiano; l’unica enfasi è data dal codice verbale, ricorrendo al termine “STRAORDINARIO”. Particolare il susseguirsi di due aggettivi senza congiunzioni (sia nello scritto che nel parlato). REGISTRO MUSICALE: non si tratta di un jingle ma di uno spezzone di musica classica. È unicamente strumentale, quindi, se non fosse per la già citata importanza rivestita dal “genere musica classica”, non svolgerebbe ancoraggio. FUNZIONI DI JULIEN: la funzione implicativa non è così evidente (vedi spot Mentos). Infatti la base musicale non può produrre da sola straniamento, in quanto il genere è unico. L’attenzione viene catturata dal progressivo aumento d’intensità del brano, contenente una pausa (vedi fotogrammi cinque, sei e sette), ma l’immagine è indispensabile. La funzione ludica è predominante (in riferimento al carattere 277 Analisi ironico dello spot). Anche la funzione imperativa è presente. Prima del bacio le immagini sono più lente rispetto a poi. Non c’è funzione mnemonica intesa in senso stretto. Sembrerebbe assente anche quella riflessiva. Particolare importanza rivestono i rumori di fondo che, presenti in tutto lo spot, culminano all’ottavo fotogramma (nove secondi e ventiquattro centesimi) con il bacio del cane, senza pausa della base. Musica del prodotto, del testo e del consumatore sono legate al genere. Per il resto non se ne riscontrano i tratti distintivi. FUNZIONI DI JAKOBSON: desidero segnalare un punto in particolare: il fotogramma cinque (circa a sei secondi dall’inizio). Esso raccoglie in sé diverse funzioni. Quella fatica in primo luogo perché il rullo di tamburi prepara l’ascoltatore ad un avvenimento, grazie alla pausa, ed al successivo arricchimento strumentale della base. Veicola una forte quantità d’emozione. La funzione metalinguistica è presente e abbastanza completa: i tre codici interagiscono l’uno con l’altro, senza esclusione. MODALITA’ DI SPETTACOLARIZZAZIONE 278 Analisi Presenza di una situazione improbabile, imprevista e decisamente scioccante (basti vedere, nel fotogramma undici, il viso della fidanzata!) che si rivela estremamente comica. La scenografica è semplice e non costituisce elemento indispensabile alla narrazione, se non nei componenti essenziali, che ci permettono di comprendere l’ambiente entro cui si svolge la vicenda. CITAZIONE Non è presente, nemmeno dal punto di vista musicale. STRUTTURA NARRATIVA Alto livello. La storia è completa e la vicenda si chiude. Nonostante ciò si presterebbe a diventare la prima di una serie di pubblicità (le pubblicità a puntate). La comprensione da parte dello spettatore è comunque immediata, grazie alla presentazione semplice degli elementi necessari alla comprensione. IL PRODOTTO/SERVIZIO GRADO DI PRESENZA Alto. È diverso, però, dal caso Mentos. Infatti qui il prodotto viene presentato dopo poche inquadrature, evidenziando come sia la “causa” di ciò che avverrà in seguito. La differenza sta nel fatto che la confezione ed il suo contenuto sono mostrati chiaramente (vedi fotogramma tre). Lo stesso vale per 279 Analisi l’immagine in chiusura: occupa quasi tre secondi in totale e può essere divisa in parti: compare la confezione, compare la scritta ALITO compare la scritta FRESCO compare la scritta IRRESISTIBILE Ognuna delle parole è come se cadesse dalla scatola (vedi il movimento del dito che scuote la confezione, accompagnato dal leggero rumore dei confetti agitati al suo interno). LIVELLI DI CENTRALITA’ Discorso diretto. Nonostante la scena non coincida per nulla con le reali caratteristiche del prodotto, e sia inverosimile, la presentazione del prodotto stesso sin dal principio rende chiara la comunicazione. Il comunicato è comunque povero. MODALITA’ DI DESCRIZIONE DELLE SUE CARATTERISTICHE Solo accennate. “ALITO FRESCO IRRESISTIBILE” come effetto, ma nulla riguarda caratteristiche tecniche o peculiarità proprie del prodotto. GRADO DI REFERENZIALITA’ 280 Analisi Basso. Localizzato sul piano visivo che, in rapporto alle immagini sul prodotto, prevale solo leggermente sul registro verbale parlato. RAPPORTO PRODOTTO/MARCA Equilibrio: entrambe vengono citati. Il prodotto prevale nel registro iconografico a causa delle diverse dimensioni e caratteristiche dei font. L’ENUNCIATORE SOGGETTO ENUNCIATORE Coppia, presumibilmente di fidanzati. Giovani e circa della medesima età. INTERPELLAZIONE DEL RECETTORE PRESENZA Il consumatore non è identificato, salvo che in chi voglia un alito fresco (o ne abbia bisogno!) SESSO, ETA’, GENERE. Entrambe i sessi. Senza particolari restrizioni d’età. MODALITA’ DEL DISCORSO PUBBLICITARIO 281 Analisi FUNZIONI DELL’ENUNCIATORE Raccontare, facendo un ricorso diffuso alla spettacolarità. Dire. DISCORSO TESTUALE Narrativo ed espressivo. FINE DELL’ATTO COMUNICATIVO Persuasivo. TONO DELLA COMUNICAZIONE Fantasioso, umoristico ed ironico. È coinvolgente. SAPERE VEICOLATO Si finalizza in un fare ed essere intesi. MODELLI IN RAPPORTO AL SAPERE VEICOLATO Di comportamento. Implica l’essere oggetto di reazioni inaspettate. IL CONTENUTO NEI TERMINI DEL CONTESTO AMBIENTALE La localizzazione storica è contemporanea. Non ci sono immagini in esterni, ma la scenografia degli interni supporta questa osservazione. Non ci sono particolari referenti per 282 Analisi individuare il luogo geografico. Il contesto storico è il medesimo per tutto lo spot. Vista l’oscurità della stanza e l’abito della ragazza dovrebbe essere sera. L’ambiente è domestico. Presuppone l’esistenza (anche in futuro) di situazioni intime. La costruzione delle stanze è realistica. Si tratta comunque di contestualizzazione fantastica in una situazione realistica. IL CONTENUTO NEI TERMINI DI PLUS, BENEFIT, PROMESSA PLUS Freschezza, novità. BENEFIT Diventare irresistibili. PROMESSA Diventare irresistibili. VALORI Non sono presenti valori in particolare. 283 Analisi BREEZER Un’occhiata allo storyboard. È essenziale e descrive quanto la struttura dello spot sia semplice. Non è possibile distinguerlo in parti con caratteristiche diverse, ma in due micro-sequenze che formano un blocco ripetuto per quattro volte, cui si aggiungono le due immagini “fisse” di presentazione del prodotto. Ciò che più distingue le due micro-sequenze sono le emozioni veicolate dal clima rappresentato. Analizzerò le due sezioni con tutti gli elementi che le caratterizzano, per poi passare ad osservazioni di carattere generale. Sequenza A: è caratterizzata da tranquillità estrema. Le inquadrature si succedono lentamente, con camera fissa. L’unico zoom è quello in apertura sulla sala dove si trovano i protagonisti, ma è un movimento molto limitato. In questi frangenti non è presente una base musicale. Ciò crea un’atmosfera essenzialmente statica, priva di qualsiasi ritmo e valida in sé, senza referenti. La sensazione di stabilità, ordine, calma, è supportata dai colori: solo il viola nella prima inquadratura risalta, poi il filmato conterrà unicamente impercettibili sfumature, che sfiorano la drammaticità veicolata dalle pellicole in bianco e nero. La luce subisce modificazioni corrispondenti: è diffusa, rende chiara la scena, crea un’atmosfera quasi sfumata…da fotografia. Altro 284 Analisi supporto è rappresentato dai gesti e dai movimenti del corpo dei personaggi: la suocera è rigida persino nelle movenze della bocca, il suocero non si vede, il fidanzato sembra fossilizzato e la ragazza è impietrita per la tortura di cui si sente oggetto. Sempre con l’immagine viene resa proprio quest’ultima situazione: vediamo il volto spaventato e perso della fidanzata nel fotogramma tre. Esso determinerà lo sviluppo successivo della narrazione e guiderà lo spettatore ad una corretta decodifica del messaggio. I primi piani sono il tipo di inquadratura più utilizzato. Come per la pubblicità Reset, percepiamo l’ambiente circostante in un’unica inquadratura, necessaria. Ciò che intravediamo in seguito potrebbe anche essere assente. Il primo piano, dicevo, non è una scelta stilistica priva di connotazioni, anzi, si ricorre a questa ripresa proprio nel tentativo di cogliere quei dettagli (del volto, nel nostro caso) fondamentali, con tutte le sfumature ed implicazioni che riescono a veicolare. Questa parte (che può essere definita come familiare, quieta, tranquilla, ferma, statica, scialba), ha come unico elemento sonoro dei rumori di fondo. Essi sono chiari nella prima inquadratura, sempre per aiutarci a contestualizzare la vicenda, ed appena percepibili nelle successive. Sequenza B: è quella contrassegnata dalla presenza della linea del sonoro. Siamo proiettati in un mondo completamente 285 Analisi differente dal precedente. Infatti regna il caos. In primo luogo la base musicale: dura solo per la lunghezza della scena; riprende quasi fosse sempre la stessa (in realtà sono presenti sensibili modifiche); il volume sembra aumentare sproporzionatamente, forse grazie alla pausa che caratterizza le sequenze A; il numero di battute è veramente alto, ancor più che nel caso Mentos. Le immagini seguono il ritmo violento della musica. Ma non per il loro contenuto, che spesso è stato rallentato, bensì per la velocità in cui si succedono. I colori sono spettacolari. Prevalgono i colori caldi, ma il contrasto creato con alcuni elementi “freddi” li esalta maggiormente. Scopriremo in seguito che questa tecnica è ripresa nelle inquadrature finali. Già la presenza di così tanti colori, tanto accesi ed in contrasto fra loro crea una situazione folle (nel senso positivo del termine). Ed infatti ciò che traspira da queste scene è un immenso entusiasmo. Naturalmente il tutto è di supporto alla narrazione che, per prima, presenta tali caratteristiche. I corpi qui compiono gesti rapidi ed ampi; si salta, corre, balla e agita in tutte le direzioni. In questo schema troviamo una strutturazione caratterizzata da miniature: di immagini ma anche di suoni ed emozioni. Allo spettatore vengono somministrate “pillole” di ognuno di questi elementi. L’effetto che si produce comporta due conseguenze in particolare: da un lato uno spettatore sufficientemente perspicace 286 Analisi non ha bisogno di vedere l’intero spot; dall’altro la comprensione è favorita dalla ridondanza interna, così come l’effetto ironico. Da non dimenticare che questo è solo uno dei comunicati pubblicitari della campagna Bacardi. Gli elementi che presenta non sono tipici della Bacardi, non consentono identificazione di marca. Permettono invece di creare questa relazione perché affiancati da altri spot che presentano la medesima struttura (vedi secondo storyboard). Per riassumere: 287 Analisi Tipo di sequenza Numero di inquadrature Durata in sec. A 5 6:19 B 4 2:52 A 2 2:51 B 4 2:05 A 2 3:02 B 3 2:51 A 2 3:14 B 4 2:58 C… 2 … Ogni blocco AB ha inizio con una domanda o affermazione della suocera (escluse le prime inquadrature, che fungono da introduzione), cui seguono quelle che sono le risposte ed i pensieri della ragazza. Riporto gli enunciati tradotti, che compaiono a video come sottotitoli. Da notare che i pensieri della ragazza e le emozioni sono invece veicolati unicamente grazie al registro iconico e sonoro. “MARK CI HA DETTO CHE LAVORI UN’ASSOCIAZIONE” (fotogramma due e tre). PER 288 Analisi “CHE COSA FACEVI ALL’UNIVERSITA’?” (fotogramma cinque). “HO SENTITO CHE SEI APPASSIONATA DI RICAMO” (fotogramma sette). “ALLORA DICCI: COME VI SIETE CONOSCIUTI?” (fotogramma nove). Scheda te cnica DURATA 29’’ circa BATTUTE AL MINUTO 240 circa FORMAT Scena dal vero nelle sequenze A. Dimostrazione (di ciò che può fare Breezer) nelle scene B. Umorismo nel passaggio dall’uno all’altro genere di sequenza. 289 Analisi TECNICA Montaggio di immagini in movimento. Il montaggio presenta particolarità stilistiche in quanto alcune sezioni di fotogrammi vengono velocizzate, altre rallentate. Le sequenze A sono quasi girate in real time. È presente un unico effetto video: un flash fra l’undicesimo e il dodicesimo fotogramma dello storyboard. FORMATO REGISTRO VISIVO: immagine filmica per tutto lo spot, con montaggio di immagini in movimento. Immagine fissa in chiusura. Grafica computerizzata presente solo nel flash e per la proposizione in chiusura (compare con dissolvenza in apertura). Il flash interessa nel video solo tre fotogrammi, corrispondenti a tre centesimi di secondo. REGISTRO VERBALE: SCRITTO: “FREE SPIRIT IN EVERYONE” e marchio Bacardi unito al nome del prodotto. L’indicazione di marca e di prodotto sono ben visibili e compaiono associate. Vengono veicolate soprattutto dalla confezione del prodotto. Infatti il marchio in alto a 290 Analisi destra non fa che riprendere l’etichetta della bottiglia. Il codice linguistico scritto è esaustivo e supportato da quello verbale tramite ridondanza, fondamentalmente racchiude il messaggio da comunicare. Non sono presenti caratteristiche del prodotto. La comunicazione dell’identità di marca e del prodotto è lasciata, nel codice iconico, alla bottiglia. Infatti, solitamente, il marchio è posto a fine “pagina” in modo da facilitarne la memorizzazione essendo, probabilmente, l’ultimo elemento osservato. Sono presenti i sottotitoli in italiano del “monologo” in inglese. Headline: questo spot fa parte di una campagna a puntate e l’enunciato costituisce un vero e proprio slogan. La interpretazione frase costituisce delle immagini una possibile passate, e, contemporaneamente, una promessa. Visual: è la confezione: quattro bottiglie che ci fanno pensare, vista la differente colorazione, a quattro sapori diversi. Richiama l’attenzione anche perché è ridondante rispetto alla precedente inquadratura (vedi fotogrammi undici e dodici). Relazione Headline/Visual: integrazione, spiegazione. completamento, 291 Analisi Bodycopy: coincide con l’headline. Posso avanzare, quindi, le medesime osservazioni. Packshot: Valgono, per il confezionamento, le stesse affermazioni qui sopra. Sottolineo l’importanza del colore del packaging in relazione allo spot. Infatti nelle scene B (il prodotto compare nella prima) i colori sono molti, accesi, nettamente distinti e distinguibili, ed in netto contrasto con quelli delle sequenze A. Logo e marchio: è presente in associazione al nome del prodotto, sia isolato, sia sulla confezione. Pay-off: vedi tutto quello che ho osservato sin’ora. PARLATO: “BACARDI BREEZER THERE IS A FREE SPIRIT IN EVERYONE” E’ il messaggio chiave e svolge funzione di ancoraggio sia con il visivo verbale sia con l’iconico. La voce è maschile, adulta e fuori campo. L’attacco avviene all’undicesimo fotogramma dello storyboard (al ventisettesimo secondo circa) e continua sino in chiusura. L’altra voce che sentiamo è quella della suocera. Quindi: femminile, adulta, presente in scena. Parlato e immagine sono strettamente connessi e necessari per la narrazione. 292 Analisi RAPPORTO VISIVO/PARLATO: si supportano. Tale condizione è evidente perché, per necessità di comprensione del codice verbale parlato, sono presenti sottotitoli in italiano. L’efficacia dello spot aumenta. È, questo, un perfetto caso di equilibrio fra codici (incluso quello sonoro), non solo per le funzioni svolte, ma anche per la presenza in durata occupata nello spot. CODICE LINGUISTICO: Parlato interno: inglese. Voce fuori campo: inglese. Visivo interno (sottotitoli): italiano. REGISTRO MUSICALE: il genere è quello della musica concreta-elettronica, per lo più costituita da rumori associati in modo tale da creare una “melodia”. Rientra, fondamentalmente, nella grande categoria delle basi “caotiche” (infatti la linea del sonoro nello stoyboard è rossa). Viene ripreso uno stacco simile all’altro ogni volta. Il posizionamento è tipico dello staccato, del punteggiato e della miniatura, in perfetta concordanza con le immagini. In un certo senso costituisce il jingle di questa campagna (è uguale per gli altri spot). 293 Analisi FUNZIONI DI JULIEN: la funzione implicativa è resa dal volume improvviso assunto dalla base musicale perché è in forte contrasto con le scene tranquille, in cui sono presenti sporadici rumori di fondo, poco percepibili (fotogrammi uno, due, tre, cinque, sette e nove). Ma anche dalla ridondanza per il continuo succedersi della formula AB. Sicuramente la funzione ludica è ben visibile. Ma in modo peculiare rispetto agli spot precedenti: è il contenuto stesso di ogni scena di tipo B ad essere divertente, non solo la comprensione dell’assurdità della situazione in cui i due fidanzati si trovano. L’imperativa è presente (le immagini seguono il ritmo musicale). Costituisce, quindi, un canone consolidato. In questo caso troviamo anche la funzione mnemonica essendo, la base, medesima in ogni spot. Riflessiva: in questo video fa leva sui gusti tipo del target e, soprattutto, sui suoi desideri. FUNZIONI DI JAKOBSON: la funzione fatica è rivestita prevalentemente dal registro sonoro (e dalla sua assenza!). lo spettatore riconosce lo spot dalla musica ed è attratto dal contrasto assenza di sono/ suono dirompente. La funzione metalinguistica è presente nella concordanza e richiamo fra i tre 294 Analisi codici. Sono percepibili distintamente i diversi gradi di emotività comunicati dall’emittente attraverso il codice sonoro. MODALITA’ DI SPETTACOLARIZZAZIONE Presenza di situazioni comiche, divertenti e, prestando maggior attenzione all’intera narrazione, paradossali. Il maggior grado è raggiunto attraverso la differenza delle scenografie, del ricorso a luci, colori, ritmi, movenze agli antipodi. CITAZIONE Assente. STRUTTURA NARRATIVA Media. È facilmente comprensibile grazie alla ridondanza creata all’interno dello spot, così come a quella fornita dalla presentazioni di spot strutturati in egual modo all’interno della stessa campagna pubblicitaria. IL PRODOTTO/SERVIZIO GRADO DI PRESENZA Presenza costante. I punti in cui è più evidente sono rappresentati nei fotogrammi quattro, undici e dodici. Il prodotto, però, 295 Analisi compare anche nel sesto fotogramma (una persona regge una bottiglia di Breezer) ma non è facilmente percepibile. LIVELLI DI CENTRALITA’ Discorso diretto. Povero dal punto di vista verbale (seppur più completo rispetto a Mentos e Reset). Ricco dal punto di vista iconico. MODALITA’ DI DESCRIZIONE DELLE SUE CARATTERISTICHE Sono presenti unicamente sotto forma di promessa e nella parola BREEZER. GRADO DI REFERENZIALITA’ Discorso referenziale localizzato sia sul piano visivo che verbale. Il primo sin dalle inquadrature iniziali; il secondo solo in chiusura. RAPPORTO PRODOTTO/MARCA Equilibrio interno. L’ENUNCIATORE SOGGETTO ENUNCIATORE 296 Analisi Piccolo gruppo affettivo con predominanza di una coppia di fidanzati. INTERPELLAZIONE DEL RECETTORE PRESENZA Il consumatore può essere colui che si identifica con una situazione ed uno stile di vita simile a quello narrato. Ma non ci sono affermazioni dirette. SESSO, ETA’, GENERE. Vista la categoria merceologica: maggiorenne e adulto, di entrambe i sessi. MODALITA’ DEL DISCORSO PUBBLICITARIO FUNZIONI DELL’ENUNCIATORE Raccontare, con ampio ricorso ad umorismo, spettacolarità. Promettere. DISCORSO TESTUALE Narrativo, con ricorso guidato alla narrazione. FINE DELL’ATTO COMUNICATIVO Persuasivo ed interpretativo. svago, 297 Analisi TONO DELLA COMUNICAZIONE Entusiasta e coinvolgente, con molti picchi di emotività. Anche le scene tranquille veicolano emozioni forti che, sostanzialmente, si leggono sul volto della ragazza (imbarazzo). Il tono della comunicazione è affidato in modo predominante al codice iconico. SAPERE VEICOLATO Si finalizza una fare per avere o, meglio, una avere per fare. MODELLI IN RAPPORTO AL SAPERE VEICOLATO Di consumo e di comportamento: usando Breezer sarai uno spirito libero. Oppure: chi è uno spirito libero beve Breezer. IL CONTENUTO NEI TERMINI DEL CONTESTO AMBIENTALE La localizzazione storica è contemporanea. Gli ambienti austeri, lussuosi e perfetti nelle sequenze A; disordinati, meno spaziosi e più affollati nelle sequenze B. Non c’è una precisa collocazione geografica. Le scene B si svolgono in momenti diversi nell’arco della giornata. Quelle di tipo A sembrerebbero ambientate di pomeriggio. L’ambientazione è mista: sia in interni che in esterni. La ricostruzione è realistica. Non ci sono elementi fantastici. 298 Analisi IL CONTENUTO NEI TERMINI DI PLUS, BENEFIT, PROMESSA PLUS Novità, garanzia di marca. BENEFIT Svago, evasione. PROMESSA Libertà, felicità, leggerezza d’animo, socialità. VALORI Si traducono in dicotomie rilevabili nella contrapposizione A vs. B: Tradizione/innovazione Ruolo femminile tradizionale/non tradizionale Privato/pubblico Sociale chiuso/sociale aperto Autodirezione / eterodirezione Non affettività / affettività Non corporeità / corporeità Conformismo/anticonformismo Eleganza, prestanza/non eleganza, prestanza 299 Analisi Centralità del lavoro, dovere/ non centralità del lavoro, dovere. 300 Analisi PUNTO Questo spot è divisibile in due parti, nettamente distinte, sia per i codici, sia a livello narrativo. Il punto di divisione è costituito dal fotogramma numero sette dello storyboard che rappresenta, contemporaneamente, un momento di ancoraggio fra i vari registri. Occupa il lasso temporale fra il quindicesimo secondo e cinque centesimi, ed il sedicesimo secondo e quattro centesimi circa. Prima parte: è contraddistinta dalla narrazione ironica che funge da introduzione al comunicato vero e proprio. Compaiono tre personaggi che saranno protagonisti dell’intera campagna (diversamente da quella Breezer). Anche in questo rilevo un elemento di ridondanza e riconoscimento. L’atmosfera che si respira è estremamente reale, grazie all’ancoraggio svolto dai rumori di fondo, propri dei movimenti in acqua. La prima componente che lo spettatore percepisce come atipica è costituita dal musicista comodamente sdraiato, circondato da comfort solitamente assenti in una piscina che non sia privata. In un certo senso ci prepara alle stranezze rappresentate successivamente. Certo, anche l’aspetto dei personaggi è bizzarro, sia per il loro aspetto fisico, sia, soprattutto, per il vestiario (che deliziosi costumini!). La vicenda narrata è conforme ai fenomeni di 301 Analisi straniamento. Infatti ciò che caratterizza l’ironia dello spot non è la presenza di elementi assurdi o irreali, ma si svolge interamente sul piano del possibile. Lo straniamento è dato dalla violazione di norme consuete, e dallo stridente contrasto fra l’azione svolta ed i luoghi in cui normalmente avviene (piscina/concerto). L’effetto ironico, dunque, è stato sviluppato su un piano semplice, e risulta essere efficace (si vedano gli altri messaggi pubblicitari della campagna). Le immagini seguono un ritmo tranquillo, anche quando l’azione comica si sta compiendo. Seconda parte: ha inizio dopo quella pausa, alquanto significativa. In particolare questa sezione è stata preannunciata in quella precedente con un piccolo pezzo suonato unicamente con chitarra elettrica, in corrispondenza del fotogramma sei. Tale spezzone musicale verrà poi ripreso nella seconda parte, arricchito nelle sonorità. Le immagini seguono la base musicale, o meglio, si adattano al ritmo ed alla situazione in modo più dinamico rispetto alla prima sezione. I cambiamenti di inquadratura, infatti, non coincidono con il passaggio da una battuta musicale all’altra. O, ancor più in profondità, tale scansione non è costante. La divisione degli spot ironici in varie parti, in cui separare la narrazione dalla presentazione del prodotto, e la funzione svolta 302 Analisi dal codice acustico nell’una o nell’altra, sembra costituire un format veramente diffuso. Parlo, quindi, non a caso di codice acustico: ho notato che i rumori di fondo giocano un ruolo fondamentale, e sarebbe meglio, per questo, abbandonare il termine “sonoro” che appare inerente unicamente alla musica così come’è comunemente concepita. Scheda te cnica DURATA 27’’: 20 circa BATTUTE AL MINUTO 122 circa FORMAT Scena dal vero, sia nella prima che nella seconda parte. Umorismo per quanto riguarda la narrazione. In quest’ultimo caso è necessaria la conoscenza previa da parte del pubblico dell’azione del musicista, comportamento tipico in alcuni concerti. 303 Analisi TECNICA Non ce ne sono in particolare. È presente il montaggio di immagini in movimento, con alcune scelte stilistiche particolari nella seconda parte, in cui alcune immagini sembrano velocizzate o rallentate. Le scene sembrerebbero girate con telecamera a spalla. Questa tecnica le rende tremolanti, ma non caotiche. Soprattutto nella prima parte alcune inquadrature sono abbastanza ferme. Nella seconda parte, invece, diventano frenetiche. Sono presenti effetti di grafica computerizzata per l’entrata degli enunciati informativi circa le caratteristiche dell’auto. FORMATO REGISTRO VISIVO: immagine filmica, montaggio di immagini in movimento. Presenza di immagine fissa in chiusura. Grafica computerizzata con assolvenza degli enunciati che compaiono lungo lo spot. REGISTRO VERBALE: SCRITTO: è rappresentato da un lato dai sottotitoli italiani in traduzione alla conversazione nel parlato, dall’altro dagli enunciati caratteristiche del prodotto. I sottotitoli sono: che contengono le 304 Analisi “BEL CONCERTO IERI SERA VERO?” corrisponde al fotogramma due dello storyboard. “CERCA DI ACCORDARE LA CHITARRA PRIMA” corrisponde al fotogramma tre dello storyboard. “BELLO” corrisponde al fotogramma sette dello storyboard; viene pronunciata in assenza di base musicale. Quest’ultima scena, dal punto di vista del codice verbale scritto, svolge una funzione di ancoraggio con la fase successiva, decisamente tecnica ed in cui viene abbandonata la narrazione precedente. “ROCK AND SPORT?” corrisponde al fotogramma sette dello storyboard. “100 WATT & 80 CV” “PUNTO FEEL SOUND/ EDIZIONE LIMITATA/ DA EURO 10.980” “DOPPIO AIR BAG” “CLIMA E DUALDRIVE” “GAMMA PUNTO DA € 8.980/ CHIAVI IN MANO I.P.T. ESCLUSA” “CON SOLUZIONE OPEN A € 150 AL MESE/ …specifiche tecniche di finanziamento” Difficile in questa pubblicità operare l’analisi dell’immagine fissa in chiusura come se fosse quella a stampa, in quanto è rappresentato unicamente il 305 Analisi logo FIAT. In chiusura, quindi, la maggior attenzione è riservata all’identità di marca. La ripresa del marchio è effettuata in movimento, forse perché una interferenza nella percezione richiede maggior attenzione da parte del destinatario. PARLATO: Nella prima parte svolge una funzione, per noi italiani, secondaria rispetto al visivo. La comprensione dell’identità dei tre protagonisti è possibile unicamente grazie al testo tradotto (nulla ci permette di comprendere che non siano unicamente personaggi eccentrici, per esempio: non ci sono strumenti musicali). “PUNTO DA 8.980 EURO/ CON SOLUZIONE OPEN A 150 EURO AL MESE” Nella seconda parte opera una funzione di ancoraggio rispetto al verbale scritto, ripetendo alcune informazioni in esso contenute. Non ha particolari relazioni con il registro iconico. La voce è fuori campo, maschile, adulta ed entra nello spot a circa ventidue secondi e cinque centesimi. RAPPORTO VISIVO/PARLATO: nella prima parte i due si completano, necessariamente. Sono, pertanto, in accordo, anche se è difficile dirlo per le difficoltà presentate dal parlato inglese. In questa fase i due 306 Analisi codici sono in perfetto equilibrio. Nella seconda parte il grado di accordo fra i due registri aumenta notevolmente vista la ridondanza creata dalla ripetizione di informazioni simili, sia a livello acustico, sia a livello visivo. CODICE LINGUISTICO: Parlato interno (presente solo nella prima parte): inglese. Voce fuori campo (presente solo nella seconda parte): italiano. Visivo interno (sottotitoli): italiano. REGISTRO MUSICALE: nella seconda parte il genere musicale è rock, unicamente strumentale. La sonorità è abilmente supportata dal registro verbale che la esplicita nel fotogramma numero sette (“ROCK AND SPORT”). Rientra, fondamentalmente, nella grande categoria delle basi “caotiche” (infatti la linea del sonoro nello stoyboard è rossa). In un certo senso costituisce il jingle di questa campagna (è uguale per gli altri spot). Nella prima parte sono presenti unicamente rumori di fondo che ritmano le immagini, essendo ad esse collegati. Nel passaggio fra le due sezioni, si avverte una pausa della base e, mi sembra, anche dei rumori di fondo: è il momento 307 Analisi in cui viene pronunciato “BELLO”, che svolge la funzione di spartiacque fra le due sequenze. FUNZIONI DI JULIEN: è possibile studiarle solo nella seconda parte. La funzione implicativa è determinata sia dalla ripetizione della base per i diversi spot della campagna, sia dalla ridondanza generata dalla relazione fra codice verbale scritto e genere sonoro (sottolineo nuovamente l’importanza del settimo fotogramma in storyboard). La funzione imperativa è presente, ma la musica ritma le immagini in modo particolare: i cambiamenti di inquadratura non corrispondono alle battute musicali (come nella maggioranza dei casi), bensì cercano di essere sufficientemente in linea con il ritmo della base. Si costruisce un format simile a quello del videoclip. La funzione ludica si rintraccia all’interno della narrazione ironica, e non è quindi correlata alla musica. Il grado di presenza della funzione imperativa è basso. Quella mnemonica è legata soprattutto alla ridondanza di quella che diviene una canzone-jingle propria della campagna pubblicitaria. Probabilmente quella riflessiva si rivolge a determinati destinatari individuabili come targetgroup. Musica del prodotto, del testo e del 308 Analisi consumatore sono, ancora una volta, legate al genere musicale ed alle eventuali generalizzazioni compiute in merito dagli spettatori. FUNZIONI DI JAKOBSON: la funzione fatica corrisponde a quella implicativa di Julien. Quella metalinguistica è presente come elemento ad hoc nelle due parti. Il punto più importante per queste due funzioni è costituito dal fotogramma numero sette, soprattutto considerando la presenza di una pausa nella base, che permette alle parole di risaltare. Sempre al genere musicale è affidata la funzione espressiva: infatti, se la prima parte contiene elementi emotivi propri (legati alla narrazione umoristica), la seconda parte rischierebbe di risultare sterile a causa degli argomenti che tratta. La musica permette quindi, alla seconda sessione, di veicolare l’immagine di marca relativa a questa campagna. MODALITA’ DI SPETTACOLARIZZAZIONE Presentazione di situazioni divertenti. Sono presenti, in particolar modo nella seconda parte, soluzioni peculiari di montaggio. Le scenografie sono poco elaborate nella prima parte, ricercate e ad effetto nella seconda. 309 Analisi CITAZIONE L’unica rintracciabile è quella relativa al mondo del rock ed al modo in cui spesso si svolgono i concerti. Sembrerebbe, a prima vista, un piccolo particolare: ma se nessuno ha mai visto come i cantanti rock si gettano dal palco, e come i fans li sostengono, non potrà comprendere lo spot. IL PRODOTTO/SERVIZIO GRADO DI PRESENZA Assente per tutta la prima parte. Presente in maniera pressante nella seconda, in cui ogni inquadratura è dedicata ad esterni o interni della Punto. LIVELLI DI CENTRALITA’ Il discorso sul prodotto è assente nella prima parte. Nella seconda, al comparire dell’auto, è diretto. Tutto l’atto comunicativo della seconda parte è incentrato sul bene. È un discorso ricco di contenuti informativi. MODALITA’ DI DESCRIZIONE DELLE SUE CARATTERISTICHE Illustrate ampiamente, sia grazie al codice verbale scritto sia a quello parlato. Sempre nella seconda parte. 310 Analisi GRADO DI REFERENZIALITA’ Alto. Localizzato sia sul piano visivo, sia su quello verbale. RAPPORTO PRODOTTO/MARCA Lo spot è centrato soprattutto sul prodotto. La casa automobilistica compare solo in chiusura. L’ENUNCIATORE SOGGETTO ENUNCIATORE È rappresentato dalla voce fuori campo, perché la prima parte non costituisce un referente nei confronti del prodotto. INTERPELLAZIONE DEL RECETTORE PRESENZA Non è identificato se non in riferimento alla categoria merceologica: teoricamente tutti coloro che possiedono la patente automobilistica. SESSO, ETA’, GENERE. Entrambe i sessi. In riferimento all’età l’unica restrizione è quella del codice della strada per poter guidare un’automobile. 311 Analisi MODALITA’ DEL DISCORSO PUBBLICITARIO FUNZIONI DELL’ENUNCIATORE Informare. Dire, attuato all’interno di un discorso referenziale prevalentemente ironico. Raccontare. DISCORSO TESTUALE Informativo nella seconda parte. FINE DELL’ATTO COMUNICATIVO Informativo e persuasivo. TONO DELLA COMUNICAZIONE Amichevole e rassicurante nell’illustrare le caratteristiche del prodotto. SAPERE VEICOLATO Si finalizza in un avere. MODELLI IN RAPPORTO AL SAPERE VEICOLATO Di consumo. Implicano un avere di più. IL CONTENUTO AMBIENTALE NEI TERMINI DEL CONTESTO 312 Analisi La localizzazione storica è contemporanea. Vista la lingua parlata e le associazioni veicolate dal genere rock, la localizzazione geografica potrebbe essere quella dei paesi anglosassoni. L’ambientazione è diversa fra la prima e la seconda parte, sia per quanto riguarda il luogo che il tempo. La ricostruzione delle scene in piscina è sufficientemente realistica ed è girata unicamente in interni. Ricercata, invece, nella parte successiva, l’ambientazione nello scalo merci, girata in esterni. Cambiano le luci: nella prima sezione sono chiare, e rendono luminose le scene; nella seconda sono meno intense. Anche i colori subiscono un mutamento: prima cangianti, poi prevarrà il blu scuro, quasi in bianco e nero. IL CONTENUTO NEI TERMINI DI PLUS, BENEFIT, PROMESSA PLUS Novità. Garanzia di marca. Prezzo. BENEFIT Risparmio. PROMESSA Risparmio. 313 Analisi VALORI Libertà. Anticonformismo. 314 Analisi COCA-COLA La comunicazione dello spot Coca-Cola rappresenta il chiaro integrarsi dei registri sonoro e visivo, a scapito di quello verbale parlato, pressoché assente. Suddivido questa pubblicità in tre parti: Prima parte: è quella contrassegnata in storyboard dai fotogrammi uno, due, tre, e dalla linea arancio del sonoro. È, per così dire, la parte introduttiva, che contiene gli elementi (per la verità non molti, e facilmente comprensibili) determinanti per la fase successiva. Le inquadrature seguono un ritmo tranquillo, sono nella maggior parte statiche, prive di movimenti di macchina. Con una sola, notevole, interessante eccezione, presentata nel fotogramma numero due: la ripresa ha inizio e finisce con il ragazzo che tiene in mano la bottiglia di Coca-Cola. Nel frattempo la cinepresa compie una rotazione di 360°, riprendendo il vagone dall’interno, in sezione, all’esterno (il ragazzo appare di schiena), di nuovo in sezione, tornando, poi, all’interno, frontale al ragazzo. È come se il perno di questa panoramica fosse il ragazzo, che ne costituisce il fulcro lungo tutto lo svolgimento. La base sonora è leggera, frivola, apparentemente strimpellata per noia. Anche il fotogramma cinque è significativo in quanto spiega ed evidenzia un mutamento. Questo processo è sostenuto dal 315 Analisi codice musicale: c’è una pausa importante, dettata dalla necessità del protagonista di usare le mani per afferrare la bottiglia di Coca-Cola. È una vera e propria pausa interna alla scena. Ed ecco che si apre la seconda parte. Seconda parte: (fotogrammi sei, sette e otto) ha inizio dopo la pausa (fotogrammi quattro e cinque). La musica è aumentata d’intensità, costruisce un ritmo (ripreso nelle immagini) ed ha uno svolgimento determinato, in particolar modo, dall’unica parola che compone il testo. Le immagini si succedono più velocemente, ma sono più agitate per il loro contenuto, che non per i movimenti di macchina. La telecamera rimane, infatti, ferma. Sono i fotogrammi sei, sette e otto a contenere il primo assaggio dell’atmosfera che la Casa vuol comunicare. Terza parte: (fotogrammi undici e dodici) ha inizio nuovamente dopo una pausa (fotogramma nove e dieci dello storyboard). Si tratta di una pausa avvertita anche nelle immagini: il treno si ferma, non ci sono più persone festanti (anzi, la stazione è deserta), l’unico elemento visibile distintamente è l’erogatrice automatica di Coca-Cola. Percepiamo tutta questa staticità, soprattutto grazie al forte contrasto instaurato con le immagini precedenti. Poi tutto ha nuovamente inizio…Coca-Cola ha “ricaricato” tutti d’energia e positività. La base musicale riprende il ritmo ed il motivo 316 Analisi precedente. Le immagini, invece, segnano la chiusura dello spot. Interessante notare come, diversamente dalle altre pagine di chiusura, la situazione vissuta rimanga presente: la dissolvenza fra l’ultima inquadratura ed il marchio viene bloccata. Questo processo permette all’ultima immagine di rimanere sullo sfondo; in trasparenza la intravediamo sotto il marchio. Non posso esimermi ora dall’esprimere qualche osservazione riguardo agli altri spot della campagna. Sono presentati in uno stoyboard atipico rispetto ai precedenti. La scelta è stata determinata dalla brevità dei messaggi pubblicitari e dall’assenza di sequenze ed inquadrature significative. Tali spot sono, nell’ordine presentato in storyboard, varianti rispetto a quello principale, soprattutto in durata. Svolgono un ruolo fondamentale nella ridondanza del messaggio proprio grazie alla base musicale ed al logo, ripresentato invariato. Anche il tono della comunicazione non varia. Le immagini sono sempre fisse, ad eccezione dello spot “macchinista” (il primo), in cui la telecamera sembra posta in testa al treno. Comunque la macchina non compie movimenti d’inquadratura, si muove essa stessa. Spot “macchinista” : durata 9’’:22 Spot “nonnina”: durata 9’’: 15 Spot “passeggero in attesa”: durata 8’’:19 317 Analisi Tali spezzoni aiutano indubbiamente a ricordare il messaggio, rivestendo quindi in modo appropriato quella che Julien definisce come funzione mnemonica. Il secondo, in particolare, risulta ironico. Infatti, gli anziani (insieme a bambini ed animali) costituiscono un vero e proprio format attorno al quale si possono costruire eventi ironici. Scheda te cnica DURATA 30’’ : 04 circa BATTUTE AL MINUTO Seconda parte, sesto fotogramma (intro): 94 circa. Seconda e terza parte: 111 circa. FORMAT Scene dal vero unite a life style ed umorismo. TECNICA 318 Analisi Tempo reale con montaggio di immagini in movimento. Non sono presenti novità stilistiche nel montaggio. FORMATO REGISTRO VISIVO: immagine filmica e grafica computerizzata per la chiusura, in cui viene presentato il marchio/prodotto (sostanzialmente identificati nel nome del prodotto). REGISTRO VERBALE: SCRITTO: è decisamente povero. Il marchio regna incontrastato, e non solo in chiusura. Infatti, le uniche scritte che compaiono sono quelle del marchio Coca-Cola. Non è presente una vera e propria pagina di chiusura analizzabile secondo i canoni applicabili alla carta stampata. Ciò può essere giustificato dal prestigio e dalla stabilità internazionale raggiunta dal prodotto. Garanzia di marca ed attrattiva verso il bene vengono garantite unicamente dal suo nome. Anche la grafica rispecchia questa volontà: il nome del prodotto non è stato trascritto attraverso caratteri particolari, ma direttamente attraverso il marchio di fabbrica. 319 Analisi PARLATO: il nome del prodotto, così come le sue caratteristiche o proprietà, non sono nemmeno accennati. Non è presente una voce fuori campo. In questo senso lo spot Coca-Cola è atipico: tutto l’atto comunicativo è lasciato ad immagini e musica. Si può, comunque, considerare la parola del testo ripetuta (“CEEWAWA”) come elemento appartenente al parlato. Anche perché, al di là della base sonora, è destinata a diventare uno dei tanti “tormentoni” cui la Casa ha dato vita. Il parlato, dunque, proviene interamente dall’interno dello spot. RAPPORTO VISIVO/PARLATO: sono in pieno accordo. Anche in questo caso posso distinguere due fasi: la prima è caratterizzata da una base musicale, per così dire, “strimpellata”, quieta (linea arancio nello storyboard) cui corrispondono inquadrature altrettanto calme; la seconda dalla musica-jingle della campagna, con immagini più movimentate. I corpi si muovono a ritmo. CODICE LINGUISTICO: non è facilmente reperibile. Infatti questa pubblicità rispecchia l’identità di una marca che si presenta innanzitutto come 320 Analisi multinazionale e multietnica. La parola ripetuta, che costituisce il testo della base, non è indicativa in quanto già solo il particolare accordo fra le sillabe la rende pronunciabili, senza la necessità di comprenderne il significato. REGISTRO MUSICALE: il genere musicale richiama sonorità reggae, latino americane e rock. Rientra in quelle basi che vengono percepite come “caotiche” ma orecchiabili (diversamente, per esempio, da quella presente nella seconda parte dello spot Mentos). Il ritmo è scandito sia dagli strumenti musicali, sia dall’unica parola che compone il testo, creando ridondanza interna. La base musicale non è un vero e proprio jingle, ma, essendo la medesima per tutte le pubblicità della campagna (sin’ora sono ben quattro), ne costituisce una marca identificativa ben precisa. Il registro musicale è in accordo, quindi, sia con quello visivo che con quello parlato. Non si può dire che questo registro svolga un’azione di completamento verso gli altri. E questo non perché ne sia dissociato, anzi, per la ragione contraria: è talmente necessario allo spot ed alla sua gradevolezza da non poter essere considerato in questi termini. 321 Analisi FUNZIONI DI JULIEN: secondo un’osservazione più approfondita, non è nemmeno il genere musicale ad attrarre. Credo che il segreto stia nella parola del testo. La funzione implicativa, pertanto, trova il suo centro non tanto nel genere ma nel rapporto fra la nostra parola/suono e la base musicale. Credo che quest’ultima sia un esempio di happy music, un genere non ancora definito in modo preciso ma che, fondamentalmente, designa un tipo di sonorità la quale, a grandi linee, infonde allegria. Per lo stesso motivo è presente la funzione mnemonica. La ridondanza, infatti, oltre che essere presente all’interno del comunicato, è esterna, grazie alla ripetizione della base musicale negli altri spot. A proposito della funzione riflessiva: i gusti del destinatario sono quelli relativi al prodotto; il genere musicale viene apprezzato maggiormente dai giovani; ma la Coca-Cola è consumata da tutti, veramente tutti. Ritengo, perciò, troppo limitante notare che, in base al tipo di sonorità, questo spot sia indirizzato unicamente ai giovani. FUNZIONI DI JAKOBSON: la funzione fatica corrisponde, sostanzialmente, con quella imperativa 322 Analisi di Julien. La funzione metalinguistica è quella che, a mio avviso, riveste il ruolo fondamentale a causa dell’inscindibile relazione fra registri. La funzione poetica è rintracciabile nel tipo di base: la Casa vuol comunicare allegria, spensieratezza. MODALITA’ DI SPETTACOLARIZZAZIONE Non sono presenti soluzioni significative nel montaggio. Merita invece attenzione il fotogramma numero due dello storyboard: la ripresa ha inizio e finisce con il ragazzo che tiene in mano la bottiglia di Coca-Cola. Nel frattempo compie un giro di 360°, riprendendo il vagone dall’interno, in sezione, all’esterno (il ragazzo appare di schiena), di nuovo in sezione, tornando, poi, all’interno, frontale al ragazzo. Per il resto la maggioranza delle immagini ha telecamera fissa. Gli effetti di grafica interessano unicamente il marchio, e ricorrono in tutti gli spot della campagna, costituendone quasi una marca semiotica. La situazione risulta divertente, allegra, coinvolgente. STRUTTURA NARRATIVA Ha basso livello di strutturazione. Non è necessario un gran numero di elementi per comprendere la vicenda, e tanto meno un’elevata quantità di conoscenze previe. IL PRODOTTO/SERVIZIO 323 Analisi GRADO DI PRESENZA La presenza del prodotto è elevata, in posizione centrale sin dalle prime inquadrature. Ciò viene facilitato dalla capacità dell’osservatore di riconoscere immediatamente la confezione di Coca-Cola, che, invariata nel tempo, la caratterizza. In questo caso anche il packaging costituisce una marca semiotica. In questo senso lo spot è altamente ridondante. Il prodotto compare, inoltre, grazie all’inquadratura (particolarmente nitida rispetto alle altre) della targhetta distintiva sulla macchina erogatrice (vedi fotogramma dieci nello storyboard) e della scritta in chiusura. LIVELLI DI CENTRALITA’ Grazie a quanto detto sopra, si comprende come il discorso sia diretto. Il ricorso all’ironia contraddistingue la campagna dal punto di vista dell’emittente e delle emozioni che, in questi casi, ha voluto comunicare. Il comunicato è povero, addirittura assente. MODALITA’ DI DESCRIZIONE DELLE SUE CARATTERISTICHE È assente qualsiasi riferimento alle caratteristiche del prodotto. GRADO DI REFERENZIALITA’ 324 Analisi Il discorso referenziale è localizzato prevalentemente sul piano visivo, sia per quanto riguarda il codice iconico, sia per ciò che concerne il codice verbale scritto. RAPPORTO PRODOTTO/MARCA Non riesco a definirlo di equilibrio interno. Si tratta, a mio avviso, niente meno che di identificazione. L’ENUNCIATORE SOGGETTO ENUNCIATORE Gruppo non affettivo di individui inizialmente non interagenti, che entreranno in comunicazione grazie alle vicende narrative. Due sono i protagonisti che danno il via a questo processo: sono due ragazzi, anch’essi sconosciuti l’uno all’altro, apparentemente molto diversi. Gli attori rappresentano gente comune, probabili consumatori. INTERPELLAZIONE DEL RECETTORE PRESENZA Sono tutti coloro che si identificano come possibili soggetti di una situazione simile. Non v’è riferimento esplicito. SESSO, ETA’, GENERE. 325 Analisi Non si fanno distinzioni. MODALITA’ DEL DISCORSO PUBBLICITARIO FUNZIONI DELL’ENUNCIATORE Dire, attuato all’interno di un discorso referenziale prevalentemente emotivo. Raccontare, facendo un ricorso diffuso alla spettacolarità. DISCORSO TESTUALE È unicamente presente in quanto precisazione ulteriore e ridondante alla comunicazione precedente. È scarno, e non è possibile definirne funzioni peculiari né, tanto meno, isolate. FINE DELL’ATTO COMUNICATIVO Persuasivo. TONO DELLA COMUNICAZIONE Entusiasta e coinvolgente, contiene caratteri di emotività, divertente. SAPERE VEICOLATO Si finalizza ad un avere (per fare), o ad un fare se si ha. MODELLI IN RAPPORTO AL SAPERE VEICOLATO 326 Analisi Di comportamento, strettamente intessuti con quelli di consumo. IL CONTENUTO NEI TERMINI DEL CONTESTO AMBIENTALE Prevale una localizzazione storica contemporanea, a giudicare dai veicoli e dagli abiti. Non è significativa la definizione della localizzazione geografica, anche a causa dell’assenza di un codice linguistico definito. L’ambientazione è ricostruita ma realistica. Le scene sono girate in interni, ed in sotterranei della metropolitana. IL CONTENUTO NEI TERMINI DI PLUS, BENEFIT, PROMESSA PLUS Garanzia di marca, caratteristiche estetiche, moda. BENEFIT Serenità, svago. PROMESSA Serenità, svago, divertimento. VALORI felicità, leggerezza d’essere, socialità, 327 Analisi Privato/pubblico Sociale chiuso/sociale aperto Autodirezione/eterodirezione Conformismo/anticonformismo Non corporeità/corporeità 328 Analisi PEUGEOT Dal punto di vista del rapporto musica/immagine questo spot è molto simile a quello Reset. Innanzitutto la base musicale rimane invariata lungo tutto il filmato. Anzi, qui è ancora più “piatta”, perché non subisce nessuna variazione, nemmeno nell’arricchimento delle sonorità grazie all’aggiunta di strumenti. In secondo luogo è presente, anche qui, una pausa, la cui funzione è quella di accentuare un rumore di fondo ben distinto. Il genere musicale è particolare: non è facilmente distinguibile ma, sicuramente, viene percepito come allegro e quieto, rientra quindi nella grande categoria delle basi “tranquille” e per questo è stato indicato in storyboard con la linea azzurra. Oltre alla pausa ed alla presenza del rumore di fondo (ottavo fotogramma, diciotto secondi e dodici centesimi circa dall’inizio), il codice sonoro subisce un’ulteriore modifica: in corrispondenza del decimo fotogramma diminuisce in volume per non coprire il comunicato verbale. Una nota a proposito del rumore di fondo. Non è reale (come non lo era per il bacio del cane della Reset). Si tratta di un suono stereotipato, che solitamente usiamo per indicare una determinata azione, in questo caso il tonfo di una botta. Sarebbe come trovare scritto BONG! nei fumetti. Credo di poterlo definire come segnale basato sull’onomatopea. Le immagini non presentano particolari novità. Sono per lo più statiche, la macchina non compie movimenti e nemmeno 329 Analisi l’obiettivo. Solo un leggero zoom compare al decimo fotogramma, verso la fine dello spot. I primi piani si alternano ad viste poco più ampie, in cui la Peugeot è protagonista, occupando gran parte dell’inquadratura. Sono, ancora una volta, i primi piani a trasmettere le emozioni e le sensazioni provate dai protagonisti (si veda il volto allibito di lei per le avventure del ragazzo, e, successivamente, il suo sorriso. Ma anche l’espressione affabile e determinata di lui). Non è facile individuare a chi appartengano soggettive e/o oggettive: in alcuni momenti abbiamo la sensazione di osservare la situazione attraverso gli occhi di un terzo estraneo ed invisibile; altre volte di guardare attraverso gli occhi dei protagonisti. Il grado di accordo fra registro iconico e sonoro è alto. La funzione che Julien ha definito imperativa spicca fra tutte le altre: tenendo il ritmo e seguendo la successione delle frasi musicali notiamo il corrispondente mutare delle inquadrature. A mio avviso, questa tecnica crea un forte ancoraggio con il pubblico, come se fosse in grado di “trascinarne” l’attenzione. Probabilmente musica e immagine sono state scelte in funzione l’una dell’altra, in caso contrario dovrei pensare ad un fortunato caso di corrispondenza ritmica. Solo un accenno ai colori. L’intera vicenda si svolge all’interno di un paesaggio azzurrato (simile a quello della pubblicità Breezer nelle sequenze di tipo A). Un solo colore “osa” bucare il video: il rosso degli interni in pelle dell’auto. Gli elementi che 330 Analisi nell’intero spot sono rossi sono veramente pochi e, spesso, associati alla situazione fra i due (il vestito nella vetrina del martedì; le labbra della ragazza, che risaltano fra il pallore del viso ed il biondo dei capelli). Scheda te cnica DURATA 30’’ circa BATTUTE AL MINUTO 68 circa FORMAT Scene dal vero, life style ed umorismo. TECNICA Montaggio di immagini in movimento. Nello spot il passare dei giorni è indicato attraverso il codice verbale scritto, non attraverso tendine e dissolvenze. Non sono presenti effetti speciali di rilievo. L’immagine di chiusura è fissa. 331 Analisi FORMATO REGISTRO VISIVO: immagine filmica con montaggio di immagini in movimento. Gli unici elementi di grafica computerizzata sono: l’indicazione del giorno di ogni scena in alto a sinistra e, negli enunciati finali, l’assolvenza della proposizione “ENFANT TERRIBLE”. Le inquadrature sono statiche, nel senso che la macchina da presa è ferma, così come l’obiettivo. L’unico movimento di macchina presente è un leggero zoom sul primo piano del ragazzo, al fotogramma dieci dello storyboard. REGISTRO VERBALE: SCRITTO: l’indicazione del succedersi dei giorni è data, come detto sopra, attraverso questo codice. Certo, il posizionamento delle parole in alto a sinistra non le rende immediatamente riconoscibili. L’importante è, alla prima visione, comprendere il passare del tempo, non importa riconoscere da principio la scansione precisa dei giorni. Torniamo ad analizzare l’immagine di chiusura come se fosse quella di una pagina di giornale. Quella dello spot Peugeot è 332 Analisi un’impostazione maggiormente classica, ai che canoni di si lettura adegua e di memorizzazione di immagini fisse da parte dei destinatari di pubblicità. Il codice verbale scritto riporta nome e tipo di prodotto (“PEUGEOT 206. COUPE’ CABRIOLET”), lo slogan della campagna (“ENFANT TERRIBLE”), informazioni sul prodotto (“DA 17.720 EURO”), il marchio della Casa automobilistica ed il sito internet (“WWW.PEUGEOT.IT” scritto in minuscolo). Headline: considero l’headline l’enunciato “ENFANT TERRIBLE”. Esso rappresenta, infatti, lo slogan della campagna pubblicitaria. Rappresenta l’immagine che la Casa automobilistica vuol conferire ai propri prodotti, e, di conseguenza, il carattere che i compratori dovrebbero avere o acquisire. In sé costituisce una promessa. Visual: richiama l’attenzione il marchio della casa, blu su sfondo nero. Relazione Headline/Visual: completamento ed integrazione. Bodycopy: è costituito dagli enunciati informativi “PEUGEOT 206. COUPE’ CABRIOLET”, “DA 17.720 EURO”, “WWW.PEUGEOT.IT”. Indica, 333 Analisi con l’headline, plus e benefit derivanti dall’acquisto di una Peugeot. Packshot:. Non è presente in chiusura, ma viene continuamente presentato durante tutto lo spot. Logo e marchio: la presentazione del marchio della casa è ridondante. Infatti esso risalta in diverse inquadrature (vedi fotogramma sei dello storyboard). Probabilmente, oltre che per fermarne l’immagine nella mente del destinatario, la scelta di riproporlo in chiusura dipende da necessità di chiarezza: il ricorso a colori così particolari, il marchio che, in bianco, buca il foglio. Pay-off: non è presente un vero e proprio pay-off. Come già osservato per altri spot, esso è rintracciabile negli elementi descritti in precedenza. PARLATO: è rappresentato dalla voce fuori campo (oltre che, naturalmente, dalla base musicale). È una voce femminile, giovane, molto morbida, accattivante, seducente. Ha inizio con il fotogramma numero dieci dello storyboard e dice: “RICORDATEVI CHE HA IL TETTO IN METALLO” in tono esclamativo. Infatti il codice verbale supporta a pieno quello visivo, descrivendo una caratteristica dell’automobile ed, indirettamente, spiegando e 334 Analisi sostenendo l’effetto ironico prodotto qualche secondo prima. In chiusura crea ridondanza al codice verbale scritto; la voce dice: “PEUGEOT 206 COUPE’ CABRIOLET/ ENFANT TERRIBLE”. La ripetizione del medesimo messaggio nei due codici verbali è frequente perché efficace. Infatti, se accadesse l’opposto, se, per esempio, vedessimo scritto qualche cosa, udendo, però, altro (magari ad alto contenuto informativo e pronunciato frettolosamente), non avremmo certo il medesimo grado di ricordo del messaggio. Anzi, probabilmente riterremmo poco “economico” unire questa gran quantità di informazioni cui sono sottoposti ambiti sensoriali diversi del nostro corpo. RAPPORTO VISIVO/PARLATO: sono in accordo. Il codice visivo risulta predominante rispetto al parlato che pur, ho illustrato sopra, svolge una importante funzione di ridondanza e spiegazione. CODICE LINGUISTICO: sono presenti sia l’italiano che il francese. Quest’ultimo predomina. Il primo è utilizzato solo per la pronuncia di “206”. È vero, comunque, che i termini utilizzati, soprattutto nel primo enunciato, sono d’uso frequente in Italia. 335 Analisi REGISTRO MUSICALE: il tipo di sonorità è molto simile allo swing; rientra, comunque, nel campo della musica leggera (questo giustifica il ricorso alla linea azzurra del sonoro nello stoyboard). Non rappresenta un motivo-jingle, in quanto non sono trasmessi, almeno in Italia, altri spot nella stessa campagna che contengano la medesima base musicale. La lingua del testo è l’inglese in una prima parte. Nella seconda sono suoni emessi con la voce privi di significato, ma tipici di questo genere musicale. La voce che canta è maschile, adulta. La base è presente lungo tutto lo spot, con una pausa significativa al fotogramma otto, in cui è presente un rumore di fondo stereotipato, utilizzato come segno, per ricordare (convenzionalmente) una caduta (come avviene nei fumetti). La base riprende al fotogramma nove, ed al dieci diminuisce nel volume per lasciare posto alla voce fuori campo. FUNZIONI DI JULIEN: la base musicale è particolarmente bella, ma non potrebbe, da sola, svolgere una funzione implicativa. Ciò che la rende particolarmente adatta è il genere stesso che trasmette vivacità, soprattutto in rapporto alle 336 Analisi immagini. Ciò che supporta la musica sono, paradossalmente, la pausa ed il rumore. Ed è in questo punto (fotogramma otto) che la nostra attenzione viene catalizzata. La funzione ludica è veicolata dal genere allegro della base. Interessante notare come, in modo decisamente più evidente rispetto agli spot sin’ora analizzati, la funzione imperativa sia ben presente. La maggior parte dei cambiamenti di inquadratura, infatti, corrisponde con la scansione delle frasi musicali. Per i motivi presentati sopra, non v’è funzione mnemonica “esterna” (riferita ad altri spot di una campagna), ma unicamente “interna”. FUNZIONI DI JAKOBSON: la funzione metalinguistica è pregnante: i codici si integrano e supportano vicendevolmente, creando una rete di connessioni difficilmente districabile. O meglio, annullare un registro comporterebbe la perdita di importanti emozioni ed informazioni. Per quanto riguarda la funzione fatica avanzo le medesime osservazioni fatte per quella implicativa di Julien. la funzione espressiva è legata ai vari registri e racchiude l’identità che la Casa vuol conferire al prodotto, nonché le emozioni proposte. 337 Analisi MODALITA’ DI SPETTACOLARIZZAZIONE Gli effetti di grafica computerizzata riguardano i titoli, e non sono particolarmente elaborati. Il montaggio avviene su immagini in movimento, con telecamera fissa, escluso un leggero zoom nel fotogramma dieci in storyboard. CITAZIONE È assente (a meno che il protagonista non sia un famoso atleta sportivo. Infatti, osservato con fermo di fotogramma, i suoi salti sono notevoli!). STRUTTURA NARRATIVA Il livello di strutturazione è abbastanza basso. Come per lo spot Bacardi, la ridondanza interna, qui provocata dal succedersi dei giorni della settimana, permette di comprendere lo spot anche senza la necessità di vederlo interamente. Ogni scena, ogni successione di inquadrature fra le gesta di lui e gli sguardi li lei, costituisce una microsequenza portatrice di senso, all’interno dello spot completo. Come nella maggior parte delle pubblicità, lo spettatore deve inferire alcuni indizi. In questo caso l’intenzione del ragazzo di farsi notare agli occhi della vetrinista. IL PRODOTTO/SERVIZIO 338 Analisi GRADO DI PRESENZA È elevatissimo. La Peugeot compare dopo un secondo e sei decimi, nella seconda inquadratura del video. E rimarrà il fulcro d’attenzione lungo tutto il filmato. Tutto l’avvenimento ironico si svolge attorno all’automobile e, spesso, ne sono inquadrati modello e marchio (vedi il fotogramma sei dello storyboard). LIVELLI DI CENTRALITA’ Il discorso è diretto, sia nel verbale parlato, sia nel verbale scritto, sia nelle immagini. Si tratta di un comunicato povero, in cui vengono illustrati pochissimi elementi. Probabilmente il ricorso ad una situazione ironica è stato dettato dall’esigenza di rendere più appetibile ed accettabile questa comunicazione pubblicitaria. MODALITA’ DI DESCRIZIONE DELLE SUE CARATTERISTICHE Solo accennate attraverso la promessa racchiusa in “ENFANT TERRIBLE” e la precisazione delle caratteristiche del tetto decappottabile. GRADO DI REFERENZIALITA’ Alto. Localizzato prevalentemente supportato dal registro verbale. sul piano visivo ma 339 Analisi RAPPORTO PRODOTTO/MARCA Equilibrio interno, nei vari codici. L’ENUNCIATORE SOGGETTO ENUNCIATORE Coppia non affettiva ma in relazione, giovane, probabili consumatori, gente comune. INTERPELLAZIONE DEL RECETTORE PRESENZA Il consumatore non è identificato se non attraverso identificazione stessa con i personaggi dello spot. È individuabile in coloro che possono, per legge, guidare un’automobile e che, naturalmente, posseggano denaro per farlo (vista la presenza dell’indicazione del prezzo in chiusura). SESSO, ETA’, GENERE. Maggiore età. Non esistono altre restrizioni. MODALITA’ DEL DISCORSO PUBBLICITARIO FUNZIONI DELL’ENUNCIATORE Raccontare, attraverso un ricorso diffuso all’ironia. Informare. 340 Analisi DISCORSO TESTUALE Informativo e narrativo. FINE DELL’ATTO COMUNICATIVO Informativo e persuasivo. TONO DELLA COMUNICAZIONE Amichevole e rassicurante nel tono verbale parlato; ironico in quello visivo. SAPERE VEICOLATO Si finalizza in un avere. MODELLI IN RAPPORTO AL SAPERE VEICOLATO Di consumo e di comportamento. Avere di più per essere di più. IL CONTENUTO NEI TERMINI DEL CONTESTO AMBIENTALE Prevale una localizzazione storica contemporanea. Il tempo della narrazione varia, e, più precisamente, si susseguono i giorni della settimana. Non sono presenti cambiamenti nell’arco della giornata, anche le riprese dei diversi giorni sembrano essere girate al medesimo orario (probabilmente la scansione del tempo attraverso l’indicazione scritta dei giorni della settimana è il 341 Analisi risultato unicamente di una strategia di montaggio). Non è significativa la localizzazione geografica. Le riprese, comunque, sono tutte in esterni urbani. La ricostruzione ambientale è realistica (o reale). Sono presenti elementi insoliti (le azioni del ragazzo) in una situazione realistica. IL CONTENUTO NEI TERMINI DI PLUS, BENEFIT, PROMESSA PLUS Prezzo, garanzia di marca, caratteristiche estetiche del prodotto. BENEFIT Serenità, svago, affermazione della propria personalità (in riferimento all’enunciato “ENFANT TERRIBLE”). PROMESSA Felicità, serenità, socialità intesa come stare insieme, divertimento, successo affettivo, affermazione della propria personalità. VALORI Anticonformismo Innovazione Sociale aperto 342 Analisi Eterodirezione Affettività Eleganza 343 Analisi ARENA Lo spot è chiaramente diviso in due parti diverse. Prima parte: è contraddistinta dalla presenza incontrastata di rumori di fondo. Essi compaiono sin dalla prima inquadratura, e supportano ciò che vediamo. Le immagini sono di per sé comprensibili, ma il rumore le ritma, in un succedersi costante. La presenza del ralenti in questa parte rende maggiormente il senso di attesa, ed i rumori di fondo lo accentuano, non permettendoci di inferire altro da quello che vediamo. Il ralenti si ferma quando l’effetto ironico è compiuto, cioè quando lo squalo si presenta con la palla per giocare. Riprenderà nella seconda parte, nella penultima scena. Questa fase è, in effetti, composta da due sottofasi. La prima è tipica dei film del terrore, dove ci vengono forniti indizi che creano tensione. La seconda svela il mistero. La prima sottofase fa ricorso diffuso alla paura. Diverse sono le opinioni a proposito, riguardo la (presunta) maggior efficacia di ricordo. Secondo alcune teorie, infatti, un evento pauroso viene ricordato con più facilità di altri. Il contro di questo processo è costituito dal fatto che l’evento pauroso possa risultare traumatico, e per questo cancellato. Indubbiamente il risvolto ironico aiuta a facilitarne la memorizzazione, per così dire “esorcizzandone” eventuali effetti negativi. 344 Analisi Seconda parte: è molto più breve della prima ed ha inizio al termine, ormai avvenuto, dell’evento ironico. Questa scansione è presente in numerosi spot divertenti, in cui il prodotto viene presentato nella prima o nella seconda parte, in assenza o presenza di base musicale. In questo caso il prodotto compare in entrambe le sezioni. Ma l’identificazione di marca (unica; il prodotto, infatti, è anonimo) è presente in modo chiaro unicamente in chiusura. Dicevo che questa parte ha una durata temporale minore rispetto alla precedente. Ciò che funziona da riempitivo è la base musicale, comunque breve. In particolare sono le prime battute a svolgere una funzione di ancoraggio fra registro sonoro ed iconico, oltre che risultare come rafforzativo dell’evento ironico. Le immagini sono meno rallentate, eccetto la penultima scena, dove si nota il rallentare dell’immagine osservando i movimenti della pelle del “collo” dello squalo. In generale i movimenti della macchina non sono molti, solo nella penultima scena (fotogramma undici dello storyboard) l’obiettivo segue l’evento narrato. Per il resto la macchina è prevalentemente fissa, così come l’obiettivo. I fotogrammi cinque e nove, ad esempio, potrebbero facilmente diventare oggetto di zoom, ma nemmeno questo avviene. L’effetto ironico è supportato dal contrasto fra la paura creata nello spettatore e la struttura dell’evento divertente. Infatti, oltre 345 Analisi che presentare una situazione improbabile, lo spot riporta una strana visione dello squalo. Abituati a pensarlo come terrore dei mari, i telespettatori non si aspettano certo di vederlo arrivare come un docile cagnolino che porta la palla al suo padroncino, chiedendogli di farlo giocare. Ho pensato, inizialmente, ad uno squalo antropomorfo nelle intenzioni, per poi abbandonare questa visione, in quanto a prevalere è proprio l’immagine dell’innocuo animale domestico sopra descritta. Scheda te cnica DURATA 13’’ : 07 circa BATTUTE AL MINUTO 136 circa FORMAT Umorismo. TECNICA 346 Analisi Gran parte del filmato è proposto in ralenti. Sono presenti, inoltre, effetti speciali per quando riguarda lo squalo. FORMATO REGISTRO VISIVO: immagine filmica con montaggio di immagini in movimento (con ralenti). Presenza di effetti speciali, anche nel titolo in chiusura, dove il logo compare subendo, in un primo momento, l’effetto acqua. Si tratta, in quest’ultimo caso, di grafica computerizzata. REGISTRO VERBALE: SCRITTO: è composto unicamente dall’immagine di chiusura. È decisamente scarno, caratterizzato unicamente da logo e headline. Considero appartenente a questa sessione anche il marchio Arena comparso chiaramente in precedenza (vedi fotogramma numero tre in storyboard). Headline: “WATER INSTINCT” è lo slogan delle ultime campagne Arena. Tutte sono state incentrate sul medesimo tono di comunicazione. In realtà non è facile stabilire se appartengano ad un’unica 347 Analisi campagna, a causa del lungo lasso di tempo esistente fra la comparsa degli spot. Visual: in questo caso è il marchio. Il visual, cioè, corrisponde al il logo. Diversamente dagli altri spot l’immagine del prodotto non è presente in chiusura. Bodycopy: è assente nella forma classica. È individuabile nel logo, come per il visual. Packshot: assente in chiusura. Logo e marchio: presente in modo predominante. Subisce una leggera “interferenza” in apertura grazie all’effetto acqua. Questo disturbo obbliga il ricevente ad una maggior attenzione. Il marchio regna incontrastato in questa pagina. Pay-off: è identificata nel marchio sesso. PARLATO: assente. CODICE LINGUISTICO: il registro linguistico unico è l’inglese, senza traduzioni. REGISTRO MUSICALE: ancora una volta i rumori di fondo giocano un ruolo fondamentale. Essi compongono tutta la prima parte dello spot, in sincronia con ciò che, man mano, viene inquadrato. Sono ritmati, nel senso che si succedono in modo costante. La base 348 Analisi musicale, invece, ricopre un lasso di tempo breve, iniziando dall’ottavo secondo e quindici centesimi (fotogramma otto in storyboard) e continuando sino in chiusura. Nonostante il genere musicale (rock) e la frequenza delle battute al minuto, l’ho indicata in storyboard con la linea arancio, perché la parte strumentale più “aggressiva” non svolge un ruolo così importante, giocato invece dalle prime note. La base musicale non costituisce un jingle, e nemmeno un motivo-jingle, in quanto è tipica unicamente di questo spot. FUNZIONI DI JULIEN: ritengo che la funzione implicativa sia giocata soprattutto sul contrasto fra la prima fase e la seconda. La funzione ludica rimanda, qui, alle immagini piuttosto che alla base musicale. Comunque quest’ultima fa parte dell’happy music, crea quindi di per sé un clima “simpatico”. Il grado di presenza della funzione mnemonica è basso. Il grado di accordo fra musica e immagine, cioè la funzione imperativa, è alto. FUNZIONI DI JAKOBSON: la funzione fatica corrisponde a quella implicativa di Julien. la funzione metalinguistica, ancora una volta, è al 349 Analisi centro della nostra attenzione. Infatti, l’intera capacità comunicativa dello spot ruota attorno a due registri: quello sonoro e quello iconico. Di per sé, il registro verbale, potrebbe non essere determinante. La funzione emotiva si riscontra nella volontà della Marca di trasmettere ironia. MODALITA’ DI SPETTACOLARIZZAZIONE Non ci sono novità stilistiche particolari a proposito del montaggio. Certo, il ralenti dà tutto un altro senso alle immagini, aumentando la sensazione di attesa nello spettatore. Belli i movimenti compiuti dallo squalo, in particolare nel fotogramma undici dello storyboard, dove la pelle dell’animale si muove per l’attrito con l’acqua. Alcune immagini sono veramente curate, come quella subacquea (fotogramma numero quattro). Ovviamente sono rappresentate situazioni improbabili, divertenti, comiche. CITAZIONE Può essere quella relativa ai tanti film di paura che hanno avuto come protagonisti gli squali. STRUTTURA NARRATIVA Basso livello di strutturazione. È comunque semplice, e lo spettatore non deve inferire troppi indizi. 350 Analisi IL PRODOTTO/SERVIZIO GRADO DI PRESENZA Medio. Il prodotto è presente sin dalle prime inquadrature, ed in maniera esplicita in quella raffigurata nel fotogramma numero tre in storyboard. Qui viene presentato in modo non equivoco. LIVELLI DI CENTRALITA’ Il discorso è diretto, nonostante il ricorso all’ironia. Certo, è povero di elementi, forse si sente l’assenza del codice verbale parlato. MODALITA’ DI DESCRIZIONE DELLE SUE CARATTERISTICHE Assente. GRADO DI REFERENZIALITA’ Discorso referenziale localizzato prevalentemente sul piano visivo. RAPPORTO PRODOTTO/MARCA Identificazione del prodotto nella marca. È quest’ultima a prevalere. 351 Analisi L’ENUNCIATORE SOGGETTO ENUNCIATORE Non è facile definirlo in questo spot. Comunque sia, coloro che ci portano a conoscenza dell’esistenza del prodotto sono un ragazzo ed uno squalo immenso. INTERPELLAZIONE DEL RECETTORE PRESENZA Assente. SESSO, ETA’, GENERE. Non sono presenti restrizioni. MODALITA’ DEL DISCORSO PUBBLICITARIO FUNZIONI DELL’ENUNCIATORE Raccontare, facendo ampio ricorso alla spettacolarità ed all’ironia. DISCORSO TESTUALE È rintracciabile unicamente nelle immagini, ed è prevalentemente narrativo. 352 Analisi FINE DELL’ATTO COMUNICATIVO È rintracciabile unicamente nelle immagini, ed è unicamente persuasivo. TONO DELLA COMUNICAZIONE Fantasioso. SAPERE VEICOLATO Si finalizza in un avere ed in un essere intesi. MODELLI IN RAPPORTO AL SAPERE VEICOLATO Di consumo e di comportamento. IL CONTENUTO NEI TERMINI DEL CONTESTO AMBIENTALE Difficile dire di preciso quale sia la localizzazione storica e geografica, visto l’alto grado di elementi fantastici presenti nello spot. In ogni caso sappiamo di essere in mare aperto, e, vista la tenuta del nuotatore provetto, direi che la localizzazione storica sia contemporanea. Il tempo in cui la vicenda si svolge non varia. L’ambiente naturale è stato ricostruito in modo realistico, ed a ciò concorrono alcune immagini (quella subacquea in particolare). È presente una contestualizzazione fantastica in una situazione realistica. 353 Analisi IL CONTENUTO NEI TERMINI DI PLUS, BENEFIT, PROMESSA PLUS Non è presente in modo diretto. Potrebbe essere: funzionalità, garanzia di marca, novità, resistenza. Credo che questo spot sia rivolto a chi abbia almeno una conoscenza previa: sapere cosa sia l’amore per il mare. L’headline, infatti, parla di istinto per l’acqua. Il riferimento ad una necessità incontrollata del corpo umano credo non sia casuale. “I costumi Arena sono particolarmente adatti per coloro che sentono il nuoto nell’anima”, credo sia questo il messaggio finale. BENEFIT Non è presente in modo diretto. Potrebbe essere: salute fisica, bellezza esteriore, serenità. PROMESSA Non è presente in modo diretto. Potrebbe essere: prestanza fisica, natura, felicità, serenità. 354 Analisi AXE Passo ora ad analizzare alcuni spot che presentano una particolarità: la totale assenza di base musicale. In questo caso gli unici suoni presenti sono i rumori di fondo. Essi illustrano ciò che avviene a livello iconico, e ne rafforzano il senso. Negli spot Axe, l’effetto ironico è supportato dal codice verbale scritto. Inoltre, è del tutto assente il registro verbale parlato. Nessuna voce fuori campo illustra le scene, né trasmette informazioni riguardo le caratteristiche del prodotto. Non utilizzerò, nello studio seguente, l’osservazione analitica attraverso scheda tecnica, a causa dell’assenza di alcuni codici. Integrerò comunque tutte le informazioni necessarie. Entrambe le pubblicità sono state riportate per chiarire due punti fondamentali: L’importanza del processo di decodifica da parte del destinatario. L’importanza del ruolo svolto dai rumori di fondo, in quanto ancoraggio alla realtà e portatori di false aspettative. AXE 1 Mi riferisco al primo spot riportato in storyboard (primi cinque fotogrammi). Ho voluto analizzare questa pubblicità perché l’effetto ironico è ottenuto sconvolgendo il sistema di 355 Analisi convenzioni legato alla prossemica, che ho illustrato nel capitolo Immagine e Suono. La situazione che si presenta ai nostri occhi nelle prime inquadrature potrebbe non avere, in un primo momento, alcunché di strano: due ragazzi sono in metropolitana (lo percepiamo grazie ai rumori di fondo) e stanno stretti l’uno all’altra. Pochi secondi dopo ci rendiamo conto che qualche cosa non va: il ragazzo non sembra affatto contento per la situazione, anzi, appare decisamente imbarazzato. Lei, invece, è sempre più convinta, ed ammicca con fare insistente. L’inquadratura si allarga: capiamo tutto…comprendiamo anche la strana espressione dipinta sul volto del ragazzo…è terrore…ma cosa sta facendo lei? È una domanda che si pone il telespettatore all’unisono con il protagonista. La scritta in sovra impressione spiega tutto. Axe ha reso irresistibile lo sventurato attore. Senza la conoscenza dei sistemi di prossemica che regolano la nostra vita sociale, non sarebbe possibile ridere di questo spot. La violazione della distanza pubblica, e per di più quando lo spazio non manca, non è, solitamente, accettata di buon grado. Ci troveremmo in una situazione simile solo se costretti in un vagone affollato, e, sicuramente, non ne saremmo felici. Per questo lo spot suscita ilarità, anche grazie all’allestimento fedele delle scene e ad un abile uso della camera. Infatti, frequentemente la curiosità del telespettatore viene stimolata facendo ricorso alla tecnica usata qui: il protagonista vive una determinata situazione (o, per esempio, osserva un dato oggetto) 356 Analisi che si trova all’esterno dell’inquadratura. Lo spazio escluso viene percepito dal destinatario, che non aspetta altro che curiosare. Solo in un secondo momento potremo vedere e capire. Solitamente questo processo avviene tramite due fondamentali passaggi di macchina: la prima sessione viene ripresa oggettivamente, come se la camera costituisse un terzo occhio, esterno alla scena, un narratore in terza persona. La seconda sessione comporta, invece, una soggettiva, in cui vediamo l’oggetto misterioso attraverso gli occhi del protagonista. In questo spot la seconda sessione è girata in oggettiva, come la prima. Probabilmente si tratta di una scelta stilistico-narrativa basata sul tentativo di rendere al meglio l’effetto comico. Le inquadrature si effettuano dapprima su primi piani, che veicolano tutta l’emotività dei protagonisti, creando una falsa riga d’aspettative. Successivamente, invece, la scena si apre, e si sviluppa il fulcro dell’effetto ironico. Essendo, quest’ultimo, determinato dalla contestualizzazione delle scene precedenti, non è più necessario tornare sui primi piani. Non sono presenti particolari movimenti di macchina, per lo più le inquadrature sono fisse. Assenti anche movimenti di obiettivo, come gli zoom. Non sono presenti nemmeno effetti di computer grafica particolari, così come assenti sono gli effetti speciali. I colori sono pastello e piuttosto scuri, alla luce della particolare illuminazione, fedele a quella reale. Spiccano, in particolare, il 357 Analisi verde chiaro, il rosso (in elementi ben distinti ed identificabili), ed il beige (soprattutto per la pelle). Il prodotto è presente solo in chiusura, attraverso la confezione ed il ricorso, nell’enunciato “EFFETTO AXE”, ai font tipici della confezione stessa. L’enunciato supporta plus, benefit e promessa, che in questo caso sono la possibilità di diventare irresistibili. In esso ritroviamo raccolti, inoltre, gli elementi tipici della pagina a stampa, eccetto il packshot. AXE 2 Prendo ora in esame la seconda pubblicità della campagna (fotogrammi dal sesto al decimo). Riporto questo spot per evidenziare quanto sia importante la delusione di aspettative create attraverso falsi indizi. In questo caso, per altro, le conoscenze che abbiamo verso una scena tipica come quella presentata, sono consolidate e radicate nella tradizione. Non dubitiamo affatto di ciò che vediamo, per nessun elemento, tanto che, a prima vista, potremmo non comprendere il significato dello spot, o, addirittura, fraintenderlo. La scena del lancio del riso, infatti, è tipica di ogni matrimonio…certo…non la violenza con cui viene tirato. L’“EFFETTO AXE” gioca qui un brutto scherzo alla protagonista che suscita l’invidia delle ragazze 358 Analisi presenti alle nozze (plus, benefit, promessa). Ad un’osservazione meno superficiale, infatti, notiamo che le partecipanti non stanno decisamente festeggiando la neo sposa, anzi, accanitamente le tirano il riso. Con i fermo immagine in storyboard noteremmo i primi piani sui volti delle giovani invidiose…non sono certo amichevoli (vedi fotogrammi quattro e cinque del secondo spot)! La descrizione dell’apparato narrativo è scarna, non perché manchi di elementi importanti, o perché manchi assolutamente di punti di riferimento, ma perché la delusione delle aspettative presentata è più che sufficiente, da sola, a creare straniamento e, conseguentemente, ironia. La scritta in sovra impressione compare prima che nell’altro spot (a circa sette secondi e sedici centesimi dall’inizio, contro gli otto secondi e venti centesimi del precedente), probabilmente per permettere allo spettatore di notare che sta accadendo qualche cosa di insolito sulla scena. Anche l’immagine fissa della confezione è diversa, così come la sua posizione sullo schermo. Si trova, infatti, a lato dell’enunciato (non più sopra, a destra) ed è ripresa frontalmente (non leggermente dall’alto). Probabilmente la scelta è da addebitare al tentativo di equilibrare graficamente la scena, lasciando maggior spazio possibile agli elementi necessari alla comprensione della narrazione. Nella pubblicità precedente, infatti, tutta l’immagine di nostro interesse è spostata a sinistra, per questo la scelta di “riempire” il lato destro con la confezione di Axe. Questo spot, invece, richiede lo schermo il più libero 359 Analisi possibile da interferenze, per concentrare maggiormente l’attenzione sui volti delle ragazze, da qui la scelta di porre la confezione più in basso. A proposito delle inquadrature: per rendere meglio l’idea del clima matrimoniale, la telecamera gira a spalla, senza supporti e, quindi, tremolando leggermente. Questo tipo di inquadratura trasmette un grado maggiore di emozioni. Inoltre non ci dà la sensazione che sia un occhio del tutto esterno e sterile a testimoniare l’accaduto, ma uno degli stessi partecipanti che, come frequentemente avviene, stia girando il filmino del matrimonio. 360 Analisi COOP Presento ora due spot Coop. Li riporto perché, come nel caso Axe, è assente la base musicale e l’attenzione principale va rivolta ai rumori di fondo. COOP 1 Nello storyboard numero uno, in particolare, ho evidenziato, fra i tanti, i suoni più importanti (vedi la R cerchiata ai fotogrammi cinque e nove). L’effetto provocato dai rumori di fondo è quello già osservato in precedenza: ancorare la narrazione il più possibile alla realtà. Credo che questo concetto non sia di facile comprensione. Per questo ritengo opportuno prestare attenzione soprattutto al fotogramma nove. In quest’ultimo, infatti, l’effetto ironico sviluppato nel fotogramma cinque, viene amplificato sia a livello narrativo (l’uovo che, probabilmente, ha rotto anche i piatti nel lavello), sia a livello sonoro. Infatti l’inquadratura si chiude prima del lavello, non lo mostra, nemmeno in seguito. È solo grazie al rumore di fondo che possiamo capire ciò che è avvenuto. Questa è una delle funzioni del rumore di fondo: rendere maggiormente comprensibili alcuni eventi presentati in scena, ma anche alcuni avvenimenti esterni ad essa. A supportare 361 Analisi il registro sonoro concorre quello iconico. Lo spot può essere diviso in due parti fondamentali in rapporto alle inquadrature: Una prima parte in cui prevalgono piani americani, in cui intravediamo chiaramente l’ambientazione ed in cui i piani ravvicinati sono rari. È la sezione inclusa fra i fotogrammi uno e sei, con durata di circa sedici secondi (poco più della metà dello spot che si aggira attorno ai ventinove secondi). Una seconda parte composta per lo più da primi piani, che ha inizio dal fotogramma sette e si conclude con il fotogramma dieci in storyboard. La prima parte, così come è avvenuto in altre pubblicità, crea attesa, e, nella fase conclusiva, stupore. È il punto classico in cui potrebbe essere posizionato un eventuale attacco musicale. La seconda parte è supporto alla prima. I primi piani del protagonista decisamente meravigliato ed allibito non fanno che aumentare l’effetto ironico. Da non perdere le sue espressioni facciali. Osservando attentamente noto che l’attore è lo stesso dello spot Reset…che dire…è nato per sorprendere! L’esteso ricorso ai primi piani si conferma come tecnica prima per veicolare emozioni fra le più disparate. Molto importante anche il ruolo rivestito dal codice verbale parlato. Oltre che fornire spiegazioni circa l’evento narrato, 362 Analisi veicola spiegazioni di carattere informativo sul prodotto sponsorizzato, che comprendiamo essere le uova Coop. Il registro verbale parlato si articola come di seguito: Dal fotogramma sette al fotogramma nove: “VOLETE EVITARE SORPRESE? SCEGLIETE LE NOSTRE UOVA/ GARANTITE DAI CONTROLLI COOP”. Fotogrammi nove e dieci: la voce fuori campo è assente e si sente il secondo rumore di fondo che ho ritenuto importante. Fotogrammi undici e dodici: “PRODOTTI COOP/ LI TROVATE DENTRO LA COOP E CI TROVATE LA COOP DENTRO”. La prima sezione si svolge ad azione ironica avvenuta, e serve come spiegazione o rafforzo (se si è compreso l’avvenuto). La seconda sezione compie un’ulteriore rafforzo, ma, questa volta, unicamente ricorrendo ai codici sonoro ed iconico. La terza sezione, quella in chiusura, è prevalentemente informativa. Inoltre, è supportata dal codice verbale scritto, con quella che (al fotogramma dodici) può essere considerata l’immagine fissa di chiusura. Anch’essa contiene informazioni: da un lato il tradizionale slogan Coop “LA COOP SEI TU”; dall’altra il sito internet, in alto a destra; una posizione non troppo evidente, a causa anche della dimensione ridotta dei font. Codice verbale scritto e parlato sono ridondanti, ma, ancor di più, lo è il secondo. 363 Analisi In pochi istanti il nome Coop viene ripetuto tre volte, senza contare che, contemporaneamente, viene visualizzato. Da considerare inoltre che, nell’ultima immagine, compare sotto forma proprio del marchio, posta sul nastro trasportatore delle casse. La voce fuori campo è femminile, giovane, dolce. Data la forte interazione fra codici, posso affermare che la funzione metalinguistica di Jakobson sia prevalente. La funzione fatica, invece, si gioca per lo più attraverso il codice visivo, con un valido supporto in quello sonoro. L’allestimento scenografico è semplice. I colori non sono vivi, escluso, forse, l’azzurro della maglia del protagonista, che spicca su uno sfondo anonimo (sarà sufficiente dare un’occhiata allo storyboard). Il marchio Coop risalta, probabilmente, anche per il fatto di essere l’unico elemento dotato di un colore così acceso come quel rosso (che, comunque, ha sempre caratterizzato i font del logo). Non sono presenti particolari tecniche di montaggio e la telecamera si muove per inquadrature fisse. Solo un leggero tremolio fa pensare che sia sorretta a spalla. Non sono presenti soggettive: osserviamo la scena dall’esterno. Assenti anche effetti di grafica computerizzata, escluso il sito internet in sovra impressione. Il prodotto non è presente in modo pressante, anche se, una volta ottenuto l’effetto ironico, comprendiamo come l’intero spot sia orientato ad esso. Probabilmente la scelta è dovuta, oltre che ad ovvie necessità di tempo narrativo, anche alla volontà di creare una sorta di pubblicità comparativa occulta. 364 Analisi Lo scopo dello spot, infatti, non è unicamente quello di persuadere i consumatori circa la bontà delle uova Coop, ma, soprattutto, di svilire la genuinità di quelle garantite da altre catene di distribuzione/produzione. L’identità di marca spicca incontrastata. Non solo grazie ad un esteso ricorso alla ridondanza, ma anche tramite il chiasmo dell’enunciato finale. Per chiudere: l’effetto ironico, così come nello spot Axe che ha come protagonista una giovane sposa, è ottenuto proponendo azioni comuni e semplici, che subiscono una svolta clamorosa ed inaspettata. Siamo, ancora una volta, di fronte alla delusione di aspettative. Ricorrere a situazioni considerate banali o consuetudinarie o fortemente radicate nella tradizione, permette un diffuso uso di strategie ironiche. Certo, il carattere creativo predomina, e non è possibile prevederne gli sviluppi (l’ironia prevedibile, a mio avviso, rischia di scadere nel banale). Durata: 29’’ : 24 COOP 2 La pubblicità precedentemente analizzata è situata all’interno di una campagna caratterizzata da elementi omogenei. La volontà di creare determinate attese nello spettatore, per poi rovesciarle, è, infatti, tipica degli altri spot di questa fase. Essi variano in durata, 365 Analisi e, di particolare effetto, sono quelli piuttosto brevi, come quello che presento di seguito (durata: 15’’:01). L’effetto ironico ottenuto attraverso questo spot è ben diverso da quelli precedenti. Esso si fonda prevalentemente sul doppio senso, ribaltando le consuetudinarie associazioni mentali. La categoria del doppio senso ha da sempre caratterizzato i processi ironici, in particolare nella commedia. Oggi, poi, è diventato il pane quotidiano per gli artisti e gli amanti del Cabaret. Una delle categorie maggiormente colpite è quella ruotante attorno ai tabù sessuali. In questo spot, invece, il doppio senso è, da questo punto di vista, “innocente” e ben articolato. Non appena ho osservato lo svolgersi delle immagini mi sono chiesta perché una colonna sonora non fosse presente. Avrebbe potuto, a mio avviso, creare quel sistema di aspettative, di attesa, di suspance, che caratterizza altri spot. Ho così provato ad adattare qualche base musicale alla pubblicità…i rumori di fondo rendono molto meglio la sorpresa. Probabilmente tutto ciò è dovuto al fatto che lo spettatore non possa percepire immediatamente la sproporzione della scatola di pelati (o, se vogliamo, dell’omino che si trova in essa), e, di conseguenza, nessun indizio possa facilitare una eventuale comprensione. Il codice verbale non è molto dissimile da quello dello spot precedente: 366 Analisi Fotogramma tre: “VOLETE EVITARE SORPRESE? SCEGLIETE I PELATI COOP/ MENO BUCCIA E MENO SEMI VUOL DIRE PIU’ POLPA”. Fotogramma quattro e cinque: “PRODOTTI COOP/ LI TROVATE DENTRO LA COOP E CI TROVATE LA COOP DENTRO”. La voce fuori campo è la medesima dello spot precedente. Non sono presenti voci all’interno del video, solo il cinguettare degli uccelli. Già lo spot successivo (che intitolo La Faraona e non è qui presente), contiene voci interne, frasi pronunciate dai protagonisti, sommate a quella fuori campo. Anche il codice iconico non varia dagli standard della pubblicità precedente. La scenografia è ridottissima: la confezione, il tavolo su cui è posata, le tapparelle in sfondo e la testa d’uomo che spunta. I colori sono ridotti all’osso. Le riprese sono a macchina fissa, probabilmente portata a spalla visto il leggero tremolio di camera. Non sono presenti particolari novità di montaggio, né di grafica computerizzata (escluso il sito internet, come sopra). Gli elementi che compaiono nel video sono, dunque, semplicissimi, ridotti ai minimi termini, eppure essenziali e sufficienti perché si possa avere e comprendere la narrazione. La funzione fatica (che a noi è ormai cara) si gioca soprattutto a livello iconico, cui il registro sonoro funge da supporto. La funzione mnemonica di Julien non è presente a livello sonoro (vista l’assenza sia di base 367 Analisi musicale, sia di rumori di fondo particolarmente incisivi), bensì a livello ironico: lo spot verrà ricordato per il doppio senso, il gioco di parole e d’immagini. 368 Analisi WHISKAS Ho deciso di analizzare questo spot soprattutto in riferimento all’intera campagna, di cui questo è il primo passo, e che, per ora e nei tempi in cui è stato raccolto il materiale, è composta solamente da due pubblicità. La particolarità risiede nel fatto che la base musicale compare unicamente in questo spot, ed è interna ad esso, mentre già nel secondo notiamo solamente i rumori di fondo e quelli prodotti dai protagonisti. WHISKAS 1 Non ci sono grandissime novità a proposito della costruzione ironica. L’unico particolare, non trascurabile, è che l’effetto ironico dello spot è dato soprattutto dagli stereotipi che rivestono le due figure dei protagonisti: un gatto ed un topo. Importante notare come siano antropomorfi: il topo lo è non solo nelle movenze ma, e soprattutto, nelle intenzioni. Il gatto si rivelerà tale in seguito (con la seconda pubblicità), ma già in questa sede (ed è un punto importante perché l’effetto ironico si realizzi) sono presenti, per forza di cose, alcuni elementi che lo rendono umano. La caratteristica maggiormente attribuibile al gatto riguarda il suo comportamento: è un po’ “tonto”. Continua, 369 Analisi infatti, imperterrito ed assuefatto a mangiare Whiskas, nonostante il suo acerrimo nemico stia ballando di fronte a lui, burlandosene. Dal punto di vista dei registri, siamo di fronte ad un caso particolare: rispetto agli spot qui analizzati il registro verbale svolge diverse e disparate funzioni, cui, difficilmente, si potrebbe rinunciare per avere il medesimo effetto. Il registro sonoro non presenta particolari novità, nemmeno in riferimento alle funzioni che svolge. Si nota la continuità della sua presenza (vedi lo storyboard), una diminuzione nel volume per dar rilievo al registro verbale parlato, ma nulla di più. In questo senso considero lo spot maggiormente “compatto” rispetto agli altri. Non è possibile dividerlo in sessioni chiare, caratterizzate da elementi ben distinti. Quest’operazione, che sin’ora ha investito il rapporto esistente fra codice sonoro ed iconico, è ora attuabile unicamente riguardo il registro verbale parlato (vedi scheda tecnica). Anche per quanto riguarda le immagini non riscontro novità. Eccezion fatta per l’animazione computerizzata (ma l’ho già rilevata in spot come quelli Mentos ed Arena), e per un particolare ricorso ai colori. Credo che quest’ultima sia la novità più importante. Invito il lettore a volgere un veloce sguardo agli storyboard diversi da questo (escluso quello Breezer): sono molto più scuri, uniformi nelle tinte, omogenei, attenti a piccole sfumature piuttosto che al ricorso a diverse e cangianti tonalità. È ciò che invece avviene nello spot Whiskas: i colori sono molto forti, vivi, le ombre sono quelle strettamente necessarie per 370 Analisi evitare che l’immagine risulti piatta. Le inquadrature sono fisse, e di per sé non desterebbero grande ammirazione se non fossero in pieno accordo con la base musicale. I cambiamenti di inquadratura rispettano il ritmo della musica, ma in modo non costante. Infatti, a volte si susseguono al finire di una battuta, altre sullo scadere della seconda. Meglio: si alternano sezioni in cui le inquadrature durano quanto una battuta musicale, a sequenze in cui le inquadrature durano quanto due battute musicali. Scheda te cnica DURATA 14’’ : 22 circa BATTUTE AL MINUTO 122 circa FORMAT Dimostrazione, alquanto fantasiosa ed unita ad umorismo. Unici “enunciatari” sono due animali: topo e gatto; è, quindi, presente il format animali. 371 Analisi TECNICA La tecnica è mista: vengono inseriti in ambientazioni reali dei cartoni animati. Più precisamente anche il gatto è reale, il topo, invece, è frutto di animazione a computer, così come lo stereo che utilizza ed i movimenti della confezione in chiusura (nei fotogrammi undici e dodici dello storyboard). FORMATO REGISTRO VISIVO: immagine filmica con montaggio di immagini in movimento; effetti speciali di grafica computerizzata (sia per il topo, sia per i movimenti della confezione in chiusura) tramite animazione. Le inquadrature sono fisse. REGISTRO VERBALE: SCRITTO: non ci sono messaggi in super a video. Il testo scritto è costituito unicamente dalle immagini della confezione e del logo Whiskas (presente, sin dalla prima inquadratura, sulla ciotola del cibo del gatto). Difficile descrivere l’inquadratura in chiusura, vista la mancanza corrispondenza con il modello classico utilizzato sin’ora per le pagine a stampa. Ciò che, 372 Analisi solitamente, viene trasmesso attraverso questo registro, in questo spot è affidato al registro verbale parlato. L’immagine del marchio ripetuta in continuazione può essere associata al logo; mentre l’immagine della confezione, unica protagonista in chiusura, al packshot. Ma questa analisi potrebbe apparire una forzatura. PARLATO: opera indubbiamente una funzione di ancoraggio rispetto al registro visivo. Spiega, in una prima parte, il perché della situazione, e, in un secondo momento, fornisce informazioni sul prodotto. È presente sia come voce fuori campo femminile, sia come voce interna (maschile, del topo). Per maggior chiarezza divido questo codice nei tre momenti principali in cui si snoda: Dal fotogramma cinque: “EH/ NULLA PUO’ COMPETERE CON IL GUSTO IRRESISTIBILE DELLE BUSTE WHISKAS”, voce fuori campo, femminile, giovane veicola spiegazioni in rapporto alla narrazione. Dal fotogramma ISTINTIVAMENTE otto: “I GATTI PREFERISCONO WHISKAS”, voce interna allo spot, maschile del 373 Analisi topo, veicola ancora spiegazioni in rapporto alla narrazione. Fotogrammi undici e dodici: “PROVA IL FORMATO CONVENIENZA”, voce interna allo spot, maschile del topo, veicola informazioni riguardanti il prodotto. RAPPORTO VISIVO/PARLATO: visivo iconico verbale parlato sono equilibrati ed e in netta superiorità rispetto al registro verbale scritto. CODICE LINGUISTICO: eccezion fatta per il nome del prodotto, il codice linguistico utilizzato è l’italiano standard. Non sono presenti particolari formule pubblicitarie, escludendo, ovviamente, l’aggettivo “IRRESISTIBILE” e l’invito alla prova nell’enunciato finale. REGISTRO MUSICALE: la base musicale è interna allo spot, quindi in pieno accordo con esso. Non si potrebbero, altrimenti, spiegare le movenze del topo nella danza. Quest’ultima, essendo particolarmente allegra, aumenta l’effetto ironico. Le battute al minuto sono elevate (medie) ma non sono di per sé fondamentali per creare ancoraggio con il registro iconico, né con 374 Analisi il livello narrativo. Anche il genere musicale non è rilevante (il topo avrebbe potuto danzare su una base di musica classica). La scelta è caduta su questo pezzo probabilmente per aumentare d’intensità la beffa compiuta dal topo. La base è solo strumentale. FUNZIONI DI JULIEN: implicativa: non è presente in modo evidente. La musica dello spot, infatti, non è facilmente memorizzabile a causa della sua presenza, diffusa sì, ma immediatamente diminuita nel volume (vedi fotogramma cinque in storyboard) e coperta dal codice verbale parlato. Inoltre, questa base musicale è presente unicamente in questo spot, e non negli altri, rendendo maggiormente difficoltosa l’individuazione del prodotto in rapporto alla musica. La funzione imperativa è presente, per così dire, per necessità, visto che il codice iconico (costituito dalla danza del topo) è in accordo con quello verbale. Più approfonditamente, le immagine sono scandite dalla musica, in concomitanza con il passaggio da una battuta all’altra (il cambio d’inquadratura avviene indistintamente ogni una o due battute). 375 Analisi FUNZIONI DI JAKOBSON: a proposito della funzione fatica di Jakobson si veda quanto sopra per la funzione implicativa di Julien. L’altra funzione che vorrei analizzare ora è quella metalinguistica: è assente il registro verbale scritto; ad esso suppliscono quello iconico e parlato. Questi ultimi sono in netto accordo tra loro e si completano vicendevolmente. Il codice sonoro funge da supporto. MODALITA’ DI SPETTACOLARIZZAZIONE Presenza di situazioni improbabili, comiche, divertenti. La scenografia è semplice, ma curata nel riflettere, attraverso i particolari colori, gli elementi di animazione. Confrontando questo storyboard agli altri si nota subito la vivacità dei colori, tipica dei cartoni animati. Le immagini sono ricercate per il lungo lavoro di cui necessita un’animazione come quella presentata. Non sono presenti novità stilistiche di rilievo nel montaggio. CITAZIONE Abbastanza facile, osservando le scene, pensare ai famosi Tom & Jerry, gatto e topo star nella storia dei cartoni animati. Non è presente, comunque, nessun elemento che richiami direttamente, esplicitamente, quei due personaggi. 376 Analisi STRUTTURA NARRATIVA Bassa. Gli elementi attraverso i quali è possibile comprendere il racconto sono pochi, e si basano soprattutto sulle figure dei due protagonisti, acerrimi nemici per natura. Questa è l’unica conoscenza previa, l’unico dato comprensibile mediante inferenza e, dunque, l’unico sforzo cognitivo richiesto al telespettatore per comprendere l’accaduto. IL PRODOTTO/SERVIZIO GRADO DI PRESENZA La presenza del prodotto è costante e centrale. Viene mostrato attraverso diversi elementi: la scritta sulla ciotola del cibo del gatto, il cibo stesso in essa contenuto, l’immagine della busta, l’immagine della confezione convenienza in chiusura. LIVELLI DI CENTRALITA’ Il discorso è diretto, argomentato in chiusura attraverso il codice verbale parlato (supportato dal registro iconico). Il ricorso all’ironia non svia, questa volta, dal riconoscere e capire cosa si stia proponendo. MODALITA’ DI CARATTERISTICHE DESCRIZIONE DELLE SUE 377 Analisi Solo accennate come informazioni; presenti in grado leggermente maggiore in rapporto all’evento ironico. GRADO DI REFERENZIALITA’ Discorso referenziale localizzato sul piano prevalentemente visivo. RAPPORTO PRODOTTO/MARCA Identificazione. Non viene, infatti, presentato un particolare “gusto” o composizione del cibo per gatti, ma un prodotto generico della marca Whiskas, che produce cibo per gatti. L’ENUNCIATORE SOGGETTO ENUNCIATORE È presente come voce del topo e come voce fuori campo. Dei “soggetti” presenti in scena sarebbe strano analizzare le caratteristiche. INTERPELLAZIONE DEL RECETTORE PRESENZA Assente. SESSO, ETA’, GENERE. 378 Analisi Gatto (!) adulto (vedi la scritta sulla confezione nel fotogramma dodici). MODALITA’ DEL DISCORSO PUBBLICITARIO FUNZIONI DELL’ENUNCIATORE Lo spot risulta essere più completo di altri rispetto a questa classe. La maggioranza delle osservazioni che si possono avanzare in merito derivano in modo preponderante dall’analisi del codice verbale parlato. Sono presenti sia un dire, sia un promettere che un raccontare (con ampio ricorso alla spettacolarità). DISCORSO TESTUALE Espressivo (nei toni), narrativo (nei contenuti dei primi due enunciati), informativo (nell’ultimo enunciato). FINE DELL’ATTO COMUNICATIVO Spinta alla prova (è uno degli obiettivi della pubblicità). TONO DELLA COMUNICAZIONE Amichevole, coinvolgente, calmo con un accenno d’ironia. SAPERE VEICOLATO Si finalizza in un avere. 379 Analisi MODELLI IN RAPPORTO AL SAPERE VEICOLATO Di consumo, si invita a fare di più o diversamente, quantomeno provando il prodotto. IL CONTENUTO NEI TERMINI DEL CONTESTO AMBIENTALE Parte delle scene sono ricostruite dal vero, parte sono frutto di animazione e computer grafica. Il tempo della narrazione non varia, e sembra risolversi in pochi istanti. L’ambientazione, dai pochi particolari che posso intravedere, sembra essere contemporanea. Sono presenti elementi irreali in una situazione realistica. Le scene si svolgono unicamente in interni domestici. Sia la localizzazione geografica che quella storica non variano durante lo spot. La prima non è definibile. IL CONTENUTO NEI TERMINI DI PLUS, BENEFIT, PROMESSA PLUS Garanzia di marca, tradizione. BENEFIT Risparmio grazie al formato convenienza. 380 Analisi PROMESSA Capacità di soddisfare le esigenze del proprio gatto, ad un costo inferiore e potendo, contemporaneamente, contare su di un marchio il cui nome s’è consolidato nel tempo. VALORI Non sono presenti valori particolari. WHISKAS 2 Questo spot, pur appartenendo alla medesima campagna, e pur avendo come protagonisti gli stessi simpatici animaletti, si presenta diverso rispetto al precedente. Innanzitutto devo segnalare l’assenza della base musicale. Ma non ci sono particolari problemi: i rumori dei suoni prodotti dal topo bungeejumping sono esilaranti, veramente molto carini. In particolare segnalo il rumore emesso dallo stesso quando raggiunge la ciotola del latte (fotogrammi due e cinque). Ovviamente suono ed immagine sono pienamente sincronizzati, in quanto identificati l’uno nell’altra. Dal punto di vista delle immagini una sola nota: le inquadrature sono fisse, ed i colori decisamente più spenti rispetto alla pubblicità precedente. Sopra a tutti risalta il viola/fuxia della confezione, ripetuto sulla ciotola e sulla busta 381 Analisi (sarà sufficiente una rapida occhiata in storyboard per notarlo). Un piccolo appunto circa le inquadrature: alcune (fotogramma sei e discesa del topo successiva, non presente in storyboard) sono particolarmente belle, soprattutto considerato che sono state realizzate in animazione. Il codice verbale costituisce un ulteriore elemento distintivo. È assente la voce femminile fuori campo, ed è unicamente quella del topo a veicolare spiegazioni ed informazioni. Gli enunciati non si differenziano dai precedenti: Fotogramma fra il nove ed il dieci: “I GATTI ISTINTIVAMENTE PREFERISCONO WHISKAS”. Fotogrammi undici e dodici: “PROVA IL FORMATO CONVENIENZA”. Compare un ulteriore elemento informativo: il sito internet, strettamente legato allo spot, visto il nome assunto (“WWW.PEPPERMOUSE.IT”). è posizionato in basso a sinistra, che, nell’ordine di lettura della pagina, comporta un buon grado di memorizzazione. I caratteri sono minuscoli e scritti in piccolo, in modo da non renderlo particolarmente evidente. 382 Analisi SPRITE Diversi sono i punti per cui questa pubblicità si differenzia rispetto a quelle precedenti, così come esistono anche alcuni elementi d’incontro, già analizzati. Uno di questi ultimi è la presenza di un’introduzione alla base musicale, introduzione che supporta l’evento ironico (si veda la seconda parte dello spot Mentos). La prima differenza, invece, si incontra nel prodotto sponsorizzato. In effetti, non si tratta unicamente di presentare un prodotto, ma, soprattutto, un evento. Visto il genere d’evento, musicale, si crea una stretta alleanza fra il tipo di prodotto ed il target group (prevalentemente composto da giovani), in relazione con stili di vita e modelli di consumo. È come se nella pubblicità Sprite fosse presente una doppia sponsorizzazione: sull’evento e sul prodotto. Si tratta di una modalità di spettacolarizzazione tipicamente pubblicitaria, in cui il prodotto accresce la propria importanza, divenendo centro d’attenzione privilegiato. Probabilmente per questo risulta particolarmente evidente l’intreccio instaurato, a diversi livelli, dai codici. A proposito del registro musicale, esso si trova strettamente legato agli altri, e non svolge meramente una funzione di supporto. Dico questo perché il peso dei vari registri nella pubblicità Sprite è il medesimo per tutti, nessuno prevale in modo evidente. Tale processo è palesato anche nell’altro spot di questa campagna. Inoltre, altra particolarità, la base musicale non 383 Analisi si può identificare come jingle, né, in effetti, come jingle-motivo, se non di carattere peculiare. È, infatti, stato creato appositamente per l’occasione. Contiene gli elementi principali dell’atto comunicativo. Tipica l’introduzione, motivo d’attrazione dell’attenzione dei telespettatori. Il motivo, ripetuto, ne facilita l’apprendimento, soprattutto in associazione con il prodotto. Ciò che crea ancoraggio con il pubblico non è solo la base musicale, ma un elemento ripreso nella scena: colui che osserva dalla finestra (o colui che sta passando l’aspirapolvere nel secondo spot). In realtà, proprio quella persona siamo noi. Di volta in volta, infatti, il protagonista dello spot guarda in modo interrogativo questa figura in equilibrio fra esterno ed interno. Lo straniamento del protagonista va condiviso con l’osservatore estraneo alla vicenda…che, in altre parole, siamo noi, i telespettatori. Ridere insieme ad altri è molto più facile che da soli. Bene, l’osservatore interno/esterno fornisce questo pretesto. In altre parole ci trascina e ci suggerisce quale sia il modo per interpretare la scena. Non ci sono dubbi sul carattere di tale interpretazione: stupore. Rimaniamo allibiti di fronte ad una bottiglia che contiene in sé una tale energia musicale. Più precisamente, anche il tipo di ironia suscitato è diverso dai casi precedenti: non siamo di fronte unicamente ad eventi inattesi, a doppi sensi, a situazioni paradossali ed altamente improbabili o fantastiche. Maggiormente presente è lo 384 Analisi straniamento (con l’aggiunta di un poco di spavento) della protagonista stessa. E, sempre con l’aiuto dell’ignaro osservatore, ne diventiamo partecipi con estrema facilità. Naturalmente con la speranza di diventare, come la nostra attrice, immediatamente consumatori di Sprite, lasciandoci coinvolgere dal tono della comunicazione, nonché dall’entusiasmo. Un accenno al secondo spot, quello che ha come protagonista l’uomo di mezza età. Voglio solo far notare come la strutturazione della pubblicità sia identica, variando unicamente nella vicenda ironica narrata. Ma anche il principio che muove l’attenzione rimane quello dello straniamento, e del tentativo di comprendere cosa lo stia provocando. La stretta interazione fra codici, qui ripetuta in modo identico, fa pensare che sia stata progettata appositamente. Scheda te cnica DURATA 14’’ : 12 circa BATTUTE AL MINUTO 385 Analisi 122 circa FORMAT Scena dal vero unita ad umorismo. TECNICA Real time. Dal punto di vista del montaggio l’unica tecnica è quella del montaggio di immagini in movimento. Non sono presenti particolari tecniche di montaggio e ripresa. L’unico elemento di grafica computerizzata è applicato alla headline in chiusura. FORMATO REGISTRO VISIVO: è composto da immagini filmiche, con montaggio delle stesse. Non sono utilizzati effetti computerizzati se non per l’enunciato in chiusura. Le immagini sono girate con camera a spalla e sono fisse, nel senso che presentano una inquadratura alla volta, non compiendo particolari movimenti. I movimenti dell’obiettivo, gli zoom, sono assenti. REGISTRO VERBALE: 386 Analisi SCRITTO: svolge, innanzitutto, due funzioni: da un lato supporta visivamente ciò che viene detto oralmente; dall’altro aggiunge informazioni al codice verbale parlato. Il primo caso è quello dei fotogrammi dieci e, in parte, dodici, il secondo si riscontra nei fotogrammi undici e, in parte, dodici. Fotogramma graficamente dieci: il logo viene della visualizzato manifestazione, supportata da Sprite. Il codice verbale pronuncia, contemporaneamente, le medesime parole. Fotogramma undici: in questa immagine non troviamo corrispondenza con il codice verbale parlato. Si tratta di una informazione aggiuntiva, in cui si evidenziano i luoghi in cui avrà luogo la manifestazione. Fotogramma dodici: è la vera e propria immagine di chiusura, sulla quale applicherò l’analisi delle pubblicità a stampa. Ripete ciò che viene enunciato oralmente ed aggiunge nuove informazioni circa il sito internet consultabile per avere ulteriori informazioni sull’evento (“WWW.PIRATEMUSICATTACK.NET”). Headline: “ASCOLTA LA TUA SETE”, supportato, oralemente da “SPRITE”. Quest’ultima parola non è 387 Analisi presente in quanto rappresentata nel packshot. Si tratta dello slogan tradizionale di questa bevanda. È stato, nel corso del tempo, memorizzato e costituisce, dunque, marca connotativa del prodotto. È qui presentato in modo originale, in movimento, grazie ad effetti di grafica computerizzata. Visual: l’immagine principale è caratterizzata dalla bottiglia di Sprite. Relazione Headline/Visual: si completano vicendevolmente. Bodycopy: corrisponde all’headline, non esiste, quindi, nell’accezione tradizionale. Packshot: è presente in posizione centrale. Coincide con il visual. Logo e marchio: è identificato con la bevanda. Comunque, non compare. Pay-off: non esiste un vero e proprio payoff, se si esclude l’informazione a proposito del sito internet. PARLATO: opera una funzione di ancoraggio, supporto e, soprattutto, spiegazione del registro visivo (ed, in un certo senso, anche di quello sonoro). È presente unicamente come voce maschile fuori campo. Si ode dopo cinque secondi e venti centesimi (circa) dall’inizio dello spot; ne presento gli enunciati e la 388 Analisi successione in rapporto ai fotogrammi presentati in storyboard. Dal fotogramma sette al fotogramma dieci: “QUANDO LA MUSICA ATTACCA NESSUN POSTO E’ SICURO/ STA ARRIVANDO SPRITE PIRATE MUSICA ATTACK”. Dal fotogramma dodici alla fine: “ASCOLTA LA TUA SETE/ SPRITE”. Nel secondo punto la parola “SPRITE” svolge un’azione di completamento al codice verbale scritto. Questa parola, infatti, non è presente in grafica (è, probabilmente, rappresentata dalla bottiglia di Sprite). RAPPORTO VISIVO/PARLATO: si integrano e supportano in modo egregio, creando a volte ridondanza l’uno con l’altro, a volte completandosi fornendo informazioni aggiuntive. CODICE LINGUISTICO: per il registro parlato è l’italiano standard, con alcuni elementi in inglese, caratterizzanti il codice verbale scritto. 389 Analisi REGISTRO MUSICALE: è caratterizzato da un genere musicale piuttosto deciso, rock, appartenente alla grande categoria delle basi musicale percepite come “caotiche”. L’ingresso della musica costituisce, in primo luogo ed in un primo momento, una vera e propria introduzione. Si veda lo storyboard al fotogramma due: è un accenno che sarà ripreso per esteso dal fotogramma quattro in poi. Subirà, successivamente, un’unica variazione: una diminuzione di volume in corrispondenza del fotogramma sette, per lasciar posto al registro verbale parlato. Ciò che rende ancor più caotica questa base è il picco che subisce nel momento d’entrata, supportato dalla breve durata. Non si tratta propriamente di un jingle ma di un motivo-jingle utilizzato in tutte le pubblicità della campagna e creato appositamente per l’occasione viste le parole che contiene: “SPRITE MUSIC PIRATE ATTACK”. Confrontandole con il registro verbale parlato e scritto, notiamo un elemento ulteriore di ridondanza ed avvicendamento. FUNZIONI DI JULIEN: implicativa: ciò che mantiene, a mio avviso, il contatto con il pubblico è l’irruenza della base al secondo fotogramma, e la 390 Analisi corrispondente inquadratura della bottiglia. Ci induce a chiederci cosa sia associato ad un prodotto in grado di sprigionare tale energia sonora. La funzione imperativa non è presente in modo determinante. La funzione mnemonica, invece, è giocata proprio a livello sonoro. Ciò non implica che il motivo musicale venga ricordato, comporta unicamente la possibilità che venga riconosciuto nel momento in cui è trasmesso, e che lo si associ, nello stesso istante, al prodotto. FUNZIONI DI JAKOBSON: per la funzione fatica faccio riferimento a quanto detto sopra per Julien (funzione implicativa). Particolare attenzione a quella metalinguistica: non ho incontrato, sin’ora, uno spot in cui i codici fossero così legati fra loro, così intimamente connessi. In questo caso anche le parole pronunciate sulla base musicale si riferiscono all’evento ed al prodotto sponsorizzati. MODALITA’ DI SPETTACOLARIZZAZIONE C’è un unico passaggio interessante nel corso del video: si passa dal fotogramma nove al dieci attraverso un effetto vento, che da la sensazione di aver attraversato (con un colpo d’occhi velocissimo) una distanza maggiore rispetto a quella inquadrata. 391 Analisi In chiusura ad attrarre è il movimento della headline, sviluppato attraverso grafica computerizzata. Per il resto le immagini sono sobrie, non sono presenti scenografie particolarmente elaborate e nemmeno un’eccessiva cura della fotografia. L’effetto ironico è dovuto soprattutto alla situazione vissuta dalla protagonista, che è, oltretutto, un’anziana signora, genere cui si fa spesso ricorso per creare situazioni divertenti. STRUTTURA NARRATIVA Bassa. Sono anche assenti necessità di conoscenze previe. L’unico elemento necessario per comprendere sino in fondo lo spot è capire il genere di evento sponsorizzato. Ma, anche quando ciò non avvenisse, risulterà chiaro quale sia il prodotto sponsorizzato. IL PRODOTTO/SERVIZIO GRADO DI PRESENZA Costante durante tutto il corso della pubblicità. Fondamentale in chiusura. LIVELLI DI CENTRALITA’ Discorso diretto, argomentato ampliamente. Le caratteristiche del prodotto sono affidate maggiormente alla promessa insita nel 392 Analisi consumo di Sprite. Si tratta sia di modelli di consumo, che di stili di vita. MODALITA’ DI DESCRIZIONE DELLE SUE CARATTERISTICHE Solo accennate, e per lo più nella headline, cioè come slogan, identificativo dell’identità di marca più che delle caratteristiche fisiche del prodotto stesso. Questo caso è oltretutto particolare, in quanto la bevanda sponsorizza un evento, non solo se stessa. GRADO DI REFERENZIALITA’ Alto, localizzato in modo equilibrato sui tutti i registri presenti. RAPPORTO PRODOTTO/MARCA Identificazione. L’ENUNCIATORE SOGGETTO ENUNCIATORE È interno a proposito della anziana signora, esterno grazie alla voce fuori campo. INTERPELLAZIONE DEL RECETTORE PRESENZA 393 Analisi Assente. SESSO, ETA’, GENERE. Non sono presenti particolari restrizioni. MODALITA’ DEL DISCORSO PUBBLICITARIO FUNZIONI DELL’ENUNCIATORE Raccontare, attraverso un ricorso diffuso alla spettacolarità. Dire, apportando informazioni (sia sull’evento, sia sul prodotto). DISCORSO TESTUALE Informativo. FINE DELL’ATTO COMUNICATIVO Persuasivo ed informativo. TONO DELLA COMUNICAZIONE Amichevole ed entusiasta, con caratteri d’emotività. SAPERE VEICOLATO Si finalizza in un fare e, secondariamente, in un avere. MODELLI IN RAPPORTO AL SAPERE VEICOLATO Di consumo ma, soprattutto, di vita. 394 Analisi IL CONTENUTO NEI TERMINI DEL CONTESTO AMBIENTALE Prevale una localizzazione storica contemporanea, geograficamente non determinabile in modo preciso. Il tempo narrativo non varia nel corso della vicenda. Ambientazione in esterni urbani, non eccessivamente curata. I colori sono pastello, con il verde della bottiglia Sprite che spicca sopra tutti. L’ambientazione sembra essere reale, e non ricostruita. L’unico passaggio brusco ed ambiguo è rappresentato dall’effetto vento fra il nono ed il decimo fotogramma, che sembra proiettarci in luogo distante da quello dove sin’ora s’è svolta la vicenda. IL CONTENUTO NEI TERMINI DI PLUS, BENEFIT, PROMESSA PLUS Tradizione, garanzia di marca. BENEFIT È quello dello svago, ma unicamente in rapporto all’evento pubblicizzato, non al prodotto. PROMESSA Divertimento (ancora maggiormente legato all’evento musicale). 395 Analisi VALORI Anticonformismo. Non ne trovo, comunque, nessuno in particolare. 396 Analisi TOPEXAN Riporto questo spot unicamente per alcune particolarità che presenta. Innanzitutto il format. Esso si basa sul testimone, cioè sulla presenza di un personaggio noto che garantisce per la bontà del prodotto (per approfondimenti vedi Appendice 1.). L’elemento ironico di questo spot è rappresentato proprio dal fatto che due dei protagonisti svolgono la professione del comico, alias Pali e Dispari. Hanno avuto molto successo con le edizioni recenti di Zelig, spettacolo di satira per teatro adattato alla televisione. Certo, il rischio che si corre è di ricordare il testimonial dimenticando quale sia il prodotto sponsorizzato. Ma, forse per la loro simpatia, forse per il loro successo presso i giovani, forse, e soprattutto, perché è proprio ai giovani che si rivolgono, non è difficile ricordare di cosa abbiano parlato. Unito al format del testimone c’è quello della soluzione del problema. I due si accingono ad aiutare il ragazzo (e, in un altro spot, la ragazza) con problemi di brufoli. Non ci sono mezze misure: il discorso è diretto, va dritto dritto al sodo. L’unico elemento che richiede conoscenze previe è, nel dialogo, la comprensione di un determinato slang. Per il resto vengono chiaramente fornite indicazioni sulla situazione, ironica di per sé. Ma anche informazioni riguardanti il prodotto stesso, la sua efficacia ecc… Anche dal punto di vista delle immagini ci sono evidenti novità. In primo luogo il ricorso diffuso ad effetti di computer grafica: 397 Analisi come l’inserire il video nel video, sotto forma di baloon (si vedano i fotogrammi uno e tre) cui corrisponde un supporto sonoro tramite rumori stereotipati, come nei fumetti. In effetti, per molti versi, questo spot sembra un cartone animato, anche per il particolare tipo d’ironia. Essa, oltre che ad essere veicolata dalla figura dei due comici, è presente nella narrazione. È diversa da quelle sin’ora incontrate: si focalizza attorno alla burla ai danni di una persona, come avveniva per lo schema di Ceccarelli (si veda il capitolo Pubblicità ironica e Comunicazione). Torniamo alle immagini. I colori sono sgargianti, decisi, allegri, vivaci. Gli elementi in blu scarseggiano, forse per dare risalto alla confezione di Topexan. Probabilmente per lo stesso motivo sono presenti prevalentemente i toni del giallo, con cui il blu instaura un contrasto netto. Oltre all’effetto video nel video di grafica computerizzata, sono presenti, nei passaggi fra alcuni fotogrammi, delle tendine orizzontali, che scorrono da destra a sinistra, supportate da un rumore stereotipato. Sono, in alcuni casi, poco visibili. Il codice sonoro è quello che più mi stupisce. Probabilmente a causa della costante presenza del codice verbale parlato il registro sonoro non svolge una funzione particolarmente attraente, è, anzi, difficile distinguerne nettamente i tratti caratteristici. Sembra essere, più che altro, una base di sottofondo, di accompagnamento. Veramente un riempitivo, con tutte le accezioni negative che il termine comporta. Credo 398 Analisi sarebbe stato meglio eliminarlo e lasciare maggior spazio ed importanza (nonché funzionalità) ai rumori di fondo, stereotipati o reali che siano. L’analisi può terminare qui. L’importante è aver compreso quanto sia differente far partecipare come protagonisti due comici professionisti (e riconosciuti tali dal pubblico), rispetto a due attori qualsiasi. Siamo certamente più predisposti al riso nel primo caso (anche quando la situazione non si presenti molto simpatica). Da ricordare, inoltre, che i due comici rivestono anche qui i panni dei due personaggi che li hanno resi celebri al pubblico di Zelig. La fama riportata in questo spettacolo è trasposta all’interno dello spot. 399 Analisi 892424 Questa pubblicità è la sola ironica (ovviamente all’interno dei tempi di ricerca) in cui sia presente un jingle. Esso occupa una brevissima parte dello spot, unicamente in chiusura, in corrispondenza della “pagina ad immagine fissa”. Il servizio sponsorizzato viene presentato con la conclusione dell’atto comico, che funge da introduzione. Il servizio stesso, dunque, risponde al format della soluzione del problema, unita ad umorismo e presenza di un testimone. Non solo la situazione è divertente dal punto di vista dello svolgimento narrativo, ma soprattutto grazie alla presenza di Bisio, noto comico professionista. Diversamente dal caso Topexan, qui il protagonista non porta in scena un proprio personaggio, ma un individuo “qualsiasi”, rappresentando il potenziale target group. Le tecniche cui si è fatto ricorso sono abbastanza semplici: tempo reale e montaggio di immagini in movimento. Non sono presenti novità o particolarità stilistiche nella fase di montaggio. Ciò che è possibile invece osservare con maggior facilità sono i movimenti di camera che, frequenti e veloci, seguono i personaggi ed i loro sguardi sulla scena. Alcune inquadrature sono oggettive (vediamo in quanto osservatori esterni), altre soggettive (vediamo attraverso gli occhi di Bisio). La pubblicità è suddivisibile in due sezioni, non nettamente distinte, ma che rispondono ad una tendenza già incontrata. La 400 Analisi prima parte è compresa fra i fotogrammi uno e quattro dello storyboard, e costituisce il vero e proprio sviluppo narrativo della vicenda ironica. Immediatamente dopo (fotogrammi cinque e sei) viene presentato il servizio. Si tratta di un accenno, in cui sono contenuti elementi riguardanti l’immagine dell’azienda che offre il servizio, nonché le caratteristiche fondamentali dello stesso (grazie alla voce fuori campo, maschile, adulta, rassicurante ed amichevole). Dal settimo fotogramma ha inizio la seconda parte. Nuovamente si sviluppa la scena ironica, che funge da supporto e rinforzo a quella precedente. Successivamente, nei fotogrammi otto e nove, compaiono caratteristiche più specifiche riguardanti il prodotto. È qui che viene posizionato il jingle. Nuovamente è presente la voce fuori campo. Le funzioni fatica/implicativa e mnemonica sono racchiuse sia nel format dell’ironia, sia nel jingle pubblicitario. Non è presente la funzione imperativa, probabilmente per associare per il maggior tempo possibile musica e informazione. Le scenografie non sono particolarmente lussuose ed elaborate, ma certamente curate nella fase di presentazione del servizio. In particolare risalta un senso di ordine (vedi fotogramma sei), ed i colori. Il ricorso a divise gialle, che spiccano sullo sfondo, è motivato dal fatto che il servizio è offerto da Pagine Gialle, che ricorre a questo colore come emblema. Esso viene ripreso unicamente in chiusura, risultando praticamente assente in tutte le altre inquadrature, che appaiono, anzi, prevalentemente scure 401 Analisi nei toni. Anche gli spazi delle ambientazioni sono diversi: angusti nelle parti in cui si svolge l’azione ironica, aperti e luminosi durante la presentazione del prodotto. Effetti di grafica computerizzata compaiono in chiusura, dove, con assolvenze, compaiono in successione i servizi di Pagine Gialle 892424, unitamente all’informazione sul costo delle chiamate. 402 Analisi SECTOR Chiudo l’analisi con questo spot per un motivo preciso. Quando ho iniziato a studiare il particolare fenomeno delle pubblicità ironiche credevo che la maggior parte di esse (o, quantomeno, un numero discreto) fosse basata sul contrasto che immagine e genere musicale fossero in grado di instaurare. Con grande delusione ho scoperto che non è così. Il maggior grado di attenzione è rivolto, a proposito del processo comico, alla struttura narrativa. Lo spot Sector rappresenta l’unica dimostrazione, lungo le due settimane di raccolta materiale, di ciò che inizialmente il mio interesse. La mia speranza è che, in futuro, si presti maggior attenzione verso strutturazioni pubblicitarie supportate da questo meccanismo. Dicevo: nello spot Sector il meccanismo ironico è supportato dal contrasto fra codice visivo e registro musicale. Vista la ricercatezza delle immagini, resa possibile da recenti tecnologie, sarebbe stato facile ipotizzare il ricorso ad una base di musica leggera, per rendere ancor più lirico ciò che osserviamo. Invece la base musicale ed il testo della canzone (soprattutto quest’ultimo) sono di tutt’altro genere. Il registro verbale scritto trova le parole adatte per esplicitare ciò che viene rappresentato, prevalentemente per chi non conosce il testo della canzone. A mio avviso, proprio il testo della canzone rappresenta un punto importantissimo di ancoraggio con il telespettatore, chiamandolo 403 Analisi in causa direttamente. Naturalmente, è sempre il registro verbale scritto ad esplicitare ciò che potrebbe, in molti, sorgere come un dubbio. Anche l’immagine di marca, attraverso questo processo, cambia. Dalla presentazione incentrata su attività sportive, sul raggiungimento di traguardi e risultati dopo lanci dal paracadute e scatti in pista, anche colui che non pratica sport (agonistico o estremo…o nessuno) viene chiamato in causa. Siamo tutti protagonisti (o meglio, lo siamo stati) di una vittoria nella nostra vita: “…ANCHE TU, ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA, HAI CORSO PIU’ VELOCE DI TUTTI GLI ALTRI”. È come se ci venisse detto: “non ti preoccupare, non dovrai fare grandi cose, perché di una, la più importante, sei già stato protagonista”. Senza conoscenze previe riguardo il trend seguito dalla Sector in materia pubblicitaria, non si apprezzerebbe sino in fondo questo spot. Certo, indipendentemente da tutto ciò, la comunicazione raggiunge risultati eccellenti. In rapporto a schemi già osservati in precedenza osservo come anche in questo caso si sia di fronte a divisioni in micro-sezioni. L’unica e grande differenza è data dal fatto che, diversamente dagli spot Breezer (ad esempio), le diverse micro-sezioni coinvolgono unicamente il codice iconico. Invece, per la comprensibilità della narrazione e dell’evento ironico, è necessario seguire attentamente ogni passaggio. Noto con piacere un ulteriore elemento concernente il rapporto musica e immagine. I tabù sessuali sono quelli verso cui l’ironia 404 Analisi è presente in modo preponderante, e rischia, spesso, di scadere in volgarità. Credo dunque che individuare una base musicale per immagini così delicate non sia stato un compito semplice. La canzone di Vasco si è rivelata un ottima scelta, in grado di farci sorridere (e ridere, grazie al valido supporto del codice verbale scritto), ma non di rendere l’atmosfera banale o volgare. Sarebbe stato facile, in altre parole, rischiare un flop, creando una pubblicità di cattivo gusto, o ricorrendo ad altri generi. O abbandonare il lato ironico della vicenda, magari affidandolo unicamente al registro verbale scritto, per associare alle immagini una base musicale “consona”. Il mio augurio è che in futuro più spot possano usufruire di sottigliezze come questa. Scheda te cnica DURATA 29’’ : 23 circa BATTUTE AL MINUTO 70 in media FORMAT 405 Analisi Umorismo, per quanto riguarda il rapporto fra musica ed immagine. Si potrebbe parlare anche di “documentario”, visto il genere di immagini. TECNICA Si tratta di riprese dal vero, decisamente significative. Sono presenti effetti di grafica computerizzata per quanto riguarda i titoli (fotogrammi tre, sei e nove in storyboard) e le ultime immagini (vedi fotogrammi undici e dodici). FORMATO REGISTRO VISIVO: immagine filmica con montaggio di immagini in movimento. Non sono presenti effetti speciali, escludendo la difficoltà nel reperire immagini come queste! Sono presenti effetti di grafica computerizzata nei titoli ed in chiusura, ma non si tratta di nulla di eclatante. REGISTRO VERBALE: SCRITTO: il codice verbale scritto è quello attorno al quale si sviluppa, o meglio, esplicita l’azione ironica. Esso si sviluppa in tre titoli ed una immagine di chiusura: 406 Analisi Fotogramma tre: “ANCHE TU MERITI UN SECTOR.”, Fotogramma sei: “PERCHE’ ANCHE TU, ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA,”, Fotogramma nove: “HAI CORSO PIU’ VELOCE DI TUTTI GLI ALTRI.”. È interessante localizzare, innanzitutto, questo tipo di enunciati all’interno delle campagne Sector. Carattere distintivo di queste ultime era l’individuazione del target group principalmente in sportivi (c’è stata una serie di spot che aveva come protagonisti praticanti di sport estremi) e la presentazione di valori altamente morali, in particolar modo il senso di libertà. La “leggerezza” di questa pubblicità è il primo elemento ad apparire disarmante. I contenuti dei primi due enunciati ci inducono, quindi, a pensare che il trend non sia variato, per poi smentire. Il contenuto emotivo che viene veicolato dagli enunciati è nuovo ed inaspettato. Altra particolarità: proprio i primi due enunciati sono presentati con un curioso effetto visivo: sembra si allontanino in profondità, nello schermo. Dico “curioso” perché accade esattamente 407 Analisi il contrario per la terza proposizione: si avvicina lentamente a noi, emergendo dal nero del video. Headline: “SECTOR NO LIMITS” si tratta dello slogan tradizionale Sector. Nella prima parola è rappresentato il marchio della Casa. Visual: è composta dall’immagine del prodotto. Relazione Headline/Visual: completamento. Bodycopy: “NO LIMITS”, parte contenente la headline, indica la promessa incarnata dal prodotto nei confronti del pubblico. Packshot: coincide con il visual. Logo e marchio: è presente il logo Sector, parte integrante della headline. Pay-off: “NO LIMITS”, coincide con bodycopy e parte della headline. PARLATO: assente. RAPPORTO VISIVO/SCRITTO: questo rapporto è singolare: crea straniamento durante le prime inquadrature, quando il codice verbale ci comunica qualche cosa su cui non riusciamo a formulare inferenze. Questa difficoltà aumenta nel contrasto con le immagini, che non permettono di chiarire il 408 Analisi mistero, anzi, lo infittiscono. Solamente grazie al terzo enunciato comprendiamo cosa accade. L’unico elemento in grado di svelarci immediatamente il senso dell’intero spot è il codice sonoro: individuata la canzone, abbiamo già il sorriso sotto i baffi! CODICE LINGUISTICO: italiano per il testo della canzone e per i tre titoli. Inglese per lo slogan in chiusura. REGISTRO MUSICALE: il genere musicale è quello della musica leggera rock (Vasco Rossi con Vado al Massimo). Questo motiva la scelta della linea azzurra in storyboard, soprattutto in relazione allo spezzone del brano scelto (successivamente il ritmo aumenta ed il pezzo diventa maggiormente aggressivo). La linea del sonoro continua indica che il brano non viene mai interrotto. Subisce unicamente una dissolvenza in chiusura. Tale dissolvenza era necessaria in quanto lo spezzone qui presentato è quello d’inizio della canzone, che si protrae a lungo dopo il tempo occupato dallo spot. Una cesura netta avrebbe determinato una vera e propria rottura nello spot stesso. Non si tratta, 409 Analisi comunque di un jingle, e nemmeno di un motivojingle, in quanto compare unicamente in questo spot. FUNZIONI DI JULIEN: ciò che maggiormente richiama l’attenzione e la memorizzazione (funzione mnemonica) della pubblicità da parte del pubblico è la canzone famosissima che ne costituisce la base. Tale situazione viene supportata dal senso che le parole del testo acquistano in relazione ad immagini e codice verbale scritto. La funzione imperativa non è particolarmente presente sin quasi in chiusura. Infatti, nel fotogramma dieci sono racchiuse tre inquadrature del video: solo queste tre inquadrature variano significativamente in contemporanea alla cadenza del ritmo musicale. FUNZIONI DI JAKOBSON: per la funzione fatica rimando a quella implicativa di Julien. La funzione metalinguistica, a noi cara, è efficace a fini ironici unicamente in relazione al contrasto instaurato dai codici, successivamente sanato. Importante la funzione conativa: il destinatario è direttamente chiamato in causa, in particolar modo dal testo della canzone e, meglio, dal significato che acquista in questo spot. 410 Analisi MODALITA’ DI SPETTACOLARIZZAZIONE Non sono presenti novità stilistiche nel montaggio. Le immagini sono invece decisamente ricercate, e la loro scelta è curata. Non sono presenti elementi visivi scioccanti o improbabili, anzi, niente di più reale. L’ironia si sviluppa, come ho detto, su un altro livello. Gli effetti di grafica computerizzata sono minimi e riguardano i titoli e l’immagine di chiusura. In generale, pur non presentando nulla di straordinario, l’insieme appare molto curato. CITAZIONE Assente. STRUTTURA NARRATIVA È legata soprattutto al codice verbale scritto, supportato da quello visivo. IL PRODOTTO/SERVIZIO GRADO DI PRESENZA Bassa, solo in chiusura. Inoltre v’è identificazione con la marca e il modello d’orologio non compare affatto. LIVELLI DI CENTRALITA’ 411 Analisi Discorso ironico (registro visivo) unito a discorso diretto (nel registro verbale la parola “SECTOR” compare immediatamente). Il discorso diretto è scarno di elementi riferiti al prodotto, ma ricco per quanto riguarda informazioni sull’azione ironica e sull’identità di marca. In chiusura è essenziale. MODALITA’ DI DESCRIZIONE DELLE SUE CARATTERISTICHE Si riscontrano unicamente nella promessa. GRADO DI REFERENZIALITA’ Discorso referenziale localizzato sul piano visivo e verbale scritto. RAPPORTO PRODOTTO/MARCA Identificazione e coincidenza fra i due. L’ENUNCIATORE SOGGETTO ENUNCIATORE Spermatozoi. Non credo possa riferire ulteriori informazioni! Codice verbale scritto. INTERPELLAZIONE DEL RECETTORE 412 Analisi PRESENZA Non è presente, ma, visto il soggetto enunciatore, potrebbe essere ognuno di noi. MODALITA’ DEL DISCORSO PUBBLICITARIO FUNZIONI DELL’ENUNCIATORE Dire, attuato all’interno di un discorso referenziale prevalentemente emotivo. DISCORSO TESTUALE Espressivo. FINE DELL’ATTO COMUNICATIVO Persuasivo. TONO DELLA COMUNICAZIONE Infonde sicurezza. SAPERE VEICOLATO Si finalizza in un avere ed in un essere intesi come. MODELLI IN RAPPORTO AL SAPERE VEICOLATO Di vita e di consumo. 413 Analisi IL CONTENUTO NEI TERMINI DEL CONTESTO AMBIENTALE Non si può dire molto, presupposto che le immagini siano reali e non frutto Un’attenzione di ai elaborazioni colori. ed Dando accurate un’occhiata ricostruzioni. rapida allo storyboard notiamo a quali gradi d’attenzione veniamo coinvolti nell’atto comunicativo. E come il contatto sia mantenuto costante dall’alternarsi di spazi neri e (prevalentemente) appartenenti alle tonalità del rosa. Si può notare che l’immagine di chiusura raccolga entrambe gli elementi. IL CONTENUTO NEI TERMINI DI PLUS, BENEFIT, PROMESSA PLUS Tradizione, garanzia di marca. Moda. PROMESSA Libertà. 414 Analisi CONCLUSIONI Da quanto analizzato mi sembra che il panorama generale delle pubblicità a sfondo ironico sia alquanto deludente. Forse le mie aspettative erano troppo alte, ma m’immaginavo maggior attenzione per l’interazione di codici, soprattutto verso la cooperazione fra registro visivo e registro sonoro. Quest’ultimo sembra essere vittima, in modo particolare, di un’assenza di interesse ed impegno. Per lo più appare sfruttato (nell’accezione negativa del termine), come collante o riempitivo nei confronti del video. Le immagini, appunto, sembrano predominare, per interesse, per professionalità, per l’estrema cura con cui sono strutturate. Utilizzare in modo adatto il codice sonoro porterebbe indubbiamente a risultati, se non eccellenti, quanto meno migliori. Anche durante l’analisi, non è difficile notare come i due registri siano fortemente integrati (forse è meglio dire integrabili?). Tant’è vero che, spesso, diventa difficile separarli completamente. Così come è avvenuto per la comunicazione ironica, anche qui la loro separazione risponde più a criteri di chiarezza che ad evidenti discriminazioni funzionali. Anche là dove l’azione ironica è centrata maggiormente su di un avvenimento, essi partecipano attivamente alla costruzione della struttura narrativa. Inoltre ho evidenziato più volte come protagonisti siano non solo le basi musicali, ma i rumori di 415 Analisi fondo. Frequentemente questi ultimi vengono scelti accuratamente e fanno parte di conoscenze previe e stereotipi che abbiamo acquisito sin da giovane età. La collaborazione fra i due codici dovrebbe essere studiata più attentamente in fase di realizzazione anche perché, nella maggior parte dei casi (ma non nella totalità), i messaggi verbali (scritti e/o parlati) sono minimali, ridotti all’essenziale, ed il registro visivo/sonoro raccoglie tutte le responsabilità della buona riuscita dell’atto comunicativo. La mia speranza è che, in futuro, si parli e studi maggiormente questo interessante connubio, anche per rendere più affascinante il processo pubblicitario, che rischia, a mio avviso, di subire un periodo di stagnazione. Spero inoltre che, grazie a spot ben riusciti, si possano ascoltare nuovamente grandi successi del passato. Contemporaneamente le pubblicità possono diventare (e lo sono già, in gran misura) nuovi veicoli musicali, seppur si tratti di strumenti di diffusione sui generis (mi riferisco alle innumerevoli implicazioni che può avere la primaria necessità di “vendita”, unitamente alla trasmissione di stili di vita e di consumo). Mi sarebbe piaciuto, in chiusura, poter presentare un modello di comunicazione per pubblicità ironiche, ma l’atto creativo, direi quasi geniale, che permette di creare spot ben riusciti non è 416 Analisi facilmente sondabile. Comunque felice per aver attraversato un terreno ancora poco noto, spero che le pubblicità continuino a farci ridere e sorridere, al di là di (sterili!?) polemiche. 419 Appendice 1. APPENDICE 1. I format di comunicazione per gli spot La dimostrazione La dimostrazione è la tecnica più efficace per un prodotto che abbia caratteristiche originali, visivamente dimostrabili. Dati da ricerche effettuate in USA dimostrano che la comunicazione pubblicitaria che passi attraverso una dimostrazione convince meglio, in modo più efficace e più veloce di ogni altro tipo di comunicazione. Il testimone Un altro classico della comunicazione è la testimonianza di una persona sulla bontà o sulle prestazioni del prodotto. In questo caso, il messaggio aumenta la sua credibilità soprattutto perché di solito queste testimonianze vengono raccolte con la tecnica dell’intervista capace quindi di dare un senso di grande verità alla testimonianza. Un altro approccio è quello dell’esperto che consente una testimonianza di valore…se lo dice un esperto ti puoi fidare. Il principe della testimonianza è il personaggio famoso, visto che il pubblico è più attento ai personaggi famosi. Al di là dei costi e delle ragioni di budget dobbiamo tenere presente che il ruolo del testimone si sposi con il prodotto o con il servizio che dobbiamo pubblicizzare. Come dobbiamo sempre tenere presente che il testimone può sempre incorrere in cali di popolarità o in “incidenti” di popolarità e se il prodotto è troppo legato al testimone si possono correre dei rischi… Attenzione in ogni caso all’uso delle celebrità perché a volte possono distogliere l’attenzione dal prodotto pubblicizzato o come si usa dire in gergo, possono “cannibalizzarlo” mentre in ogni buona comunicazione pubblicitaria ciò che deve emergere dal messaggio e rimanere in testa al consumatore deve essere soltanto il prodotto e la sua performance. Il presentatore È una tecnica ottima introdurre le novità. per Scenette dal vero o “slice of life” È una scena ripresa come se fosse dal vero. Lo “slice of life” letteralmente “fetta di vita”, è una mini commedia interpretata dai personaggi della vita di ogni giorno che interagiscono con il 420 Appendice 1. prodotto o con il servizio offerto. Nello “slice of life” il nucleo fondamentale è quello che viene chiamato il “conflitto”. Si tratta di un elemento narrativo che attraverso uno scontro di opinioni o di convincimenti tra due o più persone permette di spiegare al meglio le prestazioni del prodotto. Al “conflitto” fa generalmente seguito una “conversione”, un atteggiamento di totale soddisfazione da parte di chi prima avversava il prodotto in grado di convincere anche lo spettatore più smaliziato. La soluzione del problema Una variante dello “slice of life” è quella della descrizione di una storia con un problema che poi giunge a lieto fine grazie all’intervento del prodotto. Uno spot a lieto fine, grazie al prodotto pubblicizzato. Life style Ecco lo spot basato sullo stile di vita, è uno spot d’immagine dove si parla del prodotto con nonchalance, ma soprattutto si sottolinea la sua personalità. Sono in genere di comunicati che fanno leva sui desideri, sui sogni e sulle proiezioni. È il format più usato per i profumi, per le bevande, alcoliche e non, e generalmente per i prodotti voluttuari. Sono comunicazioni che hanno bisogno di alti investimenti, grande frequenza ed esecuzioni scintillanti. Non ci sono idee centrali da vendere, ma solo sogni ed emozioni. La favola È una forma di comunicazione che fa lavorare la fantasia, un racconto irreale che permette al prodotto di fare delle cose magiche. Umorismo Gli spot divertenti con senso di humor sono quelli che disarmano gli ascoltatori e li metttono nelle condizioni più favorevoli per ricevere il messaggio pubblicitario. Bisogna tenere presente che l’umorismo si logora in fretta quindi bisogna essere innovativi e freschi rinnovando lo spot continuamente cambiando personaggi e situazioni.(vedi anche foglio c appunti su la Poetica). L’anacronismo È la comunicazione che comunica per paradossi e usa situazioni veramente irreali. Un altro format che ci permette di giocare tra storia e tempo e di essere completamente surreali nella comunicazione. Bambini e animali Al di là della necessità di utilizzarli come fruitori quando abbiamo prodotti destinati a loro, i bambini piccoli e i cuccioli sono in grado di fermare l’attenzione della maggioranza degli spettatori 421 Appendice 1. e spesso sono molto utili per poter dimostrare la facilità, la semplicità d’uso oppure la delicatezza dei prodotti che vogliamo pubblicizzare. La cinepresa nas co sta Candid Camera o Specchio Nascosto. È una tecnica molto collaudata che permette di vedere di nascosto le reazioni di un incauto testimone di fronte a situazioni impreviste o a provocazioni. Si rivela altamente convincente quando si possono far coincidere situazioni e promessa del prodotto. Intervista Si tratta di interviste realizzate con taglio giornalistico a montaggio serrato e ritmato. Sono spot che risultano sempre molto convincenti. Molti detersivi utilizzano questo format di comunicazione. Documentario Ci si può rifare allo stile documentaristico presentando il prodotto o il servizio con un taglio culturale ed educativo. L’efficacia di questo tipo di spot dipende molto dalla qualità delle immagini, che devono sempre essere eccezionali, ma soprattutto dalla possibilità di rendere molto più credibile la promessa. Produ c t p resentation È la semplice presentazione del prodotto con la voce fuori campo che ne illustra i vari plus e i benefici. Semplice ed efficace. Se abbiamo la fortuna di avere a disposizione un prodotto che visivamente possa dimostrare tutti i suoi vantaggi o le proprie prestazioni questo è il miglior format possibile. Musical Piccola commedia musicale a favore del prodotto. La realizzazione di questi spot è generalmente molto complessa e costosa e quando non sia realizzata al meglio può accadere di ottenere risultati catastrofici. Quando invece è realizzata come si deve, con musica orecchiabile, buone coreografie ed eccellenti interpretazioni, può diventare molto memorabile. Comparazione side by side È il confronto diretto tra due soluzioni al problema presentate contemporaneamente o in rapida successione. Funziona meglio dove si possa far uso di pubblicità comparativa. Dove possa essere utilizzata questa tecnica è estremamente efficace e convincente. Jingle first Sono gli spot basati su un jingle creato e studiato apposta per la 422 Appendice 1. comunicazione, spot che cercano di entrare in modo simpatico nella mente del consumatore, con un ritornello reiterato che cercherà di farsi ricordare e fischiettare. La canzone famosa Sono spot che utilizzano una canzone famosa magari entrata in hit parade oppure una canzone che sta per essere lanciata utilizzando quindi la sinergia dello spot con il lancio della canzone in hit parade. Sono operazioni che hanno anche lo scopo di avvicinare il prodotto a quel particolare mondo musicale legandosi con un interprete che sarà in qualche modo anche il testimonial della campagna. La via contraria è stata invece percorsa da Levi’s jeans che ha utilizzato un pezzo sconosciuto che poi, grazie all’utilizzo in comunicazione, è diventato un pezzo da primi posti in classifica. Il film famoso L’atmosfera e la musica del film vengono trasferiti nello spot. È un genere ricorrente in pubblicità; in voga per alcuni anni, viene prima abbandonato per poi tornare, sfruttando l’onda di qualche grande successo. Per mancanza di originalità, pur non essendo l’ultima spiaggia, non depone certo a favore dei creativi che scelgono questa via. <<I media si modificano vicendevolmente. Ogni volta che sulla scena ne arriva uno nuovo, il ruolo degli altri ne risulta modificato. A volte tali modificazioni sono oggettivamente minime, ma ciò non toglie che debbano venir prese seriamente in considerazione.>>∗ ∗ Day B., Avete 30 secondi, Milano, Lupetti, 1990. 423 Appendice 2. APPENDICE 2. Tipi di inquadratura Campo totale È detto anche semplicemente totale. È il campo nel quale appaiono tutti i personaggi che agiscono in una scena. Campo lunghissimo In cui il soggetto principale corrisponde ad un vasto panorama. È il campo che abbraccia il maggior spazio possibile; la figura umana appare lontanissima e piccolissima. Campo lungo Che mostra gran parte di un ambiente all’interno del quale s’iniziano a distinguere uno o più soggetti primari. Le figure umane occupano una piccola parte dell’inquadratura. Campo medio In cui vengono inquadrati uno o più personaggi che emergono rispetto all’ambiente, che risulta comunque ancora leggibile. Le figure umane sono a media distanza dalla macchina da presa e hanno sempre aria intorno, non arrivano cioè a toccare i margini dell’inquadratura. Fuori campo Indica tutto ciò che sta fuori dal campo di ripresa e che quindi non appare o non si ode nell’inquadratura. Figura intera Che mostra uno o più personaggi dai piedi alla testa. I piedi toccano il margine inferiore dell’inquadratura. Piano americano Che mostra uno o più personaggi dalle ginocchia in su. Piano medio La figura umana appare tagliata a mezzo busto. Primo piano In cui viene mostrato solo il volto o una piccola parte dell’ambiente. L’inquadratura della figura umana può essere tagliata all’altezza del petto. Primissimo piano L’inquadratura è riempita dalla sola testa dell’attore. Si può naturalmente avere un primissimo piano abbondante, ossia con il collo dell’attore; e un primissimo piano ristretto, con la bocca e gli occhi ai limiti del campo. 424 Appendice 2. Dettaglio È un’inquadratura ravvicinata nella quale appare un oggetto o parte del corpo umano (gli occhi, una mano, ecc…), ingranditi in modo da occupare completamente lo schermo. Inquadratura oggettiva Inquadratura ripresa come se fosse vista da un personaggio estraneo alla vicenda del film. Se la macchina da presa riprende la scena da una posizione accessibile all’occhio di un occasionale spettatore, l’inquadratura oggettiva si dice reale; nel caso opposto (ad esempio ripresa attraverso le fiamme di un caminetto) l’inquadratura oggettiva si dice irreale. Inquadratura soggettiva È l’inquadratura che viene ripresa dal punto di vista di un personaggio. In questo caso l’asse ottico dell’obiettivo coincide con gli occhi dell’attore. Il campo lungo e lunghissimo hanno solitamente una funzione descrittiva o introduttiva all’azione, mentre il campo medio, la figura intera e il piano americano sono utilizzati in prevalenza per esprimere relazioni di tipo sociale tra i soggetti inquadrati. Il piano ravvicinato, il primo piano e il dettaglio, invece, servono in genere a far emergere un ritratto dalle forti connotazioni psicologiche, che riesca a stabilire una più grande intimità tra il soggetto e lo spettatore suscitando così in quest’ultimo delle emozioni. 425 Appendice 2. Angoli di ripresa Normale L’obiettivo viene collocato di fronte al personaggio o alla scena, più o meno alla stessa altezza. Di solito tale angolo di ripresa rafforza il valore descrittivo dell’immagine; se il personaggio guarda in macchina, però, si ha l’impressione che si rivolga direttamente al pubblico aumentando, così, il livello di coinvolgimento dello spettatore (interpellanza). L’asse ottico appare orizzontale. Asse ottico inclinato verso il basso Produce un effetto di schiacciamento sui personaggi, comunicando l’intenzione di ridurne l’importanza, di indebolirli. Asse ottico inclinato verso l’alto Ingrandendo i personaggi, attribuisce loro un senso di superiorità e potenza. Inquadrature oblique dal basso L’asse ottico dell’obiettivo appare inclinato; la macchina guarda verso l’alto. Inquadrature oblique dall’alto L’asse ottico dell’obbiettivo appare inclinato; la macchina guarda verso il basso. Inquadrature verticali supine L’asse ottico dell’obiettivo appare verticale; la macchina guarda verso il basso. La scelta dell’inquadratura e dell’angolo di ripresa rivestono fondamentale importanza non soltanto per i messaggi audiovisivi, ma per qualunque altro tipo di comunicazione basata sull’immagine (fotografie, illustrazioni, disegni). 426 Appendice 2. Movimenti di ma c china Mac china fissa La macchina da presa è ferma e non si muove nemmeno l’obiettivo. Mac china a mano Abolito il cavalletto, abolito qualsiasi tipo di carrello, la macchina da presa viene tenuta semplicemente nelle mani dell’operatore. Ovviamente per far questo è necessaria una macchina da presa maneggevole ed una particolare abilità dell’operatore. Non solo bisogna far sentire il meno possibile le oscillazioni, inevitabili quando si cammina, ma si deve avere anche un senso del movimento e dell’oggetto da riprendere. La macchina a mano diventa allora veramente una specie di occhio umano che scruta la realtà. La differenza con le riprese classiche, formalmente ineccepibili, risulta nel maggior calore, nella maggiore umanità che acquista l’immagine con la macchina a mano. I carrelli ottici I carrelli ottici si ottengono con obiettivi speciali, detti zoom o pancinor. Essi possono essere applicati anche sugli apparati tradizionali e complessi come dolly, carrello, gru, a cui danno una maggior scioltezza. Il loro difetto è di essere troppo meccanici, e quindi freddi, e di poter essere utilizzati solo per movimenti in linea retta. Sostituiscono cioè esclusivamente i carrelli avanti e quelli indietro. La sedia a rotelle Permette di unire la sensibilità della macchina a mano con una certa stabilità di movimento, eliminando soprattutto le oscillazioni dovute al movimento delle gambe dell’operatore. Le inquadrature hanno sempre la stessa altezza, ma la leggera angolazione dal basso non nuoce alla loro composizione. L’unico difetto di questo espediente è che necessita di un pavimento levigato e uniforme. Panoramica La macchina è ferma, ma l’obiettivo può essere mosso in orizzontale, verticale o in obliquo. Carrello La macchina è montata su di un carrello, appunto, che si sposta lungo dei binari per eseguire movimenti fluidi sul piano frontale, per spingersi in profondità o muoversi trasversalmente sul set. Dolly La macchina è montata su di un supporto a forma di piccola gru, 427 Appendice 2. montato a sua volta su di un carrello mobile (il dolly, appunto) che consente una serie di movimenti in orizzontale e in verticale. Piano sequenza Si tratta di girare una scena facendo a meno del montaggio. Gru Dispositivo che ingigantisce le caratteristiche già viste per il carrello e per il dolly: in questo caso la piattaforma, con quattro o sei ruote, è enorme e sempre sistemata su rotaie; sulla piattaforma è sistemata la gru vera e propria, a bilancia; il braccio più lungo della bilancia può essere allungabile o fisso e porta sull’estremità una piattaforma girevole capace di sorreggere due tecnici, la macchina da presa e anche un proiettore di luce; il braccio più corto della bilancia ha un’incastellatura dove vengono messi dei contrappesi che servono a bilanciare il peso dell’altro braccio. Steady cam Cioè “cinepresa stabile”. Superlativo per effettuare riprese a mano in movimento con risultati di perfetta stabilità e fluidità. Una macchina da presa leggera viene sistemata su un reticolo di asticelle, snodi e contrappesi, che a sua volta viene fissato sulle spalle dell’operatore. La camera può essere montata sul congegno a qualsiasi altezza, anche vicino ai piedi del cameraman, perché questi può vedere l’inquadratura in un piccolo video di una microtelecamera collegata a quella principale. Poiché ogni movimento brusco viene smorzato e ovattato, l’uso dello steadycam può non essere ottimale in riprese dove anche la camere debba, soggettivamente, avvertire segni di brusca o di drammatica violenza. I mezzi di fortuna Un ascensore aperto, un treno in movimento, un camion, un’automobile, il carrello porta mattoni di un cantiere, una barella a ruote, una gru vera e propria, ecc…, cono mezzi di fortuna che possono trovarsi sul luogo di lavorazione, o far parte della scena prevista. Le oscillazioni, non sempre inevitabili, sono tuttavia giustificate dalla verità della scena ripresa, dal fatto che il mezzo su cui si viaggia (specie se lo si fa parzialmente vedere o intuire) oscilla davvero. 428 Appendice 3. Altri elementi espres sivi Illuminazione, messa a fuoco. Caratteristiche dei soggetti umani presenti Abbigliamento, postura, spetto generale del corpo, espressioni del volto, gesti e azioni, relazioni nello spazio con altri personaggi, oggetti e ambiente. 429 Appendice 3. APPENDICE 3. Le te cniche Nell’ambito della produzione pubblicitaria esistono una serie di tecniche, cinematografiche e non, che ci consentono di sottolineare ed esprimere meglio le idee del nostro storyboard. La scelta di una particolare tecnica che si sposa con la filosofia comunicazionale del prodotto non è da trascurare. Cartoons Comunicare in profondità ai bambini. Permettono di raccontare storie o favole che abbiano bisogno di un tocco di poesia. Il cartone animato è un linguaggio, una calligrafia distinta che può aiutare a rendere peculiare e memorabile il nostro messaggio pubblicitario. Animazione a stop di fotogramma L’animazione consiste nel muovere gli oggetti prima di ogni ripresa su singolo fotogramma. 25 fotogrammi al secondo. Pupazzi di plastilina. Marionette È il mondo dei teatrini di quando eravamo bambini. Ci sono delle case di produzione che con le marionette hanno creato dei veri e propri filoni di tecnica e di stile. Fondo limbo È una delle tecniche di ripresa e di scenografia più semplici. Si tratta di riprese su un fondo indefinito, cioè limbo: un semplice sfondo con ombra di colore neutro, preferibilmente grigio, dove il prodotto da riprendere vive come l’unico protagonista indiscusso dell’immagine. Il limbo è un fondo dove il pavimento si fonde con le pareti e il soffitto, senza limiti e senza direzione; di solito l’illuminazione schiarisce la base del fondo e sfuma verso lo scuro in alto. Slow motion o ralenti (rallentatore) È una tecnica di ripresa che viene effettuata ad altissima velocità. 100 fotogrammi per secondo. Fino a 5000 ftg. Queste riprese vengono poi proiettate a velocità normale, creando così l’effetto di rallentamento. Sono riprese di grande effetto che vengono 430 Appendici utilizzate con successo per creare grandi emozioni. Time laps Questa tecnica funziona esattamente all’opposto dello slow motion. Infatti, per ottenere questo risultato la cinepresa si muove ad un fotogramma per volta con un intervallo prefissato tra uno scatto e l’altro. Si ottiene così un numero molto basso di fotogrammi in un tempo molto lungo; questi fotogrammi proiettati poi a velocità normale (25 ftg sec) producono effetti inaspettati e molto attraenti da vedere. Si usa per esempio per vedere lo sbocciare dei fiori, la crescita delle piante, il muoversi frenetico del traffico per rendere molto dinamica una azione che richiede molto tempo. Blue back (s fondo blu) Croma key. Piano sequenza In pratica si tratta di girare lo spot tutto di un fiato in un unico “take” senza sosta. Snorkel (peris copio) L’obiettivo viene montato su un tubo che gli permette di entrare in spazi angusti, come le confezioni, per esempio. Si ottengono immagini minimaliste che diventano spettacolari Steady cam Consente alla macchina da presa di essere agganciata a un operatore in movimento mantenendo costantemente l’asse orizzontale e senza risentire di scosse e sobbalzi. Table top Sono le tecniche di ripresa utilizzate di solito per le riprese di cibi, e tutto quello che deve essere ripreso in primo piano. Ci sono degli esperti in questi tipi di riprese che sono grandi esperti di fotografia e stilisti nella preparazione dei cibi. Marcia indietro La pellicola viene editata facendola girare al contrario della ripresa ottenendo così azioni che vanno a marcia indietro. Si utilizza generalmente per provocare ilarità o per rivedere quanto mostrato in precedenza. Soggettiva È un altro tipo di ripresa in cui la macchina da presa vede le cose come se fossero gli occhi del protagonista. Camera car È un tipo di ripresa per i mezzi in movimento su strada. 431 Appendici Candid camera Si tratta di scene firate utilizzando la tecnica della cinepresa nascosta, di solito dietro uno specchio riflettente. Di solito si creano gag molto divertenti. Effetto notte (day fo r night) Chiamata anche notte americana, è una tecnica di ripresa che utilizzando un filtro particolare dà alle riprese effettuate in pieno giorno la parvenza di scene girate in notturna. Flash back (inserimento di s cene dal passato) Si utilizzano di solito delle tecniche di ripresa con effetto “flou” (sfumate) per dare l’idea del passare del tempo oppure si usano dissolvenze molto lunghe tra una scena e l’altra. Real time (tempo reale) È un altro tipo di ripresa usata di solito per una dimostrazione, per esempio dell’efficacia del prodotto, e che viene fatta in tempo reale. Cioè, la durata dello spot che noi vediamo è il tempo vero della dimostrazione; di solito lo si sottolinea con un super in video. Effetti spe ciali Consentono di effettuare riprese impossibili o troppo costose da realizzare dal vero. 435 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria CODICE DI AUTODISCIPLINA PUBBLICITARIA Norme preliminari e generali a) Finalità del Codice Il Codice di Autodisciplina Pubblicitaria ha lo scopo di assicurare che la pubblicità, nello svolgimento del suo ruolo particolarmente utile nel processo economico, venga realizzata come servizio per il pubblico, con speciale riguardo alla sua influenza sul consumatore. Il Codice definisce le attività in contrasto con le finalità suddette, ancorché conformi alle vigenti disposizioni legislative; l'insieme delle sue regole, esprimendo il costume cui deve uniformarsi l'attività pubblicitaria, costituisce la base normativa per l'autodisciplina pubblicitaria. b) Soggetti vincolati Il Codice di Autodisciplina Pubblicitaria è vincolante per utenti, agenzie, consulenti di pubblicità, gestori di veicoli pubblicitari di ogni tipo e per tutti coloro che lo abbiano accettato direttamente o tramite la propria associazione, ovvero mediante sottoscrizione di un contratto di pubblicità di cui al punto d). c) Obblighi degli enti firmatari la 436 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria Gli enti firmatari si impegnano a osservare ed a far accettare dai loro associati le norme del Codice stesso e dei Regolamenti autodisciplinari, a dare opportuna diffusione alle decisioni dell'organo giudicante, nonché ad adottare adeguati provvedimenti nei confronti dei soci che non si attengano al giudizio dell'organo stesso o siano recidivi. d) Clausola di accettazione Per meglio assicurare l'osservanza delle decisioni dell'organo giudicante, gli organismi aderenti si impegnano a far sì che ciascun soggetto a essi associato inserisca nei propri contratti una speciale clausola di accettazione del Codice, dei Regolamenti autodisciplinari e delle decisioni assunte dal Giurì, anche in ordine alla loro pubblicazione, nonché delle ingiunzioni del Comitato di controllo divenute definitive. e) Definizioni Agli effetti del Codice il termine "pubblicità" comprende ogni comunicazione, anche istituzionale, diretta a promuovere la vendita di beni o servizi quali che siano i mezzi utilizzati, nonché le forme di comunicazione disciplinate dal titolo VI. Il termine "prodotto" comprende qualsiasi oggetto della comunicazione pubblicitaria e si intende perciò esteso anche al servizio, metodo, trattamento e simili. 437 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria Il termine "messaggio" comprende qualsiasi forma di presentazione al pubblico del prodotto e si intende perciò esteso anche all'imballaggio, alla confezione e simili. Il termine "consumatore" comprende ogni persona cui è indirizzato il messaggio pubblicitario o che sia suscettibile di riceverlo. Agli effetti del Codice di Autodisciplina non costituisce pubblicità la distribuzione a scopo didattico di materiale pubblicitario quando sia richiesto dagli istituti scolastici pubblici o privati e l'uso avvenga sotto il controllo del personale docente. TITOLO I Regole di comportamento Art. 1 - Lealtà pubblicitaria La pubblicità deve essere onesta, veritiera e corretta. Essa deve evitare tutto ciò che possa screditarla. Art. 2 - Pubblicità ingannevole La pubblicità deve evitare ogni dichiarazione o rappresentazione che sia tale da indurre in errore i consumatori, anche per mezzo di omissioni, ambiguità o esagerazioni non palesemente iperboliche, specie per quanto riguarda le caratteristiche e gli effetti del prodotto, il prezzo, la gratuità, le condizioni di vendita, 438 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria la diffusione, l'identità delle persone rappresentate, i premi o riconoscimenti. Art. 3 - Terminologia, citazioni, prove tecniche e scientifiche, dati statistici Terminologia, citazioni e menzioni di prove tecniche e scientifiche devono essere usate in modo appropriato. Prove tecniche e scientifiche e dati statistici con limitata validità non devono essere presentati in modo da apparire come illimitatamente validi. Art. 4 - Testimonianze Le testimonianze devono essere autentiche, responsabili e controllabili. Codice di Autodisciplina Pubblicitaria 439 Art. 5 - Garanzie Le garanzie obbligatorie non possono essere pubblicizzate con modalità tali da fare ritenere che il loro contenuto sia maggiore o diverso. Qualora vengano pubblicizzate garanzie maggiori o diverse rispetto a quelle obbligatorie, la pubblicità deve precisare il contenuto e le modalità della garanzia offerta, oppure riportarne una sintetica ma significativa indicazione insieme al contestuale rinvio a fonti di informazione scritta disponibili presso il punto vendita o unite al prodotto. Art. 6 - Dimostrazione della verità dei messaggi Chiunque si vale della pubblicità deve essere in grado di dimostrare, a richiesta del Giurì o del Comitato di controllo, la veridicità dei dati, delle descrizioni, affermazioni, illustrazioni e la consistenza delle testimonianze usate. Art. 7 - Identificazione della pubblicità La pubblicità deve essere sempre riconoscibile come tale. Nei mezzi in cui, oltre la pubblicità, vengono comunicati al pubblico informazioni e contenuti di altro genere, la pubblicità inserita deve essere nettamente distinta per mezzo di idonei accorgimenti. Art. 8 - Superstizione, credulità, paura 440 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria La pubblicità deve evitare ogni forma di sfruttamento della superstizione, della credulità e, salvo ragioni giustificate, della paura. Art. 9 - Violenza, volgarità, indecenza La pubblicità non deve contenere affermazioni o rappresentazioni di violenza fisica o morale o tali che, secondo il gusto e la sensibilità dei consumatori, debbano ritenersi indecenti, volgari o ripugnanti. Art. 10 - Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona La pubblicità non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose dei cittadini. La pubblicità deve rispettare la dignità della persona umana in tutte le sue forme ed espressioni. Art. 11 - Bambini e adolescenti Una cura particolare deve essere posta nei messaggi che si rivolgono ai bambini e agli adolescenti o che possono essere da loro ricevuti. Questi messaggi non devono contenere nulla che possa danneggiarli psichicamente, moralmente o fisicamente e non devono inoltre abusare della loro naturale credulità o mancanza di esperienza, o del loro senso di lealtà. In particolare questa pubblicità non deve indurre a: 441 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria violare norme di comportamento sociale generalmente accettate; compiere azioni o esporsi a situazioni pericolose; ritenere che il mancato possesso del prodotto pubblicizzato significhi inferiorità, oppure mancato assolvimento dei loro compiti da parte dei genitori; sollecitare altre persone all'acquisto del prodotto pubblicizzato. L'impiego di bambini e adolescenti in messaggi pubblicitari deve evitare ogni abuso dei naturali sentimenti degli adulti per i più giovani. Art. 12 - Salute, sicurezza e ambiente La pubblicità di prodotti suscettibili di presentare pericoli, in particolare per la salute, la sicurezza e l'ambiente, specie quando detti pericoli non sono facilmente riconoscibili, deve indicarli con chiarezza. Comunque la pubblicità non deve contenere descrizioni o rappresentazioni tali da indurre i destinatari a trascurare le normali regole di prudenza o a diminuire il senso di vigilanza e di responsabilità verso i pericoli. Art. 13 - Imitazione, confusione e sfruttamento 442 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria Deve essere evitata qualsiasi imitazione pubblicitaria servile anche se relativa a prodotti non concorrenti, specie se idonea a creare confusione con altra pubblicità. Deve essere inoltre evitato qualsiasi sfruttamento del nome, del marchio, della notorietà e dell'immagine aziendale altrui, se inteso a trarre per sé un ingiustificato profitto. Art. 14 - Denigrazione È vietata ogni denigrazione delle attività, imprese o prodotti altrui, anche se non nominati. Art. 15 - Comparazione È consentita la comparazione quando sia utile a illustrare, sotto l'aspetto tecnico o economico, caratteristiche e vantaggi dei beni e servizi pubblicizzati, ponendo a confronto obiettivamente caratteristiche essenziali, pertinenti, verificabili e rappresentative di beni e servizi concorrenti, che soddisfano gli stessi bisogni o si propongono gli stessi obiettivi. La comparazione deve essere leale e non ingannevole, non deve ingenerare rischi di confusione, nè causare discredito o denigrazione. Non deve trarre indebitamente vantaggio dalla notorietà altrui. Art. 16 - Variabilità Codice di Autodisciplina Pubblicitaria 443 Un messaggio accettabile per un determinato mezzo o per un determinato prodotto non necessariamente è accettabile per altri, in considerazione delle differenti caratteristiche dei vari mezzi pubblicitari e dei vari prodotti. Nei casi di cui ai successivi articoli 17, 18, 21, 27, 28 e 46 sono consentiti messaggi che non contengano tutte le informazioni ivi previste, quando i messaggi stessi si limitino a enunciazioni generiche. La conformità di un annuncio pubblicitario alle norme del Codice non esclude la possibilità, per i mezzi, di rifiutare, in base alla loro autonomia contrattuale, la pubblicità difforme da più rigorosi criteri da loro eventualmente stabiliti. TITOLO II Norme Particolari A) Sistemi di vendita Art. 17 - Vendite a credito La pubblicità relativa a vendite a credito deve precisare chiaramente l'entità del versamento iniziale e delle rate successive, il tasso di interesse e gli oneri accessori nonché il prezzo totale del prodotto. Essa deve particolarmente precisare le condizioni di riservato dominio e simili, nonché quelle della locazione o del noleggio con patto di riscatto. 444 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria Art. 18 - Vendite a distanza La pubblicità relativa a vendite a distanza deve descrivere chiaramente i prodotti offerti in vendita, i prezzi e le condizioni di pagamento, le condizioni di fornitura nonché quelle di annullamento della vendita, qualora siano previste. Essa deve inoltre indicare identità, sede e indirizzo della ditta inserzionista. Art. 19 - Forniture non richieste È vietata la pubblicità relativa a forniture non richieste, che mirino a obbligare il ricevente al pagamento qualora questi non rifiuti i prodotti fornitigli o non li rinvii al fornitore. Codice di Autodisciplina Pubblicitaria 445 Art. 20 - Vendite speciali La pubblicità delle vendite speciali, e in particolare quella relativa alle vendite promozionali, deve indicare chiaramente in che cosa consiste la favorevole occasione d'acquisto, nonché la scadenza dell'offerta. Quest'ultima indicazione non è richiesta sulla confezione. Art. 21 - Manifestazioni a premio La pubblicità relativa alle manifestazioni a premio, realizzate attraverso concorsi od operazioni a premio, deve mettere il pubblico in grado di conoscere chiaramente e agevolmente le condizioni di partecipazione, i termini di scadenza e i premi, nonché - nei concorsi - il loro numero, le modalità di assegnazione e i mezzi con cui verranno resi noti i risultati. B) Settori merceologici Art. 22 - Bevande alcoliche La pubblicità delle bevande alcoliche non deve contrastare con l'esigenza di favorire l'affermazione di modelli di consumo ispirati a misura, correttezza e responsabilità. Ciò a tutela dell'interesse primario delle persone, e in particolare dei bambini e degli adolescenti, a una vita familiare, sociale e lavorativa protetta dalle conseguenze connesse all'abuso di bevande alcoliche. 446 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria In particolare la pubblicità deve evitare di: incoraggiare un uso eccessivo e incontrollato, e quindi dannoso, delle bevande alcoliche; rappresentare situazioni di attaccamento morboso al prodotto e, in generale, di dipendenza dall'alcool o di indurre a ritenere che il ricorso all'alcool possa risolvere problemi personali; rivolgersi o fare riferimento, anche indiretto, ai minori, e comunque rappresentare questi ultimi intenti al consumo di alcool; associare la guida di veicoli con l'uso di bevande alcoliche; indurre il pubblico a ritenere che il consumo delle bevande alcoliche contribuisca alla lucidità mentale e all'efficienza fisica e sessuale e che il loro mancato consumo comporti una condizione di inferiorità fisica, psicologica o sociale; indurre il pubblico a trascurare le differenti modalità di consumo che è necessario considerare in relazione alle caratteristiche dei singoli prodotti e alle condizioni personali del consumatore; utilizzare come tema principale dell'annuncio l'elevato grado alcolico di una bevanda. Art. 23 - Prodotti cosmetici e per l'igiene personale La pubblicità relativa ai prodotti cosmetici e per l'igiene personale non deve indurre a ritenere che essi abbiano caratteristiche, proprietà e funzioni diverse da quella di essere Codice di Autodisciplina Pubblicitaria 447 applicati sulle superfici del corpo umano, sui denti e sulle mucose della bocca, allo scopo esclusivo o prevalente di pulirli, deodorarli, profumarli, correggerne l'aspetto estetico, ovvero proteggerli per mantenerli in buono stato. Tale pubblicità, quindi, pur potendo presentare detti prodotti come aventi caratteristiche sussidiarie per la prevenzione di particolari situazioni patologiche, purché a tale scopo abbiano formule e ingredienti specifici, non deve indurre il consumatore a confondere i prodotti cosmetici o per l'igiene personale con i medicinali, con i presìdi medico-chirurgici e con i trattamenti curativi. Art. 23 bis - Integratori alimentari e prodotti dietetici La pubblicità relativa agli integratori alimentari e ai prodotti dietetici non deve vantare proprietà non conformi alle particolari caratteristiche dei prodotti, ovvero proprietà che non siano realmente possedute dai prodotti stessi. Inoltre detta pubblicità deve essere realizzata in modo da non indurre i consumatori in errori nutrizionali e deve evitare richiami a raccomandazioni o attestazioni di tipo medico. Queste regole si applicano anche agli alimenti dietetici per la prima infanzia, a quelli che sostituiscono in tutto o in parte l'allattamento materno e a quelli che servono per lo svezzamento o per l'integrazione alimentare dei bambini. 448 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria Art. 24 - Trattamenti fisici ed estetici La pubblicità relativa ai trattamenti fisici ed estetici della persona non deve indurre a ritenere che tali trattamenti abbiano funzioni terapeutiche o restitutive, ovvero abbiano la capacità di produrre risultati radicali, e deve evitare richiami a raccomandazioni o attestazioni di tipo medico. Art. 25 - Prodotti medicinali e trattamenti curativi La pubblicità relativa a medicinali e trattamenti curativi deve tener conto della particolare importanza della materia ed essere realizzata col massimo senso di responsabilità nonché in conformità alla scheda tecnica riassuntiva delle caratteristiche del prodotto. Tale pubblicità deve richiamare l'attenzione del consumatore sulla necessità di opportune cautele nell'uso dei prodotti invitando in maniera chiara ed esplicita a leggere le avvertenze della confezione e non inducendo a un uso scorretto dei prodotti medesimi. In particolare, la pubblicità al consumatore relativa alle specialità medicinali da banco deve comprendere la denominazione del medicinale e quella comune del principio attivo; quest'ultima non è obbligatoria se il medicinale è costituito da più princìpi attivi, o se la pubblicità ha il solo scopo di rammentare genericamente la denominazione del prodotto. Codice di Autodisciplina Pubblicitaria 449 Inoltre la pubblicità relativa alle specialità medicinali da banco o ai trattamenti curativi non deve: indurre a ritenere che l'efficacia del medicinale sia priva di effetti secondari, o che la sua sicurezza o la sua efficacia sia dovuta al fatto che si tratta di una sostanza naturale; attribuire al medicinale o al trattamento un'efficacia pari o superiore a quella di altri; far apparire superflua la consultazione del medico o l'intervento chirurgico o indurre a un'errata autodiagnosi; rivolgersi esclusivamente o prevalentemente ai bambini o indurre i minori a utilizzare il prodotto senza adeguata sorveglianza; avvalersi di raccomandazioni di scienziati, di operatori sanitari o di persone largamente note al pubblico, o del fatto che é stata autorizzata l'immissione in commercio del medicinale, né far riferimento a certificati di guarigione in modo improprio o ingannevole; assimilare il medicinale a un prodotto alimentare, cosmetico o ad un altro prodotto di consumo; indurre a ritenere che il medicinale o il trattamento curativo possano migliorare il normale stato di buona salute, così come la loro mancanza possa avere effetti pregiudizievoli, a meno che si tratti di una campagna di vaccinazione; 450 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria avvalersi in modo improprio, ingannevole o impressionante di rappresentazioni delle alterazioni del corpo umano dovute a malattie o lesioni, o dell'azione del medicinale. Art. 26 - Corsi di istruzione e metodi di studio o insegnamento La pubblicità relativa a corsi di istruzione e metodi di studio o di insegnamento non deve contenere alcuna promessa di lavoro né esagerare le possibilità di impiego o di remunerazione che si offrono a coloro che seguono i corsi stessi o adottano i metodi proposti e neppure offrire titoli e qualifiche non riconosciuti o comunque non ottenibili con questi mezzi. 451 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria Art. 27 - Operazioni finanziarie e immobiliari La pubblicità diretta a sollecitare o promuovere operazioni finanziarie e in particolare operazioni di risparmio e di investimento in beni mobili o immobili deve fornire chiare ed esaurienti informazioni onde non indurre in errore circa il soggetto proponente, la natura della proposta, la quantità e le caratteristiche dei beni o servizi offerti, le condizioni dell'operazione, nonché i rischi connessi, onde consentire ai destinatari del messaggio, anche se privi di specifica preparazione, di assumere consapevoli scelte di impiego delle loro risorse. Essa in particolare: deve evitare, nell'indicare i tassi annui di interesse, di utilizzare termini quali "rendita" e "resa" nel senso di sommatoria fra reddito di capitali e incremento del valore patrimoniale; non deve incitare ad assumere impegni e a versare anticipi senza offrire idonee garanzie; non deve proiettare nel futuro i risultati del passato nè pubblicizzare i rendimenti ottenuti calcolandoli su periodi che non siano sufficientemente rappresentativi in relazione alla particolare natura dell'investimento e alle oscillazioni dei risultati. 452 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria La pubblicità per le operazioni immobiliari deve essere espressa in forme atte a evitare l'ingannevolezza derivante dal far passare investimenti mobiliari per immobiliari o dal privilegiare l'aspetto economico immobiliare senza fornire adeguate indicazioni sulla reale natura mobiliare dell'investimento. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche alla pubblicità relativa all'attività bancaria e a quella assicurativa, quest'ultima quando sia necessario metterne in evidenza l'aspetto di investimento. Art. 28 - Viaggi organizzati La pubblicità relativa ai viaggi organizzati, sotto qualsiasi forma, deve fornire informazioni complete e accurate, con particolare riguardo al trattamento e alle prestazioni incluse nel prezzo minimo di partecipazione. L'annuncio deve mettere in evidenza un invito a considerare con attenzione le condizioni di partecipazione, di pagamento e di recesso, contenute nella documentazione informativa o nel modulo di adesione. Art. 28 bis - Giocattoli, giochi e prodotti educativi per bambini La pubblicità relativa a giocattoli, giochi e prodotti educativi per bambini non deve indurre in errore: sulla natura e sulle prestazioni e dimensioni del prodotto pubblicizzato; 453 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria sul grado di abilità necessario per utilizzare il prodotto; sull'entità della spesa, specie quando il funzionamento del prodotto comporti l'acquisto di prodotti complementari. In ogni caso, questa pubblicità non deve minimizzare il prezzo del prodotto o far credere che il suo acquisto sia normalmente compatibile con qualsiasi bilancio familiare. TITOLO III Organi e loro competenza Art. 29 - Composizione del Giurì Il Giurì è composto da un numero di membri compreso fra nove e quindici, nominati dall'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria e scelti fra esperti di diritto, di problemi dei consumatori, di comunicazione. I membri del Giurì durano in carica due anni e sono riconfermabili. L'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria nomina tra i membri del Giurì il presidente e i due vicepresidenti che svolgono le funzioni del presidente in assenza di questi. I membri del Giurì non possono essere scelti fra esperti che esercitano la loro attività autodisciplina pubblicitaria. professionale in materia di 454 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria Art. 30 - Composizione del Comitato di controllo Il Comitato di controllo, organo garante degli interessi generali dei consumatori, è composto da dieci a quindici membri nominati dall'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria e scelti tra esperti di problemi dei consumatori, di tecnica pubblicitaria, di mezzi di comunicazione e di materie giuridiche. I membri del Comitato di controllo durano in carica due anni e sono riconfermabili. I membri del Comitato non possono essere scelti fra esperti che esercitano la loro attività professionale in materia di autodisciplina pubblicitaria. L'Istituto nomina tra i membri del Comitato il presidente e i vicepresidenti. Il Comitato può operare articolato in sezioni di almeno tre membri ciascuna, presiedute dal presidente o da un vicepresidente. Art. 31 - Princìpi per il giudizio I membri del Giurì e del Comitato di controllo svolgono le loro funzioni secondo il proprio libero convincimento e non in rappresentanza di interessi di categoria. Nell'adempimento dei loro compiti i membri del Giurì e del Comitato di Controllo sono tenuti ad osservare il massimo riserbo. Art. 32 - Funzioni del Giurì e del Comitato di controllo 455 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria Il Giurì esamina la pubblicità che gli viene sottoposta e si pronuncia su di essa secondo il Codice di autodisciplina pubblicitaria. Nelle vertenze nelle quali non sia coinvolto l'interesse del consumatore, il Giurì, su concorde richiesta delle parti, può costituirsi in collegio arbitrale irrituale decidendo con un lodo. Il presidente del Giurì stabilisce la relativa procedura caso per caso. Il Comitato di controllo: sottopone in via autonoma al Giurì, anche in seguito a segnalazioni pervenute, i messaggi a suo parere non conformi alle norme del Codice che tutelano l'interesse del consumatore o la pubblicità; esprime pareri consultivi su richiesta del presidente del Giurì; può invitare in via preventiva a modificare la pubblicità che appaia non conforme alle norme del Codice; può emettere ingiunzione di desistenza ai sensi dell'art. 39; su richiesta della parte interessata, esprime in via preventiva il proprio parere, circa la conformità alle norme del Codice che tutelano l'interesse del consumatore, della pubblicità sottopostagli in forma definitiva ma non ancora diffusa. Il parere viene espresso sotto riserva della validità e completezza dei dati e delle informazioni fornite dalla parte richiedente. A questa condizione l'approvazione impegna il Comitato di controllo a non agire d'ufficio contro la pubblicità approvata. Le 456 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria parti nei cui confronti è stato espresso il parere preventivo devono astenersi da ogni utilizzazione del parere medesimo per fini di pubblicità. In qualsiasi momento il Giurì e il Comitato di controllo possono richiedere che chi documentazioni idonee si vale a della consentire pubblicità fornisca l'accertamento della veridicità dei dati, delle descrizioni, affermazioni, illustrazioni o testimonianze usate. Per la valutazione delle documentazioni prodotte il Giurì o il Comitato di controllo possono avvalersi dell'opera di esperti. Salvo quanto disposto nel presente Codice, il Giurì e il Comitato di controllo esplicano le loro funzioni senza formalità. Codice di Autodisciplina Pubblicitaria 457 Art. 33 - Segreteria La Segreteria dell'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria svolge anche attività di segreteria per il Giurì e il Comitato di controllo. La Segreteria attesta la pendenza di procedimenti avanti il Giurì e, su richiesta degli interessati, ne rilascia certificazione scritta. Art. 34 - Sede e riunioni Il Giurì, il Comitato di controllo e gli uffici di segreteria hanno sede presso l'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria. Il Giurì e il Comitato di controllo e le sue sezioni si riuniscono tutte le volte che se ne presenti la necessità, su convocazione dei rispettivi presidenti da comunicarsi almeno tre giorni prima della data da essi fissata. Tale termine può non essere osservato in casi di particolare urgenza. Le riunioni del Giurì e del Comitato di controllo non sono pubbliche. Il Giurì é validamente costituito con la presenza di almeno tre membri; il Comitato di controllo, in seduta plenaria, di almeno cinque membri. In assenza del presidente e dei vicepresidenti assume la presidenza il membro più anziano di età. Il Giurì e il Comitato di controllo, quest'ultimo in sessione plenaria, deliberano con il voto della maggioranza dei membri presenti; in caso di parità, prevale il voto di chi presiede. 458 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria Nelle sezioni del Comitato le decisioni devono essere prese all'unanimità; in caso contrario la decisione viene demandata al Comitato in sessione plenaria. Le sezioni del Comitato di controllo sono validamente costituite con la presenza di almeno tre membri. Nelle loro riunioni il Giurì e il Comitato di controllo sono assistiti da un funzionario di Segreteria tenuto al segreto d'ufficio e che si allontana al momento della deliberazione del Giurì. Art. 35 - Amministrazione Le modalità amministrative relative alle istanze al Giurì e ai servizi resi dall'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria sono decise dal Consiglio Direttivo. TITOLO IV Norme procedurali e sanzioni Art. 36 - Istanze al Giurì e segnalazioni al Comitato di controllo Chiunque ritenga di subire pregiudizio da attività pubblicitarie contrarie al Codice di Autodisciplina può richiedere l'intervento del Giurì nei confronti di chi, avendo accettato il Codice stesso in una qualsiasi delle forme indicate nelle Norme preliminari e generali, abbia commesso le attività ritenute pregiudizievoli. La parte interessata deve presentare un'istanza scritta indicando la pubblicità che intende sottoporre all'esame del Giurì, 459 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria esponendo le proprie ragioni e allegando la relativa documentazione e i previsti diritti d'istanza. I singoli consumatori, come le loro associazioni, possono gratuitamente segnalare al Comitato di controllo i messaggi pubblicitari ritenuti non conformi alle norme del Codice di autodisciplina che tutelano gli interessi generali del pubblico. Le istanze di azione e di procedimento arbitrale devono essere indirizzate al presidente del Giurì; le segnalazioni al Comitato di controllo e le richieste di parere preventivo al presidente del Comitato di controllo. Art. 37 - Procedimento avanti al Giurì Ricevuta l'istanza, la presidenza del Giurì nomina fra i membri del Giurì un relatore, dispone la comunicazione degli atti alle parti interessate assegnando loro un termine, non inferiore agli otto e non superiore ai dodici giorni liberi lavorativi, per il deposito delle rispettive deduzioni e di eventuali documenti e le convoca avanti al Giurì entro il termine più breve possibile per la discussione orale che dovrà vertere soprattutto sugli aspetti della controversia che non sia stato possibile trattare per iscritto. Alla discussione partecipa un rappresentante del Comitato di controllo appositamente delegato. Nei procedimenti a istanza di parte, il presidente del Giurì può richiedere al Comitato parere consultivo scritto, stabilendo il termine per il deposito. 460 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria Esaurita la discussione, il Giurì: qualora ritenga la pratica sufficientemente istruita emette la propria decisione; qualora ritenga necessario acquisire ulteriori elementi di prova rimette gli atti al relatore, il quale provvede al più presto e senza formalità all'assunzione degli atti istruttori ritenuti necessari, esauriti i quali egli restituisce gli atti al Giurì per l'ulteriore corso del procedimento; qualora durante il procedimento siano emersi elementi tali da fare ritenere la sussistenza di violazioni non previste nell'istanza in esame, le accerta, le contesta, e dichiara d'ufficio, salva la necessità di disporre la relativa istruttoria. In qualsiasi momento del procedimento il Giurì può chiedere, senza formalità, al Comitato di controllo pareri su qualsiasi questione. Avanti al Giurì le parti possono farsi assistere e rappresentare da legali e consulenti. Art. 38 - Decisione del Giurì Il Giurì, al termine della discussione, emette la sua decisione, il cui dispositivo viene immediatamente comunicato alle parti. Quando la decisione stabilisce che la pubblicità esaminata non è conforme alle norme del Codice di Autodisciplina Pubblicitaria, Codice di Autodisciplina Pubblicitaria 461 il Giurì dispone che le parti interessate desistano dalla stessa, nei termini indicati dall'apposito Regolamento autodisciplinare. Il dispositivo, quando opportuno, fornisce precisazioni sugli elementi riprovati. Nel più breve termine il Giurì deposita la pronuncia presso la Segreteria che ne trasmette copia alle parti e agli enti interessati. Le decisioni del Giurì sono definitive. Art. 39 - Ingiunzione di desistenza Se la pubblicità presa in esame appare manifestamente contraria a una o più norme del Codice di Autodisciplina Pubblicitaria, il presidente del Comitato di controllo, con proprio provvedimento, può ingiungere alle parti di desistere dalla medesima. Il provvedimento, succintamente motivato, viene trasmesso dalla Segreteria alle parti, con la segnalazione che ciascuna di esse può proporre motivata opposizione al Comitato di controllo nel termine non prorogabile di dieci giorni. La mancata presentazione dell'opposizione, o l'inosservanza del termine prescritto, o l'assenza di motivazione, vengono constatate dal presidente del Comitato di controllo. In questi casi l'ingiunzione acquista efficacia di decisione e, con la relativa attestazione della Segreteria, viene nuovamente comunicata alle parti affinché vi si conformino. Se l'opposizione è proposta nel termine stabilito ed è motivata, l'ingiunzione si intende sospesa. Il presidente del Comitato di 462 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria controllo, prese in considerazione le circostanze e le ragioni opposte dalle parti, può decidere, sentito il Comitato, di revocare l'ingiunzione e di archiviare il caso, dandone atto alle parti stesse. Qualora invece il Comitato di controllo ritenga non convincenti le ragioni dell'opposizione, gli atti vengono trasmessi al presidente del Giurì con la relativa motivazione. Se pure questi giudica non convincenti le ragioni dell'opposizione, restituisce gli atti al presidente del Comitato di controllo che provvede ai sensi del precedente terzo comma. Se invece ritiene opportuna una decisione del Giurì, dispone che il procedimento segua la procedura ordinaria: con ciò l'ingiunzione si considera revocata. Art. 40 - Pubblicazione delle decisioni Tutte le decisioni sono pubblicate, per estratto, a cura della Segreteria, sul Notiziario e nel sito Internet dell'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria con i nomi delle parti cui si riferiscono. Il Giurì può disporre che di singole decisioni sia data notizia al pubblico, per estratto, a cura dell'Istituto, anche con i nomi delle parti nei modi e sugli organi di informazione ritenuti opportuni. Il testo dell'estratto è predisposto dal relatore e sottoscritto dal presidente. Le parti nei cui confronti la decisione è stata pronunciata devono astenersi da ogni utilizzazione della decisione medesima per fini di pubblicità. Codice di Autodisciplina Pubblicitaria 463 Art. 41 - Effetto vincolante delle decisioni del Giurì I mezzi pubblicitari che direttamente o tramite le proprie Associazioni hanno accettato il Codice di Autodisciplina Pubblicitaria, ancorché non siano stati parte nel procedimento avanti al Giurì, sono tenuti a osservarne le decisioni. Art. 42 - Inosservanza delle decisioni Qualora chi è tenuto a uniformarsi alle decisioni del Giurì o del Comitato di controllo non vi si attenga nei tempi indicati dall'apposito Regolamento, il Giurì o il suo presidente dispongono che se ne dia notizia al pubblico, attraverso gli organi di informazione indicati dal Giurì medesimo, a cura dell'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria. A tal fine, ricevuta l'istanza, il presidente del Giurì, se l'inottemperanza non è manifesta, dispone che il procedimento segua la procedura ordinaria; se è manifesta, con proprio provvedimento succintamente motivato, dispone la pubblicazione della decisione, dandone comunicazione alle parti interessate e segnalando la facoltà di proporre opposizione nel termine perentorio di cinque giorni liberi e lavorativi. La mancata presentazione dell'opposizione o l'inosservanza del termine vengono constatati dal presidente del Giurì. In questi casi la decisione diventa esecutiva e, con la relativa attestazione della Segreteria, viene comunicata alle parti interessate. 464 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria Se l'opposizione, proposta nel termine, è palesemente infondata, il presidente conferma la propria decisione; diversamente la revoca e dispone che il procedimento segua la procedura ordinaria. TITOLO V Tutela delle creazioni pubblicitarie Art. 43 - Progetti pubblicitari Qualora, in vista dell'eventuale futuro conferimento dell'incarico di amministrare la propria pubblicità, un utente richieda a un'agenzia o a un professionista, nell'ambito di una gara o di una consultazione plurima o individuale, la presentazione di uno o più progetti creativi, deve astenersi dall'utilizzare o dall'imitare gli aspetti ideativi e creativi del o dei progetti non accettati o prescelti per un periodo di tre anni dalla data del deposito del relativo materiale da parte dell'agenzia o del professionista interessati, da effettuarsi in plico sigillato presso la Segreteria dell'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria, secondo le modalità stabilite dal Regolamento. Art. 44 - Avvisi di protezione Ai fini della tutela delle creazioni pubblicitarie, gli annunci isolati utilizzati come anticipazione e a protezione di una campagna debbono essere depositati e pubblicati come stabilito Codice di Autodisciplina Pubblicitaria 465 dall'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria, secondo le modalità stabilite dal Regolamento. I depositi in vigore sono consultabili presso la sede dell’Istituto e riportati, a titolo informativo, nel sito Internet dello stesso. La protezione ha efficacia per un periodo di dodici mesi per gli annunci stampa e di diciotto mesi per gli annunci audiovisivi, a far tempo dalla data di pubblicazione. Art. 45 - Pubblicità svolta all'estero Gli utenti che vogliono tutelare la pubblicità da loro svolta in altri Paesi contro possibili imitazioni in Italia, possono depositare gli esemplari di tale pubblicità presso la Segreteria dell'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria, secondo le modalità stabilite dal Regolamento. Il deposito conferisce un diritto di priorità valido per un periodo di cinque anni dalla data del deposito stesso. TITOLO VI Pubblicità sociale Art. 46 - Appelli al pubblico È soggetto alle norme del presente Codice qualunque messaggio volto a sensibilizzare il pubblico su temi di interesse sociale, anche specifici, o che sollecita, direttamente o indirettamente, il 466 Codice di Autodisciplina Pubblicitaria volontario apporto di contribuzioni di qualsiasi natura, finalizzate al raggiungimento di obiettivi di carattere sociale. Tali messaggi devono riportare l'identità dell'autore e del beneficiario della richiesta, nonché l'obiettivo sociale che si intende raggiungere. I promotori di detti messaggi possono esprimere liberamente le proprie opinioni sul tema trattato, ma deve risultare chiaramente che trattasi di opinioni dei medesimi promotori e non di fatti accertati. Per contro i messaggi non devono: sfruttare indebitamente la miseria umana nuocendo alla dignità della persona, né ricorrere a richiami scioccanti tali da ingenerare ingiustificatamente allarmismi, sentimenti di paura o di grave turbamento; colpevolizzare o addossare responsabilità a coloro che non intendano aderire all'appello; presentare in modo esagerato il grado o la natura del problema sociale per il quale l'appello viene rivolto; sovrastimare lo specifico o potenziale valore del contributo all'iniziativa; sollecitare i minori a offerte di denaro. Le presenti disposizioni si applicano anche alla pubblicità commerciale che contenga riferimenti a cause sociali. 469 Glossario GLOSSARIO1 Account Letteralmente “conto”, indica la somma stanziata da un utente per la pubblicità di un prodotto. È usato spesso come abbreviazione di account executive.** Account Executive Il raccordo tra l’agenzia e il cliente. L’account executive è responsabile sia di fornire tutti i servizi dell’agenzia al cliente che di rappresentarne il punto di vista.* Activation research Ricerca condotta su un campione casuale di consumatori, ai quali vengono chieste le ragioni per cui hanno acquistato recentemente dei prodotti mai comprati prima. Serve a misurare quanto le azioni pubblicitarie abbiano influenzato le scelte d’acquisto.** Acusmatico Ciò che caratterizza un suono che viene percepito senza che se ne possa vedere la fonte (voce al 1 telefono, musica via radio, sfondo sonoro nei film), così come il genere di ascolto in simili condizioni.°° Ad Abbreviazione di advertisement, che vuol dire “inserzione pubblicitaria”, o anche di advertising, cioè “pubblicità”.** Advertisement Inserzione o pubblicitario.** annuncio Advertising La comunicazione non personale di informazioni, persuasive nella loro natura e pagata da un utente ben identificato.* Pubblicità, ovvero comunicazione tesa a promuovere un prodotto o una marca utilizzando i mass media e rispondendo alle strategie e agli obiettivi di marketing dell’azienda committente.** Aida * Barbi M., Come fare uno spot: guida rapida alla creazione e produzione di uno spot pubblicitario, Rimini, Guaraldi, 1997. ** Trotta M., La pubblicità, Napoli, Ellissi, 2002. ° Ferrara G., Manuale di regia, Roma, Editori Riuniti, 1999. °° Chion M., Musiques, medias et technologies, Paris, Flsmmarion, 1994. 470 Glossario Modello teorico secondo cui il consumatore arriva all’atto di acquisto passando attraverso quattro differenti fasi: Attenzione, Interesse, Desiderio, Azione.** Animatic È la presentazione semplificata di un telecomunicato realizzato utilizzando disegni e fotografie, montate su videotape o pellicola. Di solito l’Animatic può essere usata come presentazione ad un cliente. O per effettuare un Test prima di girare il vero telecomunicato. * Animazione È la tecnica di ripresa che consente di creare effetti di movimento, sulla base di più immagini fisse. Il processo più usuale viene eseguito cinematograficamente, riprendendo, fotogramma per fotogramma, una serie di disegni opportunamente prestabiliti che poi quando vengono proiettati danno il senso del movimento, dell’animazione appunto. * Appeal Attrattiva, fascino, interesse. Si usa riferendolo sia ad un prodotto o ad una marca.** Appetizing appeal Livello di attrazione del prodotto pubblicizzato. Dev’essere alto, naturalmente, soprattutto nelle pubblicità incentrate seduzione.** sulla Area test Ricerca o studio di mercato, in genere volto a lanciare un nuovo prodotto, effettuato in una determinata zona geografica scelta come campione per le sue caratteristiche socioeconomiche.** Articolo civetta Prodotto venduto ad un prezzo inferiore a quello di mercato, in genere con lo scopo di smaltire le scorte o di conferire al punto vendita l’immagine di luogo conveniente per fare acquisti.** Attitudine Atteggiamento dell’utente relazione all’acquisto.** in Attitudinal research Indagine sulle reazioni pubblico.** del Audience L’insieme delle persone raggiunte da un determinato medium, in determinato periodo di tempo.** Audience flow Flusso di pubblico che ascolta o vede un determinato programma.** Auditel 471 Glossario È l’istituto che ha lo scopo di misurare l’audience della televisione. * Awareness Letteralmente “conoscenza”. Indica la notorietà di un prodotto, di una marca (si parla allora di brand awareness) o di una campagna pubblicitaria presso il pubblico.** Azione È il comando del via del regista, agli attori, interpreti o agli operatori di ripresa. * Azione retromarcia Con l’azione girata in modo che appaia rovesciata nella sua sequenza temporale. Serve per fare gli effetti al contrario. * ackground Contesto da cui parte l’impostazione della campagna pubblicitaria. Nel settore radiotelevisivo indica l’ambientazione dello spot, la scena, la musica, i rumori di fondo. Nel marketing si riferisce a tutti i dati e le informazioni che, pur non essendo direttamente attinenti al piano strategico, servono comunque per impostare una strategia corretta.** B Ballon test Test effettuato mediante l’uso di fumetti. Si presenta all’intervistato una vignetta o una striscia con i dialoghi incompleti e gli viene chiesto di completarla scrivendo cosa dice o pensa il personaggio. Viene usato nell’ambito delle ricerche motivazionali e serve a individuare l’atteggiamento inconscio del campione senza distorsioni di ordine razionale.** Banda passante Spazio delimitato dalla frequenza più acuta e da quella più grave che possono essere registrate, riprodotte o manipolate da un sistema audio…La larghezza della banda passante è considerata un criterio decisivo di <<alta fedeltà>>°° Banded deal o Banded pack Offerta promozionale consistente in due o più prodotti uniti nella medesima confezione.** Bandwagon effect È l’effetto emulazione, per cui si fanno acquisti per imitare altri consumatori.** Bank È un illuminatore a luce diffusa costituito da un cassone orientabile in cui sono alloggiate una o più lampade. * Barre cromatiche Sono le famose barre che si usano all’inizio delle videocassette. Insieme di colori primari e 472 Glossario complementari che si succedono a luminanza crescente, secondo il seguente ordine: giallo, verde, magenta, rosso, blu. È presente in molti monoscopi come test di corretta trasmissione e ricezione cromatica. * Base-line È l’ultima riga dell’annuncio pubblicitario, in genere costituita dal marchio e dal payoff (termine di cui è anche sinonimo).** Basic consumer Consumatore tipo al quale si rivolge la campagna pubblicitaria.** Benefit o Consumer benefit Il beneficio, il vantaggio che un bene o un servizio promette al consumatore e che viene messo in evidenza dalla pubblicità.** Bodycopy Letteralmente “corpo del testo”. È il vero e proprio testo di un annuncio pubblicitario, distinto dal titolo (headline) e dall’eventuale slogan finale (payoff).** Blue back È utilizzato soprattutto per l’effetto Chroma Key nelle riprese televisive. * Brand Marca o anche marchio. È il nome e il simbolo o il segno grafico che identifica una linea di prodotti. Può corrispondere ad un’azienda ma, soprattutto nel caso di grandi imprese multinazionali, l’azienda può possedere più marche in diversi settori merceologici. Si usa anche per indicare direttamente una linea di prodotti, ad esempio nell’espressione <<uno dei brand prodotti dall’azienda x.>>.** Brand attitude Atteggiamento del pubblico nei confronti di una marca.** Brand image Immagine della marca così come viene recepita dai consumatori. L’espressione è comprensiva di una serie di significati che vanno dal posizionamento alla personalità, alla reputazione della marca e coinvolgono fattori differenti: prezzi, qualità, distribuzione, notorietà, confezione, pubblicità ecc.** Brand loyalty Livello di fedeltà ad una marca da parte dei consumatori.** Break Interruzione del programma televisivo, per passare agli spot pubblicitari. * Brief Documento contenente tutti i dati e le informazioni per strutturare una campagna pubblicitaria. Comprende in genere le caratteristiche del prodotto, la 473 Glossario situazione del mercato, il profilo del target prescelto e l’analisi della concorrenza.** Briefing L’atto del passaggio di tutte le informazioni contenute nel brief dal cliente all’agenzia. Indica anche l’incontro in cui avviene tale passaggio di dati.** Brochure Piccolo opuscolo pubblicitario, in genere lussuosamente rilegato.** Budget Indica il bilancio di previsione di un’azienda. In pubblicità si usa per definire l’ammontare dello stanziamento economico da parte del cliente per una campagna.** adenza Formula melodica e armonica convenzionale, che nella musica occidentale tradizionale indica la fine di una frase musicale quando quest’ultima ritorna alla <<tonica>>; oppure, la risoluzione sull’accordo perfetto di tonica in un concatenamento armonico. Le cadenze di trovano soprattutto alla fine di un tempo o di un brano.°° C Campionatore Apparecchio di registrazione a sistema digitale che permette di <<prelevare>> campioni di suoni e di modificarne l’altezza, la durata, il timbro ecc…°° Campagna pubblicitaria Insieme coordinato di azioni pubblicitarie condotte su vari media per conseguire uno o più obiettivi stabiliti all’interno della strategia creativa. Una campagna può essere declinata, se prevede soggetti differenti pianificati nel tempo sulla base di un solo filo conduttore; di posizionamento, se mira a definire il ruolo di una marca o di un prodotto all’interno di un determinato settore di mercato e rispetto alla concorrenza; di lancio, se si riferisce al lancio, appunto, di un nuovo prodotto o servizio; di immagine , se tende a promuovere più l’immagine complessiva della marca che i singoli prodotti; istituzionale, se è incentrata esclusivamente sull’azienda produttrice; pilota, se serve a testare delle scelte.** Camera car È un automezzo opportunamente attrezzato per fare delle riprese in movimento. * Campo È tutto ciò che viene inquadrato e ripreso dalla telecamera e dalla macchina da presa. I campi si classificano in lunghissimi, lunghi, totali, medi, a seconda dell’estensione e dell’ampiezza della scena inquadrata. Nella 474 Glossario sceneggiatura vanno indicati in modo abbreviato: campo lunghissimo (CLL), campo lungo (CL), campo medio (CM). * Carrellata È lo spostamento della cinepresa che ne coinvolge la variazione del punto di osservazione durante una ripresa televisiva o cinematografica. Movimento cinematografico che avviene riprendendo una scena con la macchina da presa mentre si sposta montata su un carrello collocato su binari metallici. * Case history Spiegazione di un concetto o di un fenomeno utilizzando un esempio concreto, una storia esemplare. Metodo molto usato sia in pubblicità sia in marketing.** Cheap Poco costoso, a buon mercato. Nel linguaggio pubblicitario ha una valenza fortemente peggiorativa, indica un’immagine o una compagna misera, scadente.** Chroma-Key Chiave o intarsio cromatico. È un effetto speciale televisivo che consente di inserire un oggetto o una persona, ripresi da una camera, in un ambiente ripreso da un’altra. Per generare l’effetto è indispensabile collocare l’oggetto su uno sfondo uniformemente. * colorato Ciak È una tavola di legno che porta varie informazioni scritte, collegata nella parte inferiore ad una barra dello stesso materiale con una cerniera. Tavola e barra hanno un disegno a righe trasversali bianco e nero. Viene inquadrata all’inizio delle riprese mentre con una mano si fa battere la barra contro la tavola provocando un rumore forte e secco. Serve a sincronizzare la pellicola con il nastro magnetico della presa diretta. Infatti il rumore secco e forte coincide con la chiusura della barra e quindi con la ricomposizione del disegno che in questo caso diventa perfettamente leggibile sulla colonna video. * Ciclo di vita del prodotto Teoria di marketing secondo la quale ogni prodotto attraversa quattro fasi: introduzione o lancio, sviluppo, maturità e declino.** Claim Frase di un annuncio che esprime la promessa fondamentale fatta al consumatore. Sintetizza il concetto di base del messaggio e, in genere, coincide con l’headline.** Close up 475 Glossario Termine cinematografico che indica un piano di ripresa avvicinato. * Codino È la sequenza finale di uno spot televisivo e di solito riguarda la presentazione del prodotto. Può essere separato dal filmato ed eventualmente costituire da solo un brevissimo spot. * Commercial Annuncio pubblicitario trasmesso per radio o per televisione; in quest’ultimo caso viene comunemente chiamato spot.** Contact Letteralmente “contatto”. In pubblicità indica ogni individuo esposto ad un mezzo di comunicazione di massa e, in particolare, ad una campagna pubblicitaria.** Controcampo È il campo di ripresa opposto a quello che abbiamo appena visto. Immaginate un dialogo tra due persone; la camera inquadra quello dei due che parla di fronte mentre chi ascolta è ripreso di spalle. Quando si vuole riprendere quello che abbiamo visto di spalle mentre comincia a parlare o mentre ascolta con attenzione, si effettua un controcampo. Si porta cioè la macchina da presa in una posizione opposta a quella in cui era precedentemente. * Copertura Il numero o la percentuale delgi individui esposti ad un mezzo di comunicazione di massa o, in particolare, ad una campagna pubblicitaria.** Copy Le parole che compongono il testo di un annuncio pubblicitario o di uno spot. * Copywriters Le persone che creano le parole e i concetti degli annunci degli spot. * Cut prize Offerta promozionale consistente nella riduzione di prezzo temporanea di un prodotto.** agmar Acronimo di Defining Advertising Goals for Measuring Advertising Results, che significa “definire gli obiettivi della pubblicità allo scopo di misurarne i risultati”. È una teoria, messa a punto da Russel Colley, secondo la quale l’efficacia della pubblicità dev’essere misurata dai risultati della comunicazione e non da quelli delle vendite.** D Day after recall È il ricordo del giorno dopo dello spot pubblicitario. Tipo di test effettuato dopo che lo spot è 476 Glossario andato in onda, per misurarne la memorabilità. * Desk research Ricerca a tavolino. Si svolge raccogliendo dati e informazioni già disponibili all’interno di pubblicazioni ufficiali, statistiche, giornali e altre fonti.** Dettaglio Inquadratura di dettagli ripresi in primissimo piano. * Diadiva Filmato pubblicitario bravissimo, o anche serie di diapositive con un testo di commento.** Digitalizzazione Conversione di informazioni continue (per esempio di oscillazioni elettriche corrispondenti alla conversione di onde sonore) in numerose informazioni <<discrete>> in grado di essere elaborate da un sistema informatico. Riconvertite nel verso opposto in oscillazioni continue, permettono di riprodurre i suoni. Si chiamano <<analogici>> tutti i sistemi antecedenti alla registrazione digitale, quale sia il loro processo di funzionamento.°° Dinamica Termine che definisce il massimo divario d’intensità fra i suoni più deboli e quelli più potenti in grado di essere captati o riprodotti da un sistema. Gli scarti dinamici nei fenomeni acustici naturali possono essere di ampiezza variabile: più estesa è la dinamica di un apparecchio, più ci si avvicina all’<<alta fedeltà>>.°° Dissolvenza È l’effetto visivo per passare da una scena all’altra senza uno stacco netto. La dissolvenza può essere di apertura (assolvenza), quando dal nero una scena appare lentamente oppure in chiusura o fondo quando l’immagine svanisce nel nero, se una scena scompare e nello stesso tempo ne appare un’altra si ha la dissolvenza incrociata. È spesso usata per indicare una transizione di tempo. * Distribution check Indagine presso i punti vendita volta a determinare la presenza o meno di determinati prodotti.** Dolby Marchio depositato che denota vari sistemi, in particolare il sistema di riduzione dei rumori di fondo e di miglioramento della qualità di registrazione sui magnetofoni <<analogici>>. Può anche essere utilizzato come sistema di potenziamento del sonoro cinematografico, poiché permette l’utilizzo di quattro piste sonore (due nelle copie video dette stereofoniche) invece di una sola, nonché di una banda 477 Glossario passante dinamica superiore.°° di qualità Dolly È un supporto a ruote a forma di piccola gru montata su carrello mobile di diversa complessità per cinepresa o telecamera, che permette movimenti di camera verticali e orizzontali. Con Dolly si intende anche il movimento stesso della camera. * diting È la revisione di un testo dove si correggono gli errori di stampa, quelli di ortografia e quelli di sintassi. È la fase finale del lavoro del copy prima della presentazione del pesto per la stampa. * E Effetto boomerang Effetto negativo provocato da una campagna pubblicitaria rispetto agli obiettivi dell’azienda. Il caso classico di effetto boomerang si ha quando la campagna riesce a far aumentare le vendite nel breve periodo, ma poi provoca un crollo a causa della cattiva immagine di marca comunicata.** Effetto tendina Consiste nel sostituire un’immagine con un’altra facendola scorrere sullo schermo con un movimento orizzontale o veritcale. Serve per dare l’idea dello scorrere del tempo. * End user Consumatore finale, reale fruitore del bene o del servizio acquistato. Non sempre coincide con l’acquirente. Si pensi, ad esempio, ad una mamma che acquista gli omogeneizzati per il suo bamabino.** Eye appeal Richiamo visivo di un annuncio pubblicitario. Si misura attraverso test specifici.** ace lifting Letteralmente “plastica facciale”. Indica un intervento di ammodernamento esteriore ma non sostanziale di un prodotto, come il rifacimento della confezione o della presentazione esterna.** F Fade Cinematograficamente indica le assolvenze e le dissolvenze sia video che audio. Fade-in per l’ingresso, fade-out per l’uscita. * Fermo di fotogramma È la ripetizione per un tempo piuttosto lungo dello stesso fotogramma per dare l’idea dell’arresto dell’azione. * Flash back Nel linguaggio cinematografico designa l’inserimento nella struttura narrativa di un evento 478 Glossario accaduto in precedenza e rievocato tramite sogno, ricordo o narrazione. * Regalo, dono, premio promozionale offerto a consumatori e/o rivenditori.** Flop Fiasco, tonfo. Si dice di un’azione di marketing o di una campagna pubblicitaria che si è rivelata un completo insuccesso.** Gimmick Tecnica utilizzata nelle vendite promozionali, consistente in espedienti o clamorosi artifici volti a richiamare l’attenzione dei consumatori.** Follow-on campaign Campagna pubblicitaria di completamento, che mira a rafforzare e approfondire una campagna precedente, anche declinandone i temi in modo differente, ma mantenendone inalterati obiettivi e strategia di fondo.** Frame Letteralmente cornice; indica il riquadro televisivo, la composizione dell’inquadratura, il singolo fotogramma dello storyboard. * Format È lo stile che contraddistingue in modo caratteristico e peculiare una impaginazione, un modo di scrivere un testo pubblicitario o di editare un filmato. * adget Oggetto di vario genere utilizzato per pubblicizzare un prodotto o un marchio. Spesso è inserito all’interno della confezione.** G Gift Goal Scopo, traguardo, obiettivo di un’azione pubblicitaria.** eadline Titolo. Le parole che hanno predominanza visiva in un annuncio. * Titolo o frase di apertura dell’annuncio pubblicitario. In genere sintetizza il messaggio che s’intende comunicare e si presenta in caratteri diversi e più grandi rispetto al resto del testo. Ha sostituito, nel linguaggio pubblicitario, il termine slogan.** H Hitchike Letteralmente “autostop”. In pubblicità indica un comunicato trasmesso alla fine di un programma tv per promuovere un prodotto secondario dello sponsor.** mpulse buying o impulse purchase Acquisto d’impulso, non programmato né ragionato. In genere viene effettuato sulla base I 479 Glossario del packaging o di promozionali afficaci.** attività ingle Una canzone il cui testo in versi, abitualmente cantato, riporta il messaggio pubblicitario del prodotto. * Musica che accompagna un annuncio pubblicitario. Può essere semplicemente un sottofondo o risultare un elemento caratterizzante del commercial. Può essere un motivo inedito, appositamente composto, o un brano già noto e, magari, riarrangiato per l’occasione.** J ayout Una rappresentazione generalmente schizzata o disegnata, comunque non definitiva, del progetto di un annuncio pubblicitario. * L Live action La tecnica produttiva di base della televisione che rappresenta persone e cose in situazioni di ogni giorno, simulando la realtà, senza far uso di effetti speciali. * Logotype In italiano “logotipo” o, più spesso, “logo”. In pubblicità è la forma grafica di una parola o sigla indicante il nome di un prodotto o di un’azienda, ideata e realizzata allo scopo di renderla il simbolo che identifichi, appunto, quel prodotto o quella azienda. Viene utilizzata insieme al marchio o, come accade spesso, può diventare il marchio stesso.** arca/marchio Segno grafico e nome che simboleggia un prodotto, una linea di prodotti o un’azienda differenziandoli dalla concorrenza. In genere per marchio s’intende il segno grafico che (insieme al logotipo) caratterizza il prodotto, la linea o l’azienda; per marca l’azienda o la linea di cui fa parte il prodotto.** M Mascherino Sagoma solitamente rettangolare, generalmente intagliata in una lamina metallica, collocata nella macchina da presa in modo da definire la quantità e la grandezza di pellicola da impressionare. Cioè ogni fotogramma avrà la stessa grandezza (sarà più o meno rettangolare) del mascherino.° Media Veicolo comunicazionale pagato per trasportare il messaggio pubblicitario. * Mirino Strumento (utilizzato dai registi) che, attraverso un sistema di lenti, permette di inquadrare le immagine nello stesso modo di una macchina da presa fornita di 480 Glossario tutti gli obiettivi. Con praticità e semplicità si può scegliere (senza spostare inutilmente e più volte la macchina da presa) il punto di vista ottimale.° Missaggio È l’operazione elettro-acustica che permette di sovrapporre due o più colonne sonore in un’unica pista, o colonna sonora.° Monitor Un TV che è in grado di leggere solamente segnali emessi da un videoregistratore o da una telecamera. * Monodico Detto di uno strumento in grado di produrre una sola nota per volta, come il flauto, l’oboe, la voce (con le tecniche di emissione per lo più utilizzate) e alcuni strumenti elettronici (le onde Martinot o i modelli di sintetizzatori più rudimentali).°° Montaggio È l’edizione cinematografica. La fase finale della lavorazione del film dove le varie sequenze si montano insieme per ottenere il risultato più aderente allo storyboard. * Moviola È un’apparecchiatura per il montaggio cinematografico, costituita da un sistema di bobine di avanzamento della pellicola e di un sistema di visione. * Musica colta Corrente musicale oggi rappresentata dalla musica destinata al concerto e all’ascolto impegnato, in opposizione alla musica popolare. L’esistenza della musica colta è riconosciuta in alcuni paesi dalla legislazione sui diritti d’autore.°° Musica concreta Musica creata direttamente sul mezzo di fissazione. È stata studiata e concepita come tale, con questo nome, da Pierre Schaeffer nel 1948. °° aming Attività di ideazione, progettazione e realizzazione del nome di aziende, prodotti o servizi.** N Need Il “bisogno” del consumatore che il prodotto riuscirà a soddisfare, almeno secondo il messaggio pubblicitario.** pinion leaders Personalità in grado di influenzare le opinioni delle masse.** O ackaging Studio e realizzazione della confezione di un prodotto, del suo involucro esterno, P 481 Glossario dell’immagine con cui si presenta al consumatore. Con il termine s’intende in generale anche la confezione, l’involucro vero e proprio.** Palinsesto Documento che struttura e indica l’ordine delle trasmissioni radiotelevisive. Il termine è poi usato per indicare i programmi stessi. * Panel Gruppo di persone (che diventa un campione sociodemografico) scelte per fare delle rilevazioni continuative su atteggiamenti o comportamenti di consumo. * Panoramica Questo tipo di ripresa si ottiene facendo ruotare la camera intorno al suo asse. * Panoramica a schiaffo Rapido movimento in panoramica, che mostra la scena a fuoco all’inizio e alla fine del movimento. * Payoff Frase conclusiva di un annuncio o di un commercial. È la “firma” dell’inserzione e condensa il messaggio pubblicitario. Negli annunci stampa si trova, in genere, sotto il marchio.** Piano di ripresa Primo piano: inquadratura della testa tagliata all’altezza delle spalle (al nodo della cravatta). Mezzo busto: figura tagliata a metà petto. Busto: figura tagliata sotto la cintura. Piano americano: soggetto tagliato all’altezza delle ginocchia (nei film di cow-boys all’altezza della pistola). Figura intera: soggetto ripreso per intero con poco spazio sotto i piedi e sopra la testa. Campo lungo: soggetto che occupa da 1/3 a 3/3 dell’altezza dello schermo. * Pixel È un singolo elemento dell’immagine TV, uno dei milioni di punti che compongono l’immagine. Nell’elaborazione elettronica delle immagini queste vengono scandite in linee, suddivise in elementi, detti appunto pixel. * Plus Elemento caratteristico di un prodotto che lo differenzia e lo rende superiore agli altri dello stesso tipo. Su uno o più plus è, in genere, incentrata la campagna pubblicitaria.** Polifonico Detto di uno strumento in grado di produrre contemporaneamente diverse <<voci>> parallele, o accordi di svariate note: per esempio il pianoforte, l’organo, la chitarra classica ecc…I 482 Glossario sintetizzatori polifonici sono dunque quelli che permettono di suonare simultaneamente un determinato numero di note.°° Post-test Ricerca svolta dopo il lancio di una campagna pubblicitaria per valutarne i risultati in termini di ricordo, di efficacia, di impatto.** Pre-test Ricerca svolta prima del lancio di una campagna pubblicitaria per valutarne la validità.** Profondità di campo Spazio compreso tra il punto più vicino e quello più lontano di una cena inquadrata e che appaiono nitidi sul piano focale. * Più comunemente chiamato eco, è la scia sonora che per qualche istante prolunga il suono all’interno de quegli ambienti detti <<riverberanti>> (le cui pareti non assorbono il suono) quali le chiese, le cantine, certi siti naturali.°° hare Quota, parte. Indica la percentuale di spettatori rispetto al totale che segue un determinato programma, o sta guardando un determinato canale in una data ora.** S Short Breve comunicato pubblicitario televisivo.** Promo Abbreviazione di promotional. È il breve comunicato audio/video con cui radio e tv promuovono i propri programmi.** Sintetizzatore Apparecchio elettronico destinato alla creazione di suoni complessi a partire da oscillazioni elettriche semplici.°° Props Tutti gli oggetti che sono necessari per arredare le varie scene da girare. * Slice of life Pubblicità basata sull’esposizione di scene di vita quotidiana. In francese è detta tranche de vie.** eason why Letteralmente, “la ragione per cui”. È l’argomento, messo in luce dalla pubblicità, per cui il consumatore dovrebbe acquistare quel determinato prodotto o servizio.** Slogan Breve frase a effetto che sintetizza il senso di un messaggio pubblicitario. Oggi il termine è in disuso, sostituito da headline o payoff.** R Soggettiva Riverbero 483 Glossario Tipo di ripresa in cui le inquadrature rappresentano quanto viene visto da un protagonista. A questo scopo, si usa mettere una telecamera al posto della posizione del protagonista, quasi come fossero i suoi occhi a riprendere. * Soggetto È il nucleo di base per costruire un filmato. Può essere di poche righe e sintetizza la situazione, i personaggi, la storia e il ruolo del prodotto nel film. * Speaker È la voce della radio o della televisione. Colui che legge o commenta fuori campo la situazione. * Spot Filmato pubblicitario. Telecomunicato. * Annuncio pubblicitario trasmesso dalla televisione e della durata media di 1, 15 o 30 secondi. Il termine spot deriva dal linguaggio cinematografico, in cui indica un tipo di riflettore.** Stacco È il modo più semplice per collegare due inquadrature cinematografiche. Un sistema per indicare passaggio di tempo saltando da un’immagine ad un’altra dove però l’azione è più avanti. * Still life In fotografia e cinematografia è la tecnica della natura morta. Un tipo di ripresa che ritrae oggetti, persone e prodotti in posa statica. * Steadycam Montatura per la macchina da presa che viene agganciata alle spalle dell’operatore. * Storyboard È una sequenza di disegni con sotto il testo che rappresentano uno spot, un filmato pubblicitario. Lo storyboard è molto utile per illustrare la sceneggiatura. * Stunt Trovata sensazionale.** Super Parole sovraimpresse immagini in uno spot. * alle ake Ripresa cinematografica presa singolarmente. * Target group Segmento omogeneo di pubblico che si vuole raggiungere con una campagna pubblicitaria o promozionale, oppure con un bene o servizio.** T Tendina È un effetto speciale televisivo realizzato con la sovrapposizione 484 Glossario di due immagini, di cui una invade parzialmente il campo dell’altra. Di varie forme e disegni (quadrato, triangolo, stella, ecc.). * Testimonial Personaggio famoso che garantisce, all’interno di una campagna pubblicitaria, la bontà di un marchio o prodotto.** Titoli Sono le parole poste all’inizio (titoli di testa) e alla fine (titoli di coda) di un programma, per dichiararne la produzione, gli attori, gli interpreti, gli operatori e così via. * Truka È l’apparecchiatura con cui si realizzano trucchi e speciali effetti cinematografici. Q costituita essenzialmente da un proiettore e da una camera opportunamente accoppiati: la pellicola da truccare viene fatta scorrere nel proiettore e quindi, generando l’effetto voluto, come il rallentamento, l’accelerazione, la ripresa di un dettaglio, il blocco dell’immagine, la dissolvenza, la svraesposizione di un mascherino o di una scritta. Con l’apparire dei moderni mezzi di edizione la Truka viene usata ormai quasi esclusivamente per controllare alcuni processi di animazione tradizionale. * sp Acronimo di Unique Selling Proposition. Argomento unico di vendita su cui, secondo la teoria di Rosser Reeves, deve basarsi la campagna pubblicitaria.** U oice-over Nella pubblicità televisiva è la voce dell’annunciatore fuori campo, che parla a commento delle immagini. * V apping La tendenza di chi usa il telecomando a cambiare canale durante la trasmissione degli spot. * Z Zoom È l’obiettivo il cui angolo di ripresa e lunghezza focale possono essere variati senza soluzione di continuità entro determinati limiti, e consente di ottenere un effetto di allontanamento o di avvicinamento dell’immagine. * Zoom-in, Zoom-out È l’azione dello zoom in avvicinamento o in allontanamento dal soggetto. * 489 Bibliografia BIBLIOGRAFIA Abruzzese A.., Lo splendore della TV. 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