Servizio di Anatomia Patologica ASL …………. MATERIALE DIDATTICO Corso di aggiornamento tecnologico-strumentale “CORSO DI QUALIFICAZIONE PER TECNICI DI SALA ANATOMICA” Figure professionali: Tecnici di Laboratorio Infermieri professionali Infermieri Generici Risorse umane DIM 24 luglio 1996 Decreto istitutivo delle Classi di Laurea Sanitarie del 2 giugno 2001 Decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1990 n. 285 “Approvazione del regolamento di Polizia Mortuaria” Direttive CEE in materia (90/679/CEE) DM 180/1976 DM 22/12/1988 DM 28/9/1990 Linee guida di comportamento per gli operatori sanitari emanate nel 1989 dalla Commissione Nazionale per la lotta contro l’AIDS del Ministero della Sanita’ DPR 303/1956 DPR 761/1979 DPR 384/1990 DPR 285/1990 DPR 447/1975 DL 300/1970 DL 93/1983 DL 1204/1971 Igiene e Sicurezza Ambientale in Anatomia Patologica. Linee guida per la prevenzione dei rischi in laboratorio e in salla settoria. Federazione Italiana di Anatomia Patologica e Citologia. Europa Scienze Umane editrice. Istituto Scientifico San Raffaele. LINEE GUIDA SULLA APPLICAZIONE DELLA LEGGE 626/94 IN SALA SETTORIA (Rischio biologico, chimico e fisico) 1) Normative e Decreti legislativi Norme di sicurezza: devono essere rispettate le norme relative all’igiene ed alla sicurezza negli ambienti di lavoro, secondo quanto stabilito dalle norme in vigore. Si segnalano i punti principali: 1. Rischio elettrico 2. Rischio biologico(Allegato IX del D.Lgs 626/94; smaltimento dei rifiuti) 3. Rischio tossicologico 4. Microclima 5. Rischio di infortuni (materiale di pronto soccorso) Condizioni operative: e’ indispensabile che nella sala settoria vi siano le condizioni per compiere accertamenti in modo tecnicamente corretto. In particolare occorrono: Art. 15 del Regolamento di polizia mortuaria: ……. “Le celle frigorifere debbono essere non meno di una per ogni ventimila abitanti e, comunque non meno di cinque”….. ….”dotare gli obitori di celle frigorifere isolate per i cadaveri portatori di radioattivita’ o di malattie infettive-diffusive, in ragione di una ogni centomila abitanti”. Art 38 del RPM: ….”I riscontri diagnostici sui cadaveri portatori di radioattivita’ devono essere eseguiti adottando le prescizioni di legge vigenti in materia di controllo della radioattivita’ ambientale ed adottando le misure concernenti la sorveglianza fisica del personale operatore a norma degli articoli 6,69 e 74 del decreto del Presidente della Republica 13 febbraio 1964, n. 185, in quanto applicabili.” Art 65 CAMERA MORTUARIA “La camera mortuaria deve essere illuminata e ventilata per mezzo di ampie finestre aperte direttamente verso” l’esterno “e dotate di acqua corrente” “Le pareti di essa, fino all’altezza di m 2, devono essere rivestite di lastre di marmo o di altra pietra naturale o artificiale ben levigata, ovvero essere intonacate in cemento ricoperte da vernice a smalto o da altro materiale facilmente lavabile; il pavimento costituito anch’esso da materiale liscio, impermeabile, ben unito, lavabile, deve essere, inoltre disposto in modo da assicurare il facile scolo delle acque di lavaggio, di cui deve anche essere assicurato il facile ed innocuo smaltimento” Art. 66 del RPM SALA PER AUTOPSIE “La sala per autopsie deve rispondere ai medesimi requisiti prescritti per la camera mortuaria di cui all’art. 65” “Nella sala munita di idonea illuminazione vi deve essere un tavolo anatomico, in gres, in ceramica, in marmo, in ardesia, in pietra artificiale ben levigata o in metallo, che deve essere provvisto di adatta canalizzazione per l’allontanamento dei liquidi cadaverici e delle acque di lavaggio e di mezzi per il loro rapido ed innocuo smaltimento, nonche’ di sistema di aspirazione dei gas e loro innocuizzazione.” Regione Piemonte - Assessorato alla sanita’ e assistenza – Direzione Regionale Controllo delle Attivita’ Sanitarie – 23 Novembre 1998 “ a) …………di un sostegno per sollevare il capo. b) L’eventuale aspiratore per i liquidi biologici liberati per effetto della dissezione del cadavere deve essere dotato di apposita protezione per garantire l’operatore da possibili schizzi. c) Condizioni di illuminazione adatte alla percezione visiva dei reperti macroscopici evitando le luci colorate d) Un piano esterno al tavolo anatomico, per appoggiarvi provette, contenitori e quant’altro serve per l’esecuzione dei riscontri. e) Una bilancia pesaorgani, spago per ricomporre i cadaveri, un contenitore per il liquido Igiene e f) Bacinelle, spugne, telini, garze. Sicurezza Ambientale in Anatomia Patologica. Linee guida per la prevenzione dei rischi in laboratorio e in sala settoria. Federazione Italiana di Anatomia Patologica e Citologia. Europa Scienze Umane editrice. Istituto Scientifico San Raffaele. Cap. 4 Esposizione ad agenti biologici 4.2.5 Tavolo settorio “Ogni tavolo settorio dovrebbe soddisfare due esigenze di base: permettere al patologo di operare in condizioni che possano favorire in massimo grado una corretta esecuzione delle tecniche autoptiche e garantire una pronta eliminazione dei liquami ed una facile pulizia………installazione di tavoli piu’ perfezionati che prevedono come dotazione di base: - la possibilita’ di posizionare la superficie su cui viene posto il cadavere ad altezze variabili onde favorire le operazioni del medico settore. - uno scarico centralizzato dei liquami facilmente ispezionabile. - una pompa di aspirazione dei liquidi dotata di cannula connessa direttamente con lo scarico dei liquami. La presenza di rubinetteria azionabile a gomito o mediante cellule fotoelettrica per evitare l’uso delle mani. Sistema di flusso continuo di acqua per l’eliminazione del sangue e dei liquidi che si depositano sul tavolo settorio. 4.2.7 Pulizia e decontaminazione Sala settoria Al termine di ogni riscontro autoptico la sala settoria va accuratamente lavata, pulita e decontaminata, iniziando la trattamento del tavolo settorio e delle superfici utilizzate per l’esame macroscopico degli organi. Utilizzando getti d’acqua occorrerebbe non causare spruzzi a seguito dell’impiego di pressione eccessivamente elevata. Tavolo settorio e superfici potenzialmente contaminate debbono essere disinfettate con agente chimico attivo contro l’HIV. Successivo lavaggio degli strumenti e eliminazione dei rifiuti solidi e liquidi. D.L. 626/94 Art. 75 CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI Gruppo 1: poche probabilita’ di causare malattie in soggetti umani Gruppo 2: puo’ causare malattie in soggetti umani e costituire rischio per i lavoratori. E’ poco probabile che si propaghi nella comunita’. Sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche. Gruppo 3: puo’ causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori. Puo’ propagarsi nella comunita’ ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche. Es. Virus delle epatiti ---- basta assicurare un livello 2 perche’ comportano un rischio di infezione limitato perche’ normalmente non sono veicolati dall’aria. Misure contenitive all’allegato XII. Misure specifiche per i laboratori e gli stabulari. Formazione del personale Sorveglianza sanitaria In caso di incidente emergenza ed evacuazione. Definizione di un protocollo per il primo soccorso dei lavoratori contaminati. Allegato IX “ELENCO ESEMPLIFICATIVO DI ATTIVITA’ LAVORATIVE CHE POSSANO COMPORTARE LA PRESENZA DI AGENTI BIOLOGICI” Punto 4. Attivita’ nei servizi sanitari, compresi le unita’ di isolamento post-mortem. Tab. XII e Tab. XIII SPECIFICHE SULLE MISURE DI CONTENIMENTO. LIVELLO DI CONTENIMENTO 2: Accesso limitato agli addetti Specifiche procedure di disinfezione Controllo roditori e insetti Superfici idrorepellenti, di facile pulizia Superfici resistenti agli acidi, alcali, solventi, disinfettanti Deposito sicuro materiale biologico Porta del deposito con finestra Zona di decontaminazione e docce per il personale La zona controllata deve essere adeguatamente ventilata E’ ammesso solo il personale addetto Indossare tute di protezione Delibera Regionale N. 616 -3149 REQUISITI STRUTTURALI, TECNOLOGICI ED ORGANIZZATIVI MINIMI PER L’AUTORIZZAZIONE ALL’ESERCIZIO DELLE ATTIVITA’ SANITARIE DA PARTE DELLE STRUTTURE PUBBLICHE E PRIVATE. Requisiti minimi organizzativi generali Requisiti minimi strutturali, tecnologici generali Requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi specifici per le strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica in regime ambulatoriale: a. Servizi di medicina di laboratorio Requisiti minimi strutturali, tecnologici ed organizzativi specifici per le strutture che erogano prestazioni in regime di ricovero ospedaliero a ciclo continuativo e/o diurno per acuti a. Servizio mortuario “….. deve disporre di spazi per la sosta e la preparazione delle salme e di una camera ardente. In termini di accessibilita’ devono essere consentite l’entrata e l’uscita autonoma senza interferenze rispetto al sistema generale dei percorsi interni della struttura. Deve essere previsto un accesso dall’esterno per i visitatori. REQUISITI MINIMI STRUTTURALI locale osservazione/sosta salme camera ardente locale preparazione personale servizi igienici per il personale servizi igienici per i parenti sala per onoranze funebri al feretro deposito materiale Nel caso in cui la struttura disponga di un servizio anatomopatologico, il deposito delle salme deve essere fornito di celle frigorifere. Caratteristiche igronometriche: temperatura interna invernale ed estiva: non superiore a 18°C per i locali con presenza di salme umidita’ relativa: 60% +/- 5 n° ricambi aria/ora esterna: 15 v/h velocita’ dell’aria: non superiore a 0,15 m/s pressione: negativa Impianti speciali e vari: i locali dovranno essere dotati di condizionamento ambientale. 2) VALUTAZIONE DEI RISCHI IN SALA SETTORIA Requisiti generali = illuminazione buona = ventilazione buona = DPI presenti = regolamento: presente = pulizia giornaliera = materiale infiammabile: solo quello in uso = smaltimento rifiuti suddivisi per tipologia RISCHIO BIOLOGICO: 3 RISCHIO CHIMICO: 1 RISCHIO ONCOLOGICO: (?) RISCHIO DA ELETTRICITA': 1 RISCHIO INCENDIO: 2 PROBLEMATICHE IN UN SERVIZIO DI ANATOMIA PATOLOGICA ==================================================== 1. ANTINCENDIO Uso giornaliero di quantitativi elevati di materiale infiammabile Presenza all'interno degli ospedali di magazzini per sostanze infiammabili Trasporto sostanze infiammabili L'Azienda deve avere l'attestato dei vigili del fuoco, un piano emergenza e addetti antincendio addestrati. Ogni corso dovra' avere i contenuti minimi previsti dall'allegato IX del Dm10 marzo 1998. 2. RISCHIO BIOLOGICO A. D.P.I Per quanto riguarda quelli a disposizione per i riscontri autoptici: - Tute impermeabili per i riscontri autoptici a rischio 3. - Visiere - Mascherine - Guanti monouso - Guanti antitaglio Per una migliore sicurezza ed economia potrebbero essere usati dei GUANTI CHIRURGICI IN LATTICE NON STERILI (per il riscontro non e' necessaria la sterilizzazione a difesa del paziente!). Per quanto riguarda i D.P.I. nei laboratori il problema rimane sempre quello dei guanti (RISPETTO DELLA SENSIBILITA' TATTILE, RESISTENZA ALLA TRAZIONE, SCARSA PRESENZA DI MICROPORI, BUONA VESTIBILITA' E ADERENZA, MANTENIMENTO NEL TEMPO DELLA FORMA E DELLA RESISTENZA, ALMENO DAL 6 AL 9 CON LE MEZZE MISURE): - guanti resistenti allo xilolo (usati durante il montaggio dei vetrini) - guanti chirurgici sterili per le FNA - guanti chirurgici non sterili in lattice per la riduzione del materiale biologico (L'allergia si puo' superare con dei preguanti in cotone; la permeabilita' e quindi il maggiore rischio biologico dei guanti non sterili in vinile no!) - guanti non sterili in vinile per tutte le altre operazioni. - la scelta dei guanti anallergici dipendera' strettamente dall'operatore (che dovra' essere valutato di volta in volta) IL DATORE DI LAVORO HA L'OBBLIGO DI FORNIRE I D.P.I. B. TRASPORTO MATERIALE BIOLOGICO * contenitori rigidi a tenuta C. TRATTAMENTO DI DECONTAMINAZIONE MATERIALE NON MONOUSO * disinfettante chimico di riconosciuta efficacia sull'HIV * cloro al 20% per le superfici non di metallo D. ELIMINAZIONE MATERIALI TOSSICI-NOCIVI * il contenitore per aghi e taglienti non deve essere usato per contenere cotone, garze ed altri oggetti non taglienti * il contenitore in cartone con sacco impermeabile a tenuta (rifiuti trattati) prima di essere chiuso dovra' essere trattato con 100 cc di cloro. Sul contenitore chiuso si dovra' porre: - identita' operatore - reparto/servizio di provenienza - data del giorno di chiusura * mantenere la differenziazione dei rifiuti ospedalieri - URBANI (carta, plastica, fiori, residui alimentari, carta e imballi di cartone) SACCO NERO - PER IL VETRO SACCO IN PLASTICA NERO SPECIALE VETRO - AGHI E TAGLIENTI: CONTENITORE IDONEO - RIFIUTI TOSSICI-NOCIVI: SACCO GIALLO - CARTESIO - PILE ESAURITE (Ufficio Tecnico) E. IGIENE * pulizia giornaliera * sanificazione F. SORVEGLIANZA SANITARIA * rischio biologico e chimico grave accertato. * rischio videoterminali 3. RISCHIO CHIMICO * SCHEDE DI SICUREZZA * RISCHIO DA FORMALDEIDE 4. RISCHIO DA SOSTANZE CANCEROGENE * solo classe 3 5. MICROONDE E RADIOFREQUENZE * radiazioni non ionizzanti (riscaldamento, ecc) 6. RISCHIO DA VIDEOTERMINALI 7. RISCHIO DA ELETTRICITA' * isolamento elettrico dell'apparecchio o dell' impianto 3) TRASPORTO E SMALTIMENTO MATERIALE BIOLOGICO. Le prestazioni del servizio si svolgono su materiale a potenziale rischio biologico. Inoltre una corretta fissazione e un corretto trasporto sono fondamentali per un completo giudizio diagnostico. Diventa pertanto importante stabilire dei criteri per il trasporto del materiale biologico dai luoghi del prelievo (ambulatori, camere operatorie, pronto soccorso, ecc) al servizio stesso e per la fase successiva di smaltimento. Campo di applicazione: Liquidi, biopsie, pezzi anatomici. Modalita': I liquidi devono essere riposti in provette o in contenitori monouso, antiurto con tappo a vite o a pressione sino ad una capacita' di 500 ml. I solidi devono essere posti in contenitori antiurto, monouso, in polipropilene, chiusi ermeticamente, delle capacita' di 10 ml per le biopsie incisionali, di 30 ml per le biopsie excisionali, di 50 ml per i pezzi anatomici di piccole dimensioni, di 500 ml per quelli intermedi, di 1000 per quelli grandi, di 5000 per gli organi in toto (vedi allegati). Il materiale una volta posto nei contenitori idonei deve essere fissato con fissativo adeguato (vedi documenti bozze interni A.I.P.C. allegati). Per il trasporto dei contenitori e' necessario avere dei sistemi a norma di legge (vedi allegati). Questi sistemi devono essere a tenuta stagna come il sistema emo-express per i liquidi e il cestello Bio-Protection per i pezzi anatomici. 4) SMALTIMENTO Campo di applicazione: liquidi, solidi, contenitori potenzialmente infetti, aghi e taglienti, vetri. Modalita': I liquidi vengono rovesciati nei contenitori per liquidi tossico-nocivi, eliminati dalla ditta ……………. I solidi nel contenitore verde, dentro il sacco giallo, per il materiale tossico-nocivo. I contenitori sono chiusi dai tecnici del servizio di A.I.P.C. e trasportati dalla ditta …………… nel luogo di smaltimento. I contenitori potenzialmente infetti a loro volta devono essere posti nel contenitore verde, dentro il sacco giallo, cosi' pure il contenitore con gli aghi e i taglienti. In quest'ultimo dovranno essere posti i vetrini da elimnare, mentre il vetro deve essere eliminato negli appositi contenitori. 5) RISCHIO BIOLOGICO PER L’HIV DEFINIZIONE DI RISCHIO BIOLOGICO Tutte le condizioni che espongono ad agenti che notoriamente possono provocare malattie infettive in soggetti umani. AGENTI INFETTANTI Tra i virus: Rischio classe 2 * CMV * EBV * HERPES SIMPLEX 1-2 * HERPES VIRUS VARICELLA ZOSTER * VIRUS INFLUENZAE A,B,C * PAPILLOMA VIRUS * VIRUS DEL MORBILLO * VIRUS DELLA PAROTITE * VIRUS EPATITE A * VIRUS POLIOMIELITE Rischio classe 3 * VIRUS EPATITE B, DELTA, C, E, non classif. * HIV (sieroconversione dello 0,3% dopo il contagio; 50 volte inferiore di quello per il Virus dell'epatite B; aumenta il n. dei possibili contatti con l'aumento del n. dei sogg. sieropositivi) * VIRUS DELLA RABBIA * VIRUS DELLA ROSOLIA * MALATTIA DI CREUTZFELDT-JAKOB Rischio classe 4 * Virus Ebola * Virus Lassa A.I.D.S. SINDROME DA IMMUNODEFICIENZA ACQUISITA Deficit del sistema immunitario con malattie da opportunisti Eziologia: HTLV-III = LAV = HIV Trasmissione: sangue e altri liquidi organici /via sessuale (omo ed etero) (vaginale/anale/oro-genitale)/ materno-fetale. Organo bersaglio: linfociti T (CD4 helper o adiuvanti) Decorso della malattia: Siero-positivita' (pazienti asintomatici) anche per oltre 10 anni. Nel 50% evoluzione della malattia in AIDS conclamato. Percentuale di casi di AIDS (cioe' di malattia conclamata): 1.700.000 in tutto il mondo (40% in America, 36% in Africa, 11% in Europa). Oltre 30 milioni di sieroconversioni (70% in Africa, 0,3% in Europa, 0,6% in Asia, 0,6% in America latina). Quindi il 95% dei casi nei paesi in via di sviluppo. Nel 43% dei casi si tratta di donne e nell'80% dei casi il contagio e' avvenuto per via sessuale. In Italia la situazione si e' ribaltata: dal 1981-1982 al 1995 si era osservato un aumento progressivo di nuovi casi. Dal 1995 il n. ha subito un decremento specialmente per la scoperta di terapie che allungano la vita, l'intervallo libero da malattia e ad una diminuzione di casi AIDS conclamati. La siero-positivita' invece e' in aumento. Sino al 1991 erano stati registrati 150.000 soggetti sieropositivi e 8000 casi di AIDS conclamata. Popolazione infetta: 50% tossicodipendenti; 20% eterosessuali. 1 bambino/ 3 nato da mamma siero-positiva ha la siero-conversione. I tossicodipendenti fanno molta attenzione e quindi si infettano di meno. Anche gli omosessuali fanno molta attensione in quanto si ha all'interno di questo gruppo una maggiore sensibilizzazione. La sieroconversione nella popolazione eterosessuale invece aumenta perche' non si e' mai fatto attensione, pensando che l'HIV fosse una malattia di solo alcune categorie a rischio. Si e' passati da una percentuale inferiore al 2% ad una percentuale del 25% di infezioni. Soprattutto in donne e nei partner di tossicomani. Terapia: politerapia con inibitori della transcriptasi inversa e delle proteasi virali 1° farmaco identificato: AZT RISCHI PER LA POPOLAZIONE: SI per contatto diretto (non su cute sana) con il sangue infetto o con altri liquidi organici veicolanti ad alta carica virale SI per via sessuale NO CON IL SUDORE, LE LACRIME E LA SALIVA NO CON LA NORMALE CONVIVENZA NO PER LA PUNTURA DI INSETTI NO CON I VACCINI E LE IMMUNOGLOBULINE. RISCHIO PROFESSIONALE: basso se si usano i DPI < di 100 casi nel mondo 37% infermieri, 26% laboratoristi, 11% medici 3% ausiliari, 17% altri MISURE DI ISOLAMENTO 1970 CDC ad Atlanta, a livello Mondiale - ENTE DI MONITORIZZAZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE Validita' Scientifica riconosciuta. * isolamento per categorie * precauzione sul sangue come potenziale agente infettante 1983 CDC * isolamento per categorie specifiche * precauzioni per sangue e liquidi organici 1985 CDC * Precauzioni Universali (vengono eliminate le categorie a rischio) 1990 Legge sull'AIDS ANONIMATO E CONSENSO N.134/90 Misure di isolamento piu' dettagliate 1994 Isolamento nei confronti dei liquidi organici * isolamento stretto * liquidi organici * mansioni a rischio 1996 PRECAUZIONI STANDARD (un po' per tutte le patologie) * lavaggio delle mani * uso dei guanti * uso di mascherine e occhiali * uso di camici * trattamento di presidi ospedalieri * stoviglie * raccolta biancheria * smaltimento rifiuti * igiene ambientale * trasporto del materiale biologico con contenitori idonei. MODALITA' DI TRASPORTO DEL MATERIALE BIOLOGICO * contenitori di plastica a prova di perdita o vetro resistente agli urti con chiusura a vite * sigillare ogni contenitore con nastro * disinfettare l'esterno con una soluzione di ipoclorito al 0,1% * asciugare * inserire in una bustina di plastica ogni contenitore * posizionare i contenitori in portacampioni in metallo * porre la scheda di richiesta esame in bustina di plastica e inserirla nella cassetta. MODALITA' TRASPORTO CAMPIONE IN ALTRA SEDE PER POSTA * come i primi 4 asterischi precedenti * avvolgere in abbondante materiale assorbente * secondo contenitore a tenuta * all'esterno del secondo contenitore porre la richiesta di esame * il tutto in una scatola impermeabile e resistente al trasporto * sull'esterno della scatola l'etichetta di rischio biologico NORME PER AGHI E TAGLIENTI * non rincappucciare mai gli aghi usati * non manipolare gli aghi usati con entrambe le mani * non infilare gli aghi nei set di infusione * non rivolgere mai la punta dell'ago verso il corpo * non disconnettere manualmente gli aghi dalle siringhe * non disconnettere le lame dei bisturi dal portalama * non manipolare gli aghi * smaltire aghi e taglienti in appositi contenitori resistenti alle punture DECONTAMINAZIONE/LAVAGGIO/STERILIZZAZIONE STRUMENTI (articoli critici) Disinfettante chimico di riconosciuta attivita' sull'HIV (ipoclorito di sodio, cloro al 20%) o perborato (SECUSET) al 2% (un misurino in 1 litro di acqua) per 20-30 min. a temperatura ambiente per 8 ore di lavoro (puo' essere eliminato nel lavandino), polifenoli. Il Secuset non e' adatto per fibre ottiche. La sterilizzazione avviene in autoclave per 6 minuti. DISPOSITIVI DI SICUREZZA PERSONALI (D.P.I) Normativa1990 n. 135 Definizione (D. Legge 626/94 art 40) QUALSIASI ATTREZZATURA DESTINATA AD ESSERE INDOSSATA E TENUTA DAL LAVORATORE ALLO SCOPO DI PROTEGGERLO CONTRO UNO O PIU' RISCHI SUSCETTIBILI DI MINACCIARNE LA SICUREZZA O LA SALUTE DURANTE IL LAVORO, NONCHE' OGNI COMPLEMENTO O ACCESSORIO DESTINATO A TALE SCOPO Quando devono essere indossati IN OGNI OPERAZIONE A RISCHIO DI INFEZIONE. IN TUTTI I CASI IN CUI IL LORO UTILIZZO NON COMPORTI DI PER SE' UN RISCHIO MAGGIORE: * interventi chirurgici * riscontri autoptici * assistenza al parto * lavaggio strumentazione chirurgica e per medicazione * aspirazione secrezioni tracheo-bronchiali Manovre ad alto rischio: incanulamenti arteriosi/int. chirur/prelievi art/tracheostomia/intub. naso-oro tracheale/punt. evacuative o esplor/cambio cannula tracheostoma/riscontri autoptici (tutti i DPI) Manovre a medio rischio: ev/ prelievi/ incanulamento v venose (guanti e occhiali) lavaggio manuale dello strumentario (guanti, occhiali, mascherina, camice) maneggio padelle e pappagalli, trasp mat biologico, chius rif. (guanti) pulizia e sanitizzazione (grembiule/guanti) Manovre a basso rischio: clistere, pulizia cavo orale, tricotomia, pulizia igienica, raccolta e lavaggio stoviglie (guanti) Quali sono: - GUANTI riducono l'incidenza (n. di nuovi casi) di infezioni conseguenti alla contaminazione delle mani. Sterili in lattice per protezione del paziente e non sterili per la propria protezione (lavaggio antisettico delle mani prima di essere indossati); in vinile per le persone allergiche. Politene sterili e non sterili, gomma, cotone e antitaglio. - OCCHIALI medi e grandi in policarbonato, a protezione totale, mascherina con visiera, casco con visiera - VISIERE - MASCHERINE (non servono quando si entra nella stanza, a meno che il paziente sia affetto da TBC e pertanto le modalita' di protezione rientrino in quelle per la difesa personale da infezione tubercolare) - CAMICI: sterili, non sterili, impermeabili, permeabili, in Tyvek (tuta integrale) - COPRISCARPE - COPRICAMICI - COPRICAPO - GREMBIULI In caso di malattie della pelle come una dermatite da contatto, astenersi dalla assistenza. In caso di dermatite e' sempre necessario verificare con cosa si asciugano le mani dopo averle lavate, con quale sapone liquido o disinfettante le si lava, l'uso di eventuali creme protettive, la presenza di allergie vere e proprie. 6) LINEE GUIDA PER LE INFEZIONI DA PRIONI MATERIALE NECESSARIO PER IL RISCONTRO AUTOPTICO E IL TRATTAMENTO DEI TESSUTI DI SOGGETTI CON PROBABILE O ACCERTATA MALATTIA DI CREUTZFELDT-JAKOB O ALTRA MALATTIA DA PRIONI LOCALI 1. SALA AUTOPSIA PER "ALTO RISCHIO BIOLOGICO" : in caso di riscontro completo con esame del midollo spinale. (sala autopsia non per "alto rischio biologico" in caso di esame limitato all'encefalo e alle cavita' corporee). 2. IDONEO IMPIANTO DI VENTILAZIONE/ASPIRAZIONE Manca 3. LA SALA NON DEVE ESSERE IN RAPPORTO DIRETTO CON AMBIENTI IN CUI possa accedere personale non autorizzato o visitatori. 4. DOTATA DI ACCESSO DIRETTO ALLO SPOGLIATOIO "SPORCO" (con idonei servizi igienici e lavabi). Manca PER LA PROCEDURA AUTOPTICA 1. Indumenti "disposable" a tenuta di liquidi, compresi copricapo e calzari Manca la tuta impermeabile 2. maschera, occhiali protettivi (o visiera), doppio paio di guanti. 3. guanti antitaglio (in cotone con trama di sottili fili metallici) e guanti in maglia di acciaio 4. TELO DI PLASTICA SPESSA E TELO DI MATERIALE ASSORBENTE ( tessuto in garza/bambagia), delle dimensioni del tavolo settorio e del carrello portaferri. Mancano 5. Sega manuale o sega elettrica con o senza aspiratore. 6. SACCO DI PLASTICA TRASPARENTE IMPERMEABILE per la testa della salma. Manca 7. Contenitori idonei per materiali biologici infetti. Fissativo formalina al 10% 8. Ipoclorito di sodio e 2N (80 g/l) di idrossido di sodio per la disinfezione della salma e sacco impermeabile per chiudere interamente la salma prima di deporla nella cassa zincata che verra' subito sigillata. Manca l'idrossido di sodio e il sacco per deporre la salma TRATTAMENTO DEI MATERIALI 1. A PERDERE (autoclave a 134-136 gradi centigradi per 1 ora) 2. NON A PERDERE (ipoclorito di sodio e idrossido di sodio per non meno di 15 minuti, meglio per 1 ora) 3. TESSUTI DA ANALIZZARE (fissazione in formalina, riduzione in campioni di 4-5 mm di spessore, trattamento con acido formico (95-100%) per 1 ora., rifissaggio in formalina per altri 2 giorni. Manca l'acido fomico 4. I tessuti non fissati devono essere posti in doppio sacchetto di plastica per il congelamento a -70 gradi C. I tessuti analizzati per la microscopia elettronica, fissati in glutaraldeide rimangono infetti. 5. IL TRATTAMENTO IN LABORATORIO DEL MATERIALE PER L'ISTOCITOPATOLOGIA DEVE POTER AVVENIRE CON APPARECCHIATURE APPOSITAMENTE DEDICATE (contenitori, vaschette, liquidi fissativi, bagnomaria, coloranti, cassette, microtomo, modulo istoteca separato. I vetrini danneggiati autoclavati ed eliminati) 6. DISINFEZIONE DEL VETRINO UNA VOLTA MONTATO (la sezione interna e' ancora potenzialmente infetta) 7) PROCEDURA IN CASO DI CONTATTO ACCIDENTALE CON LIQUIDI BIOLOGICI POTENZIALMENTE INFETTI 1. Pulire la ferita, da punta o da taglio, spremendola per favorire il sanguinamento. Detergerla con acqua e sapone, disinfettarla con iododerivato (se allergico usare amuchina al 10%). 2. In caso di contaminazione di occhi lavare abbondantemente con soluzione fisiologica 3. Per il cavo orale acqua ossigenata al 3% 4. Presentarsi in DEA dell’ospedale provvisto di richiesta di visita medica da parte del responsabile del servizio o da parte della capo sala. 5. Concorda con il medico l’eventuale profilassi relativa all’agente per il quale il paziente fonte e’ positivo e l’infortunato sensibile. 6. Il primo giorno feriale successivo dalle 8 alle 9 si presenta in medicina preventiva di competenza per sottoporsi a prelievo e per counceling. LINEE GUIDA SULLA APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO DI POLIZIA MORTUARIA 1) "Norme sulla pratica funeraria della cremazione" come approvato in via definitiva il 7 marzo 2001 dal Parlamento Italiano Articolo 1 Oggetto 1. 1. La presente legge disciplina la pratica funeraria della cremazione, nonché, nel rispetto della volontà del defunto, la dispersione delle ceneri. Articolo 2 Modifiche all'articolo 411 del codice penale 1. All'articolo 411 del codice penale sono aggiunti, in fine, i seguenti commi: <non costituisce reato la dispersione delle ceneri di cadavere autorizzata dall'ufficiale di stato civile sulla base di espressa volontà del defunto. La dispersione delle ceneri non autorizzata dall'ufficiale di stato civile, o effettuata con modalità diverse rispetto a quanto indicato dal defunto, è punita con la reclusione da due mesi a un anno e con la multa da lire cinque milioni a lire venticinque milioni.> Articolo 3 Modiche al regolamento di polizia mortuaria, approvato con decreto del presidente della Repubblica 10 Settembre 1990, n. 285 1. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con regolamento adottato ai sensi dell'articolo 17, comma I, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, su proposta del ministro della Sanità, sentiti il ministro dell'Interno e il ministro della Giustizia, previo parere delle competenti commissioni parlamentari, si provvede alla modifica del regolamento di polizia mortuaria, approvato con decreto del presidente della Repubblica 10 settembre 1990, n. 285, sulla base dei seguenti principi: a) l'autorizzazione alla cremazione spetta all'ufficiale di stato civile del comune del decesso, che la rilascia acquisito un certificato in carta libera del medico necroscopo dal quale risulti escluso il sospetto di morte dovuta a reato ovvero, in caso di morte improvvisa o sospetta segnalata all'autorità giudiziaria, il nulla osta della stessa autorità giudiziaria, recante specifica indicazione che il cadavere può essere cremato; b) l'autorizzazione alla cremazione è concessa nel rispetto della volontà espressa dal defunto o dai suoi familiari attraverso una delle seguenti modalità: 1. la disposizione testamentaria del defunto, tranne nei casi in cui i familiari presentino una dichiarazione autografa del defunto contraria alla cremazione fatta in data successiva a quella delle disposizione testamentaria stessa; 2. l'iscrizione, certificata dal rappresentante legale, ad associazioni riconosciute che abbiano tra i propri fini statutari quello della cremazione dei cadaveri dei propri associati, tranne nei casi in cui i familiari presentino una dichiarazione autografa del defunto fatta in data successiva a quella dell'iscrizione all'associazione. L'iscrizione alle associazioni di cui al presente numero vale anche contro il parere dei familiari; 3. in mancanza della disposizione testamentaria, o di qualsiasi altra espressione di volontà da parte del defunto, la volontà del coniuge o, in difetto, del parente più prossimo individuato ai sensi degli articoli 74, 75,76 e 77 del codice civile e, in caso di concorrenza di più parenti dello stesso grado, della maggioranza assoluta di essi, manifestata all'ufficiale dello stato civile del comune di decesso o di residenza. Nel caso in cui la volontà sia stata manifestata all'ufficiale dello stato civile del comune di decesso, questi inoltra immediatamente il relativo processo verbale all'ufficiale dello stato civile del comune di ultima residenza del defunto; 4. la volontà manifestata dai legali rappresentanti per i minori e per le persone interdette; c) la dispersione delle ceneri è consentita, nel rispetto della volontà del defunto, unicamente in aree a ciò appositamente destinate all'interno del cimitero o in natura o in aree private; la dispersione in aree private deve avvenire all'aperto e con il consenso dei proprietari, e non può comunque dare luogo ad attività aventi fini di lucro; la dispersione delle ceneri è in ogni caso vietata nei centri abitati, come definiti dall'articolo 3, comma I, numero 8), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada); la dispersione in mare, nei laghi e nei fiumi è consentita nei tratti liberi da natanti e da manufatti; d) la dispersione delle ceneri è eseguita dal coniuge o da altro familiare avente diritto, dall'esecutore testamentario o dal rappresentante legale dell'associazione di cui alla lettera b), numero 2), cui il defunto risultava iscritto o, in mancanza, dal personale autorizzato dal comune; e) fermo restando l'obbligo di sigillare l'urna, le modalità di conservazione delle ceneri devono consentire l'identificazione dei dati anagrafici del defunto e sono disciplinate prevedendo, nel rispetto della volontà espressa dal defunto, alternativamente, la tumulazione, l'interramento o l'affidamento ai familiari; f) il trasporto delle urne contenenti le ceneri non è soggetto alle misure precauzionali igieniche previste per il trasporto delle salme, salvo diversa indicazione dell'autorità sanitaria; g) l'ufficiale dello stato civile, previo assenso dei soggetti di cui alla lettera b), numero 3) o, in caso di loro irreperibilità dopo trenta giorni della pubblicazione nell'albo pretorio del comune di uno specifico avviso, autorizza la cremazione delle salme inumate almeno dieci anni e delle salme tumulate da almeno venti anni; h) l'obbligo per il medico necroscopo di raccogliere dal cadavere, e conservare per un periodo minimo di dieci anni, campioni di liquidi biologici e annessi cutanei, a prescindere dalla pratica funeraria prescelta, per eventuali indagini per causa di giustizia; i) predisposizione di sale attigue ai crematori per consentire il rispetto dei riti di commemorazione del defunto e un dignitoso commiato. Articolo 4 Modifica all'articolo 338 del testo unico approvato con regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265 1. Al primo comma dell'articolo 338 del testo unico delle leggi sanitarie, approvato con regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, dopo le parole: <almeno duecento metri dai centri abitati> sono inserite le seguenti: <, tranne il caso dei cimiteri di urne>. Articolo 5 Tariffe per la cremazione 1. Nei casi di indigenza accertata del defunto, gli oneri e le spese derivanti dalla cremazione e dagli adempimenti cimiteriali a essa connessi possono essere sostenuti, nei limiti delle ordinarie disponibilità di bilancio, dal Comune di ultima residenza del defunto, indipendentemente dal luogo nel quale avviene la cremazione, sulla base delle tariffe stabilite ai sensi del comma 2. 2. Con decreto del ministro dell'Interno, di concerto con il ministro della Sanità, sentite l' Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci), la Confederazione nazionale dei servizi (Confservizi), nonché le associazioni maggiormente rappresentative che abbiano fra i propri fini quello della cremazione dei propri soci, sono stabilite, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le tariffe per la cremazione dei cadaveri e per la conservazione o la dispersione delle ceneri nelle apposite aree all'interno dei cimiteri. Articolo 6 Programmazione regionale, costruzione e gestione dei crematori 1. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le Regioni elaborano piani regionali di coordinamento per la realizzazione dei crematori da parte dei Comuni, anche in associazione tra essi, tenendo conto della popolazione residente, dell'indice di mortalità e dei dati statistici sulla scelta crematoria da parte dei cittadini di ciascun territorio comunale, prevedendo, di norma, la realizzazione di almeno un crematorio per Regione. 2. La gestione dei crematori spetta ai Comuni, che la esercitano attraverso una delle forme previste dall'articolo 113 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. 3. Agli oneri connessi alla realizzazione e alla gestione dei crematori si provvede anche con i proventi derivanti dalle tariffe di cui all'articolo 5, comma 2. Articolo 7 Informazione ai cittadini 1. I Comuni provvedono a fornire ai cittadini residenti nel proprio territorio le informazioni sulle diverse pratiche funerarie previste dall'ordinamento, anche con riguardo ai profili economici. 2. Il medico che provvede alla stesura del certificato di morte fornisce le informazioni specifiche ai familiari del defunto in ordine alle diverse possibilità di disposizione del cadavere. Articolo 8 Norme tecniche 1. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del ministro della Sanità, di concerto con il ministro dell'Ambiente e con il ministro dell'Industria, del commercio e dell'artigianato, sono definite norme tecniche per la realizzazione dei crematori, relativamente ai limiti di emissione, agli impianti e agli ambienti tecnologici, nonché ai materiali per la costruzione delle bare per la cremazione. 2) ATTRIBUZIONI DELLA SALA INCISORIA E DELLA CAMERA MORTUARIA Con la presente si intendono precisare ulteriormente le rispettive attribuzioni della Anatomia Patologica e della Direzione Sanitaria per quanto riguarda la sala settoria e le camere mortuarie. La circolare del Ministero della Sanita' 24 giugno 1993, gazzetta Ufficiale n. 158 precisa che restano fermi gli obblighi per gli ospedali di dotazione di deposito di osservazione, comunemente chiamato camera mortuaria e di sala settoria per le autopsie. SALA SETTORIA: le competenze derivano da: 1. Ordinamento interno dei servizi ospedalieri DPR 27 marzo 1969, n. 128, art. 21 "Servizio di istologia e Anatomia Patologica", (Capo III°) = Servizio di "diagnosi e cura"; "Direzione Sanitaria" (Capo II) "Servizio igienico-organizzativo". 2. Regolamento di Polizia Mortuaria, DPR 10 settembre 1990, n. 285: a) art 37 "Riscontro diagnostico" (Punto 3) : negli ospedali e' eseguito dall'anatomo patologo . b) art 66 (per il cimitero) "sala per autopsie" (Capo XII). = sala settoria CAMERE MORTUARIE: le competenze derivano dai vari articoli del regolamento di Polizia Mortuaria : 1. Art 12 (per il cimitero) "deposito di osservazione" : a) per ricevere e tenere in osservazione le salme" b) al punto 2 "anche ai ini del rilevamento di eventuali manifestazioni vitali" 2. Art 13 ( per il cimitero) precisa le circostanze in cui il deposito di osservazione deve essere distinto dall'obitorio (locale unico destinato a mantenimento in osservazione e il riscontro diagnostico) 3. Art. 64 e 65 (Capo XI) (per il cimitero) "camera mortuaria". All'art 64 precisa che la camera mortuaria serve per la sosta dei feretri prima del seppellimento. 4. Regolamento di polizia mortuaria, art. 4 "Medico necroscopo" (accertamento della morte, vedi punto 4). Negli ospedali la funzione del medico necroscopo e' svolta dal Direttore Sanitario (art. 141 del RD 9 luglio 1939, n. 1238) o da un medico da lui delegato.......... Commenti: I medici necroscopi dovranno essere scelti per competenza e professionalita', nell'ambito del Servizio di medicina Legale, della USL" 5. Art. 8 e 9 del regolamento di polizia mortuaria (Capo II) : periodo di osservazione dei cadaveri e' di 24 ore dal momento del decesso (per alcuni casi di 48 ore) e che il medico necroscopo ha facolta' di abbreviare tale periodo in base a norme precisate (ad esempio effetuando il tanatogramma) (Legge 2 dicembre 1975, n. 644 e successive modifiche) Qualora le strutture non siano riunite in un unico locale (come avviene ad esempio nei cimiteri) esistono 3 strutture distinte: 1. CAMERA MORTUARIA (per la sosta dei feretri prima del seppellimento) 2. DEPOSITO DI OSSERVAZIONE (per ricevere e tenere in osservazione le salme) 3. LA SALA PER AUTOPSIE Per quanto riguarda le rispettive competenze all'interno dell'ospedale: 1. LA CAMERA MORTUARIA AVENDO FUNZIONI CONNESSE ESCLUSIVAMENTE CON I FUNERALI E' COMPETENZA DELLA DIREZIONE SANITARIA (vedi ordinamento interno dei servizi ospedalieri, servizi igienico organizzativi) 2. DEPOSITO DI OSSERVAZIONE. COMPETE A CHI FA L'OSSERVAZIONE DEI CADAVERI, CIOE' AL MEDICO NECROSCOPO (Direttore sanitario o suo delegato) 3 SALA PER AUTOPSIE COMPETE A CHI ESEGUE LE AUTOPSIE. Negli Ospedali l'anatomo patologo e il medico legale. LINEE GUIDA SULLE PROCEDURE TECNICHE PER L’ASSISTENZA AL PATOLOGO DURANTE I RISCONTRI AUTOPTICI 1) FISSATIVI PER MATERIALE BIOLOGICO CARNOY FISSAZIONE PER IL SISTEMA NERVOSO CENTRALE M.O. x 1000 cc 600 cc di alcool assoluto 300 cc di cloroformio 100 cc di acido acetico glaciale Se il materiale e’ di grandi dimensioni, prima ancora di essere ridotto si fissa per 24/48 ore. Se il materiale e’ di piccole dimensioni come le biopsie bastano 4 ore. Se il materiale viene fissato dopo essere ridotto bastano 24 ore. La fissazione deve essere effettuata in frigo. Dopo il tempo necessario della fissazione il materiale viene posto il ALCOOL ASSOLUTO per 6-12 ore facendo attenzione di effettuare il cambio ogni 6 ore. Sostituire l’alcool assoluto con il cloroformio per altre 2 ore. Porlo nella paraffina, inclusione e taglio. FORMALINA M.O. Soluzione di formalina al 12%. Serve per poter fare tutte li indagini in immunoistochimica. GLUTARALDEIDE M.E. Soluzione di glutaraldeide al 2,5% Il materiale non deve essere lasciato per piu’ di 12 ore Passaggio successivo in Cacodilato di sodio tamponato. CONGELAMENTO M.O. / M.E / IMMUNOFLUORESCENZA Azoto liquido. Si immerge il campione (molto piccolo) dopo averlo posto su un supporto di sughero con un po’ di OCT. Lo si immerge velocemente, facendo attenzione di non fare delle bolle. Lo si mantiene poi a -80°C. Parte speciale Sono elencati i vari organi ad apparati in ordine alfabetico riportando, per ogni tipo di prelievo, le relative istruzioni par il corretto invio. ORGANO FISSATIVO Appendice Formalina Cavità orale Formalina Colecisti Formalina Cute Formalina Specificare se si tratta di biopsia escissionale o incisionale ISTRUZIONI PARTICOLARI Nessuno Recapitare immediatamente Endometrio Formalina Indicare la data delle ultime mestruazioni ed eventuali terapie ormonali Esofago (biopsia, resezione) Formalina Orientare i campioni Fegato (biopsia, resezione) Formalina Indicare eventuali markers d'infezione virale Feto < 20 settimane Formalina > 20 settimane Nessuno Ghiandole salivari Formalina Intestino Formalina Labbro Formalina Laringe Biopsie, cordectomia, laringectomia, ecc. Formalina Le biopsie e le cordectomie vanno orientate Linfonodi Nessuno Inviare immediatamente a fresco Formalina Inviare al Mortuario per es. autoptico Aprire il pezzo operatorio linfoproliferativa metastatica o non neoplastica Lingua Formalina Mammella Nessuno Formalina atologia benigna Inviare a fresco per determinazione recettori ormonali Midollo osseo B5 Milza Formalina Naso e seni paranasali Formalina Occhio Formalina Osso Formalina Ovaio e tuba Formalina Pancreas Formalina Paratiroide Formalina Parotide Formalina Pene Formalina Placenta Formalina Pleura Formalina Polmone Formalina Prostata Formalina Indicare il valore di PSA Rene Nessuno Inviare immediatamente Formalina Stomaco Formalina Surrene Formalina Svuotamento ascellare Formalina Svuotamento laterocervicale Formalina Tessuti molli Formalina Testicolo Formalina Tiroide Formalina Utero Formalina Ritirare il B5 presso il Lab. di Anatomia immediatamente prima del prelievo Per motivi tecnici i campioni devono essere consegnati entro le ore 11 del mattino Usare contenitori di grandezza adeguata Se possibile orientare le biopsie su carta Inviare i livelli già divisi in contenitori separati Indicare repere alle ore 12 Formalina Vagina Formalina Vescica Formalina Vulva Formalina CAMPIONI FISSATIVO Agoaspirati Se il prelievo non è eseguito presso questo Servizio, è opportuno chiedere ogni volta informazioni. Le modalità di allestimento possono, infatti, variare in base alla sede di prelievo e al tipo di materiale ottenuto: Formalina, fissativo in spry (per strisci) , metanolo (per strisci), alcool 80 (per strisci), a fresco (consegnare entro 30 min). BAL Fissativo in spry MEGLIO FISIOLOGICA E CONSEGNARE ENTRO 1 ORA Broncoaspirato Fissativo in spry ALCOOL DENATURATO e’ preferibile Brushing Fissativo in spry Escreato Fissativo in spry Liquidi da versamento ° se inviati subito * se inviati dopo 24 ore Inviare l’intera quantità prelevata in contenitore rigido a chiusura ermetica (evitare le sacche) aggiungendo in ogni caso un anticoagulante (Eparina 0.5 %° oppure EDTA 1 %°) Aggiungere ¼ di formalina al 10%, oppure alcool 95 non denaturato Liquor A fresco, consegnare entro 30 minuti Secrezione capezzolo Fissativo in spry Pap - test Fissativo in spry Sangue midollare EDTA Meglio fisiologica (consegnare entro 30 minuti) Oppure formalina acida Sangue periferico EDTA Inviare la seconda urina del mattino; recapitare al più presto Oppure alcool 95 non denaturato Orientare il prelievo ISTRUZIONI PARTICOLARI Usare un recipiente rigido a tenuta ermetica con 15-20 ml di CytoLyt Urine Nessuno 2) ELENCO DOCUMENTI "LINEE GUIDA" PER L'ACCURATEZZA DIAGNOSTICA A LIVELLO NAZIONALE 1) Manuale delle procedure tecniche per l'esame macroscopico ed il campionamento dei pezzi chirurgici. Lega Italiana per la lotta contro i Tumori FISAPEC 1994 2) Commissione SIAPEC Qualita' - Accreditamento Certificazione. Requisiti minimi previsti per i Servizi (unita' operative) di Anatomia, Istologia Patologica e Citodiagnostica. Pathologica 1996; 88(3): 249-253 3) Collazzo R Indicatori di qualita' in anatomia patologica Pathologica, 1998; 90, 371-378, 1998 4) M Barbareschi et al Linne guida, qualita' e stato dell'arte in anatomia patologica: una valanga di studi per migliorare e conoscerci meglio. Pathologica 1997, 89, 323-325 5) Viberti L e coll La comunicazione tra patologo e clinico: una proposta di standardizzazione delle richieste di esami istologici per neoplasia. Pathologica 1998; 90, 165-175. 6) Losi L, Ragazzini T Valutazione di risultati interlaboratorio di tecniche immunoistochimiche. Pathologica 1997; 89, 282-287 7) Fabbris E et al Analisi della variabilita' diagnostica intralaboratorio nel programma di screening cervicale di Imola. Pathologica 1998; 90: 127-132 8) Universita' di Bologna - Isituto di Anatomia e Istologia Patologica - Policlinico S. Orsola Controllo di qualita' isto-citopatologico. 9) M. Cornaggia et al Linee guida per la diagnosi anatomopatologica delle malattie infiammatorie croniche idiopatiche intestinali. Pathologica 1999; 91, 42-48 10) M Guido, G FAA La diagnosi morfologica delle epatiti croniche. Requisiti minimi del referto istopatologico GIPAD (Gruppo italiano dei patologi dell'apparato digerente) Pathologica 1998; 90, 176-182 11) AIPC - Dott. S. Coverlizza Linee guida per la diagnosi citologica del liquido di lavaggio bronchiolo-alveolare. Dott.ssa D. Bellis Eur Respi J 3, 937-974, 1990 (Clinical guidlines and indications for brochoalveolar lavage , BAL: report of the European Society of Pneumology Task Group on BAL. 12) AIPC - Dott S. Coverlizza Linee guida per la ricerca dei corpuscoli dell'asbesto. Dott.ssa D. Bellis 13) Abbona G.C et al Refertazione patologica standardizzata per i tumori. Pathologica 1997; 89:546-565 14) Roncalli M et al Lesioni nodulari epatocellulari. Linee guida e criteri diagnostici minimi in diagnostica istopatologica gastrointestinale. Pathologica 2000; 92: 210-220 15) C. Urso et al Linee guida per la refertazione delle lesioni melanocitiche cutanee. Pathologica 2000; 92, 43-44 16) Commissione oncologica regionale Sottocommissione tumori rari Linee guida nella diagnosi e nel trattamento delle neoplasie tiroidee Regione piemonte. 17) College of american pathologists - Surgical pathology and cytopathology. Garanzia di qualita' in anatomia patologica. Manuale applicativo. Europa Science Umane editrice Istituto Scientifico H San Raffaele 18) Federazione Italiana di Anatomia Patologica e citologia Igiene e sicurezza ambientale in anatomia patologica. Linee guida per la prevenzione dei rischi in laboratorio e in sala settoria. Europa Science Umane ed. Istituto Scientifico S. Raffele. 19) Associazione italiana di citologia Manuale delle procedure tecniche per l'allestimento dei preparati citologici. Europa Science Umane Ed. Istituto Scientifico S. Raffele 20) R. J Kurman, D. Solomon Il sistema Bethesda Per la classificazione delle diagnosi citologiche cervico-vaginali. Definizioni, criteri e note esplicative per la terminologia e l'adeguatezza dei preparati. Ed Italiana E. Baraggino 21) Documento europeo del gruppo di lavoro "Patologia mammaria nei programmi di screening mammografico" della C.E. Linee guida relative alla citopatologia mammaria in corso di programmi di screening mammografico. Pathologica 89, 234-255, 1997 J Clin Pathol 44, 770-725, 1991 A LIVELLO INTERNAZIONALE 1)Rosai J, Ackerman's Surgical Pathology Mosby 1997 2) Ramsay AD Errors in Histopathology reporting: detection and avoidance. Histopathology 1999; 34: 481-490 3) Fleming KA Evidence-based pathology J Pathol 1996; 179:127-128 4) M. Dixon e coll Classification and grading of gastritis. The Updated Sydney System Am J Surgical Pathol 1996; 20: 1161-1181 5) RH Riddell The biopsy diagnosis of gastroesophageal reflux disease, "Carditis", and Barrett's Esophagus, and Sequelae of Therapy. Am J Surgical Pathol 1996; 20 (suppl 1): S31-S50 6) Cooke et al, 1996 Classificazione in gradi della distrofia digiunale-duodenale tratta da Roy-Choudhury 7) Ishak K et al Histological grading and staging of chronic hepatitis J Hepatology 1995; 22: 696-699 8) Deugnier YM et al Differentiation between heterozygotes and homozygotes in genetic hemochromatosis by means of a histological hepatic iron index: a study of 192 cases. Hepatology 1993; 17: 30-34 9) Deugneir YM et al A reappraisal of hepatic siderosis in patients with end-stage cirrhosis: practical implicattions for the diagnosis of hemochromatosis. Am J Surgical pathol 1997; 21: 669-675 10) E.D. Hsi et al Classification of primary gastric lymphomas. According to histologic features. Am J Surgical pathol 1998; 22: 17-27 11) H.E. Corey et al Urine Cytology and the diagnosis of renal allograft rejection I. Studies using conventional staining. Acta Cytologica 1997; 41: 1732-41 12) Blessing Bening atypical naevi: diagnostic difficulties and continued controversy. Histopathology 1999; 34: 189-198 13) Association of directors of anatomic and surgical pathology Recommendations for the reporting of soft tissues sarcomas Hum Pathol 1999; 30: 3-7 14) "ASAP"OPEN FORUM Hum Pathol 30, 1401-1404, 1999 AVVERTENZE - Il fissativo universalmente accettato e’ la FORMALINA TAMPONATA al 10%. Il volume del fissativo deve essere circa 10 volte il volume del campione. - In caso di organi dell’apparato emolinfatico, a seconda degli accordi con il patologo, e’ preferibile usare la FORMALINA ACIDA (che mantiene espresse le strutture antigeniche). - Per indagini in microscopia elettronica e’ obbligatorio usare un fissativo specifico come la GLUTARALDEIDE. - I prelievi bioptici piu’ piccoli devono essere fissati immediatamente. - Le biopsie endoscopiche multiple del tratto digerente, della portio, della cute, delle mucose, devono essere possibilmente orientate (eventualmente con l’utilizzo della carta bibula). - I ritardi nell’invio del materiale non fissato comportano fenomeni irreversibili che possono pregiudicare il giudizio diagnostico, quali per esempio l’essiccamento periferico e la riduzione progressiva del numero di mitosi. - Il servizio di anatomia patologica non esegue indagini chimiche sulla composizione di calcoli e concrezioni