Casi chirurgici oftalmici nel coniglio by G. Visigalli e C. Peccati

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50° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
Casi chirurgici oftalmici nel coniglio
Giuseppe Visigalli
Med Vet, Varedo-MI
Claudio Peccati, Med Vet,Varese
INTRODUZIONE
La medicina e la chirurgia oftalmica del coniglio da
compagnia, stanno acquisendo sempre maggiori credenziali e cultori in tutto il mondo. Le possibilità di vedersi
richiesta una prestazione medica di tipo oftalmologico in
questa specie sono infatti molto frequenti e ciò per numerosi fattori: esposizione del bulbo oculare (tipica di tutti i
lagomorfi), peculiarità anatomiche quali l’enorme sviluppo
delle ghiandole lacrimali (principali ed accessorie), stretta
contiguità del bulbo oculare e delle vie lacrimali con le
radici dei denti molariformi superiori e degli incisivi principali superiori ed infine interessamento oftalmico diretto
od indiretto (neurologico o linfoematogeno) in molte patologie sistemiche.
Gli autori si propongono di illustrare le tappe chirurgiche fondamentali e le implicazioni mediche sul medio e
lungo periodo di due interventi chirurgici extrabulbari in
questa specie. Il primo riguarda la congiuntiva bulbare ed
epibulbare (occlusione membranosa precorneale); il
secondo un possibile approccio chirurgico alla dacriocistite cronica (con ostruzione del dotto nasolacrimale nella
sua frazione intraossea) tramite incannulamento del forame lacrimale.
INCANNULAMENTO
DEL FORAME LACRIMALE
NELLE DACRIOCISTITI CRONICHE
Prima di sottoporre il paziente lagomorfo a questa tecnica chirurgica occorre certamente aver eseguito una approfondita visita clinica con completo corredo anamnestico, il
lavaggio delle vie lacrimali con con soluzione di Ringer lattato tiepido e l’esame dacriocistorinografico bilaterali. Questa tecnica chirurgica, peraltro pochissimo descritta in letteratura, ha lo scopo di bypassare l’ostruzione del tratto
intraosseo del dotto nasolacrimale allargando inizialmente il
punto lacrimale e, tramite trapanazione, il forame lacrimale.
Attraverso quest’ultimo viene quindi fatta passare una sonda
nasolacrimale piuttosto grossa (in silicone del tipo impiegato abitualmente per la ricostruzione delle vie lacrimali nel
cavallo). Questa sonda viene quindi suturata alla cute facciale e mantenuta in sede per almeno tre settimane, in modo
da ricreare una possibile permanente via di drenaggio, sufficientemente ampia. Questo intervento viene consigliato qualora, nonostante le terapie locali e sistemiche, la pervietà del
dotto nasolacrimale non venga ripristinata (irregolarità della
mucosa per flogosi cronica, decorso tortuoso ed altre cause)
ed anche quando il dotto è ostruito, sebbene i possibili ostacoli “dentali” (radici degli incisivi principali superiori soprattutto) siano stati rimossi.
OCCLUSIONE MEMBRANOSA CORNEALE
Bibliografia disponibile previa richiesta agli Autori.
La peculiarità di questa patologia è data soprattutto da
due aspetti: il primo riguarda la stretta somiglianza clinica
apparente con il “symblefaron”, da cui si differenzia
sostanzialmente per l’assenza di aderenze corneali; il
secondo riguarda invece l’approccio chirurgico più indicato per “tentare” di risolvere questa condizione. Infatti le
recidive sono sempre possibili. Secondo la più autorevole
letteratura internazionale e l’esperienza degli autori, sembra che la sutura della congiuntiva bulbare alla sottostante
sclera (nylon o prolene 6-0) sia assolutamente necessaria.
L’ipotesi più accreditata perché tale sutura contribuisca in
modo decisivo a contrastarne la recidiva sembra essere il
minor apporto vascolare al fronte di proliferazione della
plica congiuntivale.
Indirizzo per la corrispondenza:
Giuseppe Visigalli, Med.Vet.
c/o Clinica Veterinaria Liana Blu
v. Crispi 18 Varedo 20039 (MI)
Tel.-fax: + 39 0362 544020
Tel. cell. 347 247 12 85
E-mail: [email protected]
Claudio Peccati, Med.Vet.
c/o Ambulatorio Veterinario
v. Ravasi 23 21100 - Varese (VA)
Tel. amb.: + 39 0332 287724
E-mail: [email protected]
This manuscript is reproduced in the IVIS website with the permission of the Congress Organizing Committee
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