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Dacriocistorinostomia
Informazione al paziente
Le vie lacrimali (di deflusso) sono costituite dall’insieme delle parti ossee e membranose che
raccolgono e convogliano il liquido lacrimale dal sacco congiuntivale nelle cavità nasali.
La fossa lacrimale situata nel tratto anteriore della parete mediale dell’orbita e il canale nasolacrimale, alla cui formazione concorrono l’osso mascellare, l’osso lacrimale e il turbinato inferiore e
che si apre a livello della volta del meato inferiore della fossa nasale, costituiscono le parti ossee.
La componente membranosa delle vie lacrimali comprende le papille (o puntini) lacrimali (superiore
e inferiore), i canalini lacrimali, il canalicolo comune, il sacco lacrimale e il dotto naso lacrimale.
L’evenienza ostruttiva delle vie lacrimali di deflusso provoca l’epifora, un eccesso di liquido lacrimale
che si forma per l’imperfetto drenaggio delle vie lacrimali; le lacrime debordano, bagnando la cute
della palpebra inferiore e della guancia, dando luogo a una congiuntivite lacrimale irritativa e talora
a un eczema palpebrale; costituisce il sintomo più tipico e più comune delle malattie delle vie
lacrimali.
Indicazioni
L’intervento chirurgico di dacriocistorinostomia (DCR) si prefigge, nelle sue diverse varianti, di far
comunicare il sacco lacrimale con le fosse nasali mediante l’asportazione della parete ossea e
l’affrontamento della mucosa del sacco lacrimale con quella nasale; l’intervento, opportunamente
indicato sulla scorta dell’esame rinologico e radiologico, e correttamente eseguito, si dimostra il
migliore a tutti gli effetti (compreso quello funzionale), pur riconoscendo la possibilità di un
insuccesso per- e postoperatorio (emorragie, chiusura della breccia ossea ecc.) e quindi di un
reintervento.
Indicazioni sono le stenosi post-saccali.
Modalita' di esecuzione
L’intervento può essere effettuato in anestesia loco-regionale. Solo raramente, e in casi particolari, è
richiesta un’anestesia generale.
L’intervento consiste nel realizzare un’anastomosi tra sacco lacrimale e mucosa nasale.
Durante l’intervento viene asportata una piccola lamina ossea che separa la narice dall’orbita.
Successivamente viene creato un tunnel tra le pareti superiori del sacco e della mucosa nasale e
quelle inferiori, opportunamente suturate.
L’intervento dura 1 ora circa. Alla fine residua una piccola cicatrice cutanea (circa 15 mm) tra
l’angolo interno della rima palpebrale e l’ala del naso.
Durante l’operazione può essere inserito a partire dai puntini lacrimali fin nel naso un piccolo tubo di
silicone (intubazione bicanalicolare) che ha la funzione di mantenere pervia la nuova via formata
chirurgicamente e non ha alcuna funzione di drenaggio delle lacrime. Il tubicino in silicone forma
un’ansa a livello del canto interno che in genere non disturba e consente persino l’uso di lenti a
contatto.
Varianti della tecnica sopra descritta sono la DKR laser, la DKR con accesso endonasale.
Alternativa alla dacriocistorinostomia è la chirurgia endoscopica delle vie lacrimali.
L’intervento si esegue normalmente in regime di Day Surgery (ricovero giornaliero) o ambulatoriale.
Esso è considerato un atto chirurgico maggiore, per cui va effettuato in una sala operatoria sterile.
Il decorso postoperatorio è variabile. È fondamentale che il paziente esegua correttamente le
istruzioni che gli vengono impartite alla dimissione, sia per quanto riguarda lo stile di vita e la
terapia da utilizzare, che non va mai sospesa sino a ordine diverso del chirurgo, sia per quanto
riguarda i controlli prescrittigli. In genere, al momento della dimissione, viene consegnato al
paziente un foglio con tutte le istruzioni necessarie.
Complicanze ed effetti collaterali
L’intervento di dacriocistorinostomia può oggi essere considerato quasi del tutto sicuro in quanto gli
attuali ausili tecnologici e la grande diffusione di questi interventi hanno consentito agli oftalmologi
di ottenere ottimi e costanti risultati. Tuttavia, trattandosi di un intervento chirurgico, possono
insorgere complicanze intra- e postoperatorie.
Complicanze intraoperatorie
Tra le complicanze intraoperatorie ricordiamo:
·
le emorragie: relativamente frequenti. Le fonti di sanguinamento possono essere vasi
cutanei, vasi angolari, vasi etmoidali, vasi nutritizi dell’osso e vasi della mucosa nasale;
·
la rottura di celle etmoidali (eccezionale). È una possibile causa d’insuccesso dell’intervento.
Può causare il passaggio di aria al di sotto della pelle con formazione di bolle sottocutanee
(enfisema);
·
lesioni dell’inserzione del muscolo piccolo obliquo (eccezionale);
·
fuoriuscita di liquor cerebrospinale (eccezionale). In genere guarisce spontaneamente; sono
descritti dei casi in cui è stato necessario un intervento neurochirurgico.
Complicanze postoperatorie
Tra le complicanze postoperatorie ricordiamo:
·
l’emorragia nasale: relativamente frequente. Può verificarsi due settimane dopo l’intervento.
Anche per tale motivo si sconsiglia di soffiarsi il naso vigorosamente. L’epistassi in genere è
lieve e autolimitantesi, controllabile con una “pinzatura” moderata del naso, con del ghiaccio
e reclinando il capo all’indietro per circa 20 minuti. Nei casi refrattari si utilizza un tampone
nasale;
·
cicatrice ipertrofica: normalmente la cicatrice cutanea tende a essere indurita e lievemente
rilevata per un periodo dì circa 3 mesi e dopo tale periodo tende a scomparire;
·
complicanze infettive locali: possono essere frequenti, sono generalmente transitorie, ma
necessitano di un’antibioticoterapia;
·
cicatrizzazione dell’ostio con epifora (recidiva).
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