COPIA COMUNE DI MANTOVA SEGRETERIA GENERALE VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N._____170________Reg. Deliberazioni N._______________di Prot. G. OGGETTO: “Approvazione progetto sperimentale di sostegno ai soggetti affetti da demenza Alzheimer” L’anno duemilasei (2006) - addì 3 (tre) del mese di agosto ad ore 15:30 nella sala della Giunta LA GIUNTA COMUNALE Si è riunita in seduta ordinaria Presidente - FIORENZA BRIONI - FABIO - LUCIANO - ILARIO - BENEDETTA - FRANCO - MATTIA - FABIO - GENNARO - CARLO ALDINI BATTU’ CHIAVENTI GRAZIANO BONAFFINI PALAZZI PICCINELLI ROSANO SALETTA - MONICA PERUGINI Presenti: gli Assessori: Assenti: gli Assessori: ************ Partecipa il Segretario del Comune Dott. E. Giorgetti Il Sindaco, constatato il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta. Pagina 1 di 36 DGC n.170 /03.08.2006 LA GIUNTA COMUNALE PREMESSO che la Fondazione Cariverona ha comunicato la disponibilità a sostenere finanziariamente progetti di assistenza sociale e sanitaria in favore dei soggetti affetti da morbo di Alzheimer e dei loro familiari; CONSIDERATO che è stato costituito un gruppo di lavoro promosso dal Comune di Mantova, ente capofila, al quale hanno aderito: Provincia di Mantova, ASL, Azienda Ospedaliera C. Poma, Fondazione Mazzali ed Aspef, al fine di elaborare un “Progetto sperimentale di sostegno ai soggetti affetti da demenza Alzheimer” condiviso da tutti gli enti coinvolti allo scopo di migliorare l’assistenza domiciliare dei pazienti affetti da demenza e di sostenerne il mantenimento delle autonomie funzionali residue; CONSIDERATO che gli obiettivi specifici del progetto sperimentale, da svolgersi in un triennio, sono forme innovative di assistenzaa e che sono individuati: i soggetti istituzionali coinvolti; l’ambito territoriale di realizzazione; i destinatari finali del progetto; gli organismi tecnici di coordinamento e di gestione operativa; gli obiettivi specifici da conseguire, gli interventi, i percorsi di sostegno e le azioni formative da attivare; le risorse necessarie; CONSIDERATO di indubbia rilevanza istituzionale la elaborazione di un progetto di interventi sociali e socio sanitari fortemente orientati al sostegno della domiciliarità con il supporto di servizi semi-residenziali e residenziali; RITENUTO di condividere i contenuti del “Progetto sperimentale di sostegno ai soggetti affetti da demenza Alzheimer” e l’utilità di tale sperimentazione; TENUTO CONTO che il costo del progetto è sostenuto sia tramite co-finanziamento degli enti aderenti, sia tramite contributo da richiedere alla Fondazione Cariverona; RITENUTO di sostenere gli oneri previsti a carico del Comune di Mantova come indicato nel prospetto economico, in atti; VISTO lo Statuto del Comune di Mantova; VISTO il parere favorevole espresso ai sensi dell’art. 49 c.1 del TUEL dal Dirigente sulla regolarità tecnica; Ad unanimità di voti palesi; DELIBERA di approvare l’allegato “Progetto sperimentale di sostegno ai soggetti affetti da demenza Alzheimer”, allo scopo di migliorare l’assistenza domiciliare dei pazienti affetti da demenza e per sostenerne il mantenimento delle autonomie funzionali residue; Pagina 2 di 36 di precisare che tale sperimentazione vede coinvolte le istituzioni preposte alla tutela ed alla cura dei cittadini di Mantova: ASL, Provincia di Mantova, Fondazione Mazzali ed Aspef, e che gli enti citati hanno condiviso e approvato tale progetto sperimentale; di presentare richiesta di finanziamento alla Fondazione Cariverona per il “Progetto sperimentale di sostegno ai soggetti affetti da demenza Alzheimer”; di demandare a successivo provvedimento il relativo impegno di spesa a carico del Comune di Mantova a seguito dell’avvenuta assegnazione del finanziamento da parte della Fondazione Cariverona. Con separata votazione e sempre all’unanimità di voti, espressi nei modi di legge, la presente delibera viene dichiarata, IMMEDIATAMENTE ESECUTIVA ai sensi dell’art. 134 comma 4°, del D. Lgs. 18/08/00, n. 267. DG/ Pagina 3 di 36 COMUNE DI MANTOVA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE OGGETTO: “APPROVAZIONE PROGETTO SPERIMENTALE DI SOSTEGNO AI SOGGETTI AFFETTI DA DEMENZA ALZHEIMER” PARERE DI REGOLARITA' TECNICA VISTO IL CON PARERE _________________________________________________________________________ FAVOREVOLE _________________________________________________________________________ Mantova, lì 2/08/2006 Il Direttore Generale Dr. Maurizio Caristia PARERE DI REGOLARITA' CONTABILE Il Dirigente del Settore Contabilità e Finanze Pagina 4 di 36 Comune di Mantova Progetto sperimentale di sostegno ai soggetti affetti da demenza Alzheimer Pagina 5 di 36 SCHEDA SINTETICA DI PRESENTAZIONE DEL PROGETTO Titolo Sperimentazione di interventi in rete dedicati alla gestione a domicilio dei soggetti affetti da demenze nella città di Mantova. Capofila Comune di Mantova. Soggetti Istituzionali coinvolti: - ASL Provinciale di Mantova (Dipartimento Attività Socio Sanitarie Integrate – Dipartimento Programmazione Acquisto e Controllo – Distretto Socio Sanitario di Mantova – ) - ASPeF (Azienda Servizi alla Persona e alla Famiglia, Ente strumentale del Comune di Mantova) - Azienda Ospedaliera Carlo Poma di Mantova (Direzione Sanitaria del Presidio Ospedaliero C.Poma, Divisione di Neurologia e Unità di Valutazione Alzheimer, U.O. di Pronto Soccorso) - Istituti Geriatrici Monsignor Mazzali di Mantova (Fondazione ONLUS) - Provincia di Mantova – Assessorato alle Politiche Sociali Ambito Territoriale: Città di Mantova N° 3 Circoscrizioni - Numero abitanti: 47.674, di cui 22.012 maschi e 25.659 femmine (fonte: dati Ufficio Anagrafe del Comune di Mantova, aggiornati al dicembre 2005). Destinatari finali del progetto - Pazienti affetti da demenza in generale, dalla malattia di Alzheimer in particolare - Caregives dei pazienti (familiari, badanti, volontari) Pagina 6 di 36 Numero di potenziali destinatari: 400 pazienti, ovvero circa il 50% degli anziani affetti da demenza secondo le stime di prevalenza di seguito specificate. Ambiti di intervento Gli interventi avranno prevalentemente carattere domiciliare, con il supporto dei servizi semi-residenziali e residenziali. Obiettivo generale: L’obiettivo generale è individuato nell’offerta di interventi flessibili e pertinenti, dedicati ai soggetti affetti da demenza,mediante il rinforzo dei legami all’interno della rete di servizi sanitari e sociali e prevedendo una revisione dell’attuale setting di assistenza e dei suoi presupposti. Linee strategiche di intervento: Costituzione del Comitato Tecnico di Coordinamento con funzioni di indirizzo e di controllo, ed individuazione del Responsabile di Progetto,; Costituzione del gruppo operativo interistituzionale per l’attivazione di supporti domiciliari alle famiglie in cui vivono i pazienti affetti da demenza, ed individuazione del Responsabile del Gruppo Operativo; Attivazione dei percorsi formativi per diffondere le conoscenze sulle demenze e le competenze tecniche e relazionali nella gestione a domicilio del paziente; Garantire e migliorare l’assistenza a domicilio del paziente affetto da demenza con interventi di modifica nell’ambiente domestico e tramite la sperimentazione delle tecnologie dedotte dalla domotica e adattate alla tutela della persona affetta da demenza. Durata della sperimentazione: 36 mesi dalla data di avvio della sperimentazione Condizioni finanziarie per la realizzazione (triennio 2006-2008): Pagina 7 di 36 del progetto di sperimentazione 920.000,00 euro Condizioni di sostenibilità del setting sperimentato 250.000,00 euro annui (interamente a carico dei soggetti fine della sperimentazione) coinvolti a partire dalla Indicatori N° interventi formativi N° soggetti coinvolti negli interventi professionale formativi, suddivisi per categoria e profilo N° ore di formazione (ore/aula) N° chiamate per assistenza in situazione di acuzie (Call Center)/n° interventi effettuati N° visite delle Unità di Valutazione Alzheimer/n° fascicoli socio sanitari N° casi di Alzheimer diagnosticati c/o U.O. Pronto Soccorso Presidio Ospedaliero di Mantova/n° pazienti assistiti a domicilio N° utenti presi in carico dagli U.V.A. /N° pazienti assistiti a domicilio N° interventi di revisione del setting domiciliare (presidi di supporto applicati e/o interventi strutturali : n.b. i costi per gli eventuali interventi strutturali saranno a carico dei beneficiari e/o dell’Ente Locale, e/o dei fondi a sostegno della disabilità) N° casi diagnosticati/ricoveri di sollievo sociale annui N° pubblicazioni annue N° voucher sociali/n° pazienti assistiti a domicilio N° voucher socio sanitari/n° pazienti assistiti a domicilio N° prestazioni Pagina 8 di 36 PROGETTO: Sperimentazione di interventi in rete dedicati alla gestione a domicilio dei soggetti affetti da demenze nella città di Mantova. Premesse. Le demenze rappresentano, nei paesi occidentali, la quarta causa di morte nella popolazione anziana ultrasessantacinquenne, e la diffusione delle diverse forme di demenza è in costante crescita. L’aumento del numero di persone affette da sindrome demenziale è frutto di uno dei tanti paradossi del nostro tempo. Negli ultimi 40 anni si è registrato, non solo in Italia, ma in tutti i paesi industrializzati uno sviluppo tecnologico e scientifico che ha determinato l'allungamento della speranza di vita e l’innalzamento dei tassi di incidenza e prevalenza delle patologie che sulla base degli studi epidemiologici risultano correlate all'età. Determinanti sono state le modifiche ambientali, demografiche ed epidemiologiche, la vertiginosa evoluzione tecnico-scientifica, l’adeguamento dei servizi territoriali e di prevenzione primaria. Con il termine demenza s’intende una sindrome clinica caratterizzata da perdita delle funzioni cognitive, tra le quali la memoria, di entità tale da interferire con le usuali attività sociali e lavorative del paziente. Oltre ai deficit cognitivi sono presenti disturbi che riguardano la sfera della personalità, l'affettività, l'ideazione e la percezione, le funzioni vegetative, il comportamento. Il soggetto affetto da demenza presenta bisogni particolari sia di tipo clinico-sanitario sia assistenziali. Ipotizziamo , attraverso un appropriato adeguamento dei servizi per gli anziani esistenti, di migliorare le capacità del sistema per fronteggiare gli specifici bisogni di questa fascia di popolazione. Occorre però rivedere le caratteristiche e ridefinire obiettivi e modalità di intervento dei servizi esistenti, in modo che nessun Servizio possa rifiutare o espellere i malati più disturbanti e che in tutti i servizi della rete sia garantito un approccio corretto e qualificato alle sindromi demenziali. L'impatto dei costi sociali complessivi, rilevante e nettamente superiore a quelli sanitari, pone l'esigenza di un profondo adeguamento delle politiche di intervento. Secondo studi realizzati nei paesi occidentali il costo sociale globale annuo medio per ogni anziano demente è di circa 50.000 euro annui . Nel nostro Paese il costo annuo nazionale, attualmente di 50 miliardi di euro, salirà nel 2035 a 120 miliardi di euro, cifra che rappresenta una parte consistente dell’intero prodotto nazionale lordo. Tale stima si riferisce ai costi per assistenza e per cure, manca una stima dei costi sociali indiretti ovvero alla perdita di giornate e/o di produttività di lavoro per i familiari, per le aziende. Pagina 9 di 36 I costi diretti gravano per lo più direttamente sulle famiglie, che hanno, stante la congiuntura economica, una capacità di spesa sempre minore. Ciò premesso è inevitabile ipotizzare che, a breve, i maggiori oneri ricadranno sulla ”Polis”, l’Ente Locale di riferimento, che, pur giocando il ruolo di maggior impegno, è il soggetto meno dotato di risorse. Il Comune di Mantova, consapevole dell’entità del problema, si propone di costituire una task force, per dare esecutività ad un progetto di ridisegno delle politiche sociali del territorio compreso nell’ambito della città, in partnerschip con i principali attori di riferimento: ASPeF, ASL, A.O. C. Poma (Presidio Ospedaliero di Mantova), Fondazione ONLUS M. Mazzali di Mantova, Provincia di Mantova, con l’obiettivo di formulare e sperimentare una serie di ipotesi per il riallineamento, finalizzato all'ottimizzazione (incremento di servizio a parità di risorse) delle risorse (umane e strumentali) per fronteggiare una delle cause maggiormente invalidanti a livello soggettivo e destrutturati di sistemi sociali (coppia, famiglia, ambienti di lavoro, etc.): le sindromi demenziali. Mantenendo in capo al Comune di Mantova la "regia" del progetto, indispensabile per veicolare le sinergie prodotte dai singoli interventi, è fondamentale individuare da subito i referenti, singoli o all'uopo associati, cui destinare lo sviluppo dei diversi obiettivi dell'intervento, facendo riferimento ai partner che hanno condiviso l'idea di partenza: sperimentare innovazione in un contesto di ristrettezze finanziarie e di apertura ad una concorrenza in parte senza regole, per impedire sin dall'inizio una lievitazione dei costi. Strategie fondamentali del presente progetto sono: - sviluppare, tra le istituzioni, una modalità di lavoro in rete, potenziando integrazione e flessibilità, ovvero con modalità in grado di rispondere con percorsi dedicati sia alle situazioni di emergenza, sia ai bisogni diversificati che si presentano nelle diverse fasi in cui si evolve la malattia; - sostenere, con interventi specifici, le reti primarie (familiari) - diffondere tra i servizi socio sanitari una cultura dedicata alla conoscenza e alla gestione delle demenze e dei rapporti con le famiglie interessate - sperimentare tecnologie dedotte dalla domotica e adattate a tutela della persona affetta da demenza per ampliare e migliorare l’assistenza a domicilio anche del paziente affetto da demenza. Pagina 10 di 36 ANALISI DEL CONTESTO 1. Stima della prevalenza di popolazione affetta territorio della Città di Mantova. da demenza nel 2. Composizione della popolazione mantovana residente nella città suddivisa per fasce d’età e in base alla Circoscrizione di appartenenza (dicembre 2005) 3. Attuale rete geriatrica nel territorio e strumenti di presa in carico dei pazienti affetti da demenza. ANALISI DEL CONTESTO 1) Stima della Prevalenza di Popolazione Affetta da Demenza nel territorio della città di Mantova. E’ noto in letteratura come l’epidemiologia descrittiva delle patologie dementigene, e del morbo di Alzheimer in particolare, sia una criticità. Considerata tuttavia la rilevanza sociale e sanitaria di questa patologie, sono state fatte da diversi autori stime di prevalenza basate sulla clinica, su indagini strumentali e sul consumo di farmaci, per cui risulta che in Italia siano oltre 800.000 i casi di morbo di Alzheimer, di cui 120.000 in Lombardia. I dati relativi alla prevalenza della demenza della popolazione ultrasessantacinquenne riportati negli studi condotti in diversi paesi industrializzati indicano tassi abbastanza comparabili che oscillano intorno al 5% nei soggetti di età superiore ai 65 anni con valori che vanno dal 3,4 % al 6,7% (v. tabella) Pagina 11 di 36 Dati di prevalenza della malattia di Alzheimer Rosman et al. (1985) Lund (Svezia) 3,4% Copeland et al. (1992) Liverpool (GB) 4,2% Folstein et al. (1991) Baltimora (USA) 4,5% Zhang et al. (1990) Shangai (Cina) 4,6% Lobo et al. (1995) Saragozza (Spagna) 5,5% Beard et al. (1991) Rochester (USA) 5,7% O’Connor et al. (1989) Cambridge (GB) 6,0% The ILSA Group (1997) 6,4% talia Ueda et al. (1992) Hisayama (Giappone) 6,7% Anche i dati del Progetto Finalizzato Invecchiamento del CNR, conclusosi nel 1999, indicano prevalenze per l'Italia in linea con quanto atteso sulla base dei dati della letteratura internazionale. La maggior parte degli studi epidemiologici si è orientata verso la valutazione della prevalenza della malattia di Alzheimer e della demenza vascolare, che sono tra le forme più comuni nei paesi industrializzati. In Italia secondo quanto rilevato dallo studio ILSA (Italian Longitudinal Study of Anging) la demenza interessa il 5,3% degli uomini ultrasessantacinquenni e il 7,2% delle donne della stessa età. La malattia di Alzheimer è la forma più frequente di demenza in Europea, Stati Uniti e Canada: rappresenta dal 50 al 80% dei casi di demenza. (dal volume Le demenze di Marco Trabucchi, UTET 2000). La Provincia di Mantova è particolarmente interessata a tale fenomeno di invecchiamento della popolazione essendo la seconda in Lombardia per indice di vecchiaia (rapporto tra ultrasessantacinquenni e giovani fino a 15 anni) . In particolare, nel Distretto di Mantova per ogni 100 ragazzi di età inferiore ai 16 anni ci sono 181 ultrasessantacinquenni ( fonte dati Osservatorio Epidemiologico ASL di Mantova - dato aggiornato al giugno 2005). Tenendo conto del bilancio demografico nelle sue componenti di natalità e mortalità, la popolazione anziana della Provincia di Mantova sta aumentando come si evince dal grafico sottostante Pagina 12 di 36 numerosità degli ultrasessantacinquenni della provincia di Mantova negli anni - fonte dati Osservatorio Epidemiologico ASL Mantova - anagrafe assistiti 86000 84000 82000 80000 78000 76000 74000 Serie1 2002 2003 2004 77875 78552 84862 nel prossimo quinquennio la popolazione degli ultrasessantacinquenni potrebbe subire un incremento del 13% raggiungendo circa le 90.000 unità. L’indice di vecchiaia della popolazione raggiungerà il valore di 195 ultra65 ogni 100 giovani e l’indice demografico di dipendenza (inteso come rapporto tra le persone che in via presuntiva non autonome per ragioni di età e a denominatore le persone che si presume debbano sostenerle) passerà dall’attuale 32% al 46% Applicando le percentuali di prevalenza, distinte per sesso della popolazione, come rappresentato sopra, per la Provincia di Mantova si possono stimare circa 6.900 casi di persone affette da demenza come mostrano la tabella e il grafico seguente: stima popolazione maschile affetta da demenza totale stima affetti da demenza 116 10.709 1,0% 107 22.352 224 ultra 65 50.110 7,2% 3.608 33.443 5,3% 1.772 83.553 5.380 totale 61.753 3.724 44.152 1.880 105.905 6.901 maschi tasso di prevalenza stima popolazione femminile affetta da demenza 11.643 1,0% femmine 61-65 fasce d'età tasso di prevalenza Tabella: stima della prevalenza di popolazione affetta da demenza , secondo il sesso (anagrafe assistiti ASL - giugno 2005) Pagina 13 di 36 Grafico: stima della prevalenza di popolazione affetta da demenze, secondo le fasce d’età stima della prevalenza delle demenze sul totale popolazione ultrasessantacinquenne della provincia di Mantova fonte dati anagrafe assistiti ASL giugno 2005 6.901 99.004 stima affetti da demenza Rispetto alla popolazione di riferimento per il progetto, si stima tenendo conto della composizione della popolazione della Città di Mantova divisa per fasce di età, come risultante dalle tabelle sottostanti, una popolazione anziana affetta da demenza di 815 persone. 2) Composizione della popolazione mantovana residente nella città suddivisa per fasce d’età e in base alla Circoscrizione di appartenenza (dicembre 2005) (fonte dati anagrafe Comune di Mantova aggiornata al dicembre 2005) Totale abitanti: 47.674 di cui 22.012 maschi e 25.659 femmine. Circoscrizione n. 1 Fascia d’età -61/65 anni Iscritti anagrafe Prevalenza demenza Stima affetti demenza femmine maschi Totale Fascia d’età ultra 65 anni 679 1% 526 1% 1205 Iscritti anagrafe Prevalenza demenza 7 5 12 Stima affetti demenza femmine maschi 3154 1648 227 87 7,20% 5,30% Pagina 14 di 36 da da Totale 4802 314 Iscritti anagrafe Prevalenza demenza 694 1% 512 1% 1206 Iscritti anagrafe Prevalenza demenza Stima affetti demenza 7 5 12 Stima affetti demenza 3192 1831 5023 230 97 327 Circoscrizione n. 2 Fascia d’età 61/65 anni femmine maschi Totale Fascia d’età ultra 65 anni femmine maschi Totale 7,20% 5,30% da da Circoscrizione n. 3 Fascia d’età 61/65 anni femmine maschi Totale Fascia d’età ultra 65 anni femmine maschi Totale Iscritti anagrafe Prevalenza demenza 402 1% 320 1% 722 Iscritti anagrafe Prevalenza demenza Stima affetti demenza 4 3 7 Stima affetti demenza 1319 893 2212 95 47 142 7,20% 5,30% da da Esito: TOTALE STIMA POPOLAZIONE AFFETTA DA DEMENZA NEL COMUNE DI MANTOVA 15170 5,37% 815 3) Attuale rete geriatrica nel territorio e presa in carico dei pazienti affetti da demenza. Considerata la dimensione che sta assumendo il fenomeno delle demenze si rende necessario passare da un sistema di assistenza che trova i suoi punti forti in servizi dedicati all’Alzheimer, ad un sistema di rete geriatrica che oltre ai servizi dedicati sia aperta ai malati di Alzheimer e competente nella gestione delle demenze. Competenza intesa come capacità di relazione con il paziente e la sua famiglia nelle diverse fasi tenuto conto il decorso della malattia scandisce l’evolvere di problematiche e bisogni. Pagina 15 di 36 Quadro dei servizi esistenti Livello di intervento domiciliare Tipologia servizi Presa in carico di pazienti affetti da demenze? In assistenza Domiciliare Programmata risultano n° 14 soggetti affetti da demenza, su 295 assistiti 37 Medici di Medicina generale; Assistenza Domiciliare Programmata Servizio Comunale di Assistenza domiciliare tramite Solo nella fase di aggravamento della malattia, % non rilevata Voucher sociali garantiti da soggetti accreditati Servizio Cure Domiciliari del Distretto Socio Solo nelle fase di aggravamento Sanitario di Mantova anche tramite erogatori della malattia , % non rilevata accreditati di Assistenza Domiciliare a mezzo voucher socio sanitario (n°3 soggetti accreditati ) Livello di intervento ambulatoriale Tipologia servizi Presa in carico di pazienti affetti da demenze? N° 1 Consultorio Geriatrico dell’Istituto Geriatrico M. Mazzali Sì N° 2 Unità di Valutazione Alzheimer ( Azienda Ospedaliera C. Poma e Istituto Geriatrico M. Mazzali) Servizio diagnostico dedicato a pazienti Sì Pagina 16 di 36 affetti da demenza Livello di intervento Strutture diurne socio sanitarie Tipologia servizi Presa in carico di pazienti affetti da demenze Centri Diurni Integrati per anziani n° 2 (42 posti); sì Livello di intervento Strutture residenziali socio sanitarie Tipologia servizi Presa in carico di pazienti affetti da demenze Residenze Sanitarie Assistenziali n° 4 ( 430 posti letto autorizzati, 424 posti letto accreditati) Sì Nucleo Alzheimer n° 1 (36 posti letto) Si Servizio dedicato Istituto Di Riabilitazione Alzheimer n°1 (20 posti letto) in Rodigo Si Servizio di riabilitazione dedicato Servizi di ricovero ospedaliero Tipologia servizi Presa in carico di pazienti affetti da demenze Reparto Ospedaliero di Geriatria (10 posti letto +1 DH); Si Reparto Ospedaliero di Neurologia (25 posti letto) Si Pagina 17 di 36 Come risulta dal quadro della rete geriatrica esistente, solo una parte degli anziani con demenza usufruisce della rete dei servizi domiciliari e diurni, La rete dei servizi domiciliari ancorché consolidata e capillare per altre patologie, risulta offrire prestazioni assistenziali, sanitarie e riabilitative insufficienti per rispondere ai bisogni specifici della popolazione affetta da demenza. Consolidata risulta anche la rete dei servizi socio sanitari residenziali. Oltre ai servizi Residenziali dedicati ai pazienti affetti da Morbo di Alzheimer ( Nuclei residenziali e IDR) tutte le Residenze Socio Sanitarie per Anziani ( RSA) accolgono pazienti affetti da demenze. Nelle tabelle riportate in Allegato n.1 e relative a tutte le RSA della provincia di Mantova si può notare come i soggetti ricoverati con “ codice diagnosi di stati psicotici organici senili e presenili “ siano nel 2004 n. 2290 su 3.465, pari al 66 % degli anziani ricoverati, e 2304 nel 2005 rappresentando il 63,6% sul totale dei soggetti ricoverati, pari a 3.617 (fonte dati – ASL di Mantova). Si riportano di seguito i dati di attività delle Unità di presenti in Mantova: Enti Gestori Fondazione M .Mazzali Az. Osped. C.Poma MN Anno 2004 N° visite 400 300 di cui prime visite 140 120 Anno 2005 N° visite 500 350 Valutazione Alzheimer di cui prime visite 150 150 Dai dati riportati in tabella si rileva un trend di crescita di persone che si rivolgono alle Unità di valutazione geriatrica. In sintesi, dal quadro dei servizi esistenti,emerge che attualmente il maggior peso assistenziale grava sulle famiglie. Le significative modifiche degli assetti familiari (aumento delle famiglie monoparentali, aumento dell'instabilità delle unioni familiari, riduzione del tasso di nuzialità, aumento degli anziani che vivono soli, diminuzione degli anziani che vivono con i figli) pongono un interrogativo sulla sostenibilità sociale della situazione. Il coinvolgimento dei caregives nella cura, nell'assistenza e nella tutela dell'anziano diventa progressivamente totale nei diversi stadi della malattia e fortemente gravoso se si considera che mediamente il decorso della malattia copre un periodo di 10 anni con conseguenze destabilizzanti sull'equilibrio della vita dei familiari. Una ulteriore criticità è rappresentata dal fatto che le persone affette da demenza, nelle prime fasi della malattia, non hanno accesso né alle prestazioni socio assistenziali né a quelle socio-sanitarie: i vigenti protocolli operativi socio sanitari non prendono in considerazione questo tipo di patologia fino a quando sussiste, nel paziente, una parvenza di autonomia. Pagina 18 di 36 OBIETTIVI DEL PROGETTO. Obiettivo generale. L’obiettivo generale è individuato nella standardizzazione di una rete di servizi che offra al paziente a domicilio o in regime di istituzionalizzazione protetta, il miglior trattamento possibile, attraverso interventi sanitari e sociali che prevedano una revisione dell’attuale setting di assistenza, ovvero il ripensamento delle politiche e degli interventi socio sanitari anche attraverso l’adeguamento delle politiche del territorio. L’individuazione precoce della malattia può: - garantire un intervento tempestivo sulle cause di demenza reversibile; - avviare in tempo utile terapie in grado di ritardare la progressione della malattia; - agire in termini più efficaci sul recupero/mantenimento delle capacità cognitive residue, organizzare un setting adeguato a garantire la miglior qualità di vita del paziente e dei caregives. Il progetto intende superare la criticità fondamentale nel sistema di offerta alla popolazione anziana:l’assenza di servizi domiciliari specifici e mirati alle famiglie e ai pazienti affetti da demenza Mentre per patologie ad elevato impatto come il cancro o l’AIDS esistono, da tempo, specifici interventi a diversi livelli, per le malattie correlate all’invecchiamento come le demenze e, tra queste, la malattia di Alzheimer, non esistono ancora sufficienti approfondimenti e gli approcci da parte dei vari attori del sistema (familiari, medici di medicina generale, servizi sociali, servizi ospedalieri) sono spesso tra loro non coordinati, producendo innalzamento dei costi e carenze qualitative nell’assistenza. Obiettivi specifici. 1. Sperimentazione, limitata nel primo triennio, alla popolazione residente nella città di Mantova, di forme innovative di assistenza: informazione, ascolto, valutazione clinica, progettazione personalizzata di interventi di sostegno della famiglia, interventi domiciliari dedicati. 2. Acquisizione da parte delle risorse umane, già attive sulla città di Mantova nel sistema di offerta di servizi domiciliari, di competenze tecniche e relazionali nella gestione a domicilio del paziente affetto da demenza e della sua famiglia 3. Promozione di un processo di adeguamento e miglioramento dell’assistenza a domicilio del paziente affetto da demenza,mediante l’individuazione di prassi di lavoro innovative, connotate anche dall’utilizzo di nuove tecnologie che consentano una miglior qualità di vita dei soggetti particolarmente fragili. Pagina 19 di 36 OBIETTIVO 1. SPERIMENTAZIONE DI FORME INNOVATIVE DI ASSISTENZA Dopo aver esaminato le più recenti linee guida che definiscono criteri e percorsi diagnostici e assistenziali per le demenze in generale e la malattia di Alzheimer in particolare, per semplificare, abbiamo tradotto il percorso assistenziale, in tre fasi: a) Individuazione della malattia (diagnosi precoce) b) Diagnosi c) Gestione della demenza (trattamento e assistenza) Valutando la seconda fase di stretta pertinenza clinica, abbiamo condiviso la necessità di focalizzare l’attenzione sulla prima e sulla terza fase, concentrando le risorse sul potenziamento della rete e sulla messa a punto di strumenti di sostegno ai pazienti e alle famiglie, nelle fasi più critiche dell’evoluzione della malattia. STRUMENTI 1. INFORMAZIONE 2. ASCOLTO 3. VALUTAZIONE CLINICA 4. PROGETTAZIONE PERSONALIZZATA DI INTERVENTI A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA 5. INTERVENTI DOMICILIARI DEDICATI Pagina 20 di 36 1. INFORMAZIONE Ci si propone di garantire informazioni corrette sui servizi dedicati ai pazienti dementi e/o alle loro famiglie tramite gli sportelli o front office già operativi (Circoscrizioni, sportello ASL Distretto di Mantova, centralini telefonici Aspef e Fondazione ONLUS M. Mazzali di Mantova ). Si prevede nell’ambito del progetto di produrre uno strumento informativo dedicato alle demenze da inserire nei siti internet del Comune di Mantova, dell’ASL e degli altri partners da aggiornare a cura del Gruppo tecnico del progetto al fine di facilitare il lavoro degli operatori dedicati al front-office e informare le famiglie sulle opportunità offerte. 2. ASCOLTO Anche se nella prassi già viene offerto questo supporto si ravvisata la necessità di garantire punti di riferimento di ascolto specializzato e, quindi, competente per i MMG e i familiari per richieste di aiuto, mediante l’attivazione di un servizio telefonico gestito da medici geriatri (CALL CENTER Clinico ) presso la Fondazione ONLUS M. Mazzali e l’Aspef con il filtro di operatore formato alle specifiche problematiche. Già a partire dall’inizio della sperimentazione è necessario creare uno strumento di raccolta che consenta di catalogare i bisogni e gli esiti degli interventi (n° richiedenti, n° chiamate, n° prese in carico, tipologia di intervento) 3. VALUTAZIONE CLINICA La dottrina condivide l’efficacia terapeutica che deriva dalla tempestività della diagnosi. Il Medico di Medicina Generale è in prima linea, è il recettore primo e principale, nel contrastare questa patologia. Tramite il Distretto Socio-sanitario di Mantova già nel primo semestre di sperimentazione sarà attivato in un gruppo di lavoro ristretto, costituito da specialisti e medici di MMG della Città di Mantova, con l’obiettivo di definire e condividere il ruolo del MMG nel percorso assistenziale dedicato alle demenze, in particolare il raccordo operativo tra MMG, UVA e servizi territoriali coinvolti nel progetto. Il compito dei referenti consisterà nel progettare, entro e non oltre il settembre 2006, definendone contenuti e format, uno specifico corso formativo, a supporto della individuazione (precoce) delle demenze e malattie Alzheimer. Considerati i tempi necessari per l’accreditamento della formazione, si prevede che la realizzazione del corso avvenga nel 2007. Ulteriore elemento di lavoro per i MMG, coordinati da personale specializzato, consisterà nell’adozione di strumenti per la diagnosi precoce della malattia e nella definizione di protocolli operativi. Pagina 21 di 36 4. PROGETTAZIONE PERSONALIZZATA DI INTERVENTI A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA Ai Medici di Medicina Generale, alle Unità di Valutazione Alzheimer, nonché alle U.O. specialistiche ospedaliere compete la valutazione clinica, l’individuazione dei bisogni clinici del paziente e del livello di possibile intervento (specialistico, residenziale temporaneo o permanente, domiciliare). Al Gruppo tecnico compete, previa formazione e stesura dei protocolli di intervento, la definizione del piano individuale di assistenza, in base alla diagnosi ed alle prescrizioni, dopo aver valutato il contesto familiare e la logistica domestica. ASPeF e Fondazione ONLUS M. Mazzali vengono individuate come soggetti erogatori del servizio per tutta la durata della sperimentazione, in questa fase infatti devono essere validati linee guida e protocolli operativi di assistenza. 5. RIVISITAZIONE DEGLI STRUMENTI DEDICATI AL SOSTEGNO DELLA DOMICILIARITA’ Il Gruppo Tecnico, nella definizione del piano di assistenza individuale, potrà avvalersi ed attivare, sulla scorta delle linee guida e dei protocolli in corso di definizione, strumenti assistenziali domiciliari quali: a) Voucher sociali sperimentali dedicati ai pazienti affetti da demenze b) Voucher socio-sanitari sperimentali dedicati ai pazienti affetti da demenze c) Consulenza psicologica alle singole famiglie e corsi educativi rivolti alle famiglie, su richiesta delle stesse ; d) Ricoveri di sollievo temporanei di sostegno sociale a) Voucher sociali sperimentali Il voucher sociale è una provvidenza economica che viene riconosciuta ai familiari/care-givers di soggetti fragili, vincolata all’acquisto di prestazioni sociali erogate da ASPeF e Fondazione ONLUS M. Mazzali, soggetti già accreditati. Tali prestazioni sono finalizzate a sostenere il carico assistenziale ed emotivo legato alla patologia e a favorire la scelta responsabile della domiciliarità. I criteri utilizzati per l’accesso al servizio riguardano il grado d’invalidità del soggetto e il reddito (per questa tipologia di intervento è prevista una compartecipazione del fruitore, laddove la situazione reddituali lo consenta). Pagina 22 di 36 In sintesi il progetto prevede, per questo strumento: - lo studio delle modalità di valutazione del progetto individuale previsto dal voucher sociale che tenga conto dei bisogni particolari di queste famiglie. - la formazione per Psicologi, Assistenti Sociali e ASA per la gestione del paziente affetto da demenza. b) Voucher socio-sanitari: sperimentazione su nuovo targhet Il voucher socio-sanitario, in Lombardia, rappresenta una delle forme di cure domiciliari garantite dalle ASL. Si configura come provvidenza economica che viene riconosciuta su richiesta del MMG al paziente, vincolata all’acquisto di prestazioni socio-sanitarie erogate da soggetti accreditati. L’attuale impostazione dei vouchers socio-sanitari prevede interventi infermieristici, di riabilitazione motoria e socio-assistenziali di diverso grado ed intensità . Dai dati sull’utenza che ad oggi ne usufruisce si evince che tale strumento non è utilizzabile dalle famiglie dei pazienti affetti da demenza se non nella fase più avanzata della malattia ed in ragione delle co-morbilità connesse alla patologia in questione. Col progetto in itinere si ipotizza di identificare pacchetti di prestazioni socio-sanitarie domiciliari coerenti con la complessità dei problemi specifici della patologia, in particolare con i deficit cognitivi e i disturbi comportamentali. Si fa riferimento, anche sulla base di recenti studi che hanno dimostrato l’efficacia nel ritardare l’istituzionalizzazione, alle metodiche di trattamento cognitivo quali: la terapia di orientamento alla realtà (ROT), memotecniche, training all’utilizzo di ausili per orientamento e memoria combinati con trattamenti comportamentali e interventi di stimolazione sensoriale. Sulla scorta degli esiti del progetto, al fine di garantire il diritto di cittadinanza anche a questi malati e, quindi, la continuità degli interventi assistenziali attivati garantiti con le risorse con cui il progetto viene finanziato, si intende proporre alla Regione Lombardia un modello di voucher socio-sanitario dedicato a pazienti con deterioramento cognitivo. La riconduzione di questa sperimentazione all’interno del sistema delle cure domiciliari, non solo lombardo, è uno degli ambiziosi traguardi che il Comune di Mantova, insieme agli altri partners, si propone attraverso la realizzazione del progetto. La sperimentazione prevede, come anticipato, un periodo di elaborazione delle linee guida e dei protocolli assistenziali, per la concreta definizione dei livelli di intensità assistenziale e delle professionalità necessarie: per il fine è stata richiesta la collaborazione dell’IRCSS di Brescia, autorità scientifica per le tematiche in argomento. Pagina 23 di 36 c) Consulenza psicologica alle singole famiglie e corsi educativi rivolti alle famiglie Sono tra gli strumenti di sostegno di cui il Gruppo Tecnico dispone, e possono essere attivati su richiesta espressa dei familiari. I corsi educativi saranno condotti da un medico geriatra e da uno psicologo, nello specifico sui disturbi della comunicazione e delle relazioni tra paziente e caregivers. Nel sostegno dei familiari è importante garantire comunque: - Il coinvolgimento dei familiari nella predisposizione del piano di assistenza individualizzato - L’applicazione del protocollo per l’inserimento nella rete di servizi con : presentazione di organizzazione, competenze, personale e rispettivi ruoli presentazione corrette modalità di rapporto con caregives professionali ( a chi presentare eventuali rilievi, a chi chiedere, etc.) d. Ricoveri di sollievo temporanei di sostegno sociale E’ lo strumento forse più innovativo, che risponde anzitutto all’emergenza di sollievo della famiglia e di sicurezza degli utenti, ma anche al decongestionamento dei servizi sanitari, con gli obiettivi di garantire appropriatezza degli interventi, un tempo sufficiente alla predisposizione del piano di assistenza individuale domiciliare e/o a traghettare il malato dal proprio domicilio a strutture protette (Ospedale, Istituti di Riabilitazione, RSA). Sono stati individuati 4 posti letto, due presso ASPeF, due presso la Fondazione ONLUS M. Mazzali . Il ricovero temporaneo potrà avere come valore aggiunto il monitoraggio gli indicatori delle capacità funzionali, cognitive, motorie residue del malato e la frequenza dei disturbi del comportamento eventualmente presenti. Il Gruppo tecnico predisporrà lo schema del documento (fascicolo socio sanitario) di monitoraggio. D’intesa con l’Unità operativa di Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero C.Poma ,l’U.O. di Neurologia ed i soggetti accreditati coinvolti (ASPeF e Fondazione ONLUS Mazzali) verranno definiti protocolli assistenziali, che detteranno indicazioni sulle modalità di accesso, la durata della permanenza e l’interazione con le unità di cura specialistica. In sintesi: - dare sollievo/sostegno ai famigliari in caso di momentanea inadeguatezza/impossibilità dei caregives - monitorare gli indicatori delle capacità funzionali, cognitive, motorie residue del Pagina 24 di 36 - malato e la frequenza dei disturbi del comportamento eventualmente presenti controllare/contenere i disturbi comportamentali. razionalizzare il trattamento farmacologico in atto tramite stretto raccordo con il Nucleo di Valutazione Alzheimer o i reparti ospedalieri specializzati stimolare/mantenere le capacità residue in continuità o in potenziamento rispetto alle modalità di intervento adottate dalla famiglia trattare la comorbilità informare/formare i familiari permetterli in condizione di gestire il malato al momento del rientro a domicilio garantire continuità con gli interventi specifici eventualmente forniti da altri Servizi della rete che hanno in carico il malato. Modalità operative - assestment e monitoraggio delle capacità residue cognitive, funzionali, relazionali e dei disturbi comportamentali, - inserimento del soggetto demente in programmi di attività per la stimolazione/mantenimento delle abilità cognitive e funzionali residue, etc, - contenimento dei disturbi comportamentali anche attraverso una maggiore libertà di espressione degli stessi in ambiente adeguato (ad es. wandering in ambiente idoneo), - elaborazione di strategie/programmi di gestione dei disturbi comportamentali e di contrasto dell'involuzione dei deficit, o mantenimento/potenziamento delle strategie/programmi adottati dagli altri Servizi, - rilevazione della comorbilità a cura del Medico che ha in carico il malato, - adeguamento della terapia farmacologica ad azione psicotropa, a cura del Medico che ha in carico il malato in collegamento/consulenza con il Nucleo di Valutazione Alzheimer - predisposizione di indicazioni da fornire alla famiglia per la gestione del malato al momento del rientro a domicilio. Gli oneri relativi all’assistenza in emergenza, per un triennio, saranno compresi tra i costi per la sperimentazione dell’introduzione di prassi innovative connotate dall’utilizzo delle nuove tecnologie per il miglioramento della qualità della vita dei soggetti fragili, mentre i servizi alberghieri verranno addebitati alla famiglia e/o all’Ente Locale. Pagina 25 di 36 OBIETTIVO 2. Acquisizione da parte delle risorse umane già attive sulla Città di Mantova nel sistema di offerta di servizi domiciliari di competenze tecniche e relazionali nella gestione a domicilio del paziente affetto da demenza e della sua famiglia (PERCORSI FORMATIVI) A. Formazione continua e aggiornamento su indicazioni pratiche per l’individuazione delle patologie in interesse, rivolta ai caregives professionali: 1)Percorso Formativo dedicati ai Medici di Medicina Generale Tramite il Distretto socio sanitario di Mantova, saranno coinvolti, nel primo semestre, in un gruppo ristretto, i medici che rappresenteranno in qualità di referenti i Medici di Medicina Generale che operano nella Città (complessivamente n°37 professionisti). Il compito dei referenti consisterà nel progettare, entro e non oltre il settembre 2006, definendone contenuti e format, uno specifico corso formativo, a supporto della individuazione (precoce) delle demenze e malattie Alzheimer. Considerati i tempi necessari per l’accreditamento della formazione, si prevede che la realizzazione del corso avvenga nel 2007. Pagina 26 di 36 Rientrano nei costi a carico del progetto: per il 2006, la valorizzazione (gettone di presenza) dell’impegno del gruppo ristretto dei medici referenti per la stesura del progetto formativo; per il 2007, il finanziamento del percorso formativo. La formazione relativa alle demenze diventerà oggetto di formazione continua già a partire dal 2008, anno a partire dal quale i costi relativi saranno a totale carico dell’ASL. 2)Percorso Formativo dedicato ad operatori sociali e sanitari. Saranno coinvolti assistenti sociali, psicologi, ASA, OSS, infermieri professionali, terapisti della riabilitazione, educatori professionali degli enti che partecipano al progetto. E’ riservato al Comitato Tecnico l’eventuale inclusione di altre professionalità e/o l’estensione della facoltà di partecipazione a personale esterno. Il percorso formativo sarà suddiviso in due parti: la prima, di carattere teorico, cui seguiranno sessioni di approfondimento delle relazioni con il malato ed i caregivers, anche attraverso strumenti didattici quali le simulazioni ed i role playning; nella seconda parte verranno previsti momenti rivolti in modo specifico alle diverse figure professionali, per approfondire la specificità dell’intervento rispetto al ruolo professionale. Per quanto riguarda la riabilitazione cognitiva, ai terapisti della riabilitazione, agli psicologi ed agli educatori verranno riservati interventi specifici per l’acquisizione di metodiche e tecniche (a titolo esemplificativo: ROT, memory training, stimolazione sensoriale, musicoterapia, etc.). Per il personale che svolgerà ruoli di fronte office informativo, è previsto uno specifico addestramento affinché sia in grado di accogliere la richiesta , indirizzando ed accompagnando i richiedenti all’interno dei percorsi assistenziali possibili. Si prevedono sin d’ora incontri periodici di supervisione e aggiornamento durante tutta la sperimentazione, anche per la costruzione e la messa a punto di strumenti di monitoraggio per la verifica dei risultati quali/quantitativi. Alla fine del primo percorso di formazione dovrà essere predisposto opuscolo informativo, rivolto ai diversi profili professionali. Pagina 27 di 36 un OBIETTIVO 3. Promozione di un processo di adeguamento e miglioramento dell’assistenza a domicilio del paziente affetto da demenza, mediante l’individuazione di prassi di lavoro innovative, connotate anche dall’utilizzo di nuove tecnologie che consentano una miglior qualità di vita dei soggetti particolarmente fragili. Si tratta di lavorare su due versanti: I) ottimizzare le prestazioni già in essere, migliorando la performance degli operatori sia sul versante dei carichi di lavoro che della sicurezza e soddisfazione dell' assistito; II) prevedere soluzioni tecnologiche (con riduzione delle spese a carico dell'utente, anche attraverso finanziamenti specifici) in grado di prolungare le capacità di autonomia. L'azione progettuale si propone di: Analizzare compiutamente i bisogni di assistenza delle persone anziane in regime protetto (residenziale) e in regime domiciliare, acquisendo il punto di vista degli utenti. dei caregiver e degli operatori. Sviluppare, alla luce delle risultanze dell'analisi e partendo dalla soddisfazione di bisogni che accomunano i soggetti disabili ininfluente il contesto (igiene, alzata, attività Pagina 28 di 36 di riabilitazione) l'introduzione di nuovi dispositivi tecnologici e/o l'integrazione dei presidi già sperimentati. Sperimentare ausili commerciali (già presenti sul mercato) per le activity daily life (ADL), per la tele-assistenza, e dispositivi domotici per l'automazione domestica. Estrapolare dall'esperienza di Peccioli (prototipo della domotica al servizio dei disabili) alcuni dispositivi, mirati alla sicurezza in luogo domestico per soggetti disabili, per la sperimentazione in un contesto non protetto presso abitazioni private nella Città di Mantova. Incrementare il know haw degli operatori dedicati all'assistenza che operano in regime residenziale, semi residenziale e domiciliare. Creare un nuovo profilo professionale “esperto in domotica applicata” con particolare riferimento alle situazioni di scarsa autonomia professionale,a supporto dell’introduzione a domicilio, in modo diffuso, di nuove tecnologie. Sviluppare nuove professionalità che soddisfino i bisogni assistenza utilizzando tecnologia, mediandone l'introduzione stessa presso gli utenti del Comune di Mantova,anche attraverso la formazione degli operatori già dedicati all’assistenza che operano in regime residenziale, semi residenziale e residenziale. Sviluppo dello studio economico della sperimentazione, finalizzato alla verifica dell'efficacia dell'intervento sia sul versante dell'economicità sia sul versante qualitativo (riduzione spesa corrente, qualità assistenziale, qualità di vita, formazione e riqualificazione degli operatori dedicati all'assistenza). Programma di lavoro. Il programma di lavoro, che si articola in quattro fasi di intervento, da una parte vuole sviluppare maggiormente l'integrazione dei servizi socio sanitari, dall'altra applicare gli studi sulla domotica. Sul piano operativo: Ricercatori dell'Università Sant' Anna di Pisa, sede di Pontedera, Operatori socio sanitari dell' ASL, di ASPeF, della Fondazione ONLUS M. Mazzali, dell' Azienda Ospedaliera C. Poma, dell’Assessorato ai Servizi Sociali. Fase 1. Per ottenere risultati è necessario individuare gli operatori con maggior esperienza e con loro descrivere le singole operazioni delle prestazioni più comuni (tecnica del processo e dell'analisi delle singole fasi), avendo cura di estrapolare per ciascuna fase le operazioni problematiche, rischiose, a qualità non garantibile, etc., per le quali potrebbe essere utile poter usufruire di tecnologie dedicate. E' chiaro che il soggetto innovatore (Università Sant' Anna) avrà anche il compito di suggerire quanto già è in fase di sperimentazione prototipale, ma questa fondamentale azione deve avvenire a valle dell'analisi degli operatori, per non condizionare la fase Pagina 29 di 36 della valutazione e mortificare la creatività anteponendo l'elenco delle soluzioni alla definizione dei bisogni. In forza della collaborazione iniziata tra ASPeF e Università Sant' Anna di Pisa sono già stati individuate tre aree di intervento (vedi Fase 2). Fase 2. Sperimentazione di ausili già esistenti sul mercato per - ADL(Ditta Elmi) - tele-assistenza (sistema way) - l'automazione domestica (prototipi di Peccioli - PI-) E' necessaria una descrizione analitica dei presidi che si intendono sperimentare, delle funzioni cui sono commercialmente destinati, quali condizioni psico-fisiche residuali debbono possedere i soggetti da inserire nella sperimentazione, una prima valutazione delle potenzialità dei presidi in sperimentazione e dei loro limiti (eventuali controindicazioni) . Percorso: a) Sperimentazione in ambiente protetto presso la RSAL. Bianchi di Mantova (comunicare all'ASL Provinciale inizio della sperimentazione settembre2006) con ospiti e utenti, in un contesto residenziale o semiresidenziale (si ipotizza una convezione con l'A.O. per l'eventuale reclutamento e presa in carico di pazienti in dimissione) b) Sperimentazione a livello domiciliare dei presidi validati in ambiente protetto c) Contestuale analisi dei miglioramenti, registrati a livello residenziale e domiciliare, con individuazione degli ambiti comuni, ai fini della determinazione delle priorità di intervento (alzata, igiene, alimentazione, etc). Focus group sul possibile miglioramento delle procedure in essere con la partecipazione di operatori e caregives e soggetti inseriti nella sperimentazione. Fase 3. a) Partendo dall'analisi dei miglioramenti [punto c) della Fase 1.] dovrà essere compiutamente condiviso il prodotto del lavoro con gli esperti del Sant'Anna ai fini della individuazione e sperimentazione di ulteriori presidi tecnologici e/o l'integrazione (messa a punto) dei presidi in sperimentazione [punti a) e b) della Fase 1.] b) Analisi dei protocolli operativi in uso per l'individuazione delle fasi di intervento nella quali introdurre i dispositivi tecnologici testati, come sperimentati e/o integrati. Al di fuori delle operazioni a carico degli operatori di ASPeF e dei Ricercatori Universitari, Pagina 30 di 36 è utile immaginare un gruppo di lavoro composto da operatori esperti e da carers con esperienza assistenziale, per individuare, analogamente a quanto sopra descritto, le situazioni problematiche per l'anziano nelle attività quotidiane, al di fuori delle fasi assistenziali, così da individuare le precise condizioni in cui tentare una soluzione di tipo tecnologico. c) individuazione di presidi estrapolati dalla sperimentazione in atto presso il Comune di Peccioli (PI) e ri-verifica utilizzo/potenzialità in situazione protetta d) Istallazione e sperimentazione in almeno tre contesti domiciliari nella Città di Mantova di sistemi di assistenza integrata che prevedono l'utilizzo anche di nuovi presidi . e) Interventi formativi per gli operatori socio sanitari e i caregives dedicati all' assistenza f) Sviluppo di nuove funzioni/professionalità in contesti dotati di maggior supporto tecnologico. Fase 4. Studio economico della sperimentazione finalizzata alla verifica dell'efficacia dell’investimento in termini di : - abbattimento spesa corrente - riqualificazione operatori - qualità assistenziale - qualità di vita utilizzando il sistema di benchmarking tra casi assistiti con metodi tradizionali e casi assistiti con l'introduzione di tecnologia. Pagina 31 di 36 PERCORSO ASSISTENZIALE DEDICATO AI PAZIENTI AFFETTI DA DEMENZE FAMIGLIA Con richiesta di INFORMAZIONI ASCOLTO IMMEDIATO SU PROBLEMI PARTICOLARI AIUTO PER LA GESTIONE DEL FAMILIARE SERVIZI SOCIALI CIRCOSCRIZIONI PUNTO DI ASCOLTO CLINICO SPORTELLO UNICO ASL C’è già una diagnosi ? SI NO VALUTAZIONE MEDICO CURANTE (MMG) VALUTAZIONE DIAGNOSTICA U.V.A. PREDISPOSIZIONE PROGETTO INDIVIDUALIZZATO (Gruppo operativo) Voucher Sociali DI Voucher socio sanitari Ricoveri di sollievo corsi educativi per caregivers familiari consulenze psicologiche Pagina 32 di 36 AIUTO ALLEGATO 1 ANZIANI RICOVERATI IN RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI DELLA PROVINCIA DI MANTOVA CON CODICE DIAGNOSI DI STATI PSICOTICI ORGANICI SENILI E PRESENILI 2 SEMESTRE 2004 1 SEMESTRE 2005 Denominazione RSA comune ALTRE DEMENZE ALTRE DEMENZE A. Ricciardelli Acquanegra sul Chiese 25 22 RSA Asola Asola 49 55 Villa Azzurra Borgoforte 106 130 Residenza Alla Pace Borgofranco sul Po 23 30 Domus Pasotelli Romani Bozzolo 50 48 RSA Canneto S/Oglio Canneto sull'Oglio 33 36 Casa Albergo Il Gelso Castel Goffredo 17 19 Zanetti - Cominelli Castiglione d. Stiviere 42 43 RSA Cavriana Cavriana 14 13 Unità Geriatrica Riabilitativa ONLUS Curtatone 38 43 Casa di Riposo U. Sabbadini Dosolo - Fraz. Villastrada 15 12 Dr. Carlo Caracci Gazzuolo 61 59 Villa Maddalena Goito 119 112 Op. Pia Osp. Civile Gonzaga 13 18 Comunale Gonzaga Gonzaga 17 15 Rizzini Guidizzolo 57 61 Ist.Ger. Mons.A. Mazzali Mantova 142 138 Isabella D'Este Mantova 128 122 Casa della Pace Mantova 11 8 Luigi Bianchi Mantova 64 51 Mons. P. Benedini Marcaria 25 26 Villa Aurelia Marcaria (Fraz. S.Michele) 59 65 P. Sissa Moglia 43 46 Belfanti Ostiglia 38 45 Isidoro Cappi Poggio Rusco 43 43 RSA Pomponesco Pomponesco 11 14 Trombelli- Comunale Quistello 41 45 Comunale Revere Revere 17 14 RSA Rivarolo M. Rivarolo Mantovano Geriatrico Intercomunale Rodigo Antonio Nuvolari 74 67 144 152 Roncoferraro 61 69 Giuseppe Serini Sabbioneta 28 26 Comunale S.Benedetto Po San Benedetto Po 57 65 Baguzzi Dassu' San Martino dall'Ar. 26 29 Scarpari Forattini Schivenoglia 58 64 RSA Sermide Sermide 43 45 G. Canossa Serravalle a Po 44 44 Casa Famiglia Solferino 43 45 L. Boni Suzzara 116 63 Ist. Geriatrico C. L. Grassi Viadana 58 56 I Girasoli Virgilio 107 111 Franco Nicolai Volta Mantovana 22 26 Beata Paola Volta Mantovana 108 109 2290 2304 TOTALI Pagina 33 di 36 ANZIANI INSERITI IN RESIDENZA SANITARIE ASSISTENZIALI DELLA PROVINCIA DI MANTOVA CON CODICE DIAGNOSI DI MALATTIA DI ALZHEIMER Denominazione RSA A. Ricciardelli RSA Asola Villa Azzurra Domus Pasotelli Romani RSA Canneto S/Oglio Zanetti - Cominelli Unità Geriatrica Riabilitativa ONLUS Dr. Carlo Caracci Villa Maddalena Ist.Ger. Mons.A. Mazzali Isabella D'Este Casa della Pace Luigi Bianchi Mons. P. Benedini Villa Aurelia P. Sissa Isidoro Cappi RSA Pomponesco Trombelli- Comunale Geriatrico Intercomunale Antonio Nuvolari Giuseppe Serini Baguzzi Dassu' Scarpari Forattini Casa Famiglia L. Boni I Girasoli Franco Nicolai Beata Paola TOTALI comune Acquanegra sul Chiese Asola Borgoforte Bozzolo Canneto sull'Oglio Castiglione d. Stiviere Curtatone Gazzuolo Goito Mantova Mantova Mantova Mantova Marcaria Marcaria (Fraz. S.Michele) Moglia Poggio Rusco Pomponesco Quistello Rodigo Roncoferraro Sabbioneta San Martino dall'Ar. Schivenoglia Solferino Suzzara Virgilio Volta Mantovana Volta Mantovana 2 SEMESTRE 2004 3310 1 SEMESTRE 2005 3310 4 2 18 19 4 12 2 1 4 19 1 2 2 5 8 4 2 42 12 1 1 16 2 4 4 5 196 4 3 19 17 4 13 2 1 3 18 1 2 2 2 5 6 2 1 3 42 11 2 1 10 2 4 7 5 6 198 ANZIANI DELLA PROVINCIA DI MANTOVA INSERITI IN STRUTTURE DEDICATE A MALATI DI ALZHEIMER Denominazione Ist.Ger. Mons.A. Mazzali Rsa Asola Istituto di Riabilitazione Villa Carpaneda comune Mantova Asola Rodigo 2 SEMESTRE 2004 1 SEMESTRE 2005 NUCLO ALZHEIMER NUCLO ALZHEIMER Pagina 34 di 36 45 19 Inserire dato 45 19 Inserire dato Pagina 35 di 36 Verbale letto approvato e sottoscritto. IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO GENERALE F. Brioni E. Giorgetti ======================================================================= CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE Il sottoscritto responsabile del Servizio di Supporto agli organi elettivi CERTIFICA che copia della presente deliberazione è stata affissa all’Albo Pretorio in data odierna e vi rimarrà per quindici giorni consecutivi. Mantova, li L’incaricato al Servizio ======================================================================= N. __170____ della delibera di G.C. del 3.8.2006 N. _________ di Prot. Gen. OGGETTO: “Approvazione Progetto sperimentale di sostegno ai soggetti affetti da demenza Alzheimer” ORIGINALE ======================================================================= Mantova, li Divenuta esecutiva per decorso del termine di dieci giorni dal primo di pubblicazione all’Albo Pretorio comunale avvenuto il ________________ senza opposizioni. L’incaricato ======================================================================= Pagina 36 di 36