Antonello Coggiatti: Il teatro mi ha salvato da un paio di
bocciature. Ero un pessimo studente ma sul palco
stupivo i professori.
16/01/2017
Dal 26 al 29 gennaio 2017 sarà in scena in prima nazionale al Teatro Cometa Off di Roma “Punti di Vista” , uno spettacolo
scritto e diretto da Antonello Coggiatti, con Angela Di Sante e Antonello Coggiatti.
È la storia di un ritmato ed esilarante battibecco che avviene tra una coppia che ha un rapporto di amore/odio. Tra scenate,
prese di posizione e bugie i protagonisti, Daniela e Filippo racconteranno al pubblico la loro versione dei fatti, fino a
ricomporre i pezzi della loro vita di coppia. Agli spettatori il difficile compito di dare un senso a questo patchwork surreale.
Antonello Coggiatti, regista e attore, nasce a Roma nel 1985. Nel 2009 si diploma presso la “Fonderia delle Arti” diretta da
Giampiero Ingrassia. A partire dal 2008 prende parte parte ad importanti piéce teatrali quali “L’anno che verrà” (2008);
“Donalbain” (2011); “Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street” (2011). Il suo debutto come autore-regista arriva
nel 2009 quando mette in scena “L’Addormentata” Nel 2012 partecipa al “Premio Teatro Traiano” di Fiumicino e riceve il
riconoscimento per il miglior monologo di tematica sociale con “L'Ornitologo”; prendendo spunto da questo monologo
scrive lo spettacolo “Quando meno te lo aspetti” che mette in scena nello stesso anno.
Il nostro magazine ha il piacere di ospitarlo.
Ciao Antonello, parlaci di te... in poche parole chi sei?
Romano da dieci generazioni, timido patologico, dislessico. Detto così può sembrare tutto negativo, ma è meno grave di quanto
sembri.
Come è avvenuto l'avvicinamento al teatro? Raccontaci i tuoi esordi...
Già da piccolissimo sapevo di voler diventare attore, regia e scrittura sono venute dopo. Il teatro mi ha salvato da un paio di
bocciature. Ero un pessimo studente ma sul palco stupivo i professori. Dopo il liceo ho lavorato in alcune produzioni andate in scena
al Teatro Politecnico di Roma. Avevo una grande passione, ma mi resi conto di aver bisogno di studiare per ampliare le mie
conoscenze e costruire solide basi.
Ti senti più attore o più regista? Cosa cambia tra mettere in scena uno spettacolo e interpretare una parte diretto da altri?
Dipende dai periodi, a volte più attore, a volte più regista. Mi capita di leggere copioni e immaginare come sarebbe interpretare la
parte oppure mi capita di avere un'idea di allestimento scenico. Quando avvengono le due cose allo stesso tempo è un bel
problema! Dirigere uno spettacolo ti mette davanti a dei doveri e a dei problemi da risolvere come: la scenografia, il disegno luci, la
locandina... Fare attore e regista nello stesso spettacolo non è facile, richiede più impegno e attenzione. Negli spettacoli in cui sono
solo attore mi sembra di poter fare di più.
Tra i registi con cui hai avuto l'opportunità di lavorare come attore ce n'è qualcuno che ha influenzato la tua crescita in
campo registico?
Mauro Mandolini. Nel 2011 lavorai con lui in "Donalbain". All'interno dello spettacolo interpretai più di un personaggio e per ognuno
mi diede un'impostazione diversa, destrutturando tutte le idee che avevo, ma lasciandomi la libertà interpretativa. Un lavoro del
genere non l'avevo mai fatto. Mi influenzò sia a livello attoriale che registico.
In quest'ultimo spettacolo, come in molti altri, sei anche autore del testo. Quali sono gli argomenti che più ti piace trattare
nelle sceneggiature? Hai delle tematiche preferite o scegli di volta in volta seguendo l'istinto?
È più una cosa istintiva. In generale parlo di rapporti umani, nei primi spettacoli mi concentravo sui rapporti di coppia, poi mi sono
spostato verso tematiche sociali come il precariato di "Quando meno te lo aspetti", o la violenza sulle donne dell'inedito
"Teorema".
Che lavoro fai per entrare nel personaggio? Segui il metodo di una scuola attoriale (Stanislavskij, Grotowsky, Brecht...) o
ne hai uno personale?
Per quanto mi riguarda, il metodo dipende sempre dallo spettacolo e dal personaggio, alcuni si fanno avvicinare in un modo, altri
in un altro. A volte prevale il: "dilla tutta, dilla forte, dilla bene!"
Veniamo ora a “Punti di Vista”... Che tipo di spettacolo è? È una commedia o un dramma mascherato da satira?
"Punti di vista" è una commedia con toni grotteschi che punta la lente d'ingrandimento sulle futili liti di una coppia e i diversi modi di
raccontarle.
Chi sono i protagonisti Daniela e Filippo? A che ambiente appartengono? Qual è il loro passato? Che cosa caratterizza
maggiormente le loro personalità ?
Daniela è una psicologa, donna in carriera, precisa nel lavoro e disordinata nel privato. Per lei l'orologio è un'opinione e arrivare in
ritardo è uno stile di vita. Filippo fa il meccanico da una vita, è un tipo pratico ma indelicato, appassionato di motocross e maniaco
dell'orologio. Vive per spaccare il minuto.
In che modo si è logorata la loro relazione? Quali sono i principali motivi di litigio della coppia?
Si litiga per tutto, qualsiasi sciocchezza accende una nuova miccia. Nella maggior parte dei casi sono motivi futili, ma nessuno dei
due è disposto a passarci sopra.
Divorzio breve, unioni civili e adozione per i single e le coppie omosessuali... Qual è la tua opinione su queste tematiche?
Il divorzio breve è positivo se effettivamente facilita le cose. Protrarre situazioni ormai irrimediabilmente rovinate non è mai sano.
Se una coppia, indipendentemente dalla sessualità, si ama ed è convinta della propria scelta, chi sono io per impedirne l'unione?
Proprio ieri ho sentito dire "I figli delle coppie omosessuali una certezza ce l'hanno: sanno di essere desiderati!" Io la vedo in
questo modo: è diritto di tutti i bambini crescere con genitori amorevoli, che siano etero, omo o single non importa, basta che siano
brave persone.
Prossimi progetti? In cosa ti vedremo impegnato?
Due cose in particolare, una più "leggera" e l'altra più spinosa. La prima è un cortometraggio di genere fantascientifico che sto
sviluppando con alcuni colleghi. E poi sto lavorando allo "Teorema", uno spettacolo che tratta il tema della violenza sulle donne.
Adriana Fenzi