VEGLIA DI PREGHIERA in attesa luce di

Veglia di Preghiera
nell’attesa della “Luce di Betlemme”
Stazione FF.SS. - Paola (CS), sabato 14 dicembre 2013
Guida:
Raccogliamoci in silenzio per vivere intensamente questa notte di “attesa”;
per Noi qui riuniti La Luce è Cristo Gesù, testimoniamolo con la nostra vita.
Sacerdote:
Nel nome di Dio padre che ci ha convocato e ci ha radunato, nel nome del Figlio suo Gesù Cristo,
nel quale siamo salvati, nel nome dello Spirito Santo, anima della comunione e forza del nostro
servizio: amore, gioia e pace siano con tutti voi.
Assemblea: E con il tuo spirito.
Canto di INIZIO : EMMANUEL
Dall'orizzonte una grande luce
viaggia nella storia
e lungo gli anni ha vinto il buio
facendosi Memoria,
e illuminando la nostra vita
chiaro ci rivela
che non si vive se non si cerca
la Verità...
Siamo qui
sotto la stessa luce
sotto la sua croce
cantando ad una voce.
E' l'Emmanuel
Emmanuel, Emmanuel.
E' l'Emmanuel, Emmanuel.
Un grande dono che Dio ci ha fatto
è Cristo il suo Figlio,
e l'umanità è rinnovata,
è in Lui salvata.
E' vero uomo, è vero Dio,
è il Pane della Vita,
che ad ogni uomo ai suoi fratelli
ridonerà. Rit.
La morte è uccisa,
la vita ha vinto,
è Pasqua in tutto il mondo,
un vento soffia in ogni uomo
lo Spirito fecondo.
Che porta avanti nella storia
la Chiesa sua sposa,
sotto lo sguardo di Maria,
comunità. Rit.
Noi debitori del passato
di secoli di storia,
di vite date per amore,
di santi che han creduto,
di uomini che ad alta quota
insegnano a volare,
di chi la storia sa cambiare,
come Gesù. Rit.
E' giunta un'era di primavera,
è tempo di cambiare.
E' oggi il giorno sempre nuovo
per ricominciare, per dare svolte, parole nuove
e convertire il cuore,
per dire al mondo, ad ogni uomo:
Signore Gesù. Rit
Lettore1: Nella Chiesa della Natività in Betlemme c'è una lampada a olio che arde perennemente
da lungo tempo, probabilmente già pochi secoli dopo la venuta di Cristo. Questa chiesa è stata
costruita su quella che si ritiene la grotta o la stalla in cui è nato Gesù; la lampada è posizionata
sul punto ove si presume sia stata la mangiatoia nella quale fu posto il Salvatore in fasce. La
lampada è alimentata dall'olio donato dalle nazioni cristiane della Terra, una volta all'anno, a
turno. Nel Natale del 1993, in occasione di uno scambio internazionale, uno scout austriaco porta
per la prima volta la Luce della Pace di Betlemme alle Associazioni scout di Trieste che, vista la
validità dell'idea ed il suo messaggio di fratellanza, aderiscono con entusiasmo ed organizzano un
comitato per curarne la distribuzione in Italia. Ogni anno gli scout austriaci portano dalla
Palestina la Luce della Pace e dall’Austria diversi equipaggi Italiani curano la distribuzione in
tutta l’Italia. Circa un milione di italiani porta la Luce della Pace nelle proprie case grazie
all'impegno degli Scout di tutte le Associazioni.
Lettore2: E' ovvio il significato religioso della lampada accesa: Cristo, Luce delle genti, continua
ad irradiare la sua Parola da Betlemme nel mondo intero per tutti i giorni che verranno; Egli è il
riferimento vivo e presente per coloro che hanno Fede in Lui, Speranza irriducibile nel futuro e
nella Resurrezione; Cristo è la Luce che non si spegne, che segna sempre la via, che guida
l'Umanità alla salvezza.
Prima tappa: ………………………………: La luce è la vita
1 Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio.
2 Essa era nel principio con Dio.
3 Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.
4 In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini.
5 La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno sopraffatta.
Riflessione.
È bene ricordare la promessa a Dio.
Senza quella promessa la nostra vita e la storia dell’umanità non avrebbero avuto senso.
Ma è pure bene riflettere sul come quella promessa è giunta a noi e su come quella promessa si è
avverata.
In entrambi i casi c’è stato un si: il si dei profeti che attenti a cogliere la parola di Dio l’hanno
prima ricevuta e poi trasmessa; il si di Maria, in attesa di quella promessa come tutte le giovinette
del suo popolo, insieme con il si di Giuseppe, non meno difficile da pronunciare.
Tanti si, fondati su un atteggiamento: l’ascolto e concretizzatisi un gesto: l’accoglienza.
E così avviene pure nella nostra personale intima vita quotidiana:
Lui ci cerca, attraverso Gesù la promessa avverata e vivente, qui, non in Cielo. Ci cerca in ogni
istante ed in ogni dove. Ma solo chi lo aspetta poi pure lo riceve. Solo chi lo ascolta poi lo accoglie.
Come è accaduto per Mosè, accolto in una famiglia diversa dalla sua, oggi diremmo adottato,
Come è accaduto a Gesù entrato nella storia attraverso una famiglia che anch’essa lo ha accolto.
Accogliere l’altro, vicino o lontano che sia, farsene carico, da vicino o a distanza non importa.
Quello che conta è accogliere. Dio mantiene sempre la promessa.
Canto. TE AL CENTRO DEL MIO CUORE
Ho bisogno d’incontrarti nel mio cuore,
di trovare Te, di stare insieme a Te:
unico riferimento del mio andare,
unica ragione Tu, unico sostegno Tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
Anche il cielo gira intorno e non ha pace,
ma c’è un punto fermo, è quella stella là.
La stella polare è fissa ed è la sola,
la stella polare Tu, la stella sicura Tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
Tutto ruota attorno a Te, in funzione di Te
e poi non importa il “come”, il “dove” e il “se”.
Che Tu splenda sempre al centro del mio cuore,
il significato allora sarai Tu,
quello che farò sarà soltanto amore.
Unico sostegno Tu, la stella polare Tu.
Al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
Seconda tappa: ……………………………. Come Giovanni testimoni della luce
6 Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni.
7 Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per
mezzo di lui.
8 Egli stesso non era la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce.
9 La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.
Riflessione.
La figura di Giovanni che va innanzi a preparare la strada per la venuta di Gesù, Luce per
illuminare le genti e gloria del suo popolo, è l’esempio più chiaro del testimone della luce.
Essere testimoni , pronti a rendere conto della speranza che è in noi, è il compito di ogni cristiano
e, ancor più, di una comunità di credenti adulti scout. Quando ci presentiamo al mondo con la
nostra identità di cristiani scout adulti, molti occhi ci guardano, ci osservano, qualche volta con un
po’ di ironia, ma molto più spesso, con curiosità ed interesse. E’ importante che siamo consapevoli
del fatto che in questo modo siamo chiamati, in tutte le situazioni della nostra vita ad essere
testimoni della luce.
Se infatti, non si accende un lume per metterlo sotto il moggio, ma ben in vista perché illumini e
dissipi le tenebre, è altrettanto vero che senza una continua vigilanza sui nostri comportamenti,
azioni, parole, ecc. corriamo il rischio di rendere vana, o peggio ancora, controproducente la
nostra testimonianza.
Come recita ben chiaro la preghiera dell’esploratore: Signore insegnami a comportarmi lealmente
quando tu solo mi vedi come se tutto il mondo potesse vedermi, è importante che tutta la nostra vita
si svolga alla luce del sole, nella sincerità e lealtà, in tutto anche nel parlare, dice infatti, il
Vangelo: “sia il vostro dire si, si, no,no; il resto viene dal diavolo” .
Sopratutto invochiamo il Signore perchè ci renda capaci di essere testimoni della fede e della
speranza in Lui nella carità verso tutti, sempre e nel sentirci costantemente alla Sua presenza, in
tutte le circostanze della nostra vita, quelle felici e quelle tristi, quelle facili e quelle difficili, nella
salute e nella malattia, nella giovinezza e nella vecchiaia perché sempre splenda nei nostri cuori la
luce di Cristo che ha vinto le tenebre della morte e ci ha guadagnato la vita eterna.
Canto. L’UNICO MAESTRO
Le mie mani, con le tue
possono fare meraviglie,
possono stringere e perdonare
e costruire cattedrali.
Possono dare da mangiare
e far fiorire una preghiera
Perché tu, solo tu solo tu sei il mio Maestro,
e insegnami ad amare come hai fatto tu
con me. Se lo vuoi, io lo grido a tutto il mondo
che tu sei l'unico Maestro sei per me.
Questi piedi con i tuoi
possono fare strade nuove,
possono correre e riposare,
sentirsi a casa in questo mondo,
possono metterci radici
e passo passo camminare.
Perché tu, solo tu solo tu sei il mio Maestro,
e insegnami ad amare come hai fatto tu
con me. Se lo vuoi, io lo grido a tutto il mondo
che tu sei l'unico Maestro sei per me.
Questi occhi, con i tuoi
potran vedere meraviglie,
potranno piangere e luccicare
guardare oltre ogni frontiera.
Potranno amare più di ieri
se sanno insieme a te sognare.
Perché tu, solo tu solo tu sei il mio Maestro,
e insegnami ad amare come hai fatto tu
con me. Se lo vuoi, io lo grido a tutto il mondo
che tu sei l'unico Maestro sei per me.
Tu sei il corpo, noi le membra
diciamo insieme un'unica preghiera.
Tu sei il Maestro, noi testimoni
della parola del Vangelo.
Possiamo vivere felici
in questa Chiesa che rinasce.
Perché tu, solo tu solo tu sei il mio Maestro,
e insegnami ad amare come hai fatto tu
con me. Se lo vuoi, io lo grido a tutto il mondo
che tu sei l'unico Maestro sei per
me, solo tu solo tu sei il mio Maestro,
e insegnami ad amare come hai fatto tu
con me. Se lo vuoi, io lo grido a tutto il mondo
che tu sei l'unico Maestro sei per me,
sei l'unico Maestro e sei per me.
Terza tappa: ………………………………………. Riconoscere la presenza Sua presenza
10 Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto.
11 È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto;
12 ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè,
che credono nel suo nome;
13 i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da
Dio.
Riflessione.
“Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe”.
Qui c’è la grande riflessione sul mondo tipica del vangelo di Giovanni.
Il mondo fu fatto per mezzo di lui, nulla è fuori da questa Parola, ma contemporaneamente si dice
che “il mondo non lo riconobbe”. Noi sottovalutiamo sempre queste parole. Giovanni non dice “il
mondo non lo conobbe” ma “il mondo non lo ri-conobbe”.
Il nostro problema è perennemente “ri-conoscere”, non “conoscere”.
Conoscere è un problema solo rispetto alla scienza, alla conoscenza, all’astrazione, alle idee.
Rispetto alle dinamiche della vita il nostro problema è sempre “ri-conoscere”. Gli amori non si
conoscono, si ri-conoscono. Così la fede.
Riconoscere vuol dire una cosa fondamentale: riconosco solo ciò che ho già conosciuto, ciò che già
mi appartiene.
Riconosco un amore perché so come funziona il mio amore per un altro, altrimenti non lo
riconoscerei.
Riconosco un amore perché sono stato un figlio amato. Infatti se sono stato un figlio non tanto
amato ho dei grandi problemi a riconoscere un amore.
Ciò che accade al mondo non è di non conoscere la luce, ma di non riconoscerla.
Noi abbiamo sempre l’impressione che credere o non credere, essere cristiani seri o non seri,
impegnati o non impegnati passi attraverso il fare delle cose o non farle, obbedire ad alcune leggi
oppure non farlo, assumersi degli impegni oppure no, testimoniare o non testimoniare...
Il problema dei cristiani è riconoscere che “in principio” è la grazia originale, cioè riconoscere
che siamo fatti per essere contenti e che sotto questo segno abbiamo da stare. Nello stesso tempo
c’è poco al mondo che ci faccia più paura che stare sotto il segno di un amore.
Stare sotto lo sguardo di uno che ci ama è una delle cose più difficili al mondo.
E starci fermi, poi, non se ne parla!
Se uno può stare sotto lo sguardo di un amore con l’impressione di poter fare qualcosa per l’altro,
si adatta anche, ma stare fermi, starci gratis, come un imbecille... è un’esperienza spaventosa,
perché ci mette in una condizione di dipendenza, di non poterne più fare a meno, e questo ci
terrorizza.
Rispetto a Dio questa esperienza si chiama “creaturalità”. Poiché noi siamo creature siamo
chiamati a stare fermi sotto lo sguardo di Dio e non possiamo farne a meno.
Questa è la cosa su cui non riusciamo a “riconoscere”.
Facciamo una fatica enorme a riconoscere che abbiamo bisogno di questo amore per vivere.
Esattamente come in tutti gli amori. Perché ci pare che, se l’altro se ne va, io rischio di morire. In
un amore uno dopo un po’ si mette tranquillo, perché è un rapporto biunivoco, ad un certo punto
anch’io divento indispensabile per l’altro.
Applicando questo concetto a Dio, invece, salta tutto: non posso pensare che Dio abbia bisogno di
me...
E dunque ci terrorizza l’idea che Dio un giorno abbassi la mano e ci lasci cadere, e di questo
moriremmo.
E’ per questo che tutta la scrittura ci ripete una cosa sola di Dio: che è fedele.
“Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto”.
È l’unica parola dura di tutto il Prologo.
‘La sua gente’ non sono gli Ebrei, ma tutti: questo versetto non è la radice di tutti gli antisemitismi.
Se ‘tutto è stato fatto per mezzo di Lui, tutti sono ‘la sua gente’, il suo possesso.
‘Ma i suoi non l’hanno accolto’: questo può accadere, perché tutti gli amori possono essere
rifiutati; infatti nessuna seduzione è sufficiente per estorcere un amore.
Neppure Dio estorce un amore. L’unica cosa che può fare è proclamare la propria fedeltà: ‘Non
importa se tu non mi ami. Io ti amerò per sempre, fino a morire in croce’.
Subito dopo questa parola dura, c’è la grande sentenza sulla storia.
“A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel
suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati
generati”.
La conclusione di questa presentazione della storia è una parola dura perché la storia è una cosa
seria; la ‘drammaticità’ dell’unica vita che abbiamo è una faccenda da non prendere sotto tono.
Non abbiamo un’altra vita, lo sappiamo.
Ma su questa drammaticità ci viene detto che chi accetta un amore trova una festa.
“Non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo”, cioè non perché erano bravi, belli e
santi, ma perché da Dio sono stati generati.
La generazione a figli di Dio non ci compete, semplicemente ci è data, è il sovrappiù di un amore.
È ciò che non osavamo desiderare. Perciò a coloro che lo riconoscono ed accolgono il suo amore
Dio dà il potere di diventare infinita misericordia, di avere un cuore a misura di Dio.
Questo è esattamente il contrario del peccato originale: non si diventa simili a Dio mangiando del
frutto dell’albero, ma perché la Parola che era senza peccato e che era presso il Padre, rivolta su
di noi e accolta, ci dà il potere di diventare infinita misericordia. Questo non ci fa né più giusti o
giustificati: restiamo dei ‘poveretti’, ma con un cuore a misura di Dio, capaci di una festa infinita.
CANTO: MANI
Vorrei che le parole mutassero in preghiera
e rivederti o Padre che dipingevi il cielo
Sapessi quante volte guardando questo mondo
vorrei che tu tornassi a ritoccare il cuore.
Vorrei che le mie mani avessero la forza
per sostenere chi non può camminare
Vorrei che questo cuore che esplode in sentimenti
diventasse culla per chi non ha più madre...
Mani, prendi queste mie mani,
fanne vita, fanne amore
braccia aperte per ricevere...Chi è solo.
Cuore, prendi questo mio cuore,
fa che si spalanchi al mondo
germogliando per quegli occhi
che non sanno pianger più.
Sei tu lo spazio che desidero da sempre,
so che mi stringerai e mi terrai la mano.
Fa che le mie strade si perdano nel buio
ed io cammini dove cammineresti Tu.
Tu soffio della vita prendi la mia giovinezza
con le contraddizioni e le falsità
Strumento fa che sia per annunciare il Regno
a chi per queste vie Tu chiami Beati...
RIT.
Noi giovani di un mondo che cancella i sentimenti
e inscatola le forze nell'asfalto di città
Siamo stanchi di guardare siamo stanchi di gridare
ci hai chiamati siamo Tuoi cammineremo insieme...
Mani, prendi queste nostre mani
fanne vita fanne amore,
braccia aperte per ricevere...Chi è solo.
Cuori, prendi questi nostri cuori
fa che siano testimoni
che Tu chiami ogni uomo a far festa con Dio.
Quarta tappa…………………………….. Cristo in mezzo a noi
14 E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e
noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.
Riflessione.
Non possiamo dimenticare che Dio per far diventare la “parola carne” si è servito di una donna, di
una donna concepita senza peccato per accogliere nel suo grembo Gesù.
Nel prepararci a ricevere la Luce di Betlemme, “l’Eccomi” di Maria ci aiuta a comprendere più in
profondità il progetto del Padre e a pronunciare il nostro “eccomi” con piena dedizione e con tutto
l’amore di cui siamo capaci.
Nelle parole di Maria: Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto, si
trovano tutta la nostra vocazione, il nostro fine, il nostro compito, le nostre promesse, in tutte le
circostanze, in tutti gli avvenimenti, per il presente e per il futuro, purchè non sia solo sulle labbra,
ma anche nella mente e nel cuore.
Nel mondo ci sono tante guerre e violenze…non sappiamo amarci e perdonarci…
Signore abbi pietà di noi, donaci la tua pace, rendici capaci di essere strumenti di pace, di
benevolenza e di perdono.
Affidiamo con fiducia a Maria, Madre del Dio-con-noi, le attese, i desideri, i propositi, le famiglie,
le Comunità Parrocchiali, la Santa Chiesa, le sorti di questo nostro mondo senza pace e quanto ci
sta più a cuore, certi che la nostra preghiera, per le Sue mani, giungerà al Dio ricco di
misericordia, il quale non mancherà di donare ai suoi figli le primizie di ogni grazia e benedizione.
Canto : MADONNA DEGLI SCOUT
Madonna degli scout, ascolta, t'invochiam,
concedi un forte cuore a noi ch'ora partiam.
La strada è tanto lunga, il freddo già ci assal,
respingi tu, Regina, lo spirito del mal.
E il ritmo dei passi ci accompagnerà
là verso gli orizonti lontani si va.
E il ritmo dei passi ci accompagnerà
là verso gli orizonti lontani si va.
E lungo quella strada non ci lasciare tu,
nel volto di chi soffre facci trovar Gesù.
Allor ci fermeremo le piaghe a medicar
e il pianto di chi è solo sapremo consolar. [rit.]
Lungo la strada bianca, la Croce apparirà
è Croce che ricorda che ci ha lasciato già
Pur Tu sotto la croce Maria restasti un dì
per lor Ti preghiamo sommessamente quì [rit.]
Quinta tappa: ……………………………… Cristo la via che porta al Padre
15 Giovanni gli ha reso testimonianza, esclamando: «Era di lui che io dicevo: "Colui che viene
dopo di me mi ha preceduto, perché era prima di me.
16 Infatti, dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia"».
17 Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di
Gesù Cristo.
18 Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto
conoscere.
Riflessione.
L’amore di Dio è il primo come comandamento, ma l’amore del prossimo è primo come attuazione
pratica. Colui che ti dà il comandamento dell’amore non ti insegna prima l’amore del prossimo e
poi quello di Dio, ma viceversa.
Siccome però Dio tu non lo vedi ancora, amando il prossimo ti acquisti il merito di vederlo;
amando il prossimo purifichi l’occhio per poter vedere Dio, come chiaramente afferma Giovanni:
Se non ami il fratello che vedi, come potrai amare Dio che non vedi? Comincia quindi ad amare il
prossimo. Spezza il tuo pane con chi ha fame, introduci in casa i miseri senza tetto, vesti chi vedi
ignudo e non disprezzare quelli della tua stirpe.
Amando il prossimo e prendendoti cura di lui, tu cammini. E dove ti conduce il cammino se non al
Signore, a colui che dobbiamo amare con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente? Al
Signore non siamo ancora arrivati, ma il prossimo l’abbiamo sempre con noi. Aiuta, dunque il
prossimo con il quale cammini, per poter giungere a colui con il quale desideri rimanere.
LA PACE VERRA'
Se tu credi che un sorriso è più forte di un'arma,
Se tu credi alla forza di una mano tesa,
Se tu credi che ciò che riunisce gli uomini è più importante di ciò che li divide,
Se tu credi che essere diversi è una ricchezza e non un pericolo,
Se tu sai scegliere tra la speranza o il timore,
Se tu pensi che sei tu che devi fare il primo passo piuttosto che l'altro, allora...
LA PACE VERRA'
Se lo sguardo di un bambino disarma ancora il tuo cuore,
Se tu sai gioire della gioia del tuo vicino,
Se l'ingiustizia che colpisce gli altri ti rivolta come quella che subisci tu,
Se per te lo straniero che incontri è un fratello,
Se tu sai donare gratuitamente un po' del tuo tempo per amore,
Se tu sai accettare che un altro, ti renda un servizio,
Se tu dividi il tuo pane e sai aggiungere ad esso un pezzo del tuo cuore, allora...
LA PACE VERRA'
Se tu credi che il perdono ha più valore della vendetta,
Se tu sai cantare la gioia degli altri e dividere la loro allegria,
Se tu sai accogliere il misero che ti fa perdere tempo e guardarlo con dolcezza,
Se tu sai accogliere e accettare un fare diverso dal tuo,
Se tu credi che la pace è possibile, allora...
LA PACE VERRA'
(Charles de Foucauld)
Sacerdote :
Al termine di questa veglia di attesa ci rechiamo, ordinatamente, alla stazione, per ricevere “La
Luce di Betlemme”, per ricevere La Luce che è Cristo in mezzo a Noi, guida dei nostri passi.
Amen
Canto: INSIEME
Insieme abbiam marciato un dì
per strade non battute,
insieme abbiam raccolto un fior
sull’orlo di una rupe
RIT: Insieme, insieme,
è un motto di fraternità.
Insieme nel bene
crediam, crediam.
Insieme abbiam portato un dì
lo zaino che ci spezza,
insieme abbiam goduto al fin
del vento la carezza.
RIT.
Insieme abbiamo appreso ciò
che il libro non addita,
abbiamo appreso che l’amor
è il senso della vita.
RIT.