CORSO DI FISICA TECNICA 2 AA 2013/14 ACUSTICA Lezione n° 3: Fisiologia dell’apparato uditivo, curve isofoniche, filtri di ponderazione. Fenomeni caratteristici nella propagazione delle onde. Ing. Oreste Boccia 1 Apparato uditivo Orecchio esterno: composto da padiglione auricolare (1) e condotto uditivo (2), è un trasduttore meccanico che trasmette l’onda di pressione al timpano (3) e lo protegge. Il condotto uditivo amplifica per risonanza le frequenze comprese tra 2000 e 3000 Hz. Timpano (3): è un diaframma sottile, elastico, molto resistente, impermeabile all’acqua e all’aria che separa l’orecchio esterno da quello medio 9 7 5 1 Orecchio interno 4 8 2 Orecchio esterno 3 6 10 Orecchio medio Orecchio medio: composto da una catena di tre ossicini: martello (4), incudine (5) e staffa (6). E’ messo in comunicazione con la faringe dalla tromba di Eustachio (10) che serve a bilanciare la pressione tra i due lati della membrana timpanica Il timpano è posto in vibrazione dall’onda sonora e trasmette il segnale alla catena di ossicini che lo amplifica (80-90 volte) trasmettendola alla finestra ovale (7) Orecchio interno: composto dalla coclea (8) collegata al cervello mediante il nervo acustico e dai canali semicircolari (9). La coclea è costituita da tre canali riempiti di un liquido (perilinfa). In uno dei tre (canale cocleare) si trova l’organo del Corti (migliaia di terminazioni nervose del nervo acustico). Da qui parte l’impulso nervoso verso il cervello. 2 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 MISURA della SENSAZIONE SONORA - Audiogramma normale medio La sensazione sonora è la caratteristica di un suono in base alla quale esso viene giudicato più o meno intenso da un ascoltatore Attraverso il sistema uditivo le perturbazioni di pressione producono una sensazione sonora (loudness) solo se caratterizzate da frequenze mediamente comprese tra 20 e 20000 Hz circa, con un valore di pressione superiore ad un valore di soglia (soglia di udibilità) che, per 1000 Hz, vale 2x10-5 Pa. Curve isofoniche: famiglia di curve di uguale livello di sensazione sonora che rappresentano il livello in pressione sonora che deve avere un suono per dare la stessa sensazione sonora alle varie frequenze. Fletcher e Munson (1937): primo audiogramma ottenuto sottoponendo soggetti con capacità uditive normali alternatamente ad un tono puro di una certa frequenza e ad un altro tono alla frequenza di riferimento di 1 KHz, della quale viene regolata l’intensità fino a dare la stessa sensazione sonora del primo suono. Livello sonoro in phon: livello di pressione sonora del suono di riferimento di 1 KHz per cui si ha la stessa sensazione sonora del suono in esame. Ogni curva isofonica è il luogo dei punti con lo stesso valore in phon, coppia di valori livello-frequenza, che producono la stessa sensazione sonora del livello sonoro a 1000 Hz. 3 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 La curva in rosso (soglia di udibilità) esprime i valori minimi udibili del livello sonoro alle varie frequenze. Il livello massimo è meno definito: a 120 phon si ha la soglia del dolore oltre la quale si possono avere danni all’udito tanto più gravi (permanenti) quanto maggiore è il livello. Le curve isofoniche hanno tutte forma simile, con picco di udibilità intorno ai 4000 Hz. In definitiva, l’orecchio umano sente meglio le frequenze alte rispetto alle basse Soglia di udibilità La sensazione sonora (30 phon) prodotta da un tono puro con livello di 30 dB alla frequenza di 1000 Hz è identica a quella prodotta da un tono puro con livello di 45 dB alla frequenza di 100 Hz Proposto dalla ISO/R 226 per ascolto binaurale (ovvero a due orecchi) in campo libero (ambiente anecoico) ed emissione di suoni puri frontali per ascoltatori con udito normale. A basse frequenze curve ravvicinate: la sensazione aumenta rapidamente all’aumentare del livello sonoro. Ad alte frequenze curve più distanziate: la sensazione aumenta meno rapidamente. 4 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 Curve di ponderazione in frequenza La sensibilità dell’orecchio varia al variare della frequenza. Per considerare il fatto che suoni con pari valore di Livello di pressione sonora ma con frequenza diversa vengano percepiti dall’uomo in modo diverso occorre utilizzare dei filtri di “pesatura” o “ponderazione” Lo studio delle curve isofoniche ha portato all’inserimento negli strumenti di misura del suono di reti di ponderazione elettroniche che alterano la risposta in frequenza dello strumento adattandola alla diversa sensibilità dell’orecchio alle varie frequenze fornendo un dato oggettivo direttamente correlato alla sensazione sonora. Quattro gruppi di curve di ponderazione normalizzate in campo internazionale: Curva di filtro A: andamento inverso rispetto alla curva isofonica a 40 phon Curva di filtro B: andamento inverso rispetto alla curva isofonica a 70 phon Curva di filtro C: andamento inverso rispetto alla curva isofonica a 100 phon Curva di filtro D: tiene conto della risonanza nel meato uditivo a frequenze comprese tra 1000 e 4000 Hz – usata nella valutazione di rumori aeroportuali Tali curve permettono di stabilire quale valore dobbiamo sommare ai livelli sonori ottenuti alle varie frequenze per ottenere l’effettiva sensazione umana. 5 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 Curva di ponderazione A Di solito si utilizza la curva di ponderazione A nelle misure che mirano a valutare gli effetti di disturbo o di danno per qualsiasi valore di Ltot 10 f (Hz) 0 10 20 40 80 160 315 630 1250 2500 5000 10000 20000 -10 -20 -30 -40 -50 -60 -70 -80 dB Alle basse frequenze (minore sensibilità dell’orecchio umano) attenuazione del segnale A frequenze comprese tra 1000 e 5000 Hz (maggiore sensibilità) incremento del segnale. Il livello totale è maggiormente caratterizzato dalle componenti cui l’orecchio è più sensibile. 6 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 Esempio di applicazione del filtro A Hz 63 125 250 500 1000 2000 4000 8000 16000 dB 85 88 77 75 70 65 63 60 58 Filtro A -26,2 -16,1 -8,6 -3,2 0 +1,2 +1 -1,1 -6,9 dB(A) 58,8 71,9 68,4 71,8 70 66,2 64 58,9 51,1 Livello totale in dB n 10Li Ltot 10 log 10 i 1 10 log( 10 8 , 5 10 8 ,8 10 7 , 7 10 7 , 5 10 7 10 6 , 5 10 6 , 3 10 6 10 5 ,8 90, 2 dB Livello totale in dB(A) Hz 10 12,5 16 20 25 31,5 40 50 63 80 100 125 160 200 250 315 400 500 630 800 1000 1250 1600 2000 2500 3150 4000 5000 6300 8000 10000 12500 16000 20000 Filtro A -70,5 -63,4 -56,7 -50,4 -44,7 -39,2 -34,6 -30,2 -26,2 -22,5 -19,1 -16,1 -13,4 -10,9 -8,6 -6,6 -4,8 -3,2 -1,9 -0,8 0 0,6 1 1,2 1,3 1,2 1 0,5 -0,1 -1,1 -2,5 -4,3 -6,9 -9,2 n 10Li Ltot 10 log 10 i 1 10 log( 10 5 ,88 10 7 ,19 10 6 ,84 10 7 ,18 10 7 10 6 , 62 10 6 , 4 10 5 ,89 10 5 ,11 77 ,5 dB ( A) Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA 7 AA 2013/14 Fenomeni caratteristici nella propagazione delle onde I comportamenti che verranno presi in esame, valgono per le onde in generale, anche se noi le contestualizzeremo all'ambito del suono. Analizzeremo nell'ordine: • Attenuazione • Riflessione • Rifrazione • Diffrazione • Assorbimento • Risonanza 8 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 Attenuazione L'intensità sonora diminuisce con l'aumentare della distanza dalla sorgente. Questo fenomeno ha due diverse spiegazioni: • l’attenuazione dovuta alla sola distanza, detta talora attenuazione per divergenza; • l’attenuazione dovuta all’assorbimento molecolare, legata alla viscosità dell’aria. Attenuazione per distanza Al crescere della distanza dalla sorgente, aumenta la superficie su cui la potenza sonora emessa si distribuisce. 9 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 Attenuazione per distanza Onde sferiche emesse da una sorgente puntiforme in un mezzo omogeneo, considerando due diverse superfici sferiche concentriche S1 e S2 di raggi r1 ed r2, si ha: W I1 S1 I 2 S2 cioè: I1 S 2 r22 p12 2 2 I2 S1 r1 p2 l’intensità sonora si riduce con il quadrato della distanza. Onde cilindriche emesse da sorgente lineare di lunghezza “l”, l’intensità diminuisce linearmente con la distanza: I1 S 2 2 r2 l r2 I 2 S1 2 r1 l r1 Onde piane, l’intensità sonora resta costante con la distanza. 10 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 Attenuazione per assorbimento atmosferico L’influenza dell’aria atmosferica è basata sul fatto che l’energia sonora, nell’attraversare gli strati d’aria tra sorgente e ricevitore viene gradualmente convertita in calore per effetto per una serie di processi molecolari che rientrano sotto la denominazione generale di assorbimento atmosferico. Questa attenuazione è dovuta a due fenomeni: • dissipazione termica e viscosa nell’aria, • rilassamento quantistico dovuto ai moti rotazionali e vibrazionali delle molecole. Il primo fenomeno è funzione della temperatura e pressione atmosferica, il secondo anche dell’umidità relativa dell’aria. 11 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 Il principio di Huyghens-Fresnel Ogni punto appartenente allo stesso fronte d'onda può essere considerato come una sorgente secondaria che emette a sua volta onde sferiche. Un fronte d'onda successivo, dopo un certo tempo t, può essere ricostruito come superficie di inviluppo costituita dai punti più lontani appartenenti alle circonferenze aventi centro in un punto del fronte d'onda primario e raggio pari r = c t, dove c è la velocità di propagazione del suono. Energia riflessa dall'ostacolo non subisce modifiche nella forma del fronte d'onda: onde sferiche rimangono sferiche, onde piane restano piane e così via. 12 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 Riflessione, Rifrazione e Diffrazione Durante la sua propagazione il suono interagisce con l’ambiente dando origine a fenomeni quali: • Riflessione; • Rifrazione; • Diffrazione. Fenomeni costituiti fondamentalmente da deviazioni del suono dalla sua direzione di propagazione. Qualora il fronte d'onda di un’onda sonora incontra un ostacolo di dimensioni molto maggiori della sua lunghezza d’onda, parte dell'energia che si propaga con l'onda viene riflessa, parte viene assorbita e parte viene trasmessa. Riflessione Si verifica quando un’onda sonora impatta su una superficie di dimensioni molto grandi rispetto alla sua lunghezza d’onda. Essa può essere: •Speculare; •Semidiffusa; •Completamente diffusa (con retrodiffusione). 13 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 Riflessione speculare Fronte d'onda piano che colpisce una superficie ideale riflettente in modo speculare, come ad esempio una superficie liscia e lucida. n S r i iˆ r̂ Leggi della riflessione note anche come leggi di Cartesio: • il raggio incidente i, il raggio riflesso r e la normale n alla superficie riflettente nel punto di incidenza appartengono ad uno stesso piano; 14 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 Riflessione semidiffusa e completamente diffusa Semidiffusa: l’energia che viaggia lungo il raggio incidente si distribuisce, dopo l’impatto, lungo molte direzioni nel quarto di spazio che non contiene il raggio incidente, con una particolare concentrazione di energia nell’intorno della direzione che caratterizzerebbe la riflessione se fosse speculare. Completamente diffusa con retrodiffusione: la ruvidezza della superficie riflettente è molto evidente e distribuita del tutto casualmente; l’energia che viaggia con l’onda lungo il raggio incidente viene distribuita dopo la riflessione, in tutte le direzioni del semispazio libero, retrodiffondendo anche nella stessa porzione di spazio da cui proviene il raggio incidente. 15 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 Il fenomeno dell'eco Sorgente sonora nella stessa postazione del ricevitore S≡A e le onde sonore incontrano una superficie riflettente I, piana e perpendicolare alla stessa direzione di propagazione, distante d: L'energia sonora riflessa ritorna dopo un tempo τ nel punto S: il tempo τ è la somma del tempo impiegato dall'onda primaria a raggiungere la superficie riflettente I e del tempo impiegato dall'onda secondaria a raggiungere di nuovo il punto S dove è posizionata la sorgente. 2d c L'orecchio dell'uomo però è in grado di distinguere due suoni distinti in successione di tempo soltanto se sono in ritardo l'uno dall'altro di almeno un decimo di secondo. Il fenomeno dell’eco ha luogo se la distanza tra parete e sorgente è almeno 17 m: t 2d 0.1 (s) c d 0.1 340 17 (m) 2 16 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 Il fenomeno dell'eco Se la distanza è minore di 17 m, nell’orecchio il suono riflesso si sovrappone parzialmente al suono emesso: non si odono più due suoni distinti, ma vi è soltanto un RIMBOMBO, ossia una sovrapposizione dei suoni emessi con quelli riflessi, che può diventare anche molto fastidiosa quando le distanze tra sorgenti e pareti riflettenti sono prossime a 17 m. In particolare se il ritardo è : 5 102 s 101 s si percepisce un suono prolungato nel tempo ed indistinto, chiamato Near Echo. Se il ritardo è: 5 102 s si ha un effetto di rafforzamento del suono denominato effetto Haas. Se le pareti contro cui il suono si riflette sono più di una, si può produrre un’ECO MULTIPLA consistente in una serie di echi che si succedono a brevissimi e regolari intervalli di tempo. Questo difetto è noto come flutter echo: ne è un esempio il tuono che è provocato dalla riflessione multipla sulle nubi situate a diverse altezze e sul terreno dal rumore prodotto dal fulmine. Sorgente e ascoltatore non coincidono si verifica il S fenomeno dell’eco se la differenza tra il percorso del suono diretto SA, e quello del suono riflesso SI+IA è superiore a circa 34 m: I SI IA SA 0,1 s c SI IA SA 340 0,1 SI IA SA 34 m t Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 A 17 Rifrazione Con tale termine si indica il fenomeno secondo il quale un'onda che attraversa due mezzi con diversa velocità di propagazione cambia direzione. Le due leggi della rifrazione: 1. Il raggio incidente, la normale alla superficie di separazione nel punto di incidenza ed il raggio rifratto appartengono allo stesso piano; 2. Principio di Fermat: tra l'angolo di incidenza θ1 e l'angolo di rifrazione θ2 esiste la relazione: sen 1 c1 sen 2 c 2 con c1 e c2 velocità di propagazione del suono nei due mezzi. 18 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 Rifrazione La rifrazione si verifica anche in un singolo mezzo se la velocità di propagazione dell'onda varia da regione a regione a causa della non uniformità della distribuzione della temperatura: T1 sen1 c1 sen 2 c 2 T2 L’angolo di rifrazione tende ad aumentare con l’aumentare della temperatura: T2> T1 sen q2 > sen q1 q2 > q1 Tende a diminuire con il diminuire della temperatura: T2< T1 sen q2 < sen q1 q2 < q1 In figura si vede come questo fenomeno diventi rilevante nel caso di concerti all'aperto, dove le condizioni cambiano radicalmente dalla mattina alla sera, modificando la propagazione del suono nell'ambiente. 19 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 Diffrazione La diffrazione, come la rifrazione, consiste in una deviazione del raggio di propagazione iniziale. Si manifesta quando un'onda sonora incontra sul suo cammino fenditure od ostacoli aventi dimensioni d paragonabili alla lunghezza d'onda λ o più piccole, λ ≥ d. ostacolo di dimensione paragonabile rispetto alla lunghezza d'onda del suono. ostacolo di dimensione grande rispetto alla lunghezza d'onda del suono. Zona d’ombra λ≥d λ<d Nel caso di una fenditura o apertura di dimensione d su una parete: λ≥d Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 λ<d 20 Assorbimento Può essere descritto come la conversione di energia acustica in energia termica da parte di una superficie. In altre parole, quando un suono viene a contatto con un ostacolo, gli trasferisce energia che viene dissipata sotto forma di calore. Le proprietà assorbenti dei materiali sono quantificate attraverso il coefficiente di assorbimento acustico α, il quale è definito come rapporto tra la potenza sonora assorbita e la potenza sonora incidente: Wa Wi Il valore di α, quindi, rappresenta la frazione di energia sonora assorbita da un determinato materiale e può variare tra 0 (nel caso in cui l’energia incidente venga totalmente riflessa) ad 1 (nel caso in cui tutta l’energia incidente venga totalmente assorbita). 21 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 Risonanza Ogni sistema vibrante (per ex. strutture architettoniche) oscilla liberamente con una (o più) frequenze proprie che dipendono dalle sue caratteristiche geometriche, fisiche e chimiche. Se invece sollecitato da una forza periodica esterna, un sistema oscilla alla stessa frequenza della forzante. Il fenomeno della risonanza si verifica quando un sistema viene sollecitato a vibrare da una forzante periodica caratterizzata da frequenza pari o molto vicina ad una frequenza propria di vibrazione del sistema stesso. Consiste in una notevole amplificazione della ampiezza delle oscillazioni: 1. L'ampiezza, cresce man mano che la frequenza si avvicina al valore in risonanza. 2. Alla risonanza si raggiunge un valore massimo. Tanto maggiore quanto minori sono le forze passive attribuibili all’attrito del supporto elastico ed alla resistenza viscosa del fluido circostante . 3. L'ampiezza decresce quando, oltrepassato il valore in risonanza, ce ne si allontana. 22 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 Risonanza Il fenomeno della risonanza si può presentare anche in dispositivi e macchine costruite dall'uomo. Qui però dobbiamo distinguere due situazioni: 1. il fenomeno è desiderato, in quanto permette l'amplificazione o la selezione di un segnale. E’ il caso del rinforzo del suono ottenuto con casse acustiche opportunamente sagomate; 2. il fenomeno è indesiderato, in quanto il sistema in risonanza è soggetto a sollecitazioni che possono comprometterne l'integrità o il funzionamento. È il caso delle costruzioni (case, ponti, ecc.), in cui i materiali rischiano di deteriorarsi o rompersi, se sottoposti a sollecitazioni eccessive. 23 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14 Riassumendo In generale i fenomeni che abbiamo descritto sono tutti presenti nel momento in cui un'onda sonora incontra un ostacolo. 24 Corso di Fisica Tecnica 2 – Ing. Oreste BOCCIA AA 2013/14