mobbing - Associazione Ambiente e Lavoro

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Comunicato stampa pubblicato sul sito http://www.amblav.it dell’Associazione Ambiente e Lavoro
Fenomeno sviluppato anche nei settori dell’istruzione, sanità, alberghiero
e trasporti
MOBBING: RECORD EUROPEO NELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
AUMENTANO OGNI ANNO LE RICHIESTE DI AIUTO
Insonnia, ansia e depressione i principali disturbi che riferiscono i soggetti
colpiti da mobbing, che può verificarsi in genere a seguito di cambiamenti
ai vertici dell’azienda oppure di un superiore, ma anche in caso di inizio di
un nuovo lavoro o di richiesta di avanzamenti di carriera, oltre alla
maternità ed addirittura all’invalidità. Oltre ai problemi di tipo
organizzativo, la resistenza da parte aziendale e delle assicurazioni a
riconoscere il fenomeno e l’incapacità di valutarne i costi economici sono
tra i problemi da affrontare.
Sono alcuni dei risultati emersi dall’analisi dei pazienti esaminati negli
ultimi 10 anni presso la Clinica del Lavoro di Milano, che verranno
discussi in occasione di ICOH, Il Congresso Mondiale sulla Medicina del
Lavoro al via oggi al Centro Congressi FMC Center presso
fieramilanocity.
Milano, 12 giugno 2006 – E’ un fenomeno in grande crescita, ma per
fortuna la gente comincia a diventarne consapevole e a chiedere aiuto:
parliamo di mobbing, un problema che, secondo i dati europei, interessa
fino al 14% dei lavoratori, a seconda dei Paesi. Il mobbing è un fenomeno
universale, presente in ogni settore lavorativo, con la caratteristica specifica
di essere legato inscindibilmente alla cultura del paese in cui si verifica. A
titolo indicativo ecco di seguito i settori in cui è più sviluppato secondo
un’indagine europea. Il record spetta alla pubblica amministrazione: il
14%; 12% istruzione e sanità, hotel e ristoranti, trasporti e comunicazione,
9% commercio e 7% immobili.
Gli eventi che possono precedere il mobbing
Gli eventi più frequenti che possono precedere la comparsa del mobbing
sono - nel 23.3% dei casi - varie forme di ristrutturazione o cambiamenti ai
vertici, in seguito ai quali i soggetti riportano demansionamenti, proposte di
licenziamento, tensioni con i colleghi dei nuovi gr uppi di lavoro, problemi
relazionali con i nuovi superiori ecc. Oppure - nel 18,1% dei casi - il
cambiamento di un superiore, con conseguenti problemi relazionali o di
organizzazione del lavoro. Ma anche - nel 12.9% dei casi - l’inserimento in
un nuovo posto di lavoro, che appare come momento di criticità, sia per i
rapporti interpersonali sia per problemi legati al lavoro, per esempio al fatto
che non viene assegnata la mansione per la quale la persona era stata
assunta. L’avanzamento di richieste di vario genere, per esempio di un
avanzamento di carriera, è riportato - nel 9,2% dei soggetti - come evento
antecedente la situazione problematica mentre nel 7,2% dei casi è
addirittura l’insorgenza di invalidità, nel 4.8% i trasferimenti all’interno
dell’azienda, anche per avanzamenti di carriera, nel 3.6% i cambiamenti
nella vita privata, principalmente rappresentati da donne al rientro dalla
maternità.
Comunicato stampa pubblicato sul sito http://www.amblav.it dell’Associazione Ambiente e Lavoro
Sono alcuni dei risultati emersi da uno studio condotto presso la Clinica del
Lavoro di Milano, su un campione di circa 250 pazienti visitati nel 2003.
Scopo della ricerca è stato quello di identificare i momenti critici di
cambiamento in cui il fenomeno mobbing può avere origine o essere
facilitato. Situazioni che - è bene precisare - non rappresentano la causa del
mobbing, fenomeno complesso e multi-causale, difficilmente spiegabile da
un singolo fattore. L’identificazione e la gestione di tali cambiamenti
potrebbe rappresentare un intervento fondamentale nella prevenzione del
fenomeno mobbing.
Day Hospital alla Clinica del Lavoro: richieste di aiuto in grande crescita.
Il Centro per il Disadattamento Lavorativo della Clinica del Lavoro (CDL)
di Milano ha attivato nel 1996 un servizio di day hospital dedicato alla
diagnosi, cura e prevenzione delle patologie occupazionali stress-correlate.
Presso il Centro, dotato di uno staff multidisciplinare che si avvale di
metodologie specifiche, sono stati esaminati circa 5000 pazienti. Dalla sua
nascita, il numero dei ricoverati è stato in costante crescita, da 194 persone
nel 1997 a 674 nel 2005.
I disturbi collegati al fenomeno
Ecco di seguito i problemi di salute riscontrati maggiormente dai lavoratori
• 88 su 100: turbe del sonno
• 85 su 100: ansia
• 80 su 100: umore depresso
• 36 su 100: cefalea
• 58 su 100: astenia (spossatezza)
• 54 su 100: mal di stomaco
Strutture per la cura: oltre a Milano, ci sono a Pisa, Roma, Napoli e
Taranto
Per anni la Clinica del Lavoro di Milano è rimasta praticamente l’unica
struttura di riferimento nazionale per la diagnosi e la cura di questa
tipologia di disturbi stress-correlati; ciò ha comportato un sovraccarico di
lavoro e la conseguente necessità di diffondere non solo le conoscenze, ma
anche di promuovere l’attivazione di altri centri pubblici in diverse regioni;
in questo contesto si sono sviluppati due centri pubblici a Napoli, due a
Roma e uno a Pisa. A Taranto già esisteva presso l’ASL locale una struttura
diagnostica per il mobbing attivata in occasione della vertenza delle
Acciaierie Ilva.
Panorama europeo: il 10% dei lavoratori subisce violenze esterne, oltre il
3% mobbing dai colleghi
A livello europeo il mobbing sta diventando una questione sempre più
importante. Secondo la Fondazione europea per il miglioramento delle
condizioni di vita e di lavoro di Dublino, il 9% dei lavoratori è stato
oggetto di intimidazioni nell’arco di 12 mesi. Inoltre:
- l’1.9% delle donne e 1.2% degli uomini sono stati vittime di violenza
fisica al lavoro perpetrata da colleghi
- il 4.5% delle donne e il 3.5% degli uomini sono stati vittime di violenza
“esterna”. Questa aumenta in quei settori lavorativi in cui si opera a stretto
contatto con le persone: 13% nei settori sociali, l’8% nelle amministrazioni
pubbliche, il 7% nel settore dei trasporti pubblici e nell’educazione.
Comunicato stampa pubblicato sul sito http://www.amblav.it dell’Associazione Ambiente e Lavoro
Secondo l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, mobbing
e molestie sono potenziali fattori di rischio per la salute spesso correlati a
malattie legate allo stress.
I problemi da affrontare
La resistenza da parte aziendale a riconoscere la realtà del fenomeno e
l’incapacità di valutarne i costi economici, l’ostilità da parte assicurativa
ad accogliere ricorsi per il riconoscimento di malattia professionale, la
cautela in sede giudiziaria ·e l’impostazione eccessivamente medicalizzata
del problema in Italia. La mancanza di forme di prevenzione, oltre a quella
di informazione e formazione delle figure professionali che ne gestiscono i
diversi aspetti, da quello legale, a quelli di salute, ecc.
Modalità di esercizio del mobbing
Il mobbing si verifica attraverso attacchi alla persona: si tende ad escludere,
isolare, emarginare un individuo, oppure umiliare, offendere, ridicolizzare:
questo avviene spesso di fronte a colleghi o superiori. Si possono verificare
inoltre comportamenti di istigazione contro la persona da parte di altri,
minacce di violenza, di licenziamento o punizioni di altro tipo,
intromissioni nella vita privata, manomissioni del posto di lavoro o
controllo del telefono e della posta personale. L’assegnazione di compiti
pericolosi o inadatti al lavoratore può aggravarne sensibilmente lo stato di
salute.
Il mobbing viene esercitato attraverso critiche continue o comportamenti
atti a svalutare le proposte o le iniziative del lavoratore; spesso viene
affiancato da un collaboratore che progressivamente riduce i suo i compiti e
le sue responsabilità; la sua attività viene intenzionalmente valutata in
modo negativo, oppure gli vengono assegnati compiti senza senso o non
previsti, senza istruzioni e strumenti, o con scadenze impossibili da
rispettare. Spesso il lavoratore viene costretto ad una forzata inattività, con
successivo declassamento professionale, esclusione dalle riunioni di lavoro,
dai progetti dell’azienda, da corsi di formazione e aggiornamento. Anche le
comunicazioni giungono indirette oppure vengono omesse.
Talvolta si verificano contestazioni disciplinari ingiustificate, trasferimenti
non dovuti a esigenze aziendali in sedi lontane e disagiate, rifiuto di
permessi, ferie, trasferimenti richiesti o assegnazione intenzionale a turni di
lavoro in contrasto con le esigenze personali del lavoratore.
Naturalmente tutti gli aspetti devono essere vagliati con molto senso
critico, in quanto alcuni comportamenti percepiti dal lavoratore come
vessatori, possono invece rappresentare il legittimo esercizio dell’azione
direttiva di coordinamento e disciplinare da parte del datore di lavoro e non
un’intenzionale volontà di mettere in difficoltà il lavoratore stesso. È inoltre
fondamentale distinguere le situazioni di mobbing che nascono da un
esercizio abusivo di potere, da quelle che invece riflettono una normale
conflittualità tra colleghi e cioè una sana competizione organizzativa.
Ufficio stampa
Sergio Pravettoni [email protected] tel. 02.4997.7875
Laura Manfredi [email protected] tel. 02.4997.7582
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