GLI ARTISTI
ANTICHE FERROVIE CALABRO LUCANE
Il gruppo Antiche Ferrovie Calabro-Lucane è nato nel 2009 su un progetto di Ettore Castagna, musicista e ricercatore
nonché protagonista di precedenti importanti esperienze in ambito etnoacustico. Fondatore del gruppo Re Niliu,
Castagna ne è stato una delle figure di riferimento per tutto il percorso di questa storica band (1979/2002). In anni più
recenti Ettore Castagna ha proposto il gruppo Nistanimera (2002/2008), un originale percorso sulla musica più “usu
anticu” dei greci di Calabria e di Puglia.
In Antiche Ferrovie Calabro-Lucane i nuovi compagni di viaggio sono strumentisti e ricercatori di talento del mondo
etnomusicale meridionale: Domenico Micu Corapi dalla voce ancestrale e postmoderna, Giuseppe Ranieri
continuatore di una vera e propria dinastia di leggendari suonatori a chiave delle Serre catanzaresi e Gianpiero Nitti,
(autentico milanese di Matera) attento ripropositore del suono calabrese e lucano all’organetto.
Gli strumenti sono necessariamente quelli del mondo contadino e pastorale di quest’area: zampogna a chiave,
ciaramella, lira, chitarra battente, rullante e grancassa. Il sound è antico, evocativo e contemporaneamente divertente e
coinvolgente.
Àlaca (AlfaMusic, 2011), è l’ultimo progetto musicale di Antiche Ferrovie Calabro-Lucane. L’album racconta un viaggio,
i trenini a scartamento ridotto delle ferrovie regionali Calabro-Lucane. Linee marginali, percorrenze lente fra boschi,
fiumare, timpe. Periferie rese disabitate dall’emigrazione ma pure angoli di resistenza di una diversità culturale. Fra le
pieghe della memoria contadina c’è un repertorio affascinante e poco conosciuto che è quello delle montagne al centro
della Calabria: dallo Zomero, alle Serre, alla Sila.
“Quello è il nostro viaggio. Noi siamo tre calabresi e un lucano. Ma siamo pure del Nord... Milano, Bergamo,Torino, Alba.
La vita di tanti meridionali è nell’emigrazione e questo riguarda anche i musicisti. La memoria e la nostra storia ci
appassionano, la nostalgia meno. La diversità culturale è un’occasione di musica e di allegria, qualsiasi sia l’orizzonte
che ci ospita e la casa che ci accoglie. Suoniamo “usu anticu” ma siamo uomini di oggi.”
Il disco vede la partecipazione, come ospite, dello storico cantante del Re Niliu, Salvatore Megna.
BANDAJORONA
Il viaggio della BandaJorona è iniziato nel 2001 con un’attenta ricerca sulle storie d’amore, carcere e coltello,
caratterizzate dalla vena sanguigna e romantica della città di Roma, ma anche richiamando alla memoria la
testimonianza sulla musica laziale di Graziella Di Prospero, artista e ricercatrice, oltre che, ovviamente, con i costanti
riferimenti alla forza espressiva di Gabriella Ferri. Poi l’esperienza della partecipazione alle feste della Lega di Cultura di
Piadena e alle iniziative dell’Istituto “Ernesto De Martino” a Sesto Fiorentino, ai concerti con i grandi esponenti dei “Dischi
del Sole”, fra cui Ivan Della Mea e Giovanna Marini, le presenze musicali in documentari e video, l’organizzazione e
realizzazione dell’evento a cadenza annuale “Un certo modo di essere Roma. Omaggio a Gabriella Ferri”, realizzato
ininterrottamente dal 2005 al 2011, e le partecipazioni a innumerevoli festival, spettacoli teatrali ed eventi musicali.
Nel 2004 il gruppo ha realizzato un cd dal titolo “Romana”, per l’etichetta indipendente Godagoda Records.
Nel campo dell’incontro tra musica, poesia e letteratura, la BandaJorona è stata protagonista di una lunga serie di
collaborazioni con poeti, scrittori, attori, registi e improvvisatori in ottava rima, realizzando testi editi, spettacoli dal vivo,
partecipazioni a festival, reading musicali e letterari. Tra questi gli improvvisatori Donato De Acutis, Giampiero
Giamogante; gli scrittori Lorenzo Pavolini, Carola Susani, Sara Ventroni, Elena Stancanelli, Lanfranco Caminiti; gli attori
Alessandro Rubinetti, Luigi Toto; i poeti Piermattia Tommasino, Maria Concetta Mercatali, Remo Remotti; i registi Elio
Castellana, Francesco Lodari, Christian Carmosino.
Le esibizioni e le iniziative da loro progettate e curate sono strettamente connesse con la cultura di Roma, la ricerca sulle
nuove commistioni culturali e la permanenza della tradizione. Chi nasce a Roma resta inevitabilmente permeato dallo
spirito della sua città. Uno spirito che nel tempo si è espresso con mille modalità e con scenografie differenti: dalle mura
dipinte delle osterie alle celle delle carceri cittadine, dai luoghi del turismo più becero ai palazzi di borgata, dai teatri
risorti ai tinelli piccolo-borghesi. Epoche diverse, contesti e contenuti differenti, un popolo in continua trasformazione, che
sa inglobare il diverso e conservare sé stesso. Questo è il magma da cui BandaJorona fa emergere canti, melodie,
“fattacci” narrati come gesta epiche, prese in giro del potere, canzoni romantiche e piene di nostalgia per qualcosa che,
irrimediabilmente, va fuggendo. Questi gli ingredienti per loro irrinunciabili: una ricerca musicologica accurata, la scelta di
arrangiamenti raffinati e al tempo stesso di grande impatto emotivo, la voglia di far viaggiare queste canzoni nelle piazze
e nelle strade oltre che nei festival. Momenti di cultura attiva e vitale, affinché la musica popolare non sia solo ricordo,
ma un atto rinnovato di espressione politica e sociale.
La BandaJorona è composta da Bianca Giovannini “la Jorona”- voce, Daniele Ercoli - contrabbasso, cori, Ludovica
Valori - fisarmonica, trombone, cori, Désirée Infascelli - mandolino, fisarmonica.
informazioni alla stampa: Lucia Campana cell. 347.8334469 [email protected]
CLAUDIO SANFILIPPO
Nel 1985, dopo le prime esperienze dal vivo, Claudio Sanfilippo è stato invitato da Amilcare Rambaldi a partecipare al
Premio Tenco in veste di “nuova proposta”. Nello stesso periodo ha preso il via la sua attività di autore per altri interpreti.
Dal 1986 a oggi le sue canzoni sono state interpretate, tra gli altri, da Mina, Eugenio Finardi, Pierangelo Bertoli, Cristiano
De Andrè, Carlo Marrale, Cecilia Chailly, Donati, Lu Colombo, Michael Girard, i tenori Salvatore Licitra e Marcelo
Alvarez. Nel suo repertorio si trovano anche canzoni per bambini, alcune di queste sono state pubblicate per la collana di
Geronimo Stilton.
Dopo avere siglato un contratto come autore per Sony Music Publishing, nel 1995 è uscito il suo primo album “Stile
Libero” (Edel), titolo tratto dall’omonima canzone interpretata da Mina nell’album “Loch Ness”. Gli arrangiamenti sono
stati curati da Francesco Saverio Porciello, chitarrista col quale condivide un sodalizio intenso sin dai primi anni Ottanta.
Nel 1996 l’album si è aggiudicato la Targa Tenco quale “Migliore Opera Prima”. Nel 1999 è stata la volta di “Isole nella
Corrente” (Fridge), arrangiato da Rinaldo Donati. All'album hanno partecipato lo stesso Donati, Francesco Saverio
Porciello, Umberto Tenaglia, Marco Brioschi, Kal Dos Santos, Carlo Virzì, Alessandro Gariazzo.
Nel 2003 Sanfilippo ha pubblicato un album di canzoni originali in milanese: “I Paroll che fann volà” (Maxine) è un atto
d'amore verso l’idioma della sua città con l’intento di fare memoria senza didascalie né passatismi. Ancora arrangiato da
Rinaldo Donati, contiene un brano scritto sui versi di Franco Loi e un duetto con Nanni Svampa. Sempre in quel periodo
è uscito il volume "Appunti di Viaggio" (Abaco) che racconta la sua musica attraverso le foto, narrazioni e un cd con
alcuni brani pubblicati negli anni precedenti.
L’ultimo album, “Fotosensibile” (Maxine), è stato dato alle stampe alla fine del 2008 ed è ancora frutto del sodalizio con
Donati. Insieme al disco è stato pubblicato un dvd, prodotto da Maxine e Bedeschi Film, che documenta il viaggio
artistico di Sanfilippo con alcune riprese suggestive e alcuni inediti dal vivo. Al disco hanno partecipato Nate Wood,
Adam Benjamin, Andrea Vagnoni, Ugo Binda, Marco Brioschi, Marco Bianchi, Kal Dos Santos, Sarah De Magistri e un
remix di Max-iT.
Sanfilippo coltiva l’hobby dell’acquerello nonché l’antico vizio della parola scritta. Nel 1995 è uscito il suo primo libro,
“Allo Specchio” (Arcana), che racconta l’amico e collega Eugenio Finardi. Nel 2005 è stata la volta di una plaquette di
poesia in milanese e italiano, “Nel sangh che rùsa’l vent” (Biblioteca di Ciminiera). All'inizio del 2012 ha ultimato le
registrazioni del nuovo album, “Avevamo un appuntamento”, che contiene canzoni inedite e le poesie di Filippo Davòli
lette da Neri Marcorè. L'uscita dell'album è prevista entro la fine del 2012.
ROBERTA ALLOISIO
Cantante e attrice, debutta nel ’77, appena tredicenne, sul palco del Teatro Ariston di Sanremo in occasione del Premio
Tenco, fra i componenti dell’Assemblea Musicale Teatrale, mitico gruppo genovese per anni supporter di Francesco
Guccini. Nel 1981 è diretta da Giorgio Gaber ne “Gli ultimi viaggi di Gulliver” e l’anno successivo partecipa a “Il
Mattatoio”, prima regia italiana di Kryzstof Zanussi.
Per anni affianca in qualità di vocalist diversi artisti italiani, con tour in Italia, Stati Uniti, Canada, Unione Sovietica,
Francia, Scandinavia, Cecoslovacchia, Isole Reunion e conta diverse partecipazioni televisive tra cui Festivalbar,
Azzurro, Saint Vincent, Sanremo International, Domenica In, Raffaella Carrà Show, Bellezze sulla neve.
Nel 1991 entra stabilmente a far parte della Compagnia del Teatro della Tosse ed è presente in oltre trenta produzioni,
anche in veste di aiuto regista. Per il Teatro della Tosse ha cantato composizioni originali di Ivano Fossati, Bruno Coli,
Andrea Ceccon, Oscar Prudente e Gian Piero Alloisio.
Con il Teatro della Tosse ha iniziato la sua ricerca legata alla musica popolare ligure e al dialetto genovese. Alterna da
sempre attività teatrale e musicale, comparendo anche per diversi anni nel cartellone della Stagione Ragazzi del Teatro
dell’Opera di Genova.
Per CNI-Compagnia Nuove Indye ha pubblicato nel 2007 il suo primo cd “Lengua Serpentina”. Nato dalla collaborazione
con l’Orchestra Bailam e promosso dal Comune di Genova, il progetto si distingue per il recupero dell’antica ed aspra
lingua ligure, con brani tratti dalla letteratura genovese dal XIII° secolo ai giorni nostri. Il cd ha ottenuto grandi consensi di
critica, ricevendo da “Alias”, supplemento de “Il Manifesto”, la segnalazione come “uno tra i 10 dischi più belli del 2007”.
Con questo progetto Roberta Alloisio e Orchestra Bailam, hanno tenuto concerti in tutta Italia e all’estero: nella Fortezza
di Sudak (Ucraina), a Parigi, a Istanbul per l”International Pera Palace Festival” e ha presenziato alla rassegna di
Mantova Musica e al Premio Nazionale Città di Loano per la musica tradizionale italiana.
Nel 2008 è andata in scena con Massimo Venturiello in “Io Federico” prodotto da Schegge di Mediterraneo e ha
partecipato a “Storia della Meraviglia”, cofanetto cd edito da Feltrinelli e tratto dallo spettacolo con Gian Piero Alloisio e
Maurizio Maggiani. Nel 2009 ha vinto il Premio “Teresa Viarengo”, riservato ad artiste italiane impegnate
nell’interpretazione di musica tradizionale ed etnica. Nel 2010 per il Teatro della Tosse ha partecipato, con Adolfo
Margiotta, a “Tutte le carte in regola per essere Piero”, spettacolo di teatro-canzone dedicato al grande Piero Ciampi, è
stata in scena al Teatro Stabile di Genova con “Mama Africa”, omaggio a Miriam Makeba, e ha partecipato a “Il
Trombettiere”, evento storico-teatrale con Davide Riondino, Mario Arcari e Gabriele Mirabassi.
Sempre per CNI-Compagnia Nuove Indye ha pubblicato nel 2011 “Janua”, cd dedicato all’immaginario femminile nella
tradizione popolare ligure e genovese. “Janua” è nato dalla collaborazione con Fabio Vernizzi e ha visto la
partecipazione di Mario Arcari, Riccardo Barbera, Birkin Tree, Armando Corsi, Marco Fadda, Roberto Izzo, Max
Manfredi, Adolfo Margiotta, Piero Milesi, Patrizia Merciari, Esmeralda Sciascia.
informazioni alla stampa: Lucia Campana cell. 347.8334469 [email protected]
MASCARIMIRÌ
Tra l’autunno del 1997 e l’inverno del 1998 ha preso corpo il progetto Mascarimirì. Claudio “Cavallo” Giagnotti e
Cosimo Giagnotti (fratelli di origini Rom) hanno infatti deciso di chiudere l’esperienza di “Terra de Menzu”, una delle
prime formazioni che all’inizio degli anni ’90 ha contribuito alla rinascita della musica tradizionale salentina, e di dar vita a
una nuova formazione. Dal 1999 al 2003 il progetto musicale si è consolidato ed è maturato. Claudio “Cavallo” Giagnotti
ha indossato i panni di leader a cui si sono affiancati il mandolinista Vito Giannone e il bassista Beppe Branca, ingressi
che hanno segnato la vera svolta verso la “tradinnovazione”, con l’introduzione nei groove della pizzica pizzica della
linea di basso. “Punk-Dub-Tarantolato Salentino” è la definizione che è stata usata per sottolineare la sperimentazione
del gruppo che ha innestato sul patrimonio tradizionale tecniche fino ad allora estranee alle sonorità della musica
popolare. Con all’attivo sei album in studio e un‘attività concertistica di primo livello, il gruppo di Muro Leccese
rappresenta oggi il punto più innovativo delle formazioni musicali di pizzica pizzica salentina .
I Mascarimirì hanno suonato in Australia, Tunisia, Francia, Spagna, Svizzera, Belgio,Germania e hanno collaborato con
Joe Zawinul, Buena Vista Social Club, Les Negresses Vertes, Massilia Sound System, Dupain, Lo Cor de La Plana,
Manu Theron, Nux Vomica, E’Zezi, Eugenio Bennato, Marcello Colasurdo, Daniele Sepe, Luigi Cinque, Mauro Pagani,
Ludovico Einaudi e i salentini Sud Sound System, Uccio Aloisi, Cesare Dell’Anna .
“Gitanistan”, l’ultimo lavoro del gruppo, ha preso spunto da una ricerca personale (considerando le origini Rom dei fratelli
Giagnotti) ma anche culturale, artistica, volta a scoprire le famiglie Rom salentine. Attraverso interviste audio e video
girati tra fiere e mercati, racconti intimi, si è tracciato quello che poi diventerà “Gitanistan”, un film documentario che
indaga l’aspetto storico, antropologico e musicale delle famiglie Rom salentine.
Il disco rappresenta anche una riflessione sull’influenza che i Rom hanno avuto sulle musiche da ballo nel Mediterraneo
e che, a loro volta, hanno ricevuto dalle stesse. Pizziche pizziche dal sapore arabo andaluso, bourrée e farandole
occitane si mescolano alle tammurriate campane, echi flamenchi si sposano con le fanfare balcaniche. Un grande bacino
sonoro contraddistinto dal suono ormai rappresentativo ed identificato dei Mascarimirì. I loop elettronici giocano con le
voci tradizionali dei fratelli Giagnotti, i vent’anni di età di Alessio Amato s’incrociano con la datata esperienza musicale di
Vito Giannone: ingredienti che promettono un risultato forte e innovativo. Alcuni testi dei diciassette brani che
compongono il disco sono stati scelti tra i documenti che l’antropologia ci ha regalato, da Alan Lomax a Ernesto De
Martino, da Luigi Chiriatti alle innumerevoli pubblicazioni che vedono come primo attore il Salento.
MARIO INCUDINE
Cantante, attore, ricercatore, musicista e autore di colonne sonore, Mario Incudine è uno dei personaggi più
rappresentativi della nuova world music italiana. Ha collaborato fattivamente con Simone Cristicchi, Ambrogio Sparagna,
Clara Murtas, Fausta Vetere, Lucilla Galeazzi, Fratelli Mancuso, Carlo Muratori, Nino Frassica, Mario Venuti, Tosca,
Antonella Ruggiero e Kaballà. Ha duettato con Artisti come Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Peppe Servillo,
Alessandro Haber e Francesco Di Giacomo (Banco del Mutuo Soccorso). In qualità di cantante e musicista, fa parte
stabilmente dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium del Parco della Musica di Roma diretta da Ambrogio
Sparagna. Ha duettato con Francesco De Gregori nella sala Santa Cecilia dell’Auditorium del Parco della Musica di
Roma in occasione dei festeggiamenti del Primo Maggio. Al Teatro Massimo di Palermo il 12 Aprile 2008 ha
accompagnato con bouzouki e voce Antonella Ruggiero nel concerto “Summertime… ninne nanne dal mondo”, firmando
gli arrangiamenti insieme a Marco Betta, Giovanni D’aquila e Valter Sivilotti. É il direttore dell’Orchestra
EtnoMediterranea, una formazione di 18 musicisti provenienti da tutte le aree del Maghreb, che ha debuttato il primo
luglio 2008 al Teatro di Verdura di Palermo ospitando il virtuoso suonatore asturiano di gaita midi Hevia e la cantante
tunisina Zorha Lajnef. È direttore dell’orchestra SeteLuasOrkestra, produzione speciale del festival “Sete sois sete luas”
presieduto dai premi Nobel Dario Fo e Josè Saramago.
Componente attivo del laboratorio di Etnomusicologia dell’Istituto di Storia della musica dell’Università di Palermo, diretto
dall’etnomusicologo palermitano Girolamo Garofalo, Incudine è anche direttore musicale del gruppo Pirati a Palermo che
ripropone, con nuovi arrangiamenti, il repertorio della cantautrice Rosa Balistreri, definita dalla critica “la voce della
Sicilia”. Impegnato come educatore musicale nelle scuole di ogni livello, è direttore artistico del progetto “Volare liberi”,
sostenuto dalla Regione Sicilia e da Rai Trade per combattere la dispersione scolastica nel quartiere Settefarine di Gela.
Vincitore del X Festival della Canzone Siciliana e Premio della critica al XI Festival della Canzone Siciliana, nell’album
“Anime Migranti” ha trattato il tema della migrazione senza retorica e con grande impegno sociale avvalendosi della
collaborazione di artisti come Salvatore Bonafede, Mario Venuti, Alessandro Haber, Nino Frassica e Faisal Taher. Mario
Incudine ha composto alcuni brani che il regista Gianfranco Pannone ha inserito nella colonna sonora del docufilm
prodotto dall’Istituto Luce “Ma che Storia” dedicato all’Unità d’Italia, uscito in allegato al Corriere della Sera e subito dopo
ha pubblicato per Finisterre “Beddu Garibbardi” un cd sui canti risorgimentali siciliani e sulla figura di Garibaldi. Un
progetto discografico che è stato inserito nelle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia e che Incudine ha presentato
a Roma durante la Notte Tricolore alla presenza del Presidente della Repubblica. Ha scritto la colonna sonora del
documentario “Le donne e il vino” della regista Giulia Cardia e ha collaborato al docufilm sulla vita di Rosa Balistreri del
regista Nello Correale. Nel 2012 ha pubblicato "Italia talìa". Dopo aver affrontato il tema dell’immigrazione con “Anime
migranti” e quello dell’Unità d’Italia con “Beddu Garibbardi”, Incudine è tornato con un nuovo progetto con la produzione
artistica di Mario Saroglia e Kaballà, la produzione esecutiva di Arturo Morano e la distribuzione di Universal.
informazioni alla stampa: Lucia Campana cell. 347.8334469 [email protected]
SILVIO PERON & JOUVARMONI
Silvio Peron ha iniziato a interessarsi di musica tradizionale nel 1979 frequentando le feste nelle Valli Occitane del
Piemonte e cominciando a suonare le prime courente con la fisarmonica a piano per poi passare alla fisarmonica
diatonica (organetto). Ha suonato in gruppi di riproposta di musica occitana quali La Sourcino, Lou Dalfin,
Compagnons Roulants e attualmente fa parte di Senhal, Mount-Joia, Jouvarmoni, Duo Peron Ferrero. Ha
partecipato a Le Vijà, gruppo patrocinato dalla Regione Piemonte con l'intento di radunare alcuni tra i più conosciuti
musicisti nell'ambito folk piemontese. È un componente de La Grande Orchestra delle Alpi formata da una sessantina
di musicisti provenienti da tutto l'arco alpino. Intensa è anche l'attività discografica con diversi gruppi e la partecipazione
in compilations e pubblicazioni dedicate alla musica folk. Nel 2007 ha pubblicato un doppio cd comprendente una
settantina fra courente e balèt, frutto di un approfondito studio sul repertorio dei suonatori di fisarmonica semitonata della
Val Vermenagna. Da una ventina d’anni insegna fisarmonica diatonica utilizzando un metodo personale collaudato ed
affinato nel tempo basato sulla trasmissione orale.
Il gruppo Jouvarmoni è invece formato da una quindicina di giovani dai 7 ai 18 anni, allievi di Silvio Peron, che si stanno
cimentando nello studio dell’organetto e che al tempo stesso hanno l’occasione di riscoprire in parte le proprie radici
musicali, tramite il repertorio della musica occitana e tradizionale in generale. Alcuni di loro sono alle prime armi, mentre
altri possiedono già una certa padronanza dello strumento, oltre ad una capacità espressiva ed interpretativa di buon
livello. Lo scopo del gruppo è quello di offrire la possibilità di fare un’esperienza musicale insieme a coetanei, di
confrontarsi con il pubblico e, se c’è l’occasione, con gente che balla. Un’altra finalità è quella di far riscoprire anche al
pubblico uno strumento e un repertorio che rinascono tramite i giovani, accompagnato anche da un bel impatto visivo.
STEFANO VALLA & DANIELE SCURATI
Profondamente legati al territorio delle Quattro Province e in particolare a Cegni, paese di Giacomo ed Ernesto Sala
(pifferai tra i più importanti del secolo scorso), Stefano Valla e Daniele Scurati sono i continuatori diretti del repertorio
musicale tradizionale legato al piffero (oboe popolare) e alla fisarmonica. La loro attività è volta a mantenere viva la
musica e la cultura di tradizione orale di questa area montana e a stimolarne la diffusione attraverso feste, concerti,
stage e conferenze.
Il duo porta avanti parallelamente una duplice attività suonando nelle feste dei paesi dell’Appenino, dove il ballo è tuttora
uno dei fondamentali momenti di aggregazione e nell’ambito di rassegne e iniziative musicali con concerti in Italia e
all’estero.
Nello stesso momento, grazie alla loro attenzione a stimoli culturali contemporanei e attraverso esperienze in altri ambiti
musicali, interpretano la loro musica esprimendo la sua vitalità e la loro appartenenza al proprio tempo.
Nell’area di diffusione del piffero esiste tuttora, strettamente legato al repertorio musicale, un repertorio di danze
tradizionali precedenti l’affermazione delle danze di coppia; ne fanno parte: giga, alessandrina, monferrina, piana e
povera donna, quest’ultima con particolari connotazioni rituali e simboliche.
AMBROGIO SPARAGNA
Figlio di musicisti tradizionali di Maranola (Latina), ha studiato Etnomusicologia all'Università di Roma con Diego
Carpitella con cui ha realizzato numerose campagne di rilevamento sulle tradizioni musicali dell'Italia centrale e
meridionale. Nel 1976 ha dato vita alla prima scuola di musica popolare in Italia, presso il Circolo "Gianni Bosio" di Roma
dove nel 1984 ha fondato la "Bosio Big Band", una originale orchestra di organetti.
Dal 2004 al 2006 è stato Maestro concertatore del Festival La Notte della Taranta dirigendo una grande orchestra di
sessanta elementi composta da strumenti popolari e realizzando molti concerti, dalla Puglia alla Cina. Nel 2007 è stato
fondatore ed è tuttora direttore dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, un grande
gruppo strumentale stabile che raccoglie giovani interpreti provenienti da tutte le regioni della penisola, allo scopo di
promuovere e valorizzare il repertorio della musica popolare italiana.
Con questo organico ha dato vita a numerosi progetti di spettacolo sia nell’ambito della stagione della Fondazione
Musica per Roma, che in Italia e all’estero. Nel 2009 è stato ospite speciale del WOMEX. World Music Expo di
Copenhagen.
Sparagna ha al suo attivo un'intensa attività concertistica internazionale in Europea e nel mondo, un'ampia esperienza di
didatta realizzata anche in ambito universitario ed ha avuto modo di collaborare con numerosi artisti della scena
musicale italiana tra i quali Lucio Dalla, Angelo Branduardi, Peppe Servillo, Teresa De Sio, Nino D’Angelo, Simone
Cristicchi, Ron, Giovanni Lindo Ferretti e molti altri.
E’ attualmente impegnato nel progetto “Vola, vola, vola” che vede l’importante collaborazione con Francesco De Gregori.
informazioni alla stampa: Lucia Campana cell. 347.8334469 [email protected]
ORCHESTRA POPOLARE ITALIANA
L’Orchestra, diretta da Ambrogio Sparagna e caratterizzata dall’importante presenza di strumenti musicali tipici della
tradizione popolare italiana, è impegnata nella produzione di programmi originali dedicati sia ai repertori popolari
regionali, sia alle forme e ai generi del folklore nazionale. Importante è la collaborazione con la Fondazione Musica per
Roma che commissiona all’Orchestra progetti originali e con cui stabilisce calendari e modalità di rappresentazioni, sia
nell’ambito delle proprie strutture, sia promuovendole in Italia e all’estero. Il carattere di esclusività favorisce la
residenzialità dell'Orchestra configurandola come un'iniziativa specifica della Fondazione Musica per Roma.
L'organico, composto prevalentemente da giovani musicisti, prevede una trentina di elementi tra cantanti e strumentisti,
scelti nel panorama della musica popolare italiana. L’organico è articolato nelle seguenti sezioni: corde (chitarra, chitarra
battente, arpa popolare, ghironda); plettri (mandola, mandolino, mandoloncello); fiati (zampogna, ciaramella, flauti
pastorali, clarinetti, sax, tromba; organetti); archi (lira, violino, violoncello, contrabbasso); percussioni (tamburelli, batteria,
percussioni tradizionali).
Molti gli spettacoli in Festival, ma anche interventi musicali e teatrali per animare piazze e interi paesi, che hanno sempre
catturato l'attenzione e l’entusiasta partecipazione del pubblico.
Il gruppo, che per questa vanta ragione una ampia e qualificata esperienza, in Italia e all'estero, ha avuto grande
successo nella recente edizione del WOMEX (Copenhagen), la più importante fiera internazionale di world music
FRANCESCO DE GREGORI
Francesco De Gregori nasce a Roma il 4 aprile del 1951. Trascorre parte della sua infanzia a Pescara per poi fare
rientro stabilmente nella Capitale alla fine degli anni Cinquanta. A Roma frequenta il liceo classico Virgilio, dove vive in
prima persona gli eventi e i fermenti politici del movimento studentesco del '68. Fortemente ispirato dalla musica e dai
testi di Fabrizio De Andrè ma anche successivamente dalle canzoni di Bob Dylan, De Gregori inizia ad esibirsi, appena
sedicenne, al Folkstudio, presentato dal fratello maggiore Luigi, anche lui musicista.
Il Folkstudio è frequentato da altri giovani cantautori come Antonello Venditti, Mimmo Locasciulli, Stefano Rosso, Giorgio
Lo Cascio, Paolo Pietrangeli; da jazzisti come Mario Schiano e Marcello Melis.
Il 1972 è l'anno dell'esordio discografico. “Theorius Campus” vede De Gregori condividere con l'amico Venditti, anche
lui al suo primo disco, questo lavoro ancora acerbo dove la canzone più interessante (almeno per quanto riguarda De
Gregori) è “Signora Aquilone” . Nonostante il deludente riscontro commerciale di “Theorius Campus” l'anno successivo,
grazie alla coraggiosa produzione di Edoardo De Angelis, Francesco De Gregori realizza, per la It di Vincenzo Micocci, il
33 giri “Alice non lo sa”. La title-track “Alice” partecipa alla manifestazione “Un disco per l’Estate”, classificandosi ultima.
Il disco ottiene comunque un discreto successo e conferma De Gregori come uno dei cantanti emergenti più amati dal
pubblico giovanile d’avanguardia. Nel 1974 esce l'intimo “Francesco De Gregori”, in cui trovano spazio canzoni assai
personali, visionarie ed ermetiche. Fra i titoli spiccano “Niente da capire”, “Bene”, “Cercando un altro Egitto”. Allo stesso
anno risale la collaborazione con Fabrizio De Andrè. La firma di De Gregori appare in cinque canzoni, fra cui “La cattiva
strada” e “Canzone per l’estate”, che faranno parte di “Volume VIII”, il nuovo album del cantautore genovese.
Il 1975 è l’anno di “Rimmel”, album che contiene canzoni destinate a diventare classici della musica italiana. “Rimmel”,
“Pablo” (scritta insieme a Lucio Dalla), “Buonanotte fiorellino”, “Pezzi di vetro” potranno vantare in futuro centinaia di
esecuzioni dal vivo da parte del loro autore.
“Bufalo Bill”, del 1976, viene definito dallo stesso De Gregori "il disco più riuscito". Tra i brani di spicco, titoli di
eccezionale bellezza come “Atlantide”, “Santa Lucia”, “L’uccisione di Babbo Natale” e la stessa “Bufalo Bill”.
Dopo un intervallo di due anni viene pubblicato, nel 1978, un nuovo album. “De Gregori” contiene altre canzoni
memorabili come “Natale”, “Raggio di sole”, “Due zingari” e “Generale”, quest'ultima destinata a diventare famosissima.
Nel 1979 Francesco De Gregori torna ad esibirsi in pubblico. Insieme a Lucio Dalla e a un giovanissimo Ron porta negli
stadi italiani un tour importante e di grandissimo successo, “Banana Republic”, che riapre l’epoca dei grandi concerti di
massa dopo il periodo buio delle violenze e delle contestazioni. Dalla fortunata tournèe vengono tratti un disco (oltre
500.000 copie vendute) e un film.
A breve distanza di tempo viene registrato in studio l'album “Viva l'Italia”, per il quale, con l'intenzione di fondere tra loro
melodia italiana e sonorità internazionali, De Gregori si avvale della produzione di Andrew Loog Oldham (ex produttore
dei Rolling Stones) e dell'apporto di ottimi musicisti statunitensi.
Il 1982 è l'anno di “Titanic”. “La leva calcistica della classe '68”, “Caterina”, “I muscoli del capitano” e “L'abbigliamento
del fuochista” vanno così ad aggiungersi a un repertorio ormai consolidato. Nel 1983 Francesco De Gregori pubblica la
sua canzone forse più famosa, “La donna cannone”, ispirata da un articolo di cronaca che racconta la crisi di un circo
ormai orfano del suo numero di maggior successo fuggito per inseguire un suo grande amore. Nello stesso mini-album o
Q -Disc (5 canzoni) vi sono “Flirt”, composta per un film con Monica Vitti, e “La ragazza e la miniera”.
Frutto della produzione di Ivano Fossati è “Scacchi e Tarocchi” del 1985, album con il quale De Gregori conclude il
rapporto con la Rca. Al suo interno, tra le altre, “La storia”, la malinconica “Ciao ciao” e “A Pa'”, dedicata idealmente alla
figura di Pier Paolo Pasolini.
Francesco De Gregori continua ad esibirsi fino al 1987 con l'album “Terra di nessuno”. Il disco successivo è “Miramare
19.4.89” in cui l'ancora attualissima “Bambini venite parvulos” e altre canzoni come “Dottor Dobermann” e “Cose”,
presentano un De Gregori in continua evoluzione. Dopo i 3 album live “Catcher in the sky”, “Musica leggera” e “Niente
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da capire” (usciti nel 1990 contemporaneamente), nel 1992 l'autore romano si ripresenta ancora più maturo
musicalmente con l'album “Canzoni d'amore”, prodotto da Vincenzo Mancuso e capace di alternare grande poesia
(“Tutto più chiaro che qui”, “Povero me”) a episodi musicalmente più muscolari come “Adelante! Adelante!” e “Viaggi &
miraggi”.
Dopo i due dischi dal vivo, “Il bandito e il campione” e “Bootleg”, giungono quattro lunghi anni di silenzio, durante i
quali De Gregori si improvvisa editorialista su l’Unità diretta da Walter Veltroni. Il ritorno sul mercato è del 1996, quando
nell'album “Prendere e lasciare”, prodotto da Corrado Rustici, il pubblico di De Gregori scopre nuove sonorità e
arrangiamenti più moderni e spiazzanti (“L'agnello di Dio”), a tratti lontani da quelle soluzioni acustiche di cui l'artista si
era servito agli inizi della sua carriera. Ma nuova e spumeggiante è anche la ricerca sulla parola, presente in canzoni
come “Un guanto” o “Rosa rosae” e “Compagni di viaggio”. Dal tour immediatamente successivo viene tratto un doppio
cd impreziosito dall'inedita “La valigia dell'attore”, scritta per Alessandro Haber.
“Amore nel pomeriggio”, pubblicato nel gennaio 2001, inaugura per Francesco De Gregori il terzo millennio ed il quarto
decennio di attività discografica. L'album contiene 11 nuovi brani ed è prodotto da Guido Guglielminetti, da anni fedele
collaboratore di De Gregori. In due brani ci sono collaborazioni eccellenti: in “Il cuoco di Salò” Franco Battiato, come
arrangiatore e produttore; in “Natale di seconda mano” Nicola Piovani.
A partire da marzo, dopo tre anni di assenza dai palcoscenici, De Gregori, sotto la direzione artistica di Guido
Guglielminetti, affronta un nuovo tour, accompagnato da Paolo Giovenchi alle chitarre, Greg Cohen, già con Tom Waits,
al basso e contrabbasso acustico, Alessandro Svampa alla batteria, Alessandro Arianti al piano e tastiere, Marco Rosini
al mandolino e alla chitarra acustica, e, dopo 25 anni dalla sua ultima apparizione, Toto Torquati all’organo Hammond e
tastiere. Il tour tocca con successo i maggiori teatri italiani e, dopo una breve pausa, prosegue fino a settembre dando
vita al live album “Fuoco amico – live 2001”, pubblicato nel gennaio 2002. Nell'estate dello stesso anno De Gregori
intraprende un tour eccezionale insieme a Pino Daniele, Fiorella Mannoia e Ron. Il tour nasce dall’esigenza di verificare
lo “stato dell’arte”, di questa arte “popolare” che è la musica italiana di qualità, attraverso un nuovo modo di proporla al
pubblico, creando così un’eccezionale possibilità di spettacolo.
Nello stesso periodo esce nei negozi “Il Fischio del vapore”, l'album di Francesco De Gregori e Giovanna Marini
contenente alcune fra le più grandi canzoni popolari italiane riarrangiate per l’occasione ed interpretate a due voci. Fra i
titoli, oltre a “Bella Ciao” nella versione originale delle mondine, anche “Sacco e Vanzetti”, “I treni per Reggio Calabria”,
“L’abbigliamento di un fuochista” e “Il tragico naufragio della Nave Sirio”. L’album ottiene un grandissimo successo
superando le 150.000 copie vendute. Nel novembre dell’anno successivo escono in contemporanea “Mix” e “Mix Film”,
un doppio cd e un dvd che, senza ubbidire a cronologie o a qualsiasi altro criterio di compilazione, offrono in 31 brani per
due ore e mezzo di musica e quasi altrettante di immagini, il ritratto forse più completo e veritiero di un artista nel pieno
della sua maturità, libero di esprimersi tra il suo corposo passato .
25 marzo 2005: esce “Pezzi”, il nuovo, atteso, album a quattro anni di distanza da “Amore nel pomeriggio” e trenta da
“Rimmel”. Un titolo volutamente privo di chiavi di lettura con soltanto (forse) uno scarno riferimento ad un mondo
sgangherato e feroce che nessuna politica sembra più poter salvare come nella spietata “Vai in Africa Celestino!” , il
primo dei dieci titoli che compongono l’album. “Una canzone”, dichiara De Gregori “sull’antinferno e sul libero arbitrio” .
“Pezzi” sorprende per l’immediatezza dei suoni e degli arrangiamenti che appaiono più che mai figli della dimensione
live, la prediletta dall’artista: “È la prima volta”, dice Francesco, “che un mio disco suona esattamente come suonerà dal
vivo con la mia band”.
A meno di un anno dal precedente "Pezzi", esce nel febbraio 2006 "Calypsos". Registrato a Roma durante il mese di
dicembre, con i musicisti che lo accompagnano solitamente dal vivo, l’album contiene 9 canzoni inedite, è orientato su
sonorità più raccolte ed acustiche e sembra derivare il titolo da Calypso, la ninfa che per amore tenne Ulisse prigioniero
su un’isola per sette anni.
Il 23 novembre 2007 esce nei negozi e in rete “Left & Right”, un nuovo cd live registrato in estate. Al cd è accluso come
bonus un dvd, “Takes & Outtakes”, contenente scene di back-stage, versioni inedite e una lunga intervista.
Il 21 aprile 2008 viene inaugurato il primo spazio ufficiale del cantautore sul web: www.francescodegregori.net.
A 6 mesi di distanza dalla pubblicazione dell’ultimo live, è uscito il 23 maggio 2008 un nuovo album: “Per brevità
chiamato artista”. Il disco, che contiene 9 brani inediti registrati nel gennaio dello stesso anno.
22 gennaio 2010 Francesco De Gregori è sul palco del Vox Club di Nonantola insieme a Lucio Dalla, per il primo di una
serie di concerti parte del Duemiladieci Dalla De Gregori Work in progress tour che durante tutta l’estate 2010, fino a
settembre, ha fatto tappa in 31 città italiane, a Zurigo (Svizzera) e a Lorrach (Germania), registrando un grandissimo
successo di pubblico e sold out, dal 30 novembre 2010 al 1 maggio 2011.
Il 16 novembre 2011 è stato pubblicato “Work in progress”, doppio cd live + dvd “back to back” con i contributi video
girati durante il tour.
informazioni alla stampa: Lucia Campana cell. 347.8334469 [email protected]
NANNI SVAMPA
Nanni Svampa, milanese, classe 1938, debutta al Piccolo Teatro di Milano con una satira musicale
(“Prendeteli con le pinze e martellateli”) allestita con gli studenti della Bocconi.
Nel ‘62 si laurea in economia e commercio.
Nel ‘64, dopo aver interpretato il cantastorie ne “Il Tarfante” di Ambrosino, incide il primo LP di “Nanni
Svampa canta Brassens”. In dialetto milanese Svampa scrive anche diverse canzoni originali e comincia a
cantarle, insieme con quelle che andava scrivendo in italiano, in un piccolo locale notturno di Milano. Qui
avviene l’incontro con Lino Patruno, Roberto Brivio e Gianni Magni, con i quali Svampa costituisce il più
noto quartetto del cabaret italiano degli anni ‘60: i Gufi.
Dopo le prime esperienze nei cabaret, i Gufi portano con successo i loro recital nei maggiori teatri italiani e
nel ‘67 mettono in scena la commedia musicale “Non so, non ho visto, se c’ero dormivo” (scritta da Gigi
Lunari con la collaborazione dello stesso Svampa e di Brivio per i testi e di Patruno per le musiche).
Prima di riprendere il lavoro con i Gufi, nel settembre del ‘68 Svampa, insieme a Patruno, presenta il suo
recital “Nanni Svampa canta Brassens” al Piccolo Teatro di Milano. Alle canzoni del primo LP se ne erano
aggiunte altre raccolte in un secondo disco.
Nel ‘69, dopo la seconda commedia musicale di Lunari (“Non spingete, scappiamo anche noi”), quando i
Gufi si sciolsero, Svampa e Patruno rimasero insieme e, con Franca Mazzola, presentarono nello stesso
anno “La mia morosa cara”, riassunto sceneggiato di un’antologia della canzone milanese e lombarda
che Svampa incise per la Durium in quattro volumi (seguita qualche hanno dopo da altri quattro). Per questa
antologia Svampa ottenne il Premio della critica discografica nel ‘71.
Poi, oltre a molti recital in teatri, il trio presentò alla televisione in tre puntate, fra il ‘70 e il ’73, “La mia
morosa cara”. Poi “Addio Tabarin” e “Un giorno dopo l’altro”: due serie di quattro puntate ciascuna in
cui i tre si trasformavano in continuazione per presentare i divi del vecchio e del più recente mondo della
canzone, senza tralasciare gustose e polemiche annotazioni di costume. Intanto Svampa continuava il suo
lavoro di traduttore e completava la serie di LP dedicati a Brassens con un terzo disco.
Nei primi anni ’70, in trio con Lino Patruno e Franca Mazzola, inaugura la stagione dei Teatri Tenda nei
quartieri, voluta da Paolo Grassi.
Nel ‘73 è protagonista dello sceneggiato TV “Il calzolaio di Vigevano” con Maria Monti, per la regia di
Edmo Fenoglio. Per la stagione teatrale ’74/’75 Svampa con Michele Straniero, scrive “Pellegrin che vai a
Roma”, una commedia musicale satirica che raccolse consensi e polemiche in tutt’Italia. Infatti il Pellegrino cent’anni di rapporti tra Stato e Chiesa in Italia, compresi gli ultimi clamorosi scandali tipo Sindona - non
poteva non suscitare attacchi e consensi, approvazioni e malumori.
Nanni Svampa e Lino Patruno hanno vissuto insieme questo Pellegrino, poi hanno deciso di seguire ognuno
la propria strada ma prima di separarsi hanno interpretato ancora assieme lo sceneggiato TV “Una bella
domenica di... a Gavirago al Lambro” di Gigi Lunari e Vito Molinari.
Dal ‘75 quindi Svampa affronta il pubblico da solista, con gli arrangiamenti per trio di Ettore Cenci,
presentando uno spettacolo tutto dedicato al vecchio e nuovo Brassens in milanese.
Alla fine del ‘76 mette in scena un recital sulla storia della canzone milanese e lombarda (“Nanni Milano
Svampa Cantata”) che riprende, all’inizio del ‘77 con altrettanto successo, in un teatro Tenda da lui stesso
allestito. Nella primavera di quell’anno completa le incisioni dell’antologia milanese, con altri 4 LP. Ancora
una stagione teatrale come primo attore della Stabile Milanese ne “I desgrazzi de Giovannin Bongée”, da
Carlo Porta, nell’inverno ’77/’78.
All’inizio dell’80 un nuovo LP tutto di canzoni in italiano: “Riflusso riflesso”, al quale segue lo spettacolo
dallo stesso titolo.
Dopo aver indagato e interpretato per anni il patrimonio della tradizione lombarda sotto l’aspetto
canzone, a partire dall’inverno ‘79, Nanni realizza una serie di documentari sui riti del mondo contadino
lombardo destinati alla terza rete RAI. Nell’82 interpreta il ruolo dell’impresario Merelli nel “Verdi” di
Castellani. Partecipa anche a “Storia d’amore e d’amicizia” di Franco Rossi e al telefilm “Erba selvatica” di
Franco Campigotto, questi ultimi presentati con successo al Festival di Venezia dell’82. È poi “il medico”
nel “Woyzeck” di Buchner che RAI2 ha realizzato per la regia di Giorgio Pressburger; fino all’89 poi
partecipa a numerose altre produzioni di cinema TV.
Già a partire dal 1980 e fino agli anni ‘90 Nanni Svampa è direttore artistico di “Ganiwell srl”, società di
consulenza e realizzazione di programmi-spettacolo per Enti locali e Conventions aziendali.
Dal 1983 al 1985 è direttore artistico e protagonista del nuovo Cabaret milanese “Ca’ Bianca”. Nel 198687 è protagonista in Teatro della commedia di Woody Allen “Morte”. Dall’85 all’87 con gli arrangiamenti e la
informazioni alla stampa: Lucia Campana cell. 347.8334469 [email protected]
direzione d’orchestra di Ettore Cenci, Svampa porta in teatro con successo una storia della canzone
milanese accompagnato dal classico trio (chitarra-basso-fisa) arricchito da un quartetto d’archi: “Concerto
per Milano e Archi”.
Nel 1991 Svampa realizza una grande manifestazione-concerto internazionale, in occasione del decennale
della scomparsa di Brassens: “Milano Europa per Brassens”. Tre giornate di convegno linguistico con i più
importanti docenti d’Europa, e tre serate al Teatro Lirico con la partecipazione dei più noti interpreti-traduttori
nelle lingue europee, oltre ad una big band di jazz.
A partire dagli anni ‘90, Svampa oltre a portare nei Teatri e nelle piazze i suoi spettacoli musicali (“Cabaret
Concerto” e “Omaggio a Brassens”, quest’ultimo arricchito da nuove traduzioni in italiano), torna all’antico
amore per il cabaret con forme particolari allestite nell’area del Lago Maggiore: “Polenta e cabaret”, “I
venerdì dello zio Nanni”. Anche la formazione, sia nei concerti sia nel cabaret, è tornata al vecchio schema:
Nanni accompagnato da un chitarrista-concertista (Antonio Mastino o Pietro Nobile).
Nel ‘94 è protagonista di “Dentro la sera”, 20 puntate di 75’ in contatto diretto con il pubblico (Radio RAI).
Nel ’96 mette in scena “Su brindiam”, recital a più voci sulla cultura del vino (canti d’osteria, poesie, brindisi
dell’opera e dell'operetta), con Antonio Mastino alla chitarra, Umberto Finazzi al pianoforte, il soprano
Rossella Redoglia, il tenore Giuseppe Bava.
Con il nuovo millennio Nanni Svampa, oltre a portare con rinnovato successo al grande pubblico in Teatri e
Palasport i suoi show musicali è docente di lingua milanese con le sue “lezioni-concerto” sulla canzone
popolare lombarda.
dicembre 2001: riceve dal Sindaco di Milano " l'Ambrogino d'oro" - medaglia d'oro di benemerenza civica
2001-2002 : concerto in memoria di G.Brassens nel ventennale della scomparsa - Teatro Smeraldo di Milano e Teatri
dell'Alta Italia
2002 – 2003 : Milano - Teatro Smeraldo con “Cabaret Concerto”
“
“
Milano - Teatro Ciak : “I lunedì dello zio Nanni”
2003 – 2004 : Milano - Teatro Smeraldo “La mia morosa cara” con Michela Mazza
“
“
Milano - Teatro Ciak: “I lunedì dello zio Georges”
2005 – 2007 : tournée con “Cabaret Concerto” e “Omaggio a Brassens”
2008 – 2012 – vari concerti in Teatri come Piccolo Teatro Studio – Teatro Nazionale ecc.
Vari premi alla Carriera : Regione Lombardia – Provincia di Milano – Pavone Canadese - Sanfelice sul Panaro
Nanni Svampa ha pubblicato:
- “Canzoni e risate”- ed. Lato Side, Roma, 1979
- “La mia morosa cara” - canti popolari milanesi e lombardi - De Carlo Editore, Milano, 2 vol. 1977-78 e Oscar
Mondadori, 1980. Riedizione Lampi di stampa, 2001
“W Brassens” (testi delle traduzioni in milanese, italiano, piemontese) - Gamma libri 1983 – Ried.. Lampi di Stampa 2001
- “Giobbiann” - riti invernali del mondo contadino lombardo, con foto di Amedeo Vergani, Gruppo Editoriale Electa,
Milano, 1982
- “Brassens” - traduzione letterale in italiano di tutti i testi poetici delle canzoni di G.Brassens, in collaborazione con Mario
Mascioli - Franco Muzzio Editore - Padova, 1991
“ Scherzi della memoria” - (autobiografia umoristica) - ed. Ponte alle Grazie, ottobre 2002
- "Bisogna saperle raccontare" (piccolo trattato della barzelletta in 160 esempi pratici), luglio 2005
Produzioni discografiche BMG Ricordi (riedizione del repertorio Durium)
"Milanese" - antologia della canzone lombarda in 6 CD
"Nanni Svampa canta Brassens" in CD
Produzioni discografiche DV More Record
“Concerto per Milano e Archi” - live ‘83 - CD e MC
“W Brassens” - live ‘77 (già pubblicato in 2 LP nell’81 dalla Fonit Cetra) - CD e MC
“Barzellètt, storièll e strofètt” - live 2CD e 2MC
“Canzoni d’osteria”- nuove incisioni in studio - CD e MC
Produzioni discografiche Recording Arts:
- Sett. 2003 – “La mia morosa cara” (nuove incisioni canti della tradizione popolare milanese e lombarda) – 2 CD
- Sett. 2004 - "Donne,Gorilla,Fantasmi e Lillà" ( 25 canzoni di G.Brassens tradotte in italiano) - 2 CD
- Giu. 2005 - "Cabaret Concerto" dal vivo in Teatro - 2 CD
- Ott. 2006 - "Brassens a Milan" - 2 CD con le migliori, classiche versioni in milanese
- Sett. 2007 - "Ma mi" - omaggio alla canzone milanese d'autore - 2 CD
- 2011 - riedizione in 3 CD del meglio della storica Antologia Milanese
informazioni alla stampa: Lucia Campana cell. 347.8334469 [email protected]