CONFEDERAZIONE
ITALIANA
AGRICOLTORI
VENEZIA
PENSIERI A VOCE ALTA…
Mara Longhin – Presidente Donne in Campo Nazionale
Il nostro mestiere, quello del contadino o agricoltore o per dirla con la norma
comunitaria di “imprenditore agricolo professionale” non è una professione come le
altre, tutti (e dico tutti) hanno bisogno di noi nella vita quotidiana, ma forse il problema è
che pochi se ne rendono conto.
Quando si sceglie di appartenere a questo mondo forse è più per una passione e non
per un conto economico, anche perché i veri imprenditori, non penso sarebbero
propensi a investire così grossi capitali con rischio altissimo (considerato che non vi è una
politica agricola nazionale definita) a fronte di un reddito bassissimo per non dire alla
soglia di un’esistenza dignitosa.
Ottimista per natura ho sempre affrontato ogni vincolo trasformandolo in opportunità, a
denti stretti ho fatto scelte rivedendo e aggiustando quella strada tortuosa per arrivare
alla meta, una meta che oggi mi sembra irraggiungibile nonostante la mia passione sia
ancora molto forte (forse sono i “troppi” anni ammucchiati).
La competitività sta nell’innovazione e penso di averne sperimentata e fatta molta,
rappresento un’ azienda molto dinamica, attenta a ciò che la circonda, ma a volte mi
chiedo se quello che vedono i miei occhi sia reale o frutto di fantasia, ma poi mi ritrovo
immersa in registri e conti che mi riportano alla dura realtà: chi la definisce crisi del
momento, chi come me, che la vive tutti gli anni, la definisce crisi perpetua spesso
legata a inefficienze e speculazioni dei mercati (dove il nostro potere di acquisto e di
vendita è nullo), a eventi atmosferici (non più prevedibili ma di forte intensità) e se non
bastasse a toglierti anche quei piccoli momenti di gioia quando abbraccio i miei figli si
agitano vacanti pensieri: “ma la mia azienda agricola rispetta tutte le norme a cui siamo
soggetti?”. A mente fredda non sono in grado di affermarlo se non con un “penso di si”
e poi magari ti accorgi che a un tuo vicino di banco hanno messo una sospensiva
perché non aveva tenuto il registro della manutenzione delle attrezzature o qualcuno mi
chiede se registro gli orari della mungitura perché rientrano nella condizionalità (unica
coscienza certa è di sapere di non sapere perché non conosciuto o non comunicato
difronte a una legge che “non ammette ignoranza”).
Il tutto sembra banale ma, chiedendoti se mai l’hanno vista un’azienda agricola, cerchi
di darti una spiegazione logica e sostenibile nell’applicare il tutto perché vuoi pensare
che il fine della nostra burocrazia non sia quello di sostenere burocrati che altrimenti
dovrebbero rimanere a casa e perciò si va avanti trovando la speranza e la fiducia che
qualcosa ben presto cambierà anche perché la semplicità delle cose noi la
conosciamo.
Nell’immaginario collettivo c’è ancora troppo un’idea bucolica del nostro mestiere, ci
vedono immersi nella campagna lontani dai ritmi frenetici della città e ci invidiano, ma
preferiscono che i loro figli abbraccino altre professioni, forse “inconsciamente” sanno
che “la terra è bassa”.
Se qualcuno mi chiede che futuro vuoi per i tuoi figli ancora rispondo che vorrei che
continuassero ad appartenere al mio mondo, quello agricolo, anche perché una visione
futura io ce l’ho ed è molto semplice sta nella natura delle cose: la normativa fiscale
dovrebbe conoscere cosa prevede la normativa igienico-sanitaria e viceversa, le leggi
che regolamentano il settore agricolo dovrebbero essere raccolte in un unico volume
chiaro e senza tanti rinvii, la trasparenza e l’etica dovrebbero abbracciare il credito
senza togliere dignità e progettualità, dovrebbe essere garantita una politica agricola
nazionale perché ritenuta fondamento e sviluppo dello stato stesso, le Regioni
dovrebbero misurare la loro efficienza nel settore agricolo non misurandone il PIL ma nel
sostenere misure efficienti che vedono l’azienda investire nel futuro e ciò è possibile solo
attraverso un coinvolgimento di discussione aperta ai tavoli di concertazione con la
diretta rappresentanza degli agricoltori con i quali condividere le vere strategie per un
“bene sociale dell’intera comunità”.
Non chiediamo ricchezza, ma una VITA DIGNITOSA, questa la ESIGIAMO per noi e per le
nostre famiglie perché i contadini, gli agricoltori, gli imprenditori agricoli nutrono il
pianeta, lo salvaguardano, creano i paesaggi e il benessere di cui TUTTI noi godiamo e
se ci viene qualche dubbio proviamo a pensare un paese Italia senza agricoltura.
Mara Longhin
Presidente Donne in Campo Nazionale
Zelarino,24 gennaio 2014
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