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26/05/2009 |
No 10
Lavater, Johann Kaspar
15.11.1741 Zurigo, 2.1.1801 Zurigo, rif., di Zurigo. Figlio di Johann Heinrich, medico, membro della
corporazione dello Zafferano, del Consiglio dei Dodici e amministratore del capitolo, e di Regula Escher vom
Glas. Fratello di Diethelm ( -> 1). ∞ (1766) Anna Schinz, figlia di Hans Kaspar, balivo di Weinfelden. A Zurigo
frequentò la scuola ted., quella lat. (1747-54) e il Collegium humanitatis (1754-56) e poi studiò filosofia,
filologia e teol. al Carolinum, in particolare con Johann Jakob Bodmer e Johann Jakob Breitinger. Nel febbraio
del 1762 venne consacrato pastore e accolto nella cerchia degli aspiranti pastori; lo stesso anno venne
ammesso nella corporazione dello Zafferano e nella Soc. zurighese di scienze naturali, e più tardi anche nella
Soc. elvetica. Cofondatore della Soc. morale e della Soc. ascetica, fu diacono (1769) e primo pastore della
chiesa dell'orfanotrofio e successivamente diacono (1778) e pastore (1786) della chiesa di S. Pietro a Zurigo.
Dopo aver reso pubbliche le trame del balivo Felix Grebel, L. e Johann Heinrich Füssli furono costretti a
lasciare Zurigo; nel marzo del 1763 si recarono a Berlino insieme a Felix Hess. Accompagnati da Johann Georg
Sulzer, fecero visita a poeti ed eruditi di fama come Moses Mendelssohn a Berlino e Johann Joachim Spalding
a Barth (Pomerania), presso il quale perfezionarono la loro formazione. Insieme a Spalding lessero due scritti
pubblicati anonimamente a Ginevra, che influenzarono profondamente il pensiero filosofico di L.: la Lettre
d'un philosophe (1751) di Etienne Thurneysen e l'Essai de Psychologie, attribuito da alcuni a Thurneysen e da
altri a Charles Bonnet (Leida, 1754).
Nel gennaio del 1764 L. tornò in Svizzera e redasse le prime opere, che per lungo tempo rimasero l'unica
fonte di entrate. Acquisì fama come autore di scritti politici e patriottici e di studi sulla psicologia,
l'antropologia e la metafisica: oltre alla rivista Der Erinnerer (1764-67), pubblicò gli Schweizerlieder (1767), le
Aussichten in die Ewigkeit, in Briefen an Herrn Joh. Georg Zimmermann (quattro volumi, 1768-78), il
Geheimes Tagebuch eines Beobachters seiner Selbst (1771), gli Unveränderte Fragmente aus dem Tagebuch
eines Beobachters seiner Selbst (1773) e i Frammenti di fisiognomica per promuovere la conoscenza e
l'amore dell'uomo (quattro volumi, 1775-78). Stimolato dalla lettura di Thurneysen e delle prime opere di
Immanuel Kant, si dedicò all'analisi di fenomeni extrasensoriali (chiaroveggenza, magnetismo). Fece scalpore
con la sua traduzione parziale de La Palingénésie philosophique di Bonnet, che pubblicò con l'ambiguo titolo
(voluto dall'autore) Philosophische Untersuchung der Beweise für das Christenthum e che dedicò a
Mendelssohn su consiglio di Johann Rudolf Ulrich, antiste e supremo censore di Zurigo. In passato questa
dedica è stata interpretata come un invito alla conversione rivolta allo studioso ebreo; stando alle
dichiarazioni pubbliche di L., ciò non fu però la sua intenzione. Sperò tra l'altro di ottenere l'incarico di
elaborare un'analisi filosofica delle teorie dell'immortalità di Bonnet, ciò che gli avrebbe permesso di esporre
la sua concezione del "germe", che divergeva da quella di Bonnet. Prendendo spunto dalla "massima
perfezione degli organismi composti" enunciata da Bonnet e dall'idea cabalistica del corpo luminoso o etereo,
sviluppò (in parte all'interno di scritti non pubblicati) una visione coerente di filosofia naturale per cui Dio si
rispecchia sostanzialmente nell'essere umano, teoria che traspare soprattutto dai Frammenti di fisiognomica.
L'edizione ted. dell'opera e l'altrettanto ampia versione franc., fortemente rimaneggiata, colsero il forte
interesse dell'epoca per l'individuo e per il rapporto tra corpo e anima. Nell'elaborazione delle sue teorie
fisiognomiche, L. partì dal presupposto della continuità dei doni carismatici (in base alla prima lettera ai
Corinzi), che, nello spirito del suo tempo, cercò di dimostrare scientificamente.
Il ruolo di L. nell'affare Waser (1780) risulta controverso. Acquisì meriti politici impegnandosi a favore degli
ebrei del Surbtal (1775) e di quelli alsaziani (1789), nell'ambito dell'affare di Stäfa (1794-95) e contro
l'occupazione franc. nel 1798. Sempre in quell'anno L. rivendicò l'eguaglianza politico-giur. tra chiese e
sinagoghe. La sua deportazione a Basilea e il ferimento che subì a Zurigo, poi rivelatosi mortale, gli
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impedirono di concludere e pubblicare uno scritto al riguardo.
Opere
– Reisetagebücher, a cura di H. Weigelt, 2 voll., 1997
– Ausgewählte Werke in historisch-kritischer Ausgabe, 1-, 2001Archivi
– Archivio Lavater presso ZBZ
Fonti
– G. Luginbühl-Weber, J. K. Lavater - Charles Bonnet - Jacob Bennelle: Briefe 1768-1790, 1997
Bibliografia
– K. Pestalozzi, H. Weigelt (a cura di), Das Antlitz Gottes im Antlitz des Menschen, 1994
– Johann Caspar Lavater: das Antlitz, eine Obsession, cat. mostra Zurigo, 2001
Autrice/Autore: Gisela Luginbühl-Weber / mku
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