la morfologia - Alphabit.net

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Cap. 3 Berruto / Cerruti
LA MORFOLOGIA
Linguistica generale (2012-13) - Chiari
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Principi generali: Introduzione
•  Morfologia:
studio delle parole e delle varie forme che le parole possono
assumere
•  Dà conto di tutte le conoscenze che un parlante ha delle
parole della propria lingua (competenza morfologica):
–  se una parola è ben formata o meno
–  se una parola è possibile o non possibile
–  a quale categoria lessicale appartiene
–  come si può combinare con prefissi e suffissi o con altre parole
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Graffi, Scalise - Le lingue e
il linguaggio - Il Mulino,
2006
Introduzione
•  Le parole possono essere:
–  Semplici (senza struttura interna)
•  [capo]
–  Complesse (con struttura interna)
•  Parole derivate:
[ex-capo] [capetto]
•  Parole composte:
[capostazione]
•  Sia le parole semplici che le parole complesse devono
essere flesse quando sono usate in una frase:
–  [capi], [ex-capi], [capetti], [capistazione]
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Graffi, Scalise - Le lingue e
il linguaggio - Il Mulino,
2006
La nozione di parola
•  Nozione molto difficile da definire formalmente
•  I parlanti di una lingua sanno istintivamente che cosa è e
che cosa non è una parola
–  Ma ciò che conta come «parola» in una lingua non sempre vale
per altre lingue
italiano
il ragazzo
ha dato
una rosa
a Maria
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latino
puer
dedit
rosam
Mariae
Italiano:
a
precipitevolissimevolmente
Eschimese:
Iqalussuarniariartuqqusaagaluaqaagunnuuq
‘è stato detto che abbiamo avuto l’ordine
tassativo di andare fuori a pescare pescecani’
Graffi, Scalise - Le lingue e
il linguaggio - Il Mulino,
2006
Tema, radice e forma di citazione
•  Forma di citazione:
forma convenzionale che nei dizionari rappresenta tutte le
forme flesse che una parola può avere. In italiano:
–  Verbi
→ infinito
–  Nomi
→ maschile/femminile singolare
–  Aggettivi → maschile singolare
(agg. a 4 uscite)
maschile/femminile singolare (agg. a 2 uscite)
= amare, libro, casa, bello, felice
•  Tema:
togliendo la desinenza flessiva -re a un verbo regolare come
amare resta ama- (tema verbale)
•  Radice:
il tema si può analizzare a sua volta come una radice (am-)
più una vocale tematica (-a)
–  Le vocali tematiche dell’infinito italiano sono tre:
•  -a (cont-a-re) -e (tem-e-re) ed
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-i (sent-i-re)
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2006
Classi di parole
•  Le parole di una lingua sono tradizionalmente raggruppate
in classi o parti del discorso, dette anche categorie
lessicali
•  Secondo le grammatiche tradizionali dell’italiano, le parti
del discorso sono:
variabili
invariabili
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Nome
Verbo
Aggettivo
Pronome
Articolo
un)
Avverbio
Preposizione
Congiunzione
Interiezione
(Simona, tavolo)
(camminare)
(rosso, rapido)
(io, lui, lo, ci)
(il, la,
(già, lentamente)
(di, a, con)
(e, ma, o)
(ahi!, ehi!, oplà!)
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il linguaggio - Il Mulino,
2006
aperte
chiuse
Classi di parole
•  L’inventario delle parti del discorso non è lo stesso
per tutte le lingue del mondo
–  per esempio, il latino non aveva Articoli
•  Alcune classi di parole, però, sembrano essere
presenti in tutte le lingue (universali):
–  Nome e Verbo
•  Le parti del discorso possono essere riconosciute in
base a criteri distribuzionali (i contesti in cui possono
o non possono ricorrere)
–  Articolo = può precedere un Nome ma non un Verbo
–  Nome
= può precedere un Verbo ma non un Articolo
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2006
Morfema
•  Definizione:
la più piccola parte di una lingua dotata di significato
–  Ogni morfema è un segno linguistico
•  boys
•  libri
boy = ‘umano, non adulto, maschile’
-s = 'plurale
libr- = 'insieme di fogli stampati’
-i = 'plurale’
•  Classificazione:
– 
– 
– 
– 
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morfemi lessicali:
boy, librmorfemi grammaticali: -s, -i
morfemi liberi:
possono ricorrere da soli in una frase
morfemi legati:
non possono ricorrere da soli in una frase
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Parola e morfema
•  Le nozioni di parola e morfema non coincidono:
–  in inglese le parole semplici sono monomorfemiche (book)
–  in italiano, nomi e aggettivi semplici sono bimorfemici (cas+a,
bell+o)
–  in italiano, i verbi regolari sono trimorfemici (am+a+re)
–  le parole complesse italiane possono essere trimorfemiche e
oltre (in+util+ità)
•  Morfema designa un’unità astratta realizzata a livello
concreto da un allomorfo:
Liv. astratto
Liv. concreto
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Fonologia
fonema
allofono
Morfologia
morfema
allomorfo
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Morfema e allomorfi
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6. Allomorfia e suppletivismo
•  Suppletivismo:
quando nello stesso paradigma morfologico si trovano radicali
formalmente diversi (non-relazionati)
•  vad-o va-i va-nno vs. and-iamo anda-te anda-i and-rei
•  acqua vs. idr-ico
•  cavallo vs. equ-estre vs. ipp-ico
•  Allomorfia:
quando nello stesso paradigma morfologico si trovano
alternative formali dello stesso radicale (alternanza motivata
fonologicamente)
•  Fidenza vs. Fidentino
•  Piacenza vs. piacentino ( [ts] → [t] )
–  I fenomeni di suppletivismo non sono prevedibili e devono
essere esplicitamente rappresentati nel Lessico
–  I fenomeni di allomorfia sono prevedibili (applicazione di
regole) e non devono essere «scritti» nel Lessico
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Tipi di morfemi
1.  Classificazione funzionale
In base alla funzione dei morfemi, al valore che recano
nel contribuire al significato delle parole
2.  Classificazione posizionale
In base alla posizione che i morfemi assumono nella
parola e al modo in cui contribuiscono alla sua
struttura
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Altri tipi di morfemi
•  Sostitutivi (ing. foot/feet)
•  Zero (lat. exul-exulis)
•  Soprasegmentali (ing. ‘record / re’cord)
•  Cumulativi ----> Amalgama (it. è, i)
•  Processi morfologici: la reduplicazione
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1.Classificazione funzionale
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•  La derivazione dà luogo a parole regolandone i
processi di formazione
•  La flessione dà luogo alle forme di una parola
regolandone il modo in cui si attualizzano nelle frasi
•  Derivazione e flessione costituiscono i due grandi
ambiti della morfologia.
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Italiano
•  meccanismi PRODUTTIVI
–  produttività progressiva e regressiva
•  DERIVAZIONE
–  i tipi di derivazione più diffusi sono la suffissazione e la prefissazione
–  fior-aio, aut-ista, post-ino, libr-eria, besti-ame, bell-ezza, senti-mento,
organizza-zione, lava-trice, vendi-tore, nazionale;
–  auto-gestione, co-pilota, maxi-schermo, micro-film, mini-abito, supereroe, a-morale, dis-onesto, in-utile, anti-sismico,
•  COMPOSIZIONE
–  caposquadra, apripista, buttafuori, cassaforte, altopiano, cassapanca,
pesce spada
–  esempi di altre lingue sono fr. abat-jour ‘paralume’, portemanteau
‘attaccapanni’, pousse-cafe ‘ammazzacaffè’, bateau-mouche ‘vaporetto’,
timbre-poste ‘francobollo’; ingl. blackbird ‘merlo’, redskin ‘pellerossa’,
CHIARI, Linguistica generale, Sapienza,
www.alphabit.net
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Classificazione posizionale
Affissi:
l 
Prefissi (it. mono-valente)
l 
Suffissi (it. dent-al-e)
l 
Infissi (it. cuor-ic-ino)
l 
Circonfissi (ted. ge-sag-t)
l 
Transfissi (ar. k_t_b)
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I morfemi derivazionali
Mutano il significato della base a cui si applicano modificando la
classe di appartenenza della parola e la sua funzione
semantica, o sfumandone il senso (es. da dormire, dormitorio).
Essi permettono inoltre la formazione di un numero teoricamente
infinito di parole a partire da una certa base lessicale: una
famiglia di parole (o famiglia lessicale).
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Parole suffissate
•  La suffissazione in italiano di solito cambia la
categoria/sottocategoria della base:
N→V
N→A
N→N
V→N
V→A
A→N
A→V
A → Avv
-izzare
-oso
-aio
-zione
-bile
-ezza
-ificare
-mente
(atomo → atomizzare)
(fama → famoso)
(giornale → giornalaio)
(amministra(re) → amministrazione)
(giustifica(re) → giustificabile)
(bello → bellezza)
(beato → beatificare)
(geloso → gelosamente)
•  Ci sono anche suffissi che non cambiano la categoria
della base (suffissi valutativi):
-ino/-ina:
-accia/accio:
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libro → librino, bello → bellino
casa → casaccia, grasso → grassoccio
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Parole prefissate
•  La prefissazione in italiano non cambia la categoria
della base
•  Generalmente, in italiano, i prefissi si aggiungono più
facilmente a Nomi e Aggettivi che non a Verbi
•  Molti prefissi si aggiungono a più di una categoria:
–  Pref+N / Pref+A =
•  in-esperienza, in-capace
–  Pref+A / Pref+V =
•  stra-grande, stra-vedere
–  Pref+N / Pref+A / Pref+V
•  dis-armonia, dis-abile, dis-fare
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il linguaggio - Il Mulino,
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l 
Suffissoidi (es. sociologia)
l 
Prefissoidi (es. cronometro)
l 
Parole composte (es. portacenere)
l 
Unità lessicali plurilessematiche (es. essere al verde)
l 
Unità lessicali bimembri (es. ufficio concorsi)
l 
Sigle o acronimi (es. CGIL, TFR, SMS)
l 
Parole macedonia (es. ristobar)
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Pagina 21
l 
Suffissazione
l 
Prefissazione
l 
l 
Alterazione ----> aggiunta di un valore valutativo, tramite
suffissi, alla base lessicale (es. gattino, finestrella)
Conversione ----> coppie di parole aventi la stessa radice
lessicale ed entrambe prive di suffisso fra le quali, in termini
meramente derivazionali, non è possibile stabilire quale sia la
parola primitiva e quale la derivata (es. giocare, gioco)
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composizione neoclassica
•  entità come cardio- o nefro-, che hanno un significato
coincidente con quello dei lessemi cuore e rene, e possono
entrare in composizione,
•  ad esempio, con elementi come -logia, -patia, dando luogo a
composti come cardiologia, nefropatia, ma non possono
essere utilizzati in costruzioni sintattiche
•  non diciamo *mi fa male un nefro, *senti come mi batte il
cardio.
•  Composti neoclassici sono presenti in tutte le lingue europee
principali: si pensi a
•  ingl. cardiology, fr. cardiologie, ted. Kardiologie, sp.
cardiologia, ungh. kardiologia.
CHIARI, Linguistica generale, Sapienza,
www.alphabit.net
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Limiti alla formazione delle parole
•  Tra le condizioni di carattere generale particolarmente
importante è il cosiddetto principio del blocco: questo principio
rende conto del fatto che un lessema, che sarebbe possibile
formare secondo una rfl esistente, non viene formato se nella
lingua in questione (o, meglio, nel vocabolario di un parlante)
esiste già una parola con lo stesso significato.
CHIARI, Linguistica generale, Sapienza,
www.alphabit.net
da Basile et alii, Manuale di linguistica, 2010
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Polirematizzazione / unità polilessematiche
•  POLIREMATICA: unita lessicale formata da più
parole, che ha la struttura di un sintagma ma che ha
un significato complessivo peculiare o diverso da
quello desumibile a partire dalle singole parole che
la compongono.
• 
• 
• 
• 
• 
• 
luna di miele
sedia a rotelle
buttare giù
mirino a pentaprisma
ferro da stiro
vedere rosso
CHIARI, Linguistica generale, Sapienza,
www.alphabit.net
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Categorie grammaticali
Morfologia nominale:
•  genere
•  numero
•  caso
•  grado
•  definitezza
•  possesso
•  ecc.
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Categorie grammaticali
Morfologia verbale:
•  modo
•  tempo
•  aspetto
•  diatesi
•  persona
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Pagina 27
Categorie lessicali o parti del
discorso
•  nome, o sostantivo
•  aggettivo
•  verbo
•  pronome
•  articolo
•  preposizione
•  congiunzione
•  avverbio
•  interiezione
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Tipi morfologici
•  Lingue flessive
– lingue indoeuropee
– arabo, ebraico
•  Lingue agglutinanti
– turco, giapponese
•  Lingue isolanti
– cinese mandarino
CHIARI, Linguistica generale, Sapienza,
www.alphabit.net
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