L`improvvisazione nel jazz - CENTRO DIDATTICO produzione

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Centro Didattico produzione Musica
L’improvvisazione nel jazz
Esecuzione di Autumn Leaves (esposizione del tema, soli, scambi con la batteria, tema
con coda)
Uno degli aspetti peculiari del jazz, che lo differenziano dalla musica classica, è
l’improvvisazione. Cercheremo ora di spiegare cos’è e quali sono le procedure
utilizzate dai musicisti.
Di solito quando si parla di improvvisazione sia nella musica sia nel quotidiano si fa
riferimento a un atteggiamento misto di libertà ed anarchia, che non ha regole e
schemi. Al contrario chi improvvisa attua in tempo reale tutta una serie di operazioni
complesse che, nella musica classica, vendono racchiuse nel termine “composizione”.
L’istantaneità del procedimento, e la bravura dei musicisti jazz, fanno si che
l’improvvisazione sia quindi una composizione istantanea.
Alla base della differenza tra la musica classica e la musica jazz sono due elementi
fondamentali:
- separazione dei ruoli tra il musicista (esecutore) e l’autore (compositore). La
bravura del musicista sta in quanto si avvicina all’idea del compositore.
- prevalenza della trasmissione scritta del sapere sulla trasmissione orale. E quindi
nella musica classica c’è prevalenza della notazione musicale sulla capacità di
invenzione e sull’originalità.
Nel jazz, al contrario, la figura dell’esecutore, compositore, arrangiatore è racchiusa in
un’unica persona che con la sua personalità rende “originale” e diversa ogni brano ed
esecuzione. Il jazzista ha inoltre una voce strumentale assolutamente unica che lo
differenzia dagli altri.
La trasmissione nel jazz avviene prevalentemente per via sonora ed orale. Per questo
motivo è così importante il disco come strumento di trasmissione della musica rispetto
allo spartito e alla notazione. Il jazzista usa prevalentemente l’oralità per comunicare
con gli altri perché la notazione non è sufficiente. Il jazzista usa anche la notazione ma
non solo.
La prima forma di improvvisazione è la “variazione sul tema”. Si tratta di un
procedimento molto noto ed utilizzato anche nella musica classica sebbene a un certo
punto “le variazioni” non venivano composte al momento (cioè improvvisate) ma
venivano scritte e quindi divenivano delle altre composizioni scritte.
Prendiamo come esempio le prime 8 battute della canzone eseguita all’inizio e
suoniamola esattamente come è scritta.
Autumn Leaves prime 8 misure
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Ora rispettando il tempo, la melodia e l’armonia proviamo ad introdurre delle variazioni
ritmiche.
Autumn Leaves prime 8 misure Variazione ritmica (RITMO)
Proviamo ora ad analizzare la melodia e, a orecchio, a togliere le note di passaggio e di
individuare le note caratteristiche della melodia (dette toni guida). Suonando solo i toni
guida e riducendo all’osso la melodia ci accorgiamo che il senso della melodia non è
cambiato.
Autumn Leaves prime 8 misure (TONI GUIDA MELODIA)
Partendo dai toni guida proviamo ora fare una variazione sul tema per diminuzione cioè
eliminando il più possibile le note suonate, facendo suonare le pause cioè il silenzio. Le
poche note suonate acquistano importanza proprio grazie al silenzio che le precede e
agli accenti ritmici introdotti.
Autumn Leaves prime 8 misure (PER DIMINUZIONE: MELODIA, PAUSE, RITMO)
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Ora facciamo l’esperimento opposto e cioè aggiungiamo note alla melodia, cioè
improvvisiamo per accrescimento
Autumn Leaves prime 8 misure (PER ACCRESCIMENTO)
Ci si allontana poi sempre più dal tema iniziale (variazione sul tema) inventando melodie
sul momento ma rispettando sempre la forma (32 misure), l’armonia, e il tempo
Esecuzione Autumn Leaves (improvvisazione libera)
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L’improvvisazione avviene nel jazz su materiale diverso: canzone, composizioni originali
di forma circolare, composizioni estese, composizioni libere. Siamo partiti dalla canzone
per rendere più semplice la spiegazione ma in realtà i procedimenti di variazione sul
tema avvengono su ogni tipo di materiale.
Il jazz comunque non ha solo preso spunto da ciò che esisteva già per interpretarlo e
variarlo con l’improvvisazione ma ha inventato spesso delle nuove melodie, ritmi, scale
e forme come ad esempio il blues.
Esecuzione Blues
Si parla spesso del blues, anche nei libri di scuola. soprattutto sotto il profilo storico,
sociale ed anche musicale, oggi parleremo soprattutto del carattere dialogico del blues.
In primo luogo il blues ha una forma ciclica di 12 battute che può essere strutturata in
AAB. Il blues racconta sempre una storia nella A espone la storia, nella seconda A la
ripete rafforzandola, nella B la conclude.
Esecuzione Blues AAB
Il blues è una musica di sintesi. Non esiste in Africa né in Europa quindi è una musica
africana/americana e fonde elementi di entrambe le culture.
Africa: poliritmo (sovrapposizione verticale di ritmi) e polimetria, scale pentatoniche,
no armonia, forma antifonale, intonazione naturale, varietà di modi.
Europa: armonia tonale, intonazione temperata, scale diatoniche, 2 modi
(maggiore/minore).
Esecuzione Scala blues (ambiguità minore/maggiore, intonazione blue, concetto di
modalità)
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Il blues presuppone una concezione modale della musica (già presente nella nostra
musica dai greci fino al canto gregoriano). Semplificando al massimo si può dire che
nella musica modale la melodia prevale sull’armonia. Per sperimentare di persona la
modalità si può provare ad inventare delle melodie (cioè improvvisare) con il flauto
dolce suonando le note della scala di do maggiore cominciando dalla nota re (scala
dorica). Mentre uno studente “improvvisa” un altro, suona un pedale di re cioè una nota
lunga di re, rispettando tutti un tempo in 4/4 o 3/4 .
Lo stesso procedimento è stato fatto dal trombettista Miles Davis nel 1959 in un disco
molto famoso dal titolo Kind of blue nel quale ha sperimentato molte possibilità modali
e del blues.
Ad esempio So what è così concepito:
forma > canzone di 32 battute AABA semplificata. Le sezioni A e B sono basate
esattamente su due scale doriche di re e di mi bemolle
tema > melodia suonata dal basso con una risposta antifonale (africana) dei fiati
improvvisazione > modale sulle scale doriche di re e mi bemolle
armonia > E’ costituita da note appartenenti alle due scale. Gli accordi sono costituiti
da note suonate contemporaneamente per intervalli di quarta e terza.
Esecuzione di So what
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L’incontro tra la cultura africana e quella europea nelle americhe ha generato diversi
generi musicali di cui il jazz e il blues occupano un rilievo particolare sia per l’estrema
varietà di stili che si sono succeduti nel corso di poco più di un secolo sia per
l’importanza storica, economica e sociale assunta dagli Stati Uniti nella cultura
occidentale. Il jazz e il blues nascono prevalentemente dall’incontro di culture centroafricane con culture anglosassoni e francesi. Nel centro america le culture africane
sono venute a contatto con quelle latine (in particolar modo quelle ispaniche). In
Brasile l’incontro è stato con la cultura portoghese ecc. I risultati musicali sono stati
perciò diversi e molteplici, dalla musica salsa, al samba, al tango ecc. Le musiche
africane-americane si poi sono influenzate a vicenda nel corso del tempo
rappresentando così un crogiuolo di ritmi, armonie e melodie nuove offrendo uno
stimolo straordinario anche ai compositori classici come Igor Strawinsky (Ragtime per 11
strumenti a fiato), Claude Debussy (Golliwogg's cake walk), Darius Milhaud (La creation
du mond, Saudades de Brasil). Ciò che comunque rappresenta lo spartiacque principale
tra la musica eurocolta e le musiche africane-americane rimane, anche nel XX secolo
avanzato, l’improvvisazione.
Ora forniremo un esempio di improvvisazione su un brano che alterna una parte latina di
sapore cubano a una parte jazzistica swingata. Il brano è di Dizzy Gillespie e si intitola
A night in Tunisia.
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