Corde Oblique: Il pubblico tedesco ha una favolosa inclinazione alla

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Corde Oblique: Il pubblico tedesco ha una favolosa
inclinazione alla musica ed apprezza quel quid
mediterraneo che non gli appartiene per naturalezza
18/04/2016
Difficile definire i Corde Oblique come una classica band musicale. Infatti, “gli artigiani del suono”, come si definiscono i
componenti del gruppo, sono in realtà l’incarnazione di un virtuoso progetto guidato dal compositore, Riccardo
Prencipe, con cui i musicisti dipingono un affresco. L’opera è protagonista assoluta della composizione “disegnata”
tramite ritmi folk, gotici e spagnoleggianti provenienti dalla chitarra acustica, classica ed elettrica, e dal violino. <o:p />
Il gruppo, nato nel 1999 come Lupercalia e rifondato, trasformato, nel 2005, torna dopo tre anni di gestazione, con un
nuovo album, il sesto. «I maestri del colore» è una vera e propria tavolozza musicale in cui si mescolano arte e musica.
Unfolding Roma ospita oggi con molto piacere i Corde Oblique. Benvenuti!<o:p />
Dopo “Per le strade ripetute”, l’album dedicato alle bellezze artistiche della Campania, l’arte è di nuovo protagonista delle
vostre canzoni. Non solo, essa è l’elemento trainante della vostra poetica. Perché la vostra musica racconta un viaggio in
mezzo ai colori?
Grazie a voi per l'ospitalità! La storia dell'arte non ci ha mai abbandonato, ho passato anni della mia vita a sfogliare, studiare e
"spulciare" i Maestri del Colore, meravigliosi volumi "Vintage" degli anni '60 che ancora oggi spesso vedo in vendita sulle
bancarelle di molte città. Questi volumi mi hanno insegnato ad osservare, o meglio, a provare ad avere un'osservazione attiva
sulle cose, ed è a loro che abbiamo voluto dedicare il nuovo album.
Ci avete fatto attendere prima di questo prezioso album. Come mai l’ultimo sforzo è durato così a lungo? Nel video di
presentazione de “I sassi di Matera” [canzone centrale della raccolta ndr ] dicevi che avete portato dei cambiamenti ai
vostri suoni aggiungendo timbri e strumenti…
Sì, tantissime novità. In primis l'uso della chitarra elettrica, suonata sempre con la tecnica della chitarra classica il più delle volte.
Le registrazioni del nuovo disco hanno coperto quasi un anno di lavoro (ovviamente dilazionato nel tempo), tanto tempo e fatica
sono dipese dal fatto di aver adoperato ben 19 tra musicisti e cantanti, e inoltre ogni brano ha un mood assai diverso dall'altro, si
passa dal Rock alla musica medievale, dal progressive al brano scritto per quintetto d'archi, un vero e proprio arcobaleno di suoni,
il che esige tanto tempo e fatica, ma credo e spero ne sia valsa la pena.
Parliamo un po’ de “I maestri del colore”. Manca poco all’uscita. Puoi darci qualche anticipazione? Qualche aneddoto
della realizzazione?
Gli aneddoti sono tantissimi, quest'anno è stato per me piuttosto travagliato, ho avuto ben due fratture alle braccia in momenti
diversi, ho provato ad utilizzare questo tempo di ferma per scrivere per strumenti diversi dal mio, ed è così che è nato "L'urlo
rosso" brano scritto per quintetto d'archi, che è stato poi eseguito dal quartetto Savinio assieme alla violoncellista Emanuela
Albano che già aveva collaborato con noi nel disco precedente. Un altro brano è invece nato all'ultima data del nostro tour in Cina
"Rosa d'Asia" io e Annalisa Madonna l'abbiamo improvvisato sul palco durante il soundcheck, registrato sul momento con lo
smartphone e poi realizzato in studio. Gli obliqui "Stabili": Umberto Lepore, Alfredo Notarloberti e Alessio Sica, hanno fatto un
lavoro egregio sugli arrangiamenti.
Già in passato in alcuni video avete usato cinema muto e danza, come in Barrio gotico. Nel nuovo album appare il tango
(giusto?) insieme ad ambientazioni in monumentali bellezze archeologiche. Che rapporto c’è fra tutte queste espressioni
artistiche? L’ecclettismo è una scelta o semplicemente l’arte è un tutt’uno?
Il video di Barrio Gotico è in realtà un fanvideo (l'autrice si chiama Rossella di Micco, che ringrazio di cuore), così come lo è il
video di "Le piccole cose" (girato da Giorgio Cerrato) siamo grati a tutte le persone che realizzano video per le nostre canzoni, a
volte questi video hanno un riscontro fortissimo, come in questo caso. Sì, nel nuovo videoclip ufficiale appare il tango, che è una
passione che ho da cinque anni, mi piaceva dare forza e dinamismo al brano e mi sono rivolto a quelli che sono i tangueri che al
momento più apprezzo e stimo in Italia: Gienpiero Galdi e Maria Filali. Si tratta di ballerini strepitosi, sono spesso in tour in diverse
parti del mondo, ma alla fine siamo riusciti a trovare uno spazio adatto per girare, abbiamo ambientato la scena del tango nella
Fonderia Righetti di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, si è occupato della regia e della computer grafica Claudio d'Avascio. Ho
scelto questo brano perché rappresenta la multipolarità di questo disco, nella mia vita ho suonato dal metal alla musica antica e mi
piaceva spaziare tra questi generi e trovare un raccordo tra di essi.
Riccardo, i tuoi testi sono molto intensi. Hai mai pensato ad essi separatamente dalla musica, come poesia?
In realtà quando ho iniziato a scrivere era proprio quella l'intenzione, non pensavo ai miei testi come canzoni, poi ho iniziato a
conoscere il mondo della Poesia e mi sono reso conto che ci sono più persone che scrivono rispetto a quante leggano. Noi
musicisti ci lamentiamo della musica, ma non abbiamo idea del momento di crisi in cui versa la poesia, col tempo ho provato
quindi a mettere in musica i testi che avevo scritto.
Le tue canzoni hanno, letteralmente, voci diverse, ma ognuna di esse sembra nata per quella canzone. È così? Come è
lavorare con tanti/e artisti/e diverse ogni volta?
E' esattamente così! Mi piace l'idea di "cucire" abiti su misura per le cantanti per cui scrivo, si tratta di brani scritti ad hoc per
ognuna di esse. In questo nuovo album ho sperimentato anche io il linguaggio dei versi, scrivendo melodie senza parole e ne sono
molto soddisfatto. In particolare sono grato a Denitza Seraphim, che ha interpretato melodie a distanza (non ci siamo mai visti di
persona), ma quando artisticamente si è sulla stessa lunghezza d'onda si possono raggiungere risultati di cui si è molto soddisfatti
anche così, è un po' come nella vita, tutto sta nel capire quali incastri funzionano e quali no.
Quali musicisti hanno segnato maggiormente il vostro percorso? E quali artisti in senso lato (scrittori, poeti, pittori…)?
Davvero troppi, mi reputo una persona curiosa. Nel brano "Il cretto nero" parlo proprio di questo, la curiosità è stato il motivo primo
delle mie inclinazioni e la meraviglia dovrebbe muovere ciascun essere umano. Il male di questo millennio è l'uccisione della
meraviglia. La meraviglia viene uccisa dalla velocità e dai bombardamenti sonoro/visivi a cui siamo sottoposti ogni giorno. Un
sapiente e moderato controllo degli stimoli a cui siamo sottoposti farebbe in modo che tutti riusciremmo a delibare con maggior
gusto i sapori a disposizione e non a fare mordi e butta come siamo abituati a fare sempre.
Siete tornati da poco dalla Cina. Tra l’altro, siete la band italiana ad aver intrapreso la tournée più lunga in Oriente. Come
è il rapporto con il pubblico del luogo? Cosa avete lasciato lì e cosa avete portato a casa?
Siamo stati in contesti diversissimi, in città distanti migliaia di kilometri l'una dall'altra, ma in ogni città c'era una cerchia di fan fedeli
che conoscevano i nostri brani e in alcuni casi li cantavano insieme a noi. Annalisa si è rivelata ancora una volta una fidatissima
collaboratrice sia per la tenacia che ha dimostrato nel tour in Cina (siamo stati fisicamente provati da ritmi impressionanti) che per
la saggezza e il buon gusto con cui ha interpretato "Amara terra Mia" a cappella. E' stato proprio in occasione del tour in Cina che
le ho proposto di interpretare questo brano ed è stata fenomenale anche live ovviamente. A casa ho portato nel cuore sicuramente
il concerto di shanghai (l'ultimo) in un luogo da favola con un pubblico calorosissimo e attento. Tanti bei ricordi e tante incontri con
persone interessanti. Spero tanto di tornarci, magari con un ritmo meno stakanovista (sono rientrato a casa con la tachicardia).
Oltre alla Cina, avete girato l’Italia e il mondo. Quali paesi avete amato di più e perché? Quali vi hanno segnato
maggiormente da un punto di vista artistico? C’è sempre un “ritorno a casa”, in Campania?
La Germania è da sempre la terra in cui ho fatto i concerti più belli della mia vita, il pubblico tedesco ha una favolosa inclinazione
alla musica ed apprezza quel quid mediterraneo che non gli appartiene per naturalezza. Non posso dire che bene anche della mia
città, a Napoli abbiamo fatto concerti bellissimi e con grande affluenza, il problema dell'Italia è solo uno: i musicisti non vanno ai
concerti dei loro colleghi, finché non lo capiremo la musica sarà sempre più affossata in se stessa.
Torniamo agli esordi. Corde Oblique risponde al sogno di sedici anni fa? Come è cambiato il cammino?
In realtà 16 anni fa fondai il mio primo gruppo, i Lupercalia, avevo sogni dark, gotici e neomedievali. Ora sono un po' più adulto,
ma sottopelle c'è sempre il bambino che si intrufolava nei cortili in cerca di scorci che gli procuravano i brividi, e spero viva sempre
dentro di me.
La copertina dell’album è stata realizzata da Franco Fontana. Come è stato lavorare con un maestro della fotografia
italiana? Come vi siete conosciuti?
Ho semplicemente contattato il maestro tramite la loro segretaria, lui ha chiesto di ascoltare i brani e io gli ho spiegato il concept
grafico, ispirato all copertina della Collana di pittura uscita negli anni '60 per Fabbri editori. Dopo aver ascoltato i brani è stato
entusiasta e ci ha concesso di utilizzare una sua foto degli anni '90, come dicono i Radiohead: "Everything in it's right place". Di
recente mi ha mandato una sua dedica, la soddisfazione più grande è lavorare con persone che si stimano. Che si tratti poi Di un
grande nome o di un artista sconosciuto non conta.
“I maestri del colore” nasce anche grazie all’ausilio di una campagna crowfounding realizzata con Musicraiser, un
servizio online di distribuzione digitale. Come è stata questa esperienza? Lo rifarete?
Devo dire che non mi aspettavo il successo, dopo un inizio fioco la campagna è stata un grande successo e abbiamo superato la
vetta quasi del 18%! Ringrazio sia Musicraiser che tutti i fan che ci hanno supportati a scatola chiusa. Ottima esperienza.
Il digitale ha rivoluzionato il mondo della musica sia nella realizzazione che nella fruizione. Si tratta di una sfida o
un’opportunità?
Credo che l'argomento sia stato trattato in modo più che esaustivo da chi è più dentro di me alla cosa, personalmente credo che la
fisiologia del tempo e le nuove tecnologie non debbano essere combattute od ostracizzate, bisogna solo capire come utilizzarle
senza che ci si rivoltino contro. Avere troppa musica equivale a non ascoltarla, riduciamola e godiamocela alla meglio.
Quale è il prossimo passo? Progetti per il futuro?
In primis riposarmi, poi spero di trovare un agente che sia adatto al nostro genere di musica, non mi è possibile conciliare tutte
queste cose insieme: produttore, musicista, compositore, chitarrista, manager di me stesso e di recente anche padre.
Vi ringrazio davvero e ricordiamo che l’album, in uscita il 2 maggio, sarà presentato a Napoli il 29 aprile con un concerto
presso la Chiesa di San Severo Fuori le Mura.
Grazie a te, è sempre una gioia rispondere alle interviste ben fatte!
Michele Cella
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