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Psicoterapia ipnotica
A cura del Dott. Giovanni Delogu
L'ipnosi è uno stato modificato di coscienza, a carattere dinamico e non statico, con modificazioni
della coscienza affini a quelle del sonno, e una prevalenza dell'emisfero destro su quello sinistro
razionale-cognitivo. In generale l'ipnosi viene utilizzata:
•
in ambito medico, in particolare per la gestione del dolore
(ipnosi medica), -evidence-based.
• come tecnica che utilizza i principi della CBT (ipnoterapia
cognitivo-comportamentale)
• in applicazione alla teoria psicoanalitica (ipnoanalisi)
• come psicoterapia a sé stante (ipnosi Ericksoniana).
Nel campo del dolore l'ipnosi ha avuto degli importanti
riconoscimenti dalla comunità scientifica sull'efficacia nella
gestione del dolore. Dal 1994 la IASP (International Association for
the Study of Pain) ha incluso l'ipnosi nel curriculum dei
professionisti che si occupano di terapia del dolore in America. Nel 1996 il Panel Report del
National Institute of Health ha definito l'ipnosi come uno strumento affidabile, efficace per alleviare
il dolore da cancro e altre condizioni di dolore cronico. Questo, in aggiunta alla voluminosa
letteratura clinica e sperimentale, conferma che l'analgesia ipnotica è un fenomeno concreto e
replicabile. Nel 2000 la meta-analisi di Montgomery, DuHamel e Redd, pubblicata
nell'International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis, rivista leader del settore, su 18
studi controllati, basata sul dolore riferito da 933 soggetti, mostra un risultato rilevante: le
suggestioni ipnotiche alleviano il dolore nel 75% della popolazione, comprendendo diversi tipi di
dolore sperimentato, supportando l'efficacia delle tecniche ipnotiche nella gestione del dolore.
Come forma di psicoterapia, attualmente in moltissime parti del mondo l'ipnosi viene utilizzata
esclusivamente sotto forma di cognitive hypnotherapy, per aggiungere all'efficacia evidence-based
della terapia cognitiva e comportamentale (CBT), i vantaggi dell'ipnosi. Questa forma di
psicoterapia ipnotica è l'evoluzione naturale dell'ipnosi classica e direttiva. Nella fattispecie,
mediante suggestioni ipnotiche, è possibile rinforzare la personalità dell'utente, potenziando i
concetti funzionali e depotenziando quelli ego-distonici, modificando in questo modo le credenze di
base. L'ipnosi cognitivista è una terapia breve, basata sul qui ed ora, e consente di fare dei pacchetti
di sedute standard, utilizzando dei protocolli standard impiegati in studi controllati (per esempio,
pacchetto di 5 sedute per smettere di fumare). L'ipnoterapia cognitiva fa ampio uso di livelli
profondi di trance per far sperimentare in immaginazione il controllo della situazione ambientale
mediante l'uso di suggestioni, che verranno poi impiegate nel training di autoipnosi. Questo è un
esempio che si rivela molto utile nel disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia, nella
fobia sociale, nel disturbo d'ansia generalizzato etc. L'obiettivo è quello di conferire al paziente la
piena autonomia per superare e gestire il problema nel modo ottimale e rinforzare la personalità. A
tal fine vengono utilizzati dei protocolli standard già sperimentati in studi controllati, da adattare
alle caratteristiche di personalità e alle esigenze del paziente. Questa forma di ipnosi segue da
vicino i principi dell'ipnosi ericksoniana, fatto salvo per un occhio di riguardo per l'utilizzo di
protocolli standardizzati da utilizzare con buon senso, e tecniche di
induzione standard dirette o, più raramente, indirette, e naturalmente
un adeguamento teorico-pratico al modello cognitivocomportamentale.
L'ipnoanalisi impiega la tecnica della regressione ipnotica per
andare alla ricerca dell'origine del problema, e analizzarlo secondo
le metodiche psicoanalitiche. Tra le fila degli schieramenti avversari
alla cognitive hypnotherapy, è comune pensare che l'unico lavoro profondo ed efficace sia quello
psicodinamico. Ciò non è vero: è' importante notare che non esistono lavori scientifici
metodologicamente validi che dimostrino l'effettiva efficacia dell'ipnosi usata nella psicoanalisi,
eccetto che nella CBT.
L'ipnosi Ericksoniana, nasce con la persona di Milton Erickson, noto psichiatra americano di
Phoenix, Arizona, che aprì le porte verso la cosiddetta "ipnosi moderna", che si differenziava
dall'ipnosi classica per l'approccio indiretto, materno e non autoritaria. La psicoterapia
Ericksoniana, si basa sul principio di "unicità della persona", e di adeguare la strategia terapeutica
sulla forma del paziente, ogni volta ex-novo (tailoring). Appunto per questa ragione, nell'ipnosi
Ericksoniana, non esistono protocolli, né vengono impiegate tecniche di induzione ipnotica
standard, perché ciascun intervento deve essere costruito su misura, e applicando un'ipnosi indiretta,
cioè non formale. Il principio è di elicitare le risorse del paziente, e utilizzarle per portarlo verso il
superamento delle resistenze e del problema. La terapia ericksoniana utilizza l'ipnosi anche fuori dal
setting, e impiegando spesso dei principi della terapia sistemica. Caratteristica essenziale è l'uso
dell'ipnosi indiretta, che consente attraverso l'uso di analogie, metafore, storie, tecniche indirette
come la semina e la disseminazione, di far passare a livello inconscio dei concetti che scavalchino
le resistenze razionali del soggetto. Per fare un esempio, se con l'ipnosi classica si può dire a un
soggetto "ora fai un respiro profondo, e rilassati completamente", una ipnosi indiretta comincerebbe
in modo apparentemente causale, parlando della profondità del mare, e disseminando concetti di
calma e rilassamento.
L'ipnosi ericksoniana è stata, ed è tutt'oggi, oggetto di interesse della PNL.
Non esiste nessuna prova scientifica della superiorità delle tecniche indirette VS tecniche dirette. Si
è evidenziato invece che l'eventuale superiorità dell'una o dell'altra non sia assoluta, ma relativa, in
base al contesto terapeutico, alla situazione, e alla alleanza terapeutica.
L'ipnosi cognitivista, l'unica forma di ipnosi replicabile, si è dimostrata efficace in letteratura in
quasi tutti i disturbi in asse I. Molti ricercatori sconsigliano l'ipnosi con gli schizofrenici, per evitare
scompensi improvvisi o far riemergere vere e proprie crisi psicotiche.
L'ipnosi si può utilizzare nell'età adulta, ma è efficacissima con i bambini, soggetti altamente
ipnotizzabili e fantasiosi. La terapia può essere individuale, ma alcuni ricercatori italiani di matrice
ericksoniana, utilizzano l'ipnosi in un contesto sistemico e di coppia. In ogni caso, la ricerca
mondiale è puntata prevalentemente sul singolo individuo.
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