I diversi tipi di costituzione Poleis monarchiche: il re-magistrato non era un sovrano in senso stretto, ma esercitava la sovranità in nome del popolo ed era spesso coadiuvato da altri magistrati ¡ Poleis aristocratiche: a governare era un ristretto numero di cittadini che rappresentavano “i migliori” nel senso che erano i possidenti terrieri ed avevano nobili natali. ¡ Poleis oligarchiche: la differenze tra poleis aristocratiche e oligarchiche è sottile, nel senso che siamo comunque di fronte ad un governo di pochi. Nel caso delle oligarchie non è detto che questi “pochi” al potere fossero necessariamente nobili. ¡ Poleis democratiche: era il demos nel suo insieme a prendere le decisioni e ad eleggere i magistrati competenti. Queste forme di governo difficilmente si realizzarono nella loro purezza, ma spesso c’era un passaggio graduale da una forma all’altra o una coesistenza di elementi di queste costituzioni. ¡ Sparta: la storia Ø le testimonianze storiche su Sparta sono poche, leggendarie (per lo più tratte dai poeti Tirtèo e Alcmàne) e piene di pregiudizi (Sparta fu considerata sempre città-simbolo di oligarchia) Ø non ci sono mura, né grandi monumenti Ø si trova nel Peloponneso e fu fondata in epoca micenea; era chiamata Lacedèmone ed era governata dal re Menelào, marito di Elena Ø venne distrutta intorno al 1200 a. C.dai Dori Sparta: la storia Ø rifondata dai Dori intorno al X secolo a. C., che sostenevano di discendere da Eracle Ø nel 750 a. C. conquistano la Laconia e poi la più fertile Messenia:2 guerre messeniche dal 735 al 668 a. C. Sparta: la vocazione bellica Ø «Chi muore giovane in battaglia per la sua città è onorato da tutti; chi invece è sconfitto e deve lasciare i campi insieme alla famiglia per un esilio miserabile va incontro ad un destino assai peggiore della morte» (Tirteo) Ø ideale collettivo della aretè, «virtù», diverso da quello omerico Ø tattica oplitica: guerrieri a ranghi serrati, si affidano alla copertura del vicino La società spartana Ø la popolazione spartana era divisa in tre gruppi, che godevano di diversi diritti-doveri e diverse libertà spartiàti libertà personali pieni diritti politici perièci ilòti libertà personali schiavi Sparta: l’organizzazione politica Ø una volta dominato il Peloponnèso, venne promulgata la Rhètra o “Costituzione di Licurgo” (metà del VII secolo a. C.) riunire la cittadinanza Apèlla assemblea generale di tutti gli ‘uguali’ Cioè degli spartiati successione al trono Eleggere gli efori eleggere i gerònti Sparta: l’organizzazione politica due re giudicare tradimento imporre multe ventotto gerònti (eletti a vita dall’apèlla) 30 uomini liberi e anziani condannare all’esilio o alla morte Sparta: l’organizzazione politica Ø gli èfori, i « sorveglianti»(a Roma si chiameranno “censori”) presiedere l’apèlla cinque èfori presiedere la gherusìa eletti ogni anno dalla apèlla proporre leggi votate dall’apella Sparta: l’organizzazione politica Ø solo gli spartiàti esercitano i diritti attivi e passivi (potere di eleggere ed essere eletti) Ø restano completamente fuori dall’esercizio della politica gli ilòti, i perièci e le le donne Ø nel V secolo a. C. 6% gli spartiàti erano 21% 15000 Ø i perièci 50000 Ø gli iloti 170000 73% Ø Sparta rimase sempre un’oligarchia dai tratti decisamente aristocratici L’educazione degli spartiati ü ü ü ü ü ü Grande importanza data allo sport, all’esercizio fisico e all’addestramento militare Rifiuto dell’imperfezione fisica fra gli spartiati (leggenda del monte Taigeto) Educazione affidata al paidonomos (educatore di ragazzi) che teneva i ragazzi spartiati in gruppi lontano dall’influenza della loro famiglia (soprattutto delle madri). A 19 anni i giovani guerrieri erano ammessi a combattere nell’esercito A 30 anni erano ammessi nell’apella e solo a questa età potevano stabilirsi con la loro famiglia in abitazioni private, ma mantenendo l’obbligo di partecipare ai sissizi cioè ai pasti in comune con tutti gli altri guerrieri spartiti in caserma; questo per mantenere lo spirito di corpo. A 60 anni si poteva diventare gheronti ma fino a questa età gli spartiati erano tenuti all’addestramento militare. L’educazione degli spartiati ü Per esercitare la loro “virtù guerriera” gli spartiati praticavano la Krypteia (assalto furtivo) vale a dire la caccia nel mezzo delle campagne agli iloti che potevano essere uccisi senza alcuna motivazione. Ogni anno infatti i magistrati spartiati dichiaravano formalmente guerra agli iloti così che essi potessero essere uccisi impunemente. I ragazzi, prima di essere ammessi nell’esercito, dovevano dimostrare di saper sopravvivere nei boschi, cibarsi di qualsiasi cosa, difendersi dagli attacchi delle bestie feroci e soprattutto saper commettere un omicidio. Un’altra prova di iniziazione consisteva nella sopportazione del dolore impartito dalle frustate di fronte al pubblico. ü La società degli spartiati era definita degli uguali (omoioi) perché essi dovevano avere le stesse possibilità economiche. Era lo stato che affidava loro le terre in parti uguali e gli iloti come schiavi; la loro condotta di vita doveva essere sobria nel vestire e anche nel mangiare: gli eccessi toglievano il vigore. Un altro valore apprezzato era il silenzio (laconismo spartano) ü Anche le donne erano tenute all’esercizio del corpo per poter concepire figli sani. Godevano di una maggiore considerazione presso gli Spartani, a patto che esse abbracciassero l’ideale virile e marziale dei loro mariti. Limiti della società spartana che portarono al suo declino ü Tendenza all’autoselezione ü Matrimoni tra parenti per mantenere pura la “razza” degli spartiati ü Tendenza a non tramandare notizie sulla loro civiltà e a non dedicarsi alle arti (per noi è difficile ricostruire la storia di questo popolo con fonti dirette) ü Odio provocato tra la classe sociale dei Messeni che finirono per ribellarsi Atene: la storia e la società Ø il primo re di Atene fu l’egizio Cècrope Ø in seguito Tesèo riunì in una sola città attorno all’acropoli le dodici borgate dislocate nel territorio dell’Attica Ø Codro, ultimo re, morì difendendo la città dai Dori Ø l’archeologia conferma che Atene fu città micenea Ø all’inizio la struttura sociale era tribale: 4 tribù, articolate in associazioni di famiglie (le fràtrie), nuclei base della cittadinanza. Al loro interno si distinguevano i ghene, discendenti dalle più nobili famiglie ateniesi e per questo definiti eupatridi, i tiasi cioè le famiglie plebee e gli orgheones che comprendevano anche gli stranieri detti meteci Atene: la storia Ø nella storia di Atene si possono individuare sei periodi principali: periodo monarchico (dal XII sec) leggi di Solone (594 a.c.) leggi di Dracone (621 a.c.) tirannide dei Pisistràtidi (561 – 510 a.c.) riforma di Clistene (508 a.c.) riforma di Pericle (430 a.c.) Le leggi di Dracone (621-620) Ø per la prima volta chi viene accusato di omicidio deve essere giudicato da un tribunale cittadino (la vendetta privata non è più legale) Ø distingue l’omicidio in v volontario, punito con la morte v involontario, punito con l’esilio Ø il tribunale competente è l’Areòpago, cioè l’antico consiglio degli anziani (così chiamato perché si riuniva sulla collina sacra ad Ares) Ø Continua ad essere concesso il “delitto d’onore” Atene: la struttura politica Ø in origine c’era stato un basilèus, ma ben presto gli aristocratici gli affiancarono altri arcònti, cioè «magistrati “: v polemàrco, «che guida la guerra» v epònimo, «che dà il nome all’anno» v sei tesmotèti, « legislatori», che controllano la legalità degli atti dei magistrati e delle delibere delle assemblee Ø Gli arconti finiscono per estromettere dal potere il basileus e Atene si trasforma in un’aristocrazia. Ø in tutto nove magistrati, riuniti nell’Areòpago, governano la città (è una struttura ancora aristocratica) Problemi che Atene doveva risolvere Ø Schiavitù per debiti Ø Mal distribuzione delle terre Ø Estromissione dal potere del demos Ø I ricchi commercianti preferiscono commerciare con l’estero i pochi prodotti che la terra produceva perché il mercato estero era più ricco. Ciò comportava la costante penuria di viveri di prima necessità che venivano venduti a prezzo molto alto La riforma di Solone (594 a. C.) Ø Solone viene nominato «arbitro e legislatore» per pacificare la città che era in preda a rivolte. Ø opera il cosiddetto «scuotimento dei pesi», (seisachtheia) cioè la cancellazione dei debiti, insieme alla proibizione di ridurre in schiavitù per debiti Ø Vieta di commerciare al di fuori dell’Attica prodotti che servivano al sostentamento della popolazione. Favorì invece l’esportazione di prodotti che abbondavano come vino e olio Ø Effettua una riforma dei pesi e delle misure per evitare i brogli. La riforma di Solone Ø riordina la società in base al censo, creando un sistema timocratico, in cui il godimento dei diritti politici dipendeva dal patrimonio fondiario (e non più solo dalla nascita) Ø divide la cittadinanza in quattro classi, in base al reddito fondiario (produzione in grano, misurata in medìmni, unità di misura pari a circa 52 litri). A seconda del loro reddito i cittadini maschi avevano l’obbligo di partecipare all’esercito. v pentacosiomedìmni ⇒ 500 ⇒ 26000 litri (cavalleria) v cavalieri ⇒ 300 ⇒ 15600 litri (cavalieri) v zeugìti ⇒ 200 ⇒ 10400 litri (opliti con armamento pesante) v tèti ⇒ meno di 200 medìmni di grano (rematori) La riforma di Solone Ø Solamente i cittadini delle prime due classi più ricche possono partecipare all’elezione dell’Areòpago ed essere eletti arconti mentre le due classi più povere sono escluse dal governo. Ø crea la elièa, un tribunale popolare i cui componenti erano estratti a sorte fra tutti i cittadini maschi di oltre trenta anni, anche fra le classi più povere. Ø Rimane l’ecclesia, l’assemblea del popolo, con un ruolo puramente formale. Ø si viene a creare un sistema ancora aristocratico, anche se molto più flessibile e aperto di prima La riforma di Solone pentacosio medìmni cavalieri zeugìti tèti AREOPAGO massimo organo di governo Classi senza diritti politici considerevoli ELIEA tribunale del popolo La tirannide di Pisìstrato (560 a. C.) Ø Nobile imparentato con la famiglia di Solone che riesce ad approfittare del malcontento lasciato fra il popolo e la classe media dalla riforma di Solone per prendere il potere, che mantenne fino al 528 a. C. Ø incentiva le classi meno abbienti con grandi lavori pubblici (Acropoli) Ø fonda varie colonie nella Grecia settentrionale Ø costruisce una grande flotta Ø assicura ad Atene la protezione dell’isola di Delo, centro sacro di tutta l’Ellade Ø fa redigere in forma scritta i poemi omerici Ø istituisce le feste Dionisiache, in cui vennero per la prima volta rappresentate commedie e tragedie. Ø In generale capisce l’importanza della cultura per il prestigio di una città La tirannide di Pisìstrato (560 a. C.) Ø nel 528 a. C. prendono il potere i suoi due figli, Ippia e Ippàrco, che, però, governano in maniera dispotica, inimicandosi l’intera popolazione Ø Armòdio e Aristogìtone uccidono Ipparco, e divengono il simbolo della libertà. Dopo l’intervento di Sparta, chiamata dagli aristocratici della città, Ippia fugge e si rifugia presso il re di Persia. La riforma di Clìstene (508 a. C.) Ø l’aristocratico “illuminato” Clìstene pone le basi della democrazia, pensando a una nuova costituzione su base territoriale che ponga fine alle lotte intestine. Ø divide l’Attica in 100 demi, unità territoriali in cui venivano inseriti i cittadini (indipendentemente dal ceto sociale). Ø raggruppa i demi in dieci tribù (phylài) e suddivide ogni tribù in tre sottogruppi, trìttie, non contigue fra loro, ma dislocate in tre zone geografiche (e sociali) differenti. Ø ciascuna tribù è formata da una trìttia di città (formata anche da aristocratici), una trìttia dell’interno (formata da piccoli contadini), una trìttia di costa (formata da commercianti e artigiani). In questo modo Clistene si assicura che ciascuna tribù sia l’espressione di gruppi sociali eterogenei La riforma di Clìstene (508 a. C.) ad esempio la tribù numero otto è costituita da 1 trittia di città 1 trittia di campagna 1 trittia di costa La riforma di Clìstene (508 a. C.) Ø in questo modo in ogni tribù le classi povere hanno la maggioranza nella vita politica (i poveri sono da sempre più dei ricchi!) infatti ci si esprime sulle decisioni da prendere con l’equivalenza 1 tribù = 1 voto Ø Clistene istituisce la bulè, Consiglio dei 500, con funzioni amministrative e di governo, composto da 50 rappresentanti per ciascuna tribù, scelti a sorteggio fra i cittadini di quella stessa tribù periodicamente. Ø l’Areopago perde buona parte delle sue prerogative (mantiene la qualità di tribunale che giudica i delitti di sangue). L’ecclesìa di Clìstene (508 a. C.) Ø è l’assemblea popolare a cui partecipano TUTTI i cittadini Ø all’inizio ha pochi poteri e si riunisce dieci volte all’anno, ma ben presto aumentano i poteri e quindi le riunioni diventano anche quaranta all’anno (su 52 settimane!) Ø l’assemblea ha competenza su v politica estera v nomina degli arconti e degli strateghi v ha il potere giudiziario attraverso il tribunale dell’Eliea v stabilisce e vota leggi e decreti v istituto dell’ostracìsmo che consiste nella possibilità di scrivere su un ostrakon (coccio) il nome di colui che era ritenuto responsabile di cospirare contro la democrazia. L’ostracismo veniva votato in un’assemblea che, data l’eccezionalità della materia, era valida solo se vi partecipavano almeno 6000 cittadini. Presto però questa istituzione venne usata per far fuori gli avversari politici. Infatti le persone ostracizzate venivano allontanate da Atene e condannate all’esilio. LIMITI DELLA DEMOCRAZIA ATENIESE Ø Quello di Clistene rappresenta il primo tentativo di a t t u a r e u n a d e m o c ra z i a d i r e t t a ( l a n o s t ra è rappresentativa) in Grecia e il più avanzato, ma esso presenta comunque dei limiti molto importanti: Ø Le donne non hanno diritti politici Ø Schiavi e stranieri (meteci) non hanno diritti politici Ø Solo chi è nato da due genitori ateniesi può essere considerato cittadino ateniese Ø In sostanza era considerato cittadino, e aveva quindi diritti politici attivi e passivi, l’ateniese figlio di ateniesi, maschio, di 18 anni. Ø Un altro problema che sarà subito evidente è l’impossibilità delle classi meno abbienti di lasciare i campi e le attività per partecipare gratuitamente alla vita politica o ricoprire una magistratura