AeP
Adolescenza e Psicoanalisi
già Adolescenza e Psicoanalisi
rivista fondata da Arnaldo Novelletto
SESSUALITÀ
anno X – numero 2 – novembre 2015
Sommario
Sessualità
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Gianluigi Monniello
ARTICOLI ORIGINALI
LA COSTRUZIONE DELL’IDENTITÀ (SESSUATA)
IN ADOLESCENZA
15
Maurice Corcos
CRESCERE SOTTO LO SGUARDO
DI UN FRATELLO PERVERSO
35
Maria Antonietta Fenu
CHE DIRE DEL SUCCHIOTTO?
53
Marina Sapio
L’AMORE AL TEMPO DEI PAPAVERI
Paure e passioni nell’amore adolescente
59
Giovanna Montinari
IDENTITÀ SESSUALITÀ NELL’ADOLESCENTE
CON DISABILITÀ INTELLETTIVA
69
Monica Santacroce
EMERGENZA SESSUALITÀ IN UNA PRIMO-ADOLESCENTE 79
Daniele Biondo, Fabrizia Di Lalla, Giuditta Sestu
ARTICOLO DEL MAESTRO
«SI ACCORSERO DI ESSERE NUDI»
Differenza e complementarità dei sessi in adolescenza
99
Philippe Gutton, Annie Birraux
7
APPORTI CLINICI
TRANSIZIONE DALLA TARDA ADOLESCENZA
ALLA GIOVANE ETÀ ADULTA
113
Pier Giorgio Laniso
Rubriche
CORRISPONDENZA DI PHILIPPE GUTTON
SESSUALE E SESSUATO
135
Philippe Gutton
PER AIUTARLI A CRESCERE
SFIORARE LA MORTE. FERITE DEL CORPO,
FERITE DELLA MENTE
Riflessioni sugli adolescenti autolesionisti
141
Anna Pisciotta
I SOGNI AL DI QUA DELLA SCRIVANIA
161
Diana Burratti
ALTRI PUNTI DI VISTA
BREVI NOTE SU VERGINE GIURATA (2015)
183
Maria Francesca Natali
LA BIBLIOTECA DI AeP. RECENSIONI
(a cura di) Massia S., Il pensiero di François Ladame
sull’adolescenza. Seminari e scritti psicoanalitici
189
Maria Patti
(a cura di) Baldini T. Il miracolo della nascita del sé.
Dal respiro al mondo interno
Daniele Biondo
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SESSUALITÀ
Gianluigi Monniello
La sessualità esercita ancora la stessa spinta vitale e trasformativa, lo
stesso fascino e la stessa curiosità di un tempo sull’adolescente contemporaneo? C’è infatti da chiedersi quanto la sessualità infantile, da
non confondere con la sessualità del bambino, resti a garanzia della
ricchezza della vita fantasmatica e mantenga la forza propulsiva inconscia sempre estranea, inquietante, fonte di passione e garante di un
certo grado di anticonformismo. È innegabile che nella nostra epoca la
diffusa esibita esposizione alle svariate manifestazioni della sessualità,
il facile accesso a immagini esplicite di sesso, per fini commerciali, di
mercato, così come l’intimità dei corpi venduta come merce, il facile accesso e la divulgazione, attraverso i social network, di immagini a carattere sessuale brutali e violente, mettono a dura prova la vita immaginativa relativa alle fantasie sessuali di ciascuno, quali fonti della
realtà psichica.
In quanto psicoanalisti di adolescenti siamo chiamati a riflettere su
quanto la sessualità può ancora rappresentare la principale chiave di
volta per accostarsi al disagio psichico adolescente, e un possibile affidabile indicatore della psicopatologia in divenire. La psicoanalisi dell’adolescente in considerazione della metamorfosi puberale esplora la
qualità del lavoro di rappresentazione della genitalità e della potenzialità orgasmica e il grado di acquisizione del valore della complementarità dei sessi. Inoltre ridà voce al valore inconscio del sessuale, quale
origine dell’intrapsichico, del relazionale, dell’intersoggettivo.
Infatti la seduzione sessuale, che ha caratterizzato gli studi sull’isteria, alla luce dei contributi di Laplanche (1987) va considerata all’opera fin dall’inizio della vita. Il concetto è quello delle seduzione generalizzata che assegna il ruolo di prima seduttrice alla madre. Quest’ultima, portatrice inconsapevole del suo linguaggio sessuale, della sua
passione, traccerebbe le basi dell’inconscio sessuato del neonato. La
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Sessualità, n. 2, novembre 2015
qualità di questa infiltrazione sessuale traccerebbe i contorni della
sessualità del nascituro. Le cure materne costituirebbero dunque le
prime esperienze di seduzione e pertanto la pulsionalità materna si
caratterizzerebbe come traccia originaria e indelebile.
Dunque, non si tratterebbe più solamente della sessualità infantile, edipica, ma di riconoscere che anche la madre/ambiente descritta
da Winnicott non può che essere informatrice di sessualità. Costituirebbe in ultima analisi l’essenza di «quel primo amore che non si scorda mai!». La sessualità si aggiunge al linguaggio della tenerezza o piuttosto della sensualità/sessualità che precede e fa intuire la sessualità
che verrà nelle sue forme genitali. Centrale risulta la distinzione tra
sessuale infantile e genitalità, intesa come il primato della zona genitale. Del resto l’elaborazione dell’infantile sessuale è cruciale nel trattamento dell’adolescente. Il rischio che può delinearsi è allora quello
di non considerare a sufficienza quanto la sovraesposizione, l’estensione manifesta e agita della sessualità nella contemporaneità possa
alimentare e prolungare l’infantile sessuale, ritardando la genitalità
vera e propria e la sua rappresentazione.
D’altronde come non riconoscere il significato sessuale di tante
espressioni dell’adolescente, che vanno alla ricerca di una loro denominazione, nel corso della cura e attraverso il transfert, e riservare
loro la dovuta attenzione così da rimettere in moto la sessualità infantile edipica non vissuta a sufficienza e colmare ed elaborare le falle
preedipiche? La pulsionalità ha necessità di fluire, grazie alla presenza dello psicoanalista, verso la processualità del pubertario e l’appropriazione del corpo sessuato da parte dell’adolescente.
Scrive Freud (1905): «Tutti i disturbi morbosi della vita sessuale
sono da considerare a buon diritto come inibizioni dello sviluppo» (p.
505). Potremmo, oggi, anche capovolgere questa affermazione segnalando come «tutte le inibizioni dello sviluppo siano da considerare come
disturbi morbosi della vita sessuale», nel senso che la vita sessuale, per
poter giungere al primato della zona genitale, richiede una progressiva
appropriazione soggettiva dei vissuti corporei (dal funzionamento sensomotorio, alla percezione, alla rappresentazione) e dei processi autoosservativi e autoriflessivi. Attualmente possiamo sostenere come la
vita sessuale (o sensuale) sia presente dall’inizio dell’esistenza del nascituro e che quindi la madre/ambiente, l’ambiente esterno svolgano
un’azione di influenzamento costante sul suo costituirsi.
Pertanto il proprio sé, o sentimento di continuità d’essere di ciascuno, si sviluppa. Il sé è fin da subito sessuato. Non c’è un sé neutro che diventerà secondariamente sessuato. Dato che l’unità primiti-
Sessualità
Gianluigi Monniello
va è la diade madre/bambino o genitore/bambino, il bambino ha un
sé sessuato: nella testa dei suoi genitori e di tutti coloro che lo circondano, il suo sesso è presente; non è solo un lattante, ma è un maschio
o una femmina. Inoltre per designare ciò che segna la divisione della
specie umana in due sessi abbiamo bisogno di due aggettivi: sessuato, per designare ciò che fa riferimento alla divisione della specie umana in due sessi, e sessuale, per designare ciò che fa riferimento al congiungersi dei sessi, la sessualità, le relazioni sessuali. Possiamo pertando parlare di un’identità sessuata in riferimento alla biologia, alla
psicologia e alla sociologia. C’è poi un orientamento sessuale che è definito dalla scelta eterosessuale, omofilica o bisessuale del partner.
La condizione umana è difficile. La scoperta che esistono due sessi è traumatica. È necessario un lungo processo nel corso della vita per
comprendere che uomini e donne vivono la stessa condizione umana,
anche se la vivono a partire da un differente vissuto del proprio corpo;
tutto ciò a condizione che la società non aggiunga un’ineguaglianza
che non ha alcun fondamento in natura. Ogni bambino si appoggia sul
gruppo dei pari per confrontarsi nella propria identità. È con i propri
genitori, in interazione con loro che si è formata la sua identità sessuata, il suo sentimento di appartenere a uno dei due sessi. A questo
proposito per molti sarebbe utile parlare di identità di genere e riconoscere la peculiarità della disforia di genere.
Per quanto riguarda la complessità delle forme attuali nelle quali si
dispiega la sessualità, fino a giungere alla disforia di genere, è necessario riflettere e confrontarsi con le molte possibili trasformazioni alle
quali il corpo biologico può essere sottoposto e alla sessualità, alla vita
amorosa e genitoriale tra due persone dello stesso sesso. A tale proposito penso possa essere evocativa, soprattutto alla luce di determinati
vissuti di controtransfert ai quali si è talvolta esposti quando è presente la sofferenza psichica, una specifica esperienza soggettiva, peculiare di una forma specifica di disturbo del sonno. Mi riferisco alla paralisi del sonno in cui, nel momento prima di addormentarsi o, più spesso al risveglio, ci si trova impossibilitati a muoversi. La sua durata è di
pochi secondi e il vissuto prevalente è caratterizzato da una discordanza tra mente e corpo, tra funzionamento mentale, che resta attivo e cosciente, e funzionamento corporeo, che permane in uno stato di riposo, tanto da non poter essere messo in movimento. Questa condizione
induce sgomento e angoscia nella persona che la sperimenta, ma è destinata comunque a risolversi in pochissimi secondi. Così, anche certi vissuti relativi a un delicato impatto con determinate dimensioni
sessuali pubertarie possono produrre sorpresa e disorientamento, ma
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Sessualità, n. 2, novembre 2015
poi possono ritrovare un decorso naturale ed essere oggetto di riappropriazione soggettiva da parte dell’adolescente o del giovane adulto. La
tenuta, improntata alla «genitalità», dell’ambiente terapeutico proposto
dalla persona dello psicoanalista è ovviamente essenziale.
I lavori presenti in questo numero di AeP trattano alcuni temi che
la sessualità risveglia e sollecita in adolescenza. Molte altre questioni
avrebbero potuto essere esplorate riguardo a questa fonte inesauribile di vita. AeP se ne occuperà nuovamente. Il lettore troverà comunque
la messa a fuoco di alcuni aspetti cruciali della sessualità. L’articolo
del Maestro ripercorre i passaggi cruciali dello sviluppo psicosessuale
e le principali articolazioni tra sessualità infantile e pubertario. Le altre riflessioni proposte sono l’espressione dell’esperienza clinica degli
Autori. La sessualità resta un naturale antidoto a una visione troppo
programmata e codificata della vita umana.
In conclusione quanto è condiviso e sottolineato è che la sessualità,
nella vita quotidiana dell’adolescente, anche quando è consumata rapidamente, per il suo profondo e stretto legame con l’originario non
può comunque essere ridotta a oggetto di consumo, ma mantiene ed è
portatrice di inesauribili potenzialità creative.
Bibliografia
FREUD S. (1905). Tre saggi sulla teoria sessuale. In: OSF, Vol. 4. Torino:
Boringhieri, 1970.
LAPLANCHE J. (1987). Nuovi fondamenti per la psicoanalisi. Roma: Borla,
1989.
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