aggiornamento frutticolo fine stagione

ASSOCIAZIONE REGIONALE
GRUPPI COLTIVATORI
SVILUPPO del PIEMONTE
Supplemento a Coldiretti Informa n.
28
del
04/10/2011
Dir. Amm. B. Rivarossa - Dir. Resp. M. Pellegrino - Poste Italiane - Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)1
art. 1, comma 2, DCB/CN Filiale di Cuneo Stampa in proprio Editore Federazione Provinciale Coltivatori Diretti di Cuneo
FEASR
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe
nelle zone rurali
Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 – Misura 111.1
Sottoazione B) Informazione in campo agricolo
In collaborazione
Settore frutticolo
AGGIORNAMENTO FRUTTICOLO
FINE STAGIONE
AVVERSITA’ DEL MOMENTO
DISERBO AUTUNNALE
INTERVENTI DI FINE STAGIONE FRUTTIFERI
DEPERIMENTO DEI FRUTTIFERI
CONCIMAZIONE FRUTTIFERI
DIFESA GELO ACTINIDIA: ESPERIENZE ANNO 2010 - 2011
Diversamente,
DISERBO AUTUNNALE
La gestione della cotica erbosa
produzione,
data
lignificazione,
si
la
loro
riduce
buona
fortemente
il
fenomeni
di
sia per garantire un agevole accesso
fitotossicità e di conseguenza le tecniche
all’impianto sia per limitare la presenza
non
d’insetti
sempre a ragione, trascurate a favore
ricovero
nelle
chimiche
in
in
rischio
trovano
incorrere
impianti
nei frutteti è particolarmente importante
che
di
negli
spesso
vengono,
malerbe (Ostrinia nubilalis ecc) ed infine
delle tecniche
chimiche
per
più
e
ridurre
vegetazione
Come
la
competizione
spontanea
noto,
e
negli
tra
la
la
di
risultano
più
semplice
esecuzione.
coltura.
impianti
rapide
che
non
in
cotico
Il contenimento delle malerbe è
alle
stata una tematica affrontata dal CReSO
lavorazioni meccaniche e l’utilizzo di
in un’apposita prova durata 3 anni e
diserbanti chimici risulta integrativo e
conclusasi nel 2010. Nell’ambito di questa
attuabile
sono
allevamento
erboso
la
sul
gestione
filare
con
tutta
è
del
affidato
una
serie
di
stati
sperimentati
e
messi
a
confronto alcuni p.a. residuali, autorizzati
precauzioni.
su fruttiferi in fase di allevamento, e il
sistemico di riferimento cioè il glifosate. I
risultati completi della prova sono presenti
sul sito www.cresoricerca.it. e le principali
indicazioni emerse sono riassumibili nei
seguenti punti:
nel
corso
evidenziata
miscela
della
prova
un’ottima
glifosate
è
stata
azione
della
+
residuali
(oxifluorfen); in questo caso l’azione
sistemica
vegetazione
del
glifosate
presente
è
sulla
risultata
complementare a quella antigerminello
degli erbicidi residuali garantendo un
buon risultato diserbante per un lungo
Fig. 1: operazioni di sfalcio nel sottofila di un meleto
periodo di tempo;
in fase di allevamento
2
la
miscela
glifosate
+
erbicidi ad azione fogliare (glifosate)
residuale
applicata in primavera, è risultata più
con
efficace rispetto alla stessa miscela
essere
distribuita in autunno;
contenere
il
solo
glifosate
emergere
glifosate
-
e
la
pendimetalin
un’elevata
epilobium
spp.,
fatto
presenza
specie
prodotti
residuali
pare
buona
strategia
per
una
lo
sviluppo
della
flora
infestante nel sottofila e consente di
miscela
ha
alcuni
evitare l’affermarsi di specie di difficile
di
controllo.
poco
sensibile al glifosate;
il
carfentrazone
glifosate
in
si
è
miscela
con
STRATEGIA
dimostrato
DA
UTILIZZARE
IN
AUTUNNO
particolarmente interessante poiché ha
Per contenere al meglio le erbe
fatto registrare una buona efficacia e
soprattutto, essendo un prodotto ad
infestanti
assorbimento fogliare, possiede un
fondamentale intervenire in primavera ed
profilo ambientale migliore rispetto ai
in autunno. Nel corso della stagione
residuali;
vegetativa sono necessari altri interventi
nei confronti delle infestanti perenni, le
(1
-
2)
in
e
un
il
frutteto
loro
numero
risulta
dipende
soluzioni più efficaci risultano essere le
dall’andamento climatico più o meno
miscele di un p.a. residuale + glifosate
favorevole allo sviluppo del cotico erboso.
(es. oxyfluorfen + glifosate) distribuite
Di seguito si riportano alcuni consigli
in primavera;
applicativi per l’intervento da eseguirsi
il doppio intervento con glifosate ha
nella prossima fase autunnale sulla base
della tipologia d’impianto:
garantito un buon contenimento delle
malerbe, ma in questo caso è stato
1. Negli
necessario effettuare 2 trattamenti a
impianti
produzione
consiglia
con le miscele glifosate + residuali;
raccolta, all’applicazione di glifosate
presenza
delle
infestanti
procedere,
dopo
si
fronte di un solo intervento realizzato
la
di
in
la
avendo cura di eseguire il trattamento
nel
testimone non diserbato non hanno
con
condizioni
avuto effetto negativo sulla produzione
evitando
dell’impianto.
giornata. In miscela al glifosate è
le
ore
ambientali
più
calde
idonee
della
possibile, dove consentito, utilizzare i
p.a. MCPA o carfentrazone i quali
In conclusione, l’integrazione di
3
mantenere
fungono da attivatori del glifosate e ne
una
velocità
di
aumentano l’efficacia. Onde evitare
avanzamento della trattrice tra 4 - 6
probabili fitotossicità si consiglia di
km/h;
eliminare preventivamente i polloni
è possibile utilizzarlo in miscela con
e di operare con la massima cautela
glifosate per completarne lo spettro
allo scopo di non colpire le parti
d’azione alla dose di 0.3 l/ha;
verdi della pianta.
Negli
2. Negli impianti in allevamento (fino a
impianti
sconsiglia
di
in
allevamento
utilizzare
in
si
questa
3 anni di età) si consiglia utilizzare il
fase p.a. antigerminello (residuali) in
p.a. carfentrazone, unico sostituto del
quanto la loro azione risulta migliore
glufosinate ammonio il cui utilizzo al
se applicati ad inizio stagione prima
momento
della ripresa vegetativa delle piante.
rimane
sospeso,
e
che
risulta attivo sulle infestanti a foglia
larga.
LA TECNICA DELLA SCALZATURA
Per quanto riguarda le modalità
MECCANICA
applicative del carfentrazone si ricorda:
utilizzare
un
volume
di
acqua
E’ una pratica sempre attuale la
distribuito per ettaro di frutteto: almeno
quale combina il controllo delle malerbe
250 - 300 l/ha;
con
un
ottimo
arieggiamento
degli
utilizzare ugelli a fessura, ventaglio o
apparati radicali delle piante e lotta
specchio, eccentrici o a induzione
indiretta a topi e arvicole. Essa risulta
d’aria (ugello a bassa deriva) con
attuabile su pesco e actinidia mentre su
angolo di spruzzo di 80° e con foro
melo,
non inferiore a 0,4 mm;
nanizzanti, è quasi sempre inapplicabile.
utilizzare la pressione indicata sulla
in
presenza
di
portainnesti
Essa è applicabile sia negli impianti in
allevamento sia quelli in produzione.
scheda tecnica dei diversi ugelli;
CON QUESTO ANDAMENTO CLIMATICO MOLTO SECCO E’ CONSIGLIATO
POSTICIPARE IL DISERBO DOPO LE EVENTUALI PIOGGE
ALTRIMENTI SI RISCHIA LA NON RIUSCITA DEL DISERBO.
4
Tabella 1: p.a. disponibili, dosi e colture autorizzate
PRINCIPI ATTIVI
GLIFOSATE
al 30,4%
PENDIMETANIL
al 38.72 %
OXIFLUORFEN
al 23,6%
MCPA al 25%
CICLOSSIDIM
al 10,9 %
DOSI
COLTURE AUTORIZZATE
ACTINIDIA, ALBICOCCO, SUSINO,
8 lt/ha/anno
PESCO, CILIEGIO, MELO, PERO,
Solo nei primi 3 anni di allevamento su:
2 lt/ha/intervento
MELO, PERO, PESCO E ALBICOCCO
ALBICOCCO, SUSINO, PESCO, CILIEGIO,
2 lt/ha/intervento
MELO, PERO
1,5 lt/ha/anno
MELO, PERO
2 - 4 lt/ha/intervento
ALBICOCCO, MELO, PERO, PESCO
1 lt/ha/anno impianti
CARFENTRAZONE
in produzione
al 6,45%
2 lt/ha/anno impianti
ACTINIDIA, MELO, PERO, PESCO,
SUSINO, dose per singolo intervento
0,3l/ha.
in allevamento
FLUROXYPIR
al 20,60%
OXADIAZON
al 34,1%
FLUAZIPOP-PBUTILE al 13.4 %
POMACEE
1,5 /ha/anno
(max 1 tratt anno)
Solo nei primi 3 anni di allevamento su:
ACTINIDIA, ALBICOCCO, SUSINO,
4 lt/ha/intervento
PESCO, MELO, PERO
2 lt/ha/anno
CILIEGIO, PESCO
5
INTERVENTI DI FINE STAGIONE
Nonostante l’andamento climatico
evidenziato nel corso di questi ultimi
di questo ultimo periodo non faccia
anni come l’infezione degli impianti
presagire l’avvio della fase autunnale con
del nostro areale sia da imputare
temperature fresche e le consuete piogge
prevalentemente
equinoziali risulta necessario pianificare
vivaistico infetto oltreché ad incaute
gli “interventi di fine stagione” sia su
operazioni di innesto fai da te. Si
drupacee sia su pomacee. In questo
segnala infatti che molti dei nuovi
momento
impianti, pur in assenza di sintomi,
stiamo
vivendo
una
fase
a
climatica anomala, con temperature sopra
presentano
la media e con un deficit idrico inconsueto
percentuali
per il periodo. Proprio la mancanza di
campioni positivi alla presenza del
piogge impegna a mantenere uno stato
fitoplasma.
idrico
del
terreno
adeguato
l’unica
(in
già
al
materiale
primo
anno
ragguardevoli
di
possibile
misura
è
particolare gli impianti in fase di
l’identificazione dei soggetti colpiti con
allevamento) evitando stress idrici alle
il
piante senza eccedere con gli apporti
estirpo. A tale proposito si ricorda che
onde
è importante il totale estirpo in quanto,
evitare
eventuali
danni
da
freddo.
conseguente
loro
immediato
data la sistemicità del patogeno,
anche i ricacci di piante colpite, per
quanto basso sia il punto di taglio,
DRUPACEE
risultano irrimediabilmente infetti.
Fitoplasmi (Susino e Albicocco)
per questa patologia non esistono
interventi chimici atti a controllarne
lo sviluppo, infatti la ridottissima
presenza
dell’unico
vettore
noto,
Cacopsylla pruni, riduce la possibilità
del
contenimento
attraverso
il
controllo del vettore.
Albicocco colpito da fitoplasma (sintomo estivo)
l’attività sperimentale del CReSO ha
6
Batteriosi (Pseudomonas syringae pv.
copertura costante sulla vegetazione
syringae – Xanthomonas pruni pv.
in base al dilavamento subito dal
arboricola)
prodotto.
In
concomitanza
con
periodi molto piovosi è consigliabile
della
Questa patologia, assieme al virus
eseguire
Sharka,
garantendo
rappresenta
la
causa
più
interventi
alla
pianta
ravvicinati
la
dovuta
principale di moria per l’albicocco. Anche
protezione. Inoltre, va da sé che
in questo caso non si è a conoscenza di
in presenza di periodi secchi, meno
prodotti curativi e quindi ci si affida alla
favorevoli al patogeno il quale è si
prevenzione
termofilo ma necessita di un UR
piante
e
l’eradicazione
deperienti.
infezioni,
Contro
causate
delle
queste
elevata
per
insidiarsi,
la
difesa
dovrà essere meno incisiva.
essenzialmente da
batteri del genere Pseudomonas per
l’albicocco
e
pesco
e
Albicocco
Xanthomonas
per pesco e susino, rimane valida, fra
Fattori predisponenti la malattia:
le
-
azioni
preventive,
quella
con
prodotti rameici.
basse temperature; il batterio si
comporta come patogeno solo a
temperature al di sotto dei 20° C Il
Strategia preventiva consigliata
freddo non solo facilita l’ingresso del
Pesco e Susino
batterio, ma ne amplifica il danno
-
1° intervento da eseguire a partire
mediante un “effetto spugna” di gelo e
da
rame
disgelo: la maggiore idratazione dei
metallo a dosaggi contenuti 50 g/hl
tessuti dell’albero nei mesi autunno-
(Es. 250 – 300 g di Poltiglia Bordolese
invernali predispone ad un aumento
20% ecc).
della gravità della patologia
-
-
fine
di
settembre
con
2° intervento da eseguirsi 10 giorni
-
a parità di apporti idrici si ha una
dopo il primo allo stesso dosaggio
maggiore idratazione dei tessuti in
3° intervento da eseguire a caduta
autunno - inverno nei terreni sciolti
foglie raddoppiando il dosaggio sopra
sabbiosi
indicato.
dove la malattia si insedia più
e
ricchi
di
scheletro
facilmente
Si
ricorda
che
essendo
-
il
una pianta potata in inverno ha i
rame un prodotto preventivo risulta
tessuti più idratati rispetto ad una non
molto
potata.
importante
garantire
una
7
Come già detto in precedenza, in
presenza
di
periodi
secchi,
poco
favorevoli al patogeno, non risulta
necessario intervenire. Diversamente,
con piogge abbondanti e frequenti è
essenziale mantenere una costante
copertura con prodotti rameici.
Cancri rameali (Pesco)
Negli impianti colpiti è importante in
questo periodo iniziare un ciclo d’interventi
con rame metallo a dosaggi di 100 g/hl
Emissione collosa da tronco di albicocco colpito da PSS
(Es. Poltiglia bordolese 20% ecc: 600 g/hl,
Azioni preventive
almeno
-
Provvedere alla protezione delle
autunnale).
piante effettuando imbiancature del
intervento con rame metallo deve essere
tronco o utilizzando protezioni che
effettuato alla completa caduta foglie alla
riducano
dose di 200 g/hl di p.a. (Es. Poltiglia
gli
(fondamentale
sbalzi
per
termici
impianti
dal
2
applicazioni
nel
periodo
Si
che
l’ultimo
bordolese ecc: 1000 g/hl)
primo anno fino al quarto/quinto
anno).
-
Scelta appropriata dei portainnesti
con punto d’innesto il più alto
possibile.
Interventi chimici
-
ricorda
Effettuare interventi rameici a partire
dal periodo di pre-caduta foglie con
rame metallo a dosaggi di 70 g/hl
(Es. Poltiglia Bordolese 20% ecc: 350
g/hl) per arrivare a 200 g/hl (rame
metallo) nell’ultimo trattamento.
Evidente cancro su fusto
8
Deperimento del pesco
ticchiolatura favorisce una più veloce
disgregazione
Come per il melo anche per gli
maggiore
impianti giovani di pesco, in particolare
presente.
negli
ultimi
estinzione
ed
una
dell’inoculo
state
numerose
piante
ATTENZIONE sul gruppo Gala e Red
imputabili a fenomeni di deperimento le
Delicious, secondo le indicazioni del
cui cause saranno esposte più avanti
C.E.T.A.
su melo.
Nectria galligena tale trattamento può
morie
anni,
foglie
sono
osservate
2
delle
di
francese
in
presenza
di
favorirne lo sviluppo.
In ragione delle perdite osservate,
al fine di limitare al minimo ulteriori
danni,
si
consiglia
di
effettuare
in
MARCIUME DEL COLLETTO (MELO -
questo periodo sugli impianti in fase di
PERO)
allevamento un trattamento con concimi
fogliari a base di fosfiti di potassio
(Alexin
ecc) al fine
produzione
di
di stimolare
fitoalessine
Negli impianti colpiti, in particolare
la
in
all’interno
presenza
di
portainnesti
sensibili
(MM106) intervenire prima della caduta
delle piante.
delle foglie, quando vi è ancora attività
linfatica,
con
fosetyl
alluminio
o
metalaxil.
POMACEE
APPORTO
AZOTO
VIA
NECROSI BATTERICA DELLE GEMME
FOGLIARE
E DEI FIORI DEL PERO
(MELO - PERO)
Terminate le operazioni di raccolta
consiglia,
in
modo
particolare
si
Contro
negli
questa
avversità
si
impianti in cui la produzione è stata
consiglia di intervenire ad inizio caduta
elevata,
intervento
foglie con un ciclo di 2 – 3 trattamenti con
fogliare con urea al 3%; l’apporto
prodotti rameici (Dose di rame metallo
dell’azoto in questo periodo permette alle
compresa tra 150 – 200 g/hl). Oppure,
foglie di traslocare questo elemento nei
nel caso si debba intervenire per il
tessuti di riserva. Inoltre questa pratica in
controllo del marciume del colletto è
tutti i meleti dove vi sono stati attacchi di
possibile effettuare un trattamento prima
di
eseguire
un
9
della caduta delle foglie quando vi è
di metallo le zone legnose imbrunite e in
ancora
fosetyl
seguito coprire le ferite con Sali di rame
alluminio avente un’attività collaterale
liquido non diluito oppure mastici idonei.
con l’avversità in questione.
Le branche gravemente colpite devono
attività
linfatica
con
essere asportate completamente.
CANCRI RAMEALI (Nectria spp.)
PROTEZIONE DALLE LEPRI
Nei meleti dove si è accertata la
presenza e comunque in tutti quelli colpiti
Negli areali in cui vi è una
da grandine si consiglia di attuare le
massiccia presenza di questo animale
seguenti misure di profilassi:
si ricorda la necessità di proteggere
gli
1. A
RACCOLTA
ULTIMATA:
impianti
in
allevamento
dagli
attacchi di lepri e mini lepri, tanto più
Intervenire con rame metallo alla
pericolosi
dose di 160 g/hl (Es. 800 g di
consiglia di adottare reti metalliche o
Poltiglia Bordolese 20% ecc).
di plastica con le quali proteggere il
2. DOPO
CIRCA
UN
MESE
(fine
in
caso
di
nevicata.
Si
tronco delle piante, o di provvedere
ottobre): Intervenire con rame metallo
ad
applicazioni
localizzate
alla dose di 200 g/hl (Es. 1000 g di
prodotti
Poltiglia Bordolese 20% ecc).
polisolfuro di Ca o tiram.
repellenti
come
con
il
3. A COMPLETA CADUTA FOGLIE:
Intervenire con rame metallo alla
dose di 200 - 300 g/hl (Es. 1000-
LOTTA ALLE ARVICOLE
1500 g di Poltiglia Bordolese 20%
ecc).
L’esiguità di prodotti registrati su
queste specie di topi e la difficoltà di
un’adeguata
distribuire in modo capillare le esche
bagnatura con volumi non inferiori ai 1200
alimentari mantengono questo problema
l/ha.
sempre attuale e complesso.
N.B.
Si
raccomanda
Dove vi sono cancri già insediati sul
Da un punto di vista curativo
legno vecchio, è buona pratica risanare la
l’unica difesa attuabile resta quella a base
pianta cercando di eliminare con spazzole
di grano imbevuto di Bromadiolone.
10
Provvedere nei casi più gravi a
Le arvicole (Microtus savii e
Arvicola Sherman), avendo natura ben
lavorazioni
diversa
fine di distruggere le eventuali tane
dai
casalinghi,
comuni
evitano
ratti
e
qualsiasi
topi
esca
leggere
dell’interfila
al
presenti.
Durante la distribuzione di letame,
alimentare di aspetto non naturale e
quindi qualsiasi tipo di bustina o
habitat
ottimale
per
le
arvicole,
pastiglia.
procedere al mescolamento di questo
con il terreno.
Applicare
le
avvelenate
esche
con
alimentari
Bromadiolone
disponendole nel maggior numero
possibile di fori di apertura delle
tane che dovranno subito essere
richiuse con terra. Da osservazioni
CReSO
è
altresì
consigliabile
distribuire le esche avvelenate negli
appezzamenti
contigui
a
quelli
colpiti.
Oltre alle esche avvelenate risulta
utile distribuire concime a base di
calciocianamide
Danno da arvicola su apparato radicale
la
quale
agisce
come repellente. Presentando questo
Vista l’impossibilità di applicare
prodotto caratteristiche di tossicità,
una lotta chimica adeguata si ricorda che
prestare
attenzione
nella
le misure preventive elencate di seguito
distribuzione. Essendo un fertilizzante
rivestono un ruolo molto importante e
si dovranno conteggiare le unità di
spesso determinante al fine di ridurre al
azoto (Titolo 20/0/0).
minimo i danni derivanti da questi roditori:
Mantenere in autunno il sottofilare
pulito
dalle
infestanti
attraverso
DEPERIMENTO DEL MELO
un’ultima applicazione di diserbante.
Dopo
eliminare
Questo fenomeno, ha generato
completamente le mele cascolate dal
nelle ultime 2 annate gravi danni sia su
frutteto.
impianti in allevamento sia per alcuni
la
raccolta
11
impianti
già
in
piena
l’attenzione su alcuni punti:
produzione
le
favorire
cultivar del Gruppo Gala ma anche altre
radicale
appartenenti ai gruppi di Golden e Red
carichi produttivi troppo elevati
interessando
in
modo
particolare
al
delle
nelle
fenomeno
invernale
ne
un
vede
alleato
amplifica
nel
di
freddo
strategico
l’effetto
l’insediamento
quali
lo
sviluppo
piante
evitando
corretta gestione della potatura
Delicious.
Il
meglio
lo Pseudomonas
allevamento:
vigorose
che
mantenimento di un buon livello
criofili
syringae
di
eliminazione di branche troppo
favorendo
batteri
fasi
nutrizionale ed idrico
in autunno al fine di favorire la
pv
syringae.
caduta delle foglie
ovvero
un
anticipo del riposo vegetativo si
E’
bene
ricordare
che
tale
consiglia di effettuare un ciclo di
fenomeno è determinato solo in parte
3
dal batterio sopra citato ma risulta
giorni uno dall’altro con rame
spesso
metallo alle seguenti dosi: 160 –
favorito
da
precisi
fattori
predisponenti quali:
distanziati
di
7
200 – 300 g/hl.
•
terreni sciolti ricchi di scheletro
•
suoli poveri di nutrienti
•
successioni
•
trattamenti
melo
Negli areali particolarmente freddi e
dopo
in
melo
tutti quei casi dove
(reimpianti)
presenti
i
fattori
condizioni climatiche avverse (freddo
sopra
invernale)
autunno
con
tronco:
pratica
elencati
vi sono
predisponenti
procedere
in
l'imbiancatura
del
utile
ma
non
risolutiva. La miscela da preparare
deve essere in linea di massima
Azioni preventive
costituita da:
Gestione attenta ed oculata degli
Vernice bianca trasparente per
esterni (Es.10 lt)
impianti in fase di allevamento; le
anni),
Vinavil o colla vinilica (1 kg)
come già detto, risultano le più
Rame Bianco (500 – 800 g)
interessate
Acqua
giovani
piante
da
(sino
ai
questo
3
fenomeno,
soluzione)
risulta quindi doveroso focalizzare
12
(25
–
30%
della
ripartenze della vegetazione è importante
non eccedere nelle quantità o eseguire
apporti molto tardivi: non superare le 30
unità di azoto ad ettaro.
Come
già
precedentemente
accennato è consigliabile, subito dopo
raccolta, procedere ad un intervento con
urea al 3% (distribuendo 15 hl di miscela
per ettaro si apportano circa 20 kg di
Impianto interessato dal fenomeno del deperimento del
melo: evidente moria di numerose piante
azoto) che va conteggiato nel bilancio
complessivo degli apporti fertilizzanti (70
CONCIMAZIONE AUTUNNALE
kg/ha/anno per N).
Azoto
Fosforo e Potassio
A fine estate – inizio autunno si
entra in quella fase in cui le piante
Nei terreni di medio impasto nei
iniziano ad accumulare le riserve nutritive
quali la lisciviazione risulta contenuta si
che saranno utilizzate per i processi di
possono
fioritura e allegagione nella successiva
valutando con attenzione, previo riscontro
stagione.
analitico, l’effettiva esigenza richiesta dal
distribuire
questi
elementi
terreno in particolare per quanto riguarda
Risulta quindi molto importante
il fosforo la cui dotazione potrebbe già
assicurare alle piante una disponibilità di
essere sufficiente specie se si è già
elementi nutritivi ottimale: questo discorso
provveduto
vale in modo particolare per l’azoto il
all’impianto.
alla
sua
distribuzione
quale può essere apportato sia via
radicale sia via fogliare. Al fine di evitare
Per quanto riguarda il potassio si
13
sono constatati nelle ultime annate diversi
Concimazione organica
casi di carenza; ne consegue che spesso
l’utilizzo di concimi ternari non consente
L’apporto di sostanza organica nel
di apportare un quantitativo di potassio
terreno favorisce una ottimale nutrizione
sufficiente alle piante e che con il tempo
delle piante e consente di mantenere una
porta ad avere una carenza.
buona fertilità del terreno in quanto
influenza
Si ricorda che la distribuzione di
le
caratteristiche
chimiche,
fisiche e microbiologiche del suolo.
questo elemento è consigliata in autunno
onde
evitare
fisiopatie
quali
la
Questo si può ottenere attraverso
butteratura.
la somministrazione di letame maturo,
ed affinché questo fornisca un apporto
equilibrato
Calcio
di
elementi,
dovrà
aver
raggiunto un minimo di maturazione
(3 - 6 mesi) preventivamente disposto
Nei
terreni
che,
dalle
analisi,
in cumuli adeguati.
risultino calcio-carenti, si dovrà procedere
ad
una
calcitazione,
evitando
L’apporto di sostanza organica è
contemporaneità con la distribuzione di
necessaria qualora, a seconda della
letame. Anche nei casi si dovesse
natura del terreno, la sua percentuale sia
ricorrere a quantitativi elevati di calce,
inferiore a 2 – 2,5% e comunque è
mai concentrarli in una sola annata ma
consigliabile la sua distribuzione ogni 2 –
suddividerli in più anni, contenendosi nei
3 anni nella quantità di 200 q per
5-6 q/ha per anno.
ettaro.
14
PROTEZIONE DELLE GIOVANI PIANTE DALLE GELATE
delle giovani piante utilizzando i vari
ESPERIENZA 2010
materiali a disposizione, per un'altezza
dalla base non inferiore ai 70-80 cm.
Come ogni anno, rinnoviamo la
raccomandazione di proteggere le piante
di actinidia in fase di allevamento (fino
Nel
corso
della
il
stagione
almeno al 3°- 4° anno) e, dagli scorsi 2
invernale
2009/2010
CReSO
anni, si è visto che non vanno trascurate
condotto
un’esperienza
anche quelle con qualche anno in più, V –
sull’efficacia dei principali sistemi di
VI anno: pertanto nelle zone più fredde
protezione delle piante dal gelo. Come
non è da escludere la protezione, magari
si ricorda, nella notte del 20/12/09 si è
anche solo con sacchi di carta, anche a
verificato
piante di quest'età.
consistente di temperatura e ciò ha
di
verifica
l’abbassamento
rappresentato
un
buon
ha
più
punto
di
osservazione (Fig. 2).
La sensibilità al freddo dipende
dalla dimensione del tronco e dallo
spessore
della
corteccia,
Dai dati ottenuti risulta che la
ma
soprattutto dal periodo in cui esso si
corretta
verifica;
polistirolo
infatti
non
costituiscono
un
applicazione
(avendo
dei
però
tubi
di
cura
di
grosso pericolo i rigori invernali a pianta
sigillare le 2 estremità con terra nella
ferma se non superano i -13, -14° C, ma
parte basale e con sacchi di carta in
piuttosto le gelate autunnali, anche di
quella
pochi gradi sotto lo zero, con flusso di
miglior
linfa ancora attivo e così pure le gelate di
beneficio rispetto all’esterno di ben
fine inverno, specie se precedute da un
12° C. Le protezioni con la paglia,
inverno relativamente mite.
pur apportando un minor beneficio
superiore)
protezione
ha
garantito
apportando
la
un
è comunque riuscita a creare una
differenza
Per questo motivo si raccomanda
all’esterno.
di provvedere alla copertura del tronco
15
di
10° C
rispetto
Fig. 1: Protezione della pianta con tubi di polistirolo
Fig. 2: Temperature min registrate all’interno dei diversi dispositivi di protezione nel periodo
novembre ‘09 e gennaio ’10.
20
15
10
5
0
-5
-10
-15
Min di Temperatura
Paglia (°C)
-20
Min di Temperatura
Polistirolo (°C)
Min di Temperatura
Temp Ambiente (°C)
16
Si raccomanda di evitare la
distribuzione di letame sui giovani
impianti, tantomeno localizzandolo
al
piede
della
pianta:
ciò
provocherebbe
un
ritardo
nelle
messa
a
riposo
della
pianta,
rendendola
sensibile
ai
primi
freddi.
Fig. 6: Protezione della pianta con paglia
ESPERIENZA 2011
Confronto efficienza coperture antigelo actinidia
(Temp rilevate alle ore 5:00 del mattino)
6.0
4.0
2.0
Temp (°C)
0.0
-2.0
-4.0
-6.0
-8.0
-10.0
Esterno
25/ 11/ 1030/ 11/ 10 5/ 12/ 10 10/ 12/ 1015/ 12/ 1020/ 12/ 1025/ 12/ 1030/ 12/ 10 4/ 1/ 11
-1.4
-0.4
-4.3
-1.8
-5.8
-8.1
3.6
-4.0
-0.7
9/ 1/ 11 14/ 1/ 11 19/ 1/ 11 24/ 1/ 11 29/ 1/ 11 3/ 2/ 11
-0.9
-2.4
-1.2
-8.4
0.5
-3.0
8/ 2/ 11 13/ 2/ 11 18/ 2/ 11 23/ 2/ 11 28/ 2/ 11
-1.0
4.7
2.8
0.1
-0.1
Juta
-1.0
-0.4
-2.6
-1.4
-4.6
-6.8
3.4
-2.7
-0.9
0.5
-2.1
-1.2
-5.4
0.8
-2.9
-0.4
4.3
2.8
0.4
1.0
Paglia
-0.3
0.2
-2.6
-1.0
-3.5
-5.8
3.6
-2.9
-0.6
1.1
-0.9
-0.4
-4.2
1.1
-1.7
0.7
4.5
3.1
1.1
0.5
Polistirolo
-0.4
-0.7
-2.1
-1.4
-3.0
-6.2
3.6
-2.7
-0.6
0.5
-1.4
-1.1
-3.7
0.5
-2.0
0.2
3.3
3.1
0.5
1.4
17
Trattamenti rameici sulla chioma :BATTERIOSI
nelle quali la diffusione del patogeno è
ACTINIDIA
avvenuta da più tempo, si è ritenuto di
adottare,
Il cancro batterico dell’actinidia che
in
questo
periodo,
nella stagione in corso ha fatto MOLTI
TRATTAMENTI A BASE DI RAME (ES.
DANNI in diversi impianti nell’areale
POLTIGLIA BORDOLESE 20% 1Kg/hl +
frutticolo
determinato
olio minerale a 1Kg/hl) da eseguire nel
l’esigenza di intraprendere su tutta la
periodo DOPO LA RACCOLTA Entro 48
superficie investita a kiwi una serie di
ore dallo stacco del frutto), META’
misure preventive al fine di limitare il
CADUTA
fenomeno
CADUTA
piemontese
ha
impedendone,
per
quanto
FOGLIE,
FOGLIE
COMPLETA
E
DOPO
LA
possibile, la diffusione. Le misure di
POTATURA INVERNALE cercando di
profilassi da realizzare in campo nel
fare trattamenti molto localizzati e con
periodo successivo alla raccolta fino alla
un’ottima
completa cadute foglie rivestono una
peduncolo.
bagnatura
specie
sul
importanza fondamentale per prevenire la
malattia. Come è noto, la presenza di
Carie del legno
ferite sulle diverse parti della pianta, di
qualunque
origine
esse
siano,
La carie dell’actinidia è una forma
rappresentano una via d’accesso per il
batterio: ciò è tanto più grave quando si
cronica
verificano
concomitanti
di
segnalata nei nostri areali a metà degli
elevata
umidità
temperature
anni novanta. Le indagini condotte in
e
condizioni
di
deperimento
del
legno
collaborazione con il Settore Fitosanitario
relativamente basse.
Regionale
hanno
identificarne
Questa situazione si verifica in
la
permesso
causa
di
di
natura
particolare proprio a partire dal periodo di
crittogamica. Si è proceduto effettuando
post-raccolta sino alla fase di schiusura
degli isolamenti dal legno infetto delle
gemme
la
grosse branche o addirittura dalla parte
questo
superiore del tronco e si sono purificati e
necessità
e
quindi
ne
d’impostare,
consegue
da
momento, una valida strategia di difesa.
classificati
A seguito di numerosi contatti con realtà
microrganismi ottenuti. Da questo lavoro
18
la
maggior
parte
dei
di
ricerca
diagnostico
è
emerso
al
quanto
un
vascolari,
quadro
quali
Phaeoacremonium
aleophilum,
complesso,
Phaeoacremonium
riconducibile ad un insieme di patogeni
parasiticum, e Cadophora malorume da
fungini. Attualmente, si ritiene che questa
un
patologia
mediterranea.
sia
originata
da
funghi
basidiomicete,
Phaeoacremonium
parasiticum
Phaeoacremonium
aleophilum
Chadophora
malorum
Manifestazione
dei
sintomi
Fomitiporia
Fomitiporia
mediterranea
presentano scarsa vigoria, nei casi meno
sulla
gravi riescono comunque a portare a
pianta.
termine la maturazione dei frutti che però,
generalmente, si presentano di piccole
La carie dell’actinidia si manifesta
dimensioni e di qualità scadente.
già a partire da fine primavera/inizio
estate (a 30 giorni dalla fioritura), in forma
I
piuttosto aspecifica, tanto che nei primi
sintomi
che
si
manifestano
anni di comparsa era stata confusa con
esteriormente sono il risultato di una
alterazioni della nutrizione (carenza di
degradazione del legno che spesso si
potassio).
protrae nel tempo senza che la pianta
manifesti alcuna sintomatologia.
Su
compaiono
alcuni
tralci
leggere
della
pianta
Il
decolorazioni
tessuto
legnoso
colpito
ha
clorotiche di parti del lembo fogliare, che
consistenza spugnosa e friabile e il
successivamente necrotizzano formando
fenomeno di degradazione si sviluppa
areole poligonali dal contorno definito.
all’interno
Queste zone si estendono a volte anche
pianta, cordone permanente e tronco.
degli
organi
legnosi
della
ai bordi; la foglia si accartoccia, dissecca
Il processo di deterioramento del
e cade prematuramente. Le parti colpite
19
Misure di contenimento.
legno prende avvio dai tagli di potatura,
per espandersi, in senso basipeto, con un
fronte di avanzamento continuo e tale da
Una lotta efficace contro malattie
compromettere la corretta funzionalità
del legno così complesse è di difficile
degli organi attaccati. L’area cariata
realizzazione ed attualmente non ci sono
appare spesso separata dal tessuto sano
interventi
da una sottile zona di confine bruno-
considerando che le ferite di potatura, in
nerastra,
verosimilmente
alla
particolar modo le numerose superfici di
reazione
della
confronti
taglio presenti sul cordone permanete
pianta
dovuta
nei
chimici
efficaci.
Tuttavia,
rappresentano una fondamentale via di
dell’infezione.
penetrazione risulta di fondamentale
importanza
La valutazione del diffondersi della
malattia è ostacolata
“mascheramento”
dei
dall’effetto di
sintomi,
non manifestare
alcun
protezione
di
tali
superfici con mastice protettivo.
quindi
piante attaccate in un dato anno possono
cioè
la
Anche le operazioni di risanamento
sintomo
condotte attraverso capitozza tura del
nell’anno successivo, pur, ovviamente,
tronco di soggetti infetti sembrano, al
rimanendo malate.
momento, fornire risultati interessanti.
Capitozzatura
bassa
20
Esito finale