ASSOCIAZIONE REGIONALE GRUPPI COLTIVATORI SVILUPPO del PIEMONTE Supplemento a Coldiretti Informa n. 28 del 04/10/2011 Dir. Amm. B. Rivarossa - Dir. Resp. M. Pellegrino - Poste Italiane - Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)1 art. 1, comma 2, DCB/CN Filiale di Cuneo Stampa in proprio Editore Federazione Provinciale Coltivatori Diretti di Cuneo FEASR Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 – Misura 111.1 Sottoazione B) Informazione in campo agricolo In collaborazione Settore frutticolo AGGIORNAMENTO FRUTTICOLO FINE STAGIONE AVVERSITA’ DEL MOMENTO DISERBO AUTUNNALE INTERVENTI DI FINE STAGIONE FRUTTIFERI DEPERIMENTO DEI FRUTTIFERI CONCIMAZIONE FRUTTIFERI DIFESA GELO ACTINIDIA: ESPERIENZE ANNO 2010 - 2011 Diversamente, DISERBO AUTUNNALE La gestione della cotica erbosa produzione, data lignificazione, si la loro riduce buona fortemente il fenomeni di sia per garantire un agevole accesso fitotossicità e di conseguenza le tecniche all’impianto sia per limitare la presenza non d’insetti sempre a ragione, trascurate a favore ricovero nelle chimiche in in rischio trovano incorrere impianti nei frutteti è particolarmente importante che di negli spesso vengono, malerbe (Ostrinia nubilalis ecc) ed infine delle tecniche chimiche per più e ridurre vegetazione Come la competizione spontanea noto, e negli tra la la di risultano più semplice esecuzione. coltura. impianti rapide che non in cotico Il contenimento delle malerbe è alle stata una tematica affrontata dal CReSO lavorazioni meccaniche e l’utilizzo di in un’apposita prova durata 3 anni e diserbanti chimici risulta integrativo e conclusasi nel 2010. Nell’ambito di questa attuabile sono allevamento erboso la sul gestione filare con tutta è del affidato una serie di stati sperimentati e messi a confronto alcuni p.a. residuali, autorizzati precauzioni. su fruttiferi in fase di allevamento, e il sistemico di riferimento cioè il glifosate. I risultati completi della prova sono presenti sul sito www.cresoricerca.it. e le principali indicazioni emerse sono riassumibili nei seguenti punti: nel corso evidenziata miscela della prova un’ottima glifosate è stata azione della + residuali (oxifluorfen); in questo caso l’azione sistemica vegetazione del glifosate presente è sulla risultata complementare a quella antigerminello degli erbicidi residuali garantendo un buon risultato diserbante per un lungo Fig. 1: operazioni di sfalcio nel sottofila di un meleto periodo di tempo; in fase di allevamento 2 la miscela glifosate + erbicidi ad azione fogliare (glifosate) residuale applicata in primavera, è risultata più con efficace rispetto alla stessa miscela essere distribuita in autunno; contenere il solo glifosate emergere glifosate - e la pendimetalin un’elevata epilobium spp., fatto presenza specie prodotti residuali pare buona strategia per una lo sviluppo della flora infestante nel sottofila e consente di miscela ha alcuni evitare l’affermarsi di specie di difficile di controllo. poco sensibile al glifosate; il carfentrazone glifosate in si è miscela con STRATEGIA dimostrato DA UTILIZZARE IN AUTUNNO particolarmente interessante poiché ha Per contenere al meglio le erbe fatto registrare una buona efficacia e soprattutto, essendo un prodotto ad infestanti assorbimento fogliare, possiede un fondamentale intervenire in primavera ed profilo ambientale migliore rispetto ai in autunno. Nel corso della stagione residuali; vegetativa sono necessari altri interventi nei confronti delle infestanti perenni, le (1 - 2) in e un il frutteto loro numero risulta dipende soluzioni più efficaci risultano essere le dall’andamento climatico più o meno miscele di un p.a. residuale + glifosate favorevole allo sviluppo del cotico erboso. (es. oxyfluorfen + glifosate) distribuite Di seguito si riportano alcuni consigli in primavera; applicativi per l’intervento da eseguirsi il doppio intervento con glifosate ha nella prossima fase autunnale sulla base della tipologia d’impianto: garantito un buon contenimento delle malerbe, ma in questo caso è stato 1. Negli necessario effettuare 2 trattamenti a impianti produzione consiglia con le miscele glifosate + residuali; raccolta, all’applicazione di glifosate presenza delle infestanti procedere, dopo si fronte di un solo intervento realizzato la di in la avendo cura di eseguire il trattamento nel testimone non diserbato non hanno con condizioni avuto effetto negativo sulla produzione evitando dell’impianto. giornata. In miscela al glifosate è le ore ambientali più calde idonee della possibile, dove consentito, utilizzare i p.a. MCPA o carfentrazone i quali In conclusione, l’integrazione di 3 mantenere fungono da attivatori del glifosate e ne una velocità di aumentano l’efficacia. Onde evitare avanzamento della trattrice tra 4 - 6 probabili fitotossicità si consiglia di km/h; eliminare preventivamente i polloni è possibile utilizzarlo in miscela con e di operare con la massima cautela glifosate per completarne lo spettro allo scopo di non colpire le parti d’azione alla dose di 0.3 l/ha; verdi della pianta. Negli 2. Negli impianti in allevamento (fino a impianti sconsiglia di in allevamento utilizzare in si questa 3 anni di età) si consiglia utilizzare il fase p.a. antigerminello (residuali) in p.a. carfentrazone, unico sostituto del quanto la loro azione risulta migliore glufosinate ammonio il cui utilizzo al se applicati ad inizio stagione prima momento della ripresa vegetativa delle piante. rimane sospeso, e che risulta attivo sulle infestanti a foglia larga. LA TECNICA DELLA SCALZATURA Per quanto riguarda le modalità MECCANICA applicative del carfentrazone si ricorda: utilizzare un volume di acqua E’ una pratica sempre attuale la distribuito per ettaro di frutteto: almeno quale combina il controllo delle malerbe 250 - 300 l/ha; con un ottimo arieggiamento degli utilizzare ugelli a fessura, ventaglio o apparati radicali delle piante e lotta specchio, eccentrici o a induzione indiretta a topi e arvicole. Essa risulta d’aria (ugello a bassa deriva) con attuabile su pesco e actinidia mentre su angolo di spruzzo di 80° e con foro melo, non inferiore a 0,4 mm; nanizzanti, è quasi sempre inapplicabile. utilizzare la pressione indicata sulla in presenza di portainnesti Essa è applicabile sia negli impianti in allevamento sia quelli in produzione. scheda tecnica dei diversi ugelli; CON QUESTO ANDAMENTO CLIMATICO MOLTO SECCO E’ CONSIGLIATO POSTICIPARE IL DISERBO DOPO LE EVENTUALI PIOGGE ALTRIMENTI SI RISCHIA LA NON RIUSCITA DEL DISERBO. 4 Tabella 1: p.a. disponibili, dosi e colture autorizzate PRINCIPI ATTIVI GLIFOSATE al 30,4% PENDIMETANIL al 38.72 % OXIFLUORFEN al 23,6% MCPA al 25% CICLOSSIDIM al 10,9 % DOSI COLTURE AUTORIZZATE ACTINIDIA, ALBICOCCO, SUSINO, 8 lt/ha/anno PESCO, CILIEGIO, MELO, PERO, Solo nei primi 3 anni di allevamento su: 2 lt/ha/intervento MELO, PERO, PESCO E ALBICOCCO ALBICOCCO, SUSINO, PESCO, CILIEGIO, 2 lt/ha/intervento MELO, PERO 1,5 lt/ha/anno MELO, PERO 2 - 4 lt/ha/intervento ALBICOCCO, MELO, PERO, PESCO 1 lt/ha/anno impianti CARFENTRAZONE in produzione al 6,45% 2 lt/ha/anno impianti ACTINIDIA, MELO, PERO, PESCO, SUSINO, dose per singolo intervento 0,3l/ha. in allevamento FLUROXYPIR al 20,60% OXADIAZON al 34,1% FLUAZIPOP-PBUTILE al 13.4 % POMACEE 1,5 /ha/anno (max 1 tratt anno) Solo nei primi 3 anni di allevamento su: ACTINIDIA, ALBICOCCO, SUSINO, 4 lt/ha/intervento PESCO, MELO, PERO 2 lt/ha/anno CILIEGIO, PESCO 5 INTERVENTI DI FINE STAGIONE Nonostante l’andamento climatico evidenziato nel corso di questi ultimi di questo ultimo periodo non faccia anni come l’infezione degli impianti presagire l’avvio della fase autunnale con del nostro areale sia da imputare temperature fresche e le consuete piogge prevalentemente equinoziali risulta necessario pianificare vivaistico infetto oltreché ad incaute gli “interventi di fine stagione” sia su operazioni di innesto fai da te. Si drupacee sia su pomacee. In questo segnala infatti che molti dei nuovi momento impianti, pur in assenza di sintomi, stiamo vivendo una fase a climatica anomala, con temperature sopra presentano la media e con un deficit idrico inconsueto percentuali per il periodo. Proprio la mancanza di campioni positivi alla presenza del piogge impegna a mantenere uno stato fitoplasma. idrico del terreno adeguato l’unica (in già al materiale primo anno ragguardevoli di possibile misura è particolare gli impianti in fase di l’identificazione dei soggetti colpiti con allevamento) evitando stress idrici alle il piante senza eccedere con gli apporti estirpo. A tale proposito si ricorda che onde è importante il totale estirpo in quanto, evitare eventuali danni da freddo. conseguente loro immediato data la sistemicità del patogeno, anche i ricacci di piante colpite, per quanto basso sia il punto di taglio, DRUPACEE risultano irrimediabilmente infetti. Fitoplasmi (Susino e Albicocco) per questa patologia non esistono interventi chimici atti a controllarne lo sviluppo, infatti la ridottissima presenza dell’unico vettore noto, Cacopsylla pruni, riduce la possibilità del contenimento attraverso il controllo del vettore. Albicocco colpito da fitoplasma (sintomo estivo) l’attività sperimentale del CReSO ha 6 Batteriosi (Pseudomonas syringae pv. copertura costante sulla vegetazione syringae – Xanthomonas pruni pv. in base al dilavamento subito dal arboricola) prodotto. In concomitanza con periodi molto piovosi è consigliabile della Questa patologia, assieme al virus eseguire Sharka, garantendo rappresenta la causa più interventi alla pianta ravvicinati la dovuta principale di moria per l’albicocco. Anche protezione. Inoltre, va da sé che in questo caso non si è a conoscenza di in presenza di periodi secchi, meno prodotti curativi e quindi ci si affida alla favorevoli al patogeno il quale è si prevenzione termofilo ma necessita di un UR piante e l’eradicazione deperienti. infezioni, Contro causate delle queste elevata per insidiarsi, la difesa dovrà essere meno incisiva. essenzialmente da batteri del genere Pseudomonas per l’albicocco e pesco e Albicocco Xanthomonas per pesco e susino, rimane valida, fra Fattori predisponenti la malattia: le - azioni preventive, quella con prodotti rameici. basse temperature; il batterio si comporta come patogeno solo a temperature al di sotto dei 20° C Il Strategia preventiva consigliata freddo non solo facilita l’ingresso del Pesco e Susino batterio, ma ne amplifica il danno - 1° intervento da eseguire a partire mediante un “effetto spugna” di gelo e da rame disgelo: la maggiore idratazione dei metallo a dosaggi contenuti 50 g/hl tessuti dell’albero nei mesi autunno- (Es. 250 – 300 g di Poltiglia Bordolese invernali predispone ad un aumento 20% ecc). della gravità della patologia - - fine di settembre con 2° intervento da eseguirsi 10 giorni - a parità di apporti idrici si ha una dopo il primo allo stesso dosaggio maggiore idratazione dei tessuti in 3° intervento da eseguire a caduta autunno - inverno nei terreni sciolti foglie raddoppiando il dosaggio sopra sabbiosi indicato. dove la malattia si insedia più e ricchi di scheletro facilmente Si ricorda che essendo - il una pianta potata in inverno ha i rame un prodotto preventivo risulta tessuti più idratati rispetto ad una non molto potata. importante garantire una 7 Come già detto in precedenza, in presenza di periodi secchi, poco favorevoli al patogeno, non risulta necessario intervenire. Diversamente, con piogge abbondanti e frequenti è essenziale mantenere una costante copertura con prodotti rameici. Cancri rameali (Pesco) Negli impianti colpiti è importante in questo periodo iniziare un ciclo d’interventi con rame metallo a dosaggi di 100 g/hl Emissione collosa da tronco di albicocco colpito da PSS (Es. Poltiglia bordolese 20% ecc: 600 g/hl, Azioni preventive almeno - Provvedere alla protezione delle autunnale). piante effettuando imbiancature del intervento con rame metallo deve essere tronco o utilizzando protezioni che effettuato alla completa caduta foglie alla riducano dose di 200 g/hl di p.a. (Es. Poltiglia gli (fondamentale sbalzi per termici impianti dal 2 applicazioni nel periodo Si che l’ultimo bordolese ecc: 1000 g/hl) primo anno fino al quarto/quinto anno). - Scelta appropriata dei portainnesti con punto d’innesto il più alto possibile. Interventi chimici - ricorda Effettuare interventi rameici a partire dal periodo di pre-caduta foglie con rame metallo a dosaggi di 70 g/hl (Es. Poltiglia Bordolese 20% ecc: 350 g/hl) per arrivare a 200 g/hl (rame metallo) nell’ultimo trattamento. Evidente cancro su fusto 8 Deperimento del pesco ticchiolatura favorisce una più veloce disgregazione Come per il melo anche per gli maggiore impianti giovani di pesco, in particolare presente. negli ultimi estinzione ed una dell’inoculo state numerose piante ATTENZIONE sul gruppo Gala e Red imputabili a fenomeni di deperimento le Delicious, secondo le indicazioni del cui cause saranno esposte più avanti C.E.T.A. su melo. Nectria galligena tale trattamento può morie anni, foglie sono osservate 2 delle di francese in presenza di favorirne lo sviluppo. In ragione delle perdite osservate, al fine di limitare al minimo ulteriori danni, si consiglia di effettuare in MARCIUME DEL COLLETTO (MELO - questo periodo sugli impianti in fase di PERO) allevamento un trattamento con concimi fogliari a base di fosfiti di potassio (Alexin ecc) al fine produzione di di stimolare fitoalessine Negli impianti colpiti, in particolare la in all’interno presenza di portainnesti sensibili (MM106) intervenire prima della caduta delle piante. delle foglie, quando vi è ancora attività linfatica, con fosetyl alluminio o metalaxil. POMACEE APPORTO AZOTO VIA NECROSI BATTERICA DELLE GEMME FOGLIARE E DEI FIORI DEL PERO (MELO - PERO) Terminate le operazioni di raccolta consiglia, in modo particolare si Contro negli questa avversità si impianti in cui la produzione è stata consiglia di intervenire ad inizio caduta elevata, intervento foglie con un ciclo di 2 – 3 trattamenti con fogliare con urea al 3%; l’apporto prodotti rameici (Dose di rame metallo dell’azoto in questo periodo permette alle compresa tra 150 – 200 g/hl). Oppure, foglie di traslocare questo elemento nei nel caso si debba intervenire per il tessuti di riserva. Inoltre questa pratica in controllo del marciume del colletto è tutti i meleti dove vi sono stati attacchi di possibile effettuare un trattamento prima di eseguire un 9 della caduta delle foglie quando vi è di metallo le zone legnose imbrunite e in ancora fosetyl seguito coprire le ferite con Sali di rame alluminio avente un’attività collaterale liquido non diluito oppure mastici idonei. con l’avversità in questione. Le branche gravemente colpite devono attività linfatica con essere asportate completamente. CANCRI RAMEALI (Nectria spp.) PROTEZIONE DALLE LEPRI Nei meleti dove si è accertata la presenza e comunque in tutti quelli colpiti Negli areali in cui vi è una da grandine si consiglia di attuare le massiccia presenza di questo animale seguenti misure di profilassi: si ricorda la necessità di proteggere gli 1. A RACCOLTA ULTIMATA: impianti in allevamento dagli attacchi di lepri e mini lepri, tanto più Intervenire con rame metallo alla pericolosi dose di 160 g/hl (Es. 800 g di consiglia di adottare reti metalliche o Poltiglia Bordolese 20% ecc). di plastica con le quali proteggere il 2. DOPO CIRCA UN MESE (fine in caso di nevicata. Si tronco delle piante, o di provvedere ottobre): Intervenire con rame metallo ad applicazioni localizzate alla dose di 200 g/hl (Es. 1000 g di prodotti Poltiglia Bordolese 20% ecc). polisolfuro di Ca o tiram. repellenti come con il 3. A COMPLETA CADUTA FOGLIE: Intervenire con rame metallo alla dose di 200 - 300 g/hl (Es. 1000- LOTTA ALLE ARVICOLE 1500 g di Poltiglia Bordolese 20% ecc). L’esiguità di prodotti registrati su queste specie di topi e la difficoltà di un’adeguata distribuire in modo capillare le esche bagnatura con volumi non inferiori ai 1200 alimentari mantengono questo problema l/ha. sempre attuale e complesso. N.B. Si raccomanda Dove vi sono cancri già insediati sul Da un punto di vista curativo legno vecchio, è buona pratica risanare la l’unica difesa attuabile resta quella a base pianta cercando di eliminare con spazzole di grano imbevuto di Bromadiolone. 10 Provvedere nei casi più gravi a Le arvicole (Microtus savii e Arvicola Sherman), avendo natura ben lavorazioni diversa fine di distruggere le eventuali tane dai casalinghi, comuni evitano ratti e qualsiasi topi esca leggere dell’interfila al presenti. Durante la distribuzione di letame, alimentare di aspetto non naturale e quindi qualsiasi tipo di bustina o habitat ottimale per le arvicole, pastiglia. procedere al mescolamento di questo con il terreno. Applicare le avvelenate esche con alimentari Bromadiolone disponendole nel maggior numero possibile di fori di apertura delle tane che dovranno subito essere richiuse con terra. Da osservazioni CReSO è altresì consigliabile distribuire le esche avvelenate negli appezzamenti contigui a quelli colpiti. Oltre alle esche avvelenate risulta utile distribuire concime a base di calciocianamide Danno da arvicola su apparato radicale la quale agisce come repellente. Presentando questo Vista l’impossibilità di applicare prodotto caratteristiche di tossicità, una lotta chimica adeguata si ricorda che prestare attenzione nella le misure preventive elencate di seguito distribuzione. Essendo un fertilizzante rivestono un ruolo molto importante e si dovranno conteggiare le unità di spesso determinante al fine di ridurre al azoto (Titolo 20/0/0). minimo i danni derivanti da questi roditori: Mantenere in autunno il sottofilare pulito dalle infestanti attraverso DEPERIMENTO DEL MELO un’ultima applicazione di diserbante. Dopo eliminare Questo fenomeno, ha generato completamente le mele cascolate dal nelle ultime 2 annate gravi danni sia su frutteto. impianti in allevamento sia per alcuni la raccolta 11 impianti già in piena l’attenzione su alcuni punti: produzione le favorire cultivar del Gruppo Gala ma anche altre radicale appartenenti ai gruppi di Golden e Red carichi produttivi troppo elevati interessando in modo particolare al delle nelle fenomeno invernale ne un vede alleato amplifica nel di freddo strategico l’effetto l’insediamento quali lo sviluppo piante evitando corretta gestione della potatura Delicious. Il meglio lo Pseudomonas allevamento: vigorose che mantenimento di un buon livello criofili syringae di eliminazione di branche troppo favorendo batteri fasi nutrizionale ed idrico in autunno al fine di favorire la pv syringae. caduta delle foglie ovvero un anticipo del riposo vegetativo si E’ bene ricordare che tale consiglia di effettuare un ciclo di fenomeno è determinato solo in parte 3 dal batterio sopra citato ma risulta giorni uno dall’altro con rame spesso metallo alle seguenti dosi: 160 – favorito da precisi fattori predisponenti quali: distanziati di 7 200 – 300 g/hl. • terreni sciolti ricchi di scheletro • suoli poveri di nutrienti • successioni • trattamenti melo Negli areali particolarmente freddi e dopo in melo tutti quei casi dove (reimpianti) presenti i fattori condizioni climatiche avverse (freddo sopra invernale) autunno con tronco: pratica elencati vi sono predisponenti procedere in l'imbiancatura del utile ma non risolutiva. La miscela da preparare deve essere in linea di massima Azioni preventive costituita da: Gestione attenta ed oculata degli Vernice bianca trasparente per esterni (Es.10 lt) impianti in fase di allevamento; le anni), Vinavil o colla vinilica (1 kg) come già detto, risultano le più Rame Bianco (500 – 800 g) interessate Acqua giovani piante da (sino ai questo 3 fenomeno, soluzione) risulta quindi doveroso focalizzare 12 (25 – 30% della ripartenze della vegetazione è importante non eccedere nelle quantità o eseguire apporti molto tardivi: non superare le 30 unità di azoto ad ettaro. Come già precedentemente accennato è consigliabile, subito dopo raccolta, procedere ad un intervento con urea al 3% (distribuendo 15 hl di miscela per ettaro si apportano circa 20 kg di Impianto interessato dal fenomeno del deperimento del melo: evidente moria di numerose piante azoto) che va conteggiato nel bilancio complessivo degli apporti fertilizzanti (70 CONCIMAZIONE AUTUNNALE kg/ha/anno per N). Azoto Fosforo e Potassio A fine estate – inizio autunno si entra in quella fase in cui le piante Nei terreni di medio impasto nei iniziano ad accumulare le riserve nutritive quali la lisciviazione risulta contenuta si che saranno utilizzate per i processi di possono fioritura e allegagione nella successiva valutando con attenzione, previo riscontro stagione. analitico, l’effettiva esigenza richiesta dal distribuire questi elementi terreno in particolare per quanto riguarda Risulta quindi molto importante il fosforo la cui dotazione potrebbe già assicurare alle piante una disponibilità di essere sufficiente specie se si è già elementi nutritivi ottimale: questo discorso provveduto vale in modo particolare per l’azoto il all’impianto. alla sua distribuzione quale può essere apportato sia via radicale sia via fogliare. Al fine di evitare Per quanto riguarda il potassio si 13 sono constatati nelle ultime annate diversi Concimazione organica casi di carenza; ne consegue che spesso l’utilizzo di concimi ternari non consente L’apporto di sostanza organica nel di apportare un quantitativo di potassio terreno favorisce una ottimale nutrizione sufficiente alle piante e che con il tempo delle piante e consente di mantenere una porta ad avere una carenza. buona fertilità del terreno in quanto influenza Si ricorda che la distribuzione di le caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche del suolo. questo elemento è consigliata in autunno onde evitare fisiopatie quali la Questo si può ottenere attraverso butteratura. la somministrazione di letame maturo, ed affinché questo fornisca un apporto equilibrato Calcio di elementi, dovrà aver raggiunto un minimo di maturazione (3 - 6 mesi) preventivamente disposto Nei terreni che, dalle analisi, in cumuli adeguati. risultino calcio-carenti, si dovrà procedere ad una calcitazione, evitando L’apporto di sostanza organica è contemporaneità con la distribuzione di necessaria qualora, a seconda della letame. Anche nei casi si dovesse natura del terreno, la sua percentuale sia ricorrere a quantitativi elevati di calce, inferiore a 2 – 2,5% e comunque è mai concentrarli in una sola annata ma consigliabile la sua distribuzione ogni 2 – suddividerli in più anni, contenendosi nei 3 anni nella quantità di 200 q per 5-6 q/ha per anno. ettaro. 14 PROTEZIONE DELLE GIOVANI PIANTE DALLE GELATE delle giovani piante utilizzando i vari ESPERIENZA 2010 materiali a disposizione, per un'altezza dalla base non inferiore ai 70-80 cm. Come ogni anno, rinnoviamo la raccomandazione di proteggere le piante di actinidia in fase di allevamento (fino Nel corso della il stagione almeno al 3°- 4° anno) e, dagli scorsi 2 invernale 2009/2010 CReSO anni, si è visto che non vanno trascurate condotto un’esperienza anche quelle con qualche anno in più, V – sull’efficacia dei principali sistemi di VI anno: pertanto nelle zone più fredde protezione delle piante dal gelo. Come non è da escludere la protezione, magari si ricorda, nella notte del 20/12/09 si è anche solo con sacchi di carta, anche a verificato piante di quest'età. consistente di temperatura e ciò ha di verifica l’abbassamento rappresentato un buon ha più punto di osservazione (Fig. 2). La sensibilità al freddo dipende dalla dimensione del tronco e dallo spessore della corteccia, Dai dati ottenuti risulta che la ma soprattutto dal periodo in cui esso si corretta verifica; polistirolo infatti non costituiscono un applicazione (avendo dei però tubi di cura di grosso pericolo i rigori invernali a pianta sigillare le 2 estremità con terra nella ferma se non superano i -13, -14° C, ma parte basale e con sacchi di carta in piuttosto le gelate autunnali, anche di quella pochi gradi sotto lo zero, con flusso di miglior linfa ancora attivo e così pure le gelate di beneficio rispetto all’esterno di ben fine inverno, specie se precedute da un 12° C. Le protezioni con la paglia, inverno relativamente mite. pur apportando un minor beneficio superiore) protezione ha garantito apportando la un è comunque riuscita a creare una differenza Per questo motivo si raccomanda all’esterno. di provvedere alla copertura del tronco 15 di 10° C rispetto Fig. 1: Protezione della pianta con tubi di polistirolo Fig. 2: Temperature min registrate all’interno dei diversi dispositivi di protezione nel periodo novembre ‘09 e gennaio ’10. 20 15 10 5 0 -5 -10 -15 Min di Temperatura Paglia (°C) -20 Min di Temperatura Polistirolo (°C) Min di Temperatura Temp Ambiente (°C) 16 Si raccomanda di evitare la distribuzione di letame sui giovani impianti, tantomeno localizzandolo al piede della pianta: ciò provocherebbe un ritardo nelle messa a riposo della pianta, rendendola sensibile ai primi freddi. Fig. 6: Protezione della pianta con paglia ESPERIENZA 2011 Confronto efficienza coperture antigelo actinidia (Temp rilevate alle ore 5:00 del mattino) 6.0 4.0 2.0 Temp (°C) 0.0 -2.0 -4.0 -6.0 -8.0 -10.0 Esterno 25/ 11/ 1030/ 11/ 10 5/ 12/ 10 10/ 12/ 1015/ 12/ 1020/ 12/ 1025/ 12/ 1030/ 12/ 10 4/ 1/ 11 -1.4 -0.4 -4.3 -1.8 -5.8 -8.1 3.6 -4.0 -0.7 9/ 1/ 11 14/ 1/ 11 19/ 1/ 11 24/ 1/ 11 29/ 1/ 11 3/ 2/ 11 -0.9 -2.4 -1.2 -8.4 0.5 -3.0 8/ 2/ 11 13/ 2/ 11 18/ 2/ 11 23/ 2/ 11 28/ 2/ 11 -1.0 4.7 2.8 0.1 -0.1 Juta -1.0 -0.4 -2.6 -1.4 -4.6 -6.8 3.4 -2.7 -0.9 0.5 -2.1 -1.2 -5.4 0.8 -2.9 -0.4 4.3 2.8 0.4 1.0 Paglia -0.3 0.2 -2.6 -1.0 -3.5 -5.8 3.6 -2.9 -0.6 1.1 -0.9 -0.4 -4.2 1.1 -1.7 0.7 4.5 3.1 1.1 0.5 Polistirolo -0.4 -0.7 -2.1 -1.4 -3.0 -6.2 3.6 -2.7 -0.6 0.5 -1.4 -1.1 -3.7 0.5 -2.0 0.2 3.3 3.1 0.5 1.4 17 Trattamenti rameici sulla chioma :BATTERIOSI nelle quali la diffusione del patogeno è ACTINIDIA avvenuta da più tempo, si è ritenuto di adottare, Il cancro batterico dell’actinidia che in questo periodo, nella stagione in corso ha fatto MOLTI TRATTAMENTI A BASE DI RAME (ES. DANNI in diversi impianti nell’areale POLTIGLIA BORDOLESE 20% 1Kg/hl + frutticolo determinato olio minerale a 1Kg/hl) da eseguire nel l’esigenza di intraprendere su tutta la periodo DOPO LA RACCOLTA Entro 48 superficie investita a kiwi una serie di ore dallo stacco del frutto), META’ misure preventive al fine di limitare il CADUTA fenomeno CADUTA piemontese ha impedendone, per quanto FOGLIE, FOGLIE COMPLETA E DOPO LA possibile, la diffusione. Le misure di POTATURA INVERNALE cercando di profilassi da realizzare in campo nel fare trattamenti molto localizzati e con periodo successivo alla raccolta fino alla un’ottima completa cadute foglie rivestono una peduncolo. bagnatura specie sul importanza fondamentale per prevenire la malattia. Come è noto, la presenza di Carie del legno ferite sulle diverse parti della pianta, di qualunque origine esse siano, La carie dell’actinidia è una forma rappresentano una via d’accesso per il batterio: ciò è tanto più grave quando si cronica verificano concomitanti di segnalata nei nostri areali a metà degli elevata umidità temperature anni novanta. Le indagini condotte in e condizioni di deperimento del legno collaborazione con il Settore Fitosanitario relativamente basse. Regionale hanno identificarne Questa situazione si verifica in la permesso causa di di natura particolare proprio a partire dal periodo di crittogamica. Si è proceduto effettuando post-raccolta sino alla fase di schiusura degli isolamenti dal legno infetto delle gemme la grosse branche o addirittura dalla parte questo superiore del tronco e si sono purificati e necessità e quindi ne d’impostare, consegue da momento, una valida strategia di difesa. classificati A seguito di numerosi contatti con realtà microrganismi ottenuti. Da questo lavoro 18 la maggior parte dei di ricerca diagnostico è emerso al quanto un vascolari, quadro quali Phaeoacremonium aleophilum, complesso, Phaeoacremonium riconducibile ad un insieme di patogeni parasiticum, e Cadophora malorume da fungini. Attualmente, si ritiene che questa un patologia mediterranea. sia originata da funghi basidiomicete, Phaeoacremonium parasiticum Phaeoacremonium aleophilum Chadophora malorum Manifestazione dei sintomi Fomitiporia Fomitiporia mediterranea presentano scarsa vigoria, nei casi meno sulla gravi riescono comunque a portare a pianta. termine la maturazione dei frutti che però, generalmente, si presentano di piccole La carie dell’actinidia si manifesta dimensioni e di qualità scadente. già a partire da fine primavera/inizio estate (a 30 giorni dalla fioritura), in forma I piuttosto aspecifica, tanto che nei primi sintomi che si manifestano anni di comparsa era stata confusa con esteriormente sono il risultato di una alterazioni della nutrizione (carenza di degradazione del legno che spesso si potassio). protrae nel tempo senza che la pianta manifesti alcuna sintomatologia. Su compaiono alcuni tralci leggere della pianta Il decolorazioni tessuto legnoso colpito ha clorotiche di parti del lembo fogliare, che consistenza spugnosa e friabile e il successivamente necrotizzano formando fenomeno di degradazione si sviluppa areole poligonali dal contorno definito. all’interno Queste zone si estendono a volte anche pianta, cordone permanente e tronco. degli organi legnosi della ai bordi; la foglia si accartoccia, dissecca Il processo di deterioramento del e cade prematuramente. Le parti colpite 19 Misure di contenimento. legno prende avvio dai tagli di potatura, per espandersi, in senso basipeto, con un fronte di avanzamento continuo e tale da Una lotta efficace contro malattie compromettere la corretta funzionalità del legno così complesse è di difficile degli organi attaccati. L’area cariata realizzazione ed attualmente non ci sono appare spesso separata dal tessuto sano interventi da una sottile zona di confine bruno- considerando che le ferite di potatura, in nerastra, verosimilmente alla particolar modo le numerose superfici di reazione della confronti taglio presenti sul cordone permanete pianta dovuta nei chimici efficaci. Tuttavia, rappresentano una fondamentale via di dell’infezione. penetrazione risulta di fondamentale importanza La valutazione del diffondersi della malattia è ostacolata “mascheramento” dei dall’effetto di sintomi, non manifestare alcun protezione di tali superfici con mastice protettivo. quindi piante attaccate in un dato anno possono cioè la Anche le operazioni di risanamento sintomo condotte attraverso capitozza tura del nell’anno successivo, pur, ovviamente, tronco di soggetti infetti sembrano, al rimanendo malate. momento, fornire risultati interessanti. Capitozzatura bassa 20 Esito finale