Le rivoluzioni del 1848 - Critica e Comunicazione

Le rivoluzioni del 1848
Finalità: comprendere il nesso tra la dimensione materiale (politica ed economia) e la dimensione simbolica (cultura)
delle rivoluzioni del 1848.
I Moti degli anni Venti e Trenta, pur
rappresentando un sostanziale fallimento (gli
unici successi furono quelli della Grecia, del
Belgio e della Francia) a causa delle repressioni
monarchiche messe in atto dalle grandi alleanze
europee figlie del Congresso, riuscirono a
incrinare la politica della Restaurazione, aprendo
la strada alle rivoluzioni del 1848.
Francia
Luigi Filippo d’Orléans,
pur essendo un sovrano
moderato, esprimeva gli
interessi della borghesia
più ricca.
La carestia del 1844 peggiorò una situazione economica,
sociale (aumento del malcontento tra i lavoratori) e
politica (aumento delle rivendicazioni democratiche e
nazionaliste) già incandescente a causa delle tensioni tra
lo spirito reazionario della Restaurazione e lo spirito
liberale, democratico, socialista e nazionalista di
chi si opponeva all’ordine monarchico e clericale sancito
dal Congresso di Vienna.
Socialisti, democratici,
repubblicani contestano
la sua politica, in
particolare l’aumento
delle tasse per affrontare
la crisi economica (1845)
A dicembre è eletto Napoleone come Presidente della
Repubblica con enormi poteri grazie alla Costituzione del
novembre 1848. La fine delle rivoluzioni e il definitivo
accentramento del potere nelle sue mani avviene con la
Costituzione del 1851 e con la sua proclamazione a
Imperatore dei francesi nel 1852.
Rivoluzione di febbraio (1848): l’opposizione
del governo alla “campagna dei banchetti” per
l’estensione del diritto di voto scatena
l’insurrezione del popolo che proclama la
repubblica in tre giorni
Tuttavia, i moderati vincono le elezioni e
annullano alcuni provvedimenti presi dal
governo democratico provvisorio (riduzione
della giornata lavorativa a 10 ore e ateliers
nationaux)
Rivoluzione di giugno (1848): l’insurrezione
degli operai e dei disoccupati contro il neoeletto
governo moderato dura 4 giorni e viene
duramente repressa.
Pur fallendo, le insurrezioni di Parigi del 1848 hanno scatenano una serie di rivolte in tutta Europa
Tutte le rivolte dell’Impero asburgico furono represse anche a causa della debolezza degli
insorti troppo divisi tra posizioni conservatrici e progressiste.
Ø Impero
asburgico
Tendenze culturali:
liberale e
nazionalista
Ø Stati tedeschi
Tendenze culturali:
democratica,
socialista, liberale e
nazionalista
Ø Stati italiani
Tendenze culturali:
destra (Gioberti,
Balbo, Cavour) e
sinistra (Mazzini,
Garibaldi, Cattaneo)
risorgimentali.
- La rivolta di Vienna per ottenere una Costituzione liberali che abolisse i privilegi
feudali fu repressa dall’esercito asburgico
- La rivolta di Budapest per ottenere l’indipendenza dell’Ungheria e una Costituzione
democratica contro i privilegi feudali fu repressa dall’esercito asburgico e russo
- La rivolta di Praga per ottenere l’autonomia dall’Impero asburgico fu repressa
dall’esercito asburgico
La rivolta scoppiata a Berlino si
propagò in tutta la Confederazione
germanica, nata dal Congresso di
Vienna e composta da 39 stati. Il
problema posto dall’Assemblea
Costituente (sorta dopo
l’abrogazione della precedente
assemblea rappresentativa, la Dieta
di Francoforte) fu quello dell’unità
della Germania.
Tra le due possibilità di unificazione,
una “grande Germania” che
comprendesse l’Austria e una
“piccola Germania” senza l’Austria
e guidata dalla Prussia, fu scelta
quest’ultima. Tuttavia, Federico
Guglielmo IV (re di Prussia e
potenziale futuro imperatore di
Germania) rifiutò la proposta
proveniente da un’assemblea
rivoluzionaria che voleva imporgli
l’accettazione di una Costituzione.
Nel 1848, le rivolte scoppiate prima in Sicilia poi a
Napoli, contro la volontà di Ferdinando II di
non riformare la società come stava avvenendo
negli altri stati italiani (biennio delle riforme, 18461848), portarono all’approvazione di una
Costituzione prima nel Regno delle due Sicilie, poi
nel Granducato di Toscana, nel Regno di Savoia e
nello Stato Pontificio.
L’assemblea
Costituente sorta
dalle rivolte fu
sciolta con la forza
per i timori liberali
di una sua deriva
democratica e
socialista. Tutte le
Costituzioni
approvate furono
abrogate.
L’insurrezione di Vienna favorì l’inizio di
una serie di rivolte in tutti gli stati d’Italia
le quali assunsero la forma di una vera e
propria guerra per l’indipendenza
dell’Italia dall’Austria. Una guerra che
l’Italia nel 1849 perse.