S. Brusca, R. Lanzafame, M. Messina 1 UN NUOVO MODELLO MATEMATICO PER IL CALCOLO DEL RILASCIO TERMICO NEI MCI S. Brusca, R. Lanzafame, M. Messina Dipartimento di Ingegneria Industriale e Meccanica – Facoltà di Ingegneria – Università di Catania SOMMARIO La sperimentata accuratezza nell’interpolare i dati sperimentali dei gas [1] [2] [3], ha spinto gli autori ad utilizzare i polinomi logaritmici del V ordine all’interno dei modelli termodinamici “single zone” per la valutazione del rilascio termico nei MCI. È stato inoltre mostrato un metodo semplice per ricavare l’espressione del rapporto tra i calori specifici a pressione e volume costante in funzione della temperatura, senza dover ricorrere ai ben più complessi modelli termodinamici multi-dimensionali. Le misure di pressione sono state effettuate su di un motore CFR attrezzato presso il Laboratorio Controllo e Formulazione Combustibili della Raffineria AGIP Petroli di Priolo Gargallo (SR). 1. INTRODUZIONE A causa della difficoltà di effettuare dirette rilevazioni del calore rilasciato durante la reazioni di combustione e soprattutto per la scarsa attendibilità di tali misure, negli ultimi anni sono stati sviluppati diversi modelli matematici (mono-, bi- e tri-dimensionali) per l’analisi e lo studio del funzionamento dei motori a combustione interna [4] [5] [6] [7]. L’analisi termodinamica delle misure di pressione all’interno della camera si è rivelata uno strumento utilissimo per la comprensione del complesso fenomeno della combustione e soprattutto per l’analisi dell’effetto che i vari parametri operativi del motore hanno su di esso. Nell’analisi dei dati di pressione in camera di combustione i modelli “single zone” sono usualmente preferiti ai modelli termodinamici multi-dimensionali, seppur meno accurati, per la loro semplicità ed efficienza numerica e perché normalmente conducono a risultati confrontabili. I modelli a singola zona non includono però variazioni spaziali e quindi assumono composizione e temperatura della carica uniformi [4]. Principalmente sono stati sviluppati due approcci in questa tipologia di analisi e cioè: l’approccio “burn rate analysis” e quello “heat release analysis”. Il primo metodo di analisi è spesso utilizzato per la determinazione dell’angolo di manovella corrispondente alla durata della combustione nei motori ad accensione comandata e per la determinazione della frazione di massa di carica fresca istantaneamente bruciata. Il secondo metodo è invece comunemente utilizzato per l’analisi dei dati di pressione nei motori ad accensione spontanea, per la determinazione dell’energia rilasciata durante la fase di combustione. Nel modello a zona singola più semplice, si assume che la massa di combustibile sia trascurabile rispetto a quella d’aria (mf << ma), ed il rapporto tra i calori specifici a pressione e a volume costante k, invariante con la temperatura [6] [8]. Poiché il rapporto k ha un effetto preponderante sia sul valore del calore rilasciato, che sulla forma della curva del rilascio termico cumulativo [4], molti ricercatori hanno messo a punto diverse equazioni matematiche per simulare la dipendenza dalla temperatura di tale parametro termodinamico per i vari gas: formule del primo ordine (k(T) = a + bT) [8], e formule del secondo ordine (k(T) = a + bT +cT2) [4]1. Partendo da questa premessa, obiettivo del presente lavoro è elaborare ed implementare un modello matematico a zona singola per il rilascio termico nei MCI con un rapporto tra i calori specifici dipendente dalla temperatura secondo una funzione polinomiale logaritmica del V ordine del tipo: k(T) = f {a0 + a1 ln(T) + a2 [ln(T)]2+…+ a5 [ln(T)]5}. Al fine di verificare l’efficacia del modello, esso è stato utilizzato per la determinazione della curva di rilascio termico di un motore monocilindrico da laboratorio CFR. I risultati ottenuti sono stati quindi 1 Le espressioni di k(T) riportate in letteratura sono valutate empiricamente o sulla scorta dei risultati dei ben più complessi modelli multi-dimensionali, ed hanno valore solamente per quell’applicazione per la quale sono state determinate. 2 56° Congresso Nazionale ATI confrontati con quelli ottenuti utilizzando i modelli a zona singola a k costante e variabile reperiti in letteratura. Tale confronto ha evidenziato la maggiore accuratezza conseguibile, sia sul rilascio termico globale che sul calcolo del rendimento di combustione della macchina, pur mantenendo grande semplicità ed efficienza numerica. 2. APPARATO SPERIMENTALE Con l’obiettivo di testare l’accuratezza e l’affidabilità del modello matematico sviluppato è stata effettuata una campagna di prove sperimentali presso il Laboratorio Controllo e Formulazione Combustibili dell’AGIP Petroli di Priolo Gargallo – SR. In tale campagna sperimentale è stato rilevato e acquisito il segnale di pressione in camera di combustione di un motore da laboratorio CFR2 Research. La Tabella 1 riassume le caratteristiche costruttive principali e le condizioni di funzionamento del motore utilizzato. Tab. 1 Caratteristiche costruttive principali e condizioni di funzionamento del motore utilizzato Caratteristica Numero di cilindri Rapporto di compressione Alesaggio Corsa Cilindrata Raffreddamento Lubrificazione Velocità di rotazione Anticipo elettrico all’accensione Valore 1 3.5 ÷ 18 82.55 114.3 612 a circolazione d’acqua Forzata 600 ± 6 13 Unità mm mm cm3 r/min deg Per alimentare il motore è stato utilizzato un combustibile di riferimento (isottano C8H18). Tale scelta è stata effettuata in modo da eliminare qualsiasi incertezza relativa alla composizione variabile dei combustibili commerciali. Le prove comparate dei modelli di rilascio termico sono state fatte utilizzando un rapporto volumetrico di compressione relativamente basso (5.8). Ciò per il fatto che, seppur il combustibile utilizzato presenta un numero di ottano pari a 100, il massimo rapporto di compressione impostabile nel CFR senza incorrere nel fenomeno della detonazione incipiente è pari a 6. La Tabella 2 riassume le principali condizioni operative impostate durante la campagna di prove sperimentali. Tab. 2 Condizione operative impostate durante la campagna di prove sperimentali Descrizione Combustibile Dosatura Pressione Ambiente Temperatura Ambiente Temperatura aria aspirazione Velocità di Rotazione Rapporto volumetrico di compressione Temperatura olio lubrificante Valore C8H18 Stechiometrica 101325 Pa 299 K 326 K 600 ± 6 r/min 5.8 Standard I segnali di pressione e di PMS sono stati registrati per mezzo del sistema d’acquisizione le cui specifiche sono riportate nella Tabella 3; nelle Figure 1 e 2 sono mostrati i diagrammi indicati aperto e chiuso del motore CFR. . 2 Cooperative Fuel Reserch – Dresser Industries (WAUKESHA-ENGINE DIVISION) S. Brusca, R. Lanzafame, M. Messina Tab. 3 3 Specifiche tecniche principali dei sensori utilizzati e del sistema di acquisizione dati PC IBM AX5412 High Speed Kistler 7063A Piezoelettrico 0 ÷ 250 bar Kistler type 5007 Elettroprogetti s.a.s. Magnetico 25 22 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 20 p [bar] p [bar] Sistema di acquisizione Personal Computer Scheda Acquisizione Dati Trasduttore di pressione Modello Tipo Range Amplificatore di Carica Modello Sensore di Posizione di P.M. Modello Tipo 15 10 5 0 0 45 90 1 35 1 80 225 270 31 5 360 405 450 495 540 585 630 675 720 0 200 Crank Angle [deg] 400 600 800 V [cm 3] Fig. 1 – Andamento della pressione in camera di combustione del motore CFR in funzione dell’angolo di manovella. Fig. 2 – Andamento della pressione in camera di combustione del motore CFR in funzione dei volumi totali. 3. MODELLO MATEMATICO DI RILASCIO TERMICO Per il calcolo del calore rilasciato durante la fase di combustione è stato utilizzato un modello a zona singola che si basa sull’equazione che rappresenta il I Principio della Termodinamica [8]. Tale equazione applicata alla carica all’interno della camera di combustione di un motore durante le fasi a valvole chiuse può essere scritta secondo la seguente relazione: dQnet = k 1 pdV + Vdp k −1 k −1 (1) dove Qnet è l’energia chimica netta rilasciata in seguito alla combustione, p la pressione all’interno della camera, V i volumi totali, θ è l’angolo di manovella e k è il rapporto tra i calori specifici a pressione e volume costante. In tale equazione sono stati trascurati i termini relativi alla presenza di cavità all’interno della camera di combustione e quelli relativi allo scambio termico con le pareti della camera. In Figura 3 è mostrato un confronto tra le curve di rilascio termico in funzione dell’angolo di manovella al variare del parametro k. L’anticipo elettrico all’accensione (13° prima del PMS) per comodità di calcolo nelle figure è identificato con l’angolo di 347° . È possibile osservare come la scelta del valore del rapporto tra i calori specifici influenzi notevolmente la curva del rilascio termico. Le pendenze negative dell’ultimo tratto delle curve riportate in Figura 3 evidenziano l’assenza di scambio termico con le pareti del cilindro (Hp. di lavoro). Ottenuta la curva del rilascio termico cumulativo, è stato possibile determinare il “Rate Of Heat Release” (ROHR) al variare dell’angolo di manovella. L’andamento di tale curva è riportato invece nella Figura 4. 4 56° Congresso Nazionale ATI 300 0 Qnet [J] 250 0 200 0 150 0 k=1.2 0 100 k=1.2 5 k=1.3 0 k=1.3 5 k=1.4 0 k=1.4 5 100 0 k 50 0 0 34 7 35 7 Segnale non filtrato Segnale filtrato 80 dQnet/d [J/deg] 350 0 36 7 37 7 38 7 39 7 60 40 20 0 -20 40 7 -40 347 41 7 357 367 377 387 397 407 417 Crank angl e [deg] Cra nk a ngle [ deg] Fig. 3 – Calore Cumulativo Netto rilasciato al Fig. 4 – Rilascio Termico per un dato valore del variare del parametro k. parametro k. Il segnale, ricavato direttamente dalle misure sperimentali di pressione, è stato filtrato in modo da poter effettuare un confronto al variare di k al fine di evidenziare la forte influenza che questo parametro ha sulla curva di rilascio termico (vedi Figura 5). 200 k=1.20 100 k=1.30 1 k=1.35 0.8 k=1.40 k=1.6 0.4 k 0 k=1.1 0.6 k=1.45 50 dQ /d [J/ deg] 1.2 k=1.25 150 k 0.2 0 -50 347 347 357 367 377 387 397 407 357 367 377 387 417 C r a nk a n gl e [ de g] Crank a ngl e [de g] Fig. 5 – Andamento del Calore Rilasciato al Fig. 6 – Andamento della massa di carica variare del parametro k. bruciata in funzione dell’angolo di manovella al variare del parametro k. 4. RAPPORTO DI COMBUSTIONE L’analisi del rapporto di combustione è principalmente utilizzata per la determinazione degli angoli di combustione e della frazione di massa combusta in funzione dell’angolo di manovella (MFB Mass Fraction Burned). L’andamento del MFB può essere calcolato dai valori del rilascio termico cumulativo, normalizzando questi ultimi per il valore massimo dell’energia dovuta al rilascio termico cumulativo di fine combustione [4]. Il parametro MFB viene definito nel seguente modo: xb (ϑ ) = mb mu + mb In Figura 6 viene proposto l’andamento di xb al variare di k, ed è possibile notare come in questo caso il rapporto tra i calori specifici influenzi moderatamente l’andamento del MFB. In conclusione risulta dunque evidente come l’analisi termodinamica dei dati sperimentali di pressione all’interno del cilindro sia uno strumento potente ed utile per quantificare i parametri della combustione. Inoltre è possibile osservare come il calcolo del rilascio termico sia fortemente influenzato dal valore scelto per il rapporto tra i calori specifici, e fortemente migliorato attraverso l’utilizzo di funzioni matematiche che descrivano in modo adeguato l’andamento del rapporto tra i calori specifici al variare della temperatura. Per il calcolo del rilascio termico è stato dunque implementato un modello matematico dove il legame tra k e la temperatura viene descritto con grande accuratezza attraverso l’utilizzo dei polinomi logaritmici del V ordine. S. Brusca, R. Lanzafame, M. Messina 5 5. IL NUOVO POLINOMIO INTERPOLATORE PER IL CALCOLO DELLE PROPRIETÀ TERMDINAMICHE DEI GAS Poiché si è visto che il valore assunto dal rapporto tra i calori specifici incide fortemente sulla curva del rilascio termico è stata elaborato un polinomio logaritmico del V ordine in grado di rappresentare efficacemente il legame che intercorre tra il rapporto dei calori specifici k e la temperatura. L’espressione scelta scaturisce da precedenti lavori degli autori [1], [2], [3] dove si è riscontrata l’elevata accuratezza ed efficacia di tale funzione nel rappresentare il legame tra il calore specifico a pressione costante e la temperatura. Un polinomio logaritmico del V ordine può essere scritto nella seguente forma: c p (T ) = a 0 + a 1 ln(T) + a 2 [ln(T)]2 + a 3 [ln(T)]3 + … + a 5 [ln(T)]5 (2) in cui a0, .., a5 sono delle costanti che devono essere determinate sulla base dei dati sperimentali. Per la determinazione di tali costanti sono stati utilizzati i dati sperimentali relativi alle proprietà termodinamiche dei gas costituenti la carica fresca ed i prodotti della combustione di un MCI. Tali costanti sono state determinate utilizzando il metodo dei minimi quadrati. Il polinomio logaritmico del V ordine interpola i dati sperimentali sui calori specifici e sulle entalpie con grande accuratezza3 e semplicità4. Grazie all’elevata accuratezza dei polinomi logaritmici è possibile inoltre estrapolare l’andamento dei rilievi sperimentali per un ∆T pari al 25 % del ∆Tsperimentale , commettendo un errore contenuto ( ≤ 1% ). Per poter ottenere quindi la funzione k(T), occorre dapprima determinare l’andamento della temperatura al variare dell’angolo di manovella θ. Tale andamento può essere determinato sulla base dei rilievi sperimentali di pressione e volumi totali, ipotizzando una temperatura in corrispondenza della chiusura della valvola di aspirazione valutando l’esponente della politropica direttamente dalle misure sperimentali di pressione [10, 11], oppure utilizzando l’equazione di stato per i gas perfetti [4]. 6. VALUTAZIONE DEI POLINOMI LOGARITMICI Nel valutare i calori specifici è stata presa in considerazione una reazione di ossidazione del combustibile in cui il comburente è composto da aria tecnica, mentre i prodotti della combustione sono costituiti solo dalle specie con un numero di moli preponderante rispetto alle altre, e cioè l’azoto, il vapor d’acqua e l’anidride carbonica [7] [8]. A titolo di esempio è stata simulata la presenza nel comburente di una certa quantità di Argon (circa l’1 % in volume). In tale simulazione si sono ottenute variazioni sui valori del rilascio termico di circa lo 0.4 %. Ciò ha fatto escludere ogni altro gas nel comburente eccetto che l’ossigeno e l’azoto. I dati sperimentali del combustibile sono stati rilevati dalla letteratura [12]. Sulla base di tali dati (disponibili solo per 200 < T < 1500 K), utilizzando il metodo dei minimi quadrati, sono stati ottenuti i sei coefficienti del polinomio logaritmico del V ordine. La Tabella 4 riporta i valori dei coefficienti del polinomio determinati sia per il combustibile che per i prodotti della combustione presi in considerazione. Nella stessa tabella sono anche riportati i range di temperatura di validità del polinomio. Grazie all’elevata accuratezza della funzione interpolante, è stato possibile estrapolare (vedi Figura 7), per necessità di calcolo, i valori del calore specifico fino a 2000 K. Tale estrapolazione è stata validata sulla base di valori sperimentali disponibili per altre specie per range di temperatura molto più estesi (0 ÷ 3500 K, vedi Figura 10). Estrapolando per circa il 25 % del range di temperatura relativo alle misure sperimentali, l’errore è sempre inferiore all’1 %. Sempre in Figura 7 è possibile notare come la suddetta estrapolazione di dati sperimentali sia irrealizzabile qualora si utilizzi un polinomio tradizionale. Per motivi di scala in Figura 7 non è possibile apprezzare l’accuratezza con la quale i polinomi logaritmici interpolino i dati sperimentali, per cui in Figura 8 è mostrato il buon accordo tra le misure sperimentali ed il polinomio interpolatore (valutabile anche attraverso il coefficiente di correlazione R2). Analogamente a quanto fatto per il combustibile, i polinomi interpolatori sono stati valutati anche per 3 L’errore relativo massimo è inferiore allo 0.1 %, mentre il coefficiente di correlazione R2 è compreso tra lo 0.99966 dell’ossigeno e lo 0.99999 dell’anidride carbonica. 4 Per interpolare le proprietà termodinamiche in un range di temperatura molto ampio (0 ÷ 5000 K) è possibile utilizzare un solo polinomio logaritmico del V ordine. 6 56° Congresso Nazionale ATI le restanti specie prese in considerazione (per queste i dati sperimentali sono stati ottenuti dalle tabelle JANAF [13]). Per motivi di spazio si riporta solo il grafico relativo all’anidride carbonica (vedi Figura 9), in quanto l’interpolazione polinomiale logaritmica per le restanti specie è del tutto simile a quella per le due specie qui mostrata, e comunque riportata il letteratura [1, 2, 3]. Interpolazione cp C8H18 (R2 = 0.999964) cp [J/mol K] 600 500 400 300 Dati sperim. 200 Pol. Log. V 100 Pol. V 0 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2000 2200 T [K] Fig. 7 – Andamento del cp del combustibile al variare della temperatura. C8H18 1 2 (R =0.999993) 0.5 0 -0.5 0 500 1000 1500 err. rel. % Pol. Log. V 0.4 Err. rel. % 1.5 Err. rel. % Interpolazione cp CO2 err. rel. % Pol. Log. V err. rel. % Pol. V 2000 err. rel. % Pol. V 0.2 0 -0.2 0 1000 2000 3000 4000 -0.4 -1 T [K] T [K] Fig. 8 – Scostamento dell’interpolazione dai dati sperimentali sul combustibile al variare della temperatura. Fig. 9 – Scostamento dell’interpolazione dai dati sperimentali sull’anidride carbonica al variare della temperatura. Tab. 4 Coefficienti dei polinomi interpolatori per il parametro cp [J/mol K] per le diverse specie molecolari presenti nella miscela Specie C8H18 200<T<2000 K O2 273<T<3500 K N2 273<T<3500 K CO2 273<T<3500 K H2O 273<T<3500 K a0 a1 A2 a3 a4 a5 R2 -43029.69896 36241.19904 -12036.09466 1966.430702 -157.61132 4.9695987 0.999964 10228.342599 -7184.923331 2010.868084 -279.694958 19.348226 -0.532569 0.999662 -7513.364197 5708.380466 -1712.173896 254.295542 -18.699837 0.544972 0.999927 -1412.367846 1288.467702 -452.811975 77.548094 -6.435215 0.207544 0.999993 -11780.764955 8490.521798 -2414.775747 339.336617 -23.542768 0.645407 0.999893 S. Brusca, R. Lanzafame, M. Messina 7 err.% H20 3 err.% CO2 err.% O2 2 err.% N2 Err. rel. % 1 0 -1 -2 -3 0 5 10 15 20 25 30 35 40 ∆ T % Estrapolato Fig. 10 – Andamento dell’errore relativo commesso al variare del ∆T estrapolato al di la del range di interpolazione. 7. CALCOLO DELLA FUNZIONE k=k(Τ) Noti i sei coefficienti del polinomio logaritmico per ogni singola specie, è possibile valutare i calori specifici a pressione costante dei reagenti e dei prodotti adottando sempre lo stesso tipo di polinomio, e valutando i relativi coefficienti come medie pesate rispetto alle singole masse. Indicando con il pedice u i reagenti (e quindi la massa incombusta) e con il pedice b i prodotti della combustione, avremo: cpu(T)=a0u+a1uln(T)+a2u[ln(T)]2+…..+a5u[ln(T)]5 (4) cpb(T)=a0b+a1bln(T)+a2b[ln(T)]2+…..+a5b[ln(T)]5 (5) dove [a i ] u = [a i ] b = mC8 H18 ∗ (a i ) C8 H18 + mO2 ∗ (ai ) O2 + m N 2 ∗ (ai ) N 2 (mtot ) u mCO2 ∗ (ai ) CO2 + m H 2O ∗ (ai ) H 2O + m N 2 ∗ (ai ) N 2 (mtot ) b per 0 ≤ i ≤ 5 (6) per 0 ≤ i ≤ 5 (7) Adesso è possibile calcolare il rapporto tra i calori specifici a pressione e volume costante per la massa incombusta, secondo la nota relazione: k u (T ) = c pu (T ) c vu (T ) (8) dove cvu(T) può essere valutato attraverso la legge di Mayer. Analogamente a quanto fatto per la massa incombusta, si può calcolare il rapporto tra i calori specifici a pressione e volume costante per la massa combusta: 8 56° Congresso Nazionale ATI k b (T ) = c pb (T ) (9) cvb (T ) Nell’equazione (8) non è stata presa in considerazione la presenza dei fumi residui in camera di combustione in quanto si è visto, durante una simulazione in cui la massa dei fumi residui veniva fatta variare dall’1% fino al 10 % della massa aspirata, che la loro presenza faceva variare il valore di k(T) dello 0.1 % (vedi Figura 12) ed il valore finale del rilascio termico cumulativo dello 0.002%. Per valutare adesso l’andamento del rapporto tra i calori specifici si può scrivere che: k (T ) = [1 − xb (T )]k u (T ) + xb (T )k b (T ) (10) dove xb è stato ricavato direttamente dalle misure sperimentali per un qualsiasi valore di k (xb può ritenersi in definitiva indipendente da k; vedi Figura 6). L’andamento dei valori sperimentali di xb con la temperatura è pressappoco lineare, quindi, per semplicità di calcolo, è possibile interpolare linearmente i dati sperimentali ottenendo un buon coefficiente di correlazione R2 simile a quello che si otterrebbe utilizzando un polinomio logaritmico del quinto ordine (vedi Figura 11). 1.2 Dati sperim. 1 Pol. Log. (R^2=0.9992) MFB - xb 0.8 Interp. Lineare (R^2=0.9990) 0.6 0.4 0.2 0 630 830 1030 1230 1430 1630 1830 Tem peratura [K] Fig. 11 – Andamento della frazione di massa bruciata al variare della temperatura Così facendo si è facilmente ottenuta la funzione matematica che descrive l’andamento di k al variare della temperatura per l’analisi del rilascio termico per questa particolare applicazione (motore CFR, ρ=5.8, combustibile: C8H18, Φ = 1). In Tabella 5 sono riportati i 6 coefficienti del polinomio logaritmico del V ordine k = k(T). Tab. 5 Coefficienti del polinomio logaritmico del V ordine per k(T). Valore a0 a1 a2 a3 a4 a5 1344.205634 -961.583456 275.282753 -39.377248 2.8139646 -0.08036132 8. CONFRONTO CON LE ALTRE FUNZIONI k=k(T) NOTE IN LETTERATURA In Figura 12 è riportato un confronto tra alcune leggi matematiche utilizzate per descrivere l’andamento di k con la temperatura. S. Brusca, R. Lanzafame, M. Messina 9 1.36 1.34 Gatow ski Kam im oto k + gas res. 1.32 k 1.3 Chun - Heyw ood 1.28 k 1.26 Brunt 1.24 1.22 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 T [K] Fig. 12 – Andamento del rapporto dei calori specifici al variare della temperatura per diversi modelli utilizzati. Le funzioni indicate in Figura 12 con “k” e “k +gas res.” rappresentano le funzioni k=k(T) valutate in questo lavoro, rispettivamente nel caso in cui non vengano considerati i gas residui presenti in camera di combustione all’atto dell’apertura della valvola di aspirazione, ed il caso in cui se ne tenga conto con un rapporto in massa (massa gas residui/massa carica aspirata)=0.1. Si può notare come la presenza dei gas residui (anche in percentuale maggiore al 10%) non influenzi i valori di k=k(T) se non per un o 0.1% che si ripercuote con una variazione dello 0.002% sul rilascio termico calcolato. Quindi ai fini del modello proposto, è ininfluente tenere più o meno in considerazione la presenza dei gas residui. Sempre nella Figura 12 vengono riportate le funzioni k = k(T) utilizzate da Brunt et al.[4], Gatowski et al. [9], Kamimoto et al.[6] e Chun e Heywood [14]. La funzione utilizzata da Brunt è calcolata per un motore ad accensione comandata (combustibile C8H16) attraverso di un modello matematico multi dimensionale, mediato su diversi valori di Φ (0.8 < Φ < 1.2). La formula di Gatowski è di tipo epirico ed è utilizzata per un motore ad accensione comandata (combustibile C8H9N e Φ = 1). La funzione costante di Kamimoto è utilizzata per un Diesel DI e valutata attraverso un confronto tra il modello single zone ed un modello bi-zona, in modo tale da far coincidere i valori del rilascio termico valuti. Analogamente per la funzione di Chun e Heywood valutata per un motore ad accensione comandata. In tutti i modelli valutati, le funzioni k = k(T) sono state calcolate per una specifica applicazione, e scaturiscono o dall’implementazione di modelli numerici complessi, o dalla base della propria esperienza, o con il confronto tra i modelli single zone ed i modelli bi-zona. Gli autori propongono in alternativa un metodo semplice e diretto per il calcolo della funzione k=k(T) per ogni particolare applicazione, che si basi sui dati sperimentali disponibili in letteratura e sui valori della frazione di massa bruciata determinabile dalle misure sperimentali di pressione. 9. VALUTAZIONE DEL RILASCIO TERMICO Impostato il modello matematico per il calcolo del rapporto tra i calori specifici, k(T) è stato diagrammato a partire dalla temperatura della carica al momento dell’accensione, fino al valore 10 56° Congresso Nazionale ATI massimo di temperatura raggiunto durante la combustione. In questa prima fase di validazione del modello matematico è stato assunto per semplicità di calcolo un rapporto di equivalenza pari a 1; Φ = 1. In ogni caso l’influenza che ha il rapporto di equivalenza su k è molto più piccolo dell’effetto che ha la temperatura [4]. In Figura 13 è possibile notare tre curve. La prima è relativa all’evoluzione del k nel caso in cui siano solamente i reagenti (xb = 0) ad evolvere dalla temperatura iniziale a quella finale. La seconda, parimenti a quanto effettuato per i reagenti, è riferita ai prodotti della reazione di ossidazione presi in considerazione (xb=1). La terza infine rappresenta il reale andamento del k della carica, che nell’intervallo di temperatura preso in considerazione, varia da xb = 0 a xb = 1. Se si esprime k in funzione della temperatura bisogna fare attenzione ad utilizzare l’espressione matematica i cui coefficienti sono riportati in Tabella 5, per T che varia dalla temperatura T0 all’instante dell’accensione fino all temperatura per la quale tutta la massa è combusta Tmax. Per gli angoli di manovella successivi alla Tmax la temperatura decresce ma xb rimane uguale ad 1, quindi l’espressione matematica i cui coefficienti sono riportati in Tabella 5, non può più essere utilizzata in quanto ha validità solo per T | xb =0 ≤ T ≤ T | xb =1 . Per le temperature successive alla temperatura per la quale xb=1 si ha che k(T) = kb(T). Se si esprime k in funzione degli angoli di manovella si avrà un’unica espressione matematica valida per l’intero intervallo di angoli di manovella scelti per l’analisi del rilascio termico. Analogamente a quanto fatto in Figura 13, in Figura 14 è stato rappresentato k(θ), dove l’angolo di manovella varia dall’angolo di manovella corrispondente all’accensione, fino al valore finale scelto per l’analisi del rilascio termico (abbondantemente al di là dell’angolo di fine combustione; 60° dopo il PMS). 1.34 1.32 1.34 Carica incombust a 1.30 Carica attuale 1.28 1.26 k k Carica combusta 1.30 Carica att uale 1.28 1.24 1.22 500 700 Carica incombusta 1.32 Carica combust a 1.26 1.24 900 1100 1300 1500 1700 1900 2100 Temperatura [K] Fig. 13 – Andamento del k al variare della temperatura per la carica fresca e combusta 1.22 347 367 387 407 Crank angle [deg] Fig. 14 – Andamento del k al variare dell’angolo di manovella per la carica fresca e combusta Valutato l’effettivo legame tra k e T (e quindi tra k e θ, visto che il legame tra T e θ è noto sperimentalmente), è stato quindi possibile calcolare la curva del rilascio termico cumulativo netto e confrontarla con quella in cui k è costante e pari a 1.35 (vedi Figura 15). Dalla Figura 15 è possibile notare come la scelta di k costante abbia un’elevata influenza sul valore massimo del rilascio termico (in questo caso circa il 19 %), mentre non influenza la determinazione dell’angolo di manovella di fine combustione. Variando il valore costante scelto per k è possibile aumentare o ridurre lo scarto dalla curva determinata con k variabile, fino al limite a far coincidere le due curve (vedi Tabella 6). Ma l’esatta scelta di k=cost. per l’implementazione nel modello “single zone” tradizionale è alquanto difficoltosa in quanto il valore costante da adottare per k, al fine di far coincidere le due curve, dipende da una serie tale di parametri, che difficilmente porta alla scelta esatta della costante. Infine in Figura 16 è mostrato il confronto su tasso del rilascio termico (ROHR Rate Of Heat Release). Anche in questo caso la scelta del valore da dare alla costante è fondamentale. Nell’esempio in Figura 16 lo scarto è del 25%. L’uso di una funzione per k dipendente dalla temperatura, permette di ridurre notevolmente gli errori derivanti da una errata scelta del valore della costante da assegnare a k. S. Brusca, R. Lanzafame, M. Messina 11 In questa applicazione è stato visto che per k = 1.275 il modello del rilascio termico tradizionale e quello modificato secondo gli autori coincidono, ma sicuramente variando la tipologia del MCI o del combustibile trattato, il valore da assegnare a k sarà variato, e per evitare dunque errori nella determinazione del rilascio termico è conveniente valutare l’andamento dei k con la temperatura. 60 900 800 700 k= c os t. 50 k=cos t. Pol. Log . V ord. 40 Pol. Log. V ord. R OH R [J /d eg Ne t Cu m u lat iv e He a t Rel e a se [J ] 1000 600 500 400 300 30 20 10 200 0 347 -10 100 0 347 357 367 377 387 397 407 357 417 367 377 387 397 407 417 Crank a ng le [d eg] Crank angle [deg] Fig. 15 – Andamento del calore cumulativo rilasciato in funzione dell’angolo di manovella Fig. 16 – Andamento del “Rate Of Heat Release” in funzione dell’angolo di manovella In Tabella 6 è possibile valutare l’errore relativo percentuale al variare del valore della costante assegnata al rapporto tra i calori specifici. Tab. 6 Errore percentuale commesso nel calcolo nel calcolo del rilascio termico al variare del rapporto tra i calori specifici a pressione e volume costante k err.rel % 1.20 + 33.6 Errore Relativo Percentuale 1.25 1.275 1.30 + 8.2 0 - 7.9 1.35 - 19.3 1.40 + 8.4 1.45 + 35.1 CONCLUSIONI Nel presente lavoro è stato sviluppato un nuovo modello matematico per il calcolo del rilascio termico nei MCI. In tale modello sono state implementate delle nuove funzioni matematiche per l’interpolazione dei dati sperimentali sui cp dei gas in modo da avere una relazione matematica capace di descrivere al variare della temperatura l’andamento del cp con grande accuratezza. Sulla base dell’esperienza degli autori sono stati utilizzati i polinomi logaritmici del V ordine che, come mostrato in altri lavori, presentano tre caratteristiche peculiari: 1. Elevata accuratezza nell’interpolazione dei dati sperimentali; 2. Possibilità di poter interpolare su larghi range di temperatura con una singola funzione matematica senza perdere in accuratezza; 3. Possibilità di poter estrapolare per circa un 25% al di la del range di temperatura dei dati sperimentali, i valori dei calori specifici. Oltre all’aver implementato i polinomi logaritmici, è stata utilizzata una tecnica per il calcolo del k della carica istantanea, senza dover ricorrere ai ben più complessi modelli multi-dimensionali, o alla formulazione di leggi empiriche. Sono state mostrate le tecniche per poter ricavare, per ogni singola applicazione, l’andamento effettivo del k al variare della temperatura, senza dover utilizzare i valori o le funzioni reperibili in letteratura valevoli per singole applicazioni. A tal proposito è stato effettuato un confronto tra le differenti funzioni matematiche descriventi l’andamento del k con la temperatura. È stato inoltre evidenziato come nell’utilizzo dei modelli “single zone” sia fondamentale disporre di un’adeguata funzione matematica k=k(T) per evitare grossolani errori nella valutazione del rilascio termico imputabili ad una erronea scelta del valore della costante da assegnare a k. Approntato il modello dal punto di vista computazionale, sono stati effettuati dei confronti sui valori del rilascio termico calcolato, per valutare l’ordine di grandezza che l’errore può assumere nel caso di un’inattendibile scelta della costante da assegnare a k. 12 56° Congresso Nazionale ATI BIBLIOGRAFIA [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] [10] [11] [12] [13] [14] [15] R. Lanzafame, M. Messina “A New Method for the Calculation of Gases Enthalpy” , IECEC-20002851 - Intersociety Energy Conversion Engineering Conference, Las Vegas July 2000. R. Lanzafame, M. Messina: “Un nuovo polinomio interpolatore per il calcolo dell’entalpia dei gas”, pubblicato sulla rivista “La Termotecnica” - Novembre 2000. R. Lanzafame, M. Messina: “V order Logarithmic Polynomials for Thermodynamic Calculations in ICE” SAE paper n° 2001-01-1912. 2001 SAE International Spring Fuels & Lubricants Meeting – 7-9 May 2001, Orlando, Florida, USA. 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