Le cooperative sociali di tipo - Centro italiano di documentazione

LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA
PROVINCIA DI RIMINI, LETTURA ED ANALISI DEI
VALORI DI BILANCIO
di
Maria-Gabriella Baldarelli 1 e Renato Medei 2
Il presente lavoro è la prima parte di un’analisi più complessa
sulla cooperazione sociale e l’economia civile nella provincia di
Rimini. Il lavoro completo in tutte le sue parti è stato raccolto
libro a cura di Maria-Gabriella Baldarelli Verso l’economia
civile: una prospettiva economico-aziendale edito dalla Maggioli
nel 2005. La pubblicazione non si limita soltanto al contesto
riminese,
ma
spazia,
individuando
best
practice
nazionali
internazionali,per sviluppare o validare l’idea che l’Economia
civile esiste per studiarne le modalità di funzionamento. Infatti,
l’asserzione che l’etica può essere l’elemento che avvicina
le
aziende
for profit alle aziende non profit viene supportata
anche da una prima considerazione che parte dalla convinzione che
le aziende for profit eticamente orientate,come le aziende not for
profit, trovano ragione della loro vicinanza nell’esigenza di
riattivare altri circuiti, oltre a quello dello Stato ed a quello
del mercato, che, secondo alcuni autori, sono relativi a quello
della reciprocità ed al circuito domestico. Con il termine
Economia Civile si recuperano i circuiti sopra menzionati, in una
prospettiva di miglioramento della società, in cui il ruolo delle
aziende di ogni categoria non è indifferente.
1
Professore associato di Ragioneria generale ed applicata, Dipartimento di
Scienze aziendali, Università degli studi di Bologna,Polo scientifico-didattico
di Rimini,tel: 0541/434123; fax:0541/24885,e-mail:[email protected].
2
Il Dott. Renato Medei è Dottorando di Ricerca presso l’Università degli studi
di Macerata e collabora alle attività di Ricerca della sede di Rimini della
facoltà di Economia -Università degli studi di Bologna.
- 1 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
INDICE :
LE COOPERATIVE SOCIALI .................................................................................. 3
I caratteri fondamentali delle cooperative .............................. 3
Le norme
che regolano le cooperative, loro
ripercussioni nell’ambito gestionale............................................. 8
ANALISI DEI BILANCI DELLE COOPERATIVE DI TIPO A, DELLA
PROVINCIA DI RIMINI ....................................................................................... 15
La metodologia adottata....................................................................... 15
Lettura dei bilanci ................................................................................ 19
- 2 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
LE COOPERATIVE SOCIALI
I caratteri fondamentali delle cooperative
Le cooperative sociali sono un istituto economico che si regge
su
regole
vincolo
di
corretto
economico
e
comportamento
dinamico
cioè
gestionale
(rispetto
autosufficienza
del
economica
finanziaria e patrimoniale 3 ) finalisticamente orientato però al
perseguimento di una pluralità di obbiettivi
di ordine socio-
economico 4 .
Risulta facile desumere dalla definizione data da
Matacena che
l’obiettivo primo di queste cooperative non è tanto il profitto,
ma
una
gestione orientata al raggiungimento di obbiettivi
socio-economici.
3
Anche le cooperative come tutte le imprese per essere autosufficienti devono
rispettare l’ equilibrio economico
riguarda
e finanziario.
il fluire dei costi e dei ricavi
“L’equilibrio
economico
di gestione. Tale equilibrio
esprime la necessità che l’impresa attraverso le operazioni di finanziamento
, investimento e realizzo sistematicamente svolte, consegua ricavi in misura
tale da considerare l’integrale copertura
ottenere un margine di reddito per
proprio. L’equilibrio finanziario
uscite
monetarie.
assicurare
presuppone
Le
entrate
la piena copertura
un assiduo
dei costi correlati ed inoltre
rimunerare adeguatamente il capitale
riguarda il fluire
provenienti
dalle
delle entrate e delle
diverse
fonti
devono
delle uscite via via richieste, il che
e reciproco adattamento fra provviste e impieghi di
capitale.” O. Paganelli, Analisi di bilancio, indici e flussi,UTET, Torino,
1991
4
A. Matacena, Impresa cooperativa, Clueb, Bologna, 1990
- 3 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
La Dichiarazione di identità cooperativa
“un’associazione
volontariamente
sociali
autonoma
per
culturali
di
soddisfare
e
le
propone la stessa come
individui
i
proprie
propri
che
si
bisogni
aspirazioni
creazione di una società di proprietà comune
uniscono
economici,
attraverso
la
e democraticamente
controllata … associazione basata sui valori di autosufficienza,
dell’autoresponsabilità,
della
democrazia,
dell’uguaglianza,
dell’equità e solidarietà” 5 .
Le definizioni presentate permettono di
ricavare i principi
cooperativi 6 più rilevanti:
•
Interesse limitato sul capitale
e distribuzione dei suoi
residui
•
Adesione volontaria ed amministrazione democratica
•
Educazione
cooperativa e collaborazione tra le cooperative
L’interesse
limitato
mettono
risalto
in
sul
il
capitale
carattere
e
l’adesione
mutualistico
volontaria
delle
unità
cooperative, la scelta di un’amministrazione democratica pone
ovviamente l’accento sul carattere democratico, mentre l’ultimo
principio rileva il carattere solidaristico.
5
Dichiarazione
di
identità
cooperativa
approvata
dal
XXXI
Congresso
dell’Alleanza Cooperativa Internazionale, Manchester 20-22 settembre 1995
6
Tali
principi
sono
le
regole
di
appartenenza
internazionale.
- 4 -
all’Alleanza
cooperativa
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Il carattere democratico 7 di amministrazione pone l’attenzione su
come
le
cooperative
imprenditoriale
vengano
diffuso
“nell’assolvimento
di
il
gestite
quale,
tutte
le
da
esplica
funzioni
le
un
soggetto
sue
funzioni
fondamentali
dell’
azienda : quella innovativa, di direzione e di adattamento alle
condizioni
socio
esterne,
(soci)
grado,
da
corretto
che
un
la
azienda,
prescindendo
la
ricopre
lato,
di
struttura
dall’altro
l’orientamento
di
in
manageriale
che
personalità
(ricoprono)
orientare
di
sondo
dalla
dalla
in
finalisticamente
eventualmente
deriva
(dei)
presupponendolo
modo
esplicitare,
del
nel
presente
suo
agire,
sociale” 8 .
base
in
Il
gruppo gestionale di una cooperativa è chiamato ad assolvere ai
propri
doveri
tenendo
sempre
in
riferimento
la
visione
gestionale del gruppo sociale da cui deriva ed, esplicitando
ruolo di autogestione della cooperativa nel chiamare
soci a farsi
questo
La
direttamente carico
tutti i
delle decisioni di gestione,
per il buon funzionamento della cooperativa stessa.
partecipazione
diretta
dei
cooperatori
aziendale e l’autonomia gestionale
7
il
alla
gestione
vengono inoltre ribadite nel
Le cooperative sono organizzazioni democratiche, controllate dai propri soci
che partecipano attivamente nello stabilire le politiche e nell’assumere
le
relative decisioni. Gli uomini e le donne eletti come rappresentanti sono
responsabili
soci
nei confronti dei soci. Nelle cooperative di primo grado, i
hanno gli stessi diritti di voto (una testa, un voto) e anche le
cooperative
di
altro
grado
sono
ugualmente
organizzate
in
modo
democratico. Linee guida con cui le cooperative mettono in pratica i loro
valori- Congresso ACI, 1995
8
A. Matacena, Impresa cooperativa, Clueb, Bologna, 1990
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LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
Codice
Etico
di
Federsolidarietà
nei
punti
primo
Gestione
democratica e partecipata 9 , e secondo Parità di condizioni fra
soci 10 .
Il
carattere
democratico
di
amministrazione
viene
inoltre
sancito dal codice civile che con l’art. 2532 stabilisce: ogni
socio ha un voto, qualunque sia il valore della quota o il
numero delle azioni.
Le
cooperative
hanno
come
prerogativa
principale
permettere la partecipazione al profitto di
quella
di
alcune categorie di
soggetti , che ne sarebbero normalmente estromesse in quanto non
in grado di conferire la risorsa capitale. Dalla possibilità di
partecipazione
diffusa
o
allargata
mutualità delle cooperative,
della
stesa
a
fornire
deriva
il
carattere
di
mutualità intesa come l’attitudine
ai
singoli
soci
beni
servizi
redditi
cercando di minimizzare le spesa e senza alcun fine speculavo.
La
mutualità
soddisfare
9
per
i
soci
non
competenze
che
“
cooperare
per
incompatibili con l’appartenenza associativa regolamenti
interni o impegni sottoscritti
o
altro
le proprie esigenze, a seconda dei propri bisogni
Sono considerati
riducano
è
limitino
gli
la
organi
maniera impropria
individualmente o da gruppi di soci, che
partecipazione
sociali
democratica,
statutariamente
responsabilità e poteri
svuotino
ordinati,
delle
loro
concentrando
in
decisionali su singoli organi e
soggetti.
10
Non sono ammissibili
decisioni che prevedono, a fronte di avvio
attività, un trattamento differenziato
impiegati
in
iniziative
omogeneo
tali
attività.
Le
di nuove
in riduzione dei soci lavoratori
eventuali
minori
entrate,
conseguenza
di
non sufficientemente remunerative debbono riverberarsi in modo
su tutta la base sociale
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(…) bisogni di chi vuol vendere prodotti delle proprie aziende,
o prestare il proprio lavoro ad un prezzo superiore
a quello di
mercato, o di chi vuole acquistare fattori produttivi o beni di
consumo ad un prezzo inferiore di mercato 11 . Per effetto della
mutualità il cooperatore, ha il privilegio di usare l’azienda (
in quanto socio della stessa) per il soddisfacimento dei propri
bisogni, ha la possibilità di perseguire il suo lucro - purchè
questo sia accessorio alla gestione mutualistica della stessa 12 -,
persegue
finalità
configurando
solidale
che
vanno
l’attività
rivolta
agli
oltre
della
altri
suoi
bisogni
personali
cooperativa
come
attività
soci
i
e
ai
terzi
esterni
alla
cooperativa.
La cooperativa acquista quindi il ruolo di intermediazione tra
il cooperatore e il mercato
ottenendo, in certa parte,
anche
l’aumento del benessere sociale. Ampliandosi l’impatto economico
derivante dalla cooperativa si amplierà anche la base sociale
della
stessa
aumentando
e
sempre
maggiori
beni/servizi
bisogni
verranno
prodotti/erogati
a
favore
soddisfatti,
dei
terzi
esterni. Se inoltre guardiamo alla solidarietà come vicendevole
11
12
A. Matacena, Impresa cooperativa, Clueb, Bologna, 1990
La
mutualità
finalizzazione
dovendosi
non
dello
significa
stesso
collegare la presenza
assenza
allo
dell’intento
sviluppo
di un profitto
speculativo
dell’intento
ma
mutualistico,
non ad un processo
soddisfazione del socio ma di autofinanziamento
(…),
di plus
dell’impresa cooperativa
priva, specie nella fase di avviamento, appunto in quanto cooperativa, degli
apporti
di
capitale
di
rischio
caratterizzante
Matacena, Impresa cooperativa, Clueb, Bologna, 1990
- 7 -
l’impresa
privata.
A.
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aiuto non solo dei cooperatori ma anche dei terzi, allora gli
incassi derivati dalla gestione operativa della stessa devono
essere
impiegati
per
incrementare
i
servizi
offerti
alla
collettività dalla cooperativa perseguendo così in via indiretta
il soddisfacimento dei bisogni dei soggetti che non hanno voluto
aderire alla stessa.
I
caratteri
di
mutualità
e
solidarietà,
in
modo
implicito,
obbligano i cooperatori ad assumersi la responsabilità sociale 13
nei confronti dei soggetti terzi, superando il proprio personale
tornaconto e proiettando la cooperativa al soddisfacimento del
benessere della collettiva ed al perseguimento di risultati con
contenuto economico ma anche sociale. 14
Le
norme
che
regolano
le
cooperative,
loro
varie 15
sono
ripercussioni
nell’ambito gestionale
Nel
panorama
regolano
13
legislativo
l’istituto
Per responsabilità sociale
i rapporti
italiano
della
cooperazione,
le
questo
norme
che
per
la
si intende la capacità di un’azienda di gestire
con i lavoratori (umanizzazione), con i terzi ad essa esterni e
con l’ecosistema (ambientamento). A. Matacena
Per
una
completa
trattazione
in
merito
si
rinvia
a
A.
Matacena,
La
cooperativa come impresa socialmente responsabile, Clueb, Bologna, 1996
14
15
A. Matacena, Impresa cooperativa, Clueb, Bologna, 1990
Riportiamo di seguito un breve compendio relativo alle norme giuridiche che
investono le cooperative:
•
Art. 45 della Costituzione italiana
•
Articoli dal 2511 al 2545 del codice civile
•
D.L.C.P.S. 14 dicembre 1947, n° 1577 (legge Basevi)
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particolarità di tale azienda, che si pone a metà strada tra
azienda
pubblica
e
privata
e
cerca
con
il
suo
operare
di
soddisfare i bisogni materiali e non dei soci ma anche della
collettività.
La
Costituzione
italiana,
fonte
prima
del
giuridico, all’art. 45 comma I° recita
nostro
ordinamento
“la Repubblica riconosce
la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità
e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e
favorisce l’incremento
con
gli
opportuni
con i mezzi più idonei e ne assicura,
controlli
,
il
carattere
e
le
finalità”.
L’art. 45 mette in risalto il valore che la cooperazione ha per
la
società
e
la
capacità
(della
stessa)
di
soddisfare
gli
interessi collettivi -qualora e solo nel caso sia mutuamente
orientata-,
inoltre
evidenzia
anche
del
aziende 16 .
Il codice civile regola l’attività delle cooperative
Legge 17 febbraio 1971, n° 127
•
Legge 19 marzo 1983, n° 72
•
Legge 27 febbraio 1985, n° 49
•
Legge 8 novembre 1991, n° 381
•
Legge 31 gennaio 1992, n° 59
Pare emergere, secondo la dottrina richiamata,
peculiare,
tertium
rispetto
genus,
all’impresa
rispetto
ai
privata
soggetti
e
l’operato
tali
un ruolo della cooperazione
pubblica,
previsti
di
di
sostenere,
•
controllare
legislatore
promuovere
16
ma
l’intento
ex
(cooperativa
art.
41
e
42
come
della
Costituzione) volta a perseguire, se qualificata ed in quanto tale tutelata e
protetta,
esplicita
la
cosiddetta
collaborazione
democrazia
ai
dei
produttori
processi
di
tramite
anche
programmazione
complessiva. A. Matacena, Impresa cooperativa, Clueb, Bologna, 1990
- 9 -
una
sua
economica
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
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nel libro quinto al titolo VI°, con
riferimento -ancora una
volta-
al carattere mutualistico 17 ,
precisando che solo le
imprese
che
società
cooperative
hanno
tale
a
carattere
possono
responsabilità
Sempre il codice civile
configurarsi
limitata
o
come
illimitata.
sancisce che per gli organi di governo,
libri sociali, operazioni ordinarie e straordinarie di gestione
l’azienda cooperativa è assimilata
alle società per azioni.
Vengono comunque poste determinate distinzioni ravvisabili:
•
Ex
art
2520
cc,
Variabilità
dei
soci
sociale, per le società cooperative
o
del
capitale
non
e
del
capitale
la variazione dei soci
costituiscono
modifica
dell’atto
costitutivo esiste comunque numero minimo di soci fissato
in 9 per tutte le cooperative 50 per le cooperative di
consumo(legge
capitale
è
n°127/71),
fissato
inoltre
in
10.000
il
€
e
valore
minimo
15.000
€
per
del
le
cooperative sociali (legge n°72/83).
•
Ex artt. 2532/2534 Espressioni di voto in assemblea. Ogni
socio,
nelle
cooperative,
può
avvalersi
di
un
voto
(indipendentemente dal valore delle quote detenute)vale il
17
Nella relazione del Guardasigilli al codice del 1942 si legge “Le società
cooperative sono state
società
propriamente
nettamente distinte dalle altre
dette.
Questa
distinzione
si
imprese sociali o
fonda
sullo
scopo
prevalentemente mutualistico delle cooperative, consistente nel fornire beni
o servizi od occasioni di lavoro
direttamente ai membri dell’organizzazione
a condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero dal mercato, mentre
lo scopo
delle imprese sociali
in senso proprio
riparto degli utili patrimoniali”
- 10 -
è il conseguimento e il
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principio di una testa un voto, il socio può esprimere il
suo voto anche via posta ma non può delegarlo. In alcuni
casi sono ammesse assemblee separate.
•
Ex art. 2536
Distribuzione degli utili. Gli utili devono
essere destinati in quinta parte a riserva legale, poi ai
fondi mutualistici per la cooperazione sociale, a residuo
per la rivalutazione delle quote o delle azioni o assegnata
ad altre riserve e fondi o distribuita ai soci 18 , la parte
ulteriormente residua ai fini mutualistici. La ripartizione
degli utili avviene nella misura stabilita dallo statuto e
non può superare la quota di remunerazione dei prestiti
sociali (legge n°72/83)
Maggiori dettami normativi possono essere assunti dalla legge
Basevi, D.L.C.P.S. 14 dicembre 1947, n° 1577. Da tale norma e
dalle
sue
successive
modificazioni
desumiamo
che
presso
il
Ministero del Lavoro viene istituito il registro prefettizio e
lo schedario generale della cooperazione, a cui è obbligatoria
l’iscrizione.
Sempre
allo
stesso
ente
viene
affidato
il
controllo e la vigilanza sulle cooperative iscritte, e anche il
finanziamento del mondo cooperativo. Articolo fondamentale di
tale
legge
cooperativa
è
il
numero
ha
carattere
26
dal
quale
mutualistico
si
solo
rileva
nel
caso
nell’atto costitutivo si faccia esplicito richiamo a :
- 11 -
che
una
in
cui
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•
Divieto
di
distribuzione
di
dividendi
soci
delle
superiori
all’interesse legale
•
Divieto
di
distribuzioni
tra
riserve
legali
durante la vita della cooperativa
•
Volontà
di
devolvere,
cooperativa,
i
in
caso
dividendi
di
scioglimento
maturati
nel
della
periodo
di
scioglimento e il patrimonio sociale al netto del capitale
sociale e pubblica utilità
Riteniamo interessante notare che esista un profondo divario tra
l’accezione
successivi
di
cooperativa
sviluppi
presente
legislativi.
nella
Dal
Costituzione
codice
ricaviamo
e
che
i
il
legislatore è molto più attento a determinare le modalità di
determinazione
del
reddito
piuttosto
che
le
motivazioni
che
portano alla ripartizione dello stesso, siamo quindi in presenza
di una gestione economica della mutualità. 19 Nella legge Basevi
si esprime un concetto di mutualità come prerogativa per
finanziamento
dello
sviluppo
futuro,
e
non
come
il
carattere
fondamentale per la gestione della cooperativa stessa.
La cooperativa qualificata, cioè quella cooperativa che risponde
ai canoni del D.L.C.P.S. 14 dicembre 1947, n° 1577,
19
Si tratta di una legislazione che assume, la mutualità
la resa
in termini economici dei rapporti
cooperativa il che non esplica il divieto
alle
cooperative
e
favorisce
i
processi
così come
come qualificante,
non capitalistici, tra soci e
di attività speculativa in testa
di
trasformazione
dell’essenza
mutualistica in tutela cooperativa. Tutto ciò determina , ovviamente , un
esito
antisolidaristico
ed
antidemocratico.
cooperativa, Clueb, Bologna, 1990
- 12 -
A.
Matacena,
Impresa
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regolamentata
dalle
norme
in
precedenza
richiamate,
è
fortemente incline ad un indebitamento costante. La variabilità
del
capitale
di
rischio
e
della
base
sociale,
la
bassa
contribuzione richiesta per il capitale di rischio, fanno si che
in fase di costituzione e di sviluppo i soci si trovino di
fronte alla necessità di far ricorso al capitale di terzi per
avviare
nelle
le
fasi
innovare
produzioni/erogazioni,
successive
le
gestionale
è
necessità
all’avviamento
se
produzioni/erogazioni 20 .
Da
ovvio
comprendere
come
la
un
il
che
si
prolunga
cooperativa
punto
ricorso
di
vuole
vista
costante
all’indebitamento non permetta l’evoluzione e la modernizzazione
dei processi, il che esasperando il concetti
potrebbe portare
ad una chiusura della stessa.
Continuando
nella
riflessione
il
quadro
normativo
cosi
come
delineato fa si che le cooperative si possano trovare :
•
In
una
situazione
dall’acquisizione
del
in
cui
capitale
le
passività
di
credito
derivanti
superino
il
capitale proprio questo potrebbe sfociare, come già detto
in una crisi patrimoniale.
20
La limitata influenza del fattore capitale, strumentale abbiamo detto non
finalizzante, determinata dal basso livello contributivo che i soci sono
chiamati ad apportare
per aderire, influenza non certo incentivata dalle
norme che regolano le modalità di distribuzione dell’utile e delle riserve di
utili, genera … il ricorso per ampi ammontare al capitale di terzi. A.
Matacena, Impresa cooperativa, Clueb, Bologna, 1990
- 13 -
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•
In una situazione di costante rischio finanziario, dovute
al prevalere dell’ indebitamento a breve.
•
In
una
dalla
crisi
di
gestione
liquidità
non
qualora
permettano
le
di
entrate
coprire
i
derivanti
costi
di
gestione aumentati dal costo di remunerazione del capitale
dei terzi
Da quanto detto è facile comprendere come la cooperativa possa
trovarsi in una situazione in cui la struttura finanziaria tenda
pericolosamente verso l’indebitamento, il che inoltre risulta
aggravato dal fatto che l’acquisizione delle fonti di capitale
non
sia
correlata
con
il
suo
impiego,
infine
il
tutto
si
ripercuote sulla situazione economica la quale si caratterizza
per una forte incidenza dei costi della gestione finanziaria sul
reddito derivante dalla gestione caratteristica. 21
21
Secondo
Matacena
l’incidenza
dei
la
“
possibilità
richiamati
rischi,
per
la
cooperativa
sopravvivendo
e
di
ridurre
sviluppandosi,
è
collegata:
•
All’attivazione
lucrative,
dei
rapporti
rapporti
generanti
di
scambio
circuiti
verso
terzi
d’investimenti
con
finalità
caratteristici
non mutualistici e/o accessori mutualistici e non volti a separate i
livelli
di
reddito
operativo
mutualistico
da
quelli
dei
costi
finanziari non sociali
•
Attivazione di pratiche di autofinanziamento, netto e lordo, di fatto
riduttive del
•
Al
crescere
tramite
prelievo cooperativo caratteristico
del
legame
Al
crescere
presenti
da
caratterizzarsi
anche
apporti di natura capitalistica e gestione di servizi ai soci
risparmiatori oltre
•
socio/cooperativa
di
a quelli
politiche
permettano
resi ai soci lavoratori, utenti, etc..
finanziarie
l’ingresso
finanziari di lungo
- 14 -
della
che
aggirando
gli
ostacoli
cooperativa
nei
mercati
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
ANALISI DEI BILANCI DELLE COOPERATIVE DI TIPO A, DELLA
PROVINCIA DI RIMINI
La metodologia adottata
La lettura dei bilanci
si è svolta
attraverso l’applicazione
ai valori di bilancio degli indici e dei flussi, e anche
l’analisi
del
valore
aggiunto
prodotto
e
distribuito
con
dalla
singole cooperative e dall’intero settore della cooperazione di
tipo A della provincia.
L’analisi per indici e flussi è stata
di
verificare
se
il
vincolo
effettuata con l’intento
economico
e
dinamico,
cioè
autosufficienza economica
finanziaria e patrimoniale, veniva
rispettato.
in
Si
è
voluto,
definitiva,
verificare
se
tali
cooperative avessero –attraverso la loro gestione – l’attitudine
alla durabilità
22
e se fossero solvibili 23 . Tali attitudini sono
state indagate attraverso l’applicazione del:
•
ROE -return on equity- questo indicatore ci permette di
formulare dei giudizi sull’operato della direzione delle
cooperative
in
particolare
sull’economicità
complessiva
annuale della gestione 24
A. Matacena, Impresa cooperativa, Clueb, Bologna, 1990
22
Durabilità, attitudine dell’azienda a perdurare nel tempo in un ambiente
mutevole
23
Solvibilità, capacità dell’azienda a far fronte alle obbligazioni prese
24
O. Paganelli, Analisi di bilancio, indici e flussi,UTET, Torino, 1991
- 15 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
•
CURRENT RATIO – indice di liquidità generale - espresso dal
rapporto tra le attività e le passività correnti, evidenzia
la capacità della cooperativa di adempiere alle uscite di
denaro
future,
passività
le
correnti,
derivano
attraverso
dall’estinzione
l’impiego
delle
delle
entrate
dal realizzo delle attività correnti 25
future derivanti
•
quali
CASH FLOW – analisi dei flussi di cassa – attraverso questa
analisi
si
cerca
di
evidenziare
se
ci
sia
variazione positiva o negativi nei flussi
stata
una
di liquidità -
entrate e uscite globali dell’azienda – di dare, quindi,
una
rappresentazione
della
dinamicità
monetaria
della
cooperativa.
Oltre
alla
lettura
un’analisi
dalle
del
singole
attraverso
valore
aggiunto
cooperative
che
gli
indici
prodotto
da
tutto
si
e
è
effettuata
distribuito,
il
comparto
sia
delle
cooperative di tipo A della provincia di Rimini.
Il
parametro
prodotta
del
valore
dall’azienda
aggiunto
misura
nell’esercizio,
la
con
ricchezza
riferimento
agli interlocutori (stakeholders 26 ) che partecipano alla
distribuzione 27 ,
sua
25
O.
Paganelli,
cioè
Analisi
di
è
in
grado
bilancio,
di
indici
individuare,
e
flussi,UTET,
Torino, 1991
26
R. E. Freeman : “Strategic Management: a stakeholders approach”, Pitman,
1984
27
Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale, Principi di redazione del
bilancio sociale.
- 16 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
nella
sua
globalità,
la
totalità
delle
remunerazioni
dell’azienda 28 .
In
via
generale
aziendale
la
può
determinazione
essere
del
valore
formalizzata
aggiunto
secondo
due
procedimenti teorici 29 :
1. Individuare
la
produzione
integrale
di
periodo
e
sottrarne i consumi intermedi (valore globale del la
produzione)
2. Focalizzare l’attenzione sul solo ricavo finanziario
del
periodo
e
sottrarne
il
costo
intermedio
relativo.
La
scelta
primis
di
da
quale
quali
secondariamente
se
è
quello
produzione
28
procedimento
obietti vi
venduta 30
allora
dipende,
l’analisi
dall’impostazione
anglo-americano
attuare
o
a
si
di
si
conto
costi
e
pone,
economico
ricavi
prediligerà
il
in
-
della
secondo
I rapporti di composizione del valore aggiunto esprimono l’incidenza delle
singole
parti
rispetto
al
complesso.
Consentono
di
individuare
coefficienti d’incidenza delle remunerazioni dei partecipanti
produttivo.
O.
Gabrovec
Mei,
Il
Valore
aggiunto
dell’impresa,
i
al processo
Università
degli Studi di Trieste
29
O. Gabrovec Mei, Il Valore aggiunto dell’impresa, Università degli Studi di
Trieste
30
In questo conto le poste sono classificate per natura, la nozione di costo
utilizzo (inteso come consumo deprezzamento
di beni e/o servizi
che si
sostiene per il processo produttivo), mentre il ricavo rappresenta il valore
del bene e/o servizio prodotto nel periodo di riferimento e l’aumento di
valore dei fattori produttivi. Da questo conto economico emergono i
- 17 -
consumi
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
procedimento,
integrali
se
invece
della
procedimento
quello
produzione
da
procedimenti
è
seguire
non
quantificazione
è
di
costi
periodo 31
di
il
danno
a
primo-
.
I
origine
valo re
o
e
ricavi
tedesco
due
alla
aggiunto.
il
diversi
medesima
Entrambe
le
formulazioni di valore aggiunto possono essere calcolate
nell’accezione di valore aggiunto lordo, valore aggiunto
netto
a
seconda
che
vengano
ammortamenti
derivanti
aziendale
è
si
individuando
sottrarne
i
soliti
la
dalla
no
decurtati
gestione.
determinare
produzione
consumi
o
il
valore
integrale
intermedi.
Il
Nella
di
gli
prassi
aggiunto
periodo
Calcolo
del
e
valore
aggiunto globale della produzione, infatti, risulta pi ù
lineare nella determinazione e meglio si adatta a quel lo
che
è
il
sistema
contabile
nazionale 32 .
Il
calcolo
del
valore aggiunto sia delle singole cooperative che quello
dei
fattori
produttivi
e
la
produzione
di
componenti di reddito, positivi e negativi
bene
e
servizi
suddivisi
per
ordinari e straordinari.
A. Matacena e F. Pasi, Il rendiconto finanziario : metodiche di costruzione,
contenuti e scopi, CLUEB Bologna
31
In questo conto le poste sono classificate per destinazione o per funzione,
i singoli componenti caratteristici vengono cioè raggruppati alle diverse
fasi
del
processo
produttivo.
La
valenza
principale
identificare l’incidenza delle singole funzione
di
questo
conto
è
sul risultato economico.
A. Matacena e F. Pasi, Il rendiconto finanziario : metodiche di costruzione,
contenuti e scopi, CLUEB Bologna
32
O. Gabrovec Mei, Il Valore aggiunto dell’impresa, Università degli Studi di
Trieste
- 18 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
di settore
si è quindi svolto cercando di arrivare al
valore aggiunto della produzione netto.
Lettura dei bilanci
La
lettura/analisi
contabili
relativi
depositati
in
è
stata
alle
CCIAA
eseguita
su
documenti
cooperative
di
tipo
nell’anno
2002.
I
risultati
A,
hanno
permesso di costruire una banca dati relativa ai valo ri
degli
anni
sviluppo
2002
della
e
2001.
lettura
Prima
dei
di
documenti
procedere
è
nello
necessaria,
una
notazione esplicativa.
Dall’analisi
valori
non
per
molto
indici
e
per
congrui
–
flussi
sono
riguardanti
emersi
solo
dei
alcune
imprese, in numero ci rcoscritto – derivati da valori del
patrimonio
(delle
netto
imprese
patrimonio
gestione
profit)
netto
dell’attività,
negativi.
in
superano
una
Normalmente
situazi one
preannuncia
quanto
il
le
nella
contabile
l’imminente
perdite
valore
del
prassi
cessazione
derivanti
capitale
con
e
dalla
delle
riserve. In una situa zione cosi configu rata, il capitale
di
rischio
apportato
dai
soci
viene
completament e
dilapidato dalla gestione,e la redditività dello stesso
si configurerà su valori altamente negativi. I soci sono
costretti, in presenza di patrimonio netto negativo, ad
apportare ulteriore capitale a copertura delle perdite o
- 19 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
in una situazione più estrema, patrimonio netto negativo
da
più
trend
anni,
a
temporale
indubbiamente
porre
fine
negativo
alla
all’attività
del
capitale
chiusura
d’impresa.
proprio,
dell’azienda,
Un
porta
non
solo
perché i soci si ri fiuteranno di continuare a finanziare
la stessa, ma soprattutto perché questa non è in grado
autonomamente,
attraverso
la
gestione,
d’auto-
svilupparsi finanziarsi e perdurare nel tempo.
Per il mondo della cooperazione, pur rimanendo valide le
considerazioni
sopra
esposte,
è
neces sario
fare
alcune
successive considerazioni.
La
legge
permette
variabile
capitale
a
tali
istit uti
di
avere
del
capitale,
inoltre
la
variabilità
si
ripercuote
spesso,
un
all’atto
valore
del
della
costituzione della cooperativa, sul valore del capitale
sociale
che
viene
fissato
in
una
quota
esigua.
Va
inoltre rilevato che le cooperative si fanno carico di
quelle azioni di well fare che lo stato non è in grado di
garantire, azioni che comportano una presenza capilla re
sul territorio, garantita in modo costante, effettuata a
prezzi
di
dalla
pubblica
notare
mercato
come
in
competitivi
e
scarsamente
amministrazione.
sede
d’assemblea
Ancora
è
sostenuta
opportuno
d’approvazione
di
bilancio, in caso di perdita d’esercizio, i soci tendono
ad inviare la perdita all’esercizio successivo sperando
- 20 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
di appianarla con la gestione futura, più che ricorre re
a nuovi apporti. In fine va notato come non ci si trovi
alla
presenza
fenomeno
di
una
casuale
situazione
che
cronica,
nell’esercizio
ma
di
un
successivo
è
solitamente appianato.
Ai fini dell’analisi, alla presenza di casi non costanti
e
d’esigua
anomali
numerosità,
che
si
rendono
è
preferito
la
depurare
stessa
di
i
casi
difficile
interpretazione, inoltre si è preferito per una maggiore
completezza
dell’analisi
applicare
anche
l’analisi
del
valore aggiunto così come detto in precedenza.
Negli
anni
(2002-2001)
presi
in
considerazione
l’andamento dei ricavi si presenta in crescita, con una
variazione
media
incrementativa
pari
a
€
25.823,00.
Andamento ricavi
2001
2002
€ 9.000.000,00
€ 8.500.000,00
€ 8.000.000,00
€ 7.500.000,00
€ 7.000.000,00
€ 6.500.000,00
€ 6.000.000,00
€ 5.500.000,00
€ 5.000.000,00
€ 4.500.000,00
€ 4.000.000,00
€ 3.500.000,00
€ 3.000.000,00
€ 2.500.000,00
€ 2.000.000,00
€ 1.500.000,00
€ 1.000.000,00
€ 500.000,00
€ 0,00
46
48
50
52
54
56
58
60
62
64
66
68
69
70
72
75
77
79
81
83
85
87
Grafico 1 Andamento dei ricavi delle cooperative A negli anni 2002 – 2001
- 21 -
89
91
93
95
97
99
101 103
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
Il
grafico
precedente
ci
permette
di
effettuare
le
seguenti considerazioni:
•
Il ricavo medio di setto re nei due anni si attesta
in € 750.652,00 (osservazione n° 72)
•
La
variabilità
successivo,
dei
non
è
ricavi,
elevata
si
tra
un
attesta
anno
al
e
il
3,4%
dei
ricavi conseguiti.
•
Alcune aziende conseguono ricavi che vanno ben oltre
la media di settore (osservazioni 101, 52,95)
46
48
50
52
54
56
58
60
62
64
66
68
69
70
72
75
77
79
81
83
85
87
89
91
93
95
97
99
101
103
€
€
€
€
2001
€ 707.480,00
€ 503.694,00
€ 215.522,00
1.606.334,00
€ 455.851,00
€ 126.495,00
€ 196.448,00
€ 580.956,00
€ 541.156,00
€ 76.774,00
€ 683.958,00
1.157.879,00
€ 412.121,00
€ 509.231,00
€ 965.280,00
€ 118.847,00
€ 330.741,00
€ 246.574,00
€ 391.013,00
€ 338.358,00
€ 106.030,00
€ 439.649,00
€ 164.078,00
€ 21.030,00
€ 296.348,00
1.808.520,00
€ 83.033,00
€ 9.113,00
9.040.290,00
€ 0,00
- 22 -
€
€
€
€
2002
€ 620.706,00
€ 739.641,00
€ 241.166,00
2.232.260,00
€ 678.729,00
€ 49.630,00
€ 171.796,00
€ 565.783,00
€ 545.129,00
€ 41.730,00
€ 626.769,00
1.190.050,00
€ 508.427,00
€ 686.946,00
€ 975.723,00
€ 130.866,00
€ 308.989,00
€ 346.101,00
€ 349.722,00
€ 191.415,00
€ 109.078,00
€ 257.087,00
€ 176.992,00
€ 425.883,00
€ 279.103,00
1.767.302,00
€ 126.426,00
€ 47.719,00
8.514.480,00
€ 1.831,00
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
Tabella 1 Entità dei ricavi per le cooperative A
La
tabella
1
permette
di
chiarire
meglio
i
punti
evidenziati
dall’analisi del grafico e, in che misura alcune imprese hanno
superato la media dei ricavi. Alcune cooperative hanno, infatti
generato ricavi
doppi o dici volte superiori
il valore medio
come nel caso dell’osservazione 101.
L’andamento crescente dei ricavi acquista maggiore interesse se
analizziamo l’indice di liquidità. Detto indicatore è costruito
come rapporto tra le attività e le passività correnti. L’indice ha
un’importanza
capacità
cruciale
nella
gestione,
in
quanto
segnala
la
dell’impresa a far fronte alle uscite future derivanti
dall’estinzione
dei debiti di breve periodo.
Il current ratio o indice di liquidità generale, è normalmente
presentato in termini unitari.
Per l’interpretazione dell’indice possiamo affermare che:
•
Valori
vicini
allo
zero
indicano
l’assenza
d’attività
correnti e quindi l’impossibilità alla copertura dei debiti
a breve tramite dette attività
•
Valori dell’indice pari ad uno evidenziano una parità tra
attività e passività
•
Valori dell’indice superiori all’unità indicano la misura
della superiorità delle attività sulle passività correnti e
- 23 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
in
che
misura
i
debiti
a
breve
possano
essere
coperti
tramite l’impiego delle attività correnti.
L’indice costruito sui documenti contabili delle cooperative A, ci
permette di affermare che il suo campo di variabilità per l’anno
2001 è stato tra 0,08 (osservazione 58) e 6,25 (osservazione 75),
mentre per l’anno 2002 i valori sono variati tra 0,30(osservazione
99)
e 5,09 (osservazione 89)
2001
2002
46
0,88
0,77
48
0,16
1,62
50
1,91
2,66
52
1,27
1,49
54
0,94
1,20
56
1,23
0,84
58
0,08
0,73
60
1,38
1,43
62
4,16
4,39
64
0,68
0,90
66
2,47
2,14
68
1,21
1,46
69
0,84
0,81
70
0,71
0,72
72
1,54
1,72
75
6,25
4,38
77
0,96
0,87
79
0,44
0,58
81
1,53
1,23
83
1,03
1,02
85
1,68
1,50
87
2,17
4,38
89
4,29
5,09
91
1,68
1,85
93
0,46
0,37
95
2,24
2,09
97
0,91
1,67
- 24 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
99
0,32
0,30
101
3,29
4,56
103
0,87
0,67
Tabella 2 Variazioni del Current ratio nelle cooperative di tipo A
Il valore medio di settore per l’anno 2001 si attesta su 1,59
mentre per l’anno seguente cresce fino a 1,79, le cooperative A
in questi due anni sono riuscite a coprire i debiti a breve e
in
piccola
misura
anche
ad
aumentare
le
attività
correnti,
l’incremento medio infatti si attesta sullo 0,19.
Una rappresentazione grafica dei su esposti valori ci permette
di rendere più esplicite alcune considerazioni.
- 25 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
Andamento indice liquidità
2001
2002
7,00
6,00
5,00
4,00
3,00
2,00
1,00
0,00
46 48 50 52 54 56 58 60 62 64 66 68 69 70 72 75 77 79 81 83 85 87 89 91 93 95 97 99 101 103
Grafico 2 Andamento indice liquidità per gli anni 2002 - 2001
Dal grafico è facile notare come al 2001 il 40% delle cooperative
osservate ha avuto un valore dell’indice inferiore all’uno e il
15%
ha
conseguito
valori
vicini
allo
zero.
Nel
duemiladue
la
percentuale delle imprese sotto all’uno si è ridotta al 30% e
quella d’imprese molto vicine allo zero si è ridotta al 6%.
- 26 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
È interessante notare com’è cresciuta anche la percentuale delle
cooperative con un valore dell’attività superiore alle passività
correnti di due di due o più volte, tale indice passa dal 23% del
2001 al 26% del 2002.
Il
passo
successivo
dell’indice
capacità
di
della
nostra
auto-sviluppo,
dell’azienda
di
analisi
indice
produrre
che
prevede
il
mette
risalto
risorse
in
monetarie
calcolo
la
che
le
quota
di
permettano di durare ed innovarsi nel tempo.
L’indice
mette
investimenti
in
relazione
effettuati
il
flow 33
cash
nell’anno.
Per
e
le
la
interpretazioni
dell’indice si tenga presente che:
•
Valori inferiori allo zero indicano che si è in presenza di
un
cash
flow
derivante
da
una
situazione
di
perdita
d’esercizio
•
Valori positivi vicini allo zero indicano che i valori del
cash
flow
sono
notevolmente
più
bassi
del
livello
degli
investimenti
•
Valori dell’indice pari ad uno evidenziano una parità tra
valore del cash flow e investimenti
•
Valori dell’indice superiori all’unità indicano la misura
della
superiorità
del
flusso
investimenti
33
Il cash flow è stato ottenuto attraverso il calco sintetico
- 27 -
di
cassa
sul
valore
degli
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
Andamento indice autosviluppo
2001
2002
9,00
8,00
7,00
6,00
5,00
4,00
3,00
2,00
1,00
0,00
48
50
52
58
60
62
66
72
75
81
85
87
89
91
93
95
97
99
101
103
-1,00
Grafico 3 Andamenti indice di autosviluppo
Affrontiamo in ultima istanza l’analisi del ROE, l’indice viene
costruito
come
rapporto
tra
il
risultato
netto
e
il
capitale
proprio mediamente impiegato nei due anni di riferimento.
L’indice assume valori positivi nel caso in cui siamo in presenza
di un risultato netto di periodo positivo, nel caso di perdita
avremo valori negativi di questo indice.
- 28 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
2001
ANDAMENTI DEL ROE
2002
7,00
6,00
5,00
4,00
3,00
2,00
1,00
0,00
48
50
52
58
60
62
66
72
75
81
85
87
89
91
93
95
97
99
101
-1,00
-2,00
Grafico 4 Andamenti del ROE
L’indice normalmente è presentato in termini percentuali, ma per
una maggiore leggibilità del grafico si è preferito mantenerlo in
termini unitari.
Nell’anno
2001
il
30%
delle
cooperative
presentavano
un
ROE
inferiore allo zero con valori dello stesso variabili tra -0,44 e
il -0,05, nel duemiladue il la percentuale è salita al 35% con
valori compresi tra il -1,23 e -0,02.
48
2001
2002
0,02
0,16
- 29 -
103
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
50
-0,44
0,14
52
-0,17
0,32
58
0,53
6,08
60
0,08
0,03
62
-0,12
0,16
66
0,24
-0,11
72
0,06
0,23
75
0,70
-0,56
81
-0,05
-1,23
85
0,55
-0,06
87
0,44
0,28
89
0,11
0,10
91
-0,27
0,29
93
0,08
0,05
95
0,04
0,03
97
2,17
0,71
99
-0,05
-0,02
101
0,04
-0,02
103
0,97
-0,10
Tabella 3 Roe nel 2001 e nel 2002
Se i ricavi sono cresciuti in questi due anni a livello gestionale
dobbiamo riscontrare che c’è stato un peggioramento, non solo sono
aumentate le cooperative con bilanci chiusi in perdita, ma anche
quelle che hanno avuto un risultato di gestione positivo hanno
comunque visto diminuire l’ammontare dell’utile, anche in maniera
sensibile si veda l’osservazione 97 il cui Roe del 2001 era di
2,17
e
nel
2002
passa
a
0,71.
Tale
variabilità
è
spiegabile
tenendo conto che in generale le cooperative di tipo A operano nel
settore socio assistenziale, e che spesso come nel caso delle
strutture per degenza di anziani o ammalati, prestano il loro
- 30 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
servizio in base a convenzioni con enti pubblici, convenzioni che
subiscono variazione di anno in anno, ovvero le commesse vengono
acquisite tramite gare d’appalto, che nella maggioranza dei casi
al ribasso. In questo tipo d’aziende è quindi molto difficile fare
delle previsioni sui risultati degli esercizi futuri.
I valori
positivi del ROE ottenuti dall’analisi sono notevolmente elevati e
ad una prima analisi ci porterebbero a pensare che la situazione
gestionale di queste cooperative sia ottima, dobbiamo però tener
presente
propria
ancora
del
una
mondo
volta
della
la
variabilità
cooperazione,
del
e
il
capitale
fatto
che
che
è
nella
provincia alcune sono fortemente sottocapitalizzate.
In
sintesi
possiamo
affermare
che
dalla
lettura
abbiamo
riscontrato un buon andamento dei ricavi e un loro incremento
negli
queste
anni,
incremento
aziende.
Risultati
riscontrato
non
troppo
anche
nella
liquidità
incoraggianti
sono
di
stati
evidenziati nel ROE e nell’indice di autosviluppo derivanti da
situazioni di perdita d’esercizio che in fase di approvazione di
bilancio le assemblee dei soci tendono a portare a nuovo e che
quindi vanno ad inficiare il capitale della cooperativa stessa.
Con questo tipo di dati risulta molto complesso provvedere ad
un’analisi
strutturata
cooperative
A,
anche
dell’andamento
perché
i
valori
del
comparto
ottenuti
dagli
delle
indici
risultano spesso tra loro contrastanti, si rischierebbe così di
dare un quadro inesatto o parziale della cooperazione di tipo A
nella provincia di Rimini. Si è ritenuto quindi in fase di ricerca
- 31 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
di procedere con un’ulteriore analisi, quella del valore aggiunto
prodotto e distribuito.
Il valore aggiunto d’impresa è definito e misurato dall’incremento
di valore che la gestione apporta, tramite l’impiego di fattori
produttivi, ai beni e servizi acquistati dalle altre imprese. Esso
è destinato, nel contempo, a remunerare, nelle varie forme, i
partecipanti al processo produttivo. 34
Il valore aggiunto ci permette di analizzare l’impresa cooperativa
sia sul piano della produzione di ricchezza che dal piano della
contribuzione
alla
ricchezza
della
collettività
riminese.
Essendoci per le cooperative il divieto della distribuzione dei
dividendi ai soci, è ovvio che tutta la ricchezza prodotta venga
anche distribuita – così come confermano i dati – e questa aumenta
la ricchezza collettiva. L’analisi al Valore aggiunto contribuisce
inoltre,
a
meglio
collocare
le
cooperative
all’interno
dell’economia provinciale a definire in modo chiaro il loro valore
in termini economici. 35
Prima di esporre l’analisi riteniamo opportuno evidenziare che la
stessa è stata eseguita sulle medesime cooperative dell’analisi
dei bilanci con riferimento agli anni 2001 e 2002. Inoltre si è
arrivati al risultato del VALORE AGGIUNTO GLOBALE NETTO, a seguito
34
O. Gabrovec Mei, Il Valore aggiunto dell’impresa, Università degli Studi di
Trieste
35
Sarebbe auspicabile quindi una successiva analisi di comparazione settoriale
provinciale in termini di ricchezza prodotta e distribuita così da vedere il
peso di ogni settore all’interno della provincia stessa.
- 32 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
di
una
classificazione
dei
bilanci
a
costi
e
ricavi
della
produzione di periodo elaborando poi le poste cosi come da schema
seguente.
Tavola 1 Prospetto di determinazione del valore aggiunto 36
36
Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale, Principi di redazione del bilancio
sociale
- 33 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
Presentiamo da prima i valori di settore evidenziando come la
ricchezza generata dal settore sia in aumento
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
PRODOTTO 2001
PRODOTTO 2002
€ 522.586,00
€ 474.197,00
€ 361.512,00
€ 497.431,00
€ 168.985,00
€ 192.809,00
€ 1.105.205,00 € 1.547.094,00
€ 402.752,00
€ 618.964,00
€ 117.106,00
€ 44.461,00
€ 142.927,00
-€ 68.430,00
-€ 9.380,00
€ 42.405,00
€ 61.294,00
€ 87.584,00
€ 121.362,00
€ 141.607,00
€ 1.197.026,00 € 1.160.335,00
€ 5.636.752,00 € 4.670.864,00
€ 111.911,00
€ 205.097,00
€ 340.970,00
€ 378.750,00
€ 56.341,00
€ 5.915,00
€ 99.651,00
€ 34.756,00
€ 975.542,00 € 1.065.848,00
€ 90.228,00
€ 126.444,00
€ 299.527,00
€ 277.738,00
€ 101.129,00
€ 121.972,00
€ 596.719,00
€ 654.667,00
€ 197.081,00
€ 117.966,00
€ 477.328,00
€ 62.189,00
€ 322.883,00
€ 466.154,00
€ 305.486,00
€ 372.764,00
€ 197.297,00
€ 181.486,00
€ 6.588,00
€ 293.449,00
€ 60.766,00
€ 75.542,00
€ 44.188,00
€ 24.774,00
€ 296.189,00
€ 176.074,00
€ 148.714,00 € 1.131.969,00
€ 14.556.665,00 € 15.182.875,00
- 34 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
Tabella 4 VALORE AGGIUNTO GLABALE NETTO
Il
settore
della
cooperazione
di
tipo
A,
ha
prodotto
nel
duemiladue una ricchezza pari a € 15.182.875, con un incremento
rispetto all’anno precedente di € 626.210. Ogni cooperativa ha
generato in media una ricchezza pari ad € 469.569 per il 2001 e €
489.700
per
il
2002.
La
produzione
media
per
cooperativa
si
mantiene quasi costante nei due anni di circa ventimila euro. In
generale tutte le cooperative producono ricchezza, tranne alcuni
casi come
le osservazioni 7 del 2002 e 8 del 2001. Per quanto
riguarda la distribuzione del valore dobbiamo rilevare che, ai
soci non viene distribuito nulla –questo per norma di legge- ma
che
anche
irrilevanti,
le
riserve
come
si
a
garanzia
vede
del
infatti
capitale
dalla
sono
molto
percentuale
remunerazione aziendale che è 0 sia per il 2001 che per il 2002.
- 35 -
di
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
DISTRIBUZIONE VALORE AGGIUNTO 2001
Remunerazione del personale
Remunerazione pubblica amministrazione
Remunerazione Capitale di credito
Renunerazione capitale di rischio
94%
4%
0%
2%
Grafico 5 Distribuzione valore aggiunto del settore per il 2001
La maggior ricchezza, per non dire la totalità, viene distribuita
al personale, segue poi la pubblica amministrazione e i prestatori
di capitale di credito. Percentuali cosi basse –per remunerazione
del capitale di credito e della pubblica amministrazioneessere
spiegate
sempre
cooperative
non
soggette ad
aliquote
La
percentuale
facendo
subiscono
di
una
ricorso
forte
alla
pressione
posso
normativa.
fiscale,
Le
sono
di imposte e tasse più basse.
capitale
di
credito
si
riferisce
solo
onerosità per debiti a breve, poiché le cooperative riminesi
fanno ricorso a forme di prestito bancario pluriennale.
- 36 -
ad
non
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
Se guardiamo le percentuali per il 2002 notiamo
che i valori di
remunerazione
della
del
amministrazione
si
capitale
di
attestino
al
credito
2%,
e
e
la
pubblica
remunerazione
del
personale salga al 96%.
DISTRIBUZIONE VALORE AGGIUNTO 2002
Remunerazione del personale
Remunerazione pubblica amministrazione
Remunerazione capitale di credito
Renunerazione capitale di rischio
96%
2%
0%
2%
Grafico 6 Distribuzione valore aggiunto del settore per il 2002
Una
distribuzione
di
ricchezza
così
sbilanciata
verso
la
remunerazione del personale deve ovviamente essere spiegata, non
solo
considerando
che
tali
aziende
operano
in
campi
dove
è
richiesto un forte impiego di personale e personale specializzato,
ma anche tenendo presente che uno degli obbiettivi della mission
delle
cooperative
è
la
creazione
di
posti
soggetti abili che per soggetti svantaggiati.
- 37 -
di
lavoro,
sia
per
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
Dall’analisi
cooperative
del
valore
notiamo
che
aggiunto
il
valore
prodotto
dalle
singole
aggiunto
della
gestione
caratteristica aumenta da un anno all’altro di € 1.269.339,
di
40.948
€
a
cooperativa.
Inoltre
a
questo
stadio
cioè
nessuna
cooperativa brucia ricchezza.
Variazioni valore Aggionto caratteristico
2001
2002
€ 7.000.000,00
€ 6.000.000,00
€ 5.000.000,00
€ 4.000.000,00
€ 3.000.000,00
€ 2.000.000,00
€ 1.000.000,00
€ 0,00
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
Grafico 7 Variazioni valore aggiunto caratteristico
Perdita
di
iniziamo
a
ricchezza
–
riscontrarla
come
a
detto
livello
solo
di
per
Valore
determinati
aggiunto
casi-
globale,
quando iniziamo ad affiancare alla gestione caratteristica, anche
quella finanziaria e la gestione straordinaria. In particolare è
proprio
la
gestione
straordinaria
ad
prodotta dalla gestione caratteristica.
- 38 -
inficiare
la
ricchezza
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
Escludendo
i
casi
particolari,
l’apporto
delle
gestioni
finanziarie ed straordinarie contribuisce mediamente a creare un
plus di ricchezza stimato in € 22.825. L’incremento dei valori
rispetto al 2001 è pari ad € 707.585.
2001
Valore Aggiunto Globale Lordo
2002
€ 6.000.000,00
€ 5.000.000,00
€ 4.000.000,00
€ 3.000.000,00
€ 2.000.000,00
€ 1.000.000,00
€ 0,00
-€ 1.000.000,00
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
Grafico 8 Variazioni del valore aggiunto globale lordo
La differenza
tra il valore aggiunto globale lordo e quello netto
è che il primo viene depurato degli ammortamenti e dà così un
valore reale della ricchezza prodotta.
Il
trend
di
crescita
è
confermato
anche
a
livello
di
valore
aggiunto globale netto, il quale si attesta in + € 626.210 cioè
20.000 euro per singola cooperativa.
- 39 -
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
VALORE AGGIUNTO GLOBALE NETTO
2001
2002
€ 6.000.000,00
€ 5.000.000,00
€ 4.000.000,00
€ 3.000.000,00
€ 2.000.000,00
€ 1.000.000,00
€ 0,00
-€ 1.000.000,00
1
2
3
4
5
6
7
8
9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
Grafico 9 Variazioni valore aggiunto globale netto
L’analisi del valore aggiunto ci permette di dire che il comparto
delle cooperative A nella provincia di Rimini è prodotto di una
notevole ricchezza, la quale viene interamente distribuita, non
rimane
quindi
a
mero
vantaggio
dei
soci
ma
contribuisce
al
miglioramento generale della collettività. Per sapere l’entità di
tale miglioramento sarebbe necessaria un’analisi dei vai settori
produttivi della provincia in termini di valore aggiunto. L’entità
di valore aggiunto rilevata ci permette, comunque, di dire che in
generale
il
comparto
è
in
grado
di
- 40 -
perdurare
nel
tempo
e
di
LE COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A NELLA PROVINCIA DI RIMINI,LETTURA ED ANALISI DEI VALORI DI BILANCIO
Maria-Gabriella Baldarelli e Renato Medei
continuare a produrre ed erogare ricchezza. L’erogazione statale
di contributi a sostegno dell’attività cooperativa, che in questo
momento si regge solamente sugli apporti dei soci e sui proventi
della gestione, sarebbe importante e necessaria per permettere un
maggiore
sviluppo
di
queste
aziende
che
molto
incidono
sulla
collettività.
Oltre ad uno sforzo da parte statale sarebbe buona
prassi
cooperative
che
le
con
quote
tentassero una nuova capitalizzazione
crisi patrimoniale.
- 41 -
di
capitale
molte
esiguo
evitando cosi situazioni di