INTERVENTO DOTT.SSA VENTRIGLIA L’angolo di visuale del mio intervento è quello dell’insegnante, soprattutto riguardo la pratica quotidiana di scuola, anche se il mio percorso formativo mi ha permesso di utilizzare l’attività d’aula come un laboratorio dove poter applicare la teoria alla prassi. Iniziamo a distinguere fra: DIFFICOLTA’ DI APRRENDIMENTO E DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO Le difficoltà di apprendimento possono essere legate ad un deficit del sistema mentale cognitivo, per cui possiamo avere un deficit mentale lieve o grave, dove lieve non ha minor rilevanza, ci può essere una menomazione neurologica o sensoriale, ci sono disturbi comportamentali-relazionali di tipo primario che come conseguenza portano a difficoltà di apprendimento; poi ci possono essere fattori ambientali, uno svantaggio socio-culturale, una vita scolastica inadeguata con frequenze saltuarie. Cosa diversa è il Disturbo Specifico di Apprendimento che è una DISABILITA’, il sistema cognitivo non è interessato nella sua globalità ma è circoscritto ad una porzione identificabile del suo funzionamento, cioè all’area del leggere-scrivere e fare i calcoli. COSA PORTA AD UNA DIAGNOSI DI DSA il principale criterio necessario è la presenza di una DISCREPANZA (dalle Linee-guida) tra abilità nel dominio specifico interessato che risulta deficitario, sotto le attese secondo l’età e la classe frequentata, e l’intelligenza generale che risulta adeguata all’età cronologica. Per cui un bambino con diagnosi di DSA ha una capacità cognitiva regolare da non ritenere né ai limiti inferiori, né con ritardo mentale lieve. Nella scuola primaria in Italia, ci sono il 10-15%, cioè 2-3 per classe ha difficoltà nelle attività primarie (leggere, scrivere, contare) senza distinzione fra chi è in difficoltà e chi ha un DSA, nella scuola secondaria di i grado è il 20-25%, aumenta perchè aumentano le difficoltà della scuola, il 5% di queste percentuali presentano un DSA. Da una ricerca-azione del 2004/05 su 276 alunni sottoposti a prove standardizzate di lettura e di scrittura è risultato che il 3% dei ragazzi ha difficoltà gravi di decodifica, il 30% ha qualche difficoltà, 13% ha difficoltà di comprensione e il 15% ha difficoltà di comprensione e di decodifica. (I e III media). CHE COS’E’ L’APPRENDIMENTO Mi è sembrato interessante una ricerca su studenti universitari che alla domanda “che cos’è l’apprendimento?” hanno risposto con concezioni quali imparare, acquisire conoscenze, memorizzare sono sostenute da studenti con minore rendimento che hanno un approccio superficiale che tende al superamento del fallimento tramite strategie di memorizzazione senza l’organizzazione dei dati. Il comportamento di studio è il riflesso del proprio concetto di studio, per cui chi ha una concezione trsformalista, vedere le cose in modo diverso, sono espresse da studenti che hanno un rendimento migliore, che utilizzano strategie per inglobare le parte in una globalità, per poter aver padronanza. (vd. Testo “Che cos’è l’apprendimento” ed. Carrocci), fuorviante in questo senso sono anche nella scuola primaria le votazioni, perché spesso non la valutazione non viene compresa in modo corretto dalle famiglie, che tendono ad instaurare nei bambini strategie di apprendimento volte solo a “sfangare” il compito. Apprendimento vuol dire anche RELAZIONALITA’ fra chi impara e chi insegna, il ruolo essenziale delle relazioni interpersonale nel processo di apprendimento. Nel mio ruolo di refernte psico pedagogica dell mia scuola ho svolto una ricerca (sarebbe bene che la scuola, e non solo l’università, divenisse luogo di ricerca come anche previsto dalla legge sull’Autonomia scolastica) sulle aspettative degli alunni al passaggio dalla classe V alla classe I della scuola secondaria di I grado, ci sono stati d’animo di paura per il passaggio ad una scuola di ordine diverso, che riguarda il 36,5% dei ragazzi, riferita verso i nuovi insegnanti e verso le nuove relazioni con i compagni, si temono di dover instaurare nuove relazioni, paure anche per i nuovi impegni di lavoro per i molti compiti e le molte materie di studio e le paure relative alle difficoltà di apprendimento (12,8%). Molte ricerche hanno evidenziato in questo passaggio un calo di stima di sé perché le relazioni sono cambiate e le difficoltà aumentano. Un buon processo di apprendimento non può fare a meno di una buona relazione con l’alunno (“come immagini di essere nella mente di..) , lestrategie didattiche non sarebbero efficaci se non si prendono in esame anche gli aspetti emotivi, soprattutto con alunni con DSA. CONCETTUALI DOVE COLLEGA I CONCETTI CHIAVE IN UNA STRUTTURA SIGNIFICATIVA.” L’APPRENDIMENTO SI VERIFICA QUANDO “CHI APPRENDE DECIDE DI METTERE IN RELAZIONE NUOVE INFORMAZIONI CON LE CONOSCENZE CHE GIÀ CPOSSIEDE, RIELABORANDO DA SÉ MATERIALE DI STUDIO, ELABORANDO RETI” Il brain-strorm è un’azione semplice per verificare qual è la matrice cognitiva dei bambini su un determinato argomento. L’apprendimeto è come un attaccapanni, se non si trova il gancio per appendere il cappotto cade, è inutile portare nuove conoscenze che se non trovano un legame con le conoscenze pregresse perché altrimenti abbiamo un apprendimento di tipo “parentesizzato”, cioè una parentesi. CONFLITTO C0GNITIVO Nel momento che una persona che sta apprendendo, nel momento in cui si confronta con le idee dell’altro, ecco perché il gruppo classe è di sostegno, costruisce la conoscenza (principio della costruzione della conoscenza), la conoscenza è una costruzione di tipo sociale, la forza della classe , tanto che insegnare in piccole classi non è così stimolante, perché si tende ad omologarsi FASE OPERATIVA Soprattutto nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria, la concettualizzaione, l’astrazione non deve arrivare troppo velocemente MONITORAGGIO La possibilità, soprattutto per la lettura e la scrittura, di monitorare il processo attraverso un modello neuro psicologico della costruzione della conoscenza della lettuar e della scrittura in modo da sapere, attraverso prove oggettive, dove un alunno si trova nel suo percorso. Sarebbe opportuno poter attivare delle prove standardizzate, prove NT, per quanto riguarda i processi di base, in modo da procedere ad un monitoraggio per poter vedere su termini di paragoni oggettivi , in percentuali, i progressi. ELEMENTI EMOTIVI Incidono tantissimo suul’apprendimento e sono la motivazione, l’autostima, il senso dell’autoefficacia (io posso farcela), stile di attribuzione (di chi è la colpa o di chi è il merito), per cui ragazzi con DSA hanno uno stile di attribuzione distruzionale, se hanno un buon risultato non dipende da me era il compito facile, mi hanno aiutato. Se va male sono io che non so fare. Lo stile di attribuzione vincente è quello che dipende da noi ma attraverso le strategie che ho utilizzato, analizziamo il motivo del fallimento, per vedere le strategie funzionali all’apprendimento. Spesso si fa confusione fra apprendimento di concetti e apprendimento di abilità, solo per quest’ultime può essere necessario un esercizio ripetuto, per esempio lo studio delle tabelline, per un alunno discalculico, però, ciò non è possibile, meglio sarebbe abituarlo ad usare la tavola pitagorica, perché per lui imparare a memoria è difficoltoso e frustrante. Così per l’alunno disortografico, potrò presentare la scrittura cercando di bypassare le sue difficoltà, mentre per un disgrafico, che ha una grafia illeggibile per se stesso e per gli altri, ha senso che si dettino approfondimenti ad esempio di storia? Meglio sarebbe poter dare una pagina già pronta che possa permettergli di studiare. Anche l’uso del computer come strumento compensativo dovrebbe non essere di uso esclusivo diei bambini con DSA, perché altrimenti viene vissuto non come un aiuto ma come strumento di esclusione, per cui alcuni bambini preferiscono rimanere indietro piuttosto che usare tali strumenti; gli strumenti compensativi diventano positivi se sono un arricchimento per tutta la classe e possono essere usati da tutti, inoltre, l’utilizzo di tali strumenti non è da vedere come una “toppa”, bensì come momento per attivare processi di apprendimento legati alla procedura di utilizzo. DIAGNOSI DI DSA E STRUMENTI COMPENSATIVI E DISPENSATIVI La diagnosi di DSA dà la possibilità di utilizzare misure compensative e dispensative previste da varie Circolari Ministeriali. L’ultima è del 15 marzo 2007 e riguarda lo svolgimento di esami nella scuola secondaria di I grado, la Circolare distingue gli alunni diversamente abili dagli alunni con DSA, per i quali, al punto 4, si RACCOMANDA l’uso di misure compensative e dispensative anche per gli esami. Esiste anche una proposta di legge che identifica i DSA e le misure collegate. Nell’applicazione di tali strumenti occorre comunque mantenere sempre alta l’autostima degli alunni , perché vengano vissuti come aiuto e non forme di diversificazione, inoltre pare importante informare docenti e famiglie sulle caratteristiche dei DSA e le normative esistenti (anche per l’università esiste la possibilità di avere un tutor e dispense multimediali). La diagnosi di DSA, effettuata dalla neuropsichiatra, valuterà il grado di gravità del disturbo stesso, a seconda delle deviazione dallo standard, avremo DSA con deviazione 2-3 dal livello standard e DSA più grave con deviazioni superiori a 3. Il bambini con DSA non è un alunno diversamente abile e generalmente, la dislessia è accompagnata anche da disortografia e/o disgrafia e/o discalculia. Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche ha permesso di stabilire che si tratta di una caratteristica costituzionale determinata biologicamente e non dovuta da problemi di disagio o difficoltà sociali. Queste difficoltà permangono dopo la prima fase di acquisizione dell’ abilità di letto-scrittura e molti dei bambini non vengono riconosciuti come dislessici e non usufruiscono degli strumenti compenstivi e dispensativi, il mancato riconoscimento porta spesso a difficoltà psicologiche e all’abbandono della scuola, sebbene ci siano alte possibilità di riuscita scolastica se riconosciuta.( un ragazzo dislessico non ha nessuna difficoltà di comprensione né nell’oralità) Per l’attuazione degli strumenti dispensativi vanno valutate l’entità ed il profilo della difficoltà, ognuno è diverso, verranno dispensati da: • lettura ad alta voce • scrittura veloce sotto dettatura • studio delle tabelline • uso del vocabolario • studio di una lingua straniera in forma scritta • tempi più lunghi per prove scritte e lo studio a casa • interrogazioni programmate Mentre gli strumenti compensativi sono: • uso del computer con correttore automatico e predittore ortografico • tabelle dei mesi e dei giorni • tavola pitagorica • calcolatrice Gli strumenti dispensativi e compensativi devono essere utilizzati soprattutto con buon senso secondo l’entità del disturbo e possono essere modulati e scelti in riferimento al caso concreto ed alle effettive esigenze formative (non è detto che un bambino dislessico non possa mai leggere ad alta voce o non possa scrivere sotto dettatura, tutto va commisurato alla situazione concreta anche in riferimento ai progressi dei bambini).