Istituto Comprensivo-Statale Falcomatà- Archi Piano dell’Offerta Formativa Anno scolastico 2015/2016 1 Indice delle sezioni 1-Il POF Premessa Vision Mission Linee d’indirizzo 2- Contesto e risorse 2.1 Popolazione scolastica 2.2 Territorio e capitale sociale 2.3 Risorse professionali 4- Processi--Pratiche educative e didattiche 4.1 Curricolo, progettazione e valutazione-Accordi di rete 4.2 Ambiente di apprendimento 4.3 Inclusione e differenziazione 4.4 Continuità e orientamento 4.5 Sicurezza 3- Esiti 3.1 Risultati scolastici 3.2 Risultati nelle prove standardizzate nazionali 3.3Competenze chiave e di cittadinanza 3.4 Risultati a distanza 5-Processi - Pratiche gestionali e organizzative 5.1 Orientamento strategico e organizzazione della scuola 5.2 Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane 5.3 Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie Documenti allegati: Curricolo Verticale, Regolamento d’Istituto, Codice Etico docente, Patto Educativo di Corresponsabilità, Regolamento di disciplina Scuola Primaria, Statuto degli studenti e delle studentesse, Regolamento dipartimenti disciplinari,Griglie di valutazione,Pet, Regolamento viaggi 2 d'istruzione 1-Il POF Premessa Vision Mission Linee d’indirizzo PREMESSA Delibera del Collegio dei Docenti n. del 04/12/2015 Delibera del Consiglio di Istituto n. 5 del 09/12/2015 La Legge 107 del 2015 ha tracciato le nuove linee per l’elaborazione del Piano dell’offerta formativa che avrà ormai una durata triennale, ma sarà revisionabile annualmente entro il mese di ottobre di ciascun anno scolastico. L’art.3 del DPR n.275 del 1999 è stato difatti novellato dal comma 14 della legge succitata che ne ha cambiato anche le modalità di elaborazione, affidando un ruolo preminente al dirigente scolastico, chiamato nella nuova previsione normativa, a definire al collegio dei docenti, gli indirizzi per le attività della scuola e per le scelte di gestione e di amministrazione. L’intera progettazione del piano è quindi consegnata nelle mani del collegio, al contrario la sua approvazione avverrà in seno al consiglio di istituto. Il P.O.F., elaborato con il contributo di tutte le componenti scolastiche, è il documento in cui l’Istituto definisce la propria identità culturale e progettuale nonché la propria progettazione curricolare, extracurricolare, educativa, organizzativa in relazione al territorio in cui opera IL presente piano rappresenta la sintesi tra le esperienze educative e didattiche realizzate negli anni scorsi e le linee culturali, formative e operative che caratterizzeranno il futuro dell’intero Istituto, ed è ovviamente correlato alla Legge 13 luglio 2015, n. 107 ( Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione). In particolare tale proposta fa riferimento sia alle coordinate culturali, organizzative e operative contenute nel d.lgs. n°59/2004 (Indicazioni per i Piani di Studi Personalizzati) e sia alle Indicazioni Nazionali per il Curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione del 2012. Nella definizione dell’offerta si è fatto riferimento anche al “nuovo obbligo” (D.M. 22/08/2007, n. 139), agli Assi Culturali e alle Competenze Chiave di Cittadinanza, al D.M. 4/03/2009 (Atto di indirizzo per la sperimentazione dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione; ai D.P.R. n° 81 e n° 89 del 20/02/2009 (Regolamento a seguito dell’art. 64 della legge 133/2008); al D.P.R. n° 122 del 22/06/2009 (Regolamento sulla valutazione). La lettura attenta e valutata del POF da parte di tutti i potenziali lettori (docenti e genitori) permetterà di dare esplicito consenso e sostegno affinché l’intera proposta formativa trovi ampia attuazione durante il corrente anno scolastico. 3 Vision e Mission La “Vision”, condivisa a livello collegiale, rappresenta la direzione verso cui ci si intende muovere e la proiezione delle aspettative relative a ciò che il nostro Istituto dovrebbe essere in futuro. La scuola e le persone che in essa vi operano (Dirigente Scolastico, personale docente e non docente) intendono coinvolgere gli alunni, i genitori, gli Enti esterni nell’attuazione di questo progetto: Far diventare l’Istituto un polo culturale di riferimento per il territorio La Mission è la strada da percorrere per realizzare la Vision e serve a definire le risorse che devono essere impegnate per raggiungerla. Realizzare una comunità scolastica che promuova le competenze, il successo formativo, il benessere e l’integrazione di tutti gli alunni, prevenga il disagio e la dispersione scolastica, sappia orientare e promuovere il pieno sviluppo della persona, in un’ottica di interazione con il territorio. Obiettivi della Mission 4 garantire l’innalzamento del successo formativo mettendo ciascun alunno nelle condizioni di sviluppare al massimo le proprie potenzialità e la capacità di orientarsi nella realtà in cui vive richiamare i valori fondamentali della Costituzione: la democrazia, la tolleranza, il lavoro, la giustizia, la libertà, la solidarietà e la pace predisporre azioni per favorire l'Accoglienza di Studenti, Famiglie e personale in un'ottica di collaborazione e di appartenenza predisporre azioni che favoriscono la Continuità educativa e l'Orientamento far acquisire la consapevolezza del linguaggio informativo come fonte di comunicazione e come sostegno al processo d'insegnamento apprendimento favorire il raggiungimento di un equilibrio attivo e dinamico con la realtà territoriale e sociale di riferimento LINEE D’INDIRIZZO del Dirigente Scolastico Linee generali legge 107/2015 L’entrata in vigore, il 16 luglio u.s. della legge "di riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione", numero 107, pubblicata in "Gazzetta ufficiale", 162, 15 luglio 2015), rafforza il quadro normativo esplicitato in quanto definisce la “piena attuazione all’autonomia delle istituzioni scolastiche di cui all’art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni, anche in relazione alla dotazione finanziaria”, attraverso “la piena realizzazione del curricolo della scuola e il raggiungimento degli obiettivi di cui ai commi dal 5 al 36” che “sono perseguiti mediante le forme di flessibilità dell’autonomia didattica e organizzativa previste dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275”. I punti qualificanti Due sono i punti qualificanti – nell’intenzione del legislatore – di questo disegno di legge: dare piena attuazione al processo di realizzazione dell’autonomia e la riorganizzazione dell’intero sistema di istruzione. Per dare corpo a queste finalità il legislatore ha individuato essenzialmente due strade: l’istituzione di un “organico dell’autonomia” (comma 5 dell’articolo 1 della legge) e la ridefinizione delle competenze del dirigente scolastico (comma 78). Nella sostanza attraverso il potenziamento della dotazione di personale docente la scuola si deve dotare di risorse umane adeguate per garantire il raggiungimento degli obiettivi, da fissare nel Piano di Miglioramento quale risultante della riflessione, dei punti di forza e di debolezza individuati nel RAV. Un’offerta formativa sempre più efficace in rapporto al contesto di riferimento, ed il Dirigente ha il compito di servirsi degli strumenti operativi puntualizzati nella legge di riforma per incidere, in termini più ampi ed efficaci, sulla gestione complessiva dell’istituzione scolastica. Tutto questo, però, troverà avvio nel corrente anno scolastico e avrà piena realizzazione a decorrere dall’anno scolastico 2016- 2017 anche attraverso l’affidamento, all’ istituzione scolastica dell’organico dell'autonomia La sostanza di questa innovazione riguarda la nuova strutturazione, che dovrà essere data agli organici del personale docente, nonché alle finalità che tale strutturazione deve perseguire e che, ai sensi del comma 68, comprende l’organico di diritto (che, si desume da altre disposizioni, risulta composto dai posti comuni e dai posti di sostegno) e un numero di posti ( max 10 % in più) istituiti per <<il potenziamento, l’organizzazione, la progettazione e il coordinamento, incluso il fabbisogno per i progetti …>> In sostanza, lo scopo dichiarato (già richiamato nel comma 5) dell’organico così composto è quello di "dare piena attuazione al processo di realizzazione dell’autonomia e di riorganizzazione dell’intero sistema di istruzione" collegandolo funzionalmente alle esigenze organizzative e progettuali delle istituzioni scolastiche evidenziate dall'approvazione, con cadenza triennale, di un piano dell’offerta formativa rinnovato rispetto a quello già previsto dall’articolo 3 del d.P.R. 275/1999, articolo riscritto dal comma 14 dell’articolo 1 della legge di riforma. I docenti dell’organico dell’autonomia, come testualmente previsto dalla norma, "concorrono alla realizzazione del piano triennale dell’offerta formativa con attività di insegnamento, di potenziamento, di sostegno, di organizzazione, di progettazione e di coordinamento”. Il nuovo Piano Triennale dell’offerta formativa La legge interviene in termini sostanziali sulla procedura di definizione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa. La legge 107 dispone, con una ampia modifica dell’art. 3 del D.P.R. 275/1999, che “il piano è elaborato dal Collegio dei Docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico. Il piano è approvato dal consiglio d’istituto” entro il mese di ottobre di ciascun anno scolastico. Il dirigente e la valorizzazione del merito del personale docente Come è noto, il d.P.R. 80/2013 ha disciplinato il sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione. In tale ambito si sarebbe dovuto sviluppare un percorso attraverso il quale giungere a definire criteri in base ai quali introdurre anche nel mondo della scuola la valorizzazione individuale dell’attività del personale docente. Il Governo, ha introdotto il principio di valorizzazione del merito del personale docente, affidando al dirigente scolastico la competenza nell’assegnazione individuale di una somma di denaro con natura di retribuzione accessoria, denominata espressamente dalla legge bonus. 5 PIANO TRIENNALE ALL’ORGANICO DELL’AUTONOMIA Questi interventi normativi sostanziali dovranno essere incardinati ad un’azione progettuale forte e chiara che muovendo dalle indicazioni Nazionali, emanate con decreto del Presidente della Repubblica 16 novembre 2012, n. 254 (13G00034) (GU Serie Generale n.30 del 5-2-2013dia piena attuazione ai modelli di certificazione delle competenze per il Primo ciclo di cui alla circolare Ministeriale n. 3 del 15 febbraio 2015. Gli interventi riformatori nel rafforzare gli Istituti comprensivi esaltando il valore della continuità nei tre ordini di scuola nel perseguimento costante di una continuità programmatico-progettuale, organizzativa territoriale e d’istituto, rappresentano la messa a sistema di azioni per l'attuazione del quadro strategico ET2020 cui ogni Stato membro deve tendere per garantire il perseguimento dei seguenti obiettivi sovranazionali: realizzare concretamente l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e la mobilità di chi apprende, migliorare la qualità e l’efficienza di offerta formativa e risultati, promuovere l’equità e la cittadinanza attiva, valorizzare l’innovazione e la creatività, compreso lo spirito imprenditoriale, a tutti i livelli di istruzione e formazione. Queste forti direttrici segnano un nuovo orizzonte di senso da costruire tra personale, famiglie ed alunni dell’intero Istituto su cui collocare le riforme degli anni precedenti per far fronte comune sulla crisi prima sociale e dopo economica che sembra aver travalicato i confini nazionali ed europei. Le presenti linee di Indirizzo per le attività della scuola, così come previsto all’art 1 c. 14 punto 4, legge 107/2015, pertanto, hanno la finalità di orientare il collegio all’elaborazione del POF 15/16 e del PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa), anche attraverso l’articolazione di un organismo intercollegiale da individuare ad hoc, per la successiva approvazione del consiglio d'istituto. Individuate le priorità della nostra istituzione, esplicitate nei precedenti paragrafi, nonché nell'ambito degli obiettivi fissati e, coerentemente con la programmazione deliberata il 29/06/ u.s., al fine di procedere alla definizione della dotazione organica, si individuano le aree di potenziamento corrispondenti, previste dal comma 7 della legge citata.: Valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all'italiano nonché alla lingua inglese e ad altre lingue dell'Unione europea, anche mediante l'utilizzo della metodologia Content language integrated learning; Potenziamento delle competenze matematico-logiche e scientifiche e percorsi e di sistemi funzionali alla premialità e alla valorizzazione del merito degli alunni e degli studenti e definizione di un sistema di orientamento; Potenziamento delle competenze nella pratica e nella cultura musicali, nell'arte e nella storia dell'arte, nel cinema,nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni. Sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero computazionale,all'utilizzo critico e consapevole dei socialnetwork e dei media nonché alla produzione; Sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell'educazione interculturale e alla pace ,il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell'assunzione di responsabilità nonché della solidarietà e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri; potenziamento delle conoscenze in materia giuridica ed economico-finanziaria e di educazione all'autoimprenditorialità. 6 Obiettivi Gestionali Inquadrati contesto, percorsi in atto ed innovazioni, l’attenzione iniziale sarà volta alla condivisione di percorsi tanto didattici quanto educativi contenuti nel curricolo verticale elaborato dall’apposita commissione di studio secondo le indicazioni Nazionali del 2013, è utilizzato quale pista di controllo dell’unitarietà dell’insegnamento/apprendimento mettendo al centro il curricolo di scuola elaborato alla luce del decreto sull’autonomia scolastica, un’autonomia che significa creare identità alla nostra scuola, identità basata sul sapere, saper fare e saper essere. Lo stesso documento introduttivo delle Indicazioni raccorda la centralità della persona alla cultura prodotta dalla scuolaEssere autonomo per gli insegnanti significa riprendere con forza il ruolo di intellettuale, di colui che, proprio perché intellige il mondo, lo misura con intelletto e per questo compie scelte umane e culturali. Questo sforzo dovrà essere volto, durante l’attuazione del curricolo verticale unitario, partendo dai campi di esperienza della scuola dell’infanzia, si muove all’interno delle aree in cui è raggruppato il percorso tra la primaria e la secondaria di primo grado. Il lavoro vedrà l’impegno assiduo della scuola fino alla revisione continua, se necessaria per interventi normativi innovativi, per la predisposizione di un quadro generale di riferimento per i consigli di classe e di interclasse. L’unitarietà del percorso di studi nella continuità avrà come punto di interesse lo sviluppo di una scuola per ognuno e per tutti che coniughi interesse per il superamento dello svantaggio con una piena integrazione delle difficoltà, delle disabilità e delle particolarità di ognuno. Tra gli obiettivi gestionali sarà forte l’impegno di porre in essere azioni, a tutto campo, per coordinare l’attività intra ed interistituzionale, per il perseguimento delle seguenti finalità: testare, con il metodo della ricerca-azione attraverso continui dialoghi con dipartimenti e coordinatori, il curricolo verticale elaborato all’interno del nostro istituto ed articolarlo per l’implementazione di attività per la messa a punto del Piano Triennale dell’offerta Formativa ( c. 12 legge 107/2015 ), da adottare entro il 30 ottobre 2015. Collegare agli obiettivi strategici individuati nel Rapporto di Autovalutazione per la successiva stesura del Piano di Miglioramento. Curare la continuità progettuale, didattica e valutativa: integrare e sostanziare i curricoli di ciascun ordine di scuola ponendo attenzione agli anni ponte, con una progettazione integrata, progressiva e graduale attraverso con forme di flessibilità offerte dall’autonomia didattica e organizzativa previste nel DPR 275/99. La valutazione dovrà sostanziarsi di un modello condiviso di valutazione, già in vigore da qualche anno, che dovrà prevedere l’elaborazione di prove oggettive più aderenti e relative rubriche di valutazione. Un Istituto comprensivo abbisogna di principi condivisi e di modelli comuni che contengano le diversità di approccio tra le diverse scuole. Per questo si rende cogente la realizzazione di percorsi di formazione e di autoaggiornamento in servizio per la realizzazione degli obiettivi espressi nel RAV, tanto connessi alla progettazione, alla didattica, quanto in ordine alla condivisione di modelli di relazione e comunicazione efficaci nonché alla riqualificazione della motivazione del personale e degli alunni . Nell’ottica, poi, della scuola di ognuno e di tutti ci sarà un interesse forte per il recupero dello svantaggio e la costruzione di percorsi adeguati ai bambini disabili e con Bisogni Educativi Speciali certificati ai sensi della normativa vigente. In tal senso va tenuto in debita considerazione quale punto di partenza il Piano Annuale per l’Inclusività in adozione. Pari importanza dovrà essere posta alla individuazione di sistemi per la realizzazione di percorsi funzionali alla premialità ed alla valorizzazione del merito degli studenti. Fra le priorità individuate un posto diviene pregnante l’utilizzo e la valorizzazione degli spazi della scuola per le attività: si valuterà l’opportunità di pensare ad una scuola sempre aperta alle esigenze del territorio e dell’utenza che ad essa afferisce. Per fare questo si cercherà un rapporto con le associazioni che già operano sui territori di riferimento e si è già avviata una richiesta di costituzione di un tavolo di lavoro con gli Enti locali e le amministrazioni pubbliche diriferimento. Altro obiettivo di quest’anno sarà quindi quello di rafforzare e consolidare il rapporto col territorio per coinvolgere, ampliare e condividere progetti educativi comuni, per questo saranno avviati contatti con le 7 istituzioni presenti e con l’associazionismo in vista anche di un pieno utilizzo degli spazi della scuola.Al fine della realizzazione di quanto prescritto all’art 1. c. 93 della legge 107/2015, già dall’anno scolastico 2014/2015 la gestione è improntata al raggiungimento degli obiettivi prescritti dalla succitata norma promuovendo, fra gli altri, nell’ambito di un ampio Protocollo interistituzionale “Scuola & Salute” e nelle sezioni dedicate, alcune iniziative educative finalizzate alla cultura dell’Etica e della Legalità come fattore di crescita dell’individuo e di benessere nel contesto sociale di riferimento. Al contempo si è data particolare rilevanza e sostegno in via sperimentale di alcune attività significative che, nell’ambito dell’organizzazione, promuovono il controllo di legalità sostanziale nella gestione, fermamente convinta che sia un imprescindibile fattore di formazione del capitale umano e strumento di leva del benessere organizzativo, concretamente apprezzabile nella curva dei servizi e misurabile sul piano della valutazione anche ai fini della autovalutazione. Nell’ambito di tali percorsi l’Istituto intende valorizzare in ogni momento didattico-educativo e gestionale il tema dell’educazione alla responsabilità come fattore di crescita del fanciullo e di benessere sostenibile dell’organizzazione lavorativa e della comunità di riferimento nella quale l’individuo vive ed agisce-. Anche a tal fine sarà sottoposto agli OO.CC. la condivisione di un Codice Etico, che in parte recepisce il Patto educativo del quale L’istituto si è già dotato. Nell’ambito di tali percorsi l’istituto scolastico, dotato di un piano triennale sulla trasparenza di cui alla legge 190/2013, al fine di favorire lo sviluppo di una responsabile cultura dell’Etica, dell’Integrità, della Trasparenza e dell’Anticorruzione è stata affiancata dall’Istituto Italiano Anticorruzione. L’IIA, nato nel 2014 sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il compito di affiancare gli enti e le pubbliche amministrazioni per favorire la cultura e la divulgazione dell’Etica, della Legalità e dell’Anticorruzione nei rapporti tra privati e Pubbliche amministrazioni ed in genere come costume e stile di vita finalizzato ad implementare un tessuto sociale sano e di benessere complessivo. La forte Vision si coniuga con l’avvertita necessità di armonizzare tale imprescindibile momento di condivisione valoriale e tutela con un’idea di mercato che sia al contempo aperto e sostenibile, giusto e dinamico, nei nuovi contesti economici globali. Si è ritenuto, per tali motivi, di condividere con l’IIA, considerandole come indispensabili vie d’azione, i temi della diffusione, dell’approfondimento e dell’aggiornamento di una responsabile cultura della legalità tra Cittadini, stakeholders e pubbliche amministrazioni, nell’ambito delle quali noi tutti siamo chiamati alle responsabilità di un settore nevralgico per la crescita e l’educazione della società e dei futuri cittadini. In ragione di tali obiettivi strategici sono state promosse iniziative didattiche di sensibilizzazione culturale con il coinvolgimento degli alunni, dei docenti e delle famiglie. Con attenzione al momento del miglioramento della compliance organizzativa e dell’efficientamento gestionale è stato avviato il progetto “anticorruzione, compliance e sistema di valutazione dei dirigenti scolastici” che in esito al work shop dello scorso giugno 2015, ha promosso la costituzione di un comitato di rete che faciliti anche l’aggiornamento professionale e la compliance delle organizzazioni, nella consapevolezza dell’importanza della circolarità delle azioni sinergiche e contestuali all’interno e sul territorio. L’azione educativa persegue dunque la finalità di ottemperare alle norme ed al contempo di promuovere azioni di miglioramento continue. L’esigenza di erogare servizi di qualità in un contesto difficile e con risorse scarse impone di sviluppare e perfezionare capacità gestionali manageriali imprescindibili per mettere in qualità i servizi e razionalizzare le risorse. Partendo da questi presupposti sarà strutturata una rete interistituzionale per la realizzazione delle finalità di cui alla succitata legge di Riforma e con gli obiettivi strategici contenuti nel documento “Istruzione e Formazione Europa 2020. Al raggiungimento di questi obiettivi, considerati strategici, saranno orientati gli sforzi di tutta la Comunità Scolastica, in particolare del Collegio Docenti e delle sue articolazioni fin dalla predisposizione del Piano Annuale delle Attività, e saranno finalizzate adeguate risorse, anche da intercettare tra gli interventi destinati alle Regioni Obiettivo Convergenza per la realizzazione di percorsi specifici da prevedere in sede di elaborazione successivo Programma Annuale. I Coordinatori d’area, per l’attività organizzativa e didattica, saranno chiamati a collaborare con il D.S. per la loro traduzione operativa e per il coordinamento dei progetti di miglioramento attesi nei settori indicatiParticolare attenzione, poi, sarà da riservare ancora agli interventi finalizzati alla promozione della cultura linguisticoespressiva e tecnologico-scientifica, che è un punto debole dell’Istituto, con la creazione di un apposito laboratorio, nonché al completamento/arricchimento degli spazi laboratoriali e delle rispettive attrezzature nella scuola Primaria e nella Scuola Secondaria per l’acquisizione in situazione delle competenze chiave. 8 FINALITA’EDUCATIVE ED OBIETTIVI DEI TRE ORDINI DI SCUOLE Assi culturali Gli assi culturali di riferimento delle azioni educative e didattiche della scuola media sono: La valorizzazione dei linguaggi e delle culture differenti presenti nella scuola. L'alfabetizzazione e l'uso della multimedialità nella didattica. L’acquisizione di competenze specifiche disciplinari e di competenze trasversali. La conoscenza del sistema sociale, ambientale economico e geografico in cui gli alunni vivono. La padronanza dei linguaggi e delle tecnologie più diffuse. La flessibilità come disponibilità a cambiare e a innovare. La conoscenza e l'uso in chiave comunicative di più lingue comunitarie. La collaborazione tra scuola e istituzioni presenti sul territorio. La valutazione e la certificazione delle competenze. Assi formativi I docenti della scuola utilizzano il valore formativo delle discipline e la specificità delle attività proposte, per realizzare opportunità formative miranti a far acquisire, consolidare e sviluppare: L'analisi da punti di vista diversi delle varie realtà socioeconomiche e culturali come approccio alle altre culture. La consapevolezza dei propri limiti e delle potenzialità come contributo al processo di maturazione dell'identità personale. La padronanza di saperi, di linguaggi e delle tecnologie più diffuse. Lo spirito partecipativo come capacità di lavorare con gli altri. La dimensione dell' autocritica come capacità di auto valutarsi. Assi tematici Punti fermi nelle scelte tematiche operate dalla scuola negli ultimi anni sono le tematiche proposte dal Collegio dei Docenti come "nuclei culturali" caratterizzanti il curricolo formativo triennale degli alunni che frequentano l’I.C.Falcomatà –Archi (Curricolo di Istituto). Queste tematiche possono essere ricondotte a problemi di rilevanza disciplinare, didattica, sociale e psicologica: La legalità, il rispetto delle regole del vivere civile nella sfera individuale, istituzionale e sociale (soprattutto in riferimento al Patto Educativo di corresponsabilità D.P.R. 235/07 e all’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione). La pace e i diritti umani, con particolare attenzione ai diritti dei bambini. L' intercultura, l'integrazione di culture, l'accoglienza dell'altro. Lo sviluppo sostenibile in tema di difesa, di conservazione e di valorizzazione del patrimonio naturale e ambientale. L'uso critico degli strumenti di comunicazione di massa. Lo sviluppo delle competenze chiave di cittadinanza. Il linguaggio musicale e il linguaggio artistico come opportunità di sviluppo culturale e di sensibilità personale. La dimensione di ricerca e di esplorazione nell’ambito scientifico Assi metodologici Le azioni educative e didattiche che si realizzano nella scuola rispondono a scelte metodologiche funzionali a conseguire da un lato gli obiettivi che autonomamentei singoli Consigli di Classe decidono e dall'altro a garantire coerenza con le scelte culturali e formative dichiarate nel POF e nel Curricolo di Istituto. Nella scuola si svolgono attività di: accoglienza, ascolto e orientamento; sviluppo e consolidamento di competenze di base e saperi specifici; recupero e sviluppo di competenze strumentali, culturali e relazionali idonee ad una attiva partecipazione alla vita sociale; apprendimento di due lingue comunitarie (inglese, e poi francese o tedesco) attraverso modalità 9 didattiche che privilegiano l’interazione tra docenti e allievi; la partecipazione a iniziative promosse da altri Enti l'uso dell'attività laboratoriale centrata sul "fare" degli allievi rispetto ad un "prodotto" da fornire; l'uso di mezzi e attrezzature didattiche in grado di supportare e/o integrare le conoscenze e le competenze specifiche dei docenti; la realizzazione di percorsi didattici con momenti di "fruizione" delle opportunità formative offerte dal territorio e/o di coinvolgimento dell'extrascuola su proposte elaborate all'interno della scuola; i momenti di verifica e di valutazione previsti dai singoli docenti in modo autonomo o concordati tra docenti dello stesso Consiglio di Classe e/o gruppo disciplinare. OBIETTIVI Attraverso un’attenta ed accurata analisi del contesto in cui l’istituto opera, con la formazione di gruppi interistuzionali, gruppi di lavoro e commissioni si è riusciti a creare una prospettiva a largo raggio che ha consentito un’adeguata organizzazione del nostro istituto che, valutando la propria realtà territoriale, mira, attraverso dei gaps, allo sviluppo di una fattiva dimensione europea. Le risorse umane e materiali a disposizione dell’Istituto saranno orientati alla realizzazione dei seguenti obiettivi: GARANTIRE LA CONTINUITÀ NELL'EROGAZIONE DEL SERVIZIO l’organizzazione delle risorse in dotazione dell’istituto; l'attribuzione di incarichi di supplenze temporanee per la sostituzione del personale docente e dei collaboratori scolastici nei limiti dello stanziamento dei fondi erogati dalla normativa vigente; l'organizzazione flessibile dell'orario di servizio di tutto il persona VALORIZZARE LE DIVERSE FIGURE PROFESSIONALI PRESENTI NELLA SCUOLA MEDIANTE L'ATTRIBUZIONE DI INCARICHI DI RESPONSABILITÀ: ai collaboratori del Dirigente Scolastico; ai docenti ai quali sono state assegnate le funzioni strumentali; ai docenti con responsabilità di progetto; ai collaboratori amministrativi e scolastici per le funzioni aggiuntive e miste; ai docenti per incarichi di coordinamento organizzativo e didattico di Plesso e di Istituto; ai docenti membri dei gruppi di lavoro e delle commissioni; ai docenti responsabili della realizzazione dei progetti contenuti nel Piano dell'Offerta Formativa; VALORIZZARE LE DIVERSE FIGURE PROFESSIONALI PRESENTI NELLA SCUOLA: mediante la formazione del personale; organizzando corsi in proprio o aderendo a proposte ministeriali o di altre istituzioni; scolastiche o proposte da enti e/o associazioni esterne all'istituzione scolastica. ASSICURARE COLLEGIALMENTE, DA PARTE DEL TEAM DOCENTE CHE OPERA NELLE CLASSI, LA TUTELA DEI PERCORSI INDIVIDUALI DEGLI ALUNNI ATTRAVERSO: 10 assistenza educativa a ciascun alunno; rapporto con le famiglie; coordinamento delle attività didattiche ed educative; MIGLIORARE L'OFFERTA FORMATIVA DELLA SCUOLA, ATTRAVERSO: interventi volti a favorire l'integrazione scolastica degli alunni in situazione di handicap; interventi per favorire l'integrazione degli alunni stranieri; interventi a favore della prevenzione del disagio; la realizzazione dei progetti di miglioramento centrati su: recupero/potenziamento, accoglienza, continuità tra ordini di scuola diversi e sul Territorio. PROMUOVERE INIZIATIVE DI AUTOVALUTAZIONE D'ISTITUTO, MEDIANTE: riflessione sugli esiti conseguiti da tutti gli alunni ai quali sono state somministrate le prove d'Istituto per verificare il raggiungimento degli obiettivi programmati; verifica della congruenza degli obiettivi inseriti nella progettazione didattica PROMUOVERE AZIONI FORMATIVE E DIDATTICHE RELATIVE ALL'INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP BASATE : sulla condivisione delle scelte educative tra quanti si occupano dell'alunno diversamente abile; sulla gestione "su misura" per ogni singolo alunno (interventi individuali a piccoli gruppi); sull'uso della metodologia dei laboratory; sulla collaborazione con la famiglia GARANTIRE LA SICUREZZA NELLA SCUOLA, MEDIANTE: alle la formazione continua del personale; la formazione degli alunni alle procedure di evacuazione ed al rispetto delle regole di prevenzione infortunistica; l'attenzione vigile e costante segnalazioni di eventuali situazioni di pericolo la verifica ed il controllo periodico del documento di valutazione dei rischi AMPLIARE IL SITO INTERNET DELLA SCUOLA AL FINE DI: dare visibilità all'esterno del P.O.F. d’Istituto ed alle iniziative delle Scuole; potenziare la comunicazione istituzionale interna ed esterna; RISPETTARE IL CODICE DELLA PRIVACY (D.LGS. 196/2003) IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI, PROVVEDENDO ALLA: redazione periodica del documento programmatico della sicurezza; nomina degli incaricati e del responsabile al trattamento dei dati; consegna dell'informativa per il trattamento dei dati personali degli alunni e delle loro famiglie; per il trattamento dei dati del personale dipendente, delle aziende fornitrici o degli enti ed associazioni che hanno rapporto con la scuola. FAVORIRE L'ARRICCHIMENTO DELL'OFFERTA FORMATIVA: Attraverso partenariati con le altre istituzioni scolastiche, accordi, contratti e convenzioni con enti e associazioni culturali che operano sul territorio; secondo una logica di natura curricolare e formativa, aderendo prioritariamente ad attività che tendono alla elaborazione di un percorso didattico proficuo per gli alunni. 11 12 2- Contesto e risorse 2.1 Popolazione scolastica 2.4 Territorio e capitale sociale 2.5 Risorse professionali Contesto e Risorse 2.1 Popolazione scolastica 1 Infanzia Archi Cep 3 sezioni 2 TN + 1 TR PRIMA 26 SECONDA 22 TERZA 17 QUARTA 17 TOT PRIMA 2. Infanzia centro S.Caterina 6 SEZIONI 5 TN + 1TR 28 TERZA 26 TN QUARTA TN 30 QUINTA TN 29 TR 12 TOT 23 classi 28 SECONDA TN SESTA 1.Primaria S.Caterina TN 153 PRIME 96 SECONDA 80 TERZA 126 QUARTA 80 QUINTA 89 TOT 2. Primaria S.Brunello 13 5 classi 65 PRIME 29 SECONDA 27 TERZA 23 QUARTA 23 481 QUINTA 3. Primaria Archi 10 classi 1.Secondaria di I grado Ibico/Pirandello ( 2 scuole funzionanti al momento nel plesso Pirandello) 11 classi 13 PRIME 33 SECONDA 34 TERZA 34 QUARTA 28 QUINTA 29 PRIME 80 SECONDE 54 TERZE 68 TOT 115 TOT 158 TOT 222 2. Secondaria Klearchos I grado 6 classi PRIME 44 SECONDE 32 TERZA 33 TOT TOTALE 7 PLESSI 63 classi 109 ALUNNI 1303 2.2 Territorio e capitale sociale L’I. C. “Falcomatà - Archi” comprende i plessi scolastici di Archi , S. Caterina e S. Brunello, ricade nella II e X Circoscrizione del Comune di Reggio Calabria. Il territorio della città in cui è situato il quartiere di S. Caterina e S. Brunello è caratterizzato da un tessuto sociale ed economico eterogeneo che, in quest'ultimo decennio, si è arricchito della presenza di numerose famiglie Il contesto, quindi, presenta un’estrazione socio-culturale altamente diversificata: professionisti, impiegati, commercianti operai, casalinghe, lavoratori saltuari, immigrati . Il tessuto sociale così eterogeneo, pur nella sua complessità, ha da sempre rappresentato una risorsa per la convivenza civile, economica e sociale. Le famiglie, le scuole e le parrocchie rimangono saldi punti di riferimento sia dal punto di vista affettivo sia come centri di aggregazione sociale. Sul territorio son presenti anche quartieri di periferia non particolarmente degradati e ben collegati con il centro della città che offre buone opportunità di carattere culturale e formativo. Recentemente, si è potuto constatare un lieve incremento del quadro socio- economico, grazie alla riapertura di alcuni esercizi commerciali. L'immagine positiva dei quartieri più centrali del territorio dell'I.C., nel complesso curati e ben collegati, favorisce la promozione dell'intera Istituzione a livello comunale. Inoltre, sono presenti uffici pubblici (poste, banche, agenzie di servizi), trasporti urbani ed extraurbani e la stazione ferroviaria. Nonostante le diverse opportunità culturali: Università, biblioteche, musei, cinema, teatri, chiese, il territorio offre poche possibilità per bambini. Mancano luoghi pubblici di aggregazione; gli spazi verdi liberi e attrezzati, non recintati e sicuri, la carenza di piste ciclabili e il traffico intenso non permettono ai bambini di vivere una vita sociale extrascolastica, adeguata ai bisogni della loro età. A tale situazione le famiglie, in genere, reagiscono usufruendo di associazioni sportive e culturali private: piscine, palestre, scuole di danza che, spesso, sono al di fuori del territorio. 14 Santa Caterina San Brunello Archi 15 I PLESSI IL PLESSO DI S. CATERINA Sito in Via Montello, n°7, è ubicato nella zona Nord di Reggio Calabria, al centro dell'omonimo quartiere, in prossimità dello svincolo autostradale A3 e si affaccia sulla "Piazza dei caduti senza croce", unico piccolo polmone verde e mini parco giochi. L'edificio, dotato di un grande cortile interno, è strutturato su due corpi: uno antico a due piani e uno di più recente costruzione che si articola su tre piani. Il plesso, sede della Direzione e degli uffici di segreteria, è fornito di impianto di riscaldamento e possiede: laboratorio multimediale; laboratorio scientifico; Lavagne LIM per l’insegnamento interattivo cablaggio di parte dell’edificio biblioteca; palestra; salone; N°25 aule Scuola Primaria di cui: 22 destinate ad attività curricolari, 1 aula per il sostegno, 1 archivio, 1 aula insegnanti.1 biblioteca ,1saloncino per le riunioni servizi igienici adeguati alla popolazione scolastica; 5 locali adibiti all'ufficio di Direzione e agli uffici di Segreteria Recentemente il plesso è stato oggetto di ristrutturazione da parte del Comune di Reggio Calabria per adeguarlo alle norme del T.U. n.81/2008. Il plesso di "S. Caterina", per venire incontro alle esigenze lavorative dei genitori, mette a disposizione locali appositi per consentire all’Officina della fantasia(Cooperativa privata ) di attivare un servizio di pre-scuola e post-scuola ( dalle ore 7,30 alle ore 8 e dalle ore 13 alle 14 il giovedi’ ed il sabato dalle ore 7.30 alle ore 8 e dalle ore 12.00 alle ore 14.00). La Scuola dell’infanzia "Santa Caterina" è ubicata al piano terreno del corpo nuovo dell'edificio della scuola primaria di Santa Caterina. E' costituita da: 5 ampie aule per altrettante sezioni; 1 ampio salone -refettorio 1 cortile autonomo rispetto a quello della scuola primaria 1 cucina 5 locali servizi, uno per ogni sezione 16 SCUOLA SEC. DI 1° GRADO IBICO – PIRANDELLO La Scuola secondaria di I° grado “Ibico”, nata dall’unione delle Scuole Medie Statali “Ibico”, “Pirandello”, opera nella città di Reggio Calabria nelle sedi ubicate in Via Enotria-vico Carrera, Via Stradella Giuffrè. Essa accoglie alunni che provengono dai rioni di S. Caterina, S. Brunello e, in piccolo numero, dall’hinterland circostante. Il territorio offre strutture di partecipazione sociale: Scuole Materne, Centri di Assistenza, Centri Ricreativi, Impianti Sportivi, Gruppi scout, Azione Cattolica. Nella Sede centrale di via Stradella Giuffrè sono in funzione quattro corsi (A,B ,D e E) di cui uno, il corso A di strumento musicale. Nella sezione staccata di via Stradella Giuffrè sono in funzione tutti i corsi. A causa di un decreto del Sindaco il plesso IBICO è chiuso perché dichiarato inagibile e sarà oggetto di lavori di consolidamento della struttura, nel frattempo tutte le sezioni di questo plesso sono trasferite presso il plesso Pirandello. La scuola nella sua globalità occupa un posto di primo piano nell’ambito delle agenzie educative operanti sul territorio, per le molteplici esperienze realizzate, per le sue qualificate risorse professionali e strutturali, per l’attenzione costante rivolta alle richieste ed alle esigenze di una società in continua evoluzione. La scuola IbicoPirandello è dotata dei seguenti laboratori e sussidi: Aula magna con proiettore Laboratorio di informatica Laboratorio scientifico Laboratorio di traforo Laboratorio musicale Lavagne LIM per l’insegnamento interattivo Collegamento ad internet Ampia Palestra per l’attività motoria L’indirizzo musicale è attivo in tutta la scuola secondaria “IBICO – PIRANDELLO”. E’ previsto lo studio di uno dei seguenti strumenti musicali: Violino, Pianoforte, Chitarra e Oboe. Nella domanda di iscrizione gli alunni possono indicare l’ordine di preferenza dei quattro strumenti musicali che intendono studiare nel corso del triennio della Scuola secondaria IBICOPIRANDELLO. Lo strumento musicale è disciplina curricolare, pertanto esso è soggetto a valutazione decimale, al pari delle altre discipline. I docenti di strumento fanno parte del Consiglio di classe. 17 PLESSO SCUOLA PRIMARIA S. BRUNELLO Il plesso di "S. Brunello" (costruito tra il 1969/70 e ristrutturato nel 1995), posto nel cuore dell'omonimo quartiere, è raggiungibile attraverso una rete di stradine secondarie. L'edificio, circondato da un giardino con alberi ad alto fusto e piante ornamentali, confina con un regolare campo sportivo a cui è possibile, volendo, accedere tramite cancello per svolgere attività motorie. A breve distanza è ubicata la Scuola Media "Pirandello" che offre l'opportunità di usufruire del laboratorio di attività artistiche. Il plesso, fornito di riscaldamento, possiede un grande androne, utilizzato anche per la drammatizzazione, attorno al quale sono disposte a raggiera: 5 aule per attività curricolari; un'aula per la biblioteca; un'aula adibita ad attività motorie; un laboratorio informatico con 12 postazioni; servizi igienici adeguati alla popolazione scolastica PLESSO DI ARCHI La scuola di Archi si trova nel quartiere di Archi Cep, situato alla periferia nord della città, comprende due scuole dell’Infanzia, una scuola primaria, una di Scuola Secondaria di primo grado. Il quartiere di Archi, ricade nella X Circoscrizione del Comune di Reggio Calabria, un tempo sede di fiorenti attività artigianali e nobili famiglie, oggi ha subito un’espansione che lo ha portato a divenire un rione urbanisticamente integrato con il resto del capoluogo. Nel territorio di Archi vi sono: una sede della facoltà di Giurisprudenza, la Stazione dei Carabinieri, alcuni uffici comunali, tre parrocchie, Maria SS. del Carmelo (Archi Carmine), San Giovanni Battista (Archi Centro) e S. Stefano da Nicea (Archi CEP), la Comunità religiosa formata dalle suore francescane Alcantarine, che svolgono un prezioso servizio sociale a favore delle famiglie svantaggiate e, in particolare, degli extracomunitari , nonché attività di animazione di strada. Altre aggregazioni giovanili, sono i gruppi Scout RC 9 e RC 15 e la locale squadra di calcio. La scuola ha sempre operato in stretta collaborazione con le istituzioni presenti nel quartiere al fine di fornire agli alunni un quadro completo e sinergico di formazione, educazione e crescita personale. La scuola di Archi è dotata dei seguenti laboratori e sussidi: aula magna, laboratorio multimediale, laboratorio multimediale alunni, lavagne Lim in ogni aula, laboratorio linguistico ,laboratorio musicale , laboratorio artistico biblioteca 18 2.3 Risorse professionali 19 DIRIGEN TE S C O L A S T I C O : Dott.ssa Serafina Corrado Definisce indirizzi per le attività della scuola e le scelte di gestionee di amministrazione (c. 12) Nel rispetto delle competenze degli Organi collegiali scolastici, è titolare di autonomi poteri di direzione, di coordinamento. È titolare delle relazioni sindacali; Individua fino al 10 % di docenti che coadiuvano in attività di supporto organizzativo e didattico (c.83) Utilizza il personale per supplenze temporanee fino a 10 giorni (c.85) Promuove la cultura della documentazione generativa nell’istituto. Garantisce un’efficace ed efficiente gestione deklle risorse (umane, finanziarie, tecnologichee materiali). È responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio e della valorizzazione delle risorse umane (c. 78) Facilita la comunicazione all’interno della scuola e tra questa e le altre Istituzioni presenti nel territorio Definisce gli indirizzi del del PTOF(c. 14) Assegna annualmente al personale docente un bonus dal fondo per la valorizzazione del merito (cc. 126-129) sulla base dei criteri individuati dal comitato di valutazione DIRETTORE AMMINISTRATIVO: Dott. Umberto Boncompagni Compiti del Dsga: 20 Sovrintende ai servizi generali, amministrativi contabili e ne cura l'organizzazione svolgendo funzioni di coordinamento , promozione delle attività e verifica dei risultati conseguiti rispetto agli obiettivi , del personale ATA Liquidazione parcelle e fatture Elaborazione Programma Annuale e Conto consuntivo Stipula contratti d'acquisto di beni e servizi Riversali d'incasso e mandati di pagamento Liquidazioni Esperti esterni Conguaglio contributivo e fiscale PRE, 730, CUD, IRAP, F/24 Organizzazione predisposizione TFR del personalepensioni- ricostruzioni di carriera Gestione, aggiornamento , manutenzione dei software in dotazione agli uffici di segreteria (compresi quelli ministeriali) responsabile rete informatica d'Istituto Referente per le postazioni multimediali SIDI e AXIOS Compensi accessori al personale docente e ATA Formazione al personale di segreteria e ai collaboratori scolastici Tenuta scritture inventariali. 1 COLLABORATORE VICARIO: Docente ALBANO ROSARIA 1. Vigilanza e controllo sull'andamento generale dell'attività scolastica dei plessi, con obbligo di segnalazione per eventuali disfunzioni; 2. Ausilio nella gestione unitaria dell’Istituto; 3. Attività di gestione delle relazioni con il pubblico e con i genitori degli alunni, con particolare cura per quanto riguarda gli aspetti della comunicazione e dell'informazione; 4. Vigilanza nell’uso degli spazi, dei laboratori e della /biblioteca scolastica; 5. Custodia di sussidi e attrezzature in dotazione ai plessi; 6. Ausilio alla diffusione e custodia circolari interne e controllo puntuale delle disposizioni di servizio; 7. Coordinamento e promozione dell’utilizzo strumenti didattici; 8. Controllo e custodia dei sussidi didattici e sub consegnatario responsabile degli stessi come da elenchi/inventario depositati agli atti (attività da concordare con la Direttrice dei Servizi Generali ed Amm.vi); 9. Delega a coordinare i Consigli di classe, interclasse, intersezione, in caso di impedimento o di assenza del sottoscritto; 10. Coordinamento delle attività dell’Istituto Comprensivo; 11. Continuità orizzontale e verticale; 12. Collaborazione con i rappresentanti del servizio di prevenzione e sicurezza; 13. Verifica degli incontri del Piano relativo al fondo d’Istituto (attività aggiuntive funzionali all’insegnamento); 14. Ausilio nel Coordinamento e organizzazione dei viaggi d’istruzione e delle visite guidate; 15. Coordinamento pianificazione attività in collaborazione con eventuali operatori; 16. Gestione tempo scuola; 17. Gestione ambiente scolastico (aule – laboratorio multimediale – biblioteche); 18. Coordinamento rapporti con enti locali; 19. Coordinamento rapporti scuola – famiglia; 20. Programmazione dell’orario di servizio del personale docente, l’articolazione dell’orario di lavoro, nonché le modalità di accertamento del suo rispetto. Nello svolgimento delle predette attività, dovrà coordinarsi con il secondo collaboratore e si potrà avvalere della collaborazione dello Staff, delle FFSS. STAFF D’ISTITUTO Lo Staff d'Istituto è così costituito: 1. Dirigente Scolastico –Dott.ssa Serafina Corrado 2. 21.Collaboratore Albanosull'andamento Rosaria Vigilanza evicario: controllo generale dell'attività scolastica dei plessi, con obbligo di 3. Responsabili di plesso: Emo Lorella - Fedele Lina – Tramontana Fortunata. - Zoccali Maria A. segnalazione per eventuali disfunzioni; 22.– Cangelosi Ausilio nella Marianna gestione - Toscano unitaria Carmen dell’Istituto; –Spadaro Rosa Lo staff ha il compito di promuovere le "Misure l'attuazione delle Indicazioni nazionalicura per la 23. Attività di gestione delle relazioni condi ilaccompagnamento pubblico e con i per genitori degli alunni, con particolare per scuola dell'infanzia e del primo ciclo" e assicurare il coordinamento delle azioni di supporto ai dipartimenti ed ai consigli quanto riguarda gli aspetti della comunicazione e dell'informazione; di classe attraversonell’uso attività di informazione, momenti di formazione, ricerca, diffusione pratiche innovative, 24. Vigilanza degli spazi, dei promozione laboratori edidella /biblioteca scolastica; monitoraggio. 25. Custodia di sussidi e attrezzature in dotazione ai plessi; Funzioni strumentali 26. Ausilio alla diffusione e custodia circolari interne e controllo puntuale delle disposizioni di servizio; 27. Coordinamento e promozione dell’utilizzo strumenti didattici; 28. Controllo e custodia dei sussidi didattici e sub consegnatario responsabile degli stessi come da 29. 21 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. elenchi/inventario depositati agli atti (attività da concordare con la Direttrice dei Servizi Generali ed Amm.vi); Delega a coordinare i Consigli di classe, interclasse, intersezione, in caso di impedimento o di assenza del sottoscritto; Coordinamento delle attività dell’Istituto Comprensivo; Continuità orizzontale e verticale; Collaborazione con i rappresentanti del servizio di prevenzione e sicurezza; Verifica degli incontri del Piano relativo al fondo d’Istituto (attività aggiuntive funzionali all’insegnamento); Ausilio nel Coordinamento e organizzazione dei viaggi d’istruzione e delle visite guidate; Coordinamento pianificazione attività in collaborazione con eventuali operatori; Gestione tempo scuola; Gestione ambiente scolastico (aule – laboratorio multimediale – biblioteche); Coordinamento rapporti con enti locali; Coordinamento rapporti scuola – famiglia; Funzioni Strumentali COORDINATORI PER L’ORGANIZZAZIONE DELLA DIDATTICA E DELLE ATTIVITA’ GESTIONALI FINALIZZATE AL MONITORAGGIO DEGLI ESITI Area N°1 COORDINATORE PIANO NAZIONALE SCUOLA DIGITALE E DIFFUSIONE DELLE COMPETENZE DIGITALI DI ALUNNI E DOCENTI – OBIETTIVI STRATEGICI E PRIORITARI DEL RAV (L.107/15 ART.1 C. 7 lett. H , ART.1 C.56 E SEGG.)DOCENTE: MARRA CONCETTA COMPITI / AREE D’INTERVENTO - Sviluppo delle competenze digitali degli studenti con particolare riguardo al pensiero computazionale, all’utilizzo critico dei social network e dei media; - Sviluppo delle competenze digitali degli alunni con attenzione alla produzione ed ai legami col mondo del lavoro; - Sviluppo delle competenze digitali dei docenti con particolare riguardo alle esigenze della didattica interattiva (LIM) ; - Arricchimento della didattica laboratoriale multimediale di base, intermedia e avanzata. - Raccolta, messa in rete e diffusione dei software multimediali per la didattica - Studio bandi rivolti alle istituzioni scolastiche ed organizzazione gruppi di lavoro per la realizzazione di iniziative progettuali finanziate con i fondi strutturali europei, bandi PON 2014/20 , USR,MIUR ECC.., finalizzate al raggiungimento obiettivi d’area ed in coerenza con gli obiettivi prioritari e strategici del RAV e del piano di miglioramento d’Istituto. - Coordinamento progetto d’istituto Piano Nazionale Scuola Digitale Area N°2 COORDINATORE SERVIZI AGLI ALUNNI CON DISAGIO PER LA PREVENZIONE DEI COMPORTAMENTI A RISCHIO OBIETTIVI STRATEGICI E PRIORITARI DEL RAV ( ART .1 C. 7 , lett. l, p, q, s ): DOCENTE DI STEFANO ERNESTA COMPITI/ AREE D’INTERVENTO - Prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche informatico; - Potenziamento dell’inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali attraverso percorsi individualizzati e personalizzati anche con il supporto e la collaborazione dei servizi sociosanitari ed educativi del territorio e delle associazioni di settore e l’applicazione delle linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati, emanate dal MIUR il 18.12.2004. - Supportare gli alunni e le famiglie circa strumenti formativi ed informativi sulla riforma relativa all’adempimento dell’obbligo scolastico. Area N°3 COORDINATORE PER LA VALORIZZAZIONE PROFESSIONALE DELLE RISORSE UMANE – OBIETTIVI STRATEGICI E PRIORITARI DEL RAV – DOCENTE FACILITATORE( ART.1 c. 5): DOCENTE TOSCANO CARMEN COMPITI / AREE D’INTERVENTO - Sostegno ai docenti di ogni ordine di scuola anche in riferimento alla pratiche di innovazione didattica; - Acquisizione dei titoli e delle competenze certificate dei docenti nelle diverse aree (tecnologico/scientifica, didattica, sicurezza, linguistico-espressiva ecc.) finalizzata alla raccolta dei curricula da inserire nel portfolio del docente - Accoglienza e coordinamento dei docenti in ingresso - Rapporto costante con gli uffici per la costruzione del curriculum docenti. - Formulazione di strumenti per la rilevazione e il monitoraggio dei bisogni. - Gestione e coordinamento degli interventi formativi per la valorizzazione delle risorse professionali, organizzati anche in rete Attuazione /valutazione degli interventi 22 Area N°4 COORDINATORE PER LA DIDATTICA CURRICOLO VERTICALE D’ISTITUTO E PROGETTAZIONE INTEGRATA. PROMOZIONEDI METODOLOGIE LABORATORIALI DEL CURRICOLO VERTICALE ED IMPLEMENTAZIONE MEDIANTE ATTIVITA’PER LA REALIZZAZIONE DELLE COMPETENZE CHIAVE.OBIETTIVI STRATEGICI E PRIORITARI DEL RAV ( ART.1 c.3 lett.a,b,c): DOCENTE DATTOLA ROSA COMPITI / AREE D’INTERVENTO - Promozione del curricolo della scuola per la realizzazione degli obiettivi, la valorizzazione delle potenzialità e degli stili di apprendimento della comunità professionale scolastica e con lo sviluppo del metodo cooperativo, nel rispetto della libertà d’insegnamento; - Collaborazione, progettazione ed interazione con le famiglie ed il territorio mediante forme di flessibilità dell’autonomia didattica ed organizzativa; - Verifica ex ante, in itinere, ex post delle variabili per la revisione del Piano dell’offerta formativa d’Istituto - Ampliamento, recupero e sostegno per la progettazione integrata degli interventi - Organizzazione di ambiti di apprendimento finalizzati alla maturazione delle competenze chiave per la Scuola dell’Infanzia, Primaria e Sec. di I grado - Gestione variabili PET (patto educativo territoriale) - Studio bandi rivolti alle istituzioni scolastiche ed organizzazione gruppi di lavoro per la realizzazione di iniziative progettuali finanziate con i fondi strutturali europei, bandi PON 2014/20 , USR,MIUR ECC.., finalizzate al raggiungimento obiettivi d’area ed in coerenza con gli obiettivi prioritari e strategici del RAV e del piano di miglioramento d’Istituto. Area N°5 COORDINATORE RAPPORTI TERRITORIALI, PROGETTAZIONE INTEGRATA , A INTERAZIONE CON LA COMUNITA’ LOCALE ED ACCORDI DI RETE PER LA VALORIZZAZIONE DELLA SCUOLA QUALE COMUNITA’ APERTA AL TERRITORIO. PROMOZIONE E GESTIONE PATTO TERRITORIALE PER LA REALIZZAZIONE DEI BISOGNI FORMATIVI ED IMPLEMENTAZIONE DELLE ATTIVITA’ IN SITUAZIONE ( ART.1 c. 7, lett. M ,N): DOCENTE LO SCHIAVO RITA COMPITI / AREE D’INTERVENTO - Valorizzazione della Scuola intesa come comunità attiva , aperta al territorio ed in grado disviluppare ed aumentare l’interazione con le famiglie e con la comunità locale; - Strategie finalizzate ai rapporti scuola-territorio, al potenziamento del tempo scolastico o rimodulazione del monte orario; - Predisposizione di un piano organizzativo , coerente con gli obiettivi del RAV , di apertura e conoscenza del territorio anche attraverso viaggi d’istruzione e visite didattiche per i tre ordini di Scuola - Rapporti con le associazioni e gli Enti Locali per avviare collaborazioni, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di cui alla L. 107/2015, art. 1 c. 14 e 22. - Studio bandi rivolti alle istituzioni scolastiche ed organizzazione gruppi di lavoro per la realizzazione di iniziative progettuali finanziate con i fondi strutturali europei, bandi PON 2014/20 USR,MIUR ECC.., finalizzate al raggiungimento obiettivi d’area ed in coerenza con gli obiettivi prioritari e strategici del RAV e del piano di miglioramento d’Istituto 23 Area N°6 COORDINAMENTO DELLE ATTIVITA’ FINALIZZATO ALL’ORGANIZZAZIONE EX ANTE, IN ITINERE ED EX POST, DI STRUMENTI TESI ALLA VALUTAZIONE/CERTIFICAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI, DEGLI ESITI IN RAPPORTO ALL’AUTOVALUTAZIONE DEI PROCESSI ATTIVATI E FINALIZZATI AL LORO CONSEGUIMENTO: DOCENTE ZOCCALI MARIA A. COMPITI / AREE D’INTERVENTO - Coordinare e preparare prove oggettive di metà percorso e di fine anno per tutte le classi ed in continuità fra i tre ordini di scuola. - Raccolta prove INVALSI D’ISTITUTO e report dati apprendimento in lingua 1,2 ambito matematico- scientificotecnologico per valutare l’efficacia degli interventi complessivamente previsti in ordine agli obiettivi del RAV. - Coordinamento e report dei consigli di classe degli alunni coinvolti nei Progetti PON, POR e ricaduta negli apprendimenti negli alunni coinvolti; - Report a cadenza periodica agli OO.CC. sul rendimento complessivo degli alunni scuola primaria e sec. di 1° grado. - Diffusione delle pratiche della valutazione (strumenti, documenti e griglie di rilevazione e raccolta dati). Area N°7 COORDINATORE PER LA DEFINIZIONE E GESTIONE DI UN SISTEMA DI ORIENTAMENTO - CONTINUITA’ VOLTO ALLA VALORIZZAZIONE DEL MERITO: DOCENTE BARILLA’ GRAZIA COMPITI / AREE D’INTERVENTO - Organizzare l’orientamento educativo sin dalla scuola dell’infanzia e attuare processi di orientamento alla scelta nelle classi ponte, anche con l’ausilio di figure specializzate (individuazione di attitudini particolari e predisposizioni personali); - Programmare sistemi e strumenti e predisporre i percorsi formativi dell’Istituto proponendo un’organizzazione più efficace ex ante, in itinere, ex post. - Supportare gli alunni e le famiglie circa strumenti formativi ed informativi sulla riforma sull’adempimento dell’obbligo scolastico; - Tenere i rapporti con le reti di scuole rete; - Valorizzazione di percorsi e di sistemi funzionali alla premialità e alla valorizzazione del merito degli alunni e degli studenti; - Definizione di un sistema di orientamento funzionale agli obiettivi strategici indicati nel RAV.(ART.1 C.7 lett.p,q,s) - Individuazione di percorsi, su base locale, nazionale e transnazionale, per l’attuazione dei sistemi funzionali alla premialità ed alla valorizzazione del merito. - Sistematizzazione e diffusione di pratiche, a livello di classe, per la definizione del curriculum degli alunni sin dalla V classe della scuola primaria (predisposizione di un fascicolo personale dell’alunno per ciascuna classe); - Studio bandi rivolti alle istituzioni scolastiche ed organizzazione gruppi di lavoro per la realizzazione di iniziative progettuali finanziate con i fondi strutturali europei, bandi PON 2014/20, USR, MIUR ECC.., finalizzate al raggiungimento obiettivi d’area ed in coerenza con gli obiettivi prioritari e strategici del RAV e del piano di miglioramento d’Istituto 24 - Predisposizione di un piano organizzativo , coerente con gli obiettivi del RAV , di apertura e conoscenza del territorio anche attraverso viaggi d’istruzione e visite didattiche per i tre ordini di Scuola Rapporti con le associazioni e gli Enti Locali per avviare collaborazioni, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di cui alla L. 107/2015, art. 1 c. 14 e 22. Studio bandi rivolti alle istituzioni scolastiche ed organizzazione gruppi di lavoro per la realizzazione di iniziative progettuali finanziate con i fondi strutturali europei, bandi PON 2014/20 , USR,MIUR ECC.., finalizzate al raggiungimento obiettivi d’area ed in coerenza con gli obiettivi prioritari e strategici del RAV e del piano di miglioramento d’Istituto Area N°8 COORDINAMENTO DELLE ATTIVITA’ DI AUTOVALUTAZIONE DEL SISTEMA - RESPONSABILE DELLA QUALITA’ E DEL MIGLIORAMENTO CONTINUO :DOCENTE TRECROCI CATRERINA COMPITI / AREE D’INTERVENTO - Rilevazione esiti scolastici ed individuazione delle criticità e delle eccellenze per il miglioramento continuo in relazione al RAV - Organizzazione per la realizzazione di un sistema di qualità volto alla certificazione esterna - Armonizzazione delle procedure inerenti la gestione dell’attività scolastica e dei servizi - Programmare sistemi - Coordinamento per la stesura del Piano di Miglioramento - Supporto a personale docente ed ATA per la corretta interpretazione ed applicazione delle procedure e delle metodologie definite; - Analisi dei dati: monitoraggio, valutazione ed attivazione delle azioni di miglioramento continuo; - Interfaccia nei confronti dell’Organismo di certificazione esterna; - Verifiche ispettive per la prevenzione dei rischi penali; Formazione del Personale sul Codice Etico e sui Rischi Penali nelle scuole 25 - RESPONSABILI PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI FORMATIVI PRIORITARI 1. RESPONSABILE CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE LINGUISTICHE DEGLI ALUNNI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA, PRIMARIA E SEC. DI I GRADO (Art. 1 c. 7, lett. A, r). Docente MARRA FRANCESCA 2. RESPONSABILE PER LE ATTIVITA’ FINALIZZATE ALLA MATURAZIONE DI COMPORTAMENTI CHE PROMUOVANO LA CITTADINANZA ATTIVA ATTRAVERSO LA PROMOZIONE DELL’EDUCAZIONE ALLA PACE , AL RISPETTO DELLE DIFFERENZE, DELLE PARI OPPORTUNITA’ DI GENERE E CONTRASTINO OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE SOCIALE ( ART.1 C.7 , lett. d, e ; ART. 1 C. 16). Docente TRAMONTANA FORTUNATA 3. RESPONSABILE PER LE DISCIPLINE MOTORIE E LO SVILUPPO DI COMPORTAMENTI FINALIZZATI AD UN CORRETTO STILE DI VITA ED AD UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE ( Art.1 c. 7,lett.g) Docente MARTINO LUDOVICO 4. RESPONSABILE PER I SERVIZI CONNESSI ALLA PREVENZIONE ED ALLA VIGILANZA. PROGETTO SCUOLA SICURA. Docente TRAMONTANA FORTUNATA 5. RESPONSABILE PER IL SUPPORTO ALLA DIMENSIONE PSICOLOGICA DELLE RISORSE UMANE E DEI DOCENTI – OBIETTIVI STRATEGICI E PRIORITARI DEL RAV Docente MARINO TERESA 6. RESPONSABILI DEL COORDINAMENTO DEI DIPARTIMENTI DISCIPLINARI: SCUOLA DELL’INFANIA, SCUOLA PRIMARIA, SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO. Infanzia: docente TOSCANO Primaria: docenti PANZERA (area linguistica), LO SCHIAVO (area logico-Matematica), TRECROCI (area antropologica). Secondaria I° grado: docenti SANTORO, PETRAI (area linguistica), ZOCCALI, BARRECA (area logicomatematica) 7. RESPONSABILE LABORATORI INFORMATICI E REGISTRO ELETTRONICO Plesso S. CATERINA Docente ALOI RITA Tutti i Plessi: Docente ESPOSITO RENATO 8. RESPPONSABILE PER LA COMUNICAZIONE INTERNA ED ESTERNA. RAPPORTI CON LA STAMPA Docente: MIGGIANO OTTAVIA 26 COMMISSIONI FUNZIONALI AL PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA 1. COMMISSIONE REVISIONE POF. PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA (legge 107 /15) : RICERCA, SPERIMENTAZIONE E VALUTAZIONE DIDATTICA. Docenti LO SCHIAVO, TRECROCI, TOSCANO, NERI, MIGGIANO, DATTOLA 2. COMMISSIONE GLH E COMMISSIONE GLI Docenti DI STEFANO E. DI STEFANO D., CANALE, POLITI, STIRITI 3. COMMISSIONE ACCOGLIENZA ED INTEGRAZIONE PER GLI ALUNNI STRANIERI Docenti DI STEFANO, NERI, GRECO, FICARRA, IANNO’ 4. COMMISSIONE ELETTORALE Docenti CALARCO, MODAFFERI 5. COMMISSIONE RAV Docenti ALBANO, DI STEFANO, LO SCHIAVO, TRECROCI, DATTOLA, NERI, TOSCANO, MODAFFERI, BARILLA’, ZOCCALI, BONCOMPAGNI, CALVERI. 6. ORGANO DI GARANZIA Docenti BELLA, ALOI L., NERI. COORDINATORI DI PLESSO INFANZIA S. CATERINA – Docente: Toscano Carmen ARCHI – Spadaro Rosa PRIMARIA S. CATERINA – Docente: Lorella Emo S. BRUNELLO - Docente: Fedele Carmela ARCHI - Docente: Tramontana Fortunata SECONDARIA I GRADO IBICO – PIRANDELLO Docente: Cangelosi Marianna ARCHI-KLEARCOS- Docente: Zoccali Maria A. COMPITI E FUNZIONI 27 Sostituzione del personale assente con il piano del personale disponibile già approvato dalla direzione; Conteggio settimanale delle ore utilizzate nella sostituzione del personale assente ed eventuali ore eccedenti da trasmettere mensilmente agli uffici di presidenza; Raccordo con il Comune per servizio mensa/trasporto e interventi urgenti; Tenuta degli elenchi degli alunni che fruiscono di servizi erogati dal Comune; Organizzazione dell’ingresso/uscita degli alunni dai locali scolastici; Collegamento settimanale con la sede centrale; Raccolta delle istanze dell’utenza e segnalazioni disservizi: manutenzioni, rafforzamento di comunicazione interna ed esterna; Responsabili dei laboratori e conseguente tenuta settimanale del registro di accesso ai laboratori di informatica e tenuta dei registri di sub – consegnatario dei beni mobili della scuola, registri antincendio e di manutenzione dei plessi; Diffusione capillare delle circolari ed informazioni provenienti dalla Presidenza e Uffici di segreteria nonché raccordo organizzativo del plesso con gli Uffici di presidenza; Rapporto sulle esercitazioni delle procedure di sicurezza sui luoghi di lavoro; Segnalazione di casi di evasione dell’obbligo scolastico con trasmissione mensile delle assenze degli alunni di ogni classe; Tenuta delle cassette di pronto soccorso con immediata comunicazione di integrazione materiale mancante; Rispetto del regolamento interno d’Istituto. I COORDINATORI DI CLASSE SCUOLA PRIMARIA PLESSO S.CATERINA PLESSO S. BRUNELLO PLESSO ARCHI CLASSI 1^: CLASSI: CLASSI 1^: I A Scopelliti Concetta - I B Trecroci Caterina – I C Lo Schiavo Rita - I D Marra Francesca I A Fedele Carmela I A Neri Giuliana II A Postorino Vincenza I B Marra Concetta III A D’Arrigo Marina IV CLASSI 2^: CLASSI 2^: II A Placanica Rosaria - II B Chillemi Francesca - II C A Caruso Mariaa C. V A Dattola Rosa - II D Doldo Teresa L. Zavettieri Piera CLASSI 3^: III A Larizza Erminia R. – III B Caminiti - III C Zito Angela – III D Marra Ines - III E Gravina G. - III F Siciliano I. CLASSI 4^: II A Postorino Olivia II B Catalano Caterina CLASSI 3^: III A Gangemi Domenica III B Tramontana Fort. CLASSI 4^ IV A Miggiano Ottavia - IV B Serrao Angela - IV C Cambareri Teresa - IV D Mammoliti Concetta IV A Saraceno Maria R. CLASSI 5^: IV B Bilardi Francesca V A Emo Lorella - V B Romeo Nella – V C Tortorella Maria R.- V D Saraceno A. CLASSI 5^ V A Pansera Maria V B Tripodi Rosaria COORDINATORI DI CLASSE SCUOLA SECONDARIA I GRADO PLESSO IBICO-PIRANDELLO 28 PLESSO ARCHI-KLEARCOS VI IA Bella Vittoria IA Romeo Grazia II A Greco Mariateresa II A Campagna Marcella III A Priolo Maria III A Alampi Rosa II B Ficarra Luisa IB Serranò Antonia III B Santoro Donatella II B Mandalari Brigida IC Cangelosi Marianna III B Petrai Maria L. ID Iaria Ilenia II D Cama Anna III D Pizzimenti Marinella IE Barreca Adriana III E Bertone Paola PROFILO, COMPITI E FUNZIONI Il Coordinatore di classe assume in sé alcune competenze in ordine al processo di programmazione, alcune attribuzioni previste dagli attuali dispositivi di legge e, per delega del Dirigente, alcuni poteri specifici. L'obiettivo è di rispondere con maggiore immediatezza ed efficacia alle esigenze degli studenti, delle famiglie, dei docenti. Il soddisfacimento di tali bisogni, altrimenti attuabile solo per via burocratica dal Dirigente, presuppone la conoscenza diretta della realtà della classe e delle sue problematiche, ai fini di un'azione preventiva ed educativa (vedi assenze degli studenti) e funzionale (vedi convocazione delle assemblee e dei Consigli).All'interno delle linee di programmazione presenti nel POF (settore dei contenuti, delle strategie e delle tecniche didattiche, in conformità con gli obiettivi prefissati e in rapporto al delicato momento valutativo, carichi di lavoro, pianificazione delle verifiche, ecc.) e del controllo del processo (con capacità di produrre già in itinere interventi correttivi e, a livello collegiale, analisi per verifiche e nuove progettazioni). Il Coordinatore dovrà: promuovere, coordinare, organizzare in via costante i rapporti con i colleghi della classe nel campo della didattica e degli interventi culturali e interdisciplinari tenere un collegamento costante con gli altri livelli organizzativi (coordinatori di area, responsabili dei laboratori, il Dirigente, per i problemi di carattere logistico, didattico, disciplinare) raccogliere e incanalare le richieste provenienti dai colleghi, dagli studenti e dai genitori (convocazioni, iniziative didattico-culturali da gestire e da organizzare in orario curricolare o extracurricolare, richieste di corsi di sostegno o recupero, proposte diverse). Il Coordinatore ha la responsabilità di essere punto di riferimento stabile e continuativo per le diverse componenti del Consiglio e rappresenta uno degli elementi fondamentali per il funzionamento del Consiglio stesso. Il Coordinatore di classe ha le seguenti funzioni rispetto al dirigente e ai docenti: indirizza l'attività del Consiglio perché sia coerente con le indicazioni del POF agisce come delegato del Dirigente presiede le riunioni del Consiglio dedicate alla programmazione didattica e alla verifica dei risultati della programmazione stessa segnala al Consiglio ogni sospetta incoerenza 29 segue la continuità del progetto formativo della classe, soprattutto quando ci sono cambiamenti dei docenti del Consiglio di classe sentito il Dirigente, può convocare il Consiglio garantisce che le verbalizzazioni delle riunioni del Consiglio siano corrette, chiare ed esaurienti firma ogni verbale in caso di assenza del Dirigente è tenuto informato dai colleghi sull'andamento didattico e comportamentale della classe e di singoli studenti tiene informato il Dirigente sulla situazione della classe e in particolare sugli studenti che si caratterizzano come non regolari coordina il lavoro con gli altri Consigli di classe (per esempio per progetti specifici) cura la comunicazione delle decisioni del Consiglio agli studenti e alle famiglie cura l'attuazione delle decisioni assunte dal Consiglio rispetto agli studenti è il primo docente della classe referente per i problemi sollevati dagli studenti in riferimento all'andamento didattico generale didattico e comportamentale e quindi svolge, in questo senso, le funzioni di "tutor" degli studenti effettua il controllo mensile delle assenze, degli ingressi in ritardo e delle uscite anticipate degli studenti e convoca i genitori interessati nel caso si siano verificate situazioni non regolari coordina i lavori annuali relativi al nuovo Esame di Stato di fine 1° ciclo, con particolare attenzione alle prove Invalsi raccoglie i dati relativi ai debiti ed alle eccellenze degli studenti cura la comunicazione delle decisioni del Consiglio agli studenti e alle famiglie cura l'attuazione delle decisioni assunte dal Consiglio rispetto ai genitori presiede gli incontri con le famiglie e, nella fase collegiale, illustra l'andamento didattico e comportamentale della classe; richiede la presenza del Dirigente o dei collaboratori se l'ordine del giorno prevede questioni ce richiedano competenze o responsabilità dirette presiede le riunioni annuali del C. di classe di insediamento dei nuovi rappresentanti dei genitori e per l'analisi delle proposte di adozione dei libri di testo è il primo docente referente per le richieste dei genitori che riguardano l'andamento generale della classe nel caso di situazioni didattiche caratterizzate da diffuse difficoltà di apprendimento e carenze di profitto convoca a nome del C. di classe i genitori per un colloquio individuale riportando ad essi le valutazioni dei docenti comunica tempestivamente l'avvenuto recupero o meno dei debiti formativi dell'anno precedente cura la comunicazione delle decisioni del Consiglio agli studenti e alle famiglie cura l'attuazione delle decisioni assunte dal Consiglio. 30 ORGANIGRAMMA DELLA SCUOLA DELL’ INFANZIA “S. CATERINA “ SEZIONE I NUMERO ALUNNI 26 DOCENTI ZENOFONTE+ MANTI ORARIO 08,00-16,00 II 22 CAPPELLACCIO+ CATALANO 08,00-16,00 III 24 TOSCANO+ PRATICO’+ FEDERICO (DOC. SOSTEGNO) 08,00-16,00 IV 28 FIUMARA + MARINO 08,00-16,00 V 30 PECORA+ TAGLIANI 08,00-16,00 VI 13 BASILE+ DOC. SOSTEGNO 08,00-13,00 143 SCUOLA DELL’INFANZIA DI ARCHI SEZIONE I NUMERO ALUNNI 21 DOCENTI LAFACE+PONTILLO ORARIO 8-16 II 20 POLIMENI-SPADARO 8-13 III 18 CUTRUPI 8-16 59 31 ORGANIGRAMMA UFFICIO Personale Amministrativo e Ausiliario - 32 Nominativo Incarico Umberto Boncompagni Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi Anna Garaffa Ass.Amm. Francesca Cutrupi Ass.Amm. Maria Tiziana Giustra Ass.Amm. Giovanna Quattrone Ass.Amm. Giovanni Stelitano Ass.Amm. Domenico Zema Ass.Amm. Carmela Stefania Zirilli Ass.Amm. Albarelli Isidoro Coll.Scolastico Lorenzo Boddi Coll.Scolastico Carmela Calveri Coll.Scolastico Domenica Catalano Coll.Scolastico Gino Crea Coll.Scolastico Vincenza Fornello Coll.Scolastico Giuseppa Fulco Coll.Scolastico Sofia Fulco Coll.Scolastico Rosa Giunta Coll.Scolastico Rosa Ieracitano Coll.Scolastico Loredana Lacava Coll.Scolastico Mariarosa Missere Coll.Scolastico Francesco Morabito Coll.Scolastico Santo Laganà Coll. Scolastico Antonia Immacolata Pangallo Coll.Scolastico Giuseppa Pileio Coll.Scolastico Antonia Praticò Coll.Scolastico Rosina Scagliola Coll.Scolastico Domenica Schiavone Coll.Scolastico Personale Amministrativo e Ausiliario Nominativo Incarico Giovanna Surace Coll.Scolastico Concetta Ursino Coll.Scolastico Coll.Scolastico DOTAZIONI ORGANICHE Le dotazioni organiche assegnate sulla situazione di fatto per l' a.s. 2015 /2016 PER N. 8 SEZIONI INFANZIA, 38 CLASSI PRIMARIA, ( 3 T-P-) , 11 CLASSI SEC. DI 1° IBICO ( 3 a T.P.) E 6 CLASSI SEC.1° ARCHI A TP, per un totale di 63 classi, base alle vigenti normative in materia sono le seguenti: in PERSONALE DOCENTE Scuole dell'Infanzia: - n. 16 insegnanti di posto comune; - n. 1 insegnanti (1 o.d. e 1 richiesto ad oggi non comunicato o.f.) di sostegno - n. 15h 1 insegnante di R.C. 1 Tot docenti 18+15h Scuola Primaria: - n. 48 insegnanti titolari di posto comune compreso 1 PERDENTE POSTO DA LINGUA INGLESE ; - n. 4 insegnanti specialiste di Lingua Inglese - n. 16 insegnanti di Sostegno ( 9 DOCENTI O.D. + 7 DOCENTI OF) per 25 alunni H : 7 alunni beneficiari di L. 104/92 art 3 c. 3, - n. 3 insegnanti di R.C. e 1 per 10h ( completa da scuola sec. I grado klearchos) Tot docenti 72 Scuola Sec. 1° grado: IBICO 11 classi: 8 T.N. + 3 classi a TP 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 33 Lettere: n. 6 cattedra ordinaria + 17h Matematica: n. 4 cattedre Lingua straniera: Inglese 1 cattedra + 1 docente per 15h Francese: 1 cattedra Spagnolo: 4h Educazione tecnica: n. 1 cattedra +4h spezzone Arte e immagine: 1 cattedra + 4h COE Musica: n. 1 cattedra + 4h COE Corpo, movimento e sport: n. 1 cattedra e 4h COE Religione cattolica: 11 h (9 h 1 DOCENTE + 2 h 1 DOCENTE) 11. Strumento musicale: 4 DOCENTI: 1 cattedra di Pianoforte, 1 cattedra Oboe, 1 cattedra Chitarra, 1 cattedra Violino 12. Sostegno: n. 5 posti di Sostegno titolari per 6 alunni, 4 alunni art. 3 c. 3 Legge 104/92 e 2 alunni art 3 c.1 Tot. Docenti 33 ARCHI 6 classi T.P. In organico di Fatto è stata accorpata la III classe pertanto si rappresenta la seguente situazione cattedra/orario 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Lettere: n. 5 cattedre Matematica: n.3 cattedre Lingua straniera: 1 cattedra Inglese Francese n. 12h (2 COE 6h + 6 h) Educazione tecnica: n. 12h + 6h Pythagoras Arte e immagine: 12 h + 6 h Gallico Musica: n. 12h + 6 h Gallico Corpo, movimento e sport: n. 12h + 6 h Pythagoras Religione cattolica: 6 h (completa con scuola primaria Archi) Sostegno: n. 2 posti interno di Sostegno titolari per 6 alunni art 3 c. Totale alunni 6 beneficiari di legge 104 art 3 c.1 . Totale docenti 17 Il Collegio Docenti Unitario, conseguentemente, è costituito da 141 docenti 34 ORGANICO AUTONOMIA Le scelte progettuali effettuate da questa istituzione saranno realizzate anche attraverso il pieno utilizzo dell’organico dell’autonomia, che dovrà essere funzionale alle esigenze didattiche, organizzative e progettuali come emergenti dal piano triennale dell’offerta formativa. I docenti dell’organico dell’autonomia concorrono alla realizzazione del piano dell’offerta formativa con attività di insegnamento, di potenziamento, di sostegno, di organizzazione, di progettazione e di coordinamento (comma 5 della legge 107). Una volta individuati gli obiettivi formativi e le connesse attività progettuali, curricolari, extracurricolari, educative ed organizzative nonché le iniziative di potenziamento, all’interno del PTOF, occorrerà definire anche l’organico dell’autonomia che includerà: - il fabbisogno dei posti comuni e di sostegno (i docenti inseriti nell’organico di diritto), sulla base del monte orario degli insegnamenti, con riferimento anche alla quota di autonomia dei curricoli e agli spazi di flessibilità, nonché del numero di alunni con disabilità, ferma restando la possibilità istituire posti di sostegno in deroga nei limiti delle risorse previste a legislazione vigente; -il fabbisogno dei posti per il potenziamento dell’offerta formativa, costituiti dai docenti che immessi in ruolo dalla cosiddetta fase C, assegnati a questa scuola i quali saranno diretti interessati a svolgere le attività programmate; -il fabbisogno relativo ai posti del personale amministrativo, tecnico e ausiliare; -il fabbisogno di infrastrutture e di attrezzature materiali. Ai sensi del comma 63 questa istituzione è chiamata a perseguire le proprie finalità educativa e formativa, l’attuazione di funzioni organizzative e di coordinamento attraverso l’organico dell’autonomia. In ogni caso il piano triennale dovrà recare la definizione delle risorse occorrenti in base alla quantificazione disposta per le istituzioni scolastiche 35 ORGANICO POTENZIATO Come già sopra specificato, ai docenti che andranno a far parte dell’organico cosiddetto potenziato, a dire della Nota Miur 30549 del 21 settembre scorso, spetterà svolgere, nell’ambito dell’istituzione scolastica, interventi mirati al miglioramento dell’offerta formativa. Di conseguenza tali docenti saranno impiegati per la qualificazione del servizio scolastico. La scuola ha già elencato le priorità relative al potenziamento, cosiddetti campi, in cui detti docenti dovranno impegnarsi. E’ compito del dirigente scolastico porre in campo tutte le strategie manageriali per l’impiego e la valorizzazione delle risorse assegnate ai fini della valutazione. L’organico potenziato dovrà essere utilizzato, altresì per le supplenze brevi in caso di assenze dei docenti sino a 10 gg, certo è che la natura triennale del piano esigerà una rendicontazione dei risultati, non solo riguardo alle risorse economiche ma anche umane. Con nota pubblicata in data 19//11/2015 sul sito USR per la Calabria, Ambito di Reggio Calabria Ufficio VI a questa Istituzione sono stati assegnati n. 6 risorse aggiuntive cosi divise PER CIASCUN ORDINE DI SCUOLA: - 4 POSTI - 1POSTO - 1 POSTO di scuola PRIMARIA , di scuola SEC DI I GRADO clAsse di concorso AJ77 PIANOFORTE , di scuola SEC DI I GRADO A246 LINGUA E CIV. STRANIERA FRANCESE (SCUOLA DI ASSEGNAZIONE L.S. DA VINCI- SEDE SERVIZIO I.C. FALCOM Delle risorse assegnate, soltanto 5 hanno assunto servizio 4 di primaria e 1 sec. di primo grado, pertanto , alla luce delle competenze certificate, come da curriculum vitae, verranno utilizzate alla scuola primaria, dell’infanzie e sec. di primo grado per attività cosiddetta di “didattica alternativa” e per la copertura di supplenze, per come previsto dalla normativa di riferimento. Come già sopra specificato, ai docenti che andranno a far parte dell’organico cosiddetto potenziato, a dire della Nota Miur 30549 del 21 settembre scorso, spetterà svolgere, nell’ambito dell’istituzione scolastica, interventi mirati al miglioramento dell’offerta formativa. Di conseguenza tali docenti saranno impiegati per la qualificazione del servizio scolastico. La scuola ha già elencato le priorità relative al potenziamento, cosiddetti campi, in cui detti docenti dovranno impegnarsi. L’organico potenziato dovrà essere utilizzato, altresì, per le supplenze brevi in caso di assenze dei docenti sino a 10 gg, certo è che la natura triennale del piano esigerà una rendicontazione dei risultati, non solo riguardo alle risorse economiche ma anche umane, pertanto attiene alla responsabilità dirigenziale una adeguata razionalizzazione nell’ottica di una riorganizzazione delle risorse umane e finanziarie per il raggiungimento degli obiettivi di natura amministrativo-contabile nonché degli obietti prioritari individuati nel Rapporto di Autovalutazione e fissati nel Piano di Miglioramento. Lo sforzo che il collegio dovrà compiere, nell’ottica di un esercizio reale di autonomia, è quello di ripensare ad un nuovo modello di essere/fare scuola attraverso la didattica per gruppi di livello e per classi aperte dotandosi di strumenti organizzativo/gestionali capaci di effettuare un controllo sino al raggiungimento degli esiti. Si rende necessario utilizzare un modello di didattica laboratoriale che , facendo capo ad un docente individuato per l’intervento specifico, realizzi i bisogni formulati per ciascun alunno/gruppo di alunni di pari livello/pari bisogni che si faccia carico di organizzare una didattica alternativa, anche con l’uso delle tecnologie, per il raggiungimento dei livelli apprenditivi/di competenza fissati dal docente coordinatore della classe di provenienza di ciascun gruppo di alunni. La scuola per divenire “buona scuola” ha l‟obbligo di assicurare a tutti gli studenti il raggiungimento di alcuni livelli essenziali di competenza. Focalizzando l‟attenzione sugli esiti degli studenti, intermedi e finali, si comprende che per fare ciò è necessario individuare aree di miglioramento ed azioni correttive, anche se ciò implica un cambiamento, con pratiche educative e didattiche innovative, modulando in maniera flessibile i processi e le attività proprio a partire dalle caratteristiche specifiche dei singoli studenti e dei gruppi di studenti. 36 Il progetto di innovazione didattica risponde coerentemente all'esigenza di ampliare/potenziare aree dell'offerta formativa in funzione dei bisogni cognitivi individuali destinando un periodo di attività didattica al recupero, consolidamento e potenziamento: l'organizzazione di gruppi per livelli di competenze facilita la risposta alle richieste dei diversi stili cognitivi e consente la progettazione di interventi didattici funzionali; attraverso la differenziazione dei percorsi si può effettuare potenziamento e recupero in maniera programmata, senza risorse aggiuntive richieste alle famiglie, ma valorizzando le risorse umane assegnate a questa istituzione. Sono destinatari gli alunni delle scuola Primaria e Secondaria di I grado. La finalità è garantire IL SUCCESSO FORMATIVO DI TUTTI GLI STUDENTI per dare la possibilità a ciascun alunno, senza discriminazioni, di apprendere al meglio i contenuti proposti, nel rispetto dei propri tempi e delle proprie potenzialità persegue o scopo prioritario di contrastare la demotivazione e lo scarso impegno nello studio, per migliorarne il successo scolastico e l‟apprendimento. Il concetto di successo formativo rimanda agli esiti degli studenti nel breve e medio periodo. E' importante che la scuola sostenga il percorso scolastico degli studenti, prestando particolare attenzione agli studenti in ritardo, con debiti formativi, promossi con il minimo dei voti, e riducendo al minimo l'incidenza dei trasferimenti e degli abbandoni. Ipotesi di lavoro ed organizzazione TEMPI l’intero anno scolastico /triennio SPAZI Partendo dal presupposto che “ l’ambiente può influenzare tutte le attività umane, creando barriere ma anche opportunità, bisogna ridisegnare lo spazio tradizionale dell’aula trasformandolo in un ambiente di apprendimento innovativo, spostando il focus sullo studente. Il gruppo dei pari si deve poter muovere in uno spazio più ampio dell’aula, che può essere il laboratorio disciplinare ma anche uno spazio esterno all’edificio, uno spazio versatile e polifunzionale, facilmente configurabile e in grado di rispondere a contesti educativi sempre diversi. In sintonia con le linee guida dell’edilizia scolastica si predispongono cinque ambienti diversi: - la classe, in cui il ruolo del docente si fa più esplicito e diretto e in cui si pongono le basi e si traggono le conclusioni del percorso didattico complessivo, - lo spazio laboratoriale che si presenta come un “atelier” ed è l‟ambiente in cui lo studente si confronta con - l‟esperienza attraverso strumenti specifici, l’agorà ovvero lo spazio in cui condividere eventi o presentazioni in modalità plenaria, lo spazio individuale ove lo studente sviluppa un personale percorso di apprendimento in sintonia con i propri tempi e ritmi, con le proprie attitudini e propensione quello informale e di relax che offre occasioni per interagire in maniera informale con altre persone, per rilassarsi, o per avere accesso a risorse anche non correlate con le materie scolastiche Docenti assegnati per il potenziamento docente , aule disciplinari, aula polivalente-ricreativa, laboratorio informatico, biblioteca, palestra e/o campo polivalente, laboratorio scientifico, agorà –sala teatro, tecnologie multimediali presenti nell’Istituto. METODI a) CLASSI APERTE: due o più classi parallele vengono accorpate e riorganizzate in gruppi per livelli di competenza. La possibilità di interagire con docenti diversi dai propri è un'occasione di confronto con diverse modalità comunicative ed operative. L‟incontro di ragazzi provenienti da classi diverse offre occasioni di confronto, socializzazione, integrazione. Le classi aperte permettono infatti di liberare molte energie creative, sia negli insegnanti sia negli studenti, per esempio attraverso l‟emulazione e una sana competizione tra alunni di classi diverse. Le classi aperte permettono di poter eseguire una quantità maggiore di esercizi adatti alle capacità degli alunni e di sopperire, in parte, alle carenze dovute ad una mancanza di rielaborazione dei contenuti a casa. b) PEER TUTORING/PEER EDUCATION gruppi che lavorano su un argomento specifico e in cui coesistono alunni con diversi livelli di apprendimento sulla tematica: l‟alunno/i tutor può essere di una classe superiore; 37 d) LABORATORI SUL METODO DI STUDIO: gruppo di alunni con difficoltà nel metodo che si confrontano tramite un altro alunno-tutor e/o il docente sui metodi più efficaci e li applicano e) GRUPPO DI RICERCA: gruppi di alunni che svolgono attività autonoma di ricerca su internet/libri per approfondire o meglio comprendere tematiche scolastiche e non. Chi fa cosa I bisogni rilevati dal consiglio di classe saranno rappresentati da ciascun coordinatore (in seno ai dipartimenti per classi parallele per la scuola sec di I grado e durante la programmazione settimanale per la scuola primaria) . La stesura del progetto è di competenza dei coordinatori degli alunni coinvolti. I gruppi costituiti saranno costituiti con max 20 alunni di pari livello ( Iniziale, Base, intermedio, avanzato) e min 15. I docenti incaricati, anche fra i docenti, avente ore di disponibilità, in ordine alle competenze maturate nell’area da potenziare, recuperare,consolidare, avranno cura di rapportarsi costantemente con ciascun coordinatore per monitorare/rendicontare gli esiti. Obiettivi Permettere in modo più adeguato di colmare le lacune pregresse degli studenti e/o potenziare le loro abilità già possedute. ◊Sviluppare e/o consolidare le abilità trasversali di base. ◊Migliorare le capacità intuitive e logiche. ◊Incrementare l‟autostima e la motivazione all‟apprendimento. ◊Favorire la socializzazione. ◊Acquisire un valido metodo di studio. ◊Migliorare i rapporti all’interno del gruppo classe e della scuola. ◊Migliorare la relazione, la comunicazione e il confronto fra docenti. Il percorso che si tende sperimentare, punta al miglioramento nei processi di apprendimento per tutti e per ciascuno, approfondendo e condividendo pratiche educativo didattiche che favoriscano processi di inclusione di tutte le diversità, ribadendo un principio cardine della scuola pubblica, cioè quello di offrire a tutti le medesime opportunità, promuovendo le condizioniper “starbene e sentirsi a proprio agio” (autostima e fiducia in se stessi e negli altri) e “far bene” (senso dell‟autoefficacia). Il vero successo si raggiungerà solo quando il progetto dell’Istituzione scolastica verrà condiviso e sostenuto dalla prima agenzia educativa, la FAMIGLIA, senza la cui collaborazione strategica ogni sforzo sarebbe vano 38 Esiti Risultati scolastici Risultati nelle prove standardizzate nazionali Competenze chiave e di cittadinanza 3.4 Risultati a distanza 3-Esiti Nel Rapporto di Autovalutazione previsto dal Sistema Nazionale di Valutazione, si devono descrivere i risultati conseguiti dall’istituzione rispetto agli apprendimenti degli studenti e su quali processi si agisce per migliorarli. Tra gli esiti, non risultano solo i risultati come saperi disciplinari, gli esiti a distanza di tempo, gli abbandoni, ecc., ma anche i risultati rispetto alle competenze chiave di cittadinanza. Non si possono avere esiti, se il curricolo e la didattica non sono stati organizzati e realizzati per competenze e per competenze chiave. GLI ESITI nel RAV Risultati scolastici Risultati nelle prove standardizzate nazionali Risultati a distanza 39 Esiti degli scrutini Trasferimenti e abbandoni Risultati degli studenti nelle prove di italiano e matematica Livelli di apprendimento degli studenti Variabilità dei risultati tra le classi Prosecuzione studi universitari Successo negli studi universitari Successo negli studi secondari Inserimento nel mondo del lavoro 3.1 RISULTATI SCOLASTICI Per prodotto scolastico possiamo intendere il raggiungimento di alcuni obiettivi fondamentali che un sistema scolastico (nel suo insieme o in uno qualsiasi dei suoi sottoinsiemi fino alla singola istituzione scolastica) si sono posti. Da questo punto di vista il prodotto scolastico coincide con il raggiungimento di obiettivi delineati in precedenza e considerati come auspicabili. Per la scuola gli obiettivi di massima possono essere considerati: La trasmissione della cultura e il contributo alla sua elaborazione critica, anche in relazione agli ammodernamenti che l'evoluzione sociale, tecnologica e scientifica rendono necessari; L'impulso alla partecipazione degli allievi a questi processi e la formazione umana e critica della loro personalità Per raggiungere obiettivi così ambiziosi e generali quali quelli che la società affida al sistema scolastico, ogni componente di questo deve funzionare al meglio; dalla gestione finanziaria a quella dei servizi amministrativi, dalla gestione delle risorse strutturali a quella delle risorse umane, devono evitarsi sprechi, inefficienze, duplicazioni, malfunzionamenti. Tutto questo è indispensabile per il raggiungimento del fine ultimo assegnato alla scuola: l'istruzione e l'educazione delle nuove generazioni e il generale progresso della società attraverso l'una e l'altra. E dunque l'individuazione del prodotto scolastico – della sua qualità ed adeguatezza rispetto agli obiettivi – non può prescindere dalla verifica di efficacia ed efficienza dei servizi erogati, dall'analisi di quantità e qualità delle risorse strutturali e tecnologiche di cui la scuola dispone, dal monitoraggio delle risorse umane che sono parte integrante del suo processo produttivo, ecc. Naturalmente questi sono tutti elementi strumentali al raggiungimento della finalità prioritaria che è quella propriamente formativa ed educativa, ma è anche evidente che un sistema scolastico caratterizzato da carenze ed inefficienze strutturali e gestionali, non può essere in grado di realizzare in modo soddisfacente gli obiettivi finali. È dunque necessario prestare notevole e costante attenzione ai processi che caratterizzano l'offerta scolastica e cercare di individuare tutte quelle carenze che ne possono limitare la qualità. 3.2 RISULTATI NELLE PROVE STANDARDIZZATE NAZIONALI L'analisi dei risultati conseguiti nelle prove standardizzate nazionali consente di riflettere sul livello di competenze raggiunto dalla scuola in relazione alle scuole del territorio, a quelle con background socioeconomico simile e al valore medio nazionale. Tale analisi permette anche di valutare la capacità della scuola di assicurare a tutti gli studenti il raggiungimento dei livelli essenziali di competenza. L'azione della scuola dovrebbe quindi essere volta a ridurre l'incidenza numerica e la dimensione del gap formativo degli studenti con livelli di apprendimento sotto una determinata soglia, considerando la variabilità di risultati interna alla scuola (tra le classi, tra le sedi, tra gli indirizzi), così come la distribuzione degli studenti nei diversi livelli di rendimen 3.3 COMPETENZE CHIAVE E DI CITTADINANZA Il sistema scolastico italiano assume come orizzonte di riferimento verso cui tendere il quadro delle competenze-chiave per l’apprendimento permanente definite dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea (Raccomandazione del 18 dicembre 2006). Esse sono delle “METACOMPETENZE”, cioè le competenze chiave sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione. Tale processo non si esaurisce al termine del primo ciclo di istruzione, ma prosegue con l’estensione dell’obbligo di istruzione nel ciclo secondario e oltre, in una prospettiva di educazione permanente, per tutto l’arco della vita. 40 1) comunicazione nella madrelingua 2) comunicazione nelle lingue straniere 3) competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia 4) competenza digitale 5) imparare a imparare 6) competenze sociali e civiche 7) spirito di iniziativa e imprenditorialità 8) consapevolezza ed espressione culturale 3.4 RISULTATI A DISTANZA L'azione della scuola può definirsi efficace quando assicura risultati a distanza nei percorsi di studio a seguito o nell'inserimento nel mondo del lavoro. E', pertanto, importante conoscere i percorsi formativi degli studenti usciti dalla scuola del primo ciclo ad un anno o due di distanza, e monitorare inoltre i risultati all'interno del primo ciclo; per le scuole del primo ciclo gli indicatori disponibili riguardano l'adozione del consiglio orientativo. 41 4- Processi--Pratiche educative e didattiche 4.1 Curricolo, progettazione e valutazione 4.2 Ambiente di apprendimento 4.3 Inclusione e differenziazione 4.4 Continuità e orientamento 4 - Processi- Pratiche educative e didattiche 4.1 Curricolo, progettazione e valutazione Premessa La presente istituzione scolastica ha assunto dal 1 settembre 2012 la configurazione giuridico-amministrativa di Istituto Comprensivo, per effetto del dimensionamento provinciale, di cui al decreto del Direttore Regionale dell’U.S.R. per la Calabria prot. N.2282 del 17/02/2012 su delibera della Giunta Regionale della Calabria. Il Collegio dei Docenti ha iniziato, fin dalle attività di programmazione, un percorso di scelte didattico- educative e formative inerenti la riflessione sulle esigenze di studio e ricerca per la realizzazione di un curricolo verticale, in parallelo con l’accoglienza e la contestualizzazione delle esigenze particolari dei vari livelli di utenza. La scuola, da subito ha assunto modelli organizzativi volti a progettare percorsi da adeguare ai tre ordini di scuola, predisponendo spazi di rielaborazione, di ricerca e di studio sistematici. L’obiettivo immediato da perseguire: un prodotto che esplicitasse una situazione formativa concreta e unitaria, tenendo conto delle fasi di sviluppo proprie delle diverse età predisposizione di ambienti di apprendimento differenziati con una coordinata regia dei docenti di condivisione di finalità, obiettivi, contenuti e metodi in articolazione ricorsiva, articolazione di scelte motivate e condivise conoscenza approfondita dei documenti di riferimento: 1. Indicazioni Nazionali 2. Indicazioni per il Curricolo, 3. Obbligo scolastico (rif. ad Assi culturali e Competenze-chiave), l’ Adozione sperimentale dei nuovi modelli nazionali di certificazione delle competenze nelle scuole del primo ciclo di istruzione, C.M. 3 del 13/02/2015 QUADRO DI RIFERIMENTO: CURRICOLO E AUTONOMIA Il ruolo della scuola nei processi evolutivi che investono la società globalizzata della conoscenza, immersa in un contesto sempre più dominato dalla complessità, pone in evidenza questioni legate al radicamento del sistema scolastico nel tessuto sociale modificato. Oggi la scuola è chiamata a una sfida fondamentale in rapporto al mondo dell’economia, della produzione e del consumo, una sfida che presuppone qualità del prodotto, innanzitutto, e competitività. In questo contesto, la scuola può sperare di competere e di essere ancora considerata indispensabile alla società, solo attraverso una completa revisione dei significati dell’educazione, del capitale umano, della formazione moderna, dello sviluppo delle abilità e intelligenze ed è necessario che tutti gli attori, la scuola e l’extrascuola concorrano alla definizione di un “curricolo per la vita”. L’autonomia, l’istituzione scolastica, si deve 42 orientare a produrre scelte didattiche e organizzative adeguate alle proprie necessità interne e al contesto in cui opera. Su questo assunto, il nostro istituto ha elaborato il documento nel quale vengono definiti a partire dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria sino alla secondaria di I grado i piani organizzativi di ricerca/azione capaci di stimolare l’apprendimento continuo. “La recente pubblicazione delle Indicazioni Nazionali per il curricolo (DM n. 254 del 16 novembre 2012) ha riacceso l’attenzione sul tema della progettazione curricolare e sul ruolo che essa può avere ai fini della promozione delle competenze. Il rinnovamento della scuola e della didattica, infatti, non può basarsi solo sul metodo*** La definizione di competenza che il documento ministeriale delle Indicazioni fa propria è quella contenuta nella Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 6 settembre 2006, secondo la quale le competenze “indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia”. La nozione di competenza non può essere ridotta a d una lista di conoscenze o di saper fare; l’approccio per competenze invita la scuola a sviluppare saperi, ma “saperi vivi”, cioè degli “strumenti per pensare e per agire”, a scuola e fuori di essa. Il passaggio dalla «cultura del programma» alla «cultura del curricolo», richiede una modifica del sistema di produzione della conoscenza in due direzioni :da un lato è indispensabile costruire curricoli capaci di sviluppare competenze importanti per tutti tali da consentire l’accesso a molteplici fonti del sapere, a reti di conoscenza che si collocano sia dentro che fuori la scuola; dall’altro appare necessario prevedere percorsi di apprendimento diversificati in base alle potenzialità e alle capacità dei soggetti. Il curricolo scolastico chiama in causa non solo la scelta di contenuti, bensì la precisazione di obiettivi, attività, metodi di insegnamento/apprendimento, materiali didattici, ponendo al centro l’allievo con le sue abilità, conoscenze (formali e informali), motivazioni. Ciò richiede una progettazione integrata tesa alla promozione delle competenze in ambito scolastico attraverso il lavoro con e sulle discipline. I saperi pertanto assumono una funzione strumentale nella misura in cui stimolano la riflessione, l’interpretazione, la spiegazione di fenomeni complessi, fornendo gli strumenti concettuali e operativi per intervenire su problemi e situazioni contingenti (compiti autentici). Come riportato dal DM del 22 agosto 2007, n. 139 la sfida più importante sul fronte progettuale è quella di finalizzare il sapere disciplinare al raggiungimento di apposite competenze, di cui occorre sperimentare anche la certificabilità. Le Indicazioni 2012, utili per percorrere lo strumento progettuale sottolineano che: Il curricolo di istituto è espressione della libertà d’insegnamento e dell’autonomia scolastica e, al tempo stesso, esplicita le scelte della comunità scolastica e l’identità dell’istituto. La costruzione del curricolo è il processo attraverso il quale si sviluppano e organizzano la ricerca e l’innovazione educativa. Ogni scuola predispone il curricolo all’interno del Piano dell’offerta formativa con riferimento al profilo dello studente al termine del primo ciclo di istruzione, ai traguardi per lo sviluppo delle competenze, agli obiettivi di apprendimento specifici per ogni disciplina. A partire dal curricolo di istituto, i docenti individuano le esperienze di apprendimento più efficaci, le scelte didattiche più significative, le strategie più idonee, con attenzione all’integrazione fra le discipline e alla loro possibile aggregazione in aree, così come indicato dal Regolamento dell’autonomia scolastica, che affida questo compito alle istituzioni scolastiche. (p.12. Dalle Indicazioni al curricolo). La scuola persegue una doppia linea formativa: verticale e orizzontale. La linea verticale esprime l’esigenza di impostare una formazione che possa poi continuare lungo l’intero arco della vita; quella orizzontale indica la necessità di un’attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici con funzioni a vario titolo educative: la famiglia in primo luogo. (p. 6. Per una nuova cittadinanza). L’itinerario scolastico dai tre ai quattordici anni, pur abbracciando tre tipologie di scuola caratterizzate ciascuna da una specifica identità educativa e professionale, è progressivo e continuo. La presenza, sempre più diffusa, degli istituti comprensivi consente la progettazione di un unico curricolo verticale e facilita il raccordo con il secondo ciclo del sistema di istruzione e formazione (p.12. Continuità ed unitarietà del curricolo). Agli insegnanti competono la responsabilità della valutazione e la cura della documentazione, nonché la scelta dei relativi strumenti, nel quadro dei criteri deliberati dagli organi collegiali. Le verifiche intermedie e le valutazioni periodiche e finali devono 43 essere coerenti con gli obiettivi e i traguardi previsti dalle Indicazioni e declinati nel curricolo. La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari (p.13. Valutazione). Il curricolo verticale d’istituto si basa su elementi di sviluppo graduale e progressivo delle conoscenze, delle abilità, delle attitudini e disposizioni personali dell’allievo/a, delle competenze. Il concetto di progressione graduale nello sviluppo delle competenze è ripreso e ripetuto in tutte le discipline. I dipartimenti d’istituto, ad hoc organizzati, hanno condiviso e strutturato il curricolo verticale confrontandosi sugli elementi di trasversalità e sui curricoli disciplinari per individuare collegamenti, calibrare "riprese”, evitare ripetizioni. In tal senso la correlazione dei traguardi e degli obiettivi disciplinari con le competenze chiave europee per l’apprendimento autonomo e permanente, può considerarsi l “orizzonte di senso verso cui tendere” ed esercita, inoltre, una funzione unitaria tra le diverse aree disciplinari. I traguardi di competenza disciplinari sono declinati in obiettivi di apprendimento, a loro volta aggregati in nuclei tematici. Traguardi e obiettivi sono assimilabili ad un percorso in progressione, scandito al termine dei tre gradi scolastici. I quadri di riferimento (competenze europee e traguardi) non si sovrappongono, non sono separati, né confliggono; si integrano invece, e vanno visti congiuntamente nella progettazione didattica e nella valutazione. Da un punto di vista teorico e operativo portare in evidenza il rapporto fra traguardi e competenze chiave europee è un passaggio cruciale ed impegnativo, implica l’analisi dei significati e l’esplicitazione del contributo che la disciplina può fornire allo sviluppo delle diverse competenze chiave, e non solo a quelle di immediato riferimento. Alle competenze europee è necessario dare sostanza anche attraverso un collegamento ed una collaborazione fra le discipline. Emerge in tal modo quel carattere unitario che dovrebbe avere il curricolo, così tanto auspicato nelle indicazioni. Il curricolo, pertanto, rappresenta un piano, teorico e pratico, costruito dagli insegnanti, ma pensan do continuamente agli allievi. È uno strumento di lavoro collegiale utile per organizzare il percorso formativo indicando per ogni ambito disciplinare gli elementi di raccordo tra gli ordini di scuola, in modo tale da rendere più fluido il passaggio degli alunni dalla scuola primaria a quella secondaria, passaggio che spesso presenta notevoli criticità e difficoltà, rispettando così i criteri di progressività e di continuità. Il curricolo verticale: Traguardi delle competenze certificazione L’atto della certificazione, alla fine della scuola primaria e del I ciclo d’istruzione, richiama l’attenzione sulla nuova idea di competenza, che ha imposto alla nostra istituzione scolastica, a marzo 2015, di rivedere il proprio modo di procedere, capitalizzando gli apprendimenti acquisiti dagli alunni, nell’ambito delle singole discipline, all’interno di un più globale processo di crescita “personale”. “I singoli contenuti di apprendimento rimangono i mattoni con cui si costruisce la competenza personale. Non ci si può quindi accontentare di accumulare conoscenze, ma occorre trovare il modo di stabilire relazioni tra esse e con il mondo al fine di elaborare soluzioni ai problemi che la vita reale pone quotidianamente. Progettare l’attività didattica in funzione delle competenze e della loro certificazione richiede una professionalità docente rinnovata e attenta alle domande, anche e soprattutto implicite, che possono venire dagli alunni” (cfr. Linee Guida per la certificazione delle competenze nel primo ciclo d’istruzione 2015). Non è infatti pensabile che si possano formare delle competenze in assenza di un solido bagaglio di contenuti e di saperi disciplinari. La competenza costituisce il livello di uso consapevole e appropriato di tutti gli oggetti di apprendimento, ai quali si applica con effetti elaborativi, metacognitivi e motivazionali. La certificazione delle competenze, oltre a presupporre una corretta e diffusa cultura della valutazione (come sistematizzata nelle Linee guida in adozione presso questo Istituto), richiede un’azione didattica chiara e specifica. Il documento diffuso dal Miur con la Circolare n. 3 ha impegnato docenti, in particolare i gruppi di lavoro e, nello specifico, i dipartimenti, ad una revisione e rielaborazione delle operazioni che caratterizzano l’attività di insegnamento: progettazione, attività didattica 44 in classe, valutazione. “La progettazione deve partire dai traguardi per lo sviluppo delle competenze, dichiarati «prescrittivi» dalle Indicazioni, e dagli obiettivi di apprendimento previsti per ciascuna disciplina. L’azione didattica non può limitarsi ad una prospettiva limitatamente disciplinare; i contenuti, proprio per abituare gli alunni a risolvere situazioni problematiche complesse e inedite, devono essere caratterizzati da maggiore trasversalità ed essere soggetti ad un’azione di ristrutturazione continua da parte dei ragazzi, facendo ricorso anche a modalità di apprendimento cooperativo e laboratoriale, capaci di trasformare la classe in una piccola comunità di apprendimento. Infine, per giungere alla certificazione delle competenze bisogna prima di tutto valutarle. Ai fini dello sviluppo delle competenze, la modalità più efficace è quella che vede l’apprendimento situato e distribuito, collocato cioè in un contesto il più possibile reale e ripartito tra più elementi e fattori di comunicazione (materiali cartacei, virtuali, compagni, insegnante, contesti esterni e interni alla scuola, ecc.). Si rende, pertanto, necessario ripensare al modo di “fare scuola”, integrando la didattica dei contenuti e dei saperi – riferiti ai nuclei fondanti delle discipline – con modalità interattive e costruttive di apprendimento. Fondandoilproprio insegnamentosu esperienze significative chemettono ingioco contenuti e procedure che consentano di “imparare facendo”, i docenti rendono l’alunno protagonista del processo di acquisizione delle competenze. Una padronanza delle competenze di base richiede la riscoperta dei nuclei fondant delle discipline e del loro valore formativo, attraverso scelte orientate al potenziamento della motivazione e dell’interesse degli alunni”( cfr.. Linee Guida per la certificazione delle competenze nel primo ciclo d’istruzione 2015) La didattica per competenze, pertanto, si colloca all’interno dell’intero processo finalizzato alla formazione della persona, contribuisce alla costruzione dell’identità nei ragazzi, che valorizza il fare ed essere scuola dell’insegnante e della sua stessa azione educativa e didattica. “Comunicazione nella madrelingua o lingua di istruzione, nelle lingue straniere, Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia, competenze digitali consapevolezza espressione culturale ed artistica, spirito di iniziativa e imprenditorialità, Imparare ad imparare, competenze sociali e civiche: un’attività a tutto campo che i consigli di classe dovranno calibrare nell’armonizzare conoscenze e abilità all’interno dei nuclei tematici, Compito del curricolo sarà quindi quello di “Orientare l’alunno ad esplorare se stesso, a conoscersi nella sua interezza, a riconoscere le proprie capacità ed i propri limiti, a conquistare la propria identità, a migliorarsi continuamente, maturando il senso e la necessità del rispetto civico. L’alunno si percepisce in un contesto sociale all’interno del quale ne coglie le funzioni pubbliche alle quali partecipa nelle diverse forme in cui questo può avvenire: momenti educativi informali e non formali, esposizione pubblica del proprio lavoro, occasioni rituali nelle comunità che frequenta, azioni di solidarietà, manifestazioni sportive non agonistiche, volontariato. Una scuola che educa e forma per far padroneggiare al ragazzo tutti i campi de sapere, per sapere fare mettendo in campo le sue competenze sociali, umane e civili saper essere. CURRICOLO NAZIONALE E CURRICOLO LOCALE La normativa “Le istituzioni scolastiche determinano nel Piano dell'offerta formativa il curricolo obbligatorio per i propri alunni in modo da integrare la quota definita a livello nazionale con la quota loro riservata (D.M. 28 dicembre 2005) che comprende le discipline e le attività da esse liberamente scelte (cfr. art. 8 del DP 275/’99)”. 45 La struttura del curricolo, quindi, si articola in tre livelli che integrano decisioni centrali e periferiche: 1-una parte prescrittiva, con le attività e le discipline fondamentali, il monte orario annuale da dedicarvi, gli obiettivi e gli standard d'apprendimento, determinati a livello nazionale; 2. una parte opzionale, (comprendente attività e discipline tra loro alternative) che integra obbligatoriamente il curricolo, lasciato all'autonoma determinazione delle scuole, con una pluralità di offerte tra le quali gli alunni hanno il dovere di scegliere; 3. una parte facoltativa, con l'arricchimento del curricolo attraverso attività aggiuntive, programmate e realizzate anche con l'accordo dei soggetti esterni alla scuola (enti locali/agenzie formative, ecc.) Il Decreto Ministeriale 47/2006 stabilisce che la quota del 20% del curricolo è appannaggio delle istituzioni scolastiche autonome. In base all’art. 8 del Regolamento dell’autonomia (D.P.R. 275 dell’8 marzo 1999) le istituzioni scolastiche possono, in coerenza con gli obiettivi di tipo educativo definiti, arricchire l’offerta formativa destinando una quota del monte ore annuale, pari al 20% del monte ore annuale, ad attività decise dal Collegio dei Docenti. Si tratta del cosiddetto CURRICOLO LOCALE, cioè di un percorso formativo che si aggiunge ed integra il curricolo nazionale. Il curricolo locale, inteso come quota del curricolo "in disponibilità delle scuole" che, entro limiti temporali fissati dal Ministero, può essere autonomamente definito dalle scuole stesse per rispondere alle esigenze del territorio, è un concetto sostanzialmente legato ai processi di definizione dell’autonomia scolastica. Dal punto di vista del ruolo del docente, parlare di curricolo locale significa dare intenzionalmente spazio all’autonomia progettuale delle scuole, attraverso il riconoscimento del diritto-dovere dei docenti di "metter mano" alle modalità di costruzione degli apprendimenti, evitando una didattica trasmissiva ed incapace di costruire competenze. Dal punto di vista dell’idea di ragazzo che apprende, parlare di curricolo locale significa valorizzare gli aspetti motivazionali, cercando di dar senso alle conoscenze spontanee dei ragazzi stessi e alle loro costruzioni sociali dei saperi. Dal punto di vista della metodologia, parlare di curricolo locale significa costruire modalità di apprendimento che abbiano alla base l’interazione sociale, l’apprendimento cooperativo, la costruzione di competenze intese come sintesi di sapere e di saper fare. Il curricolo locale è quindi uscire dalla classe per visitare un parco o un monumento, per entrare in una bottega artigiana o visitare una mostra, per visitare una redazione di giornale o uno studio televisivo, per frequentare uno stage in un’azienda. Il curricolo locale è accogliere in classe un testimone, un tecnico o chiunque possa raccontare un’esperienza; è accostarsi a qualche traccia del passato o immaginare qualcosa del futuro di sé e della comunità di appartenenza. Ma, soprattutto, il curricolo locale è lo sguardo per osservare la realtà che ci circonda nella sua variabilità, nel suo divenire, nella sua complessità. Tutto questo è molto lontano da un’idea di curricolo locale fatto di localismi dannosi o di inutili ricerche di radici locali che sono fuorvianti per la comprensione della stessa comunità di riferimento. Ed è anche molto lontano da un’idea di curricolo locale incapace di comprendere che la comunità evolve, che i componenti della comunità possono anche venire da lontano e inevitabilmente modificarne gli assetti, metterla in relazione con l’altrove e dunque renderla sempre più aperta e sempre più parte di un tutto che ormai comprende davvero tutto il mondo conosciuto e tutte le dimensioni del pianeta: ambientale, politica, economica, demografica, antropologica. La nostra Istituzione Scolastica ha determinato e definito il curricolo attraverso un’integrazione tra sistemi formativi sulla base di accordi di rete con Enti Locali ed altre Istituzioni scolastiche ( L. Scientifico L. da Vinci, ICS Cardeto-Sperato,….) in favore di quell’offerta formativa che deve coniugare e promuovere un intervento formativo proiettato su tre livelli: locale, nazionale, europeo, dei quali nessuno esclude l’altro. Al fine di attuare quanto detto prima, operativamente sono stati seguiti dei passaggi: -lettura dell’ambiente circostante (bisogni formativi degli studenti, delle famiglie, dei nuovi utenti “extracomunitari”; -l’interpretazione delle richieste della comunità per rispondere ,mediante interventi formativi ,sulla base 46 dell’integrazione dei saperi, della ricerca/azione, della flessibilità organizzativa e strutturale oltre che didattica e formativa; - l’approfondimento in modo intensivo degli obiettivi specifici di apprendimento, curvandoli alle esigenze locali, ovvero approfondendo gli aspetti specifici locali/territoriali e del nucleo nazionale; - la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale ( con attività di educazione ambientale, di antropologia culturale, di archeologia); - basare la lezione sulla ricerca/azione, problematizzando il territorio. Pertanto, la quota di curricolo locale è considerata dai docenti della scuola un’opportunità positiva che consente di migliorare i processi di apprendimento e di insegnamento, di potenziare i fattori di eccellenza, di valorizzare le risorse locali, di promuovere il senso di appartenenza, di creare un clima di fiducia e reti di collaborazioni tra persone e tra istituzioni ,di rafforzare negli studenti la consapevolezza dei diritti e dei doveri, il senso civico, il rispetto delle regole; di innalzare i livelli culturali di tutti i soggetti coinvolti nei processi formativi e il livello delle competenze generali. UNO SGUARDO D’INSIEME 47 La progettazione didattica PROGETTI Area Potenziamento competenze digitali Area Inclusione e differenziazione Area Potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti ispirati ad uno stile di vita sano Area Piano Nazionale per la cittadinanza attiva e l’educazione alla legalità COMPETENZE CHIAVE EUROPEE Area Potenziamento delle discipline artistiche e musicali Area Prevenzione dei rischi: sicurezza e benessere Test d’ingresso Verifiche classi parallele bimestraliintermedie- finali Riesame dei piani studi in itinere Griglie di registrazione Relazione coordinata Certificazione di profitto Certificazione di competenza CURRICOLO Comunicazione nella Madrelingua Comunicazione in Lingua straniera Matematica scienze e Tecnologia Competenza Digitale Imparare ad imparare Spirito d’iniziativa ed intraprendenza Competenze sociali e civiche Consapevolezza ed espressione culturale VERTICALE COMPETENZE CULTURALI DI BASE . VALUTAZIONE Discipline U.D.A. Disciplinari . STRUMENTI PROGETTAZIONE . TECNICHE CURRICULARE E PROGETTAZIONE EXTRACURRICULARE U.D.A. Trasversali Rubriche valutative Compiti significativi o autentici o di realtà BLOG Apprendimento sociale Laborialità Problem soling 48 PATTO EDUCATIVO TERRITORIALE Agenzie educative presenti sul territorio Associazioni sportive Istituto Italiano per l’Anticorruzione Tribunale di Reggio Calabria Comando Provinciale Guardia di Finanza Carabinieri di RC Azienda Ospedaliera B.M.Morelli Reggio Calabria PLP Ass. Psicologi Liberi Profes. Ass. Mente e Relazioni SITO WEB POF PTOF ACCORDI DI RETE Progettazione didattica innovativa e condivisa: Dal curricolo alle UDA L’Istituzione Scolastica per regolamentare il processo relativo alla progettazione didattica ha posto in essere azioni in coerenza con gli obiettivi indicati dalle Indicazioni Nazionali Ministeriali 2012, dalle Raccomandazioni Europee di Lisbona e gli obiettivi generali definiti nel Rav, PdM, Piano dell’Offerta Formativa. L’obiettivo della gestione del processo relativo alla progettazione e realizzazione è quello di gestire e tenere sotto controllo tutte le attività ad essa relative in modo da garantire l’erogazione di un servizio formativo tale da incontrare la piena soddisfazione delle parti interessate dell’Istituto. In tal senso, ha promosso una didattica innovativa e condivisa che prende avvio dall’esigenza nell’ambito della formazione e dell’istruzione e dalla constatazione che la competenza è la mobilitazione di conoscenze, abilità e risorse personali cioè un “sapere agito”. Nella didattica per competenze cambia il paradigma, abbiamo uno spostamento del baricentro da una impostazione centrata sull’insegnamento e sulle discipline ad una centrata sull’apprendimento, si passa dagli obiettivi della scuola alle competenze dello studente. Il modello cioè la concezione di competenza è di natura antropologica(qualità della persona in termini di autonomia e responsabilità ) e di natura sociale (capacità di gestire ruoli sociali attivi, in quanto cittadini, prima ancora che come studenti e lavoratori).La nuova didattica dà rilievo a compiti e prodotti in situazione o autentici e attività valutative di prove in situazione, situazioni aperte, problematiche, verosimili nelle quali il giovane mobilita le abilità e via via le competenze acquisite e può manifestarne la presenza mettendo in gioco una pluralità delle dimensioni dell’ intelligenza: Il modello per Unità di Apprendimento risulta essere efficace per promuovere competenze: • attiva un processo di ricerca e scoperta • chiede all’allievo una fase riflessiva • Infrange lo schema “lezione-esercitazione-interrogazione/verifica” • inserisce l’intervento dell’esperto e le uscite sul territorio come interventi ordinari • propone una varietà di occasioni di apprendimento scolastiche ed extrascolastiche che costituiscono oggetto di una valutazione più attendibile e autentica Abbiamo UDA, ad ampiezza massima e coinvolgenti più discipline/assi (simili ai progetti) e UDA relativi a una sola disciplina o a un’area di apprendimento. Nelle U.D.A. si valutano: Conoscenze e abilità: mediante il prodotto realizzato, la relazione finale, l’osservazione in itinere o mediante prove tradizionali Le competenze in senso stretto, manifestate mediante le evidenze osservabili: si osservano tramite griglie e con riferimento a rubriche di descrizione della competenza La riflessione metacognitiva mediante la relazione finale. 49 I Compiti significativi o autentici o di realtà: • Sono compiti affidati agli allievi, perché li svolgano in autonomia e responsabilità. • Sviluppano conoscenze, abilità, competenze attraverso la realizzazione di un prodotto non banale. • Sono sempre un po’ più difficili rispetto alle risorse già possedute dagli alunni, per innescare, ricerca, problem solving, incrementare conoscenze, abilità e competenze. • Il compito significativo è relativamente breve, è dato a singoli alunni e da un solo insegnante, con focus prevalente sulla propria disciplina. Implica, comunque, il coinvolgimento di altri saperi. Le rubriche di descrizione della competenza Sono brevi descrizioni di che cosa la persona sa, sa fare, in quali contesti e condizioni, con che grado di autonomia e responsabilità • Sono sempre formulate positivamente • Sono strutturate a livelli crescenti di padronanza, dove il primo livello rappresenta lo stato iniziale • Le rubriche sono ampie e generali di competenza chiave; di competenza culturale; di traguardo; di compito. • Indicatori di valutazione della progettazione didattica Coerenza dei progetti con le Raccomandazioni europee, le Linee di indirizzo ministeriali, le Linee Guida del PTOF e pertanto - attività progettuali nell’ottica della continuità del processo educativo tra scuola dell’infanzia, primaria e secondaria e del curricolo verticale (come da Indicazioni Nazionali 2012) - reale rispondenza ai bisogni espressi dall’utenza, in particolare promuovendo interventi di sostegno e di recupero per una lotta efficace contro l’insuccesso scolastico e il disagio Efficacia dei processi di innovazione che vengono attivati in termini di: - accrescimento di conoscenze, capacità e competenze dei singoli alunni/gruppo classe - cambiamento di atteggiamenti e di comportamenti degli alunni Trasferibilità dell’intervento didattico quale futura scelta di politica educativa scolastica. - Puntuale declinazione di obiettivi, assunzione di responsabilità, risorse umane da coinvolgere e finanziarie da investire. Sostenibilità interna dei progetti (evitare la sovrapposizione di più progetti nelle stesse classi e con gli stessi alunni) Ruolo dei Dipartimenti Nella progettazione curriculare ed extracurriculare dell’offerta formativa dell’istituto un ruolo centrale dovrà essere svolto dai dipartimenti disciplinari e d’asse. I Dipartimenti disciplinari sono sedi deputate alla ricerca, all’innovazione metodologica e disciplinare ed alla diffusione interna della documentazione educativa, allo scopo di favorire scambi di informazioni, di esperienze e di materiali didattici. I lavori vengono coordinati da un docente nominato dal Dirigente Scolastico, previa auto candidatura proposte dal dipartimento stesso e dello stesso DS, tenendo conto anche di esperienze e competenze di organizzare e promuovere attività di lavoro finalizzate al miglioramento della didattica. Tra le competenze dei Dipartimenti rientrano: - individuazione degli obiettivi formativi di ciascuna disciplina e la sua didattica - azioni di continuità nell’apprendimento dall’infanzia alla secondaria e oltre, per creare uno sviluppo armonico dell’apprendimento degli allievi, declinando le competenze, le abilità, le conoscenze necessarie alla crescita educativa e culturale dello studente 50 - individuazione dei livelli minimi di accettabilità, in termini di apprendimento, che tengano conto degli obiettivi trasversali e disciplinari da raggiungere al termine di ogni ordine di scuola. - individuazione dei criteri di valutazione degli apprendimenti e misurazione delle competenze; - la costruzione di un archivio di verifiche anche su compiti di realtà; - la scelta dei libri di testo e dei materiali didattici; - la scelta delle modalità di verifica e la costruzione di verifiche comuni; - il confronto delle diverse proposte didattiche dei docenti in ordine alla disciplina; - l'innovazione, attraverso un lavoro di ricerca e autoaggiornamento; - la promozione di proposte per l’aggiornamento e la formazione del personale - la promozione, la sperimentazione di metodologie didattiche plurime. I Dipartimenti costituiscono pertanto: la principale articolazione progettuale ed organizzativa del Collegio dei docenti; il luogo di progettazione del curricolo esplicito, nella sua continuità verticale, come traduzione coerente delle scelte dichiarate nel POF; le sedi deputate alla riflessione e alla ricerca didattica, all’integrazione tra i saperi disciplinari, all’innovazione metodologica e disciplinare ed alla diffusione interna della documentazione educativa, allo scopo di favorire scambi di informazioni, di esperienze e di materiali didattici. Insieme al Consiglio di classe e alle riunioni dei Gruppi di materie, il Dipartimento diventa l’ambiente in cui si valorizza la professionalità del singolo docente, ma si definiscono anche i vincoli derivanti dalla progettualità collegiale: quanto stabilito dai Dipartimenti dovrà trovare dirette applicazioni nelle programmazioni dei singoli docenti, nel rispetto della libertà di insegnamento e della normativa vigente. Lo sviluppo di una didattica delle competenze esige la diffusione di una cultura della progettazione che, imprescindibile nella nuova scuola dell'autonomia, individua un ruolo fondamentale nella dimensione sociale e collaborativa dei docenti. PROGETTI D’ISTITUTO Il POF di quest’anno scolastico è nato in completa coerenza con le istanze emerse dall’analisi del Rapporto di Autovalutazione, pertanto, tutti i progetti, inseriti nel piano dell’offerta formativa, mirano a colmare le aree carenti in relazione ai fattori critici di successo ritenuti prioritari dalla scuola qui di seguito elencati: - il miglioramento degli esiti formativi e didattici degli studenti - la riduzione del tasso di abbandono scolastico; - il miglioramento delle competenze digitali e comunicative degli alunni e dei docenti della scuola; - la realizzazione dell’orientamento in uscita degli allievi verso la prosecuzione del percorso formativo - l’ottimizzazione della comunicazione attraverso flussi informativi orizzontali (tra docenti/dipartimenti), verticali (dirigenza/docenti/dipartimenti) e dall’istituzione verso l’esterno (scuola/enti locali, agenzie formative, aziende…). ATTIVITA’ PROGRAMMATE PER IL RAGGIUNGIMENTO DI CIASCUN OBIETTIVO - progetti didattici volti al recupero delle competenze di base degli alunni . - progetti finalizzati all’inclusione nella comunità scolastica di alunni con difficoltà di inserimento perprevenire fenomeni di dispersione - Partecipazione dei docenti a corsi mirati all’utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica. - Partecipazione dei docenti a corsi per migliorare la comunicazione nel rapporto docente- discente. - Implementazione dell’attività dei dipartimenti; - Pubblicizzazione sistematica delle attività svolte dall’istituto; 51 - Diffusine capillare delle circolari e delle comunicazioni da parte della dirigente; Condivisione immediata con le famiglie dei successi/insuccessi formativi degli studenti; AZIONI 1. 2. 3. 4. 5. 6. Pubblicazione sul sito web dell’istituto del POF, delle comunicazioni della dirigenza, delle circolari e delle attività svolte dalla scuola con segnalazione via e-mail ai vari destinatari. Adozione dei registri personali elettronici con dotazione in comodato d’uso di tablet a tutti i docenti. Corso di formazione per il personale docente sull’uso del registro elettronico. Corso di formazione per il personale docente sulla Comunicazione e sulla Relazione docente/discente. Lavori dipartimentali per la costruzione di test di ingresso - in itinere - finali unici per classi parallele e condivisione dei risultati all’interno dei Consigli di classe. Formazione dei dipartimenti sulle progettazioni disciplinari SINTESI DESCRITTIVA DEI PROGETTI DI AMPLIAMENTO OBIETTIVI FORMATIVI ED EDUCATIVI DESTINATARI PROGETTI Priorità RAV (1/2) Obiettivi Triennali L 107/15 (lett.a/s) AREA Progetti di potenziamento delle competenze di base Progetto “Twitter Letteratura” Progetto “ il quotidiano in classe” Progetto concorso “Giochi Matematici del Mediterraneo A.I.P.M.” Campionati Internazionali Giochi Matematici Bocconi Milano Progetto “Kaleidoscopio” 52 Valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all'italiano Potenziamento delle metodologie laboratoriali Alunni: Classi III-IV-V scuola primaria Classi I-II-III Scuola secondaria di I grado 1 a Potenziamento delle competenze matematico- logiche e scientifiche Percorsi e di sistemi funzionali alla premialità e alla valorizzazione del merito degli alunni e degli studenti e definizione di un sistema di orientamento; Alunni: 1 b Favorire la fruizione del patrimonio culturale, noto e meno noto, in uno straordinario ambiente educativo: il museo, siti di interesse archeologico, storico e culturale Alunni Scuola dell’infanzia Scuola Primaria Scuola Secondaria I Grado 1 f Classi III-IV-V scuola primaria Classi I- II-III scuola secondaria di I grado AREA Progetti di potenziamento delle competenze digitali PIANO NAZIONALE SCUOLA DIGITALE Legge 107 luglio2015 art. 1 comma7 e nell’ Agenda Digitale Europea – Strategia Comunitaria EUROPA 2020 1.Progetto 1.1 1 My Personal Friend 1.Sviluppare le competenze digitali Alunni introducendo lo studio dell’informatica in Scuola Primaria Scuola modo stimolante. Secondaria di I Grado 2.Certificazione Ei Pass 2.Favorire lo sviluppo del pensiero computazionale, l'utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media nonché alla produzione e l’attestazione di competenze spendibili anche nell’ambito lavorativo 3.Progetto Eiskillsforwomen 3.1 Sviluppare le competenze digitali femminili per garantire pari opportunità nel mondo lavorativo 4.1 Progetto L’ora del codice 4.1 Formare gli studenti ai concetti di base dell’informatica favorendo lo sviluppo del pensiero computazionale 5.1 Progetto “ Le avventure di Supertab” 5.1 Sviluppare le competenze digitali e promuovere l’uso corretto delle nuove tecnologie utilizzando un metodo ludico e creative 6.1 Progetto Coding 6.1 Sviluppare atteggiamento di problem solving 6.2 Favorire la collaborazione e la creatività 6.3 Potenziare gli apprendimenti 2.1 N.20 alunni delle classi terze e quarte Scuola Primaria Archi N.20 alunni delle classi terze Scuola Primaria Santa Caterina e San Brunello Alunne delle Scuole Secondarie di Primo Grado “Pirandello” “klearchos” Alunni Classi IV-V scuola primaria Classi I-II Scuola Secondaria I Grado a-b-h-i 1 b-h-i 1 h-p 1 b-h-i 1 b-h-i- b-h-i-p AREA Progetti di potenziamento delle competenze in lingua estera Progetto “English 4(for) My Future!” 53 Valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento alla lingua inglese Potenziamento delle metodologie laboratori ali (diffusione e utilizzo della metodologia Content Language Alunni Classi III-IV-V Scuola primaria Classi I-II-III Scuola Secondaria di I grado a-i-p Integrated Learning) Progetto ALUNNI i-a-p Recuperare e potenziare le “Let’s Start With Milo” Classi I – II scuola competenze linguistiche con particolare riferimento alla lingua primaria inglese. AREA Progetti potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti ispirati ad uno stile di vita sano 1.Progetto “I valori del calcio entrano in aula” 2.Progetto “Football & School” 3. Progetto “Sport di classe” 4. Progetto Coni Ragazzi” 5.Progetto Regione in movimento” Progetto “Vela a scuola” Potenziare i valori positivi dello sport; Favorire l’aggregazione sociale Prevenire il disagio giovanile Favorire la costruzione di una cultura della convivenza, della tolleranza, dell’accettazione,della condivisione e del rispetto degli altri. Potenziare le discipline motorie Potenziare corretti modelli di vita sportiva Scoprire e ricercare la cultura marinara Acquisire conoscenze e abilità che costituiscono la base di future professionalità. Prendere consapevolezza del proprio rapporto con il cibo per orientarlo in modo sano. Progetto “Educazione alimentare” 2 g-i-s Alunni scuola primaria 2 g-i-s Scuola dell’infanzia Scuola Primaria Scuola Secondaria I grado 2 g-i-s 2 c-f-p-q-s Alunni Scuola Primaria Scuola Secondaria I Grado AREA Progetti Potenziamento delle discipline artistiche e musicali Progetto extracurriculare “Promozione teatro in classe” 54 Favorire l’espressione individuale e di gruppo Incoraggiare l’accettazione della propria individualità Attivare la creatività personale attraverso il fantastico, l’immaginario e il sogno Facilitare la crescita interrelazionale e la consapevolezza personale Sviluppare la sincronizzazione con il gruppo e con l’ambiente attraverso momenti d’insieme Conoscere la “grammatica” dell’arte del Teatro e sviluppare capacità nella recitazione per un Alunni Classi III-IV-V Scuola Primaria Classi I-II-III Scuola Secondaria I Grado pubblico, nella danza, nella gestualità espressiva, nel canto e nella produzione sonora. Progetto extracurriculare “Coro d’Istituto” DM8/11 Potenziare le competenze nella pratica e nella cultura musicali, nell'arte, nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni. Progetto Utilizzare la musica come mezzo per extracurriculare stabilire rapporti, per conoscersi. di pratica strumentale Sviluppare in ciascuno una propria DM8/11 “identità musicale” Sensibilizzare il rapporto uomosuono-ambiente. Sviluppare gli aspetti percettivoProgetto analitico-interpretativi,esecutivoextracurriculare riproduttivo, ideativo-creativi. “Musicando: La scuola Scoprire, stimolare e valorizzare le si ad…opera” peculiarità emotive,espressivocomunicative,creative e musicali. Valorizzare le eccellenze e curare la dimensione inclusiva delle diversità. Progetto Stimolare il lavoro di gruppo extracurriculare Abituare a dare continuità narrativa “La città incantata” alle idee Stimolare la scritturacreativa. Sviluppare la capacità di concentrazione e di descrizione Progetto Migliorare la coordinazione e “Comunicare … l’orientamento spazio-temporale. Teatrando” Valorizzare e scoprire l’importanza della propria fisicità al fine di Imparare ad individuare le macro-emozioni nel proprio vissuto quotidiano. Migliorare la comunicazione stimolando l’ascolto reciproco all’interno del gruppo classe, saper comunicare a livello dinamicorelazionale con i simili e gli adulti. Riacquistare identità, coscienza del proprio ruolo nel gruppo. AREA Progetti inclusione e differenziazione PROGETTO: SCREENING DISLESSIA (Anch’io so leggere escrivere) Prevenire l’abbandono e la dispersione e potenziare l’inclusione Politiche di inclusione ed attenzione ai BES. Promozione del alunni/studenti 55 benessere degli Classi III-IV-V Scuola primaria Classi prime: gennaio, prova di scrittura “ Dettato delle 16 parole" su richiesta Screening di uscita: maggio, prova di scrittura , su richiesta, “Dettato delle 16 parole“ ed eventuale prova di 2 c-f-p-q-s 2 c- f-p-q-s 2 c- f--p-q-s 2 c- f-p-q-s 2 l-n Progetto dispersione “Promossi sul campo” Contribuire all’aumento delle conoscenze puntuali sul fenomeno della dispersione scolastica e di efficaci strategie di fronteggiamento da parte degli insegnanti Contribuire al miglioramento delle life skills1 e della capacità di decisione in autonomia dei ragazzi; Sostenere i ragazzi nell'acquisizione di una maggior conoscenza di se stessi, delle proprie potenzialità così da sostenere una scelta consapevole della scuola superiore e prevenire fenomeni di dispersione e di abbandono scolastico; Contribuire all’aumento delle competenze dei genitori nella gestione educativa efficace al fine di sostenere i figli; lettura decifrata Gruppo target composto da 32 studenti delle 3^CLASSI Scuola secondaria di I° grado “Klearchos”. -Insegnanti - famiglie Educare gli studenti a saper chiedere Alunni aiuto nei momenti di difficoltà scuola dell’infanzia Educare a gestire il proprio disagio e le scuola primaria proprie emozioni scuola secondaria Migliorare il senso di efficacia grado personale e l’autostima Promuovere l’accrescimento delle capacità meta-cognitive Prevenire situazioni di disagio e di sofferenza Stimolare l’autonomia e la capacità di problem solving Aumentare le capacità relazionali Migliorare le capacità esplorative e progettuali AREA Piano Nazionale per la cittadinanza attiva e l’educazione alla legalità Progetto “ Sportello Psicologico” Progetto extracurriculare “Promozione dell’etica e della prevenzione e contrasto alla corruzione ed alle mafie per il benessere dell’individuo e della società nella quale vive” “Conoscere il diverso l valori fondamentali della memoria, dell’etica umana e della fratellanza tra i popoli” 56 Realizzare un percorso di sensibilizzazione, fortemente orientato ai valori della civitas, della salvaguardia del patrimonio culturale, dell’ integrazione e tutela di ciascuna componente socio-culturale nel contesto di vita dei ragazzi. Realizzare un percorso di sensibilizzazione, fortemente orientato ai valori dell’etica e della legalità, di prevenzione della corruzione e delle mafie, di prevenzione di comportamenti deviati nell’adulto, in un’ ottica di benessere olistico dell’individuo e della società. Realizzare un percorso di sensibilizzazione, fortemente orientato Alunni Scuola primaria Scuola Secondaria II grado 2 I-n 2 l-n 2 d-m I Istituto Italiano per Anticorruzione Legge 107 luglio 2015 art. 1 comma7 Progetto “I cittadini del futuro” Coordinamento nazionale dei docenti dei Diritti umani e dall’UPMED di Crotone in collaborazione con l’Associazione Robert F. Kennedy Foundation of Europe Onlus ai valori dell’etica , della legalità e del contrasto alle violenze ed alle discriminazioni con particolare attenzione alle pari opportunità ed alla violenza di genere. Tramandare e rafforzare nei giovani la consapevolezza della Shoah, contribuendo, altresì, a consolidare quelli dell’importanza dell’ integrazione sociale, del rispetto del diverso, della Pace, fraternità e dialogo tra i popoli. Far relazionare gli studenti di varie realtà scolastiche sui principi della Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo e renderli cittadini consapevoli, responsabili e solidali. Capire il senso della legalità. Sviluppo di competenze trasversali: attività collaborativa e cooperativa. Potenziare e incrementare le competenze civiche-sociali, comunicative, digitali; rispettare sé, gli altri e l’ambiente circostante; essere responsabili e consapevoli; essere costruttivi, creativi, cooperativi; riflettere criticamente; condividere esperienze e mediare; risolvere problemi, fare scelte e prendere decisioni Progetto “Consiglio Comunale dei Ragazzi” Progetto “Vivere il Museo” Valorizzare l’identità degli alunni perché possano muoversi con valori propri in un ambito più ampio ed esperire le proprie radici Potenziare la motivazione Implementare la tecnologia Promuovere autoefficacia e senso di sé Favorire l’acquisizione di competenze funzionali a gestire sé all’interno di una comunità Favorire l’acquisizione di competenze comunicative-relazionali cooperative e collaborative. Valorizzare il senso di appartenenza Saper denunciare il degrado ove sia il caso Saper riconoscere il valore dell’arte Progetto “Le scuole adottano I monumenti della nostra Italia” Progetto-concorso 57 Assunzione di responsabilità, nonché della solidarietà e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri. Alunni Scuola secondaria di I grado Classi V Scuola primaria 2 d-m-n Classi quinte - Scuola Primaria; Classi Prime della Scuola Secondaria di I grado 2 d-m Alunni: 2 d-f-m-n 2 d-f-q-m 2 d-m-n-q Classi IV-V Scuola Primaria Classi I Scuola secondaria I Grado Scuola primaria Scuola secondaria I grado “Traffic Snake Game Annibale” Il Serpente Sostenibile Progetto –Concorso “Vorrei una leggeche…” Progetto – Concorso “Parlawiki – Costruisci il vocabolario dellaDemocrazia Progetto “Differenziamoci differenziando” con AVR Progetto “Etica…mente, attiva…mente!” Il giornalino delle giovani menti Sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell'educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell'assunzione di responsabilità nonché della solidarietà e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri; potenziamento delle conoscenze in materia giuridica ed economicofinanziaria e di educazione all'autoimprenditorialità implementare i contenuti legati al concetto di “Democrazia”; avvicinare gli alunni alle Istituzioni al fine di incentivarne il senso civico; sostenere, attraverso approfondimenti su argomenti specifici, l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione Porsi correttamente nei confronti dell’ambiente che ci circonda Formare eticamente ed attivamente I giovani facendo interiorizzare I concetti di etica e legalità Promuovere un contesto di legalità e di contrastare l’illegalità diffusa Alimentare il senso del bello e il rispetto verso il prossimo, verso l’ambiente e verso la cosa pubblica Scuola primaria Scuola secondaria I grado 2 d-m-n-q Scuola primaria Scuola secondaria 2 d-m-n-q Scuola dell’infanzia Scuola primaria Scuola secondaria I Grado 2 d-m Scuola primaria Scuola Secondaria 2 d-m-n “Continuità e orientamento” Legge 107 del 13 luglio 2015: Art.1, comma 7, lettera S:“ Definizione di un sistema di orientamento Progetto “Continuità e orientamento” Art.1 comma 29: “Il Dirigente scolastico, di concerto con gli organi collegiali, può individuare percorsi formativi ed iniziative dirette all’orientamento e a garantire un maggior coinvolgimento degli studenti nonché alla 58 Semplificare il passaggio graduale da un ordine di scuola all’altro. Favorire il processo di apprendimento attraverso la continuità didattica ed educativa. Promuovere la conoscenza reciproca e relazionale tra gli alunni dei vari ordini di scuola. Promuovere l’integrazione degli alunni provenienti da culture diverse e degli alunni diversamente abili. Garantire un maggior coinvolgimento degli studenti nonché alla Alunni: Scuola dell’Infanzi a ScuolaPrimaria Scuola Primaria Scuola Seconda ria di I grado Scuola Seconda ria di 1° 1-2 S valorizzazione del merito scolastico e dei talenti”. Progetto Orien.attiv…amente Progetto curricolare “Scuola Sicura” valorizzazione del merito scolastico e dei talenti Conoscere il proprio passato Per costruire un senso di Appartenenza legato tradizioni ed eventi significativi Esprimere le proprie emozioni/interessi Superare il proprio punto di vista Traendo insegnamenti Dalle differenze individuali Formare ed educare i giovani a comportamenti improntati a solidarietà, collaborazione ed autocontrollo. Essere preparati a situazioni di pericolo grado - Scuola Secondaria di 2° grado Alunni Classi IV-V scuola primaria 2 S Alunni Scuola dell’infanzia Scuola Primaria Scuola Secondaria I Grado 2 s-m Controllare la propria emozionalità MONITORAGGIO DEI PROGETTI I progetti verranno monitorati per verificarne l’andamento attraverso incontri periodici, schede di rilevazione, ecc… , in modo da poter procedere secondo quanto stabilito, individuando gli eventuali problemi o potenzialità per ulteriori miglioramenti di relativi a singole azioni/attività o al progetto nel suo complesso. In particolar modo Il monitoraggio porrà come obiettivi la rilevazione dei: dati che ogni progetto dovrà produrre in funzione dei risultati e dei target da raggiungere eventuali dati di feedback (anche informali) provenienti dall’estern Reti e Convenzioni attivate per la realizzazione di specifiche iniziative Premessa Le scuole possono promuovere accordi di rete e stipulare convenzioni con università, istituzioni, associazioni o agenzie, Enti locali per il conseguimento di specifici obiettivi. Il regolamento dell’autonomia, DPR 275/99, nel prevedere la possibilità di raggruppamenti di scuole, ne dà anche le coordinate: finalizzazione al perseguimento di scopi specifici, temporaneità, struttura flessibile. Le reti rappresentano una forma indispensabile di collaborazione interistituzionale disciplinata, oltre che dall’art. 7, commi 1-7, del d.P.R. n. 275/1999, Regolamento dell’autonomia, anche dall’art. 56 del D.I. n. 44/2001. Gli accordi stipulati da questa Istituzione scolastica, in qualità di scuola capofila e/o aderente, hanno ad oggetto varie attività, tutte pienamente coerenti per il raggiungimento delle finalità del PTOF. La legge 107/2015 prevede la promozione della costituzione di reti tra scuole, finalizzate alla valorizzazione delle risorse professionali, alla gestione comune di funzioni e di attività amministrative, alla realizzazione di progetti o di iniziative didattiche, educative, sportive o culturali, da definire sulla base di accordi. 59 Tipologia contenuto dell’accordo: e Azioni da realizzare: Risultati attesi nel breve e/o nel lungo periodo: Specificare le risorse professionali condivise dalla rete 1-Pet (Patto Educativo Territoriale) La creazione di una rete interistituzionale, che si sviluppi attraverso programmi condivisi ed eventi educativi che contribuiscano nel fare massa critica sui valori eticosociali fondamentali e stimolino l’apporto qualificato e pragmatico di ciascuna agenzia educativa ed Ente del territorio Promozione del progetto educativo integrato e globale nell’ottica di una scuola nuova ed inclusiva, aperta al territorio e alla comunità scolastica 2-Protocollo interistituzionale “Scuola e salute”d’intesa con Azienda ospedaliera BianchiMelacrino-Morelli Percorso di “Educazione alla salute e alla prevenzione per il benessere dell’individuo” condotto all’interno della scuola con la partecipazione di medici ed esperti qualificati indicati dall’azienda ospedaliera reggina. -attivazione di focus groups tematici multidisciplinari rivolti alle famiglie. Il progetto delinea un’azione educativa “caleidoscopica”, rivolta a tutte le fasce di età degli alunni iscritti ai vari ordini di scuola della rete e declinata con l’obiettivo di sviluppare nei discenti stili cognitivi e modalità operative sempre più articolati e variegati. promozione di corretti stili di vita a scuola e in famiglia- Risorse professionali: I.C. Falcomatà-archi(capofila) -Presidente Tribunale di Reggio Calabria – Dott. Gerardis Luciano -Comandante Stazione dei Carabinieri-Maresciallo Capo Luigi Isgrò -Comando Prov.le Guardia di Finanza-C.llo Barbera Alessandro -Istituto Italiano per l’Anticorruzione- Direttore Scientifico Avv. Concettina Siciliano -Associazione Attendiamoci- Don Valerio Chiovaro Associazione “Libera”- Dott. Nasone -Le parrocchie di “S. Caterina, Archi,S. Bruno” Don Pino, Don Angelo, Don P. Sergi -Scuola Infanzia privata “Scarabocchiando” -Scuola infanzia privata “Scuola Attiva” -Scuola Infanzia privata “La casa di Alice” -Scuola infanzia privata “Zero sei” -Associazione CERESO Resp. Don Pietro Catalano -Associazione Mirabella -Cooperativa Sociale Itaca – --Dott.ssa Maria Giovanna Ursida -Gruppo Scouts di Archi -Circolo Velico Reggio -Associazione Mirabella -Cooperativa Sociale Itaca – --Dott.ssa Maria Giovanna Ursida -Gruppo Scouts di Archi -Circolo Velico Reggio Soggetti della rete: -Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino- Morelli”-dott. Sidari Avv. Concettina Siciliano -Istituto Comprensivo "Falcomatà- Archi" - DS Serafina Corrado 3- Accordo di rete Kaleidoscopio 60 Dott.ssa Stefania Muscolo-srl Mente e Relazioni Dott.ssa Muscolo –delegata PlPAss. Psicologi liberi Professionisti Realizzare un sistema educativo territoriale integrato che favorisca attività didattico-culturali di genere vario: storico, scientifico, artistico, letterario, musicale attuate attraverso modalità educativo-didattiche laboratoriali. Soggetti della rete: Istituzione Scolastica” Falcomatà-Archi” ( DOTT.SSA Serafina Corrado) Politecnico “Scientia et Ars” (DOTT.SSA Loredana Franceschi) Istituzione Scolastica “Accademia di Belle Arti” (DOTT.SSA Daniela Maisano) Istituzione Scolastica “Leonardo Da Vinci” ( DOTT.SSA Giuseppina Princi) Istituzione Scolastica “San Sperato-Cardeto” (DOTT.SSA Maria Morabito) Istituzione Scolastica “Scuola Attiva” (DOTT.SSA Vera Bensaia) Istituzione Scolastica “British School” (DOTT.SSA Patrizia Quattrone) Associazione sportiva “Viola” (DOTT. Giuseppe Valerio Branca ) Associazione “CSI” (DOTT. Paolo Cicciù 4-4- Progetto . “La promozione dell’etica e della prevenzione e contrasto alla corruzione ed alle mafie per il benessere dell’individuo e della società nella quale vive” 4.4.“Conoscere il diverso - l valori fondamentali della memoria, dell’etica umana e della fratellanza tra i popoli” ” 61 1-Realizzare un percorso di sensibilizzazione, fortemente orientato ai valori della civitas, , della salvaguardia del patrimonio culturale, della integrazione e tutela di ciascuna componente socioculturale nel contesto di vita dei ragazzi. 2.Realizzare un percorso di sensibilizzazione, fortemente orientato ai valori dell’etica e della legalità, di prevenzione della corruzione e delle mafie, di prevenzione di comportamenti deviati nell’adulto, in un ottica di benessere olistico dell’individuo e della società. 3.Realizzare un percorso di sensibilizzazione, fortemente orientato ai valori dell’etica e della legalità, e del contrasto alle violenze ed alle discriminazioni con particolare attenzione alle pari opportunità ed alla violenza di genere. 1. 4.Tramandare e rafforzare nei giovani la consapevolezz a della Shoah, altresì contribuendo a consolidare quelli dell’importanz a della integrazione sociale, del rispetto del diverso, della Pace, Sensibilizzazione e corretta informazione, su aree tematiche eticogiuridiche fondamentali per lo sviluppo dell'individuo, per il suo benessere e per quello della società in cui vive e si proietta, attraverso l'acquisizione di una maggiore consapevolezza e responsabilità sociale. Risorse professionali: Rete interistituzionale finalizzata a rafforzare l'impiego sinergico di risorse, saperi e competenze per le finalità previste nel PET. I.C. Falcomatà-archi(capofila) Istituto Italiano Anticorruzione Centro Studi Ebraici Beth Mibrash (Università della Calabria) fraternità e dialogo tra i popoli. 5.Progetto la mia Scuola Accogliente 6.Progettoconcorso “Vivere il museo” .Frammenti di vita quotidiana nell’antica Rhegion”. 7.Progetto “ I valori del calcio entrano in aula” 8. Progetto “La vela a scuola” 9.Progetto “Musicando. La scuola si ad…opera” 10-- Accordo di Rete “English 4 (for) my future” per la presentazione del progetto Calabriamare 11-Accordo di rete “Cultura musicale nella scuola” 62 Riqualificazione delle aree di pertinenza del plesso Luigi Pirandello, attrezzando spazi per lo svolgimento sia di attività da svolgersi all’aperto che al coperto. Formazione dei docenti e degli studenti Realizzazione materiali didatticiVisita guidata Allestimento mostra. Potenziare le discipline motorie Attività teoriche pratiche di vela L'instaurazione dei corretti modelli di vita sportiva. Scoprire, stimolare e valorizzare le peculiarità emotive, espressivecomunicative, creative e musicali dei soggetti coinvolti Proposta progettuale ai fini della sensibilizzazione e diffusione della metodologia CLIL Avviso pubblico del D.G. relativo all’art.11 del D.M n.435 del 16/06/2015 “Promozione della formazione e sensibilizzazione sui temi dell’ambiente, di cittadinanza attiva e di inclusione sociale Rete interistituzionale finalizzata a rafforzare l'impiego sinergico di risorse, saperi e competenze per le finalità previste nel PET. - I.C. . Falcomatàarchi -Amministrazione comunale di Reggio Calabria Studio e conoscenza del territorio e della storia della città di Reggio Calabria utilizzando il Museo come supporto di didattica collaborativa. Favorire la costruzione di una cultura della convivenza, della tolleranza, dell’ accettazione ,della condivisione e del rispetto degli altri. Acquisire conoscenze e abilità che costituiscono la base di future professionalità Potenziare le competenze nella pratica e nella cultura musicali -soggetti della rete: Rete interistituzionale finalizzata a rafforzare l'impiego sinergico di risorse, saperi e competenze per le finalità previste nel PET. Museo Archeologico Nazionale di RC I.C. . Falcomatàarchi Valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento alla lingua inglese , anche mediante l'utilizzo della metodologia Content languageintegratedle arning promuovere la cultura e l’educazione musicale nella scuola, attraverso la realizzazione di progetti di eccellenza; -attivare servizi per la qualificazione dell’insegnamento Risorse professionali-docenti di lingua inglese degli Istituti Comprensivi: -I.C. Falcomatà –Archi di Reggio Calabria . -I.C. Carducci – Da Feltre di Reggio Calabria-I.C. Nosside- Pythagoras di Reggio Calabria-I.C. “O. Lazzarino” di Reggio Calabria – -I.C. Pascoli-Alvaro di Siderno(RC)- -I.C. Roccella Ionica- -soggetti della rete: Rete interistituzionale finalizzata a rafforzare l'impiego sinergico di risorse, saperi e competenze per le finalità previste nel PET. I.C. . Falcomatà Archi -Scuola calcio reggina soggetti della rete: Rete interistituzionale finalizzata a rafforzare l'impiego sinergico di risorse, saperi e competenze per le finalità previste nel PET. I.C. . Falcomatà Archi -Circolo Velico di Reggio Calabria soggetti della rete: I.C. . Falcomatà Archi Liceo scientifico L.Da Vinci I.C. San Sperato-Cardeto I.C.Moscato_Gallina I.C. Gallico I.C. Catona soggetti della rete: Il Conservatorio di Vibo V. Il Comune di Reggio Calabria Regione Calabria Associazione AMA Calabria CIDIM-Comitato Nazionale Italiano Musica Sabbiarossa Edizioni s.r.l. cultura musicale nella scuola” 12- ACCORDO DI RETE “Teatro in classe Avviso pubblico del D.G. relativo all’art. 12 del D.M n.435 del 16/06/2015 “Promozione del teatro in classe Progetto “La città incantata” 13- Protocollo d’intesa progetto orientamento – continuità ’ attività educativodidattiche di raccordo fra i diversi ordini di altri, in un clima di serenità. musicale e di collegamento con le istituzioni musicali del territorio. Percorsi di formazione interdisciplinare sul tema "Promozione del teatro in classe". Favorire la crescita e la maturazione complessiva del bambino Favorire un rapporto di continuità metodologico e didattico tra le insegnanti delle classi parallele; Partecipare ad iniziative promosse da altre Istituzioni presenti nel territorio 14. PROGETTO LINGUA INGLESE per la preparazione agli esami “YLE”della UNIVERSITY OF CAMBRIDGE Innalzamento delle competenze linguistiche di lingua inglese degli Studenti mirate alla Certificazione esterna Certificazione d’Esame YLE (Reading, Writing, Listening and Speaking) per tutti gli studenti partecipanti al Percorso Extracurriculare 15. Progetto “Consiglio Comunale dei Ragazzi” (CCR) Elezione Baby sindaco dell’I.C. Falcomatà-Archi Consiglio Comunale dei Ragazzi 16. Corso di formazione in Rete “Progettare per competenze” La creazione di una rete con l’I.C. San Sperato-Cardeto per condivisione esperienze formative di confronto e di avvicinare gli alunni alle Istituzioni in generale ed in particolare all’ente locale più vicino al cittadino (Comune) al fine di incentivarne il senso civico; Capacità di Progettare UDA per competenze e rubriche valutative 63 soggetti della rete: I.C. . Falcomatàarchi I.C. Radice-Alighieri I.C. Gallico I.C. S.Sperato-Cardeto Rosanna Nardi -Assessore Alla Cultura Compagnia Teatrale Scena Nuda; organizzazione web TwLetteratura" Sabbiarossa Edizioni Comune di Reggio Calabria Istituti nei quali viene attuato il progetto: -Istituto Comprensivo Falcomatà- Archi -Scuola Infanzia privata “Scarabocchiando”-Scuola infanzia privata “Scuola Attiva” -Scuola Infanzia privata “La casa di Alice” -Scuola infanzia privata “Zero sei” -Scuola per l’Infanzia “Fantasilandia” -Scuola Infanzia E.T. -Scuola dell’ Infanzia Comunale di S.Brunello -Scuola Primaria Paritaria “Lucianum” -Scuola Primaria Paritaria “Montessori” -Scuola Primaria Paritaria “Nuovi Orizzonti” -Scuole Secondarie di II° grado: -Liceo Scientifico "L. Da Vinci" IstitutoSuperiore "Preti/Frangipane" -Liceo Scientifico "A. Volta" – -Istituto Magistrale "T. Gulli" –Istituto Superiore “Boccioni/Fermi" – -Istituto Tecnico Commerciale "Ferraris/Da Empoli" – t -Istituto Tecnico Commerciale "R. Piria" – -Istituto Tecnico Industriale "Panella/Vallauri” –Istituto Superiore "A. Righi" – -Liceo Classico "T. Campanella" –Convitto Nazionale di Stato “T. Campanella” -Istituto “San Vincenzo De Paoli” – RC -Istituto d’Istruzione Superiore “Nostro-Repaci” Villa San Giovanni -Istituto IPALB-TUR– Villa San Giovanni Docenti di lingua inglese dell’Istituto Docente di madrelingua Docenti –esaminatori della UNIVERSITY OF CAMBRIDGE ESOL EXAMINATIONS docente referente del progetto, docenti di classe, rappresentanti volontari dell’Ente Libera, soggetti appartenenti a gruppi scout dei quartieri di riferimento alla scuola, rappresentanti del Comune di Reggio Calabria. Risorse condivise: Esperta esterna dott.ssa Scapin Docenti dell’I.C. Falcomatà-Archi Docenti dell’I.C. S. Sperato-Cardeto 17.Progetto “Promossi sul campo “ crescita professionali Laboratori curriculari e attività extra scolastica per studenti. Accompagnamento e supporto genitoriale . Laboratorio di progettazione partecipata per gli insegnanti . 18.” Progetto Coni ragazzi” Attività sportive gratuite per gli alunni. Attività di formazione sui valori educativi dello sport. 19.Progetto Eiskillsforwomen 20.Formazione professionale in rete progetto “Io conto” promosso dalla Direzione Generale per le Risorse Umane e Finanziarie Formazione rivolta a tutti i DS e DSGA sulle seguenti aree: bilancio, programmazione e scritture contabili, acquisizione di beni e servizi, nuovi obblighi normativi. Prevenzione alla dispersione scolastica nel quartiere di ARCHI Creare un centro estivo aperto non solo ai ragazzi che hanno partecipato al progetto durante l’anno, ma a tutte le classi della scuola secondaria di primo grado. Acquisizione di corretti stili di vita Sviluppare le competenze digitali femminili per garantire pari opportunità nel mondo lavorativo Consolidare le conoscenze dei partecipanti con l’obiettivo di prepararli al ruolo di “esperti”. soggetti della rete: Rete interistituzionale finalizzata a rafforzare l'impiego sinergico di risorse, saperi e competenze per le finalità previste nel PET -CE.RE.SO. - CENTRO REGGINO DI SOLIDARIETA’ -Scuola Secondaria di I grado Klearchos Convenzione firmata tra Presidenza del Consiglio dei Ministri e Coni In collaborazione con il Comune di Reggio Calabria Istituti: Liceo Scientifico Vinci di Reggio Calabria (scuola polo) Motta S.G.;Brancaleone –Africo;Montebello Ionico Marina di Gioiosa Ionica;San Luca Bovalino;Ardore-Benestare Careri Ciminà;Falcone-Borsellino;Monasterace –Riace;Platì De Amicis ;M.Macrì ;De Amicis Maresca Locri Megali Melito Roccaforte ;M.Bello-Pedullà-Agnana Pascoli Alvaro ,Zanotti Bianco Marina Di Gioisa I.is.ivo Oliveti/i.a. Panetta Locri Liceo Scienze Umane G. Mazzini Locri;I.p.s.s.a.r. Dea Persefone ;I.p.s.i Artigianato Siderno ;I.C. Gallico Orazio Lazzarino ;Falcomatà-Archi ;Giuseppe Moscato Carducci-V. Da Feltre ;NossidePythagoras Galluppi Collo di Bevacqua ;Vitrioli- Principe di Piemonte San Sperato Cardeto Linee guida per la Valutazione DOCUMENTO INTERNO DI VALUTAZIONE REDATTO IN OTTEMPRANZA A QUANTO DISPOSTO DALLA LEGGE 169/08 E DAL SUCCESSIVO D.P.R.122/09 CARATTERISTICHE GENERALI Alcune caratteristiche generali della valutazione scolastica sono delineate dal Decreto del Presidente della Repubblica 249/1998: “Lo studente ha … diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad 64 attivare un processo di autovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento.” I tre requisiti enunciati dall’art. 2, comma 4 del DPR 249/1998 sono la trasparenza, la tempestività e la funzione formativa. Trasparenza e tempestività La trasparenza ha una duplice consistenza: • requisito della comunicazione agli alunni e alle famiglie delle valutazioni formulate dagli insegnanti (in altri termini: le valutazioni devono essere comunicate); • comunicazione dei criteri utilizzati per la formulazione delle valutazioni. I criteri seguiti per la formulazione della stessa devono essere comunicati agli studenti e alle rispettive famiglie: “I dirigenti scolastici e i docenti attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di loro competenza in tema di programmazione e definizione degli obiettivi didattici, …, di criteri di valutazione” (DPR 249/98 art 2, comma 4 – parte non modificata dal successivo DPR 235/2007). La richiesta di trasparenza può inoltre trovare un’adeguata risposta in procedure che prevedano, accanto alla firma dell’insegnante su ogni valutazione espressa sul quaderno o su apposite cartelle, la firma per presa visione da parte dei genitori. Riguardo la tempestività la legge non entra nel dettaglio, stabilendo entro quanti giorni debba essere restituita ai ragazzi una prova di verifica svolta a scuola, ma l’enunciazione è nel complesso perentoria: ogni valutazione deve essere prodotta in tempi ragionevoli, ma soprattutto efficaci ai fini regolativi. Funzione formativa La terminologia utilizzata nel DPR sopracitato colloca chiaramente la valutazione nel contesto del percorso formativo individuale: “… una valutazione … volta ad attivare un processo di autovalutazione, … individuare i punti di forza e di debolezza, … migliorare il proprio rendimento”. La valutazione formativa deve avere una consistenza adeguata ai percorsi di lavoro. “Agli insegnanti – recita il documento ministeriale denominato Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione Decreto del 31/07/2007 e successiva Direttiva n. 68 del 03/08/2007 – compete la responsabilità della valutazione…. La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate, promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine. Assume una preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo”. La semplice correzione degli elaborati con l’apposizione di una valutazione espressa in forma sintetica (“ottimo, buono, ecc.”) non sono pratiche sufficienti a determinare tale collocazione. È necessario e opportuno che gli insegnanti forniscano indicazioni più precise sul perché di una valutazione scendendo sul piano dell’analisi, che verrà effettuata avendo come riferimento sia la performance ottimale (modello della risposta – unico per tutta la classe) sia la storia individuale (miglioramenti o regressioni in relazione a un quadro evolutivo personale). È rilevante, in questa prospettiva, che alla valutazione facciano seguito attività – percorsi finalizzati al consolidamento/ recupero delle competenze. VALUTAZIONE E PROGETTAZIONE DIDATTICA La valutazione è parte integrante della progettazione, non solo come controllo degli apprendimenti, ma come verifica dell’intervento didattico al fine di operare con flessibilità sul progetto educativo. I docenti pertanto hanno nella valutazione lo strumento privilegiato che permette loro la continua e flessibile 65 regolazione della progettazione educativo/didattica La valutazione formativa è in stretta relazione ai percorsi di lavoro e alla relativa progettazione: deve essere sempre rintracciabile il nesso che intercorre fra la valutazione e il percorso didattico. I percorsi di lavoro consistono nelle sequenze che permettono a ciascun allievo l’acquisizione di competenze chiaramente identificate, traducibili in performances cognitive. La progettazione didattica è atto dovuto, da parte dell’insegnante, sia nella strutturazione del curriculum nell’arco temporale dell’anno scolastico, sia nella preparazione della singola lezione: “Tra gli adempimenti individuali dovuti rientrano le attività relative alla preparazione delle lezioni e delle esercitazioni; …” (CCNL 2006/2009, art. 29, comma 2). È importante che gli alunni percepiscano chiaramente, in apertura di lezione, l’intenzionalità dell’insegnante, la tensione verso obiettivi chiari, il senso della cura, l’orientamento alla riuscita. La lettura della situazione didattica e l’attribuzione di valore alle attività scolastiche da parte degli alunni sono largamente condizionate dai messaggi espliciti ed impliciti trasmessi dagli insegnanti. La predisposizione delle attività didattiche, sia in forma di programmazione del curricolo annuale sia come preparazione delle lezioni è, logicamente, atto dovuto anche da parte degli/delle insegnanti di sostegno. Questi/e ultimi/e opereranno previo accordo programmatico con gli altri insegnanti operanti nella classe (team docente), sia nella scuola primaria sia nella scuola secondaria di primo grado: devono essere presi precisi accordi fra l’insegnante di sostegno e l’insegnante di disciplina affinché l’intervento risulti efficace (efficacia = ottenimento dei massimi risultati dato un certo insieme di risorse). Quando vi sia il passaggio di un alunno diversamente abile da un ordine di scuola a un altro è importante che si operi un raccordo curricolare verticale, tenendo conto del percorso scolastico già effettuato. La valutazione acquista consistenza sia nelle prove di verifica poste al termine dei vari segmenti di attività, sia nella correzione degli elaborati prodotti dagli alunni nel corso delle attività didattiche (valutazione in itinere). Detta valutazione si esplica nella correzione degli elaborati, nella segnalazione degli errori presenti, nel suggerimento della forma/delle forme corrette, nell’indicazione delle strategie utili al miglioramento delle proprie performances, nella valutazione del lavoro svolto espressa in modo sintetico (sintesi valutativa). Il CCNL 2006/2009, all’art. 29 (Attività funzionali all’insegnamento), stabilisce che “… tra gli adempimenti individuali dovuti rientrano le attività relative alla correzione degli elaborati”. L’enunciazione non fa riferimento solo alla correzione di elaborati prodotti nell’ambito delle prove di valutazione standardizzate ma alla correzione “sic et simpliciter” degli elaborati degli alunni. Unico requisito: la produzione da parte degli alunni. Quindi: anche gli elaborati prodotti a casa, per compito. La norma non dice se tutti gli elaborati devono essere corretti o solo una parte, selezionando i materiali più significativi ai fini dello sviluppo del curriculum individuale. Una costante attenzione alla qualità delle produzioni scritte permetterà di ottenere risultati consistenti su vari livelli: - mantenimento di un canale comunicativo (flusso continuo di informazioni) fra insegnante e alunno avente per oggetto le produzioni scritte; - chiara coscienza del fatto che non è rilevante solo l’aver fatto o meno i compiti assegnati ma anche e soprattutto la qualità delle produzioni. I compiti a casa. I compiti assegnati agli alunni sono parte integrante della didattica: non semplici esercitazioni ma passi di sequenze articolate e strutturate. L’esecuzione dei compiti assegnati è oggetto di regolazionecontrattazione fra gli insegnanti e gli alunni. I docenti, da parte loro, si coordinano ai fini di un’equa distribuzione del carico di lavoro, si adoperano perché le consegne siano chiare e comprensibili, spiegano le ragioni per cui vengono assegnati determinati compiti conferendo significato ad attività che, altrimenti, 66 rischiano per trasformarsi in vuote routines: “… i docenti attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di loro competenza” (DPR 249/98). È legittimo richiedere produzioni curate, adeguate alle richieste, che mostrino i segni di un impegno personale. Si può disporre il rifacimento dei compiti inadeguati, eseguiti senza la minima cura o non consoni alle richieste. Non hanno fondamento alcuno né sotto il profilo normativo né pedagogico i cosiddetti “compiti di punizione”: in questi casi infatti il lavoro scolastico, che ha nobili finalità, attinenti la crescita e il miglioramento della persona, viene associato al concetto di frustrazione, di pena ed espiazione, di castigo, assumendo una prevalente connotazione negativa. Inoltre, 95 anni di psicologia scientifica, o “comportamentista” (la datazione parte dal 1913, anno di pubblicazione di “Psychology as the behaviorist views it” - John Watson) hanno stabilito l’inefficacia di tale pratica nel promuovere comportamenti scolastici adeguati e corretti. La progettazione didattica La terminologia utilizzata nella letteratura attinente la progettazione didattica è vasta e variamente connotata: unità di apprendimento, unità didattiche, unità tematiche, unità di lavoro, moduli didattici. Tutti i termini, comunque, fanno riferimento a unità che permettano il controllo “step by step” dei percorsi di conoscenza da parte degli allievi. Rimane generalmente a margine del dibattito lo snodo fra il discreto e il continuo, fra l’acquisizione di specifici contenuti (unità concluse) e lo sviluppo di abilità strumentali (ad esempio il calcolo mentale, la decodifica del testo scritto, …) che richiedono pratiche distribuite con regolarità nel corso del primo ciclo di istruzione (processi continui). L’Allegato B al Decreto Legislativo del 19 febbraio 2004, n. 59, fissa i connotati delle “Unità di apprendimento”, costituite dalla “progettazione : a) di uno o più obiettivi formativi …; b) dalle attività educative e didattiche unitarie, dei metodi, delle soluzioni organizzative ritenute necessarie per concretizzare gli obiettivi formativi…; c) delle modalità con cui verificare sia i livelli delle conoscenze e delle abilità acquisite, sia se e quanto tali conoscenze e abilità si siano trasformate in competenze personali di ciascuno”. Lo strumento progettuale può ricevere una stesura (formalizzazione) diversa, secondo gli stili di scrittura degli/delle insegnanti, ma deve conservare le caratteristiche generali indicate dal decreto. Gli artt.4, 6, 10 e 11 del DPR 275/99, individuano le competenze del collegio dei docenti in tema di autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo anche riguardo alla valutazione. Secondo quanto previsto dall’art. 3 della legge 169/2008, circa l’utilizzo dei voti numerici espressi in decimi nella valutazione periodica e finale, il collegio dei docenti è chiamato a utilizzare il voto e, nell’esercizio della sua sovranità in materia metodologica e didattica, ricorrere ad ulteriori strumenti e metodologie al fine di rendere più trasparenti ed espliciti le ragioni valutative. La C.M. 100 del 11/12/2008, in attuazione della legge 169 30/12/2008 art 3, prevede che la valutazione degli apprendimenti degli allievi e la certificazione delle competenze da essi acquisite siano effettuate con voti numerici espressi in decimi. LA VALUTAZIONE: MODALITA’ E STRUMENTI Il nostro istituto, alla luce delle indicazioni ministeriali e delle innovazioni normative e nel rispetto dell’autonomia che si riconosce al Collegio, ha avvertito l’esigenza di stilare un documento interno che abbia funzione di riferimento per i docenti, dei due ordini di scuola presenti nel nostro istituto comprensivo, primaria e secondaria di primo grado, con l’obiettivo di rendere unitario il percorso progettuale/valutativo, evitando la frammentazione e la disomogeneità dei criteri di valutazione. L’adozione da parte del collegio docenti delle linee guida per la valutazione degli alunni, attraverso 67 l’individuazione dei traguardi di competenze e relativa certificazione, risulterà anche un documento importante in funzione della continuità educativa e didattica. Sistema per la valutazione degli alunni Monitoraggio Piano Offerta Formativa Monitoraggio esiti di apprendimento Valutazione in ingresso Valutazione formativa Criteri di ammissione / non ammissione alla classe successiva Criteri di ammissione / non ammissione agli esami di Stato: Ammissione Voto idoneità Valutazione sommativa Criteri di attribuzione voto disciplinare Criteri di attribuzione voto condotta La valutazione si articola in tre momenti fondamentali: la valutazione diagnostica, la valutazione formativa e la valutazione periodica. - Valutazione diagnostica: come analisi delle situazioni iniziali dei requisiti di base per affrontare un compito di apprendimento. Si utilizzano: osservazioni sistematiche e non prove semistrutturate (stimolo chiuso risposta aperta); Prove oggettive o strutturate a risposta chiusa* (concordate per classi parallele) Libere elaborazioni * Per prove oggettive, o strutturate, s’intendono prove di verifica delle abilità e/o delle conoscenze possedute dall’alunno, in cui le risposte possibili e quelle accettabili sono rigorosamente predefinite: si tratta sempre di prove a risposta chiusa. * Per l’elaborazione di tali prove si utilizzano quesiti (item) del tipo: vero/falso; a scelta multipla; a completamento; a corrispondenza; nella cui formulazione si tengano presenti i seguenti criteri di riferimento: usare un linguaggio preciso, non complicare la formulazione di domande con forme negative, evitare di formulare item molto lunghi, non richiedere contemporaneamente prestazioni relative a conoscenze non esattamente definibili. 68 Nella diagnosi di ingresso, per l’aspetto cognitivo sono analizzate le competenze possedute nelle singole discipline (possesso dei prerequisiti), ai vari e rispettivi livelli, e quelle più significative di dimensione trasversale alle discipline e precisamente: 1. la comprensione: comprendere i vari messaggi o concetti e analizzarli in modo completo utilizzando gli strumenti logico-operativi. 2. la comunicazione: comunicare i contenuti in modo organico, corretto e appropriato, utilizzando i vari linguaggi. Per gli aspetti socio/relazionali sono presi in considerazione: 1. il comportamento come capacità dell’alunno di rispettare le regole della vita scolastica, controllando il suo comportamento nelle attività individuali e collettive; 2. la collaborazione come capacità di porsi in relazione costruttiva con gli altri e con l’ambiente in modo proficuo e leale; 3. l’attenzione e la partecipazione come capacità di seguire con interesse e attenzione ogni tipo di attività didattica, intervenendo in modo ordinato e pertinente; 4. l’impegno come capacità di impegnarsi in modo costante e responsabile nelle varie attività e discipline, cercando di approfondire le conoscenze; 5. l’autonomia e il metodo di lavoro come capacità di organizzare il lavoro e svolgerlo in modo autonomo, curato ed efficace. Come da normativa, le famiglie vengono informate dalle équipe pedagogiche e dai Consigli di classe entro il primo bimestre, della situazione di partenza degli alunni e delle relative strategie di intervento individualizzato. La situazione delle singole classi e la libertà d’insegnamento consentono agli insegnanti d’impostare la progettazione del loro intervento in maniera diversificata, purché nel rispetto delle vigenti leggi - - Valutazione formativa, per una costante verifica della validità dei percorsi formativi. Serve ai docenti per monitorare il percorso di apprendimento in itinere e scegliere le soluzioni migliori, riprogettando eventualmente il percorso. Si utilizzano: osservazioni sistematiche e non prove semistrutturate (stimolo chiuso risposta aperta); verifiche oggettive o strutturate a risposta chiusa degli obiettivi intermedi e finali* (concordate per classi parallele) prove di Competenze /compiti di realtà analisi della congruenza tra obiettivi e risultati prove non strutturate (libere elaborazioni, riassunti, interrogazioni dialogate, relazioni) prove grafiche e pratiche Valutazione periodica (intermedia) e annuale (finale) Legge n.169/2008 e D.P.R.122/2009: fa un bilancio consuntivo degli apprendimenti degli alunni/e, mediante l’attribuzione di voti numerici espressi in decimi, e delle competenze acquisite a livello di maturazione culturale e personale, mediante un giudizio analitico (che riguarda solo la scuola primaria). Essa svolge una funzione comunicativa non solo per l’alunno/a ma anche per le famiglie. Anche la valutazione formativa e periodica terrà conto di tre aspetti: - L’alfabetizzazione culturale: acquisizione di abilità operative, padronanza di conoscenze e linguaggi, sviluppo di competenze comunicative ed espressive. - L’autonomia e l’impegno: maturazione dell’identità, senso di responsabilità. - La partecipazione alla convivenza democratica: disponibilità relazionale e consapevolezza dei rapporti sociali. 69 - Valutazione orientativa: favorisce un’accurata conoscenza di sé in vista delle scelte future. Criteri di valutazione del processo formativo Affinché il processo valutativo risulti trasparente, valido, comprensibile, è importante distinguere i momenti di verifica/misurazione dalla valutazione. Si deve distinguere il momento della misurazione (rilevazione ragionevolmente oggettiva dei dati) dallo specifico della valutazione intesa come PROCESSO che, partendo da ciò che l’alunna/o è e già sa, promuove il progressivo avvicinamento a mete raggiungibili, nel rispetto dei ritmi e delle condizioni soggettive dell’apprendimento. La valutazione è considerata come VALORIZZAZIONE in quanto non si limita a censire lacune ed errori, ma evidenzia le risorse, le potenzialità, i progressi, aiuta l’alunno/a a motivarsi, a costruire un’immagine positiva e realistica di sé. Pertanto la valutazione periodica e annuale terrà conto, oltre che dei risultati delle singole prove oggettive, interrogazioni, esercitazioni, libere elaborazioni, anche dell’aspetto formativo nella scuola di base, ossia dei percorsi di apprendimento e dei progressi ottenuti da ciascun alunno/a rispetto alla situazione iniziale e della maturazione globale, senza fermarsi esclusivamente all’esito delle singole verifiche. Si valuteranno altresì le competenze chiave di cittadinanza trasversali (competenze-chiave di cittadinanza – DM 139 e successive modifiche): imparare ad imparare (saper organizzare il proprio apprendimento in funzione delle proprie strategie di studio, saper spiegare il ‘come’ e il ‘perché’ si è arrivati ad una determinata soluzione, conoscere gli stili cognitivi); progettare; sviluppo di competenze comunicative ed espressive, partecipazione alla vita democratica; agire in modo autonomo e responsabile; risolvere problemi formulando e verificando ipotesi; individuare collegamenti e relazioni tra fenomeni anche appartenenti a diversi ambiti disciplinari; acquisire ed interpretare criticamente le informazioni. Gli insegnanti dell’Istituto concordano su un concetto di valutazione di tipo olistico, che tenga cioè contemporaneamente conto non solo dei risultati del lavoro scolastico del singolo alunno, ma anche del processo di ogni attività di apprendimento. La ridefinizione dell’atto valutativo implica un ripensamento della logica della progettazione didattica che non dovrà più essere limitata ad una individuazione di obiettivi di apprendimento, ma aprirsi ad una visione globale e complessa del processo di insegnamento/apprendimento. Nel promuovere il processo formativo della persona, assume particolare rilievo la valutazione degli alunni/e diversamente abili, con DSA e la valutazione degli alunni non italiani. Per quanto riguarda la valutazione degli alunni/e diversamente abili, si rimanda al progetto di integrazione degli alunni/e disabili, inserito nel POF, relativo alla continuità educativo didattica e progettuale. Per quanto concerne gli alunni/e non italiani /e la valutazione si ispira ad una necessaria gradualità in rapporto al progredire dell’acquisizione della conoscenza della lingua italiana, alle poten zialità di apprendimento dimostrate, alla motivazione e all’impegno, agli interessi e attitudini dimostrate. Nella valutazione gli insegnanti pongono attenzione a garantire la trasparenza, chiarendo bene a sé stessi e agli alunni: qual è la finalità della valutazione, esplicitando “che cosa” e “come / con quali criteri” valutano, avendo cura di utilizzare un linguaggio semplice ed immediato. Modalità di ammissione o non ammissione alla classe successiva e/o all’esame di stato 70 Sulla base di quanto esposto, risulteranno promossi a pieno merito gli alunni che: abbiano riportato almeno 6/10 in tutte le discipline abbiano riportato almeno 6/10 nel comportamento pur presentando qualche incertezza nel profitto, siano ritenuti in grado di affrontare autonomamente o anche con un piccolo aiuto e senza disagi particolarmente seri la classe successiva. Risulteranno promossi con riserva, invece, gli alunni che, pur avendo diffuse insufficienze, e, comunque, con voto non inferiore ai 5/10, complessivamente dimostrino la possibilità di recupero e significativi e non occasionali progressi rispetto ai livelli di partenza. In questi ultimi casi il Consiglio di classe si deve determinare a maggioranza tenendo conto dei seguenti indicatori: la frequenza alle lezioni non deve essere inferiore ai ¾ del totale delle ore di lezione, computate come entità unitarie (giornaliere nel caso della scuola primaria), anche nel caso in cui esse siano articolate su due o più ore contigue della stessa disciplina; declinando il dettato dell’art. 11, c. 1, del D. lgs. N. 59/04 che, relativamente alla validità dell’a.s., concede la deroga alla bocciatura nei casi in cui l’alunno sia stato assente fino ad un quarto del tempo scolastico per motivi gravi che hanno determinato la sospensione dell’attività didattica o per motivi personali, familiari o di salute che, comunque, non abbiano provocato ritardi gravi e irrecuperabili nel raggiungimento degli obiettivi prefissati e, come afferma la c. n. 28 del 15/3/2007: “Per tale adempimento il computo della frequenza dovrà essere, pertanto, attuato con riferimento all’orario complessivo delle attività e degli insegnamenti obbligatori e facoltativo-opzionali; i criteri per eventuali deroghe connesse a particolari tipologie di assenza dovranno essere preventivamente definiti dagli organi di istituto.” Il consiglio di classe, in sede di scrutinio finale, provvederà pertanto alla formale validazione dell’anno scolastico, computando preliminarmente il monte ore annuo delle presenze come da tabelle seguenti e applicando eventualmente i criteri derogatori stabiliti. non devono aver subito sanzioni secondo quanto previsto dall’art. n. 4 del D.M. n. 5 del 16/01/2009, nonché dalla C.M. n. 10 del 23/01/2009, che prevedono un voto inferiore ai 6/10 in caso di allontanamento temporaneo dello studente dalla comunità scolastica per periodi superiori a quindici giorni (art. 4, commi 9, 9 bis e 9 ter dello Statuto). Formulazione del voto di ammissione all’esame di stato L’ammissione all’esame di stato in accordo con la normativa vigente (art 3 comma 2 D.P.R.122/09) è disposta nei confronti dell’alunno che ha conseguito una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline, valutate con un unico voto e un voto di comportamento non inferiore a sei decimi. La formulazione del voto di idoneità deve tener conto del percorso scolastico compiuto dall’alunno nella Scuola Secondaria di Primo grado, pertanto per ciascuno alunno il voto di ammissione sarà ottenuto calcolando la media aritmetica tra i voti di ogni singola disciplina del secondo quadrimestre dell’anno in corso assieme al valore medio ottenuto nel biennio (delibera del Collegio dei docenti del 20/12/2012 e Consiglio d’Istituto del 10/01/2013 cifrato Linee guida per la valutazione). Dicitura di ammissione alla classe successiva e/o all’esame di licenza 1. Il consiglio di classe ammette l’alunno alla classe successiva 2. Il consiglio di classe ammette l’alunno all’esame di licenza/alla classe successiva nonostante le carenze in alcune discipline, ritenendo accettabile il grado di sviluppo della personalità Modalità di non ammissione alla classe successiva e/o all’esame di licenza 71 Risulteranno non ammessi quanti: Abbiano ottenuto una votazione inferiore ai 6/10 in tutte le discipline; Abbiano ottenuto una votazione inferiore ai 6/10 nel comportamento; Abbiano superato il monte ore di assenze consentite e non hanno diritto ad una deroga (poiché non rientra tra i casi deliberati dal Collegio dei Docenti o perché le numerose assenze hanno pregiudicato la possibilità di valutarlo). Pur avendo ottenuto voti inferiore ai 6/10 in alcune discipline, nel corso dell’anno non hanno dimostrato disponibilità e volontà di recuperare per rimuovere le lacune nella loro preparazione, nonostante la richiesta di collaborazione con la famiglia effettuata dal Consiglio di classe; Nonostante i tentativi di recupero effettuati dalla scuola, abbiano evidenziato carenze sul piano logico – espressivo e insufficienti potenzialità di recupero. Alla luce di questi criteri, tenendo conto delle peculiarità specifiche di ogni alunno, degli elementi positivi di crescita e rendimento manifestati rispetto alla situazione di partenza, delle condizioni psico – socio – economico – ambientali e di particolari situazioni familiari, il Consiglio di classe / interclasse, procederà alla valutazione intermedia / finale dell’alunno onde poter emettere un giudizio il più possibile coerente, adeguato, corretto. Casi di non ammissione 1. il consiglio di classe non ammette l’alunno all’esame di licenza/alla classe successiva, in quanto, nonostante gli interventi individualizzati riscontra carenza di preparazione al termine del lavoro formativo e didattico svolto nel corso dell’anno scolastico. Si evidenzia, pertanto, che il grado di maturazione raggiunto e il livello degli apprendimenti acquisiti sono insoddisfacenti e distanti dai traguardi comuni e decide all’unanimità (primaria) e/o maggioranza (secondaria) che le gravi e generalizzate lacune dell’alunno impongono la ripetizione dell’anno scolastico al fine di non comprometterne l’evoluzione cognitiva. Prove di settembre Gli alunni della scuola secondaria di primo grado, ai quali il Consiglio di classe ha ritenuto di poter concedere fiducia, ammettendoli alla classe successiva, pur con alcune valutazioni non sufficienti, dovranno sostenere, nei primi giorni di scuola dell’anno scolastico successivo, dei test nelle materie segnalate, per dimostrare di aver recuperato le lacune pregresse, a seguito del lavoro estivo indicato dai docenti. Le materie da recuperare nei test di settembre potranno essere al massimo in numero di tre. Sarà responsabilità del coordinatore di classe prevedere, ad inizio settembre la progettazione di tali interventi predisponendo, con i dipartimenti, le attività per il recupero dei suddetti alunni. Di tale, attività dovrà essere raccolta adeguata documentazione: nome dell’alunno destinatario, debito formativo anno precedente, attività di intervento estiva consigliata alla famiglia, progettualità nuovo anno scolastico Gli alunni che non avranno superato tali prove di settembre con una valutazione sufficiente frequenteranno i laboratori di recupero dei mesi di settembre, ottobre e novembre organizzati a livello dipartimentale dai docenti delle discipline coinvolte. La valutazione di tali prove avrà valore di test d’ingresso. Poiché la loro finalità propria consiste nel valutare il recupero delle lacune pregresse per poter affrontare l’anno avendo raggiunto gli obiettivi minimi dell’anno precedente, i risultati verranno tenuti in considerazione dal Consiglio di classe al fine della valutazione complessiva degli alunni. Strumenti di valutazione Il recente Regolamento per la valutazione scolastica – Dpr n.122 del 2009 – intende coordinare le diverse norme in questo settore e nello specifico, raccordandosi con il D.l 59 del 2004 e con la L.169 del 2008, 72 prevede che i Collegi dei Docenti deliberino specifici regolamenti e criteri per una valutazione corretta, trasparente, equa. A questo scopo è stata nominata una Commissione Valutazione in appoggio alla funzione strumentale specifica, che ha definito: - competenze in uscita per ogni classe - griglie di valutazione globale degli apprendimenti - griglie di valutazione per ogni disciplina, in cui si tiene conto di Indicatori e Descrittori. Certificazione delle competenze (D.P.R. 22 giugno 2009, n. 122, C.M n3/2015) Art. 8 comma 1 La certificazione delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione, accompagna il documento di valutazione degli apprendimenti e del comportamento degli alunni ed è strettamente connessa alle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione , emanate con DM 254/2012. Tale certificazione "rappresenta un atto educativo legato ad un processo di lunga durata, aggiunge informazioni utili in senso qualitativo in quanto descrive i risultati del processo formativo, quinquennale e triennale, anche in vista della ulteriore certificazione delle competenze al termine dell’obbligo di istruzione del secondo ciclo" La suddetta certificazione non è sostitutiva delle attuali modalità di valutazione e attestazione giuridica dei risultati scolastici (ammissione alla classe successiva, rilascio di un titolo di studio finale, ecc.), ma accompagna e integra tali strumenti normativi, accentuando il carattere informativo e descrittivo del quadro delle competenze acquisite dagli allievi, ancorate a precisi indicatori dei risultati di apprendimento attesi. La certificazione si riferisce a conoscenze, abilità e competenze, in sintonia con i dispositivi previsti a livello di Unione Europea per le "competenze chiave per l'apprendimento permanente" (2006) e per le qualificazioni (EQF, 2008) recepite nell'ordinamento giuridico italiano. Il nostro istituto, con delibera del collegio docenti, ha deciso di adottare, così come indicato nella circolare del Miur n. 3 del 2015 il modello nazionale già sperimentato da molte scuole nell’a.s. 2014/2015, sperimentando un modello da strutturare che possa essere rispondente concretamente alle prescrizioni normative. Caratteristiche del modello nazionale adottato: - 73 ancoraggio delle certificazioni al profilo delle competenze definito nelle Indicazioni Nazionali vigenti (DM n. 254/2012); riferimento esplicito alle competenze chiave individuate dall'Unione Europea, così come recepite nell'ordinamento italiano; presentazione di indicatori di competenza in ottica trasversale, con due livelli di sviluppo (classe quinta primaria, classe terza secondaria I grado); connessione con tutte le discipline del curricolo, evidenziando però l'apporto specifico di più discipline alla costruzione di ogni competenza; - - definizione di 4 livelli, di cui quello "iniziale" predisposto per favorire una adeguata conoscenza e valorizzazione di ogni allievo, anche nei suoi progressi iniziali e guidati (principio di individualizzazione); mancanza di un livello negativo, attesa la funzione pro-attiva di una certificazione in progress delle competenze che, nell'arco dell'obbligo, sono in fase di acquisizione; presenza di uno o due spazi aperti per la descrizione di competenze ad hoc per ogni allievo (principio di personalizzazione); sottoscrizione e validazione del documento da parte dei docenti e del dirigente scolastico, con procedimento separato rispetto alla conclusione dell'esame di Stato; presenza di un consiglio orientativo, affidato alla responsabile attenzione dei genitori. La valutazione esterna (prove Invalsi) La scuola italiana si è dotata di un sistema nazionale di valutazione, INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione e formazione), mirato a fornire alle scuole elementi utili a promuovere, nell’ambito della loro autonomia, il miglioramento continuo del servizio reso. La valutazione rende gli alunni sempre più consapevoli del proprio livello di apprendimento e gli standard delle prove Invalsi li rendono consapevoli del proprio livello di apprendimento in merito a competenze trasversali: logica, comprensione del testo, lettura selettiva… Lo scorso anno scolastico la rilevazione ha riguardato gli apprendimenti di italiano e matematica degli allievi della seconda e della quinta classe primaria e la prova nazionale di italiano e matematica per la classe terza della scuola secondaria. La lettura dei risultati viene affrontata con un atteggiamento costruttivo e cercando di utilizzare al meglio le informazioni “negative e positive”; l’errore viene considerato come l’opportunità per avviare un processo dinamico di miglioramento. Questo processo migliorativo coinvolge gli insegnanti del gruppo di lavoro e viene esteso a tutti gli insegnanti dell’Istituto, in un’attività di valutazione e autoriflessione sui metodi e sui contenuti dell’insegnamento e di lettura della situazione di insegnamento/apprendimento esistente. Si legge nel sito dell’INVALSI L’INVALSI è l’Ente di ricerca dotato di personalità giuridica di diritto L’INVALSI è l’Ente di ricerca dotato di personalità giuridica di diritto pubblico che ha raccolto, in un lungo e costante processo di trasformazione, l’eredità del Centro Europeo dell’Educazione (CEDE) istituito nei primi anni settanta del secolo scorso. Sulla base delle vigenti Leggi, che sono frutto di un’evoluzione normativa significativamente sempre più incentrata sugli aspetti valutativi e qualitativi del sistema scolastico, l’Istituto: effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione professionale, anche nel contesto dell'apprendimento permanente; in particolare gestisce il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV); studia le cause dell'insuccesso e della dispersione scolastica con riferimento al contesto sociale ed alle tipologie dell'offerta formativa; effettua le rilevazioni necessarie per la valutazione del valore aggiunto realizzato dalle scuole; predispone annualmente i testi della nuova prova scritta, a carattere nazionale, volta a verificare i livelli generali e specifici di apprendimento conseguiti dagli studenti nell’esame di Stato al terzo anno della scuola secondaria di primo grado; predispone modelli da mettere a disposizione delle autonomie scolastiche ai fini dell'elaborazione della terza prova a conclusione dei percorsi dell'istruzione secondaria superiore; 74 provvede alla valutazione dei livelli di apprendimento degli studenti a conclusione dei percorsi dell'istruzione secondaria superiore, utilizzando le prove scritte degli esami di Stato secondo criteri e modalità coerenti con quelli applicati a livello internazionale per garantirne la comparabilità; fornisce supporto e assistenza tecnica all'amministrazione scolastica, alle regioni, agli enti territoriali, e alle singole istituzioni scolastiche e formative per la realizzazione di autonome iniziative di monitoraggio, valutazione e autovalutazione; svolge attività di formazione del personale docente e dirigente della scuola, connessa ai processi di valutazione e di autovalutazione delle istituzioni scolastiche; svolge attività di ricerca, sia su propria iniziativa che su mandato di enti pubblici e privati; assicura la partecipazione italiana a progetti di ricerca europea e internazionale in campo valutativo, rappresentando il Paese negli organismi competenti; formula proposte per la piena attuazione del sistema di valutazione dei dirigenti scolastici, definisce le procedure da seguire per la loro valutazione, formula proposte per la formazione dei componenti del team di valutazione e realizza il monitoraggio sullo sviluppo e sugli esiti del sistema di valutazione. LA VALUTAZIONE NEI TRE ORDINI DI SCUOLA Il Collegio dei Docenti ha iniziato, fin dalle attività di programmazione iniziale di a.s., un percorso di scelte didattico-educative e formative inerenti la riflessione sulle esigenze di studio e ricerca sul curricolo verticale, in parallelo con l’accoglienza e la contestualizzazione delle esigenze particolari dei vari livelli di utenza. Il personale dirigente e docente ha in questo momento un impegno costante al processo di adattamento delle programmazioni didattiche dei tre ordini di scuola ad una situazione formativa concreta e unitaria, tenendo conto delle fasi di sviluppo ricorrenti alle diverse età che implic a: predisposizione di ambienti di apprendimento differenziati con una coordinata regia dei docenti che necessita: di condivisione di finalità, obiettivi, contenuti e metodi in articolazione ricorsiva, articolazione di scelte motivate e condivise che presuppone: conoscenza approfondita dei documenti di riferimento: 1. Indicazioni Nazionali per il Curricolo 2. Obbligo scolastico (rif. ad Assi culturali e Competenze-chiave) D.M 139/2007 La valutazione nella scuola dell’infanzia significa conoscere e comprendere i livelli raggiunti da ciascun bambino, dai 3 ai 5 anni di età, in modo da poter identificare i processi da promuovere, sostenere e rafforzare per favorirne lo sviluppo e la maturazione. (vedi Schede di Osservazione in Allegati Scuola dell’infanzia) Gli insegnanti della scuola primaria utilizzano la scala in decimi da 10 a 5, sia per la valutazione quadrimestrale e finale delle singole discipline sulla scheda di valutazione, sia per le prove oggettive quadrimestrali scelte collegialmente tra classi parallele. La stessa scala viene utilizzata anche per le verifiche in itinere somministrate dall’équipe o dal singolo insegnante al termine di un percorso di apprendimento. Per quanto riguarda i lavori che fanno parte della pratica quotidiana, (ad esempio la correzione dei quaderni, esercitazioni e produzioni quotidiane in classe o a casa), ogni insegnante o équipe ne decide le modalità attraverso giudizi descrittivi (es: è un buon lavoro…). Le famiglie vengono informate circa le modalità di valutazione sia d’Istituto che d’équipe nei vari incontri assembleari. 75 Valutazione delle discipline sulla scheda di valutazione: Voto in decimi Valutazione delle verifiche quadrimestrali: Voto in decimi Valutazione delle verifiche in itinere: Voto in decimi Valutazione di produzioni quotidiane, di esercitazioni in classe, di compiti a Casa: Giudizi descrittivi (vedi Allegati scuola primaria) TABELLA DI VALUTAZIONE GLOBALE DEGLI APPRENDIMENTI VOTO GIUDIZIO DI PROFITTO Pieno e completo raggiungimento degli obiettivi tale da consentire una completa autonomia in situazioni nuove e complesse; comprensione, applicazione, spiegazione di procedimenti e strategie in modo sicuro e corretto; capacità di collegamento, 10 organizzazione e rielaborazione dei contenuti; uso preciso e corretto del linguaggio specifico. Completo raggiungimento degli obiettivi tale da consentire autonomia operativa in situazioni nuove di apprendimento; comprensione, applicazione, spiegazione di 9 procedimenti e strategie in modo sicuro e corretto; capacità di collegamento dei contenuti; uso preciso e corretto del linguaggio specifico. Soddisfacente raggiungimento degli obiettivi tale da consentire autonomia operativa in situazioni simili di apprendimento; comprensione, applicazione, spiegazioni di 8 procedimenti e strategie in modo corretto; uso corretto del linguaggio specifico. Adeguato raggiungimento degli obiettivi tale da consentire autonomia operativa in 7 situazioni semplici di apprendimento; uso corretto del linguaggio specifico. Obiettivi raggiunti, ma con conoscenze essenziali e autonomia operativa parziale in 6 situazioni semplici e/o guidate di apprendimento; uso generalmente corretto del linguaggio specifico. Obiettivi non raggiunti; conoscenze parziali; scarsa autonomia operativa in situazioni 5 semplici /o guidate di apprendimento; uso poco corretto del linguaggio specifico. VALUTAZIONE COMPORTAMENTO Nella scuola Primaria la valutazione del comportamento viene espressa dal docente, ovvero collegialmente dai docenti contitolari della classe, espresso in decimi, formulato secondo le modalità deliberate dal collegio dei docenti, riportato nel documento di valutazione e riferito ai seguenti elementi (vedi Allegati Scuola Primaria): rispetto delle regole (in classe, in mensa, durante l’intervallo, nelle uscite didattiche) rispetto dei doveri scolastici (puntualità, frequenza regolare, regolarità nell’esecuzione dei compiti, cura del materiale) partecipazione alle attività didattiche rispetto di sé, degli altri, dell’ambiente n.b.: La traccia è esemplificativa e viene impiegata dai docenti come strumento flessibile di lavoro GIUDIZIO DI COMPORTAMENTO 76 LIVELLO DI COMPORTAMENTO VOTO Assenze irrilevanti, interesse costante e curioso e partecipazione assidua alle lezioni, responsabilità e autodisciplina nel lavoro scolastico e domestico, regolare e serio svolgimento dei compiti scolastici, comportamento corretto, eccellente socializzazione e interazione attiva e costruttiva nel gruppo classe da leader maturo e responsabile, pieno rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente, consapevole accettazione della diversità, scrupoloso rispetto delle regole di classe, del regolamento d’Istituto, delle norme di sicurezza Assenze minime, vivo interesse e attiva partecipazione alle lezioni, costante adempimento dei lavori scolastici, comportamento corretto ed educato, ottima socializzazione e ruolo positivo e collaborazione nel gruppo classe, pieno rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente, consapevole accettazione della diversità, scrupoloso rispetto delle regole di classe, del regolamento d’Istituto, delle norme di sicurezza Assenze saltuarie non frequenti, essenziale attenzione e partecipazione alle attività scolastiche, non sempre regolare svolgimento dei compiti assegnati, comportamento per lo più corretto ed educato, buona socializzazione e normale partecipazione al funzionamento del gruppo classe, discreto rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente e adeguata accettazione della diversità, osservanza regolare delle norme relative alla vita scolastica Episodi di inosservanza delle regole interne (assenze ingiustificate e frequenti uscite dall’aula, nei corridoi e fuori dal proprio banco, mancanza ai doveri scolastici, negligenza abituale, ecc.), disinteresse e non entusiastica partecipazione alle attività scolastiche, frequente disturbo delle lezioni, comportamento non sempre corretto nel rapporto con compagni e personale scolastico, inadeguata socializzazione e funzione poco collaborativa all’interno della classe. Episodi frequenti di inosservanza delle regole, disinteresse e poca partecipazione alle attività scolastiche, assiduo disturbo delle lezioni, rapporti problematici e comportamento poco corretto verso compagni e personale scolastico, scarsa socializzazione e funzione non collaborativa nel gruppo classe Episodi persistenti di inosservanza delle regole, completo disinteresse e scarsa partecipazione alle attività scolastiche, rapporti problematici e comportamento scorretto verso compagni e personale scolastico, bassissima socializzazione e funzione negativa nel gruppo classe. ECCELLENTE 10 OTTIMO 9 DISTINTO 8 BUONO 7 SUFFICIENTE 6 NON SUFFCIENTE 5 Gli insegnanti della scuola secondaria di primo grado al fine di garantire una valutazione omogenea ed unitaria utilizzano delle griglie di valutazione per disciplina (allegate alle presenti linee guida) utilizzando una scala in decimi che va da 10 a 4. Le verifiche continue soggette a valutazione da parte del docente, circa gli obiettivi raggiunti dall’allievo possono essere scritte, orali o scritto per orale. Ogni dipartimento fissa il numero minimo di prove necessarie per la valutazione periodica quadrimestrale, secondo la seguente tabella: Materia Religione 77 Scritto Orale 2 (o scritto per Scritto per Orale Pratico/Grafiche orale) Italiano 3 2 Storia 2 (o scritto per orale) Geografia 2 (o scritto per orale) Matematica 2 (o scritto per orale) 3 Scienze 1 Inglese 3 2 Seconda lingua comunitaria 2 2 1 Arte e Immagine 2+1 (nel caso in cui 1 non sia sufficiente) Tecnologia 1+1 (nel caso in cui 1 non sia sufficiente) Musica Scienze Motorie e Sportive Strumento musicale 1 2 (o scritto per orale) 2+1 (nel caso in cui 1 non sia sufficiente) 1 2 2 (o scritto per orale) 2+1 (nel caso in cui 1 non sia sufficiente) Un numero di verifiche/ valutazioni sufficiente e congruo è necessario per la formulazione della proposta di voto in sede di scrutinio, nei limiti stabiliti dal Collegio Docenti; nel corso del periodo intermedio ogni docente si impegna a raccogliere sufficienti elementi di prova. Nel caso eccezionale in cui non sia stato possibile raggiungere il numero di voti minimo, in sede di scrutinio intermedio il docente interessato e il Consiglio di classe ne individuano le cause, il docente chiede deroga specificando la motivazione e si incarica di provvedere a che, per la valutazione finale, sia possibile raccogliere un sufficiente e congruo numero di prove. Le proposte di giudizio sono formulate in base alle interrogazioni orali e alle prove scritte, grafiche o pratiche, svolte a casa e in classe, corrette e riconsegnate. Qualora nel corso del I quadrimestre il docente non abbia alcun elemento di valutazione su di un alunno, propone, al posto del giudizio, la formula “non classificato”, motivando adeguatamente tale situazione. L’attribuzione dei voti è decisione collegiale del Consiglio di classe, sulla base della proposta e delle motivazioni formulate dal docente della materia. 78 LA VALUTAZIONE SOMMATIVA QUADRIMESTRALE GIUDIZIO DI PROFITTO In riferimento a: conoscenze, abilità, competenze disciplinari Conoscenze complete, organiche, particolarmente approfondite, senza errori, ottima capacità di comprensione e di analisi, corretta ed efficace applicazione di concetti, regole e procedure, orientamento sicuro nell’analisi e nella soluzione di un problema con risultati esaurienti, esposizione fluida, rigorosa, ricca e ben articolata con uso di terminologia corretta e varia e linguaggio specifico appropriato, sicurezza e competenza nell’utilizzare le strutture morfosintattiche, autonomia di sintesi, di organizzazione e di rielaborazione delle conoscenze acquisite con apporti critici originali e creativi, capacità di operare collegamenti tra discipline e di stabilire relazioni Conoscenze ampie, complete e approfondite, apprezzabile capacità di comprensione e di analisi, efficace applicazione di concetti, regole e procedure anche in situazioni nuove, orientamento sicuro nell’analisi e nella soluzione di un problema con risultati soddisfacenti, esposizione chiara, precisa, ricca e ben articolata con uso di terminologia corretta e varia e linguaggio specifico appropriato, competenza nell’utilizzare le strutture morfosintattiche, autonomia di sintesi e di rielaborazione delle conoscenze acquisite con apporti critici originali, capacità di operare collegamenti tra discipline Conoscenze sicure, complete e integrate con qualche apporto personale, buona capacità di comprensione e di analisi, idonea applicazione di concetti, regole e procedure, orientamento sicuro nell’analisi e nella soluzione di un problema con risultati apprezzabili, esposizione chiara e articolata con uso di terminologia corretta e varia e linguaggio specifico appropriato, buona correttezza ortografica e grammaticale, autonomia di sintesi e di rielaborazione delle conoscenze acquisite con apporti critici talvolta originali Conoscenze generalmente complete e sicure, adeguata capacità di comprensione e di analisi, discreta applicazione di concetti, regole e procedure, orientamento sicuro nell’analisi e nella soluzione di un problema con risultati largamente sufficienti, esposizione chiara e sostanzialmente corretta con uso di terminologia appropriata e discretamente varia, ma con qualche carenza nel linguaggio specifico, sufficiente correttezza ortografica e grammaticale, parziale autonomia di sintesi e di rielaborazione delle conoscenze acquisite Conoscenze semplici e sostanzialmente corrette dei contenuti disciplinari più significativi, elementare ma pertinente capacità di comprensione e di analisi, accettabile e generalmente corretta applicazione di concetti, regole e procedure, orientamento sicuro se guidato nell’analisi e nella soluzione di un problema, esposizione semplificata sostanzialmente corretta con qualche errore a livello linguistico e grammaticale, lessico povero ma appropriato, imprecisione nell’effettuare sintesi con qualche spunto di autonomia di rielaborazione delle conoscenze acquisite Conoscenze generiche e parziali, limitata capacità di comprensione e di analisi, modesta applicazione di concetti, regole e procedure, orientamento difficoltoso e incerto nell’analisi e nella soluzione di un problema, esposizione non sempre lineare e coerente, errori a livello grammaticale, bagaglio minimo di conoscenze lessicali con uso della lingua appena accettabile, scarsa autonomia di rielaborazione delle conoscenze acquisite. Conoscenze frammentarie e incomplete, stentata capacità di comprensione e di analisi, difficoltosa applicazione di concetti, regole e procedure, esposizione superficiale e carente, gravi errori a livello grammaticale, povertà lessicale con utilizzo di termini ripetitivi e generici non appropriati ai linguaggi delle singole discipline VOTO 10 9 8 7 6 5 4 SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Validazione dell’anno scolastico L’ammissione agli scrutini di fine anno è condizionata (art. 11, comma 1, DL n. 59/2004) alla verifica della validità dell’anno scolastico per ciascun alunno sulla base delle assenze effettuate. La frequenza ai fini della validità dell’anno scolastico deve essere almeno i tre quarti dell’orario annuale previsto. I docenti possono, per singoli casi eccezionali di grave e certificata malattia, validare l’anno scolastico anche in deroga al limite di assenze verificato il conseguimento degli obiettivi minimi. 79 Orario settimanale Monte ore annuale 30 34 + 2 (mensa) 30+1 Strumento Musicale 957 h (29 h) + 33 h (1h) = 990 h 1122 h 1023 h Assenze (max ¼ orario, sommando le assenze di tutte le discipline) 247 h 280 h 255 h Valutazione del comportamento Il Collegio dei Docenti perviene alla definizione dei criteri per l'attribuzione del voto di condotta, ai sensi dell'ART 2, legge 169 del 30/10/08; dello Schema di regolamento (art. 6.) emanato per il coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e per ulteriori modalità applicative dell'articolo 3 del D. L. 1 settembre 2008, n.137, convertito dalla legge 30 ottobre 2008, n.169; del D.M. n.5 del 16/01/2009; del D.P.R. 249/1998; del D.P.R. 235/2007 EVIDENZIA - SECONDO LE PIÙ RECENTI DISPOSIZIONI NORMATIVE - QUANTO SEGUE: Le finalità della valutazione del comportamento degli studenti sono: "accertare i, livelli di apprendimento e di consapevolezza raggiunti con specifico riferimento ai valori della cittadinanza e della convivenza civile; verificare la capacità di rispettare il complesso delle disposizioni che disciplinano la vita di ciascuna istituzione scolastica; diffondere la consapevolezza dei diritti e dei doveri degli studenti all'interno della comunità scolastica promuovendo comportamenti coerenti con il corretto esercizio dei propri diritti e al tempo stesso con il rispetto dei propri doveri, che corrispondono sempre al riconoscimento dei diritti e delle libertà degli altri; dare significato e valenza educativa anche al voto inferiore a 6/10 (art. 1 c. 1 D.M. 5,16/01/2009); La valutazione espressa in sede di scrutinio intermedio o finale non può riferirsi ad un singolo episodio, ma deve scaturire da un giudizio complessivo di maturazione e di crescita civile e culturale dello studente in ordine all'intero anno scolastico. In particolare, tenuto conto della valenza formativa ed educativa cui deve rispondere l'attribuzione del voto sul comportamento, il Consiglio di classe tiene in debita evidenza e considerazione i progressi e i miglioramenti realizzati dallo studente nel corso dell'anno, in relazione alle finalità di cui all'art. 1 (art. 3, c.2 D.M. 5, 16/01/2009); La valutazione del comportamento inferiore alla sufficienza, ovvero a 6/10, riportata dallo studente in sede di scrutinio finale, comporta la non ammissione automatica dello stesso al successivo anno di corso o all'esame conclusivo del ciclo di studi (art. 2, c. 3, D.M. 5, 16/01/2009); La valutazione insufficiente del comportamento, soprattutto in sede di scrutinio finale, deve scaturire da un attento e meditato giudizio del Consiglio di classe, esclusivamente in presenza di comportamenti di particolare gravità riconducibili alle fattispecie per le quali lo Statuto delle studentesse e degli studenti -D.P.R 249/1998, come modificato dal D.P.R. 235/2007 e chiarito nella nota prot.3602/PO del 31 luglio 2008 - nonché i Regolamenti di Istituto prevedano l'irrogazione di sanzioni disciplinari che comportino l'allontanamento temporaneo dello studente dalla comunità scolastica per periodi superiori a quindici giorni (art. 4, commi 9, 9 bis, e 9 ter dello Statuto) (art. 4, c.1 del D.M. 5, 16/01/2009) 80 L'attribuzione di una valutazione insufficiente, vale a dire al di sotto di 6/10 in sede di scrutinio finale, ferma restando l'autonomia della funzione docente anche in materia di valutazione del comportamento, presuppone che il Consiglio di Classe abbia accertato che lo studente a) nel corso dell'anno scolastico sia stato destinatario di almeno una delle sanzioni disciplinari di cui al comma (1) precedente; b) successivamente alla irrogazione delle sanzioni di natura educativa e riparatoria previste dal sistema disciplinare, non abbia dimostrato apprezzabili e concreti cambiamenti nel comportamento, tali da evidenziare un successivo livello di miglioramento nel suo percorso di crescita e di maturazione in ordine alle finalità educative di cui all'art. 1 del presente Decreto (art. 4, c.2, D.M. 16/01/2009); La valutazione di insufficienza deve essere sempre adeguatamente motivata e verbalizzata in sede di effettuazione dei Consigli di classe sia ordinari sia straordinari e soprattutto in sede di scrutinio intermedio e finale (per la rilevanza che riveste nel curricolo degli alunni). IN CONSEGUENZA ALLE DISPOSIZIONI DI LEGGE SOPRA CITATE EVIDENZIA INOLTRE CHE: preliminarmente alla definizione dettagliata delle corrispondenze tra voti e descrittori dei comportamenti, sono stati individuati i seguenti indicatori: frequenza e puntualità; rispetto degli impegni scolastici; partecipazione al dialogo educativo; rispetto del Regolamento d'Istituto; relazione con insegnanti e compagni; riferimento ai valori della cittadinanza e della convivenza civile (cittadinanza: senso di appartenenza ad una società, evoluta in Stato, con una costituzione e delle leggi; convivenza civile: il vivere insieme, nella scuola come nella società, nelle sue differenti forme, implica il riconoscimento di valori come il rispetto, lo stare con gli altri, l'essere per gli altri. La convivenza è civile quando identifica negli altri il sentire paradigmatico della libertà). La valutazione del comportamento, effettuata collegialmente da tutti i docenti del Consiglio di Classe, si fonda sulla analitica e continua osservazione delle manifestazioni del processo educative e degli eventuali progressi che si registrano nell'arco dell'intero anno scolastico. Ogni docente formulerà un voto di comportamento, osservando gli indicatori con i relativi descrittori (media dei voti parziali). Il consiglio di classe stabilirà poi il voto finale, da indicare sulla scheda di valutazione, come media dei voti proposti dai singoli docenti, mentre la valutazione massima va assegnata all’unanimità. (Vedi Allegati Scuola Secondaria di Primo Grado). 81 GRIGLIA DI CORRISPONDENZA TRA VOTI E COMPORTAMENTO GIUDIZIO DI COMPORTAMENTO Assenze irrilevanti, interesse costante e curioso e partecipazione assidua alle lezioni, responsabilità e autodisciplina nel lavoro scolastico e domestico, regolare e serio svolgimento dei compiti scolastici, comportamento corretto e non violento, eccellente socializzazione e interazione attiva e costruttiva nel gruppo classe da leader maturo e responsabile, pieno rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente, consapevole accettazione della diversità, scrupoloso rispetto delle regole di classe, del regolamento d’Istituto, delle norme di sicurezza Assenze minime, vivo interesse e attiva partecipazione alle lezioni, costante adempimento dei lavori scolastici, comportamento corretto ed educato, ottima socializzazione e ruolo positivo e collaborazione nel gruppo classe, pieno rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente, consapevole accettazione della diversità, scrupoloso rispetto delle regole di classe, del regolamento d’Istituto, delle norme di sicurezza Assenze saltuarie non frequenti ma sempre giustificate, essenziale attenzione e partecipazione alle attività scolastiche, non sempre regolare svolgimento dei compiti assegnati, comportamento per lo più corretto ed educato, buona socializzazione e normale partecipazione al funzionamento del gruppo classe, discreto rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente e adeguata accettazione della diversità, osservanza regolare delle norme relative alla vita scolastica Episodi di inosservanza del regolamento interno (assenze ingiustificate e frequenti uscite dall’aula, nei corridoi e fuori dal proprio banco, mancanza ai doveri scolastici, negligenza abituale, ecc.), disinteresse e non entusiasta partecipazione alle attività scolastiche, frequente disturbo delle lezioni, comportamento non sempre corretto nel rapporto con compagni e personale scolastico, inadeguata socializzazione e funzione poco collaborativa all’interno della classe Episodi frequenti di inosservanza del regolamento interno come per il 7/10, disinteresse e poca partecipazione alle attività scolastiche, assiduo disturbo delle lezioni, rapporti problematici e comportamento poco corretto verso compagni e personale scolastico, scarsa socializzazione e funzione non collaborativa nel gruppo classe Episodi persistenti di inosservanza del regolamento interno come per il 7/10 che indicano la volontà di non modificare l’atteggiamento, atti di bullismo, completo disinteresse e scarsa partecipazione alle attività scolastiche, rapporti problematici e comportamento scorretto verso compagni e personale scolastico, bassissima socializzazione e funzione negativa nel gruppo classe. 82 VOTO 10 9 8 7 6 5/4 La valutazione degli allievi in situazione di handicap nella scuola: riferimenti normativi A cura della F.S. Area AREA 4, ins. E. Di Stefano SERVIZIO ALUNNI E DOCENTI INTERVENTI ED INTEGRAZIONE ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI E/O CON SVANTAGGIO SOCIALE: PREVENZIONE DEL DISAGIO, DSA E DISLESSIA PREMESSA Indicazioni per la valutazione e lo svolgimento degli scrutini delle classi con alunni diversamente abili certificati in base alla legge 104. 1. Alunni il cui percorso di studi è finalizzato al conseguimento del titolo di studio (cosiddetto Percorso “A”) Gli alunni vengono valutati sulla base dei risultati (voti riportati sul registro di ciascun insegnante curriculare) conseguiti nel corso del quadrimestre o dell’anno. Tali valutazioni devono essere riferite agli obiettivi minimi individuati nei dipartimenti e nelle programmazioni didattiche dei singoli insegnanti cui il PEI fa specificamente riferimento. Deve essere riportata a margine della pagella (NON sul tabellone) la seguente annotazione: “Valutazione riferita al PEI, ai sensi dell’O.M. n. 80/1995 art. 13, c. 3” 2. Alunni con percorso differenziato (cosiddetto Percorso “B”) Si possono individuare due tipi di situazioni: a) alunni per i quali è stata stabilita una programmazione specifica per ogni disciplina: gli alunni vengono valutati sulla base dei risultati (voti riportati sul registro di ciascun insegnante curriculare) conseguiti nel corso del quadrimestre o dell’anno. Tali valutazioni si riferiscono agli obiettivi differenziati concordati nel PEI. b) alunni con disabilità medio-gravi, che usufruiscono di una riduzione dell’orario scolastico: 1° quadrimestre: sulla pagella vanno riportate le valutazioni eventualmente conseguite nelle singole discipline; in assenza di voti sul registro, la pagella non viene compilata e in nessun caso si riporta la dicitura N.C. 2° quadrimestre: la pagella va compilata integralmente. Per le materie in cui non siano presenti votazioni, le valutazioni dovranno riferirsi agli obiettivi trasversali concordati nel PEI. In entrambi gli scrutini, va compilata e sottoscritta dall’intero Consiglio di Classe la “Scheda di valutazione” (Allegato 1). 83 Deve essere riportata a margine della pagella (NON sul tabellone) la seguente annotazione: “Valutazione riferita al PEI, ai sensi dell’O.M. n. 80/1995 art. 13, c. 4” Altre informazioni sulla valutazione degli alunni disabili Nei confronti degli alunni con minorazioni fisiche o sensoriali non si procede, di norma, a valutazioni differenziate, mentre, per gli alunni in situazione di handicap psichico, la valutazione, adeguatamente differenziata, tiene conto degli obiettivi prefissati nel Piano Educativo Individualizzato (PEI). L’individualizzazione del percorso educativo previsto dal PEI per l’alunno con disabilità può incidere, a seconda della tipologia di disabilità e della sua gravità, sui metodi di valutazione e sul valore legale del titolo di studio conseguito, in particolare, al termine del Secondo Ciclo di istruzione. Di particolare rilevanza è, a proposito di valutazione, il D.P.R. n°122 del 22 /06/2009. Pubblicato sulla G.U. n. 191 del 19/08/2009 il DPR n. 122 del 22/06/2009 "Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, è stato convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169". Nel regolamento sono presenti riferimenti agli insegnanti di sostegno (comma 5 art. 2 e comma 1 art 4.), agli alunni con disabilità (art. 9), agli alunni con difficoltà specifica di apprendimento (art. 10) e agli "alunni che frequentano per periodi temporalmente rilevanti corsi di istruzione funzionanti in ospedali o in luoghi di cura" (art. 11). "Per procedere alla valutazione finale di ciascuno studente, è richiesta la frequenza di almeno tre quarti dell'orario annuale personalizzato" con possibilità di deroghe per situazioni particolari e documentate (comma 7 art.14). In particolare l’articolo 9 (Valutazione degli alunni con disabilità) stabilisce che: 1. La valutazione degli alunni con disabilità certificata nelle forme e con le modalità previste dalle disposizioni in vigore è riferita al comportamento, alle discipline e alle attività svolte sulla base del piano educativo individualizzato previsto dall'articolo 314, comma 4, del testo unico di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994, ed è espressa con voto in decimi secondo le modalità e condizioni indicate nei precedenti articoli. 2. Per l'esame conclusivo del primo ciclo sono predisposte, utilizzando le risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, prove di esame differenziate, comprensive della prova a carattere nazionale di cui all'articolo 11, comma 4-ter, del decreto legislativo n. 59 del 2004 e successive modificazioni, corrispondenti agli insegnamenti impartiti, idonee a valutare il progresso dell'alunno in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali. Le prove sono adattate, ove necessario in relazione al piano educativo individualizzato, a cura dei docenti componenti la commissione. Le prove differenziate hanno valore equivalente a quelle ordinarie ai fini del superamento dell'esame e del conseguimento del diploma di licenza. 3. Le prove dell'esame conclusivo del primo ciclo sono sostenute anche con l'uso di attrezzature tecniche e sussidi didattici, nonché di ogni altra forma di ausilio tecnico loro necessario, previsti dall'articolo 315, comma 1, lettera b), del testo unico di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994. Sui diplomi di licenza è riportato il voto finale in decimi, senza menzione delle modalità di svolgimento e di differenziazione delle prove. 84 4. Agli alunni con disabilità che non conseguono la licenza è rilasciato un attestato di credito formativo. Tale attestato è titolo per l'iscrizione e per la frequenza delle classi successive, ai soli fini del riconoscimento di crediti formativi validi anche per l'accesso ai percorsi integrati di istruzione e formazione. 5. Gli alunni con disabilità sostengono le prove dell'esame di Stato conclusivo del secondo ciclo dell'istruzione secondo le modalità previste dall'articolo 318 del testo unico di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994. 6. All'alunno con disabilità che ha svolto un percorso didattico differenziato e non ha conseguito il diploma attestante il superamento dell'esame di Stato conclusivo del secondo ciclo, e' rilasciato un attestato recante gli elementi informativi relativi all'indirizzo e alla durata del corso di studi seguito, alle materie di insegnamento comprese nel piano di studi, con l'indicazione della durata oraria complessiva destinata a ciascuna, alle competenze, conoscenze e capacità anche professionali, acquisite e dei crediti formativi documentati in sede di esame. In sede di esame conclusivo del 1° ciclo di istruzione, le prove sono adattate in relazione agli obiettivi del PEI. Le prove differenziate hanno valore equivalente a quelle ordinarie ai fini del superamento dell’esame e del conseguimento del diploma di licenza. Nel caso in cui gli obiettivi previsti dal PEI non siano riconducibili ai programmi ministeriali, il percorso formativo consente l’acquisizione di un attestato di credito formativo valido anche per l’accesso ai percorsi integrati di istruzione e formazione. Ai sensi dell’art.318 del D.lgs. n°297/94 (Testo Unico), per le prove di esame sono predisposte apposite prove scritte. Secondo quanto stabilito dal D.P.R. n°122/09 (il Regolamento sulla valutazione degli alunni), le procedure per la valutazione e, in particolare, i criteri relativi al comportamento degli alunni sono di competenza del Collegio dei Docenti. L’art.10 del DPR 122/09 (Valutazione degli alunni con difficoltà specifica di apprendimento) (DSA) stabilisce che: 1. Per gli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento (DSA) adeguatamente certificate, la valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli, devono tenere conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni; a tali fini, nello svolgimento dell'attività didattica e delle prove di esame, sono adottati, nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, gli strumenti metodologico-didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei. 2. Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove. (Ricordiamo, al riguardo, che la Dislessia è un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA). Con questo termine ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche ed in particolare a: DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA E DISCALCULIA. I bambini ed i ragazzi con D.S.A. non hanno una certificazione in base alla legge 104/92, ma semplici certificati medici; pertanto questi alunni non godono del supporto di un intervento di sostegno. Nonostante ciò, questi problemi possono essere compensati con strategie (compensative e dispensative) che devono essere esplicitate nella programmazione della classe e dei singoli docenti, per giustificare i metodi che un giorno verranno adottati anche all’esame di Stato: si tratta, in altri termini, della stesura, a cura del consiglio di classe, del PDP (Piano didattico personalizzato) per ciascun alunno in situazione di DSA.) ADHD 85 Quanto agli alunni affetti da sindrome ADHD (deficit di attenzione/iperattività) nel richiamare quanto già precisato nel protocollo diagnostico e terapeutico della sindrome da iperattività e deficit di attenzione redatto dall’Istituto Superiore di Sanità allegato alla Determinazione A.I.C.N. n°876 pubblicata sulla G.U. n°106 del 24.4.2007 con riferimento al punto 5.1.3. (l’intervento a scuola), il MIUR, prot. 6013 del 04.12.2009, precisa che “il coinvolgimento degli insegnanti fa parte integrante ed essenziale di un percorso terapeutico per il trattamento dei casi diagnosticati ADHD. La procedura di consulenza sistematica con i centri di diagnosi e cure presenti in ogni area regionale (vedasi sito http://www.iss.it/adhd e poi cliccare su Centri Regionali di riferimento) prevede almeno un incontro durante l’anno scolastico al quale sarebbe auspicabile partecipasse l’intero team di insegnanti, per quanto riguarda le scuole elementari e i docenti col maggior numero di ore settimanali, nel caso delle scuole medie inferiori e superiori. Tale consulenza è finalizzata al raggiungimento di diversi obiettivi: 1. informare sulle caratteristiche del ADHD e sul trattamento che viene proposto; 2. fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e tabelle di osservazione) per completare i dati diagnostici; 3. mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le proprie risorse emotive e migliorare la relazione con l’alunno; 4. spiegare come utilizzare specifiche procedure di modificazione del comportamento all’interno della classe; 5. informare su come strutturare l’ambiente classe in base ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno con ADHD; 6. suggerire particolari strategie didattiche per facilitare l’apprendimento dell’alunno con ADHD; 7. spiegare come lavorare, all’interno della classe, per migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e i compagni. La parte più rilevante della consulenza alla scuola è quella dedicata a far apprendere all’insegnante alcune tecniche di modificazione del comportamento da applicare con l’alunno con ADHD. L’apprendimento di queste procedure richiede uno stretto contatto con gli operatori del centro che hanno in carico l’alunno”. ESAMI DI STATO DI CLASSE TERZA (SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO) PER ALUNNI DISABILI DOCUMENTI DA PRODURRE: P.E.I. Va redatto dal Consiglio di Classe, con la coordinazione dell’insegnante di sostegno, entro il consiglio di novembre e comunque non oltre il 30 del mese. P.D.F. L. 104/1992 art. 12 “(…) Il profilo dinamico-funzionale è aggiornato a conclusione della scuola materna, della scuola elementare e della scuola media e durante il corso di istruzione secondaria superiore.” Documenti da produrre entro l’ultimo Consiglio di Classe: Relazione finale in cui si deve specificare se gli obiettivi prefissati nel PEI sono stati raggiunti Giudizio orientativo in cui fornire la motivazione della scelta da parte dell’alunno della scuola superiore Presentazione dell’alunno in cui descrivere l’alunno in termini di autonomia, socializzazione, apprendimento 86 Percorso orientativo per le prove d’esame e i criteri di valutazione in cui specificare se l’alunno eseguirà prove differenziate, equipollenti, o uguali alla classe; le modalità d’assistenza; i tempi e i parametri di valutazione delle prove scritte e orale Programma effettivamente svolto È inoltre fondamentale che l’insegnante di sostegno e il Coordinatore di classe avvisino tempestivamente la famiglia che, in base alla vigente normativa sulla privacy, dovranno essere i familiari stessi dell’alunno disabile a fornire alla scuola superiore che lo accoglierà, tutti i documenti relativi alla situazione di handicap. Risulta, quindi, importante che l’alunno sia sensibilizzato alla problematica dell’orientamento, affinché la famiglia possa portare la documentazione in tempo utile per la pre-iscrizione alla scuola superiore. O.M. 90/01, titolo II, art. 11 comma 10-12 1. Comma 10: i docenti nominati per attività di sostegno a favore di alunni handicappati, di cui al secondo comma dell'art. 7 della legge 4.8.1977, n. 517, fanno parte del consiglio di classe e partecipano, pertanto, a pieno titolo alle operazioni di valutazione periodiche e finali ed agli esami di licenza di scuola media. Tali docenti, alla luce dei principi contenuti nella legge 5 febbraio 1992, n. 104, hanno diritto di voto per tutti gli alunni in sede di valutazione complessiva del livello globale di maturazione raggiunta e di formulazione del giudizio sintetico di cui alla legge 5 aprile 1969, n. 119. 2. Comma 11: nel quadro delle finalità della scuola media, gli allievi in situazione di handicap che vengano ammessi a sostenere gli esami di licenza, possono svolgere prove differenziate, in linea con gli interventi educativo-didattici attuati sulla base del percorso formativo individualizzato, secondo le indicazioni contenute nell’art. 318 del d.lg.vo 16.4.94, n. 297. Tali prove dovranno essere idonee a valutare il progresso dell'allievo in rapporto alle sue potenzialità ed ai livelli di apprendimento iniziali. 3. Comma 12: al fine di garantire l’adempimento dell’obbligo scolastico di cui alla legge 20.1.1999, n. 9 e dell’obbligo formativo di cui alla legge 17.5.1999, n. 144, il Consiglio di classe delibera se ammettere o meno agli esami di licenza media gli alunni in situazione di handicap che possono anche svolgere prove differenziate in linea con gli interventi educativo-didattici attuati sulla base del percorso formativo individualizzato, secondo le indicazioni contenute nell’art. 318 del D.lg.vo 16.4.1994, n. 297. La normativa di riferimento essenziale nella valutazione degli alunni in situazione di handicap: L.104/92 - art. 16 T.U. D.L. 297/94 - art. 318 O.M. 330/ 27/05/97 - art. 4 D.P.R. 122/2009 art.9 e 10 O.M. 14/05/1999 n.128 art.4 O.M. 90 – 21/05/2001 – art 15 e art.16 O.M. 22 – 20/02/2006 - art 17 L.104/92: ART. 16. VALUTAZIONE DEL RENDIMENTO E PROVE D'ESAME 87 - Nella valutazione degli alunni handicappati da parte degli insegnanti é indicato, sulla base del piano educativo individualizzato, per quali discipline siano stati adottati particolari criteri didattici, quali attività integrative e di sostegno siano state svolte, anche in sostituzione parziale dei contenuti programmatici di alcune discipline. - Nella scuola dell'obbligo sono predisposte, sulla base degli elementi conoscitivi di cui al comma 1, prove d'esame corrispondenti agli insegnamenti impartiti e idonee a valutare il progresso dell'allievo in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali. - Nell'ambito della scuola secondaria di secondo grado, per gli alunni handicappati sono consentite prove equipollenti e tempi più lunghi per l'effettuazione delle prove scritte o grafiche e la presenza di assistenti per l'autonomia e la comunicazione. - Gli alunni handicappati sostengono le prove finalizzate alla valutazione del rendimento scolastico o allo svolgimento di esami anche universitari con l'uso degli ausili loro necessari. - Il trattamento individualizzato previsto dai commi 3 e 4 in favore degli studenti handicappati è consentito per il superamento degli esami universitari previa intesa con il docente della materia e con l'ausilio del servizio di tutorato di cui all'articolo 13, comma 6-bis. È consentito, altresì, sia l'impiego di specifici mezzi tecnici in relazione alla tipologia di handicap, sia la possibilità di svolgere prove equipollenti su proposta del servizio di tutorato specializzato. 5 bis. Le università, con proprie disposizioni, istituiscono un docente delegato dal rettore con funzioni di coordinamento, monitoraggio e supporto di tutte le iniziative concernenti l'integrazione nell'ambito dell'ateneo D. L.VO 16 APRILE 1994, N. 297 ART. 318 VALUTAZIONE DEL RENDIMENTO E PROVE D'ESAME 1. Nella valutazione degli alunni handicappati da parte dei docenti è indicato, sulla base del piano educativo individualizzato, per quali discipline siano stati adottati particolari criteri didattici, quali attività integrative e di sostegno siano state svolte, anche in sostituzione parziale dei contenuti programmatici di alcune discipline. 2. Nella scuola dell'obbligo sono predisposte, sulla base degli elementi conoscitivi di cui al comma 1, prove d'esame corrispondenti agli insegnamenti impartiti e idonee a valutare il progresso dell'allievo in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali. 3. Nell'ambito della scuola secondaria superiore, per gli alunni handicappati sono consentite prove equipollenti e tempi più lunghi per l'effettuazione delle prove scritte o grafiche e la presenza di assistenti per l'autonomia e la comunicazione. 4. Gli alunni handicappati sostengono le prove finalizzate alla valutazione del rendimento scolastico, comprese quelle di esame, con l'uso degli ausili loro necessari. Ordinanza Ministeriale 14 maggio 1999, n. 128 Norme per lo svolgimento degli scrutini ed esami nelle scuole statali e non statali di istruzione 88 elementare, media e secondaria superiore - Anno scolastico 1998/99 ART. 4 VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP 1. Nei confronti degli alunni con minorazioni fisiche e sensoriali non si procede, di norma, ad alcuna valutazione differenziata; è consentito, tuttavia, l'uso di particolari strumenti didattici appositamente individuati dai docenti, al fine di accertare il livello di apprendimento non evidenziabile attraverso un colloquio o prove scritte tradizionali. 2. Per gli alunni in situazione di handicap psichico la valutazione, per il suo carattere formativo ed educativo e per l'azione di stimolo che esercita nei confronti dell'allievo, deve comunque aver luogo. Il Consiglio di classe, in sede di valutazione trimestrale o quadrimestrale e finale, sulla scorta del Piano Educativo Individualizzato a suo tempo predisposto con la partecipazione dei genitori nei modi e nei tempi previsti dalla C. M. 258/83, esamina gli elementi di giudizio forniti da ciascun insegnante sui livelli di apprendimento raggiunti, anche attraverso l'attività di integrazione e di sostegno, verifica i risultati complessivi rispetto agli obiettivi prefissati dal Piano Educativo Individualizzato. 3. Ove il Consiglio di classe riscontri che l'allievo abbia raggiunto un livello di preparazione conforme agli obiettivi didattici previsti dai programmi ministeriali o, comunque, ad essi globalmente corrispondenti, decide in conformità dei precedenti art. 2 e 3. 4. Qualora, al fine di assicurare il diritto allo studio ad alunni in situazione di handicap psichico e, eccezionalmente, fisico e sensoriale, il piano educativo individualizzato sia diversificato in funzione di obiettivi didattici e formativi non riconducibili ai programmi ministeriali, il Consiglio di classe, fermo restando l'obbligo della relazione di cui al paragrafo 8 della Circolare ministeriale n°262 del 22 settembre 1988, valuta i risultati dell'apprendimento, con l'attribuzione di voti relativi unicamente allo svolgimento del citato piano educativo individualizzato e non ai programmi ministeriali. Tali voti hanno, pertanto, valore legale solo ai fini della prosecuzione degli studi per il perseguimento degli obiettivi del piano educativo individualizzato. I predetti alunni possono, di conseguenza, essere ammessi alla frequenza dell'anno successivo o dichiarati ripetenti anche per tre volte in forza del disposto di cui all'art°316 del D.Lvo 16.4.1994, n°297. In calce alla pagella degli alunni medesimi, deve essere apposta l'annotazione secondo la quale la votazione è riferita al P.E.I e non ai programmi ministeriali ed è adottata ai sensi dell'art.4 della presente Ordinanza. Gli alunni valutati in modo differenziato come sopra possono partecipare agli esami di qualifica professionale e di licenza di maestro d'arte, svolgendo prove differenziate, omogenee al percorso svolto, finalizzate all'attestazione delle competenze e delle abilità acquisite. Tale attestazione può costituire, in particolare quando il piano educativo personalizzato preveda esperienze di orientamento, di tirocinio, di stage, di inserimento lavorativo, un credito formativo spendibile nella frequenza di corsi di formazione professionale nell'ambito delle intese con le Regioni e gli Enti locali. In caso di ripetenza, il Consiglio di classe riduce ulteriormente gli obiettivi didattici del piano educativo individualizzato. Non può, comunque, essere preclusa ad un alunno in situazione di handicap fisico, psichico o sensoriale, anche se abbia sostenuto gli esami di qualifica o di licenza di maestro d'arte, conseguendo l'attestato di cui sopra, l'iscrizione e la frequenza anche per la terza volta alla stessa classe. Qualora durante il successivo anno scolastico vengano accertati livelli di apprendimento corrispondenti agli obiettivi previsti dai programmi ministeriali, il Consiglio di classe delibera in conformità dei precedenti art. 2 e 3, senza necessità di prove di idoneità relative alle discipline dell'anno o degli anni precedenti, tenuto conto che il Consiglio medesimo possiede già tutti gli 89 elementi di valutazione. Gli alunni in situazione di handicap che svolgono piani educativi individualizzati differenziati, ripetenti la terza classe degli istituti professionali e d'arte, possono frequentare, nel quadro dei principi generali stabiliti dall'art.312 e seguenti del D.Lvo n°297/1994, lezioni e attività delle classi successive, sulla base di un progetto - che può prevedere anche percorsi integrati di istruzione e formazione professionale, con la conseguente acquisizione del relativo credito formativo - concordato dai rispettivi consigli di classe al fine del raggiungimento degli obiettivi educativi e del pieno sviluppo della persona, in attuazione del diritto allo studio costituzionalmente garantito. Per gli alunni medesimi, che al termine della frequenza dell'ultimo anno di corso, essendo in possesso di crediti formativi, possono sostenere l'esame di Stato sulla base di prove differenziate coerenti con il percorso svolto e finalizzate solo al rilascio dell'attestazione di cui all'art.13 del Regolamento, si fa rinvio a quanto previsto dall'art.17, comma 4, dell'O.M. n.38/1999. 5. Qualora un Consiglio di classe intenda adottare la valutazione differenziata di cui sopra, deve darne immediata notizia alla famiglia fissandole un termine per manifestare un formale assenso, in mancanza del quale la modalità valutativa proposta si intende accettata. In caso di diniego espresso, l'alunno non può essere considerato in situazione di handicap ai soli fini della valutazione, che viene effettuata ai sensi dei precedenti art.2 e 3. 6. Per gli alunni che seguono un Piano educativo Individualizzato differenziato, ai voti riportati nello scrutinio finale e ai punteggi assegnati in esito agli esami si aggiunge l'indicazione che la votazione è riferita al P.E.I e non ai programmi ministeriali. 7. Trovano applicazione, in quanto connessi con il momento della valutazione, le disposizioni contenute nelle circolari n.163 del 16 giugno 1983 e n.262 del 22 settembre 1988, paragrafi n.6 svolgimento dei programmi, n.7 prove scritte, grafiche, scrittografiche, orali e pratiche e n.8 valutazione. 8. Al fine di facilitare lo svolgimento delle prove equipollenti previste dall'art.318 del D.Lvo 16.4.1994, n.297, i Consigli di classe presentano alle Commissioni d'esame un'apposita relazione, nella quale, oltre a indicare i criteri e le attività previste al comma precedente, danno indicazioni concrete sia per l'assistenza alla persona e alle prove d'esame sia sulle modalità di svolgimento di prove equipollenti, sulla base dell'esperienza condotta a scuola durante il percorso formativo. Per l'esame di Stato conclusivo dei corsi, tale relazione fa parte integrante del documento del Consiglio di classe del 15 maggio, come precisato dall'art°17, comma 1, dell'O.M. n°38/1999. 9. I tempi più lunghi nell'effettuazione delle prove scritte e grafiche, previsti dal terzo comma dell'art.318 del D.Lvo n°297/1994, riguardano le ore destinate normalmente alle prove ma non possono comportare di norma un maggior numero di giorni rispetto a quello stabilito dal calendario degli esami. 10. I docenti di sostegno, a norma dell'art.315, comma quinto, del D.Lvo n°297/1994, fanno parte del Consiglio di classe e partecipano, pertanto, a pieno titolo alle operazioni di valutazione, con diritto di voto per tutti gli alunni della classe. Ordinanza Ministeriale 9 marzo 1995, n. 80 Norme per lo svolgimento degli scrutini ed esami nelle scuole statali e non statali di istruzione 90 elementare, media e secondaria superiore - anno scolastico 1994-95 1. La valutazione degli alunni riconosciuti in situazione di handicap viene operata, sulla base del piano educativo individualizzato, mediante prove di esame, anche differenziate, corrispondenti agli insegnamenti impartiti ed idonee a valutare il processo formativo dell'allievo in rapporto alle sue potenzialità ed ai livelli di apprendimento e di autonomia iniziali. 2. Nel riquadro delle finalità della scuola media, gli allievi in situazione di handicap che vengano ammessi a sostenere gli esami di licenza, possono svolgere prove differenziate, in linea con gli interventi educativo-didattici attuati sulla base del percorso formativo individualizzato, secondo le indicazioni contenute nell'art 318 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297. Tali prove dovranno essere idonee a valutare il progresso dell'allievo in rapporto alle sue potenzialità ed ai livelli di apprendimento iniziali. 3. Nei diplomi di licenza della scuola media, nei certificati e negli attestati da rilasciare alla conclusione degli esami stessi non è fatta menzione delle prove differenziate sostenute dagli alunni handicappati. Infine, allo scopo di offrire un panorama davvero esaustivo della normativa in materia di valutazione riferita a tutti gli ordini di scuola, riportiamo le seguenti ordinanze: Ordinanza Ministeriale 21 maggio 2001, n. 90 (in SO n. 194 alla GU 20 luglio 2001, n. 167) Norme per lo svolgimento degli scrutini e degli esami nelle scuole statali e non statali di istruzione elementare, media e secondaria superiore - Anno scolastico 2000-2001 ART. 15 VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP 1. Nei confronti degli alunni con minorazioni fisiche e sensoriali non si procede, di norma, ad alcuna valutazione differenziata; è consentito, tuttavia, l'uso di particolari strumenti didattici appositamente individuati dai docenti, al fine di accertare il livello di apprendimento non evidenziabile attraverso un colloquio o prove scritte tradizionali. 2. Per gli alunni in situazione di handicap psichico la valutazione, per il suo carattere formativo ed educativo e per l'azione di stimolo che esercita nei confronti dell'allievo, deve comunque aver luogo. Il Consiglio di classe, in sede di valutazione periodica e finale, sulla scorta del Piano Educativo Individualizzato a suo tempo predisposto con la partecipazione dei genitori nei modi e nei tempi previsti dalla C. M. 258/83, esamina gli elementi di giudizio forniti da ciascun insegnante sui livelli di apprendimento raggiunti, anche attraverso l’attività di integrazione e di sostegno, verifica i risultati complessivi rispetto agli obiettivi prefissati dal Piano Educativo Individualizzato. 3. Ove il Consiglio di classe riscontri che l'allievo abbia raggiunto un livello di preparazione conforme agli obiettivi didattici previsti dai programmi ministeriali o, comunque, ad essi globalmente corrispondenti, decide in conformità dei precedenti artt. 4. Qualora, al fine di assicurare il diritto allo studio ad alunni in situazione di handicap psichico e, eccezionalmente, fisico e sensoriale, il piano educativo individualizzato sia diversificato in funzione di obiettivi didattici e formativi non riconducibili ai programmi ministeriali, il Consiglio di classe, fermo restando l'obbligo della relazione di cui al paragrafo 8 della Circolare ministeriale n°262 del 22 settembre 1988, valuta i risultati dell'apprendimento, con l'attribuzione di voti relativi unicamente allo svolgimento del citato piano educativo individualizzato e non ai programmi ministeriali. Tali voti 91 5. 6. 7. 8. 92 hanno, pertanto, valore legale solo ai fini della prosecuzione degli studi per il perseguimento degli obiettivi del piano educativo individualizzato. I predetti alunni possono, di conseguenza, essere ammessi alla frequenza dell'anno successivo o dichiarati ripetenti anche per tre volte in forza del disposto di cui all’art.316 del D.Lvo 16.4.1994, n°297. In calce alla pagella degli alunni medesimi, deve essere apposta l’annotazione secondo la quale la votazione è riferita al P.E.I e non ai programmi ministeriali ed è adottata ai sensi dell'art.14 della presente Ordinanza. Gli alunni valutati in modo differenziato come sopra possono partecipare agli esami di qualifica professionale e di licenza di maestro d'arte, svolgendo prove differenziate, omogenee al percorso svolto, finalizzate all'attestazione delle competenze e delle abilità acquisite. Tale attestazione può costituire, in particolare quando il piano educativo personalizzato preveda esperienze di orientamento, di tirocinio, di stage, di inserimento lavorativo, un credito formativo spendibile nella frequenza di corsi di formazione professionale nell'ambito delle intese con le Regioni e gli Enti locali. In caso di ripetenza, il Consiglio di classe riduce ulteriormente gli obiettivi didattici del piano educativo individualizzato. Non può, comunque, essere preclusa ad un alunno in situazione di handicap fisico, psichico o sensoriale, anche se abbia sostenuto gli esami di qualifica o di licenza di maestro d’arte, conseguendo l’attestato di cui sopra, l’iscrizione e la frequenza anche per la terza volta alla stessa classe. Qualora durante il successivo anno scolastico vengano accertati livelli di apprendimento corrispondenti agli obiettivi previsti dai programmi ministeriali, il Consiglio di classe delibera in conformità dei precedenti art.12 e 13, senza necessità di prove di idoneità relative alle discipline dell’anno o degli anni precedenti, tenuto conto che il Consiglio medesimo possiede già tutti gli elementi di valutazione. Gli alunni in situazione di handicap che svolgono piani educativi individualizzati differenziati, in possesso dell’attestato di credito formativo, possono iscriversi e frequentare, nel quadro dei principi generali stabiliti dall’art.312 e seguenti del D.Lvo n°297/1994, le classi successive, sulla base di un progetto – che può prevedere anche percorsi integrati di istruzione e formazione professionale, con la conseguente acquisizione del relativo credito formativo in attuazione del diritto allo studio costituzionalmente garantito. Per gli alunni medesimi, che al termine della frequenza dell’ultimo anno di corso, essendo in possesso di crediti formativi, possono sostenere l’esame di Stato sulla base di prove differenziate coerenti con il percorso svolto e finalizzate solo al rilascio dell’attestazione di cui all’art.13 del Regolamento, si fa rinvio a quanto previsto dall’art.17, comma 4, dell’O.M. n°29/2001. Qualora un Consiglio di classe intenda adottare la valutazione differenziata di cui sopra, dev e darne immediata notizia alla famiglia fissandole un termine per manifestare un formale assenso, in mancanza del quale la modalità valutativa proposta si intende accettata. In caso di diniego espresso, l’alunno non può essere considerato in situazione di handicap ai soli fini della valutazione, che viene effettuata ai sensi dei precedenti art.12 e 13. Per gli alunni che seguono un Piano educativo Individualizzato differenziato, ai voti riportati nello scrutinio finale e ai punteggi assegnati in esito agli esami si aggiunge, nelle certificazioni rilasciate, l’indicazione che la votazione è riferita al P.E.I e non ai programmi ministeriali. Trovano applicazione, in quanto connessi con il momento della valutazione, le disposizioni contenute nelle circolari n°163 del 16 giugno 1983 e n°262 del 22 settembre 1988, paragrafi n°6 svolgimento dei programmi, n°7 prove scritte, grafiche, scrittografiche, orali e pratiche e n°8 valutazione. Al fine di facilitare lo svolgimento delle prove equipollenti previste dall’art.318 del D.Lvo 16.4.1994, n°297, i Consigli di classe presentano alle Commissioni d’esame un'apposita relazione, nella quale, oltre a indicare i criteri e le attività previste al comma precedente, danno indicazioni concrete sia per l'assistenza alla persona e alle prove d'esame sia sulle modalità di svolgimento di prove equipollenti, sulla base dell'esperienza condotta a scuola durante il percorso formativo. Per l’esame di Stato conclusivo dei corsi, tale relazione fa parte integrante del documento del Consiglio di classe del 15 maggio, come precisato dall’art.17, comma 1, dell’O.M. n°29/2001. 9. I tempi più lunghi nell'effettuazione delle prove scritte e grafiche, previsti dal terzo comma dell’art.318 del D.Lvo n°297/1994, riguardano le ore destinate normalmente alle prove ma non possono comportare di norma un maggior numero di giorni rispetto a quello stabilito dal calendario degli esami. 10. I docenti di sostegno, a norma dell’art.315, comma quinto, del D.Lvo n°297/1994, fanno parte del Consiglio di classe e partecipano, pertanto, a pieno titolo alle operazioni di valutazione, con diritto di voto per tutti gli alunni della classe. 11. Le scuole, per la valutazione degli alunni in situazione di handicap, possono avvalersi della consulenza dei gruppi di lavoro provinciali per l’integrazione scolastica, ai sensi dell’art.317, terzo comma, del D.Lgs. 297/94 ART.16 PUBBLICAZIONE DEGLI SCRUTINI 1. A norma dell’art.2 dell’ordinanza ministeriale n.134/2000 relativa al calendario scolastico, gli scrutini sono pubblicati entro i termini stabiliti dal dirigente scolastico, sentito il collegio dei docenti. 2. In caso di esito negativo degli scrutini e degli esami, all’albo dell’Istituto l’indicazione dei voti è sostituita con il riferimento al risultato negativo riportato ("non ammesso alla classe successiva", "non qualificato", "non licenziato"). 3. Per gli alunni che seguono un Piano educativo individualizzato differenziato, ai voti riportati nello scrutinio finale e ai punteggi assegnati in esito agli esami si aggiunge, nelle certificazioni rilasciate, l’indicazione che la votazione è riferita al P.E.I. e non ai programmi ministeriali. 93 Scuola Secondaria Superiore PERCORSI SCOLASTICI DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI Tutti gli alunni H che frequentano la Scuola Secondaria Superiore seguono percorsi che hanno come finalità: L'acquisizione di professionalità e/o competenze professionali al livello massimo consentito da deficit e dall'handicap, integrazione sociale e lavorativa. Due sono i tipi di percorsi scolastici e relativi Piani Educativi Personalizzati che gli alunni H possono seguire a seconda delle manifestazioni patologiche che presentano: CORSO DI STUDI PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO 94 PIANO EDUCATIVO DIFFERENZIATO Stesso Percorso Percorso Parzialmente diverso Percorso Differenziato Obiettivi "minimi" della classe: competenze indispensabili per il proseguimento degli studi (Qualifica - Esame di Stato) Obiettivi "equipollenti" a quelli della classe: competenze che coincidono solo parzialmente con quelle della classe e consentono il proseguimento degli studi Obiettivi "non riconducibili" a quelli della classe. Consente di iscriversi e frequentare la classe successiva e conseguire un Attestato di Frequenza (Qualifica - Esame di Stato) Infine, una nota su: Esami di Stato e di Qualifica per gli allievi con handicap certificato in base alla L.104/92 o con difficoltà certificabili in base alla sola classificazione internazionale ICD 10. Le finalità dell’esame di Stato e i candidati in situazione di handicap La documentazione che il Consiglio di classe deve preparare Le prove equipollenti I tempi più lunghi per la effettuazione delle prove La presenza di assistenti per l’autonomia e la comunicazione Le prove per candidati con percorso didattico differenziato I candidati esterni in situazione di handicap Normativa di riferimento: Legge 5 febbraio 1992 n. 104 art. 16 O.M. 21 maggio 2001 n. 90 titolo IV art. 15 O.M. n. 30 del 10/3/2008 Esame conclusivo dei percorsi di studio degli studenti in situazione di handicap: norme, chiarimenti ed informazioni L’esame di Stato ha come fine l’analisi e la verifica della preparazione di ciascun candidato in relazione agli obiettivi generali e specifici propri di ciascun indirizzo (art.1 L.n. 425/1997); esso, pertanto, anche per i candidati in situazione di handicap, deve costituire l’occasione per un oggettivo accertamento delle conoscenze, competenze e capacità acquisite. In questa prospettiva, l’obiettivo di non svalutare i titoli di studio si deve coniugare con quello di realizzare un esame che sia un corretto coronamento del curricolo scolastico, dignitoso per l’allievo e per la Commissione. Si tratta di rifiutare, da parte della Commissione, sia l’atteggiamento paternalistico (non si chiedono regali) sia quello intransigente (nella valutazione degli alunni handicappati talora si è più severi che nella valutazione degli alunni normodotati). Dalla Scheda n. 3 “Candidati in situazione di handicap” - pag. 50/56 del M.P.I. Coordinamento per l’esame di Stato “Il nuovo Esame di Stato – Materiali multimediali per l’aggiornamento – linee guida” novembre 1998 Illustrare, più precisamente, i seguenti punti: 1. Documentazione che il Consiglio di Classe deve preparare per la Commissione d’esame. Per gli alunni in situazione di handicap il Consiglio di classe deve in primo luogo approntare la stessa documentazione necessaria per la generalità della classe. In particolare, tuttavia, il documento finalizzato alla formulazione della terza prova scritta, volto a esplicitare "i contenuti, i mezzi, gli spazi ed i tempi del percorso formativo, nonché i criteri, gli strumenti di valutazione adottati e gli obiettivi raggiunti" deve illustrare: - le scelte fatte per l’alunno in situazione di handicap per il suo percorso individuale nonché per le attività di sostegno - le modalità di integrazione nella classe - i percorsi comuni alla classe - le "ricadute" delle scelte operate sulla attività didattica complessiva. - Inoltre, il Consiglio di classe, al fine di consentire alla Commissione d’esame di operare correttamente secondo quanto previsto dall’Art. 6, comma 1 del Regolamento, deve predisporre: - la documentazione relativa ai singoli candidati in situazione di handicap - per i candidati che ne abbiano bisogno, le richieste di prove equipollenti e/o di assistenza e/o di tempi più lunghi sia per le prove scritte che per quelle orali 95 - per i candidati che abbiano seguito un percorso didattico differenziato, la richiesta di prove coerenti con tale percorso e finalizzate al rilascio dell’attestato (Art. 13, comma 2, Reg.) - nel caso di candidati non vedenti, la richiesta al Ministero della P.I. del testo delle prove in Braille La documentazione che il Consiglio di classe prepara per la Commissione d’esame ai sensi dell’Art.6, comma 1 ha principalmente lo scopo di facilitare la predisposizione delle prove equipollenti previste dall’art.16 della legge quadro. Essa deve fornire pertanto, attraverso una apposita relazione, informazioni utili perché la Commissione possa mettere il candidato a suo agio e valutare al tempo stesso in modo appropriato le sue conoscenze, competenze e capacità. La relazione sviluppata a questo fine dal Consiglio di classe potrebbe avere la seguente struttura: - descrizione del deficit e dell’handicap descrizione del percorso realizzato dall’alunno: a) conoscenze, competenze e capacità raggiunte b) difficoltà incontrate e come sono state superate o non superate c) discipline per le quali sono stati adottati particolare criteri didattici 5 d) percorsi equipollenti eventualmente svolti e) attività integrative e di sostegno svolte, anche in sostituzione parziale o totale di alcune discipline f) risorse utilizzate (docente di sostegno, accompagnatore, ausili, tecnologie ecc.) f) qualsiasi altra informazione che il Consiglio di classe ritiene utile far pervenire alla Commissione esposizione delle modalità di formulazione e realizzazione delle prove per le valutazioni e precisamente: a) con quali tecnologie b) con quali strumenti c) con quali modalità d) con quali contenuti e) con quale assistenza (docente di sostegno, assistente educativo, obiettore, accompagnatore, ecc.): questo punto deve essere esposto in modo chiaro ed esauriente in modo da non suscitare fraintendimenti in chi legge. - eventuale richiesta di prove equipollenti e di assistenza: sulla base della relazione, per le prove scritte, grafiche, pratiche, e/o orali si possono eventualmente richiedere prove equipollenti, indicando chiaramente: a) quale tipo di prova si richiede b) quale tipo di assistenza e con quali compiti c) quale durata per le prove scritte È molto importante concordare con l’alunno handicappato la modalità delle prove da sostenere nel corso dell’esame di Stato. La richiesta di prove equipollenti e/o di assistenza conclude la relazione di presentazione dell’alunno con handicap. È consigliabile riportare anche in un foglio a parte tale richiesta. La Commissione, esaminata la documentazione fornita dal Consiglio di classe, predispone le prove equipollenti e, ove necessario, quelle relative al percorso differenziato con le modalità indicate dal Consiglio di classe, anche avvalendosi della consulenza di personale esperto. Nel caso in cui la Commissione decida in senso contrario al Consiglio di classe, deve motivare per iscritto la propria decisione. 2. Le prove equipollenti. Il parere del Consiglio di Stato n. 348/91 non entra nel merito di che cosa sono le prove equipollenti, ma afferma che lo "Stato assume il potere-dovere di accertare e certificare che un soggetto ha raggiunto in un determinato settore culturale o professionale un certo livello di conoscenze e professionalità [...]. Non si può configurare un supposto diritto al conseguimento del titolo legale di studio, che prescinda da un oggettivo accertamento di competenze effettivamente acquisite". Il Consiglio di Stato afferma inoltre che il titolo di studio non può essere conseguito da "chi rimane al di sotto di quella soglia di competenza che è necessaria per il conseguimento di quel titolo". Al fine del rilascio del titolo di studio sono importanti le conoscenze, le competenze e le capacità conseguite 96 dall’alunno e non il percorso fatto per conseguirle. La legge 104/92 prevede prove equipollenti per alunni in situazione di handicap (art.16). L’art. 6 comma 1 del Regolamento afferma che "la Commissione giudicatrice, esaminata la documentazione fornita dal Consiglio di classe [...] può predisporre, ove ne ravvisi la necessità, prove equipollenti a quelle proposte dal Ministero e che possono consistere nell’utilizzo di mezzi tecnici o di modi diversi ovvero nello svolgimento di contenuti culturali e/o professionali differenti [...]. In ogni caso le prove equipollenti devono consentire di verificare che il candidato abbia raggiunto una preparazione culturale e professionale idonea per il rilascio del diploma attestante il superamento dell’esame". In questo quadro, le prove equipollenti sono prove utili per accertare se il candidato, pur nella diversità della situazione, sia in grado di raggiungere, nell’interesse pubblico primario, la soglia di competenza necessaria per il conseguimento del titolo di studio. Cioè le prove equipollenti devono poter consentire di verificare che il candidato abbia raggiunto una preparazione culturale e professionale idonea per il rilascio del diploma. In questo senso ci si può giovare sia di strumentazione tecnica sia di contenuti culturali differenti da quelli predisposti per gli altri candidati ma adeguati alla situazione di handicap e alle conoscenze, competenze e capacità che si devono accertare. Inoltre le prove equipollenti devono essere coerenti con il livello degli insegnamenti impartiti all’alunno in situazione di handicap e idonee a valutare il progresso dell’allievo in rapporto alle sue potenziali attitudini e al livello di partenza (D.M. 26 agosto 1981). Più precisamente con prove equipollenti si intende che: - I testi della prima e della seconda prova scritta sono trasmessi dal Ministero anche tradotti in linguaggio braille, ove vi siano candidati in situazione di forte handicap visivo La prova inviata dal Ministero della P.I. è svolta con "mezzi diversi": ad esempio, computer, macchina da scrivere, per mezzo della dettatura all’insegnante di sostegno, ecc. In questo caso occorre accertare come l’allievo potrà svolgere le prove e se tale svolgimento può disturbare i compagni (alcuni alunni che non sono in grado di scrivere i loro testi sono, in genere, abituati a dettare ad alta voce, alcuni strumenti per la scrittura braille sono rumorosi). Nel caso sia necessaria una postazione fuori dall’aula nella quale lavorano tutti gli altri allievi, la Commissione deve predisporre la vigilanza necessaria - la prova inviata dal Ministero della P.I. è svolta in "modalità diverse": ad esempio, la prova è "tradotta" in quesiti con alcune possibili risposte chiuse, cioè in prove strutturate o in griglie. In questo caso è bene valutare attentamente la situazione; ad esempio può essere inopportuno che il Consiglio di classe proponga alla Commissione una prova equipollente che consista nello svolgimento di una parte del tema ministeriale. Inoltre si può sconsigliare di fare attendere il candidato in situazione di handicap mentre la Commissione decide e/o prepara la prova e /o le modalità di svolgimento: la prova è proposta dalla Commissione di esame e ha contenuti culturali e/o tecnici e/o professionali differenti da quelli proposti dal Ministero della P.I. La prova proposta dalla Commissione deve essere comunque tale da poter verificare la preparazione culturale e professionale del candidato. Essa deve inoltre essere omogenea con il percorso svolto dal candidato e deve poter essere realizzata dal candidato con le stesse le modalità, tempi e assistenza utilizzati nelle prove di verifica fatte durante l’anno scolastico. Il Consiglio di classe, qualora richieda questo tipo di prova, deve fornire nella relazione tutte le informazioni utili per la preparazione del testo e/o dei testi delle prove, fornendo a parte il testo delle prove realizzate durante l’anno dal candidato. La Commissione a sua volta (eventualmente avvalendosi di personale esperto) deve preventivamente preparare le prove d’esame diverse da quelle proposte dal Ministero della P.I., omogenee al programma svolto dal candidato seguendo le indicazioni fornite dal Consiglio di classe circa i contenuti, le modalità, l’assistenza e i tempi. È consigliabile che questa preparazione sia realizzata dopo aver letto la relazione del Consiglio di classe, esaminato il percorso formativo, consultati i commissari interni o l’insegnante curricolare o il docente di sostegno e esaminati testi di prove eseguite durante l’anno - per quanto riguarda il colloquio, esso si può realizzare mediante prove scritte, test, o qualsiasi altra strumentazione o 97 tecnologia o attraverso un operatore che medi tra il candidato e l’esaminatore. Ad esempio, un docente o assistente o operatore mediatore o esperto traduce il linguaggio verbale del docente in linguaggio gestuale comprensibile dall’ alunno audioleso e - viceversa - il linguaggio gestuale dell’alunno in linguaggio verbale comprensibile al docente; la prova inviata dal Ministero della P.I. è svolta in "modalità diverse": ad esempio, la prova è "tradotta" in quesiti con alcune possibili risposte chiuse, cioè in prove strutturate o in griglie. In questo caso è bene valutare attentamente la situazione; ad esempio può essere inopportuno che il Consiglio di classe proponga alla Commissione una prova equipollente che consista nello svolgimento di una parte del tema ministeriale. Inoltre si può sconsigliare di fare attendere il candidato in situazione di handicap mentre la Commissione decide e/o prepara la prova e /o le modalità di svolgimento - la prova è proposta dalla Commissione di esame e ha contenuti culturali e/o tecnici e/o professionali differenti da quelli proposti dal Ministero della P.I. La prova proposta dalla Commissione deve essere comunque tale da poter verificare la preparazione culturale e professionale del candidato. Essa deve inoltre essere omogenea con il percorso svolto dal candidato e deve poter essere realizzata dal candidato con le stesse le modalità, tempi e assistenza utilizzati nelle prove di verifica fatte durante l’anno scolastico. Il Consiglio di classe, qualora richieda questo tipo di prova, deve fornire nella relazione tutte le informazioni utili per la preparazione del testo e/o dei testi delle prove, fornendo a parte il testo delle prove realizzate durante l’anno dal candidato. La Commissione a sua volta (eventualmente avvalendosi di personale esperto) deve preventivamente preparare le prove d’esame diverse da quelle proposte dal Ministero della P.I., omogenee al programma svolto dal candidato seguendo le indicazioni fornite dal Consiglio di classe circa i contenuti, le modalità, l’assistenza e i tempi. È consigliabile che questa preparazione sia realizzata dopo aver letto la relazione del Consiglio di classe, esaminato il percorso formativo, consultati i commissari interni o l’insegnante curricolare o il docente di sostegno e esaminati testi di prove eseguite durante l’anno - per quanto riguarda il colloquio, esso si può realizzare mediante prove scritte, test, o qualsiasi altra strumentazione o tecnologia o attraverso un operatore che medi tra il candidato e l’esaminatore. Ad esempio, un docente o assistente o operatore mediatore o esperto traduce il linguaggio verbale del docente in linguaggio gestuale comprensibile dall’alunno audioleso e - viceversa - il linguaggio gestuale dell’alunno in linguaggio verbale comprensibile al docente. 3. Tempi più lunghi per l’effettuazione delle prove scritte, grafiche e orali: Secondo l’art. 16 della L. 104/74 ai candidati in situazione di handicap sono concessi tempi più lunghi per le prove d’esame. Nell’art.6, comma 3 del Regolamento si afferma che "i tempi più lunghi nell’effettuazione delle prove scritte e grafiche e del colloquio, previsti dal comma 3 dell’articolo 16 della citata legge N. 104 del 1992, non possono di norma comportare un maggiore numero di giorni rispetto a quello stabilito dal calendario degli esami. In casi eccezionali, la Commissione, tenuto conto della gravità dell’handicap, della relazione del Consiglio di classe, delle modalità di 8 svolgimento delle prove durante l’anno scolastico, può deliberare lo svolgimento di prove scritte equipollenti in un numero maggiore di giorni". Occorre fare molta attenzione quando si chiedono tempi più lunghi per le prove scritte: gli esami di Stato hanno solitamente standard di durata molto superiori a quelli delle prove svolte durante l’anno scolastico. A volte è preferibile chiedere una prova equipollente che necessiti di minor tempo piuttosto che lo svolgimento della prova in due giorni. 4. la presenza di assistenti per l’autonomia e la comunicazione: Si è già sottolineato che le prove dell’esame di Stato devono essere svolte secondo modalità omogenee rispetto a quelle svolte durante l’anno scolastico, poiché il candidato deve essere messo nelle migliori condizioni psicofisiche. Questo vale anche per l’assistenza. Essa deve essere intesa come: 98 1) assistenza per l’autonomia, cioè alla persona o per l’aiuto personale; ad esempio, per andare nel bagno, mangiare un panino, bere un bicchiere d’acqua ecc. 2) assistenza per l’autonomia intesa come aiuto per lo svolgimento delle prove (aiuto nella consultazione di vocabolari, nella lettura e/o traduzione del testo in un "linguaggio" accessibile, ecc.) 3) assistenza per la comunicazione nel senso più generale durante l’anno scolastico l’assistenza relativa al punto a) è di solito prestata da un assistente appositamente nominato, un accompagnatore, un bidello, un familiare, e così via. Si tratta, appunto, di un "assistente", cioè di una persona che aiuta l’alunno in situazione di handicap negli spostamenti e nella cura della persona. Tale "figura", durante le prove scritte, è presente nell’istituto e può esserlo anche nell’aula dove il candidato svolge l’esame. L’assistenza relativa ai punti b) e c) la fa chi l’ha sempre fatta durante l’anno scolastico (docente di sostegno, docente di classe, obiettore di coscienza, ecc.) cioè la persona indicata dal Consiglio di classe. Quest’ultimo, nella relazione i cui aspetti sono stati chiariti nel paragrafo 2 di questa scheda, deve infatti: - far presente con quali assistenze il candidato ha svolto le prove di verifica durante l’anno scolastico - chiedere l’assistenza necessaria per lo svolgimento delle prove scritte, grafiche e/o orali, indicando i compiti che tale assistenza deve svolgere In conclusione, le persone che fanno assistenza durante l’esame sono le stesse che hanno fatto assistenza all’alunno durante l’anno scolastico. Le "figure" sono quelle presenti a scuola e che, durante l’anno, hanno "seguito l’alunno con handicap e fatto assistenza durante le prove di valutazione", e precisamente: - docenti del Consiglio di classe e/o altro personale della scuola e precisamente docenti di sostegno, docenti curricolari, ecc., personale assegnato alla scuola, assistenti inviati dagli EE.LL, o segnalati "dagli stessi interessati e, in mancanza, dalle associazioni di ciechi e di sordomuti o dalle loro famiglie" - "obiettori di coscienza operanti presso gli Enti Locali" Si ricorda che le persone che possono prestare assistenza all’esame possono essere più di una. Ad esempio, il docente di sostegno presente durante la prova di italiano può essere diverso da quello presente durante la seconda prova o la prova orale (si veda in proposito il D.M. 25 maggio 1995 n. 170). 5. Le prove per i candidati che hanno svolto un percorso didattico differenziato: per i candidati in situazione di handicap che hanno svolto nel corso degli studi piani didattici individualizzati diversificati in vista di obiettivi educativi e formativi non riconducibili ai programmi ministeriali, la Commissione d’esame predispone, su indicazione del Consiglio di classe, prove differenziate omogenee al percorso svolto, finalizzate all’attestazione delle competenze e abilità acquisite. Tale attestazione può costituire, in particolare quando il piano educativo individualizzato prevede esperienze di orientamento, tirocinio, stage, inserimento lavorativo, un credito spendibile anche nella frequenza di corsi di formazione professionale nell’ambito degli accordi tra amministrazione scolastica e regioni. I testi delle prove scritte sono elaborati dalle commissioni, sulla base della documentazione fornita dal consiglio di classe. Il Consiglio di classe fornirà ogni elemento utile per la formulazione delle prove. Esse dovranno essere coerenti con quelle svolte durante il corso degli studi e con gli obiettivi educativi, di formazione professionale e di sviluppo della persona prefissati nel piano educativo individualizzato, nell’ambito dell’autonomia, della comunicazione, socializzazione, apprendimento ed acquisizione di competenze relazionali e/o professionali. Per il candidato in situazione di handicap che abbia seguito piani didattici individualizzati la partecipazione alle prove d’esame costituirà comunque occasione di stimolo e di corretta conclusione di un percorso formativo realizzato interagendo con l’intera classe. Pertanto, si possono individuare 2 tipi di percorso: 99 Alunni in situazione di handicap il cui P.E.I. preveda il raggiungimento dei livelli essenziali previsti per la classe Prove uguali alla classe Prove equipollenti 100 Alunni in situazione di handicap il cui P.E.I. preveda un percorso differenziato rispetto a quello previsto per la classe Prove differenziate Diploma esame di qualifica Certificato di credito formativo Diploma Esame di Stato Attestazione Credito Formativo Determinazione criteri di valutazione alunni diversamente abili e in situazione di gravità dell’Istituto Comprensivo Falcomatà Archi In merito alla valutazione, ed ai relativi criteri, degli alunni diversamente abili, va ribadito che il team docente valuta comunque i risultati dell'apprendimento con l'attribuzione di giudizi o di voti relativi esclusivamente allo svolgimento del PEI; tali giudizi o voti hanno valore legale al fine della prosecuzione degli studi e di essi viene fatta menzione in calce alla scheda di valutazione. In merito, viceversa agli alunni in situazione di gravità (art.3 c.3 L.104) ai sensi dell’art. 15 Ordinanza ministeriale 21 maggio 2001, n. 90 e del successivo D.P.R.n°122 del 22 Giugno 2009 ( art.9) , il PEI predisposto in sede di GLH operativo ( o in seduta dedicata) può individuare obiettivi formativi non riconducibili ai programmi ministeriali e ai Piani di studio previsti per i diversi tipi di scuola. A causa dell’impossibilità di procedere, per tali alunni, ad una valutazione calibrata sui parametri generali fissati per gli alunni dell’Istituto Comprensivo, stante la programmazione totalmente individualizzata predisposta dal GLH in seduta dedicata che ha individuato Aree d’intervento individualizzato con obiettivi mirati e non riconducibili a quelli ministeriali, il GLH d’Istituto ha deliberato la predisposizione di apposite griglie di valutazione, da allegare alla scheda ministeriale, nelle quali verranno riportate le aree d’intervento previste nel PEI con indicazione degli obiettivi ritenuti dal team docente prevalenti ai fini della valutazione ed una votazione espressa in decimi secondo quanto previsto dal seguente schema: Valutazione alunni diversamente abili con obiettivi minimi e/o differenziati Voto Modalità di raggiungimento dell’obiettivo Obiettivo non raggiunto / atteggiamento oppositivo Obiettivo sufficientemente raggiunto Obiettivo raggiunto in modo soddisfacente Obiettivo pienamente raggiunto Obiettivo pienamente raggiunto 5 6 7 8/9 10 Prevalentemente guidato Parzialmente guidato In autonomia e con ruolo attivo In autonomia, con sicurezza e con ruolo propositivo Verranno, altresì, compilate sulla scheda di valutazione ministeriale le voci relative al comportamento e/o comunque, alle discipline per le quali sia possibile effettuare una valutazione rispondente ai parametri generalmente fissati per gli alunni dell’istituto comprensivo “Falcomatà Archi”. L’AUTOVALUTAZIONE 101 L'art. 21 della legge 15 marzo 1997 n. 59, che istituisce l'autonomia delle Istituzioni Scolastiche, al comma 9 prevede “l'obbligo di adottare procedure e strumenti di verifica e valutazione della produttività scolastica e del raggiungimento degli obiettivi”. L'autonomia scolastica comporta una libertà gestionale, che richiede un maggiore impegno e responsabilità per le professionalità che vi operano (dirigente, docenti, ATA). Impegno e responsabilità nell’ identificare aree e promuovere iniziative di miglioramento, dopo aver effettuato azioni di verifica dei risultati, rispetto agli obiettivi programmati. L'Autovalutazione d'istituto è un’autodiagnosi che impegna il DS e il Personale a decidere forme, indicatori e contenuti per rilevare i punti di forza le loro ricadute sul funzionamento dell’Istituto e punti di debolezza sui quali intervenire. Essa stessa rappresenta di per sé già un punto di forza per una serie di valenze che scaturiscono dalla sua stessa promozione: Sviluppo della leadership collaborativa diffusa (attori coinvolti in dialoghi concreti e proficui) Ricerca della qualità Implementazione del miglioramento Il Ministero ha pubblicato la Direttiva n. 11 del 18 settembre 2014 sulle priorità strategiche del Sistema Nazionale di Valutazione per gli anni scolastici 2014/15,2015/16 e 2016/17 GLI SCOPI DELLA VALUTAZIONE La valutazione è finalizzata al miglioramento della qualità dell’offerta formativa e degli apprendimenti e sarà particolarmente indirizzata: alla riduzione della dispersione scolastica e dell’insuccesso scolastico; alla riduzione delle differenze tra scuole e aree geografiche nei livelli di apprendimento degli studenti; al rafforzamento delle competenze di base degli studenti rispetto alla situazione di partenza; alla valorizzazione degli esiti a distanza degli studenti con attenzione all’università e al lavoro IL DOCUMENTO DI AUTOVALUTAZIONE (RAV) L'Invalsi negli ultimi anni ha sostenuto i processi di autovalutazione delle scuole fornendo strumenti di analisi dei dati resi disponibili dalle scuole, ha quindi definito un sistema informativo di tutte le rilevazioni nazionali e internazionali degli apprendimenti; un quadro di riferimento, corredato di indicatori e dati comparabili, per l’elaborazione dei rapporti di autovalutazione (RAV). Oggi il RAV costituisce il documento di sintesi dell’autovalutazione dell’Istituzione scolastica in tutti i suoi processi formativi e di gestione. È uno strumento di lavoro utilizzato per riflettere, far emergere ogni criticità e darsi degli obiettivi di miglioramento. Il documento si articola in 5 sezioni con 49 indicatori attraverso i quali la nostra scuola ha avviato il processo di autovalutazione, individuato i punti di forza e debolezza, mettendoli a confronto con dati nazionali e internazionali, ed elaborato le strategie per rafforzare la propria azione educativa. DESCRIZIONE DEL PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE INPUT 102 - Risultati Progetti /obiettivi Rete scolastica - Tutto l’Istituto - DS Responsabile qualità Coordinatori d’area - Autovalutazione Gruppo Autovalutazione Nucleo di valutazione Autoanalisi Rilevazione punti di forza e punti di debolezza Individuazione delle aree da migliorare Proposte di miglioramento Evidenze Questionari sistema domanda Questionari di autovalutazione/soddisfazione interna Customer Satisfaction (lettura educativa del sistema domanda Cura della raccolta dati e documentazione Predisposizione del documento di autovalutazione Rapporto di monitoraggio Diminuzione reclami Soddisfazione utenza e personale Grado di raggiungimento degli obiettivi Valutazioni Esterne VERIFICA E VALUTAZIONE - Relazione attività Report EVIDENZE - Documentazione delle azioni di monitoraggio RAV Sintesi dei Monitoraggi Relazioni coordinatori d’area DESTINATARI RESPONSABILE ATTIVITÀ RISULTATI ATTESI DAL PROCESSO INDICATORI DI PERFORMANCE GESTIONE - L’autovalutazione interessa l’immagine della scuola, la qualità delle strutture, il Curricolo, l’ampliamento dell’OF, la comunicazione, i rapporti interpersonali, la collaborazione, la professionalità, il rispetto del regolamento, l’impegno e la partecipazione alla vita della scuola e sugli aspetti prettamente organizzativi. 103 I VANTAGGI Per la Scuola Per il personale della Scuola • aver realizzato il processo di autovalutazione in autonomia con un forte collegamento alla valutazione esterna e un ritorno in termini di visibilità attraverso la partecipazione ai premi • aver acquisito competenze ed esperienza sulle modalità di conduzione del processo di autovalutazione utilizzabili in futuro MONITORAGGIO Il monitoraggio comporta una serie di azioni che vengono condotte costantemente al fine di osservare, controllare ed evidenziare le problematiche emergenti e di valutare le attività avviate in concordanza con gli obiettivi che si intendono perseguire. Le azioni di monitoraggio rientrano nella pratica quotidiana delle attività dell’istituto: dai progetti ai processi, al grado di partecipazione/adesione alle diverse iniziative. A tale proposito vengono predisposte diverse tipologie di questionari, evidenziando sia i diversi aspetti del processo formativo che l’Istituto prevede di monitorare, sia gli obiettivi da raggiungere peculiari dei diversi portatori d’interesse destinatari. Questo processo è guidato da obiettivi specifici d’indagine e raccolta dei dati. I risultati dei monitoraggi sono utilizzati dai coordinatori d’area e dalle Commissioni preposte ai diversi processi con la finalità di adottare azioni correttive e/o preventive per le annualità successive. Documento di sintesi e pianificazione delle azioni di monitoraggio è il PDM (Piano di Miglioramento) nel quale sono progettati, mediante diagrammi di GANTT, le fasi e i tempi del monitoraggio DESCRIZIONE DEL PROCESSO DI MONITORAGGIO Esigenze del territorio Esigenze delle famiglie e degli alunni Dati concernenti il gradimento Reclami portatori d’interesse DESTINATARI - Alunni Famiglie Docenti ATA RESPONSABILE - DS Coordinatori d’rea Nucleo di valutazione 104 - Monitoraggi e controlli della qualità GESTIONE INPUT - - Autoanalisi Indagini Customer Satisfaction Raccolta sistematica e analisi delle informazioni riguardanti i portatori d'interesse, ai loro bisogni e attese Monitoraggio delle varie attività d’Istituto RISULTATI ATTESI DAL PROCESSO - Azioni correttive e preventive (processi attivati/monitorati) Curare la raccolta di dati e di documentazione INDICATORI DI PERFORMANCE - Risultati monitoraggi Conseguimento risultati Esiti dell’indagine Dati statistici VERIFICA E VALUTAZIONE - Monitoraggi Valutazione coordinatori d’area EVIDENZE - Documentazione delle azioni di monitoraggio PDM Sintesi dei Monitoraggi Relazioni coordinatori d’area ATTIVITÀ - MIGLIORAMENTO L’Istituto utilizza gli strumenti dell’autonomia organizzativa e didattica e dell’innovazione per realizzare un’offerta formativa di qualità e si impegna a perseguire iniziative di miglioramento continuo della propria offerta formativa predisposte nel PIANO DI MIGLIORAMENTO DESCRIZIONE DEL PROCESSO DI MGLIORAMENTO INPUT DESTINATARI 105 - Esigenze del territorio Esigenze delle famiglie e degli alunni Dimensionamento RAV Obiettivi e progetti per l’anno in corso Non conformità: suggerimenti e proposte Alunni Famiglie Docenti ATA Territorio Partner - DS Coordinatori d’area Nucleo di valutazione ATTIVITÀ - Elaborazione Piano di Miglioramento Rilevazione non conformità Verifica del DS RISULTATI ATTESI DAL PROCESSO - Adeguatezza ed efficacia del Piano - Conseguimento dei risultati - Valutazione DS Riesami PDM (Piano di Miglioramento) Verbali del Nucleo di valutazione INDICATORI DI PERFORMANCE VERIFICA E VALUTAZIONE EVIDENZE 106 - Piano di miglioramento GESTIONE RESPONSABILE 4.2 Ambiente di apprendimento Gli Edifici Scolastici del nostro Istituto sono "intenzionalmente" strutturati ed organizzati come “Ambienti di Apprendimento” ovvero come spazi fisici e/o virtuali, ma anche mentali e culturali, emotivi ed affettivi dove i docenti pianificano e realizzano attività volte a promuovere processi educativi e didattici di crescita e di apprendimento. Ambienti, quindi, disposti come "spazi d'azione", dove i docenti promuovono e sostengono conoscenze, abilità, motivazioni, atteggiamenti, e dove gli alunni sperimentano esperienze significative, imparano attivamente attraverso il fare, vivono interazioni e scambi interpersonali. Scuola dell'infanzia Nella Scuola dell'Infanzia l'ambiente è vissuto come "contesto di relazione, di cura e di apprendimento, nel quale possono essere filtrate, analizzate ed elaborate le sollecitazioni che i bambini sperimentano nella loro esperienza" (cfr. Indicazioni Nazionali per il Curricolo per la Scuola dell’Infanzia e per la Scuola Primaria). Gli spazi si caratterizzano, così, come accoglienti, “caldi” e curati, con tempi distesi e stili educativi improntati all'osservazione, all'ascolto e alla progettualità; spazi che vedono i piccoli alunni impegnati attivamente in processi di apprendimento, dove sperimentano e conoscono la realtà, collaborano e socializzano nella pratica quotidiana delle relazioni. Scuola Primaria e Secondaria I grado Nella Scuola Primaria, l'ambiente diventa il “contesto idoneo a promuovere apprendimenti significativi e a garantire il successo, formativo per tutti gli alunni"( cfr. Indicazioni Nazionali per il Curricolo per la Scuola dell’Infanzia e per la Scuola Primaria). In tale contesto prevale la dimensione comunitaria dell'apprendimento e l'importanza di caratterizzare la vita di classe con relazioni significative: "aiuto reciproco", "apprendimento nel gruppo cooperativo", "apprendimento tra pari", modalità di lavoro che comportano interazione e collaborazione. L’attività di insegnamento/apprendimento, improntata al principio della laboratorialità, offre ai docenti ulteriori opportunità per valorizzare l’alunno e aiutarlo nel suo processo di formazione. Mentre la programmazione curricolare prevedeva percorsi definiti dal docente ed uguali per tutti, la pratica laboratoriale si propone come modalità più vicina al soggetto che apprende, come modalità che si adatta alle persone in itinere e non viceversa. L’attività didattica laboratoriale, di cui docenti e genitori sono co- responsabili, si sostanzia nell’esperienza dello studente e nella personalizzazione. Questa dimensione umana nasce dal fatto che con la pratica laboratoriale, la didattica si connota di progettualità, operatività e riflessione per mettere in moto il sapere implicito ed esplicito di ciascuno. L’esperienza di apprendimento trova così la propria significatività, si automotiva e riafferma l’unità della persona, della cultura e dell’educazione. La classe è un importante ambiente di apprendimento e rappresenta un contesto di rapporti stabili che favorisce l’identità personale. La vita della classe costituisce un importante apporto alla formazione umana e sociale dell’alunno; le relazioni, il confronto nelle differenze, la solidarietà sono contenuto esplicito e concreto dell’educazione alla convivenza civile, nelle dimensioni personale e comunitaria. Le attività didattiche possono essere organizzate e svolte in attività di classe o di laboratorio con le seguenti modalità: – lezione frontale-collettiva – attività di lavoro di gruppo – attività per classe o sezione aperta per gruppi di livello – interventi individualizzati per superare difficoltà di apprendimento. 107 4.3 Inclusione e differenziazione PROTOCOLLO H ANALISI DEI BISOGNI FORMATIVI DEGLI ALUNNI H DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO L’I.C. Falcomatà-Archi, accoglie per l’anno scolastico 2015-2016, n°44 alunni diversamente abili (tipologia EH) appartenenti alla Scuola Primaria ( n°25 alunni) , alla Scuola dell’Infanzia ( n°2 alunni) ed alla Scuola Secondaria di Primo Grado ( plessi Klearchos e Pirandello per complessivi n°16 alunni) . Gli alunni sono affidati ad un corpo docente di sostegno di n° 26 unità complessive fra docenti titolari a t.i. ( n°12 unità) , e n°14 unità docenti con incarico annuale , assegnazione provvisoria e/o utilizzazione , supplenza annuale o anno di prova sui tre ordini di scuola . Tutti gli alunni sono forniti di certificazione ex L.104 ( D.P.C.M. n°185 del 2006) ai fini dell’integrazione scolastica e, precisamente, quattordici ( n°2 di Sc. dell’Infanzia e n° 9 di sc. Primaria e n°3 di Sc. Sec. di Primo Grado ) presentano una certificazione di gravità EH. L’Istituto Comprensivo comprende tre plessi di Scuola primaria: S. Caterina , San Brunello ed Archi. Nel plesso di S. Caterina è, inoltre , ospitata anche le Scuole dell’Infanzia presso le quali sono iscritti, dal presente anno scolastico, n°2 alunni diversamente abili in situazione di gravità. Il plesso di Santa Caterina Scuola Primaria, accoglie n°4 alunni con disabilità psicofisica in situazione di gravità in possesso di L.104/DPCM185/2006 art.3 c.3 e n° 5 alunni psicofisici in possesso L.104 art.3c.1 e/o D.P.C.M. n°185 del 2006 c.1 . Il plesso di San Brunello, Scuola Primaria, accoglie n° 5 alunni diversamente abili ( su tipologia EH) . Il Plesso di Archi , Scuola Primaria , accoglie n° 11 alunni diversamente abili ( su tipologia EH) cinque dei quali in situazione di gravità . La scuola secondaria di Primo Grado Pirandello accoglie n°11 alunni EH, tre dei in possesso di DPCM L.104 art.3 c.3 in situazione di gravità. La scuola secondaria di Primo Grado Klearchos accoglie n°6 alunni EH in possesso di L.104 art.3 c.1 e/o DPCM L.104 art.3 c.1 I plessi risultano generalmente dotati di strutture idonee ad accogliere alunni disabili: scivoli gommati ed in cemento per accedere ai locali della scuola e muoversi all’interno di essa con le sedie a rotelle e bagni attrezzati. Il plesso di San Brunello risulta dotato di strutture e locali idonei allo svolgimento dell’attività individualizzata di sostegno; tra le risorse sottolineiamo l’ esistenza di un’ aula multimediale, particolarmente utile per l’uso di software didattici di genere vario ( recupero difficoltà cognitive, linguistiche, logico- matematiche, dislessia, ecc.). Il plesso di S. Caterina dispone di una palestra, di due aule multimediali dislocate al primo ed al secondo piano dell’edificio, ma appare carente, almeno al momento, quanto a locali idonei, al piano terra dell’edificio, per svolgere attività di sostegno di tipo individualizzato, a carattere cognitivo, psicomotorio, manipolatorio, musicoterapia ecc. Attività, queste ultime, necessarie per il conseguimento degli obiettivi e delle finalità predisposte per gli alunni diversamente abili nel PEI. Il plesso di Archi, che accoglie tutte le classi di Scuola Primaria e di Scuola Secondaria di Primo Grado su piani diversi , è spazioso, ricco di attrezzature e sussidi, di un laboratorio multimediale ben organizzato, di un laboratorio musicale, di un ampio salone che funge, tra l’altro , da teatro per le rappresentazioni degli alunni , di locali idonei allo svolgimento di attività varie a carattere cognitivo, psicomotorio, manipolatorio, ecc. E’, inoltre, circondato di ampi spazi verdi. L’edificio in cui è ospitata la la Scuola Secondaria di Primo Grado Pirandello è organizzato su due piani e dispone 108 di aule ampie e luminose, di un laboratorio multimediale ricco ed attrezzato, di un laboratorio musicale, di un locale per la mensa, di una palestra spaziosa e luminosa ecc. Gli operatori scolastici e quelli sanitari sono, da sempre, in rapporto di stretta e proficua collaborazione. In particolare, va sottolineata la grande sensibilità degli specialisti dell’U.M. ASP n° 5 che, da anni, compongono il GLH operativo del Circolo, degli operatori degli Istituti di riabilitazione di Reggio Calabria (Casa Serena, Villa Betania, Skinner, Mariotti ecc.) BISOGNI FORMATIVI DEI SINGOLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI In base al dettato costituzionale, la scuola è chiamata a trasmettere cultura intesa non solo come acquisizione di abilità fondamentali e competenze specifiche, ma soprattutto come mezzo di formazione dell’uomo e del cittadino. In particolare, gli alunni diversamente abili necessitano di una piena integrazione attraverso la costruzione di un percorso formativo e didattico ad hoc che superi la didattica centrata sul deficit e tenga piuttosto conto dei loro reali bisogni, al fine di sviluppare al meglio le proprie potenzialità. Questi allievi, quindi, necessitano di: A) potenziare i livelli di autostima e la fiducia di base; B) sviluppare le abilità metacognitive e metaemozionali necessarie per iniziare a prendere consapevolezza del proprio sé e del proprio agire in relazione al mondo circostante; C) acquisire la capacità di cooperare ed interagire con gli altri attraverso attività di piccolo e grande gruppo; D) acquisire la capacità di comunicare attraverso linguaggi diversi; E) usufruire di un “percorso” atto a superare difficoltà personali ed ostacoli presenti nell’ambiente. Essi hanno bisogno, inoltre, che la scuola individui preliminarmente le difficoltà di apprendimento e di relazione attraverso appositi strumenti di osservazione e rilevazione, che promuova la loro integrazione e favorisca, mediante progetti in sintonia con le linee generali del P.O.F., la realizzazione di un percorso che miri all’uguaglianza valorizzando le diversità. A tal proposito, è bene sottolineare che la scelta di un curricolo riservato agli allievi con deficit non va intesa come opzione per una didattica differenziale. Il processo educativo, specie in presenza di alunni disabili gravi, non può muovere da programmi e percorsi predefiniti a priori a tavolino, ma deve nascere in situazione e coinvolgere le dimensioni affettive, emozionali, sociali e cognitive degli adulti e degli alunni. Si tratta di costruire un percorso personalizzato che non è una diversa direzione d’apprendimento rispetto alla classe, ma solo una strada più agevole, più consona alle potenzialità del discente in termini di tempi e di modalità dell’offerta didattica. In coerenza con il principio secondo cui l’individualizzazione dell’insegnamento/apprendimento e l’integrazione rappresentano due esigenze egualmente irrinunciabili da conciliare. Pertanto, il curricolo differenziato rappresenta la sintesi equilibrata fra due variabili: la progettazione didattica-educativa rivolta a tutti gli alunni e quella rivolta agli allievi diversamente abili. STRATEGIE CHE SI INTENDONO ATTIVARE PER SVILUPPARE LE POTENZIALITÀ PRESENTI O RESIDUE, IN RAPPORTO ALLE RISORSE COMPLESSIVE DELLA SCUOLA GLI E GLHI D’ISTITUTO “Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le Scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”. La circolare ministeriale del 22.11.2013 Prot. n.0002563, successiva alla Nota prot. n°1551 del 27 dicembre 2012 e la C.M. n°8 del 6 marzo 2013 , avente come oggetto: “STRUMENTI DI INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI. A.S. 2013-2014. CHIARIMENTI” con la quale il Ministero ha fornito ulteriori informazioni in 109 merito all’individuazione, agli strumenti di intervento ed al ruolo dei consigli di classe in merito ai BES, sono, oltre alla legislazione sui DVA e sui DSA, gli importanti riferimenti normativi cui richiamarsi per quanto attiene ai BES . Come si ricava dalla C.M. n°8 del 6 marzo 2013 e dalla modulistica prodotta da diversi uffici scolastici a partire dal mese di giugno 2013, sotto la sigla BES si includono tre grandi categorie: i DA o DVA ( ossia gli alunni con disabilità), i DSA ed una terza categoria, quella dello svantaggio ( socio- economico e/o linguistico/culturale). La vera novità riguarda proprio quest’ultima categoria: per la prima volta si chiede ai Consigli di classe di predisporre, qualora lo ritengano opportuno ed all’unanimità, di predisporre un piano personalizzato per chi vive in una situazione di generico “disagio”. In questo mare magnum di novità, tuttora in fieri, è parso non solo utile, ma indispensabile, predisporre un documento che tenga conto di queste novità e renda il nostro I.C. in grado di gestire, con gli strumenti più appropriati, la problematica inerente i BES. L’adozione del Protocollo di rete per l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, nasce dall’esigenza di definire ed adottare pratiche condivise e comuni tra tutte le scuole che operano nello stesso istituto comprensivo e che sono pertanto accomunate dalla stessa complessità. Includere gli alunni con Bisogni Educativi Speciali, significa fare in modo che essi siano parte integrante del contesto scolastico, sociale, culturale, alla pari degli altri alunni, insieme agli altri alunni, senza alcuna discriminazione; significa assicurare a tutti il diritto allo studio e al successo scolastico e formativo. In tale prospettiva, è necessario da parte della scuola non solo un impegno forte di conoscenza e di valorizzazione della realtà personale, umana, sociale e familiare degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, ma anche e soprattutto un impegno di sviluppo della loro formazione attraverso la realizzazione di un’organizzazione educativa e didattica personalizzata, sia negli obiettivi sia nei percorsi formativi che nelle strategie didattiche. Al fine dell’inclusione scolastica e sociale degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, il Collegio Docenti dell’I.C. ha sottolineato la necessità di raggiungere le seguenti finalità: - definire pratiche condivise ; - favorire l’accoglienza, l’integrazione e l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali; - progettare percorsi comuni di individualizzazione o personalizzazione che fanno coesistere socializzazione ed apprendimento; -incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari, durante il percorso di istruzione e di formazione; - adottare forme di verifica e valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti; - accompagnare adeguatamente gli studenti con Bisogni Educativi Speciali nel percorso scolastico. - fornire strumenti comuni di indagine, osservazione, rilevazione e progettazione del percorso formativo; - monitorare le azioni e gli interventi. L’inclusione degli alunni può essere realizzata solo in una scuola che è in grado di riconoscere effettivamente i Bisogni Educativi Speciali. Questa premessa è resa indispensabile dalla normativa ultima in materia di BES e dalla necessità che i minori DVA siano fatti oggetto di particolari modalità di intervento, integrazione, valutazione secondo quanto, appresso, meglio delineato. L’integrazione ed il successo formativo dell’alunno disabile si concretizzano attraverso percorsi individualizzati e sostenuti dal progetto educativo personalizzato P.E.I., nell’ambito di una costante interazione 110 tra famiglia, scuola e territorio. Si possono realizzare diverse forme di individualizzazione: da un semplice intervento attraverso attività esemplificative concordate con il docente di sostegno, da parte degli insegnanti di classe, alla necessità di costruire un vero e proprio P.E.I. per alunni in situazione di grave difficoltà, con l’utilizzo di risorse aggiuntive come gli assistenti socio-educativi o altre risorse umane messe a disposizione dagli enti locali. Questo non significa che la programmazione individualizzata sia utile solo agli alunni con ritardo mentale o con comportamenti problematici, può bensì essere rivolta anche ad alunni meno gravi, non certificati come diversamente abili, come nel caso dei disturbi dell’apprendimento, i quali dovrebbero beneficiare di una didattica più rispondente ai bisogni dell’alunno. In quest’ottica, che cerca di superare la logica emarginante della coppia alunno–insegnante di sostegno. Il nostro Istituto Comprensivo si sta attivando con esperienze didattiche alternative e soluzioni organizzative diverse, come quelle che mettano in primo piano il ruolo attivo di tutti gli alunni all’interno del contesto classe, al fine di favorire lo sviluppo di rapporti di amicizia e di reciproco aiuto, il lavoro con gruppi di apprendimento cooperativo, il tutoring (alunni con funzione reciproca di insegnamento), e soprattutto con il coinvolgimento diretto ed indispensabile dell‘A.S.P., dei servizi sociali presenti sul territorio e delle famiglie. La scuola si predispone ad accogliere utili indicazioni provenienti dai genitori degli alunni diversamente abili rispetto agli itinerari di crescita dei propri figli, in modo da programmare con maggiore efficacia l’intervento educativo. A tal proposito, alcune recenti note e circolari ministeriali ribadiscono che “il sostegno agli alunni in situazione di handicap, attraverso percorsi didattici individualizzati, fa capo, oltre che all’insegnante specializzato, all’intero corpo docente” e che “il processo di integrazione scolastica si fonda sull’assunzione, da parte di tutti i docenti della classe, del progetto di vita.” Pertanto, compito dell’insegnante di sostegno è quello di programmare, all’interno del consiglio di classe, l’intervento educativo insieme agli insegnanti curricolari, assicurando ai colleghi le indispensabili mediazioni didattiche e relazionali per un’effettiva integrazione dell’alunno nel contesto della classe. Le attività dell’insegnante di sostegno dovrebbero, poi, integrarsi e amalgamarsi in una più globale funzione di sostegno che la comunità scolastica nel suo insieme ha il compito di attivare nei confronti delle tante e diverse situazioni di disagio e di difficoltà presenti. Tenendo presenti gli elementi fin qui evidenziati, il GLH, presente all’interno dell’I.C. definisce gli interventi, che saranno poi declinati ed opportunamente personalizzati e calibrati nel PEI e, laddove si evidenzino particolari esigenze e /o difficoltà , finalità e obiettivi da raggiungere nel progetto di “INTEGRAZIONE ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI” Finalità Trasformare la scuola in una piccola comunità educante improntata a rapporti di cooperazione e collaborazione. Incrementare le capacità comunicativo/espressive degli alunni diversamente abili. Offrire agli alunni nuove opportunità educative. Obiettivi generali Sviluppo della personalità in un contesto socializzante. Valorizzazione delle attività e dei linguaggi espressivo–comunicativi. 111 Offrire agli alunni diversamente abili e a quelli che presentano difficoltà d’inserimento , la possibilità di fruire di esperienze educative variegate attraverso laboratori di tipo diverso e calibrati sulle loro reali necessità. Rispettare le più elementari regole di convivenza in un piccolo gruppo per sapere poi trovare un giusto inserimento nel vissuto di tutti i giorni. Obiettivi specifici Potenziare i livelli di autostima e la fiducia di base; Accrescere e favorire le capacità di autonomia personale e sociale; Stimolare le capacità espressive , anche attraverso strategie ed attività volte a potenziare la creatività. Ricercare tutti gli strumenti possibili per agevolare la comunicazione. Accrescere il retroterra di esperienze pratiche e manipolatorie degli alunni. Stimolare la comunicazione anche attraverso l’utilizzo di linguaggi multimediali. Migliorare le capacità di rilassamento. Favorire l’interiorizzazione e la rappresentazione del proprio schema corporeo. Acquisire ed affinare la dimensione spazio-temporale. Contenuti: far conoscere lo spazio scolastico; organizzare i contatti fra gli alunni; organizzare i contatti fra docenti e alunni; fornire le informazioni e gli strumenti minimi per lo sviluppo della dimensione psico-motoria, socio- relazionale e cognitiva degli alunni . Tempi: Le prime due settimane dell’anno scolastico per insegnare all’allievo a muoversi all’interno dell’Istituto; tutto l’anno scolastico, affinchè il progetto favorisca momenti di crescita socio-affettivo-relazionale e cognitiva. Strumenti e materiali di apprendimento Riguardo agli strumenti e materiali di supporto, si è scelto di affiancare ai tradizionali supporti (testi, schede, materiale strutturato e non, ecc.) l’utilizzo di strumenti didattici multimediali che consentano agli alunni l’integrazione di testi, immagini, audio e video e che permettano ai soggetti flessibilità nell’uso , libertà di scelta del percorso e di una adeguata velocità di apprendimento ed interattività con lo strumento. Il progetto pertanto prevede, soprattutto per gli alunni particolarmente dotati, l’ utilizzo del PC ( reso possibile dalla presenza in tutti i plessi di attrezzate aule multimediali) e 112 dei software didattici reperibili sui comuni supporti (floppy disk, CDROM) come anche sulla rete Internet. Organizzazione del lavoro Per gli alunni delle prime classi o di nuova assegnazione, dopo un primo periodo riservato ad opportuna attività di osservazioni sistematiche, verrà esaminato in sede di G.L.H. il Profilo Dinamico Funzionale trasmesso dalle Scuole di provenienza, da cui scaturirà il Piano Educativo Individualizzato (Art. 12 L. 104). Sarà convocato due volte l’anno il G.L.H./GLI d’Istituto ( art. 15 Legge 104/92). Saranno convocati almeno due volte l’anno i G.L.H. in seduta dedicata o operativi per ogni singolo alunno PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI Il protocollo di accoglienza è un documento che, deliberato dal Collegio dei Docenti ed inserito nel P.T.O.F.,predispone ed organizza le procedure che l’Iistituto intende mettere in atto riguardo l’iscrizione e l’inserimento di alunni stranieri Questo documento definisce tutte le azioni con cui attuare l’inserimento scolastico degli alunni stranieri, sia di quelli che si iscrivono prima dell’inizio delle lezioni sia di quelli che si iscrivono ad anno scolastico iniziato. Tiene conto del quadro legislativo di riferimento costituito da : Legge n.40 – 6 marzo 1998 D. Lgsl n. 286 – 25 luglio 1998 (Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione) DPR n. 394 – 31 agosto 1999 (Regolamento di attuazione) DPR n. 275 - 1999 e delle indicazioni ministeriali, tra cui: CM n. 205 – 26 luglio 1990 CM n. 73 – 2 marzo 1994 CM n. 87 – 23 marzo 2000 CM n. 3 – 5 gennaio 2001 Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri ( C.M. 24 Marzo 2006) Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri febbraio 2014Nota MIUR n°5535 dello 09.09.2015 ( trasmissione del documento “Diversi da chi? Raccomandazioni per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura”. Il protocollo di accoglienza costituisce uno strumento di lavoro che: Contiene criteri ed indicazioni riguardanti l’iscrizione e l’inserimento a scuola degli alunni stranieri 113 Definisce compiti e ruoli degli operatori scolastici Traccia le fasi dell’accoglienza Propone modalità di interventi per l’apprendimento della lingua italiana Individua le risorse necessarie per tali interventi. PREMESSA La scuola oggi deve affrontare il tema delle relazioni, dell’incontro con gli altri e della gestione delle differenze: differenze visibili, diventate un “ingrediente” normale della pratica quotidiana grazie alla presenza di chi “viene da lontano” con la propria lingua, religione, cultura e caratteristiche somatiche. La scuola deve così mettere l’accento sull’ “inter”, ossia sul processo di confronto, di scambio, di cambiamento reciproco e nello stesso tempo, sottolineare l’unità e la convivenza democratica. Gli insegnanti sono chiamati, sulla base di una rinnovata professionalità, ad “educare all’interculturalità”, cioè a costruire la disponibilità a conoscere e a farsi conoscere nel rispetto dell’identità di ciascuno in un clima di dialogo e di solidarietà” (C.M. n°73 del 2/03/’94). Tre sono gli obiettivi su cui riteniamo vada posto l’accento: attenzione alla relazione, attraverso l’attivazione nella scuola di un clima di apertura e di dialogo; attenzione all’apprendimento, attraverso l’impegno interculturale nell’insegnamento disciplinare e interdisciplinare; attenzione all’interazione e allo scambio attraverso lo svolgimento di interventi integrativi delle attività curricolari, anche, si auspica, con il contributo di Enti e di Istituzioni varie. L’educazione interculturale non è quindi uno specialismo, una disciplina aggiuntiva che si colloca in un momento prestabilito dell’orario scolastico, ma un approccio a rivedere i curricoli formativi, gli stili comunicativi, la gestione educativa delle differenze e dei bisogni di apprendimento. Va, altresì, evidenziato che nostro I.C. accoglie, nel corrente a.s. 2015-2016 , n°53 alunni stranieri appartenenti ai tre ordini di scuola, e precisamente: n° 34 alunni di Scuola Primaria, n° 6 alunni di Scuola dell’Infanzia e n°13 alunni di Scuola sec. di Primo Grado , appartenenti a nazionalità diverse ( rumena, ucraina, macedone, nigeriana, egiziana, cinese, indiana, turca, marocchina,filippina, georgiana,polacca, albanese …). Il protocollo di accoglienza si propone di: 1. definire pratiche comuni e condivise da seguire all’interno dell’Istituto comprensivo in termini di accoglienza di alunni stranieri; 2. facilitare l’ingresso di bambini e ragazzi di altre nazionalità nel sistema scolastico; 3. sostenere gli alunni neo-arrivati nella fase di adattamento al nuovo contesto; 4. favorire un clima di accoglienza e di attenzione alle relazioni che prevenga e rimuova eventuali ostacoli ad un proficuo inserimento; 5. costruire un contesto favorevole all’incontro con le altre culture e con le “storie” di ogni bambino;6- promuovere la comunicazione e la collaborazione fra scuola e territorio. 114 Il protocollo di accoglienza delinea la prassi da seguire di carattere: 1. amministrativo (iscrizione); 2. comunicativo relazionale (prima conoscenza); 3. educativo - didattico ( proposta di assegnazione alla classe, accoglienza, educazione interculturale, insegnamento dell’italiano come seconda lingua); 4. sociale (rapporti e collaborazioni con il territorio). COMMISSIONE ACCOGLIENZA. Il DPR 31/08/99 n°394 all’art. 45 “iscrizione scolastica” attribuisce al collegio dei docenti numerosi compiti deliberativi e di proposta in merito all’inserimento nelle classi degli alunni stranieri. Per sostenere questi compiti la scuola ha costituito una Commissione “accoglienza” che: ¨ è composta dal Dirigente Scolastico, dalla docente coordinatrice dell’Area 2 (Coordinatore servizi agli alunni con disagio per la prevenzione dei comportamenti a rischio – Obiettivi strategici e prioritari del RAV , art.1 c.7 lett. l,p,q,s ) nonché referente GLH,GLI e Dislessia, da due docenti di Scuola Primaria, da due docenti di Scuola Sec. di Primo Grado e da un genitore CHI SONO GLI ALUNNI STRANIERI. ISCRIZIONE. Il momento dell’iscrizione del proprio figlio alla scuola è probabilmente, per la famiglia straniera il primo incontro col sistema educativo italiano. Per i minori con cittadinanza non italiana , in base a quanto previsto dall’art.45 del DPR n° 349/1999 , le procedure di iscrizione possono avvenire in corso d’anno, nel momento in cui il minore arriva in Italia. Per gli studenti già inseriti nel sistema scolastico italiano, invece cher devono frequentare le prime classi della scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado, le iscrizioni avvengono secondo i tempi previsti dalle circolari ministeriali, solitamente gennaio e febbraio per la frequenza dell’anno scolastico successivo. In entrambi i casi i genitori comunicano alla Segreteria le informazioni essenziali relative all’alunno (codice fiscale, se ne è in possesso, nome , cognome, data di nascita, residenza). Il modulo di iscrizione, che ora è online, viene poi modificato ed integrato dalle singole scuole, in modo che ciascuna famiglia possa esprimere le proprie scelte in merito alla richiesta del tempo scuola, della mensa e degli altri servizi previsti sulla base del POF e delle risorse umani e strumentali disponibili. Questo momento riveste un’importanza peculiare perchè: 1. alla scuola permette di raccogliere informazioni sul neo iscritto; 2. alla famiglia permette di ricevere tutte le indicazioni necessarie per orientarsi nella nuova situazione. Un addetto della segreteria è incaricato di ricevere le iscrizioni degli alunni. Al momento dell’iscrizione è vincolante la presenza di un genitore dell’alunno o di un suo tutore per: - raccogliere i dati personali ed i documenti anagrafici; - accertare se sono state praticate agli alunni le vaccinazioni obbligatorie, richiedendo la presentazione della relativa certificazione; - raccogliere documenti e/o autocertificazioni relativi alla precedente scolarità; - acquisire l’opzione di avvalersi o non dell’insegnamento della religione cattolica; 115 - fornire il libretto scolastico per le giustificazioni, ritardi e assenze e il regolamento d’istituto; fornire ai genitori modulistica bilingue per facilitare la comunicazione con i docenti; fissare un primo incontro tra famiglia e i docenti della scuola interessata , se necessario alla presenza di un mediatore culturale. PRIMA CONOSCENZA. La prima conoscenza avviene tramite un incontro tra alcuni docenti della Commissione con i genitori ( eventualmente, ove necessario, con la presenza di un mediatore culturale se presente nella scuola ) e un successivo colloquio con l’alunno. In questa fase si raccolgono informazioni sulla storia personale e scolastica dell’alunno, sulla situazione familiare, sugli interessi, sulle abilità, sulle competenze possedute. Al riguardo, va precisato che il nostro I.C. ha strutturato apposite prove in ingresso al fine di accertare le competenze ed abilità linguistiche possedute dal minore straniero e somministrategli tempestivamente dalla Commissione Accoglienza. PROPOSTE DI ASSEGNAZIONE ALLA CLASSE. I dati raccolti nelle fasi precedenti permettono di assumere decisioni in merito alla classe di inserimento e secondo le indicazioni del DPR 31/08/’99 n°394. “ I minori stranieri soggetti all’obbligo scolastico vengono iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica, salvo che venga deliberata l’iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto: a) dell’ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell’alunno, che può determinare l’iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella corrispondente all’età anagrafica; b) dell’accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell’alunno; c) del corso di studi eventualmente seguito dall’alunno nel Paese di provenienza; d) del titolo di studio eventualmente posseduto dall’alunno”. Va, a questo punto, sottolineato che la nota MIUR n°5535 dello 09.09.2015 contenente la trasmissione del documento “Diversi da chi? Raccomandazioni per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura, redatta a cura dell’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura, ha fornito dieci raccomandazioni e proposte operative desunte dalle migliori pratiche scolastiche finalizzate ad una più corretta ed efficace organizzazione delle modalità di accoglienza ed integrazione , nella dimensione plurilingue e multiculturale che è divenuta la normalità per la gran parte delle scuole italiane. Le raccomandazioni sono particolarmente utili in questa fase di applicazione e traduzione operativa della Legge di Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione ( L.13 luglio 2015,n.107). Tra l’altro, la raccomandazione n°3 “Contrastare il ritardo scolastico” stabilisce testualmente:” La normativa sull’inserimento scolastico degli alunni con background migratorio prevede la determinazione della classe sulla base del criterio dell’età. I dati ministeriali rilevano infatti, un tasso preoccupante di “ritardo scolastico” in ingresso che, non solo non evita, ma in molti casi favorisce ulteriori ritardi dovuti alle bocciature/ripetenze, con effetti di demotivazione al proseguimento degli studi. Non costituisce motivo sufficiente di deroga alla normativa la non conoscenza dell’italiano dell’alunno neoinserito per il quale occorre ,anzi, prevedere piani didattici personalizzati al riallineamento con i comuni obiettivi di apprendimento… E’ auspicabile che ogni classe non abbia più di 5 alunni stranieri e che vengano eventualmente raggruppati a parità di età per etnie . Si ritiene assai significativa la presenza di un mediatore culturale che possa fornire informazioni sui sistemi scolastici dei paesi di provenienza, sulla tipologia dei loro curricoli, sulla durata e sul calendario scolastico. Per queste valutazioni il bambino potrà iniziare a frequentare la scuola qualche giorno dopo l’iscrizione. Gli alunni della scuola materna dovranno essere inseriti gradualmente. 116 L’INSERIMENTO NELLA CLASSE / SEZIONE Tra l’atto formale dell’iscrizione e l’effettivo inserimento in classe intercorrerà un lasso di tempo di almeno 1 settimana che permetterà di curare l’inserimento stesso ( scambio di informazioni, accordi con il team docente, preparazione della classe…)Nella prima fase dell’inserimento scolastico, l’insegnamento della lingua italiana come seconda lingua deve tendere soprattutto a: 1. fornire al bambino straniero gli strumenti linguistici che gli possono permettere di partecipare ad alcune attività comuni della classe; 2. sviluppare l’italiano utile sia alla scolarizzazione che alla socializzazione in generale. Il bambino, nella prima fase di accoglienza è inserito nella classe, impara a comunicare con compagni e insegnanti. Apprende il lessico e i modi per la conversazione: richiamare l’attenzione, chiedere, denominare oggetti, azioni, rispondere a richieste e a comandi, esprimere i propri vissuti. La lingua presentata è legata al contesto, ai campi di attività comunicativa del quotidiano. I tempi proposti tengono conto degli interessi e dei bisogni del bambino straniero perché trovi nella scuola un ambiente nel quale stare bene. Gli argomenti che si presenteranno potranno essere affrontati secondo la seguente impostazione: ¨ presentazione del lessico di base relativo al tema proposto (utilizzando anche oggetti, foto, immagini, disegni, CD, situazioni utili alla contestualizzazione,ilo metodo TPR, siti web utili per l’educazione interculturale, come il sito www.centrocome.it ); ¨ memorizzazione del lessico e riutilizzo anche in contesti diversi; ¨ introduzione del nuovo vocabolario in strutture semplici e via via più complesse; ¨ esercizi di riconoscimento, discriminazione; ¨ espressione orale e scritta ( risposta a semplici domande, produzione di frasi di brevi testi) con riutilizzo del lessico e delle strutture presentati. I temi iniziali riguarderanno il bambino, la sua storia, le caratteristiche principali dell’identità e del suo ambiente di vita quotidiana. IPOTESI DI TESTI: 1. Il bambino (nome, età, viaggio, storia, saluti, il paese d’origine …); 2. L’aula; 3. Gli oggetti della scuola; 4. Le azioni della scuola; 5. La famiglia; 6. La casa; 7. I vestiti; 8. I giocattoli; 9. I colori; 10. Il corpo ed il viso; 11. Il tempo (giorni, mesi, data); 12. Il cibo; 13. I negozi; 14. I mezzi di trasporto; 15. Gli animali; 16. I divertimenti … Per ciascun tema si proporranno esercizi svariati e stimolanti, attività concrete, uscite, osservazioni dirette … Le funzioni linguistiche verranno sviluppate nel gruppo classe: 117 · dire e scrivere il proprio nome, l’età, la classe frequentata; ¨ chiedere agli altri il nome, l’età, la classe; ¨ salutare; ¨ denominare, indicare, scrivere gli oggetti della scuola; ¨ capire ed eseguire le azioni della scuola; ¨ chiedere un oggetto e ringraziare; dire e scrivere il proprio indirizzo; ¨ denominare i vestiti, i giocattoli, i colori; ¨ indicare il possesso; ¨ denominare le parti del corpo; ¨ esprimere alcune caratteristiche fisiche e stati e bisogni. SUGGERIMENTI METODOLOGICI: ¨ piccolo gruppo dei pari per favorire la socializzazione e sostenere l’approccio linguistico. ¨ gioco, attività ludica e di laboratorio, “tutoraggio”. COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO. Al fine di promuovere la piena integrazione degli alunni stranieri nel più vasto contesto sociale, la scuola ha bisogno delle risorse del territorio, della collaborazione con servizi, biblioteche, per costruire una rete d’intervento che rimuova ostacoli e favorisca una cultura dell’accoglienza e dello scambio culturale. Argomenti che suggeriamo: ¨ racconto il mio paese; ¨ canti e balli popolari; ¨ il cibo; ¨ promozione alla lettura: Le fiabe. Attività che favoriscono il clima positivo all’interno della scuola. Si potrebbero organizzare momenti di incontro fra genitori italiani e stranieri, per esempio durante la festa di fine anno scolastico. COLLABORAZIONE COL MEDIATORE CULTURALE. Il mediatore culturale è soltanto una delle risorse per la gestione positiva delle relazioni interculturali. Per riuscire a trarre il maggior beneficio dalla ricca e delicata funzione del mediatore, bisogna innanzitutto riconoscergli un ruolo specifico e centrale nel processo educativo e comunicativo, progettare insieme a lui un intervento in un’ottica di lavoro in equipe, valorizzando la presenza e cercando di non ridurlo a mero operatore per una situazione di emergenza, con tentativi formativi e non pianificati e strutturati a tavolino insieme al corpo docente. Cosa fa il mediatore a scuola. Nei confronti dei bambini immigrati: sostiene la prima fase di accoglienza e di inserimento; ricostruisce la loro biografia ed il percorso scolastico regresso; rende esplicite le regole scolastiche; funziona da “contenitore affettivo” per ridurre l’ansia ed il disorientamento iniziale; dà visibilità e valorizza le culture d’appartenenza; dà legittimità e prestigio alla lingua d’origine dentro la scuola. Nei confronti degli insegnanti e degli alunni italiani: 118 contribuisce a risolvere le difficoltà comunicative durante la prima fase di accoglienza e di inserimento con la famiglia immigrata e con l’alunno neoarrivato; fornisce informazioni sulla storia del bambino; presenta i modelli educativi e scolastici del paese di origine; collabora a progetti di educazione interculturale arricchendo con nuove idee e strategie il programma e lo stile didattico della scuola con cui interagisce; presenta e racconta le altre culture; sostiene l’insegnamento dell’italiano come seconda lingua collaborando con gli insegnanti di classe traduce informazioni e comunicazioni della scuola nelle diverse lingue Nei confronti delle famiglie immigrate: informa e facilita l’uso della scuola, rimuove gli ostacoli che si frappongono all’accesso dei servizi educativi; orienta ed accompagna i genitori neo-arrivati nel sistema scolastico italiano; mette in relazione i patners educativi, coinvolge i genitori italiani e stranieri e ne facilita l’incontro; traduce materiale informativi nelle diverse lingue; interviene in situazioni di malinteso, gestisce eventuali incidenti interculturali o fraintendimenti. SUGGERIMENTI UTILI L’età anagrafica risulta, dunque, il criterio per decidere l’assegnazione alla classe. Possono, tuttavia presentarsi difficoltà e carenze nell’apprendimento particolarmente gravi e tali da richiedere , oltre la stesura del PDP, anche azioni di recupero individualizzate e modalità flessibili di lavoro ( classi aperte, ecc.) attuate per tutto il tempo necessario a garantire il processo d’inserimento dell’alunno. 2) L’emisfero cerebrale che elabora l’apprendimento della L2 è il destro, il che implica che essa debba essere trasmessa con le modalità più tipiche di questo emisfero. I cinque sensi, tutti, devono essere stimolati durante l’insegnamento perché essi veicolano le informazioni al cervello. La logica della grammatica è poco utile a tal fine perché viene elaborata con l’emisfero sinistro. Il gioco, la musica, il movimento perciò non servono solo a rendere meno “noiosa” la lezione ma diventano il “traghetto” della nuova lingua. 3) Il processo di apprendimento della L2 è in gran parte spontaneo, cioè avviene con modalità e criteri che l’insegnante non può controllare. Gli alunni sono esposti alla L2 non solo durante la lezione ma anche nella relazione con i pari, al parco, mentre guardano la televisione, per la strada, ecc. Non è facile programmare un percorso e allo stesso tempo è inutile insistere su una cosa che non riescono ad imparare: forse i bambini non sono ancora pronti. Il compito dell’insegnante è quello di fornire il maggior numero di stimoli di qualità e di cercare di dare un ordine alle cose che i ragazzi hanno imparato. Per apprendere l’italiano ci vuole tempo e tutti hanno diritto di prendersi il tempo necessario! Anche la fase del silenzio iniziale va rispettata! Si tenga anche presente che nell’acquisizione spontanea possono interferire “filtri psicoaffettivi” che in alcuni casi possono bloccare del tutto l’apprendimento della L2. 4) L’immagine più diffusa è quella secondo cui ogni lingua conosciuta va ad occupare un certo spazio nel cervello e che a volte, in alcuni cervelli, non ci sia spazio per due lingue; perciò molti insegnanti chiedono ai loro alunni di dimenticare la lingua d’origine per sostituirla con la nuova. Non è così! Anzi, più è ricca e padroneggiata la lingua d’origine più è probabile un successo nella L2. Il lavoro da fare sarebbe quello di potenziare anche la lingua d’origine. Visto che su questo punto le scuole non hanno molta possibilità d’intervento si potrebbe, almeno, insistere con i genitori affinché i loro figli continuino a studiare la lingua madre. 5) Per imparare a comunicare in modo soddisfacente nella L2 servono ai ragazzi dai 6 mesi ai 2 anni. 119 Questa fase linguistica è definita BICS (basic interpersonal comunication skills). Spesso gli insegnanti credono che raggiunto questo livello i ragazzi di origine straniera possano cominciare l’approccio alle discipline e quando il tentativo viene fatto il risultato è drammatico! La lingua dello studio necessita di un livello di padronanza dell’italiano definito CALP (cognitiv accademic language proficiency) per il quale è necessario un percorso che può arrivare a 5 anni. 6) La lingua dello studio deve essere accompagnata da un programma specifico portato avanti nell’ambito scolastico. La facilitazione dei testi è un passaggio che gradualmente porta all’autonomia nello studio. Il percorso verso la facilitazione è obbligato, altrimenti il successo scolastico degli alunni è segnato, non per incapacità loro ma per incompetenza dei loro insegnanti. Non possiamo certo credere che tutti i nostri alunni stranieri siano dei ritardati! 7) La valutazione deve essere riferita al percorso individualizzato elaborato dai docenti. COLLOQUIO CON LA FAMIGLIA Il colloquio iniziale rappresenta un momento importante per raccogliere informazioni sulla storia del ragazzo/a e della famiglia, sul percorso scolastico del ragazzo/a e la sua biografia linguistica, sul sistema scolastico del paese d'origine, sulle aspettative scolastiche a breve e a lungo periodo e sul progetto d’emigrazione che ha spinto la famiglia a trasferirsi. Se la lingua parlata lo consente, anche mediante l’utilizzo della mediazione, questo momento può costituire occasione per un primo approccio comunicativo per informare la famiglia su: finalità della scuola; organizzazione; attività didattiche e iniziative; orari; informazioni circa le procedure che l'istituto attuerà per rilevare le competenze in entrata dell'alunno (somministrazione test d'ingresso , colloquio , ecc. di norma a cura della Commissione Accoglienza ) Al colloquio segue la conoscenza dell’ambiente scolastico, gli spazi, le aule, i laboratori, gli spazi liberi e quelli per il gioco, quelli adibiti all’entrata e all’uscita. Durante il colloquio si possono ridurre le eventuali ansie che di frequente accompagnano l’inserimento in una nuova realtà e a volte sconosciuta. Di importanza fondamentale, ove necessario, è l’utilizzo della mediazione culturale. - COLLOQUIO CON L'ALUNNO Nel primo colloquio alcuni docenti Commissione Intercultura sottoporranno all'alunno un questionario circa le sue abitudini, attitudini e preferenze scolastiche, e circa le sue preferenze nelle attività extrascolastiche. Quindi, si rileverà il livello delle competenze in entrata dell'alunno mediante la somministrazione di test d'ingresso. I colloqui si svolgono entro due settimane dal momento del primo contatto con la scuola. TEST D’INGRESSO Momento importante nella fase di accoglienza di un alunno straniero riguarda la somministrazione di prove per valutare la situazione di partenza, ricordando che la non conoscenza della lingua italiana non comporta necessariamente l’incompetenza scolastica. Le prove iniziali consentono poi: -di predisporre l’adattamento della programmazione per l’organizzazione mirata delle attività didattiche, da 120 concordare nel primo C.d.C. seguente l’inserimento dell’alunno . I test d’ingresso possono essere di vario tipo, a seconda delle abilità e delle competenze che si intendono rilevare: test d'ingresso di conoscenza della lingua italiana ; test d'ingresso per rilevare le sue abilità logico matematiche; test d'ingresso per rilevare la sua conoscenza di lingue straniere. Con l'aiuto del mediatore si potrà eventualmente rilevare anche il grado di conoscenza della lingua madre. L'accertamento di competenze viene prevista dall'art. 45, comma 2, DPR 394. Le informazioni raccolte confluiscono nel fascicolo personale dell'alunno e lo accompagneranno in tutto il suo percorso scolastico. Determinazione della classe e della sezione di inserimento soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico, docenti della Commissione Intercultura CRITERI PER L’INSERIMENTO NELLA CLASSE Il Dirigente Scolastico ed i docenti della Commissione Intercultura , procedono alla determinazione della classe tenendo conto delle valutazioni effettuate e di quanto prescritto dall'art. 45, comma 2, DPR 394/99, vale a dire che: I minori stranieri vanno di norma iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica. L’iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore può essere disposta dal Dirigente Scolastico, sentito il parere della Commissione accoglienza sulla base di determinate situazioni, come: - l’ordinamento degli studi esistente nel Paese di provenienza dell’alunno l’accertamento di competenze, abilità, livelli di preparazione dell’alunno corso di studi eventualmente seguito dall'alunno nel paese di provenienza titolo di studio eventualmente posseduto dall'alunno Se intervengono situazioni particolari, quali ad esempio iscrizione e frequenza ad anno scolastico iniziato, o in caso di corso di studi precedente molto diverso da quello italiano, o ancora tenendo conto di tutte le variabili che intervengono sugli elementi sopra esposti, l'alunno straniero potrà eventualmente essere inserito in una classe inferiore alla propria età anagrafica. Un eventuale deroga deve essere deliberata dal Collegio Docenti su proposta del D.S., sentito il parere dei docenti della commissione accoglienza CRITERI PER LA SCELTA DELLA CLASSE Una volta scelta la classe, il Dirigente sceglierà la sezione in cui inserire l’alunno tenendo contodi: - numero di alunni iscritti per classe, per cui verrà inserito in quella meno numerosa; 121 presenza di altri alunni stranieri : si cercherà di evitare di concentrare gli alunni stranieri in un’unica classe e di inserire allievi pro venienti dallo stesso paese nelle stesse classi. Ciò sia per dare a tutte le classi l’opportunità di conoscere, imparare ed interagire con diverse culture, sia per facilitare l’integrazione con il gruppo classe. La presenza di altre situazioni problematiche ( alunni diversamente abili, alunni ripetenti o in situazione di svantaggio culturale, socio-economico ecc.) in modo da dividere equamente tra i di versi C. di C. il compito delle programmazioni individualizzate. Una volta determinata la classe e la sezione di inserimento ne viene data comunicazione all'insegnante coordinatore di classe e ai docenti del C. di C., che predisporranno il percorso d'accoglienza. Ad essi verranno anche trasmessi i risultati dei colloqui e delle prove d'ingresso e tutto il materiale utile raccolto nelle fasi precedenti. Accoglienza e inserimento in classe Una volta effettuata l’iscrizione e sentito il parere del Dirigente Scolastico , l’addetto di segreteria contatta il docente coordinatore del plesso con il team docente della classe di riferimento per età dell’alunno. I docenti dovranno: fare un colloquio con la famiglia o il tutore dell’alunno fare un colloquio ed eventualmente un test d’ingresso all’alunno per rilevare le competenze linguistiche in italiano ed in altre discipline; 3. richiedere copia dei documenti scolastici del paese d’origine; 4. dare ulteriori informazioni su: a) regolamento e funzionamento dell’Istituto; b) uso del diario e del libretto delle giustificazioni; c) modalità dei colloqui con i docenti; d) modalità per richiedere un contributo per gite scolastiche e viaggi d’istruzione, e) redigere e predisporre una cartelletta contenente tutte le informazioni ottenute ( certificazione della scolarità pregressa, schede della biografia linguistica, ecc.) f) proporre la classe e la sezione di inserimento; g) organizzare il laboratorio linguistico per l’insegnamento dell’Italiano come L2 ( testi, strumenti, materiali didattici). E’ OPPORTUNO CHE, TRA L’ATTO DELL’ISCRIZIONE E L’INIZIO DELLA FREQUENZA SCOLASTICA , INTERCORRANO ALMENO TRE GIORNI. 1. 2. Questo periodo di tempo occorre per: -effettuare le attività descritte nell’accoglienza; -dare il tempo al D.S. ed ai suoi docenti di decidere la classe di assegnazione e consegnare ad essi il materiale raccolto - comunicare la nuova iscrizione a tutto il personale coinvolto. Se fosse necessario inserire il bambino a scuola immediatamente, si deve avvisare la famiglia che, per i primi tre/quattro giorni verrà accolto in una classe in attesa che si definisca quella di inserimento definitivo. Attesa: i docenti informano gli alunni della classe circa l'arrivo del compagno straniero e organizzano l'attività d'accoglienza tenendo conto delle caratteristiche individuali del neo-arrivato, quali la provenienza, la cultura d'origine, la religione le usanze familiari. E' consigliabile tenere una breve lezione sul paese di provenienza del nuovo compagno. Oltre alla creazione di un clima favorevole all’incontro e alla prima conoscenza possono rivelarsi utili alcune attività specifiche. Di seguito se ne elencano alcun a titolo esemplificativo: -scritte di benvenuto e cartellini con parole in doppia lingua -spazi e arredi designati con il nome in lingua madre o conosciuta dal neo arrivato 122 -cartelloni, disegni, fotografie o altro materiale che rimandi al paese di provenienza -giochi di conoscenza -designazione del tutor (da individuare tra i compagni di classe, operando la scelta tra i più aperti e disponibili alla socializzazione) Prima relazione: al momento dell'effettivo inserimento in classe, i docenti proporranno attività specifiche di accoglienza (per es., presentazione ai compagni e dei compagni, conoscenza degli spazi e dei servizi della scuola...) Come prassi operativa si è rivelata molto concreta e produttiva l'individuazione di un ragazzo della classe che svolga la funzione di tutor, di compagno di viaggio, specialmente nel primo periodo, e che possa fornirgli aiuto nell'organizzazione scolastica (compiti, orari...) e facilitargli la conoscenza di altri compagni. Di fondamentale importanza è la presenza,se possibile, di un mediatore o di una persona che parli la lingua madre o una seconda lingua conosciuta dal neo-arrivato. Piano Didattico Personalizzato : il progetto didattico relativo ad ogni alunno straniero viene elaborato dal docente coordinatore di classe e dai docenti del C. di C. Essi prendono in esame le competenze linguistiche in Italiano dell'alunno in entrata e le competenze rilevate nelle altre discipline mediante i test d'ingresso e declinano idonei percorsi di facilitazione nelle diverse discipline curricolari. Valutazione : Soggetti coinvolti: docenti del C. di C. - alunno Gli alunni seguono un percorso individuale che fa parte della programmazione di classe e devono essere valutati nelle diverse discipline. Il C. di C. deve individuare una programmazione individualizzata che preveda percorsi, obiettivi e strumenti e verificarne periodicamente i risultati. La valutazione prenderà in considerazione: - la Capacità di comunicare in modo chiaro e comprensibile nell’ambito scolastico ed extrascolastico attraverso un lessico di base - i risultati conseguiti nel percorso didattico realizzato - la motivazione, l’impegno ed il percorso dell’alunno. Infine, quanto alla valutazione dell’alunno straniero si possono considerare validi gli orientamenti generali presentati in particolare nella C.M. N° 491/96 che conferma la necessità di interventi individualizzati ed indica, relativamente alla schede di valutazione, la possibilità di adattare gli indicatori/criteri per gli alunni “che si trovano in particolari situazioni d'apprendimento”. ORGANIZZAZIONE Le attività di insegnamento dell’Italiano 2 e di eventuale supporto disciplinare saranno organizzate in base alle risorse disponibili nella scuola o a risorse esterne 123 Finalità e ruolo della Commissione: 1) Prepara diffonde ed effettua il monitoraggio di un protocollo di accoglienza egli alunni stranieri; 2) Prepara i progetti di accoglienza degli alunni stranieri integrando le attività previste dai progetti territoriali ( Comune, Provincia, Regione); 3) Definisce la scelta della classe, le modalità di osservazione degli alunni neo-arrivati; 4) Costruisce una mappa delle risorse pubbliche e private del proprio territorio; 5) Stabilisce collaborazioni , partnariati , intese con EELL, Associazioni, organizzazioni, Università, Biblioteche; 6) Raccoglie e/o prepara il materiale informativo bilingue, libri e materiale d’informazione dei Paesi d’origine, sistemi scolastici, religione; 7) Promuove o individua nel territorio corsi di formazione per insegnanti, genitori; 8) Organizza la biblioteca della scuola; 9) Organizza corsi di italiano L2 e/o di recupero anche con la presenza di mediatori culturali promuovendo progetti territoriali e comunitari; 10) Promuove incontri programmati con le famiglie ed i mediatori culturali. Risorse finanziarie per attivare percorsi didattici: - Fondo dell’Istituzione scolastica; Fondo ministeriale per il diritto allo studio; Fondi art.9 CCNL Bisogni Educativi Speciali B.E.S.-Protocollo di rete per l'inclusione INTRODUZIONE “Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le Scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”. La circolare ministeriale del 22.11.2013 Prot. n.0002563, successiva alla Nota prot. n°1551 del 27 dicembre 2012 e la C.M. n°8 del 6 marzo 2013 , avente come oggetto: “STRUMENTI DI INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI. A.S. 2013-2014. CHIARIMENTI” con la quale il Ministero ha fornito ulteriori informazioni in merito all’individuazione, agli strumenti di intervento ed al ruolo dei consigli di classe in merito ai BES, sono, oltre alla legislazione sui DVA e sui DSA, gli importanti riferimenti normativi cui richiamarsi per quanto attiene ai BES . Come si ricava dalla C.M. n°8 del 6 marzo 2013 e dalla modulistica prodotta da diversi uffici scolastici a partire 124 dal mese di giugno 2013, sotto la sigla BES si includono tre grandi categorie: i DA o DVA ( ossia gli alunni con disabilità), i DSA ed una terza categoria, quella dello svantaggio ( socio- economico e/o linguistico/culturale). La vera novità riguarda proprio quest’ultima categoria: per la prima volta si chiede ai Consigli di classe di predisporre, qualora lo ritengano opportuno ed all’unanimità, di predisporre un piano personalizzato per chi vive in una situazione di generico “disagio”. In questo mare magnum di novità, tuttora in fieri, è parso non solo utile, ma indispensabile, predisporre un documento che tenga conto di queste novità e renda il nostro I.C. in grado di gestire, con gli strumenti più appropriati, la problematica inerente i BES. L’adozione del Protocollo di rete per l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, nasce dall’esigenza di definire ed adottare pratiche condivise e comuni tra tutte le scuole che operano nello stesso istituto comprensivo e che sono pertanto accomunate dalla stessa complessità. Includere gli alunni con Bisogni Educativi Speciali, significa fare in modo che essi siano parte integrante del contesto scolastico, sociale, culturale, alla pari degli altri alunni, insieme agli altri alunni, senza alcuna discriminazione; significa assicurare a tutti il diritto allo studio e al successo scolastico e formativo. In tale prospettiva, è necessario da parte della scuola non solo un impegno forte di conoscenza e di valorizzazione della realtà personale, umana, sociale e familiare degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, ma anche e soprattutto un impegno di sviluppo della loro formazione attraverso la realizzazione di un’organizzazione educativa e didattica personalizzata, sia negli obiettivi sia nei percorsi formativi che nelle strategie didattiche. Al fine dell’inclusione scolastica e sociale degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, il Collegio Docenti dell’I.C. intende raggiungere le seguenti finalità: - definire pratiche condivise ; - favorire l’accoglienza, l’integrazione e l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali; - progettare percorsi comuni di individualizzazione o personalizzazione che fanno coesistere socializzazione ed apprendimento; -incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari, durante il percorso di istruzione e di formazione; - adottare forme di verifica e valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti; - accompagnare adeguatamente gli studenti con Bisogni Educativi Speciali nel percorso scolastico. - fornire strumenti comuni di indagine, osservazione, rilevazione e progettazione del percorso formativo; - monitorare le azioni e gli interventi. L’inclusione degli alunni può essere realizzata solo in una scuola che è in grado di riconoscere effettivamente i Bisogni Educativi Speciali. Parte I Il Protocollo di rete per l’inclusione degli alunni BES E’ un documento sottoposto all’attenzione del Collegio dei Docenti, deliberato e da annettere al POF dell’Istituto; contiene principi, criteri ed indicazioni riguardanti le procedure e le pratiche per un inserimento ottimale degli alunni con Bisogni Educativi Speciali; definisce i compiti ed i ruoli delle figure coinvolte all’interno 125 e all’esterno dell’istituzione scolastica. Esso costituisce un vero e proprio strumento di lavoro e pertanto, è integrato e rivisitato periodicamente, sulla base delle esperienze realizzate da ogni scuola.CRITERI DI INDIVIDUAZIONE ALUNNI BES (Direttiva Ministeriale 27/12/2012 e Circolare n°8 del 06/03/2013 Bisogni Educativi Speciali) DISABILITÀ (L. 104/92) La Documentazione comprende: 1. Il Verbale di Accertamento della situazione di disabilità 2. La Diagnosi Funzionale 3. Il Profilo Dinamico Funzionale 4. Il Piano Educativo Individualizzato DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI: DSA, ADHD, Disturbo Oppositivo Provocatorio DOP, Borderline cognitivo, Disturbo del Linguaggio DL, Deficit delle abilità non verbali, Deficit della coordinazione motoria (Disprassia), Disturbo della condotta in adolescenza (L. 170/2010 con presenza di certificazione sanitaria o in attesa di approfondimento diagnostico). La Documentazione comprende: 1. Relazione clinica che includa la codifica diagnostica (ICD-10), il percorso di valutazione effettuato, le indicazioni di intervento, i riferimenti relativi alla presa in carico, l’indicazione dei test e dei punteggi ottenuti. La diagnosi di DSA, può essere effettuata, dalle UONPIA delle strutture pubbliche e private accreditate (secondo i criteri previsti dalle Linee di Indirizzo regionali e dalla Consensus Conference nazionale per i DSA del 2007) ed è necessaria la presenza di un’equipé con competenze specifiche che includa il neuropsichiatra infantile, lo psicologo e il terapista del linguaggio. Affinché la certificazione di DSA possa essere considerata valida per i benefici di legge, essa deve evidenziare chiaramente che la diagnosi è avvenuta secondo quanto sopra indicato. 2. Piano Didattico Personalizzato per DSA SVANTAGGIO socio-economico: si riferisce ad alunni seguiti dal servizio famiglia-minori, situazioni segnalate dalla famiglia, rilevazioni del Team docenti attraverso osservazione diretta. La Documentazione comprende: 126 1. Eventuale segnalazione Servizio Famiglia-Minori 2. Considerazioni psicopedagogiche e didattiche del Team docenti 3. Dichiarazione di Adesione Famiglia 4. Piano Didattico Personalizzato BES SVANTAGGIO linguistico / culturale: si riferisce ad alunni stranieri neo-arrivati in Italia o che non hanno ancora acquisito le adeguate competenze linguistiche. La Documentazione comprende: 1. Indicazioni Commissione Intercultura o Protocollo di Accoglienza Alunni Stranieri 2. Considerazioni psicopedagogiche e didattiche del Team docenti/Consiglio di Classe 3. Dichiarazione di Adesione Famiglia 4. Piano Didattico Personalizzato BES Disagio comportamentale/relazionale: si riferisce ad alunni con funzionamento problematico, definito in base al danno vissuto effettivamente dall’alunno, prodotto su altri e sull’ambiente (senza certificazione sanitaria) *Le situazioni di svantaggio socio-economico e culturale, vengono considerate nella misura in cui costituiscono un ostacolo per lo sviluppo cognitivo, affettivo, relazionale, sociale dell’alunno e generano scarso funzionamento adattivo, con conseguente peggioramento della sua immagine sociale. La mancata adesione della Famiglia alla stesura del PDP, non solleva gli insegnanti dall’attuazione del diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, in quanto, la Direttiva Ministeriale, richiama espressamente i principi di personalizzazione dei percorsi di studio enunciati nella legge 53/2003. IL TEAM DOCENTI/CONSIGLIO DI CLASSE 127 Il Team dei docenti/Consiglio di classe, definisce gli interventi didattico/educativi ed individua le strategie e le metodologie più utili, per realizzare la piena partecipazione degli studenti con BES al normale contesto di apprendimento. È compito del Team docenti/Consiglio di classe individuare gli studenti con Bisogni Educativi Speciali per i quali è “opportuna e necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni”. Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Team dei docenti /Consiglio di Classe motiverà opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte, sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche. Si evidenzia che l’attuazione dei percorsi personalizzati per tutti i BES, è di competenza e responsabilità di tutti gli insegnanti del Team/Consiglio di classe. IL RUOLO DELLA FAMIGLIA Per quanto riguarda il coinvolgimento della famiglia, si sottolinea, non solo la necessità che essa sia informata dei bisogni rilevati dagli insegnanti, ma anche sul proprio ruolo di corresponsabilità e sulla necessità di una condivisione e collaborazione. La modalità di contatto e di presentazione della situazione alla famiglia è determinante ai fini di una condivisione del percorso. In accordo con la famiglia verranno individuate le modalità e le strategie specifiche, adeguate alle effettive capacità dello studente, per favorire lo sviluppo pieno delle sue potenzialità, nel rispetto degli obiettivi formativi previsti dal POF. PARTE II PROGETTO DIDATTICO PERSONALIZZATO (PDP BES) L'espressione "Bisogni Educativi Speciali" (B.E.S.) è entrata in uso in Italia dopo l'emanazione della Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012: "Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica". la direttiva sancisce il diritto per tutti gli alunni che presentano queste tipologie di difficoltà/svantaggio di avere accesso a una didattica individualizzata e personalizzata al fine di favorire e migliorare il raggiungimento ottimale degli obiettivi scolastici. I BES comprendono un'ampia categoria di disturbi/difficoltà/deficit e una scuola davvero inclusiva dovrebbe essere in grado di riconoscerli tutti e di sapervi rispondere in modo pronto ed adeguato. Il Progetto Didattico Personalizzato BES è elaborato sulla base della situazione di disagio e sulle effettive capacità dello studente. Il PDP BES ha carattere di temporaneità configurandosi come progetto d’intervento limitato al periodo necessario per il raggiungimento degli obiettivi in esso previsti. Durante l’anno scolastico ogni verifica ed eventuale aggiustamento degli interventi dovrà considerare ed integrare quanto condiviso e riportato nel PDP BES (in particolare nella relazione fra obiettivi, risultati attesi e valutazione. Il nostro I.C. ha adottato il PDP di cui al MIUR. Accanto ad esso collochiamo il seguente progetto di integrazione che contiene utilissime indicazioni indispensabili per l’ ulteriore rendicontazione e l’esaustiva gestione di ogni caso. PROGETTO DI INTEGRAZIONE BES Presentazione del caso: L’alunno presenta le seguenti caratteristiche cognitive e comportamentali: 128 difficoltà a concentrarsi in presenza del gruppo classe, le cose migliorano se inserito in un piccolo gruppo o nel lavoro individuale; con difficoltà riesce a gestire e terminare semplici compiti collocabili nelle sue capacità; caratterizzato da forte tensione alla dispersione cognitiva che si afferma attuando collegamenti impropri in relazione a compiti assegnati o nel trattare contenuti; non rispetta le regole, chiede spesso di uscire per trattenersi con compagni o con il personale non docente; assume atteggiamenti provocatori, comunque sempre come difesa o desiderio di protagonismo; assume spesso atteggiamenti punitivi verso la sua persona o gli elaborati scolastici; non esegue quasi mai i compiti assegnati per casa; spesso non porta il materiale e gli strumenti necessari al lavoro scolastico. Osservazione sistematica mediante check list di individuazione e rilevazione Area relazionale Asse dell’autonomia personale e sociale Rilevazione Possiede abilità relative all’igiene personale ed alla cura della persona Sì Parzialmente No Ha cura degli oggetti di sua proprietà Sì Parzialmente No Ha cura del corredo scolastico Sì Parzialmente No Ha cura del materiale ottenuto in prestito Sì Parzialmente No Svolge le attività proposte Sì Parzialmente No Partecipa alle attività di gruppo, segue le lezioni Sì Parzialmente No Manifesta motivazione, interesse ed autostima nello svolgimento Sì delle attività proposte Parzialmente No Mostra interesse verso i compagni di classe Sì Parzialmente No Instaura rapporti positivi con coetanei e adulti Sì Parzialmente No Mostra comportamenti aggressivi verso se stesso e gli altri Sì Parzialmente No Sintesi di Asse Rilevazione Si rilevano difficoltà di autonomia personale Sì Parzialmente No Si rilevano difficoltà di autonomia sociale Sì Parzialmente No Asse del comportamento Rilevazione Rifiuta di leggere Sempre Talvolta Spesso Mai Rifiuta di scrivere Sempre Talvolta Spesso Mai 129 Rifiuta di farsi interrogare Sempre Talvolta Spesso Mai Rifiuta di andare alla lavagna Sempre Talvolta Spesso Mai Rifiuta di lavorare in gruppo Sempre Talvolta Spesso Mai Ignora i compagni in difficoltà Sempre Talvolta Spesso Mai Ignora l’interlocutore Sempre Talvolta Spesso Mai Sta seduto muovendo mani e piedi Sempre Talvolta Spesso Mai Si alza senza chiedere il permesso Sempre Talvolta Spesso Mai Interrompe la lezione Sempre Talvolta Spesso Mai Parla con una tonalità vocale eccessiva Sempre Talvolta Spesso Mai Lancia o fa cadere oggetti Sempre Talvolta Spesso Mai Dimentica il materiale necessario Sempre Talvolta Spesso Mai Si lascia distrarre dagli stimoli esterni Sempre Talvolta Spesso Mai Abbandona il gioco in anticipo Sempre Talvolta Spesso Mai Commette errori pur conoscendo le regole Sempre Talvolta Spesso Mai Non organizza il lavoro scolastico pomeridiano (compiti) Sempre Talvolta Spesso Mai Spinge o colpisce i compagni in palestra quando perde durante un gioco Sempre Talvolta Spesso Mai Accusa i compagni quando non può imporsi o lo isolano Sempre Talvolta Spesso Mai Rifiuta di rispettare le regole di classe 130 Utilizza un linguaggio inadeguato nelle situazioni di frustrazione (rimprovero, valutazione negativa, litigio, ecc.) Sempre Talvolta Spesso Mai Cerca di intimorire i compagni anche con atteggiamenti violenti Sempre Talvolta Spesso Mai Deride i compagni in difficoltà o il personale docente e non docente Sempre Talvolta Spesso Mai Impone ai compagni lo svolgimento dei suoi compiti Sempre Talvolta Spesso Mai Obbliga i compagni ad eseguire le sue richieste Sempre Talvolta Spesso Mai Cerca di isolare alcuni compagni Sempre Talvolta Spesso Mai Diffonde maldicenze sui compagni e le loro famiglie Sempre Talvolta Spesso Mai Sintesi di Asse Rilevazione Si rilevano comportamenti di oppositività Sì Parzialmente No Si rilevano comportamenti di impulsività Sì Parzialmente No Si rilevano comportamenti di disattenzione/deconcentrazione Sì Parzialmente No Si rilevano comportamenti di aggressività reattiva (causata da una forte emozione e non è intenzionale) Sì Parzialmente No Si rilevano comportamenti di aggressività proattiva (è intenzionale e diretta allo scopo di danneggiare la vittima) Sì Parzialmente No Manifesta sicurezza nei confronti dell’ambiente familiare Sì Parzialmente No Manifesta attaccamento nei confronti dei familiari Sì Parzialmente No Manifesta atteggiamenti oppositivi verso: la famiglia Sì Parzialmente No scuola Sì Parzialmente No l’extrascuola Sì Parzialmente No Racconta episodi del proprio vissuto quotidiano Sì Parzialmente No Proviene da un contesto sociale ed economico adeguato Sì Parzialmente No Proviene da un contesto culturale adeguato Sì Parzialmente No Utilizza in famiglia una lingua straniera Sì Parzialmente No Utilizza la lingua italiana a scuola Sì Parzialmente No La famiglia usufruisce dei servizi disponibili sul territorio Sì Parzialmente No Area del contesto familiare, scolastico ed extrascolastico la 131 La famiglia usufruisce degli strumenti messi a disposizione dalla scuola Sì Parzialmente No Vi è collaborazione tra le diverse agenzie educative (scuola, servizi, enti, operatori) Sì Parzialmente No Sintesi di Asse Rilevazione Si rileva disagio in ambito familiare Sì Parzialmente No Si rileva disagio in ambito scolastico Sì Parzialmente No Si rileva disagio in ambito extrascolastico Sì Parzialmente No Ecco una serie di utilissime strategie che il team docente o il Consiglio di classe è opportuno adotti nella trattazione del caso. STRATEGIE (Contrassegnare con una X le risorse ritenuti efficaci al fine di favorire il supporto formativo dell’alunno con B.E.S.) Presenza di un compagno o un gruppo di compagni di riferimento: per le attività disciplinari; per il gioco; per le attività extrascolastiche. Esperienze/ competenze di uno o più insegnanti in campi innovativi: musicale; informatico; ludico; artistico; sportivo. Organizzazione dello spazio aula: banchi a giusta distanza; curare la luminosità; curare la temperatura; evitare l’inquinamento visivo; cartelloni numerici; cartelloni fono-sillabici. Attività in aula o in altri ambienti: in piccoli gruppi; per classi aperte; individuali in aula; individuali fuori aula. Predisposizione di: tempi aggiuntivi rispetto al lavoro d’aula; riduzione/ semplificazione/ differenziazione di discipline; misure dispensative 132 Utilizzo di: innovazioni tecnologiche; dotazione strumentale; strumenti compensativi. Didattica metacognitiva: mappe mentali; mappe concettuali; schede. Presenza di: genitori disponibili e attenti; figure educative disponibili ed attente; enti e/o istituzioni disponibili e attente. Obiettivi specifici del percorso progettuale: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. migliorare l’autostima personale e la motivazione; acquisire sicurezza e padronanza rispetto ad un compito da perseguire; proporgli delle esercitazioni che siano adeguate alle sue abilità; eseguire i compiti assegnati a casa; portare il materiale e gli strumenti necessari al compito assegnatogli;: costruire delle relazioni scuola-famiglia che siano determinanti per la sua crescita e la sua formazione; individuare, in collaborazione con la famiglia, delle semplici mansioni quotidiane che riguardano la vita scolastica e sociale di X (ad es. saper preparare i materiali scolastici a seconda dell’orario; saper compilare il diario; saper ordinare i suoi oggetti personali a casa). Attività alternative: L’équipe pedagogica pianifica un’attività che permette di migliorare gli obiettivi prefissati concordando alcuni momenti protesi allo sviluppo dell’autostima e della motivazione da svolgere anche durante le ore curriculari antimeridiane. A titolo esemplificativo ,l’alunno BES X potrebbe svolgere un’attività in biblioteca riferita allo specifico compito di “gestire il prestito di libri agli alunni della sua classe”. Le mansioni di X potrebbero essere le seguenti: 133 compilare un registro semplificato per registrare i prestiti e le restituzioni dei libri, durante le due ore d’italiano nella sua classe; stabilire i tempi di restituzione dei libri e dare le opportune indicazioni ai compagni; continuare a svolgere la propria attività quotidiana di studio, organizzando i momenti in cui rivolgere la sua attenzione all’attività di bibliotecario; Tempi, spazi, relazioni: Tale attività, nel corso del I quadrimestre, verrà svolta con cadenza settimanale per circa due volte, in classe e in biblioteca, interagendo con compagni esperti e personale scolastico. Durante il II quadrimestre, X sostituirà la bibliotecaria per due ore la settimana (prevalentemente, nelle ultime due ore di una mattinata). Competenze in uscita: Questo tipo di attività permetterà a X di acquisire: competenze specifiche verso l’uso della multimedialità, che gli permetterà anche di aggiornarsi quotidianamente e di stare al passo con gli altri; di migliorare l’impegno nell’eseguire determinati compiti anche in altri contesti; di migliorare sempre di più le sue relazioni con il gruppo classe, con i docenti ed il personale non docente; di conseguire una determinata capacità collaborativa e cooperativa in qualsiasi contesto sociale. E’ necessario rinforzare il comportamento e non la persona, quindi i docenti propongono: Metodologia: 1) attività da svolgere in piccoli gruppi, al fine di promuovere l’autostima ed offrire al discente un’opportunità di proporsi agli amici con una modalità corretta e positiva e abbandonando atteggiamenti irrequieti e provocatori, i docenti hanno concordato e messo in atto delle specifiche procedure come quella riportata di seguito. Ad esempio, fuori della classe, si studiano alcuni semplici contenuti, religiosi, storici, geografici, tecnici. Si torna in classe e quando l’insegnante ha finito di interrogare un compagno, comincia ad interrogare anche X , proponendo le stesse domande che pochi minuti prima sono state utilizzate per la preparazione fuori dalla classe 2) attività da svolgere possibilmente in gruppo, al fine di mettere a punto un trattamento mirato alle difficoltà presentate e analizzate nella fase precedente. L’intervento può essere condotto da figure diverse in relazione alle energie professionali che la scuola dispone e intende impiegare nel progetto: docenti della classe o della scuola con disponibilità di orario, psicopedagogia, familiari; per ciascuna figura viene individuato il trattamento da condurre. In generale, l’azione svolta dai docenti della scuola è quella di operare su alcune abilità di base di carattere trasversale alle varie discipline con l’obiettivo strategico prioritario di rafforzare l’autostima, di potenziare la consapevolezza e la scoperta della propria identità personale, di promuovere il “successo” del soggetto nello scenario del gruppo-classe. I contenuti sono utilizzati non come fini ma come occasioni, strumenti per ricostruire un rapporto tra soggetto e conoscenza, soggetto e cultura, soggetto e ambiente educativo. Verifica/valutazione del progetto Sono previsti e attuati alcuni incontri allo scopo di verificare e valutare i singoli trattamenti attuati e la funzionalità organizzativa e formativa dell’intero progetto. I risultati delle azioni vengono discussi e socializzati con i docenti della scuola (anche in continuità verticale) al fine di presentare strategie, strumenti e suggerimenti inerenti ad una modalità di lavoro adottabile in altre classi su soggetti dell’area dello svantaggio (B.E.S). PARTE III 134 Sviluppata la complessa tematica dell’individuazione dei BES e delle modalità di approccio, gestione e valutazione di ogni singolo caso attraverso la stesura e la successiva attuazione del PDP, definiamo le altre parti in cui si articola il complesso Protocollo d’intesa BES del nostro I.C., cominciando dall’ INDIVIDUAZIONE DI PROCEDURE CONDIVISE 1. RILEVAZIONE 2. DEFINIZIONE CRITERI DI INTERVENTO 3. PASSAGGIO DI INFORMAZIONI 4. MODALITA’ STRUTTURATE (PEP BES) 5. MONITORAGGIO INTERMEDIO E FINALE RILEVAZIONE DEI BISOGNI: procedura PARTE PRIMA: compilazione scheda Identificazione e analisi del problema attraverso lo strumento scheda di individuazione dei Bisogni Educativi Speciali (ALLEGATO 1) da parte del Team/Consiglio di classe. Individuazione delle possibili soluzioni comuni di intervento attraverso il coinvolgimento del Team/ Consiglio di Classe, della Famiglia*, dei servizi sociali ecc. (*Famiglia autorizza/non autorizza la stesura del PDP attraverso la firma ) PARTE SECONDA: strategie Stesura e messa a punto di un piano di intervento (PDP BES): si procede alla progettazione di azioni mirate, utilizzando le risorse e le competenze disponibili all’interno o all’esterno della scuola, agendo sull’alunno individualmente, in piccolo gruppo o sull’intero gruppo classe a seconda delle necessità, attraverso il coinvolgimento del Team, del Consiglio di classe, della Famiglia*, della Funzione Strumentale o della Referente BES. 135 PARTE TERZA: verifica interventi e aggiornamenti Valutazione dei risultati sulla base degli obiettivi indicati nel PDP BES (intermedia e finale): registrazione delle strategie utilizzate, degli esiti ottenuti ed eventuali ulteriori azioni da progettare, attraverso il coinvolgimento del Team, del Consiglio di classe, della Famiglia*, della Funzione Strumentale o della Referente BES. PARTE IV STRUMENTI 1. SCHEDA DI INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (Allegato 1) 2. GRIGLIE PER LA RILEVAZIONE DEL DISAGIO ( DA DISTRIBUIRE ENTRO ANNO) IL MESE DI NOVEMBRE DI OGNI All. 2.Scuola dell’ Infanzia All. 3.Scuola Primaria All. 4. Scuola Sec. di I Grado. 3 . DICHIARAZIONE PER LA FAMIGLIA (Allegato 5 e 6) 4. PDP BES (Allegato 7) 5. Verifica finale PDP Bes ( All.8) 6. SCHEDA riassuntiva alunni BES (Allegato 9) 4.4 Continuità e orientamento PROGETTO ORIENTAMENTO - CONTINUITA’ SCUOLA DELL’INFANZIA - SCUOLA PRIMARIA SCUOLA PRIMARIA- SECONDARIA DI I GRADO SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO- SECONDARIA DI II GRADO Legge 107 del 13 luglio 2015: Art.1, comma 7, lettera S :“ Definizione di un sistema di orientamento” Art.1 comma 29: “ Il Dirigente scolastico, di concerto con gli organi collegiali, può individuare percorsi formativi ed iniziative dirette all’orientamento e a garantire un maggior coinvolgimento degli studenti nonché alla valorizzazione del merito scolastico e dei talenti. ..” L’orientamento scolastico è un insieme di attività che mirano ad osservare lo sviluppo cognitivo e psicologico dei bambini e a formare e a potenziare nei ragazzi capacità che permetteranno loro di scegliere in modo più consapevole il proprio futuro scolastico, formativo e professionale. L’Orientamento costituisce parte integrante del curricolo di studio e più in generale del processo educativo e formativo fin dalla scuola dell’infanzia, quando si realizzano le prime interazioni culturali con la realtà, finalizzate 136 ad amplificare il potenziale di ciascun allievo. Per questo motivo la scuola svolge una serie di attività che, partendo dalla scuola dell’infanzia e primaria ed attraverso la condivisione di un progetto comune, favoriscano la conoscenza di sé e dell’altro. Esso prevede due obiettivi: - di tipo formativo per dare la possibilità agli alunni di utilizzare al meglio le proprie possibilità e riguarda la conoscenza del sé, l’individuazione del proprio stile cognitivo, la gestione delle dinamiche relazionali. L’Orientamento di tipo formativo si realizza attraverso una didattica orientativa che supera il limite della lezione frontale per cedere il passo alla didattica laboratoriale in cui gli studenti sono guidati nel problem-solving e nella ricerca di soluzioni personali ai quesiti posti, e dove possono esprimersi in prima persona realizzando le loro capacità di scelta in maniera autonoma. - di tipo informativo per dare notizie sulle opportunità formative del territorio. E’ rivolto agli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado, consiste nel fornire all’alunno un’ampia e puntuale azione di informazioni sulle opportunità e sulle possibilità offerte dal mondo della formazione e dal mercato del lavoro. La velocità con cui la società cambia e si trasforma impone di imparare a fare dell’auto- orientamento un percorso continuo ed una personale competenza. E’ fondamentale pensare al proprio futuro scolastico e professionale secondo un’ottica informativa-formativa, in grado di risolvere dubbi e perplessità. Una corretta scelta del percorso di studi successivo infatti è correlata a risultati positivi in ambito scolastico e professionale ed è così che l’Orientamento assume funzione centrale e strategica nella lotta alla dispersione scolastica ed all’insuccesso formativo degli studenti. L'istanza della continuità educativa, affermata nelle indicazioni per la scuola dell’infanzia, per la scuola primaria e per la scuola secondaria di primo grado, investe l'intero sistema formativo di base e sottolinea il diritto di ogni bambino e di ogni ragazzo ad un percorso scolastico unitario, organico e completo che valorizzi le competenze già acquisite, che riconosca la specificità e la pari dignità educativa di ogni scuola. Si pone come obiettivo primario di attenuare le difficoltà che spesso si presentano nel passaggio tra i diversi ordini di scuola. L'idea centrale del progetto è quella di individuare e condividere un quadro comune di obiettivi, sia di carattere cognitivo sia comportamentale, sulla base dei quali costruire gli itinerari del percorso educativo e di apprendimento e di realizzare altresì un clima culturale, relazionale ed istituzionale che consenta a tutti di partecipare ed essere protagonisti, favorendo una graduale conoscenza del "nuovo", per evitare un brusco passaggio dalla scuola dell'infanzia, alla scuola primaria fino alla scuola secondaria di primo grado, secondaria di II grado. Non si tratta di rendere omogenei gli ambienti e le esperienze che sono differenti tra loro, ma di costruire un percorso che colleghi le diverse specificità: in questo modo il bambino potrà mantenere, anche nel cambiamento, la consapevolezza della propria identità e del proprio ruolo. La continuità vera, oltre ad essere un momento di socializzazione, di scoperta di nuovi spazi, di conoscenza degli insegnanti, di preparazione di semplici percorsi didattici, deve essere intesa come momento di reale e proficua collaborazione tra gli insegnanti dei vari ordini di scuola che intendono dare importanza alla centralità del bambino nel processo di insegnamento apprendimento. Pertanto diventa fondamentale la condivisione di un progetto, in conformità a quanto richiede la legislazione scolastica, che si propone di agevolare l’introduzione degli alunni: Scuola dell’Infanzia – Scuola Primaria Scuola Primaria – Scuola Secondaria di 1° grado Scuola Secondaria di 1° grado –Scuola Secondaria di 2° grado Il nostro istituto persegue una linea verticale, orizzontale e trasversale. La linea verticale esprime l’esigenza di impostare una formazione che possa poi continuare lungo un intero arco della vita; quella orizzontale indica la necessità di un’attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici: la famiglia in primo luogo; quella trasversale come continuità del processo formativo incentrato sui valori cognitivi ed affettivi della persona, continuità come attuazione organica di obiettivi, contenuti e metodi dei vari ordini di scuola. OBIETTIVI GENERALI 137 SCUOLA DELL’INFANZIA – SCUOLA PRIMARIA Semplificare il passaggio graduale da un ordine di scuola all’altro. Favorire il processo di apprendimento attraverso la continuità didattica ed educativa. Promuovere la conoscenza reciproca e relazionale tra gli alunni dei vari ordini di scuola. Proporre attività da svolgere con approccio interdisciplinare comuni all’ultimo anno della scuola dell’infanzia e la prima classe della scuola primaria. Promuovere l’integrazione degli alunni provenienti da culture diverse e degli alunni diversamente abili. Individuare collegamenti con le realtà scolastiche, culturali e sociali del territorio. SCUOLA PRIMARIA – SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO Promuovere interazioni tra i due contesti educativi. Utilizzare gli elementi di conoscenza sulla situazione degli alunni in entrata in vista della formazione delle classi. Proporre percorsi curriculari continui relativamente ad aree di intervento educativo comune. Proporre iniziative per realizzare attività comuni tra gli alunni delle classi degli anni ponte insieme ai loro insegnanti. Individuare collegamenti con le realtà scolastiche, culturali e sociali delterritorio. Promuovere l’integrazione degli alunni provenienti da culture diverse e degli alunni diversamente abili. SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO-SCUOLA SECONDARIA DI 2°GRADO Sviluppo della capacità di auto-monitoraggio sull’andamento della propria attività formativa attraverso questionari distribuiti agli alunni . Organizzare incontri con docenti referenti degli istituti superiori del territorio concentrati in una settimana e possibilmente nelle ore pomeridiane del tempo prolungato Stage di una giornata presso gli istituti superiori del territorio (Liceo Scientifico “Vinci”, Liceo Classico “Campanella” …) Individuare collegamenti con le realtà scolastiche, culturali e sociali del territorio. Promuovere l’integrazione degli alunni provenienti da culture diverse e degli alunni diversamente abili. Gli insegnanti provvederanno, in sede di pianificazione delle "attività d’apprendimento", a definire gli obiettivi specifici necessari al conseguimento delle competenze attese. ORIENTAMENTO – CONTINUITA’ ORIZZONTALE Altro elemento imprescindibile della tematica in oggetto riguarda l’Orientamento per le famiglie che dovrà realizzarsi con azioni di consulenza ai genitori perché acquisiscano consapevolezza delle reali potenzialità dei loro figli e non avvertano la valutazione come un’azione selettiva, bensì come uno strumento formativo e orientante. Anche la "Continuità Orizzontale" pone la necessità di organizzare i rapporti scuola-famiglia, scuola- enti territoriali, tra ambienti di vita e formazione del bambino, nell’ottica della creazione di un sistema formativo integrato. La continuità orizzontale ha lo scopo di rendere effettivo il diritto di ogni persona di accedere al sistema scolastico e formativo attraverso una serie di servizi ed attività destinati a facilitare l'assolvimento dell'obbligo scolastico e a garantire l'uguaglianza delle opportunità. FINALITA’ Favorire un rapporto di continuità metodologico e didattico tra le insegnanti delle classi parallele Favorire la crescita e la maturazione complessiva del bambino ponendolo in situazione di Problem solving Sviluppare attività individuali e di gruppo tra gli alunni delle classi parallele 138 Promuovere la socializzazione, l’amicizia e la solidarietà Attuazione di interventi congiunti e coordinati per rispondere ai bisogni di tutti gli alunni e in particolare ai portatori di disabilità Innalzare il livello qualitativo dei risultati dell’apprendimento motivando le scelte educative dei docenti PERCORSI DI LAVORO PER LA REALIZZAZIONE DELLA CONTINUITA’ VERTICALE Passaggio dalla scuola dell’infanzia alla Scuola Primaria Gli alunni delle ultime classi dell’infanzia parteciperanno ad attività curriculari e di laboratorio a gruppi misti (alunni di 5 anni della scuola dell’infanzia e alunni della scuola primaria) con i rispettivi insegnanti, in diverse giornate secondo il calendario concordato e definito dal docente Funzione Strumentale alla continuità sentiti gli insegnanti coinvolti. PROCESSO “ Laboratori creativi per crescere insieme!” per: - Favorire una prima conoscenza del nuovo ambiente scolastico e del personale educativo in essa operante . - Creare aspettative positive verso l’ingresso nella nuova scuola, cercando di allontanare le ansie che il passaggio può causare. Sviluppare fiducia nelle proprie capacità. Incoraggiare il confronto con altri ragazzini “più grandi”. - Sperimentare attività in cui i “più grandi”, con la loro esperienza rassicurino i “più piccoli” con semplici giochi e percorsi didattici . ATTIVITA’ DI CONTINUITA’ (INFANZIA- PRIMARIA) Nel contesto del Progetto Continuità l’opera musicale “Il carnevale degli animali” si inserisce come percorso laboratoriale visto trasversalmente nelle diverse aree disciplinari per avviare gli alunni ad un modo di pensare e di agire aperto al dialogo, al confronto, al fare insieme. Obiettivo generale è quello di esercitare e sviluppare le proprie capacità di ascolto di un brano musicale appartenente alla tradizione colta occidentale e di comprendere e fruire in modo motivato e più consapevole dei brani musicali tratti da Il carnevale degli animali di Saint Saëns. Questo è, infatti, il significato del percorso che le classi dell’Infanzia, Primaria e Secondaria intendono intraprendere per l’anno scolastico 2015-16. INSEGNANTI COINVOLTI: tutte le docenti delle sez. dei cinque anni della scuola dell’Infanzia e docenti delle classi prime della scuola primaria Attività didattica: ascolto, comprensione e rielaborazione della storia “ Il Carnevale degli animali” di Camille Saint- Saens, attività grafico-pittorica, ritmo- musicali, mimico-teatrali TEMPI: NOVEMBRE - MAGGIO CONTENUTI: Scelta di testi poetici che rappresentino le caratteristiche degli animali per entrambi gli ordini di scuola, lettura ed ascolto dell’opera e rielaborazione in chiave creativa. Realizzazione di elaborati ed oggetti da portare presso le Scuole Primarie e Secondarie di I° grado con cui effettuare laboratori comuni. 139 TEMATICA DEL LAVORO: La scoperta del nuovo ambiente scolastico, l’amicizia, la diversità, l’integrazione, l’accettazione dei cambiamenti. CAMPI COINVOLTI: Il sé e l’altro, immagini, suoni e colori, i discorsi e le parole COSA DOCUMENTARE: Le attività più significative del percorso, socializzazione dei lavori, competenze acquisite in itinere ,verifica e valutazione. Passaggio dalla Scuola Primaria alla Scuola Secondaria di 1° Grado Gli alunni delle classi V della nostra scuola parteciperanno alle attività di laboratorio proposte dal Progetto per la Continuità sulla tematica del “Carnevale degli animali” di Camille Saint-Saens, in collaborazione con le Scuole Secondarie di I° Grado dell’ Istituto Comprensivo, in particolare parteciperanno: Una settimana di incontri di laboratorio presso le scuole Secondarie di I° grado dell’I.C. per condividere le attività e la tematica scelta. Partecipazione degli alunni al concerto che si svolgerà prima di Natale nei plessi della Scuola Secondaria di 1° grado “Pirandello”, e che vedrà coinvolti i ragazzi del corso ad indirizzo musicale e del coro d’Istituto per l’esecuzione di brani Natalizi al progetto OPEN DAY SCHOOL. saranno invitati a visitare gli spazi e i laboratori della nuova scuola, nel caso delle scuole lontane si richiederà l’attivazione del trasporto tramite scuolabus Le date in cui tali attività saranno svolte verranno stabilite dal docente Funzione Strumentale sentite le disponibilità dei Docenti dei due gradi di Scuole coinvolte e i docenti della Scuola Secondaria di primo Grado. Si effettueranno 4 incontri: 1 nel periodo in prossimità delle festività natalizie 3 nel periodo compreso tra Novembre e Aprile Gli alunni delle classi quinte, a gruppi, saranno accolti nelle classi prime, opportunamente predisposte all’accoglienza e all’attività comune per vivere l’emozione di una giornata scolastica insieme. Saranno i ragazzi stessi a far visitare i locali e gli spazi attrezzati: palestra, aula informatica, aula musicale ecc, ecc. Le attività saranno fissate in sede di progettazione didattica tra i docenti primaria e scuola secondaria. Quest’ultimi organizzeranno una lezione-gioco (dove è possibile) nell’aula informatica attraverso la lim-board ed un esperimento di chimica e fisica nel laboratorio scientifico. Nella stessa giornata i gruppi si alterneranno. Docenti ed alunni faranno conoscere ai bambini le diverse esperienze che potranno fare nella nuova scuola, toccando le diverse aree disciplinari e inserendo all'interno del proprio programma l'attività con la scuola primaria improntata sulla tematica comune del “Carnevale degli animali”. I testi poetici che illustrano le caratteristiche degli animali saranno letti ed analizzati in tutte le loro parti. Gli alunni riassumeranno i contenuti evidenziando rime, onomatopee e pensieri. I ragazzi illustreranno poi l’opera musicale nei suoi aspetti significativi attraverso i loro disegni, cartelloni o piccoli video. Nell’incontro con gli alunni delle classi quinte gli alunni della secondaria esporranno le fasi del loro lavoro, portandole a conoscenza dei ragazzi della scuola primaria. In un secondo momento illustreranno i loro disegni, spiegando le ragioni delle scelte fatte. In un terzo momento quindi si trarranno delle riflessioni tratte dall’ascolto 140 delle musiche. La musica si inserisce nella parte iniziale e conclusiva del lavoro. I ragazzi della secondaria potranno suonare con qualche strumento i temi musicali che hanno gradito maggiormente ed i bambini della primaria utilizzando strumentini ritmici potranno accompagnarli sul brano scelto. ATTIVITA’ DI CONTINUITA’ PRIMARIA - SECONDARIA) Corso di strumento musicale per la scuola primaria ai sensi del DM 8/11 L’attività è rivolta agli alunni delle classi terze, quarte e quinte delle scuole primarie del territorio che si iscriveranno presso la scuola secondaria di I° grado “Pirandello” ad indirizzo musicale MOTIVAZIONE: - Continuità fra diversi ordini di scuola. - Confronto e apertura con il territorio. - Conoscenza e pratica degli strumenti musicali (violino, flauto dolce, chitarra e pianoforte) presenti nel corso ad indirizzo musicale di questa scuola TEMPI: Novembre – Maggio MODALITA’ DI REALIZZAZIONE: 1 lezione settimanale con piccoli gruppi divisi per strumento da svolgersi all’interno del plesso “S.Caterina” OBIETTIVI FORMATIVI: - Contribuire allo sviluppo affettivo e cognitivo del bambino gratificandolo e rafforzandolo nella sicurezza. - Promuovere la socializzazione attraverso l’integrazione fra momenti di partecipazione individuale e collettiva. OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO: - Acquisizione di abilità in ordine alla lettura ritmica ed intonata e di conoscenze di base della teoria musicale. - Consapevolezza del rapporto tra organizzazione dell’attività senso motoria legata al proprio strumento. - Promozione della dimensione ludico musicale attraverso la musica d’insieme e la conseguente interazione di gruppo. MEZZI E SUSSIDI DIDATTICI: Gli alunni che aderiranno al laboratorio usufruiranno degli strumenti musicali in dotazione della scuola. Passaggio dalla Scuola Scuola Secondaria di 1° Grado alla Secondaria di II° grado L’orientamento scolastico-professionale degli alunni/e al termine della scuola secondaria di primo grado è visto nel suo duplice aspetto: formativo (come conoscenza di sé per l’autovalutazione) e informativo; esso poggia fondamentalmente sullo specifico delle varie discipline che si articolano nel corso della programmazione triennale. Quest’anno si è pensato alla SETTIMANA DELL’ORIENTAMENTO, una settimana dedicata alla visita dei rappresentanti degli Istituti Superiori nelle classi terze della scuola secondaria di I°grado sia nel plesso Pirandello sia Klearcos. I docenti si avvicenderanno nelle classi per esporre il proprio piano formativo. Queste attività hanno lo scopo di pervenire ad un consiglio orientativo delle classi della scuola secondaria di I grado, prima della data 141 di iscrizione alle scuole secondarie di secondo grado. FINALITA’ Favorire concretamente il passaggio degli alunni dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo grado per prevenire disagi ed insuccessi; Incoraggiare il dialogo, lo scambio d’idee su strategie metodologiche tra docenti di ordini diversi di scuole per favorire un efficace processo di formazione globale degli studenti e realizzare un importante e funzionale orientamento in continuità. OBIETTIVI Informare e mettere in contatto gli alunni delle classi terze della scuola secondaria di I° grado con le diverse realtà degli istituti superiori presenti nella nostra città e zone limitrofe; Stimolare la riflessione di ogni alunno sulle proprie attitudini e aspirazioni; Facilitare la scelta della scuola superiore. AZIONI Incontri presso la scuola media con rappresentanti degli istituti superiori; Settimana dell’Orientamento Distribuzione di materiale informativo fornito dalle scuole superiori; Consegna consiglio orientativo e somministrazione QUESTIONARIO PER L'ORIENTAMENTO SCOLASTICO Distribuzione del calendario degli incontri organizzati dalle scuole superiori (open day); In collaborazione con le scuole superiori , una mattina di studio presso l’istituto prescelto, in veste di esploratori TEMPI: DICEMBRE\GENNAIO\FEBBRAIO 2016 VERIFICA, VALUTAZIONE, MONITORAGGIO Gli alunni, su modelli precostituiti, raccoglieranno le sensazioni /impressioni / opinioni sugli incontri effettuati. I docenti faranno altrettanto e presenteranno eventuali ed ulteriori proposte per migliorare l’attività e rendere più agevole e fruibile il lavoro di tutti. Si prevede, infine, la realizzazione di una presentazione multimediale da proiettare a fine anno, per condividere con i genitori il lavoro svolto durante tutto l’anno dall’Istituto Comprensivo. RISORSE UMANE CONTINUITA’ VERTICALE 142 Alunni delle Classi quinte della Scuola Primaria del nostro Istituto. Alunni di 5 anni delle sezioni di scuola dell’Infanzia dei Plessi del nostro istituto Alunni rappresentanti delle terze classi della nostra scuola secondaria di primo grado Docenti delle classi ponte fra i tre ordini di scuole Docenti di sostegno delle classi coinvolte Il Comitato Genitori Responsabili di settore e referente per il DM 8/11 Tutti i docenti incaricati di Funzione Strumentale I genitori degli alunni delle classi - ponte coinvolti del nostro istituto e delle altre scuole del territorio. Enti locali 4.5 Sicurezza Prevenzione, Sicurezza e Ben-essere Il tema della sicurezza nel piano Piano dell’Offerta dell’Istituto assume un ruolo cardine nell’ambito dei percorsi tesi alla prevenzione di varie tipologie di comportamenti a rischio benessere psico-fisico. Gli interventi didattico-educativi relativi ai temi della sicurezza sono coordinati, in tal senso, nell’ambito di un progetto unitario che si radica su importanti momenti strutturati che fanno dell’informazione e della formazione un’azione vincente per la costruzione di modelli comportamentali tesi alla prevenzione. In quanto luogo di formazione, ciascuna esperienza formativa rappresenta il contesto ideale per dialogare in continuità educativa con l’intero territorio di riferimento, quindi con le famiglie, al fine consolidare comportamenti che prevengano ogni forma di rischio sicurezza personale e ambientale. La scuola è luogo privilegiato per la promozione della cultura della salute e della sicurezza: cultura della salute e della sicurezza intese come atteggiamento quotidiano e conquista di tutti coloro, operatori e studenti, che vi partecipano. Ha il compito etico di guidare gli studenti affinché diventino cittadini attivi capaci di guardare alla salute e alla sicurezza come un valore per sé e per gli altri. L’istituzione, in una sorta di rete interistituzionale, promuove e coopera con la famiglia e le istituzioni affinché gli studenti, futuri cittadini e lavoratori di domani, acquisiscano comportamenti e stili di vita maturi e responsabili, finalizzati al benessere e improntati al rispetto della qualità della vita, della salute e della sicurezza, dell'educazione alla convivenza civile ed alla legalità. Educare alla salute e alla sicurezza significa, in primo luogo, centrare i propri interventi sulla responsabilità, sull’ autonomia, sul senso del limite, sul rispetto per sé, per gli altri e per l’ambiente di vita, sul rispetto delle regole. Significa definire interventi educativi in cui le disposizioni normative diventino un valore, parte integrante del singolo e della sua collettività, e nel contempo attivare un processo di sensibilizzazione e responsabilizzazione di tutte le figure scolastiche. In questa prospettiva il Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) della scuola gioca un ruolo centrale, anche sul piano didattico, coinvolgendo gli allievi nella gestione della sicurezza scolastica, ma anche promuovendo nei confronti dei consigli di classe la realizzazione di percorsi interdisciplinari sulle tematiche relative alla sicurezza. Peraltro, questo approccio, su cui si fonda l’idea progettuale, richiede un lavoro di riflessione su di sé da parte del SPP, docenti e figure sensibili, che ridefinisca compiti e strategie didattico-educative funzionali all’ assunzione di un modello che risponda alle esigenze specifiche della scuola, che sono, in primis, di natura educativo-culturale. Le iniziative da promuovere partono da un modello innovativo di formazione a cascata, operatori/alunni gestito in rete con Enti ed associazioni. I percorsi, oltre a dare la possibilità di condividere strategie di promozione della cultura della sicurezza nel proprio contesto sociale e organizzativo, saranno utilissima occasione per predisporre un percorso formativo teorico-pratico che i RSPP-ASPP condurranno nei confronti degli alunni allievi delle classi , per fornire loro i presupposti necessari alla strutturazione di attività di gestione della sicurezza ,supportandoli in fase di realizzazione. Tale modus operandi trova piena legittimazione all’’art. 11 del Dlgs 81/2008, che prevede “l’inserimento in ogni attività scolastica di specifici percorsi formativi interdisciplinari alle diverse materie scolastiche volti a favorire la conoscenza delle tematiche afferenti salute e sicurezza nel rispetto delle autonomie scolastiche”. Gli interventi didattici relativi ai temi della sicurezza, anche in ottemperanza alle prescrizioni normative di cui alla L.107/2015, art.1 c. 10 che prevede per gli alunni della scuola sec di I grado iniziative di sensibilizzazione tese alla conoscenza delle tecniche di primo soccorso, (anche mediante la rete strutturata con l’ASL e l’Azienda Ospedaliera nell’ambito del progetto Bambino al centro), organizzati sin dalla scuola dell’infanzia, sono coordinati nell’ambito di un progetto unitario con struttura ad albero e risultano graduali, coesi, integrati e convergenti in grado di soddisfare la realizzazione dei bisogni tanto personali quanto istituzionali. 143 e organizzative Organizzazione della scuola Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie 5-Processi-Pratiche gestionali e organizzative 5.1 Organizzazione della scuola ORGANIZZAZIONE DIDATTICA SCUOLA SEDE ORARIO GIORNI Scuola dell’ Infanzia S.Caterina, Archi Dalle 8.00 alle 16.00 LUN/VEN Scuola Primaria Scuola Primaria Archi(classi1e2 ) S:Caterna,S,Brunello, Archi Dalle 8.00 alle 16.00 Dalle 8.00 alle 13.00 Scuola Sec. I° Grad Ibico-Pirandello , Archi Dalle 8.00 alle 13.00 Ibico- Pirandello Scuola Sec. I° Grad (Indirizzo Musicale) Dalle 8.00 alle 13.00 Dalle 13.00 alle 17.00 Ibico- Pirandello-Archi Scuola Sec. I° Grad (Tempo Prolungato) Dalle 8.00 alle 13.00 Dalle 13.00 alle 1600 SCUOLA DELL’INFANZIA ORA ATTIVITÀ 8,00-8,30 Entrata-Accoglienza 8,30-9,00 Attività ludica libera 9,00-9,30 Colazione 144 LUN/ VEN LUN/SAB 12.00) Gio.Sab(h8.00- LUN/SAB LUN/SAB LUN/VEN LUN/SAB MARTGIOV 9,30-10,00 Circle time: conversazioni, gioco dell’appello, filastrocche … 10,00-11,30 Attività mirate e svolgimento dei progetti multi campo 11,30-12,15 Attività ludica 11,45-12,15 Prima uscita anticipata per i bambini che non scelgono la mensa 12,15-12,45 Pranzo 13,45-14,00 Seconda uscita anticipata 14,00-14,30 Giochi liberi 14,30-15,30 Attività di gruppo 15,30-16,00 Riordino ed uscita SCUOLA PRIMARIA DISCIPLINA Lingua italiana Matematica Storia Geografia Scienze Arte & immagine Musica Corpo, movimento e sport Inglese Tecnologia e informatica Religione Attività opzionali lab.linguisticoespressivo TOTALE Scuola Secondaria di 1° grado 145 Classe I 8 7 2 2 1 1 1 1 1 1 2 1 Classe II 7 7 2 2 1 1 1 1 2 1 2 1 28 28 Classe 7 6 2 2 1 1 1 1 3 1 2 1 Classe IV 7 6 2 2 1 1 1 1 3 1 2 1 Classe V 7 6 2 2 1 1 1 1 3 1 2 1 28 28 28 III TEMPO PROLUNGATO TEMPO NORMALE Italiano 7 Italiano, Storia, Geografia, Cittadinanza e Costituzione 6 3 Storia (ivi compresa 1 ora di “Cittadinanza e Costituzione”) 3 Attività di approfondimento in materie letterarie 1 Geografia Matematica Scienze 2 6 2 Matematica/ Scienze musica Tecnologia Inglese Seconda lingua comunitaria (Francese) 2 3 2 Tecnologia Inglese Seconda lingua comunitaria 6 2 2 3 2 Arte e immagine 2 Scienze motorie e sportive 2 Musica 2 Arte e immagine Scienze motorie e sportive Strumento (Pianoforte/Chitarra/Violino/Oboe) ( solo plesso IBICO/PIRANDELLO) 2 2 1 Religione cattolica Mensa 1 2 Religione cattolica 1 TOTALE 36 31 Calendario delle attività Inizio Lezioni: 14 settembre 2015 Termine Lezioni: 8 giugno 2016 Festività Natalizie: dal 23 dicembre 2015 al 6 gennaio 2016 Festività Pasquali: dal 24 al 29 marzo 2016 Altre Festività: 2 novembre 2015 (giorno di commemorazione defunti), 7 dicembre 2015 (ponte dell'Immacolata) 5.2 Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane Valorizzazione delle risorse umane e professionali Sul presupposto che il punto di forza dell’Istituto, più che dalle risorse strumentali, è costituto dalle sue risorse umane e professionali, l’impegno prioritario dell’Istituto sarà orientato a promuovere e sostenere, in continuità con lo stile di lavoro dello scorso anno la propositività e la progettualità tanto dei plessi quanto dei singoli operatori – docenti e non, dentro le linee programmatiche generali deliberate. In coerenza con quanto sopra, il ricorso a risorse professionali avrà luogo solo per l’attuazione di progetti autorizzati di arricchimento e di qualificazione dell’offerta formativa, per i quali non siano disponibili nell’Istituto specifiche competenze, laddove dovesse 146 rendersi obbligatorio per la realizzazione di interventi finanziati con fondi PON e POR. La collaborazione con figure esperte esterne sarà pertanto prioritariamente finalizzata a compiti di consulenza e all’acquisizione di più sicure competenze da parte dei docenti, e non potrà in ogni caso essere sostitutiva nello svolgimento degli insegnamenti di base previsti dai Piani di Studio nazionali e di Istituto, la cui valutazione è competenza esclusiva dei docenti titolari. All’accrescimento/sviluppo di competenze professionali del personale, saranno orientati anche i rapporti con altre Istituzioni e Soggetti esterni, già esistenti o da ricercare in relazione a nuove esigenze che potranno emergere. Proseguiranno perciò, in particolare, i partenariati, nonché Convenzioni e Accordi di programma. Formazione ed Autoaggiornamento Nell’impostare il PIANO ANNUALE per la formazione e l’aggiornamento di cui all’art.63 e successivi del CCNL, che comprende la realizzazione delle attività previste per il mese di settembre deliberate dagli OO.CC. a giugno u.s., si tiene conto prioritariamente dei bisogni evidenziati nel RAV e tradotti nel Piano di Miglioramento per il raggiungimento degli obiettivi strategici, nonché delle proposte dei diversi profili professionali. L’elaborazione del Piano Annuale si propone di: • Fornire occasioni di approfondimento sulla progettazione e valutazione per competenze e riflessione sui vissuti e sulle pratiche didattiche ; • Fornire occasioni di acquisizione di conoscenze utili al miglioramento del rapporto educativo e alla facilitazione degli apprendimenti; • Favorire il rinforzo della motivazione personale e della coscienza/responsabilità professionale; • Migliorare la comunicazione tra i docenti, aumentando contestualmente conoscenza e stima reciproca; • Fornire occasioni di approfondimento e aggiornamento dei contenuti delle discipline in vista della loro utilizzazione didattica. . Fornire occasioni di approfondimento e aggiornamento dei contenuti delle discipline normative e delle riforme in atto con particolare attenzione ai temi dell’ Etica, della legalità, della trasparenza amministrativa e dell’ anticorruzione, in considerazione degli adempimenti cogenti ed ai fini dell’aggiornamento della didattica sulla base di un patrimonio valoriale condiviso in forza di una positiva cultura della responsabilità. L’attività di formazione sarà ispirata a: e disciplina di potersi appropriare di strumenti e competenze ritenuti indispensabili e “trasversali” per affrontare l’attività professionale e l’evoluzione normativa che regolano il funzionamento della Scuola, con riferimento agli specifici saperi disciplinari in relazione alla costruzione di percorsi didattici per competenza ai fini anche della certificazione al termine dell’obbligo di istruzione; competenze a supporto della didattica (utilizzo delle nuove tecnologie informatiche); -pedagogica in riferimento alle innovazioni di struttura e di ordinamento; Il Piano di Formazione e Aggiornamento viene redatto tenendo conto delle linee generali indicate annualmente dal MPI e degli orientamenti strategici della politica di Qualità volta al miglioramento continuo e si avvale di corsi organizzati dall’ATP e USR, da altri enti territoriali o istituti e comprende iniziative progettate dall’Istituto, autonomamente o in rete con altre scuole. La programmazione degli interventi formativi è stata basata sui risultati di un’indagine conoscitiva condotta dal docente incaricato della Funzione Strumentale Area 2, mediante la somministrazione di un questionario sui bisogni formativi dei docenti; ciò ha avuto lo scopo di valutare, con maggiore attendibilità, la possibilità di organizzare specifici corsi di aggiornamento rispondenti ai bisogni dei docenti e alle reali esigenze della scuola e dell’offerta formativa. Nell’ambito di ciascun corso proposto saranno privilegiati momenti di cornici teoriche e di confronto, sia pratiche laboratoriali, nonché forme di aggregazione per grandi aree di significato tematico affine. 5.3 Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie 147 RAPPORTI SCUOLA FAMIGLIA Lo stile educativo della scuola è improntato alla massima disponibilità nei confronti dei genitori degli allievi che vengono coinvolti nelle decisioni quando il loro parere rappresenta un “passaggio obbligato” nella definizione di politiche scolastiche, nella elaborazione delle proposte formative dell’istituto e soprattutto nelle fasi di scelta delle attività educative didattiche che le leggi di riforma riservano appunto alle famiglie e agli allievi. Nella vita della scuola ci sono momenti cruciali in cui la collaborazione scuola- famiglia va gestita con attenzione: a) la fase delle iscrizioni: vengono organizzati degli incontri con i genitori degli alunni di 1^ classe e 5^classe elementare per la presentazione della proposta formativa della scuola, sulla base delle indicazioni vincolanti della legge n. 53/2003, del D.Lgs. n. 59/2004, del DM 31/07/2007, dei DPR 87 e 88 del marzo 2010 e delle decisioni autonome del Collegio dei Docenti, accolte e condivise dal Consiglio d’Istituto. Per facilitare la decisione delle famiglie, in merito all’offerta formativa della scuola, vengono organizzati in entrambe le sedi incontri di consulenza, colloqui orientativi con famiglie e futuri allievi, allo scopo di favorire le scelte ed anche per renderle più adatte possibili agli allievi a seconda delle loro esigenze e dei loro interessi e/o motivazioni. b) la fase della formazione delle classi e dell’acquisto dei libri di testo: ogni scuola delibera nelle sedi opportune (Collegio Docenti e Consiglio d’Istituto) i criteri per la formazione delle classi. Nella realtà i criteri soni i seguenti: genere (maschi e femmine in classi miste); risultati sul piano degli apprendimenti (profitto); segnalazioni e richieste particolari avanzate dalle insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria (es. incompatibilità tra allievi nella stessa classe); problemi particolari segnalati dalla famiglia ( e valutati attentamente dalla Commissione formazione classi).L’assegnazione dell’alunno/a ad una classe permette poi alla famiglia di procedere all’acquisto dei libri di testo. A ciascuna famiglia viene consegnato l’elenco dei testi adottati dagli insegnanti delle classi a seguito della delibera del Collegio dei Docenti. Il criterio di fondo seguito negli anni è quello di ridurre al minimo il cambio dei testi per evitare alle famiglie costi eccessivi per i libri di testo. c) La fase dell ’avvio dell ’anno scolastico , soprattutto per gli alunni di classe infanzia,primaria e secondaria durante la quale è importante dialogare con i genitori per “monitorare” l’inserimento degli allievi nelle classi, per rilevare eventuali difficoltà iniziali, per garantire informazioni circa il normale svolgimento delle attività scolastiche. Al riguardo ai genitori sono offerti momenti di incontri con il Dirigente Scolastico e con i docenti collaboratori, udienze se con i docenti secondo un calendario consegnato a tutte le famiglie, udienze generali in cui i genitori potranno incontrare nella stessa giornata tutti i docenti dei propri figli. Altra possibilità di comunicazione sono inoltre fornite dal sito web della scuola e/o dall’indirizzo e-mail accanto agli usuali telefoni e fax.Per comunicazioni urgenti i genitori possono rivolgersi al Dirigente Scolastico o alla docente vicaria sia direttamente sia tramite le nuove tecnologie informative e di comunicazione. d) La fase di comunicazione dei risultati di fine quadrimestre: un momento particolarmente critico è la consegna della scheda di valutazione al termine del 1° quadrimestre dopo il ritorno ai voti. Durante la consegna i docenti fanno il punto della situazione e concordano con le famiglie il da farsi per migliorare e/ recuperare eventuali difficoltà. È il momento in cui si cerca si responsabilizzare l’allievo davanti ad un quadro valutativo a 360° circa il suo impegno scolastico e i risultati nelle varie attività disciplinari e/o trasversali (es. attività opzionali aggiuntive e facoltative). Forse più delicata è la fase relativa alla conclusione dell’anno scolastico quando i genitori vengono invitati dai docenti a valutare attentamente la situazione scolastica dei propri figli, soprattutto se i risultati sono problematici e al di sotto delle aspettative dei docenti e inferiori alle potenzialità degli allievi. È una fase delicata in quanto i docenti sono chiamati poi collegialmente ad ammettere o meno l’allievo alla classe successiva. In caso di risultato negativo, il Dirigente Scolastico convoca i genitori per informarli dell’esito, fornendo loro gli elementi salienti della decisione collegiale. Inoltre, agli alunni promossi all’esame di stato verrà consegnata una 148 certificazione delle competenze acquisite. I genitori, o meglio le famiglie degli allievi hanno anche altre opportunità per partecipare alla vita della scuola. In particolare la scuola organizza periodicamente delle manifestazioni teatrali e/o musicali, , delle mostre pittoriche, fotografiche e di oggetti vari realizzati dagli allievi e spesso posti “in vendita” per la raccolta di fondi da destinare a progetti di solidarietà. Un mezzo utilizzato dagli allievi è il sito della scuola su cui i ragazzi e le ragazze descrivono la loro esperienza scolastica, senza tralasciare di dire la loro opinione su problemi di interesse comune e che li riguardano in modo particolare Organi collegiali COLLEGIO DEI DOCENTI: è composto da tutti gli insegnanti dell’Istituto e dal Dirigente Scolastico, che lo presiede. Ha potere deliberante in materia educativo- didattica. CONSIGLIO DI ISTITUTO:di durata triennale, è composto dal Dirigente Scolastico, dal Direttore Amministrativo, dai rappresentanti eletti degli insegnanti, dei genitori e del personale A.T.A. Ha potere deliberante e dispone l’impiego dei mezzi finanziari. GIUNTA ESECUTIVA: è composta dal Dirigente Scolastico, dal Direttore amministrativo e dai rappresentanti degli insegnanti e dei genitori facenti parte del Consiglio d’Istituto. Ha funzione amministrativa. CONSIGLIO DI INTERSEZIONE (scuola dell’infanzia) O DI INTERCLASSE (scuola primaria) O DI CLASSE(scuola secondaria di primo grado): presieduto dal Dirigente Scolastico o da un docente da lui delegato, è composto dagli insegnanti e dai rappresentanti eletti dei genitori. Ha potere propositivo in materia educativo- didattica. DIFFUSIONE Il POF dell’Istituto Comprensivo “Falcomatà-Archi non è un documento chiuso e scritto solo per gli operatori dell’istituto stesso, ma è il progetto aperto flessibile con cui la scuola risponde alle esigenze, espresse in vario modo, da parte di tutti i membri della comunità scolastica e del territorio. I livelli di prestazione e le regole dell’istituto sono rese note con La Carta dei servizi, che contiene lo standard di prestazione che l’Istituto ha fissato, Il Regolamento d’Istituto, che contiene le regole di comportamento cui si deve uniformare chi entra in contatto con l’I stituto, Il programma annuale, che espone il progetto d’utilizzazione delle risorse a disposizione dell’istituto, Il Conto consuntivo, che illustra come sono state utilizzate le risorse umane e strumentali dell’istituto. Le informazioni più importanti o utili sono rese note all’interno del sito Web dell’Istituto. 149