Piano dell`Offerta Formativa - Istituto Comprensivo Falcomatà

Istituto Comprensivo-Statale Falcomatà- Archi
Piano dell’Offerta
Formativa
Anno scolastico 2015/2016
1
Indice delle sezioni
1-Il POF
Premessa
Vision
Mission
Linee d’indirizzo
2- Contesto e risorse
2.1 Popolazione scolastica
2.2 Territorio e capitale sociale
2.3 Risorse professionali
4- Processi--Pratiche educative e
didattiche
4.1 Curricolo, progettazione e
valutazione-Accordi di rete
4.2 Ambiente di apprendimento
4.3 Inclusione e differenziazione
4.4 Continuità e orientamento
4.5 Sicurezza
3- Esiti
3.1 Risultati scolastici
3.2 Risultati nelle prove standardizzate
nazionali
3.3Competenze chiave e di cittadinanza
3.4 Risultati a distanza
5-Processi - Pratiche gestionali e
organizzative
5.1 Orientamento strategico e
organizzazione della scuola
5.2 Sviluppo e valorizzazione delle
risorse umane
5.3 Integrazione con il territorio e
rapporti con le famiglie
Documenti allegati: Curricolo Verticale, Regolamento d’Istituto, Codice Etico docente, Patto Educativo
di Corresponsabilità, Regolamento di disciplina Scuola Primaria, Statuto degli studenti e delle
studentesse, Regolamento dipartimenti disciplinari,Griglie di valutazione,Pet, Regolamento viaggi
2 d'istruzione
1-Il POF
Premessa
Vision
Mission
Linee d’indirizzo
PREMESSA
Delibera del Collegio dei Docenti n. del 04/12/2015
Delibera del Consiglio di Istituto n. 5 del 09/12/2015
La Legge 107 del 2015 ha tracciato le nuove linee per l’elaborazione del Piano dell’offerta formativa che avrà
ormai una durata triennale, ma sarà revisionabile annualmente entro il mese di ottobre di ciascun anno
scolastico. L’art.3 del DPR n.275 del 1999 è stato difatti novellato dal comma 14 della legge succitata che ne ha
cambiato anche le modalità di elaborazione, affidando un ruolo preminente al dirigente scolastico, chiamato
nella nuova previsione normativa, a definire al collegio dei docenti, gli indirizzi per le attività della scuola e per
le scelte di gestione e di amministrazione. L’intera progettazione del piano è quindi consegnata nelle mani del
collegio, al contrario la sua approvazione avverrà in seno al consiglio di istituto.
Il P.O.F., elaborato con il contributo di tutte le componenti scolastiche, è il documento in cui l’Istituto definisce
la propria identità culturale e progettuale nonché la propria progettazione curricolare, extracurricolare,
educativa, organizzativa in relazione al territorio in cui opera IL presente piano rappresenta la sintesi tra le
esperienze educative e didattiche realizzate negli anni scorsi e le linee culturali, formative e operative che
caratterizzeranno il futuro dell’intero Istituto, ed è ovviamente correlato alla Legge 13 luglio 2015, n. 107 (
Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione). In particolare tale proposta fa riferimento sia alle
coordinate culturali, organizzative e operative contenute nel d.lgs. n°59/2004 (Indicazioni per i Piani di Studi
Personalizzati) e sia alle Indicazioni Nazionali per il Curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo
d’istruzione del 2012. Nella definizione dell’offerta si è fatto riferimento anche al “nuovo obbligo” (D.M.
22/08/2007, n. 139), agli Assi Culturali e alle Competenze Chiave di Cittadinanza, al D.M. 4/03/2009 (Atto di
indirizzo per la sperimentazione dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione; ai D.P.R. n° 81 e n° 89 del
20/02/2009 (Regolamento a seguito dell’art. 64 della legge 133/2008); al D.P.R. n° 122 del 22/06/2009
(Regolamento sulla valutazione). La lettura attenta e valutata del POF da parte di tutti i potenziali lettori (docenti
e genitori) permetterà di dare esplicito consenso e sostegno affinché l’intera proposta formativa trovi ampia
attuazione durante il corrente anno scolastico.
3
Vision e Mission
La “Vision”, condivisa a livello collegiale, rappresenta la direzione verso cui ci si intende muovere e la
proiezione delle aspettative relative a ciò che il nostro Istituto dovrebbe essere in futuro. La scuola e le persone
che in essa vi operano (Dirigente Scolastico, personale docente e non docente) intendono coinvolgere gli
alunni, i genitori, gli Enti esterni nell’attuazione di questo progetto:
Far diventare l’Istituto un polo culturale di riferimento
per il territorio
La Mission è la strada da percorrere per realizzare la Vision e serve a definire le risorse che devono essere
impegnate per raggiungerla. Realizzare una comunità scolastica che promuova le competenze, il successo
formativo, il benessere e l’integrazione di tutti gli alunni, prevenga il disagio e la dispersione scolastica, sappia
orientare e promuovere il pieno sviluppo della persona, in un’ottica di interazione con il territorio.
Obiettivi della Mission
4
garantire l’innalzamento del
successo formativo mettendo
ciascun alunno nelle condizioni
di sviluppare al massimo le
proprie potenzialità e la capacità
di orientarsi nella realtà in cui
vive
richiamare i valori fondamentali
della Costituzione: la
democrazia, la tolleranza, il
lavoro, la giustizia, la libertà, la
solidarietà e la pace
predisporre azioni per favorire
l'Accoglienza di Studenti,
Famiglie e personale in un'ottica
di collaborazione e di
appartenenza
predisporre azioni che
favoriscono la Continuità
educativa e l'Orientamento
far acquisire la consapevolezza
del linguaggio informativo come
fonte di comunicazione e come
sostegno al processo
d'insegnamento apprendimento
favorire il raggiungimento di un
equilibrio attivo e dinamico con
la realtà territoriale e sociale di
riferimento
LINEE D’INDIRIZZO del Dirigente Scolastico
Linee generali legge 107/2015
L’entrata in vigore, il 16 luglio u.s. della legge "di riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione",
numero 107, pubblicata in "Gazzetta ufficiale", 162, 15 luglio 2015), rafforza il quadro normativo esplicitato in
quanto definisce la “piena attuazione all’autonomia delle istituzioni scolastiche di cui all’art. 21 della legge 15
marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni, anche in relazione alla dotazione finanziaria”,
attraverso “la piena realizzazione del curricolo della scuola e il raggiungimento degli obiettivi di cui ai
commi dal 5 al 36” che “sono perseguiti mediante le forme di flessibilità dell’autonomia didattica e
organizzativa previste dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.
275”.
I punti qualificanti
Due sono i punti qualificanti – nell’intenzione del legislatore – di questo disegno di legge: dare piena attuazione
al processo di realizzazione dell’autonomia e la riorganizzazione dell’intero sistema di istruzione. Per dare corpo a
queste finalità il legislatore ha individuato essenzialmente due strade: l’istituzione di un “organico dell’autonomia”
(comma 5 dell’articolo 1 della legge) e la ridefinizione delle competenze del dirigente scolastico (comma 78).
Nella sostanza attraverso il potenziamento della dotazione di personale docente la scuola si deve dotare di
risorse umane adeguate per garantire il raggiungimento degli obiettivi, da fissare nel Piano di Miglioramento
quale risultante della riflessione, dei punti di forza e di debolezza individuati nel RAV. Un’offerta formativa sempre
più efficace in rapporto al contesto di riferimento, ed il Dirigente ha il compito di servirsi degli strumenti operativi
puntualizzati nella legge di riforma per incidere, in termini più ampi ed efficaci, sulla gestione complessiva
dell’istituzione scolastica. Tutto questo, però, troverà avvio nel corrente anno scolastico e avrà piena realizzazione
a decorrere dall’anno scolastico 2016- 2017 anche attraverso l’affidamento, all’ istituzione scolastica dell’organico
dell'autonomia
La sostanza di questa innovazione riguarda la nuova strutturazione, che dovrà essere data agli organici del
personale docente, nonché alle finalità che tale strutturazione deve perseguire e che, ai sensi del comma 68,
comprende l’organico di diritto (che, si desume da altre disposizioni, risulta composto dai posti comuni e dai posti
di sostegno) e un numero di posti ( max 10 % in più) istituiti per <<il potenziamento, l’organizzazione, la
progettazione e il coordinamento, incluso il fabbisogno per i progetti …>>
In sostanza, lo scopo dichiarato (già richiamato nel comma 5) dell’organico così composto è quello di "dare piena
attuazione al processo di realizzazione dell’autonomia e di riorganizzazione dell’intero sistema di istruzione"
collegandolo funzionalmente alle esigenze organizzative e progettuali delle istituzioni scolastiche evidenziate
dall'approvazione, con cadenza triennale, di un piano dell’offerta formativa rinnovato rispetto a quello già
previsto dall’articolo 3 del d.P.R. 275/1999, articolo riscritto dal comma 14 dell’articolo 1 della legge di riforma.
I docenti dell’organico dell’autonomia, come testualmente previsto dalla norma, "concorrono alla realizzazione
del piano triennale dell’offerta formativa con attività di insegnamento, di potenziamento, di sostegno, di
organizzazione, di progettazione e di coordinamento”.
Il nuovo Piano Triennale dell’offerta formativa
La legge interviene in termini sostanziali sulla procedura di definizione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa.
La legge 107 dispone, con una ampia modifica dell’art. 3 del D.P.R. 275/1999, che “il piano è elaborato dal
Collegio dei Docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di
amministrazione definiti dal dirigente scolastico. Il piano è approvato dal consiglio d’istituto” entro il mese di
ottobre di ciascun anno scolastico.
Il dirigente e la valorizzazione del merito del personale docente
Come è noto, il d.P.R. 80/2013 ha disciplinato il sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e
formazione. In tale ambito si sarebbe dovuto sviluppare un percorso attraverso il quale giungere a definire criteri
in base ai quali introdurre anche nel mondo della scuola la valorizzazione individuale dell’attività del personale
docente. Il Governo, ha introdotto il principio di valorizzazione del merito del personale docente, affidando al
dirigente scolastico la competenza nell’assegnazione individuale di una somma di denaro con natura di
retribuzione accessoria, denominata espressamente dalla legge bonus.
5
PIANO TRIENNALE ALL’ORGANICO DELL’AUTONOMIA
Questi interventi normativi sostanziali dovranno essere incardinati ad un’azione progettuale forte e chiara
che muovendo dalle indicazioni Nazionali, emanate con decreto del Presidente della Repubblica 16
novembre 2012, n. 254 (13G00034) (GU Serie Generale n.30 del 5-2-2013dia piena attuazione ai modelli
di certificazione delle competenze per il Primo ciclo di cui alla circolare Ministeriale n. 3 del 15 febbraio
2015. Gli interventi riformatori nel rafforzare gli Istituti comprensivi esaltando il valore della continuità nei
tre ordini di scuola nel perseguimento costante di una continuità programmatico-progettuale,
organizzativa territoriale e d’istituto, rappresentano la messa a sistema di azioni per l'attuazione del
quadro strategico ET2020 cui ogni Stato membro deve tendere per garantire il perseguimento dei seguenti
obiettivi sovranazionali: realizzare concretamente l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e la
mobilità di chi apprende, migliorare la qualità e l’efficienza di offerta formativa e risultati, promuovere
l’equità e la cittadinanza attiva, valorizzare l’innovazione e la creatività, compreso lo spirito
imprenditoriale, a tutti i livelli di istruzione e formazione. Queste forti direttrici segnano un nuovo
orizzonte di senso da costruire tra personale, famiglie ed alunni dell’intero Istituto su cui collocare le
riforme degli anni precedenti per far fronte comune sulla crisi prima sociale e dopo economica che
sembra aver travalicato i confini nazionali ed europei. Le presenti linee di Indirizzo per le attività della
scuola, così come previsto all’art 1 c. 14 punto 4, legge 107/2015, pertanto, hanno la finalità di orientare
il collegio all’elaborazione del POF 15/16 e del PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa), anche
attraverso l’articolazione di un organismo intercollegiale da individuare ad hoc, per la successiva
approvazione del consiglio d'istituto. Individuate le priorità della nostra istituzione, esplicitate nei
precedenti paragrafi, nonché nell'ambito degli obiettivi fissati e, coerentemente con la programmazione
deliberata il 29/06/ u.s., al fine di procedere alla definizione della dotazione organica, si individuano le
aree di potenziamento corrispondenti, previste dal comma 7 della legge citata.:
Valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all'italiano nonché
alla lingua inglese e ad altre lingue dell'Unione europea, anche mediante l'utilizzo della metodologia Content
language integrated learning;
Potenziamento delle competenze matematico-logiche e scientifiche e percorsi e di sistemi funzionali alla
premialità e alla valorizzazione del merito degli alunni e degli studenti e definizione di un sistema di
orientamento;
Potenziamento delle competenze nella pratica e nella cultura musicali, nell'arte e nella storia dell'arte, nel
cinema,nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni.
Sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero
computazionale,all'utilizzo critico e consapevole dei socialnetwork e dei media nonché alla produzione;
Sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione
dell'educazione interculturale e alla pace ,il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno
dell'assunzione di responsabilità nonché della solidarietà e della cura dei beni comuni e della consapevolezza
dei diritti e dei doveri; potenziamento delle conoscenze in materia giuridica ed economico-finanziaria e di
educazione all'autoimprenditorialità.
6
Obiettivi Gestionali
Inquadrati contesto, percorsi in atto ed innovazioni, l’attenzione iniziale sarà volta alla condivisione di percorsi
tanto didattici quanto educativi contenuti nel curricolo verticale elaborato dall’apposita commissione di studio
secondo le indicazioni Nazionali del 2013, è utilizzato quale pista di controllo dell’unitarietà
dell’insegnamento/apprendimento mettendo al centro il curricolo di scuola elaborato alla luce del decreto
sull’autonomia scolastica, un’autonomia che significa creare identità alla nostra scuola, identità basata sul
sapere, saper fare e saper essere. Lo stesso documento introduttivo delle Indicazioni raccorda la centralità della
persona alla cultura prodotta dalla scuolaEssere autonomo per gli insegnanti significa riprendere con forza il ruolo
di intellettuale, di colui che, proprio perché intellige il mondo, lo misura con intelletto e per questo compie scelte
umane e culturali.
Questo sforzo dovrà essere volto, durante l’attuazione del curricolo verticale unitario, partendo dai campi di
esperienza della scuola dell’infanzia, si muove all’interno delle aree in cui è raggruppato il percorso tra la
primaria e la secondaria di primo grado.
Il lavoro vedrà l’impegno assiduo della scuola fino alla revisione continua, se necessaria per interventi normativi
innovativi, per la predisposizione di un quadro generale di riferimento per i consigli di classe e di interclasse.
L’unitarietà del percorso di studi nella continuità avrà come punto di interesse lo sviluppo di una scuola per
ognuno e per tutti che coniughi interesse per il superamento dello svantaggio con una piena integrazione delle
difficoltà, delle disabilità e delle particolarità di ognuno.
Tra gli obiettivi gestionali sarà forte l’impegno di porre in essere azioni, a tutto campo, per coordinare l’attività
intra ed interistituzionale, per il perseguimento delle seguenti finalità:
 testare, con il metodo della ricerca-azione attraverso continui dialoghi con dipartimenti e coordinatori,
il curricolo verticale elaborato all’interno del nostro istituto ed articolarlo per l’implementazione di
attività per la messa a punto del Piano Triennale dell’offerta Formativa ( c. 12 legge 107/2015 ), da
adottare entro il 30 ottobre 2015.
 Collegare agli obiettivi strategici individuati nel Rapporto di Autovalutazione per la successiva stesura del
Piano di Miglioramento.
 Curare la continuità progettuale, didattica e valutativa: integrare e sostanziare i curricoli di ciascun
ordine di scuola ponendo attenzione agli anni ponte, con una progettazione integrata, progressiva e
graduale attraverso con forme di flessibilità offerte dall’autonomia didattica e organizzativa previste nel
DPR 275/99. La valutazione dovrà sostanziarsi di un modello condiviso di valutazione, già in vigore da
qualche anno, che dovrà prevedere l’elaborazione di prove oggettive più aderenti e relative rubriche di
valutazione.
Un Istituto comprensivo abbisogna di principi condivisi e di modelli comuni che contengano le diversità di
approccio tra le diverse scuole. Per questo si rende cogente la realizzazione di percorsi di formazione e di
autoaggiornamento in servizio per la realizzazione degli obiettivi espressi nel RAV, tanto connessi alla
progettazione, alla didattica, quanto in ordine alla condivisione di modelli di relazione e comunicazione efficaci
nonché alla riqualificazione della motivazione del personale e degli alunni .
Nell’ottica, poi, della scuola di ognuno e di tutti ci sarà un interesse forte per il recupero dello svantaggio e la
costruzione di percorsi adeguati ai bambini disabili e con Bisogni Educativi Speciali certificati ai sensi della
normativa vigente. In tal senso va tenuto in debita considerazione quale punto di partenza il Piano Annuale per
l’Inclusività in adozione. Pari importanza dovrà essere posta alla individuazione di sistemi per la realizzazione di
percorsi funzionali alla premialità ed alla valorizzazione del merito degli studenti.
Fra le priorità individuate un posto diviene pregnante l’utilizzo e la valorizzazione degli spazi della scuola per le
attività: si valuterà l’opportunità di pensare ad una scuola sempre aperta alle esigenze del territorio e dell’utenza
che ad essa afferisce. Per fare questo si cercherà un rapporto con le associazioni che già operano sui territori di
riferimento e si è già avviata una richiesta di costituzione di un tavolo di lavoro con gli Enti locali e le
amministrazioni pubbliche diriferimento.
Altro obiettivo di quest’anno sarà quindi quello di rafforzare e consolidare il rapporto col territorio per
coinvolgere, ampliare e condividere progetti educativi comuni, per questo saranno avviati contatti con le
7
istituzioni presenti e con l’associazionismo in vista anche di un pieno utilizzo degli spazi della scuola.Al fine della
realizzazione di quanto prescritto all’art 1. c. 93 della legge 107/2015, già dall’anno scolastico 2014/2015 la
gestione è improntata al raggiungimento degli obiettivi prescritti dalla succitata norma promuovendo, fra gli
altri, nell’ambito di un ampio Protocollo interistituzionale “Scuola & Salute” e nelle sezioni dedicate, alcune
iniziative educative finalizzate alla cultura dell’Etica e della Legalità come fattore di crescita dell’individuo e di
benessere nel contesto sociale di riferimento. Al contempo si è data particolare rilevanza e sostegno in via
sperimentale di alcune attività significative che, nell’ambito dell’organizzazione, promuovono il controllo di
legalità sostanziale nella gestione, fermamente convinta che sia un imprescindibile fattore di formazione del
capitale umano e strumento di leva del benessere organizzativo, concretamente apprezzabile nella curva dei
servizi e misurabile sul piano della valutazione anche ai fini della autovalutazione. Nell’ambito di tali percorsi
l’Istituto intende valorizzare in ogni momento didattico-educativo e gestionale il tema dell’educazione alla
responsabilità come fattore di crescita del fanciullo e di benessere sostenibile dell’organizzazione lavorativa e
della comunità di riferimento nella quale l’individuo vive ed agisce-. Anche a tal fine sarà sottoposto agli OO.CC.
la condivisione di un Codice Etico, che in parte recepisce il Patto educativo del quale L’istituto si è già dotato.
Nell’ambito di tali percorsi l’istituto scolastico, dotato di un piano triennale sulla trasparenza di cui alla legge
190/2013, al fine di favorire lo sviluppo di una responsabile cultura dell’Etica, dell’Integrità, della Trasparenza e
dell’Anticorruzione è stata affiancata dall’Istituto Italiano Anticorruzione.
L’IIA, nato nel 2014 sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il compito di affiancare
gli enti e le pubbliche amministrazioni per favorire la cultura e la divulgazione dell’Etica, della Legalità e
dell’Anticorruzione nei rapporti tra privati e Pubbliche amministrazioni ed in genere come costume e stile di vita
finalizzato ad implementare un tessuto sociale sano e di benessere complessivo. La forte Vision si coniuga con
l’avvertita necessità di armonizzare tale imprescindibile momento di condivisione valoriale e tutela con un’idea
di mercato che sia al contempo aperto e sostenibile, giusto e dinamico, nei nuovi contesti economici globali. Si
è ritenuto, per tali motivi, di condividere con l’IIA, considerandole come indispensabili vie d’azione, i temi della
diffusione, dell’approfondimento e dell’aggiornamento di una responsabile cultura della legalità tra Cittadini,
stakeholders e pubbliche amministrazioni, nell’ambito delle quali noi tutti siamo chiamati alle responsabilità di
un settore nevralgico per la crescita e l’educazione della società e dei futuri cittadini. In ragione di tali obiettivi
strategici sono state promosse iniziative didattiche di sensibilizzazione culturale con il coinvolgimento degli
alunni, dei docenti e delle famiglie. Con attenzione al momento del miglioramento della compliance
organizzativa e dell’efficientamento gestionale è stato avviato il progetto “anticorruzione, compliance e sistema
di valutazione dei dirigenti scolastici” che in esito al work shop dello scorso giugno 2015, ha promosso la
costituzione di un comitato di rete che faciliti anche l’aggiornamento professionale e la compliance delle
organizzazioni, nella consapevolezza dell’importanza della circolarità delle azioni sinergiche e contestuali
all’interno e sul territorio. L’azione educativa persegue dunque la finalità di ottemperare alle norme ed al
contempo di promuovere azioni di miglioramento continue. L’esigenza di erogare servizi di qualità in un contesto
difficile e con risorse scarse impone di sviluppare e perfezionare capacità gestionali manageriali imprescindibili
per mettere in qualità i servizi e razionalizzare le risorse. Partendo da questi presupposti sarà strutturata una
rete interistituzionale per la realizzazione delle finalità di cui alla succitata legge di Riforma e con gli obiettivi
strategici contenuti nel documento “Istruzione e Formazione Europa 2020.
Al raggiungimento di questi obiettivi, considerati strategici, saranno orientati gli sforzi di tutta la Comunità
Scolastica, in particolare del Collegio Docenti e delle sue articolazioni fin dalla predisposizione del Piano Annuale
delle Attività, e saranno finalizzate adeguate risorse, anche da intercettare tra gli interventi destinati alle Regioni
Obiettivo Convergenza per la realizzazione di percorsi specifici da prevedere in sede di elaborazione successivo
Programma Annuale.
I Coordinatori d’area, per l’attività organizzativa e didattica, saranno chiamati a collaborare con il D.S. per la loro
traduzione operativa e per il coordinamento dei progetti di miglioramento attesi nei settori indicatiParticolare
attenzione, poi, sarà da riservare ancora agli interventi finalizzati alla promozione della cultura linguisticoespressiva e tecnologico-scientifica, che è un punto debole dell’Istituto, con la creazione di un apposito
laboratorio, nonché al completamento/arricchimento degli spazi laboratoriali e delle rispettive attrezzature nella
scuola Primaria e nella Scuola Secondaria per l’acquisizione in situazione delle competenze chiave.
8
FINALITA’EDUCATIVE ED OBIETTIVI DEI TRE ORDINI DI SCUOLE
Assi culturali
Gli assi culturali di riferimento delle azioni educative e didattiche della scuola media sono:
 La valorizzazione dei linguaggi e delle culture differenti presenti nella scuola.
 L'alfabetizzazione e l'uso della multimedialità nella didattica.
 L’acquisizione di competenze specifiche disciplinari e di competenze trasversali.
 La conoscenza del sistema sociale, ambientale economico e geografico in cui gli alunni vivono.
 La padronanza dei linguaggi e delle tecnologie più diffuse.
 La flessibilità come disponibilità a cambiare e a innovare.
 La conoscenza e l'uso in chiave comunicative di più lingue comunitarie.
 La collaborazione tra scuola e istituzioni presenti sul territorio.
 La valutazione e la certificazione delle competenze.
Assi formativi
I docenti della scuola utilizzano il valore formativo delle discipline e la specificità delle attività
proposte, per realizzare opportunità formative miranti a far acquisire, consolidare e sviluppare:
 L'analisi da punti di vista diversi delle varie realtà socioeconomiche e culturali come
approccio alle altre culture.
 La consapevolezza dei propri limiti e delle potenzialità come contributo al processo
di maturazione dell'identità personale.
 La padronanza di saperi, di linguaggi e delle tecnologie più diffuse.
 Lo spirito partecipativo come capacità di lavorare con gli altri.
 La dimensione dell' autocritica come capacità di auto valutarsi.
Assi tematici
Punti fermi nelle scelte tematiche operate dalla scuola negli ultimi anni sono le tematiche proposte dal Collegio
dei Docenti come "nuclei culturali" caratterizzanti il curricolo formativo triennale degli alunni che frequentano
l’I.C.Falcomatà –Archi (Curricolo di Istituto). Queste tematiche possono essere ricondotte a problemi di
rilevanza disciplinare, didattica, sociale e psicologica:
 La legalità, il rispetto delle regole del vivere civile nella sfera individuale, istituzionale e sociale (soprattutto
in riferimento al Patto Educativo di corresponsabilità D.P.R. 235/07 e all’insegnamento di Cittadinanza e
Costituzione).
 La pace e i diritti umani, con particolare attenzione ai diritti dei bambini.
 L' intercultura, l'integrazione di culture, l'accoglienza dell'altro.
 Lo sviluppo sostenibile in tema di difesa, di conservazione e di valorizzazione del patrimonio naturale e
ambientale.
 L'uso critico degli strumenti di comunicazione di massa.
 Lo sviluppo delle competenze chiave di cittadinanza.
 Il linguaggio musicale e il linguaggio artistico come opportunità di sviluppo culturale e di sensibilità
personale.
 La dimensione di ricerca e di esplorazione nell’ambito scientifico
Assi metodologici
Le azioni educative e didattiche che si realizzano nella scuola rispondono a scelte metodologiche
funzionali a conseguire da un lato gli obiettivi che autonomamentei singoli Consigli di Classe
decidono e dall'altro a garantire coerenza con le scelte
culturali e formative dichiarate nel POF e nel Curricolo di Istituto. Nella scuola si svolgono attività di:
 accoglienza, ascolto e orientamento;
 sviluppo e consolidamento di competenze di base e saperi specifici;
 recupero e sviluppo di competenze strumentali, culturali e relazionali idonee ad una attiva partecipazione
alla vita sociale;
 apprendimento di due lingue comunitarie (inglese, e poi francese o tedesco) attraverso modalità
9





didattiche che privilegiano l’interazione tra docenti e allievi;
la partecipazione a iniziative promosse da altri Enti
l'uso dell'attività laboratoriale centrata sul "fare" degli allievi rispetto ad un "prodotto" da fornire;
l'uso di mezzi e attrezzature didattiche in grado di supportare e/o integrare le conoscenze e le
competenze specifiche dei docenti;
la realizzazione di percorsi didattici con momenti di "fruizione" delle opportunità formative offerte dal
territorio e/o di coinvolgimento dell'extrascuola su proposte elaborate all'interno della scuola;
i momenti di verifica e di valutazione previsti dai singoli docenti in modo autonomo o concordati tra
docenti dello stesso Consiglio di Classe e/o gruppo disciplinare.
OBIETTIVI
Attraverso un’attenta ed accurata analisi del contesto in cui l’istituto opera, con la formazione di gruppi
interistuzionali, gruppi di lavoro e commissioni si è riusciti a creare una prospettiva a largo raggio che ha
consentito un’adeguata organizzazione del nostro istituto che, valutando la propria realtà territoriale, mira,
attraverso dei gaps, allo sviluppo di una fattiva dimensione europea. Le risorse umane e materiali a
disposizione dell’Istituto saranno orientati alla realizzazione dei seguenti obiettivi:
GARANTIRE



LA CONTINUITÀ NELL'EROGAZIONE DEL SERVIZIO
l’organizzazione delle risorse in dotazione dell’istituto;
l'attribuzione di incarichi di supplenze temporanee per la sostituzione del personale docente e dei
collaboratori scolastici nei limiti dello stanziamento dei fondi erogati dalla normativa vigente;
l'organizzazione flessibile dell'orario di servizio di tutto il persona
VALORIZZARE LE DIVERSE FIGURE PROFESSIONALI PRESENTI NELLA SCUOLA MEDIANTE L'ATTRIBUZIONE DI
INCARICHI DI RESPONSABILITÀ:







ai collaboratori del Dirigente Scolastico;
ai docenti ai quali sono state assegnate le funzioni strumentali;
ai docenti con responsabilità di progetto;
ai collaboratori amministrativi e scolastici per le funzioni aggiuntive e miste;
ai docenti per incarichi di coordinamento organizzativo e didattico di Plesso e di Istituto;
ai docenti membri dei gruppi di lavoro e delle commissioni;
ai docenti responsabili della realizzazione dei progetti contenuti nel Piano dell'Offerta Formativa;
VALORIZZARE LE DIVERSE FIGURE PROFESSIONALI PRESENTI NELLA SCUOLA:



mediante la formazione del personale;
organizzando corsi in proprio o aderendo a proposte ministeriali o di altre istituzioni;
scolastiche o proposte da enti e/o associazioni esterne all'istituzione scolastica.
ASSICURARE COLLEGIALMENTE, DA PARTE DEL TEAM DOCENTE CHE OPERA NELLE CLASSI, LA TUTELA DEI
PERCORSI INDIVIDUALI DEGLI ALUNNI ATTRAVERSO:



10
assistenza educativa a ciascun alunno;
rapporto con le famiglie;
coordinamento delle attività didattiche ed educative;
MIGLIORARE L'OFFERTA FORMATIVA DELLA SCUOLA, ATTRAVERSO:

interventi volti a favorire l'integrazione scolastica degli alunni in situazione di handicap;



interventi per favorire l'integrazione degli alunni stranieri;
interventi a favore della prevenzione del disagio;
la realizzazione dei progetti di miglioramento centrati su: recupero/potenziamento, accoglienza,
continuità tra ordini di scuola diversi e sul Territorio.
PROMUOVERE INIZIATIVE DI AUTOVALUTAZIONE D'ISTITUTO, MEDIANTE:


riflessione sugli esiti conseguiti da tutti gli alunni ai quali sono state somministrate le prove d'Istituto per
verificare il raggiungimento degli obiettivi programmati;
verifica della congruenza degli obiettivi inseriti nella progettazione didattica
PROMUOVERE AZIONI FORMATIVE E DIDATTICHE RELATIVE ALL'INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE
DI HANDICAP BASATE :




sulla condivisione delle scelte educative tra quanti si occupano dell'alunno diversamente abile;
sulla gestione "su misura" per ogni singolo alunno (interventi individuali a piccoli gruppi);
sull'uso della metodologia dei laboratory;
sulla collaborazione con la famiglia
GARANTIRE LA SICUREZZA NELLA SCUOLA, MEDIANTE:



alle la formazione continua del personale;
la formazione degli alunni alle procedure di evacuazione ed al rispetto delle regole di prevenzione
infortunistica;
l'attenzione vigile e costante segnalazioni di eventuali situazioni di pericolo la
verifica ed il controllo periodico del documento di valutazione dei rischi
AMPLIARE IL SITO INTERNET DELLA SCUOLA AL FINE DI:
 dare visibilità all'esterno del P.O.F. d’Istituto ed alle iniziative delle Scuole;
 potenziare la comunicazione istituzionale interna ed esterna;
RISPETTARE IL CODICE DELLA PRIVACY (D.LGS. 196/2003) IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI,
PROVVEDENDO ALLA:



redazione periodica del documento programmatico della sicurezza;
nomina degli incaricati e del responsabile al trattamento dei dati;
consegna dell'informativa per il trattamento dei dati personali degli alunni e delle loro famiglie; per il
trattamento dei dati del personale dipendente, delle aziende fornitrici o degli enti ed associazioni che
hanno rapporto con la scuola.
FAVORIRE L'ARRICCHIMENTO DELL'OFFERTA FORMATIVA:
 Attraverso partenariati con le altre istituzioni scolastiche, accordi, contratti e convenzioni con enti e
associazioni culturali che operano sul territorio; secondo una logica di natura curricolare e formativa,
aderendo prioritariamente ad attività che tendono alla elaborazione di un percorso didattico proficuo per
gli alunni.
11
12
2- Contesto e risorse
2.1 Popolazione scolastica
2.4 Territorio e capitale sociale
2.5 Risorse professionali
Contesto e Risorse
2.1 Popolazione scolastica
1 Infanzia Archi Cep
3 sezioni
2 TN + 1 TR
PRIMA
26
SECONDA
22
TERZA
17
QUARTA
17
TOT
PRIMA
2.
Infanzia
centro
S.Caterina
6 SEZIONI
5 TN + 1TR
28
TERZA
26
TN
QUARTA
TN
30
QUINTA
TN
29
TR
12
TOT
23 classi
28
SECONDA TN
SESTA
1.Primaria S.Caterina
TN
153
PRIME
96
SECONDA
80
TERZA
126
QUARTA
80
QUINTA
89
TOT
2. Primaria S.Brunello
13
5 classi
65
PRIME
29
SECONDA
27
TERZA
23
QUARTA
23
481
QUINTA
3. Primaria Archi
10 classi
1.Secondaria di I grado
Ibico/Pirandello ( 2 scuole
funzionanti al momento nel
plesso Pirandello)
11 classi
13
PRIME
33
SECONDA
34
TERZA
34
QUARTA
28
QUINTA
29
PRIME
80
SECONDE
54
TERZE
68
TOT
115
TOT
158
TOT 222
2. Secondaria
Klearchos
I
grado
6 classi
PRIME
44
SECONDE
32
TERZA
33
TOT
TOTALE 7 PLESSI
63 classi
109
ALUNNI 1303
2.2 Territorio e capitale sociale
L’I. C. “Falcomatà - Archi” comprende i plessi scolastici di Archi , S. Caterina e S. Brunello, ricade nella II e X
Circoscrizione del Comune di Reggio Calabria. Il territorio della città in cui è situato il quartiere di S. Caterina e S.
Brunello è caratterizzato da un tessuto sociale ed economico eterogeneo che, in quest'ultimo decennio, si è arricchito
della presenza di numerose famiglie Il contesto, quindi, presenta un’estrazione socio-culturale altamente
diversificata: professionisti, impiegati, commercianti operai, casalinghe, lavoratori saltuari, immigrati . Il tessuto
sociale così eterogeneo, pur nella sua complessità, ha da sempre rappresentato una risorsa per la convivenza civile,
economica e sociale. Le famiglie, le scuole e le parrocchie rimangono saldi punti di riferimento sia dal punto di vista
affettivo sia come centri di aggregazione sociale. Sul territorio son presenti anche quartieri di periferia non
particolarmente degradati e ben collegati con il centro della città che offre buone opportunità di carattere culturale e
formativo. Recentemente, si è potuto constatare un lieve incremento del quadro socio- economico, grazie alla
riapertura di alcuni esercizi commerciali. L'immagine positiva dei quartieri più centrali del territorio dell'I.C., nel
complesso curati e ben collegati, favorisce la promozione dell'intera Istituzione a livello comunale. Inoltre, sono
presenti uffici pubblici (poste, banche, agenzie di servizi), trasporti urbani ed extraurbani e la stazione ferroviaria.
Nonostante le diverse opportunità culturali: Università, biblioteche, musei, cinema, teatri, chiese, il territorio offre
poche possibilità per bambini. Mancano luoghi pubblici di aggregazione; gli spazi verdi liberi e attrezzati, non recintati
e sicuri, la carenza di piste ciclabili e il traffico intenso non permettono ai bambini di vivere una vita sociale
extrascolastica, adeguata ai bisogni della loro età.
A tale situazione le famiglie, in genere, reagiscono usufruendo di associazioni sportive e culturali private:
piscine, palestre, scuole di danza che, spesso, sono al di fuori del territorio.
14
Santa Caterina
San Brunello
Archi
15
I PLESSI
IL PLESSO DI S. CATERINA
Sito in Via Montello, n°7, è ubicato nella zona Nord di Reggio Calabria, al
centro dell'omonimo quartiere, in prossimità dello svincolo autostradale
A3 e si affaccia sulla "Piazza dei caduti senza croce", unico piccolo
polmone verde e mini parco giochi. L'edificio, dotato di un grande cortile
interno, è strutturato su due corpi: uno antico a due piani e uno di più
recente costruzione che si articola su tre piani. Il plesso, sede della
Direzione e degli uffici di segreteria, è fornito di impianto di
riscaldamento e possiede:
 laboratorio multimediale; laboratorio scientifico;
 Lavagne LIM per l’insegnamento interattivo
 cablaggio di parte dell’edificio
 biblioteca;
 palestra;
 salone;
 N°25 aule Scuola Primaria di cui: 22 destinate ad attività
curricolari, 1 aula per il sostegno, 1 archivio, 1 aula
insegnanti.1 biblioteca ,1saloncino per le riunioni
 servizi igienici adeguati alla popolazione scolastica;
 5 locali adibiti all'ufficio di Direzione e agli uffici di Segreteria
Recentemente il plesso è stato oggetto di ristrutturazione da parte del
Comune di Reggio Calabria per adeguarlo alle norme del T.U. n.81/2008.
Il plesso di "S. Caterina", per venire incontro alle esigenze
lavorative dei genitori, mette a disposizione locali appositi per
consentire all’Officina della fantasia(Cooperativa privata ) di attivare un
servizio di pre-scuola e post-scuola ( dalle ore 7,30 alle ore 8 e dalle ore
13 alle 14 il giovedi’ ed il sabato dalle ore 7.30 alle ore 8 e dalle ore 12.00
alle ore 14.00).
La Scuola dell’infanzia "Santa Caterina" è ubicata al piano terreno del
corpo nuovo dell'edificio della scuola primaria di Santa Caterina. E'
costituita da:
 5 ampie aule per altrettante sezioni;
 1 ampio salone -refettorio
 1 cortile autonomo rispetto a quello della scuola primaria
 1 cucina
 5 locali servizi, uno per ogni sezione
16
SCUOLA SEC. DI 1° GRADO IBICO – PIRANDELLO
La Scuola secondaria di I° grado “Ibico”, nata dall’unione delle Scuole Medie Statali “Ibico”, “Pirandello”, opera nella
città di Reggio Calabria nelle sedi ubicate in Via Enotria-vico Carrera, Via Stradella Giuffrè. Essa accoglie alunni che
provengono dai rioni di S. Caterina, S. Brunello e, in piccolo numero, dall’hinterland circostante. Il territorio offre
strutture di partecipazione sociale: Scuole Materne, Centri di Assistenza, Centri Ricreativi, Impianti Sportivi, Gruppi
scout, Azione Cattolica. Nella Sede centrale di via Stradella Giuffrè sono in funzione quattro corsi (A,B ,D e
E) di cui uno, il corso A di strumento musicale. Nella sezione staccata di via Stradella Giuffrè sono in funzione tutti i
corsi. A causa di un decreto del Sindaco il plesso IBICO è chiuso perché dichiarato inagibile e sarà oggetto di lavori di
consolidamento della struttura, nel frattempo tutte le sezioni di questo plesso sono trasferite presso il plesso
Pirandello. La scuola nella sua globalità occupa un posto di primo piano nell’ambito delle agenzie educative operanti
sul territorio, per le molteplici esperienze realizzate, per le sue qualificate risorse professionali e strutturali, per
l’attenzione costante rivolta alle richieste ed alle esigenze di una società in continua evoluzione. La scuola IbicoPirandello è dotata dei seguenti laboratori e sussidi:
 Aula magna con proiettore
 Laboratorio di informatica
 Laboratorio scientifico
 Laboratorio di traforo
 Laboratorio musicale
 Lavagne LIM per l’insegnamento interattivo
 Collegamento ad internet
 Ampia Palestra per l’attività motoria
L’indirizzo musicale è attivo in tutta la scuola secondaria “IBICO – PIRANDELLO”. E’ previsto lo studio di uno dei seguenti
strumenti musicali: Violino, Pianoforte, Chitarra e Oboe. Nella domanda di iscrizione gli alunni possono indicare l’ordine
di preferenza dei quattro strumenti musicali che intendono studiare nel corso del triennio della Scuola secondaria IBICOPIRANDELLO. Lo strumento musicale è disciplina curricolare, pertanto esso è soggetto a valutazione decimale, al pari
delle altre discipline. I docenti di strumento fanno parte del Consiglio di classe.
17
PLESSO SCUOLA PRIMARIA S. BRUNELLO
Il plesso di "S. Brunello" (costruito tra il 1969/70 e ristrutturato nel 1995), posto nel cuore dell'omonimo
quartiere, è raggiungibile attraverso una rete di stradine secondarie. L'edificio, circondato da un giardino con
alberi ad alto fusto e piante ornamentali, confina con un regolare campo sportivo a cui è possibile, volendo,
accedere tramite cancello per svolgere attività motorie. A breve distanza è ubicata la Scuola Media
"Pirandello" che offre l'opportunità di usufruire del laboratorio di attività artistiche. Il plesso, fornito di
riscaldamento, possiede un grande androne, utilizzato anche per la drammatizzazione, attorno al quale sono
disposte a raggiera:
 5 aule per attività curricolari;
 un'aula per la biblioteca;
 un'aula adibita ad attività motorie;
un laboratorio informatico con 12 postazioni;

servizi igienici adeguati alla popolazione scolastica

PLESSO DI ARCHI
La scuola di Archi si trova nel quartiere di Archi Cep, situato alla periferia nord della città, comprende due
scuole dell’Infanzia, una scuola primaria, una di Scuola Secondaria di primo grado. Il quartiere di Archi, ricade
nella X Circoscrizione del Comune di Reggio Calabria, un tempo sede di fiorenti attività artigianali e nobili
famiglie, oggi ha subito un’espansione che lo ha portato a divenire un rione urbanisticamente integrato con
il resto del capoluogo. Nel territorio di Archi vi sono: una sede della facoltà di Giurisprudenza, la Stazione
dei Carabinieri, alcuni uffici comunali, tre parrocchie, Maria SS. del Carmelo (Archi Carmine), San Giovanni
Battista (Archi Centro) e S. Stefano da Nicea (Archi CEP), la Comunità religiosa formata dalle suore
francescane Alcantarine, che svolgono un prezioso servizio sociale a favore delle famiglie svantaggiate e, in
particolare, degli extracomunitari , nonché attività di animazione di strada. Altre aggregazioni giovanili, sono
i gruppi Scout RC 9 e RC 15 e la locale squadra di calcio. La scuola ha sempre operato in stretta collaborazione
con le istituzioni presenti nel quartiere al fine di fornire agli alunni un quadro completo e sinergico di
formazione, educazione e crescita personale.
La scuola di Archi è dotata dei seguenti laboratori e sussidi:
aula magna, laboratorio multimediale, laboratorio multimediale alunni, lavagne Lim in ogni aula, laboratorio
linguistico ,laboratorio musicale , laboratorio artistico biblioteca
18
2.3 Risorse professionali
19
DIRIGEN TE
S C O L A S T I C O : Dott.ssa Serafina Corrado



Definisce indirizzi per le attività della scuola e le scelte di gestionee di amministrazione (c. 12)

Nel rispetto delle competenze degli Organi collegiali scolastici, è titolare di autonomi poteri di direzione, di
coordinamento. È titolare delle relazioni sindacali;

Individua fino al 10 % di docenti che coadiuvano in attività di supporto organizzativo e didattico (c.83)

Utilizza il personale per supplenze temporanee fino a 10 giorni (c.85)




Promuove la cultura della documentazione generativa nell’istituto.
Garantisce un’efficace ed efficiente gestione deklle risorse (umane, finanziarie, tecnologichee materiali).
È responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio e della valorizzazione delle
risorse umane (c. 78)
Facilita la comunicazione all’interno della scuola e tra questa e le altre Istituzioni presenti nel territorio
Definisce gli indirizzi del del PTOF(c. 14)
Assegna annualmente al personale docente un bonus dal fondo per la valorizzazione del merito (cc. 126-129) sulla base
dei criteri individuati dal comitato di valutazione
DIRETTORE AMMINISTRATIVO: Dott. Umberto Boncompagni
Compiti del Dsga:











20
Sovrintende ai servizi generali, amministrativi contabili e ne cura l'organizzazione svolgendo funzioni di coordinamento
, promozione delle attività e verifica dei risultati conseguiti rispetto agli obiettivi , del personale ATA
Liquidazione parcelle e fatture
Elaborazione Programma Annuale e Conto consuntivo
Stipula contratti d'acquisto di beni e servizi
Riversali d'incasso e mandati di pagamento
Liquidazioni Esperti esterni
Conguaglio contributivo e fiscale PRE, 730, CUD, IRAP, F/24 Organizzazione predisposizione TFR del personalepensioni- ricostruzioni di carriera Gestione, aggiornamento , manutenzione dei software in dotazione agli uffici di
segreteria (compresi quelli ministeriali) responsabile rete informatica d'Istituto
Referente per le postazioni multimediali SIDI e AXIOS
Compensi accessori al personale docente e ATA
Formazione al personale di segreteria e ai collaboratori scolastici
Tenuta scritture inventariali.
1 COLLABORATORE VICARIO: Docente ALBANO ROSARIA
1.
Vigilanza e controllo sull'andamento generale dell'attività scolastica dei plessi, con obbligo di segnalazione per
eventuali disfunzioni;
2. Ausilio nella gestione unitaria dell’Istituto;
3. Attività di gestione delle relazioni con il pubblico e con i genitori degli alunni, con particolare cura per quanto riguarda
gli aspetti della comunicazione e dell'informazione;
4. Vigilanza nell’uso degli spazi, dei laboratori e della /biblioteca scolastica;
5. Custodia di sussidi e attrezzature in dotazione ai plessi;
6. Ausilio alla diffusione e custodia circolari interne e controllo puntuale delle disposizioni di servizio;
7. Coordinamento e promozione dell’utilizzo strumenti didattici;
8. Controllo e custodia dei sussidi didattici e sub consegnatario responsabile degli stessi come da
elenchi/inventario depositati agli atti (attività da concordare con la Direttrice dei Servizi Generali ed Amm.vi);
9. Delega a coordinare i Consigli di classe, interclasse, intersezione, in caso di impedimento o di assenza del
sottoscritto;
10. Coordinamento delle attività dell’Istituto Comprensivo;
11. Continuità orizzontale e verticale;
12. Collaborazione con i rappresentanti del servizio di prevenzione e sicurezza;
13. Verifica degli incontri del Piano relativo al fondo d’Istituto (attività aggiuntive funzionali all’insegnamento);
14. Ausilio nel Coordinamento e organizzazione dei viaggi d’istruzione e delle visite guidate;
15. Coordinamento pianificazione attività in collaborazione con eventuali operatori;
16. Gestione tempo scuola;
17. Gestione ambiente scolastico (aule – laboratorio multimediale – biblioteche);
18. Coordinamento rapporti con enti locali;
19. Coordinamento rapporti scuola – famiglia;
20. Programmazione dell’orario di servizio del personale docente, l’articolazione dell’orario di lavoro, nonché le
modalità di accertamento del suo rispetto.
Nello svolgimento delle predette attività, dovrà coordinarsi con il secondo collaboratore e si potrà avvalere della
collaborazione dello Staff, delle FFSS.
STAFF D’ISTITUTO
Lo Staff d'Istituto è così costituito:
1. Dirigente Scolastico –Dott.ssa Serafina Corrado
2. 21.Collaboratore
Albanosull'andamento
Rosaria
Vigilanza evicario:
controllo
generale dell'attività scolastica dei plessi, con obbligo di
3. Responsabili
di plesso:
Emo Lorella
- Fedele Lina – Tramontana Fortunata. - Zoccali Maria A.
segnalazione
per eventuali
disfunzioni;
22.– Cangelosi
Ausilio nella
Marianna
gestione
- Toscano
unitaria
Carmen
dell’Istituto;
–Spadaro Rosa
Lo staff
ha il compito
di promuovere
le "Misure
l'attuazione
delle Indicazioni
nazionalicura
per la
23. Attività
di gestione
delle relazioni
condi ilaccompagnamento
pubblico e con i per
genitori
degli alunni,
con particolare
per
scuola dell'infanzia
e
del
primo
ciclo"
e
assicurare
il
coordinamento
delle
azioni
di
supporto
ai
dipartimenti
ed
ai
consigli
quanto riguarda gli aspetti della comunicazione e dell'informazione;
di classe
attraversonell’uso
attività di
informazione,
momenti
di formazione,
ricerca, diffusione pratiche innovative,
24. Vigilanza
degli
spazi, dei promozione
laboratori edidella
/biblioteca
scolastica;
monitoraggio.
25. Custodia di sussidi e attrezzature in dotazione ai plessi;
Funzioni
strumentali
26. Ausilio
alla diffusione e custodia circolari interne e controllo puntuale delle disposizioni di servizio;
27. Coordinamento e promozione dell’utilizzo strumenti didattici;
28. Controllo e custodia dei sussidi didattici e sub consegnatario responsabile degli stessi come da
29.
21
30.
31.
32.
33.
34.
35.
36.
37.
38.
39.
elenchi/inventario depositati agli atti (attività da concordare con la Direttrice dei Servizi Generali
ed Amm.vi);
Delega a coordinare i Consigli di classe, interclasse, intersezione, in caso di impedimento o di assenza
del sottoscritto;
Coordinamento delle attività dell’Istituto Comprensivo;
Continuità orizzontale e verticale;
Collaborazione con i rappresentanti del servizio di prevenzione e sicurezza;
Verifica degli incontri del Piano relativo al fondo d’Istituto (attività aggiuntive funzionali all’insegnamento);
Ausilio nel Coordinamento e organizzazione dei viaggi d’istruzione e delle visite guidate;
Coordinamento pianificazione attività in collaborazione con eventuali operatori;
Gestione tempo scuola;
Gestione ambiente scolastico (aule – laboratorio multimediale – biblioteche);
Coordinamento rapporti con enti locali;
Coordinamento rapporti scuola – famiglia;
Funzioni Strumentali
COORDINATORI PER L’ORGANIZZAZIONE DELLA DIDATTICA E DELLE ATTIVITA’ GESTIONALI FINALIZZATE
AL MONITORAGGIO DEGLI ESITI
Area N°1
COORDINATORE PIANO NAZIONALE SCUOLA DIGITALE E DIFFUSIONE DELLE COMPETENZE DIGITALI DI
ALUNNI E DOCENTI – OBIETTIVI STRATEGICI E PRIORITARI DEL RAV (L.107/15 ART.1 C. 7 lett. H , ART.1
C.56 E SEGG.)DOCENTE: MARRA CONCETTA
COMPITI / AREE D’INTERVENTO
- Sviluppo delle competenze digitali degli studenti con particolare riguardo al pensiero computazionale,
all’utilizzo critico dei social network e dei media;
- Sviluppo delle competenze digitali degli alunni con attenzione alla produzione ed ai legami col mondo del
lavoro;
- Sviluppo delle competenze digitali dei docenti con particolare riguardo alle esigenze della didattica interattiva
(LIM) ;
- Arricchimento della didattica laboratoriale multimediale di base, intermedia e avanzata.
- Raccolta, messa in rete e diffusione dei software multimediali per la didattica
- Studio bandi rivolti alle istituzioni scolastiche ed organizzazione gruppi di lavoro per la realizzazione di
iniziative progettuali finanziate con i fondi strutturali europei, bandi PON 2014/20
, USR,MIUR ECC.., finalizzate al raggiungimento obiettivi d’area ed in coerenza con gli obiettivi prioritari e
strategici del RAV e del piano di miglioramento d’Istituto.
- Coordinamento progetto d’istituto Piano Nazionale Scuola Digitale
Area N°2
COORDINATORE SERVIZI AGLI ALUNNI CON DISAGIO PER LA PREVENZIONE DEI COMPORTAMENTI A
RISCHIO OBIETTIVI STRATEGICI E PRIORITARI DEL RAV ( ART .1 C. 7 , lett. l, p, q, s ): DOCENTE DI STEFANO
ERNESTA
COMPITI/ AREE D’INTERVENTO
- Prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche
informatico;
- Potenziamento dell’inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali
attraverso percorsi individualizzati e personalizzati anche con il supporto e la collaborazione dei servizi sociosanitari ed educativi del territorio e delle associazioni di settore e l’applicazione delle linee di indirizzo per
favorire il diritto allo studio degli alunni adottati, emanate dal MIUR il 18.12.2004.
- Supportare gli alunni e le famiglie circa strumenti formativi ed informativi sulla riforma relativa
all’adempimento dell’obbligo scolastico.
Area N°3
COORDINATORE PER LA VALORIZZAZIONE PROFESSIONALE DELLE RISORSE UMANE – OBIETTIVI STRATEGICI E
PRIORITARI DEL RAV – DOCENTE FACILITATORE( ART.1 c. 5): DOCENTE TOSCANO CARMEN
COMPITI / AREE D’INTERVENTO
- Sostegno ai docenti di ogni ordine di scuola anche in riferimento alla pratiche di innovazione didattica;
- Acquisizione dei titoli e delle competenze certificate dei docenti nelle diverse aree (tecnologico/scientifica,
didattica, sicurezza, linguistico-espressiva ecc.) finalizzata alla raccolta dei curricula da inserire nel portfolio del
docente
- Accoglienza e coordinamento dei docenti in ingresso
- Rapporto costante con gli uffici per la costruzione del curriculum docenti.
- Formulazione di strumenti per la rilevazione e il monitoraggio dei bisogni.
- Gestione e coordinamento degli interventi formativi per la valorizzazione delle risorse professionali, organizzati
anche in rete
Attuazione /valutazione degli interventi
22
Area N°4
COORDINATORE PER LA DIDATTICA CURRICOLO VERTICALE D’ISTITUTO E PROGETTAZIONE INTEGRATA.
PROMOZIONEDI METODOLOGIE LABORATORIALI DEL CURRICOLO VERTICALE ED IMPLEMENTAZIONE
MEDIANTE ATTIVITA’PER LA REALIZZAZIONE DELLE COMPETENZE CHIAVE.OBIETTIVI STRATEGICI E PRIORITARI DEL
RAV ( ART.1 c.3 lett.a,b,c): DOCENTE DATTOLA ROSA
COMPITI / AREE D’INTERVENTO
- Promozione del curricolo della scuola per la realizzazione degli obiettivi, la valorizzazione delle potenzialità e
degli stili di apprendimento della comunità professionale scolastica e con lo sviluppo del metodo cooperativo,
nel rispetto della libertà d’insegnamento;
- Collaborazione, progettazione ed interazione con le famiglie ed il territorio mediante forme di flessibilità
dell’autonomia didattica ed organizzativa;
- Verifica ex ante, in itinere, ex post delle variabili per la revisione del Piano dell’offerta formativa d’Istituto
- Ampliamento, recupero e sostegno per la progettazione integrata degli interventi
- Organizzazione di ambiti di apprendimento finalizzati alla maturazione delle competenze chiave per la Scuola
dell’Infanzia, Primaria e Sec. di I grado
- Gestione variabili PET (patto educativo territoriale)
- Studio bandi rivolti alle istituzioni scolastiche ed organizzazione gruppi di lavoro per la realizzazione di
iniziative progettuali finanziate con i fondi strutturali europei, bandi PON 2014/20
, USR,MIUR ECC.., finalizzate al raggiungimento obiettivi d’area ed in coerenza con gli obiettivi prioritari e
strategici del RAV e del piano di miglioramento d’Istituto.
Area N°5
COORDINATORE RAPPORTI TERRITORIALI, PROGETTAZIONE INTEGRATA , A INTERAZIONE CON LA
COMUNITA’ LOCALE ED ACCORDI DI RETE PER LA VALORIZZAZIONE DELLA SCUOLA QUALE COMUNITA’ APERTA AL
TERRITORIO. PROMOZIONE E GESTIONE PATTO TERRITORIALE PER LA REALIZZAZIONE DEI BISOGNI
FORMATIVI
ED
IMPLEMENTAZIONE
DELLE
ATTIVITA’
IN
SITUAZIONE ( ART.1 c. 7, lett. M ,N): DOCENTE LO
SCHIAVO RITA
COMPITI / AREE D’INTERVENTO
- Valorizzazione della Scuola intesa come comunità attiva , aperta al territorio ed in grado disviluppare ed
aumentare l’interazione con le famiglie e con la comunità locale;
- Strategie finalizzate ai rapporti scuola-territorio, al potenziamento del tempo scolastico o rimodulazione del
monte orario;
- Predisposizione di un piano organizzativo , coerente con gli obiettivi del RAV , di apertura e conoscenza del
territorio anche attraverso viaggi d’istruzione e visite didattiche per i tre ordini di Scuola
- Rapporti con le associazioni e gli Enti Locali per avviare collaborazioni, finalizzate al raggiungimento degli
obiettivi di cui alla L. 107/2015, art. 1 c. 14 e 22.
- Studio bandi rivolti alle istituzioni scolastiche ed organizzazione gruppi di lavoro per la realizzazione di
iniziative progettuali finanziate con i fondi strutturali europei, bandi PON 2014/20
USR,MIUR ECC.., finalizzate al raggiungimento obiettivi d’area ed in coerenza con gli obiettivi prioritari e
strategici del RAV e del piano di miglioramento d’Istituto
23
Area N°6
COORDINAMENTO DELLE ATTIVITA’ FINALIZZATO ALL’ORGANIZZAZIONE EX ANTE, IN ITINERE ED EX POST, DI STRUMENTI
TESI ALLA VALUTAZIONE/CERTIFICAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI, DEGLI ESITI IN
RAPPORTO ALL’AUTOVALUTAZIONE DEI PROCESSI ATTIVATI E FINALIZZATI AL LORO CONSEGUIMENTO: DOCENTE
ZOCCALI MARIA A.
COMPITI / AREE D’INTERVENTO
- Coordinare e preparare prove oggettive di metà percorso e di fine anno per tutte le classi ed in continuità fra i
tre ordini di scuola.
- Raccolta prove INVALSI D’ISTITUTO e report dati apprendimento in lingua 1,2 ambito matematico- scientificotecnologico per valutare l’efficacia degli interventi complessivamente previsti in ordine agli obiettivi del RAV.
- Coordinamento e report dei consigli di classe degli alunni coinvolti nei Progetti PON, POR e ricaduta negli
apprendimenti negli alunni coinvolti;
- Report a cadenza periodica agli OO.CC. sul rendimento complessivo degli alunni scuola primaria e sec. di 1° grado.
- Diffusione delle pratiche della valutazione (strumenti, documenti e griglie di rilevazione e raccolta dati).
Area N°7
COORDINATORE PER LA DEFINIZIONE E GESTIONE DI UN SISTEMA DI ORIENTAMENTO - CONTINUITA’ VOLTO ALLA
VALORIZZAZIONE DEL MERITO: DOCENTE BARILLA’ GRAZIA
COMPITI / AREE D’INTERVENTO
- Organizzare l’orientamento educativo sin dalla scuola dell’infanzia e attuare processi di orientamento alla scelta
nelle classi ponte, anche con l’ausilio di figure specializzate (individuazione di attitudini particolari e
predisposizioni personali);
- Programmare sistemi e strumenti e predisporre i percorsi formativi dell’Istituto proponendo un’organizzazione
più efficace ex ante, in itinere, ex post.
- Supportare gli alunni e le famiglie circa strumenti formativi ed informativi sulla riforma sull’adempimento
dell’obbligo scolastico;
- Tenere i rapporti con le reti di scuole rete;
- Valorizzazione di percorsi e di sistemi funzionali alla premialità e alla valorizzazione del merito degli alunni e degli
studenti;
- Definizione di un sistema di orientamento funzionale agli obiettivi strategici indicati nel RAV.(ART.1 C.7 lett.p,q,s)
- Individuazione di percorsi, su base locale, nazionale e transnazionale, per l’attuazione dei sistemi funzionali alla
premialità ed alla valorizzazione del merito.
- Sistematizzazione e diffusione di pratiche, a livello di classe, per la definizione del curriculum degli alunni sin dalla
V classe della scuola primaria (predisposizione di un fascicolo personale dell’alunno per ciascuna classe);
- Studio bandi rivolti alle istituzioni scolastiche ed organizzazione gruppi di lavoro per la realizzazione di iniziative
progettuali finanziate con i fondi strutturali europei, bandi PON 2014/20, USR, MIUR ECC.., finalizzate al
raggiungimento obiettivi d’area ed in coerenza con gli obiettivi prioritari e strategici del RAV e del piano di
miglioramento d’Istituto
24
-
Predisposizione di un piano organizzativo , coerente con gli obiettivi del RAV , di apertura e conoscenza del
territorio anche attraverso viaggi d’istruzione e visite didattiche per i tre ordini di Scuola
Rapporti con le associazioni e gli Enti Locali per avviare collaborazioni, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi
di cui alla L. 107/2015, art. 1 c. 14 e 22.
Studio bandi rivolti alle istituzioni scolastiche ed organizzazione gruppi di lavoro per la realizzazione di iniziative
progettuali finanziate con i fondi strutturali europei, bandi PON 2014/20
, USR,MIUR ECC.., finalizzate al raggiungimento obiettivi d’area ed in coerenza con gli obiettivi prioritari e strategici
del RAV e del piano di miglioramento d’Istituto
Area N°8
COORDINAMENTO DELLE ATTIVITA’ DI AUTOVALUTAZIONE DEL SISTEMA - RESPONSABILE DELLA QUALITA’ E DEL
MIGLIORAMENTO CONTINUO :DOCENTE TRECROCI CATRERINA
COMPITI / AREE D’INTERVENTO
- Rilevazione esiti scolastici ed individuazione delle criticità e delle eccellenze per il miglioramento continuo in
relazione al RAV
- Organizzazione per la realizzazione di un sistema di qualità volto alla certificazione esterna
- Armonizzazione delle procedure inerenti la gestione dell’attività scolastica e dei servizi
- Programmare sistemi
- Coordinamento per la stesura del Piano di Miglioramento
- Supporto a personale docente ed ATA per la corretta interpretazione ed applicazione delle procedure e delle
metodologie definite;
- Analisi dei dati: monitoraggio, valutazione ed attivazione delle azioni di miglioramento continuo;
- Interfaccia nei confronti dell’Organismo di certificazione esterna;
- Verifiche ispettive per la prevenzione dei rischi penali;
Formazione del Personale sul Codice Etico e sui Rischi Penali nelle scuole
25
-
RESPONSABILI PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI FORMATIVI PRIORITARI
1. RESPONSABILE CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE LINGUISTICHE DEGLI ALUNNI DELLA SCUOLA
DELL’INFANZIA, PRIMARIA E SEC. DI I GRADO (Art. 1 c. 7, lett. A, r).
Docente MARRA FRANCESCA
2. RESPONSABILE PER LE ATTIVITA’ FINALIZZATE ALLA MATURAZIONE DI COMPORTAMENTI CHE
PROMUOVANO LA CITTADINANZA ATTIVA ATTRAVERSO LA PROMOZIONE DELL’EDUCAZIONE ALLA
PACE
, AL RISPETTO DELLE DIFFERENZE, DELLE PARI OPPORTUNITA’ DI GENERE
E
CONTRASTINO OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE SOCIALE ( ART.1 C.7 , lett. d, e ; ART. 1 C. 16). Docente
TRAMONTANA FORTUNATA
3. RESPONSABILE PER LE DISCIPLINE MOTORIE E LO SVILUPPO DI COMPORTAMENTI FINALIZZATI AD UN
CORRETTO STILE DI VITA ED AD UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE ( Art.1 c. 7,lett.g)
Docente MARTINO LUDOVICO
4. RESPONSABILE PER I SERVIZI CONNESSI ALLA PREVENZIONE ED ALLA VIGILANZA. PROGETTO SCUOLA
SICURA.
Docente TRAMONTANA FORTUNATA
5. RESPONSABILE PER IL SUPPORTO ALLA DIMENSIONE PSICOLOGICA DELLE RISORSE UMANE E DEI
DOCENTI – OBIETTIVI STRATEGICI E PRIORITARI DEL RAV
Docente MARINO TERESA
6. RESPONSABILI DEL COORDINAMENTO DEI DIPARTIMENTI DISCIPLINARI: SCUOLA DELL’INFANIA, SCUOLA
PRIMARIA, SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO.
Infanzia: docente TOSCANO
Primaria: docenti PANZERA (area linguistica), LO SCHIAVO (area logico-Matematica), TRECROCI (area
antropologica).
Secondaria I° grado: docenti SANTORO, PETRAI (area linguistica), ZOCCALI, BARRECA (area logicomatematica)
7. RESPONSABILE LABORATORI INFORMATICI E REGISTRO ELETTRONICO
Plesso S. CATERINA Docente ALOI RITA
Tutti i Plessi: Docente ESPOSITO RENATO
8. RESPPONSABILE PER LA COMUNICAZIONE INTERNA ED ESTERNA. RAPPORTI CON LA STAMPA
Docente: MIGGIANO OTTAVIA
26
COMMISSIONI FUNZIONALI AL PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA
1. COMMISSIONE REVISIONE POF. PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA (legge 107 /15)
: RICERCA, SPERIMENTAZIONE E VALUTAZIONE DIDATTICA.
Docenti LO SCHIAVO, TRECROCI, TOSCANO, NERI, MIGGIANO, DATTOLA
2. COMMISSIONE GLH E COMMISSIONE GLI
Docenti DI STEFANO E. DI STEFANO D., CANALE, POLITI, STIRITI
3. COMMISSIONE ACCOGLIENZA ED INTEGRAZIONE PER GLI ALUNNI STRANIERI Docenti DI
STEFANO, NERI, GRECO, FICARRA, IANNO’
4. COMMISSIONE ELETTORALE Docenti
CALARCO, MODAFFERI
5. COMMISSIONE RAV
Docenti ALBANO, DI STEFANO, LO SCHIAVO, TRECROCI, DATTOLA, NERI, TOSCANO, MODAFFERI,
BARILLA’, ZOCCALI, BONCOMPAGNI, CALVERI.
6. ORGANO DI GARANZIA Docenti
BELLA, ALOI L., NERI.
COORDINATORI DI PLESSO
INFANZIA
 S. CATERINA – Docente: Toscano Carmen
 ARCHI – Spadaro Rosa
PRIMARIA
 S. CATERINA – Docente: Lorella Emo
 S. BRUNELLO - Docente: Fedele Carmela
 ARCHI - Docente: Tramontana Fortunata
SECONDARIA I GRADO
 IBICO – PIRANDELLO Docente: Cangelosi Marianna
 ARCHI-KLEARCOS- Docente: Zoccali Maria A.
COMPITI E FUNZIONI







27 
Sostituzione del personale assente con il piano del personale disponibile già approvato dalla direzione;
Conteggio settimanale delle ore utilizzate nella sostituzione del personale assente ed eventuali ore eccedenti
da trasmettere mensilmente agli uffici di presidenza; Raccordo con il Comune per servizio mensa/trasporto e
interventi urgenti;
Tenuta degli elenchi degli alunni che fruiscono di servizi erogati dal Comune;
Organizzazione dell’ingresso/uscita degli alunni dai locali scolastici;
Collegamento settimanale con la sede centrale;
Raccolta delle istanze dell’utenza e segnalazioni disservizi: manutenzioni, rafforzamento di comunicazione
interna ed esterna;
Responsabili dei laboratori e conseguente tenuta settimanale del registro di accesso ai laboratori di informatica
e tenuta dei registri di sub – consegnatario dei beni mobili della scuola, registri antincendio e di manutenzione
dei plessi;





Diffusione capillare delle circolari ed informazioni provenienti dalla Presidenza e Uffici di segreteria
nonché raccordo organizzativo del plesso con gli Uffici di presidenza;
Rapporto sulle esercitazioni delle procedure di sicurezza sui luoghi di lavoro;
Segnalazione di casi di evasione dell’obbligo scolastico con trasmissione mensile delle assenze degli
alunni di ogni classe;
Tenuta delle cassette di pronto soccorso con immediata comunicazione di integrazione materiale
mancante;
Rispetto del regolamento interno d’Istituto.
I COORDINATORI DI CLASSE
SCUOLA PRIMARIA
PLESSO S.CATERINA
PLESSO S. BRUNELLO
PLESSO ARCHI
CLASSI 1^:
CLASSI:
CLASSI 1^:
I A Scopelliti Concetta - I B Trecroci Caterina – I C
Lo Schiavo Rita - I D Marra Francesca
I A Fedele Carmela
I A Neri Giuliana
II A Postorino Vincenza
I B Marra Concetta
III A D’Arrigo Marina IV
CLASSI 2^:
CLASSI 2^:
II A Placanica Rosaria - II B Chillemi Francesca - II C
A Caruso Mariaa C. V A
Dattola Rosa - II D Doldo Teresa L.
Zavettieri Piera
CLASSI 3^:
III A Larizza Erminia R. – III B Caminiti - III C Zito
Angela – III D Marra Ines - III E Gravina G. - III F
Siciliano I.
CLASSI 4^:
II A Postorino Olivia
II B Catalano Caterina
CLASSI 3^:
III A Gangemi Domenica
III B Tramontana Fort.
CLASSI 4^
IV A Miggiano Ottavia - IV B Serrao Angela - IV C
Cambareri Teresa - IV D Mammoliti Concetta
IV A Saraceno Maria R.
CLASSI 5^:
IV B Bilardi Francesca
V A Emo Lorella - V B Romeo Nella – V C Tortorella
Maria R.- V D Saraceno A.
CLASSI 5^
V A Pansera Maria
V B Tripodi Rosaria
COORDINATORI DI CLASSE SCUOLA SECONDARIA I GRADO
PLESSO IBICO-PIRANDELLO
28
PLESSO ARCHI-KLEARCOS
VI
IA
Bella Vittoria
IA
Romeo Grazia
II A
Greco Mariateresa
II A
Campagna Marcella
III A
Priolo Maria
III A
Alampi Rosa
II B
Ficarra Luisa
IB
Serranò Antonia
III B
Santoro Donatella
II B
Mandalari Brigida
IC
Cangelosi Marianna
III B
Petrai Maria L.
ID
Iaria Ilenia
II D
Cama Anna
III D
Pizzimenti Marinella
IE
Barreca Adriana
III E
Bertone Paola
PROFILO, COMPITI E FUNZIONI
Il Coordinatore di classe assume in sé alcune competenze in ordine al processo di programmazione, alcune
attribuzioni previste dagli attuali dispositivi di legge e, per delega del Dirigente, alcuni poteri specifici.
L'obiettivo è di rispondere con maggiore immediatezza ed efficacia alle esigenze degli studenti, delle
famiglie, dei docenti.
Il soddisfacimento di tali bisogni, altrimenti attuabile solo per via burocratica dal Dirigente, presuppone la
conoscenza diretta della realtà della classe e delle sue problematiche, ai fini di un'azione preventiva ed
educativa (vedi assenze degli studenti) e funzionale (vedi convocazione delle assemblee e dei
Consigli).All'interno delle linee di programmazione presenti nel POF (settore dei contenuti, delle strategie e
delle tecniche didattiche, in conformità con gli obiettivi prefissati e in rapporto al delicato momento
valutativo, carichi di lavoro, pianificazione delle verifiche, ecc.) e del controllo del processo (con capacità di
produrre già in itinere interventi correttivi e, a livello collegiale, analisi per verifiche e nuove progettazioni).
Il Coordinatore dovrà:
 promuovere, coordinare, organizzare in via costante i rapporti con i colleghi della classe nel campo della
didattica e degli interventi culturali e interdisciplinari
 tenere un collegamento costante con gli altri livelli organizzativi (coordinatori di area, responsabili dei
laboratori, il Dirigente, per i problemi di carattere logistico, didattico, disciplinare)
 raccogliere e incanalare le richieste provenienti dai colleghi, dagli studenti e dai genitori (convocazioni,
iniziative didattico-culturali da gestire e da organizzare in orario curricolare o extracurricolare, richieste
di corsi di sostegno o recupero, proposte diverse).
Il Coordinatore ha la responsabilità di essere punto di riferimento stabile e continuativo per le diverse
componenti del Consiglio e rappresenta uno degli elementi fondamentali per il funzionamento del
Consiglio stesso.
Il Coordinatore di classe ha le seguenti funzioni
rispetto al dirigente e ai docenti:
 indirizza l'attività del Consiglio perché sia coerente con le indicazioni del POF
 agisce come delegato del Dirigente
 presiede le riunioni del Consiglio dedicate alla programmazione didattica e alla verifica dei risultati della
programmazione stessa
 segnala al Consiglio ogni sospetta incoerenza
29
 segue la continuità del progetto formativo della classe, soprattutto quando ci sono cambiamenti dei








docenti del Consiglio di classe
sentito il Dirigente, può convocare il Consiglio
garantisce che le verbalizzazioni delle riunioni del Consiglio siano corrette, chiare ed esaurienti
firma ogni verbale in caso di assenza del Dirigente
è tenuto informato dai colleghi sull'andamento didattico e comportamentale della classe e di singoli
studenti
tiene informato il Dirigente sulla situazione della classe e in particolare sugli studenti che si caratterizzano
come non regolari
coordina il lavoro con gli altri Consigli di classe (per esempio per progetti specifici)
cura la comunicazione delle decisioni del Consiglio agli studenti e alle famiglie
cura l'attuazione delle decisioni assunte dal Consiglio
rispetto agli studenti
 è il primo docente della classe referente per i problemi sollevati dagli studenti in riferimento
all'andamento didattico generale didattico e comportamentale e quindi svolge, in questo senso, le
funzioni di "tutor" degli studenti
 effettua il controllo mensile delle assenze, degli ingressi in ritardo e delle uscite anticipate degli studenti
e convoca i genitori interessati nel caso si siano verificate situazioni non regolari
 coordina i lavori annuali relativi al nuovo Esame di Stato di fine 1° ciclo, con particolare attenzione alle
prove Invalsi
 raccoglie i dati relativi ai debiti ed alle eccellenze degli studenti
 cura la comunicazione delle decisioni del Consiglio agli studenti e alle famiglie
 cura l'attuazione delle decisioni assunte dal Consiglio
rispetto ai genitori
 presiede gli incontri con le famiglie e, nella fase collegiale, illustra l'andamento didattico e
comportamentale della classe; richiede la presenza del Dirigente o dei collaboratori se l'ordine del
giorno prevede questioni ce richiedano competenze o responsabilità dirette
 presiede le riunioni annuali del C. di classe di insediamento dei nuovi rappresentanti dei genitori e per
l'analisi delle proposte di adozione dei libri di testo
 è il primo docente referente per le richieste dei genitori che riguardano l'andamento generale della
classe
 nel caso di situazioni didattiche caratterizzate da diffuse difficoltà di apprendimento e carenze di
profitto convoca a nome del C. di classe i genitori per un colloquio individuale riportando ad essi le
valutazioni dei docenti
 comunica tempestivamente l'avvenuto recupero o meno dei debiti formativi dell'anno precedente
 cura la comunicazione delle decisioni del Consiglio agli studenti e alle famiglie
 cura l'attuazione delle decisioni assunte dal Consiglio.
30
ORGANIGRAMMA DELLA SCUOLA DELL’ INFANZIA “S. CATERINA “
SEZIONE
I
NUMERO ALUNNI
26
DOCENTI
ZENOFONTE+
MANTI
ORARIO
08,00-16,00
II
22
CAPPELLACCIO+
CATALANO
08,00-16,00
III
24
TOSCANO+
PRATICO’+
FEDERICO (DOC. SOSTEGNO)
08,00-16,00
IV
28
FIUMARA +
MARINO
08,00-16,00
V
30
PECORA+
TAGLIANI
08,00-16,00
VI
13
BASILE+
DOC. SOSTEGNO
08,00-13,00
143
SCUOLA DELL’INFANZIA DI ARCHI
SEZIONE
I
NUMERO ALUNNI
21
DOCENTI
LAFACE+PONTILLO
ORARIO
8-16
II
20
POLIMENI-SPADARO
8-13
III
18
CUTRUPI
8-16
59
31
ORGANIGRAMMA UFFICIO
Personale Amministrativo e Ausiliario -
32
Nominativo
Incarico
Umberto Boncompagni
Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi
Anna Garaffa
Ass.Amm.
Francesca Cutrupi
Ass.Amm.
Maria Tiziana Giustra
Ass.Amm.
Giovanna Quattrone
Ass.Amm.
Giovanni Stelitano
Ass.Amm.
Domenico Zema
Ass.Amm.
Carmela Stefania Zirilli
Ass.Amm.
Albarelli Isidoro
Coll.Scolastico
Lorenzo Boddi
Coll.Scolastico
Carmela Calveri
Coll.Scolastico
Domenica Catalano
Coll.Scolastico
Gino Crea
Coll.Scolastico
Vincenza Fornello
Coll.Scolastico
Giuseppa Fulco
Coll.Scolastico
Sofia Fulco
Coll.Scolastico
Rosa Giunta
Coll.Scolastico
Rosa Ieracitano
Coll.Scolastico
Loredana Lacava
Coll.Scolastico
Mariarosa Missere
Coll.Scolastico
Francesco Morabito
Coll.Scolastico
Santo Laganà
Coll. Scolastico
Antonia Immacolata Pangallo
Coll.Scolastico
Giuseppa Pileio
Coll.Scolastico
Antonia Praticò
Coll.Scolastico
Rosina Scagliola
Coll.Scolastico
Domenica Schiavone
Coll.Scolastico
Personale Amministrativo e Ausiliario Nominativo
Incarico
Giovanna Surace
Coll.Scolastico
Concetta Ursino
Coll.Scolastico
Coll.Scolastico
DOTAZIONI ORGANICHE
Le dotazioni organiche assegnate sulla situazione di fatto per l' a.s. 2015 /2016 PER N. 8 SEZIONI INFANZIA, 38
CLASSI PRIMARIA,
( 3 T-P-) , 11 CLASSI SEC. DI 1° IBICO ( 3 a T.P.) E 6 CLASSI SEC.1° ARCHI A TP, per un totale di 63 classi,
base alle vigenti normative in materia sono le seguenti:
in
PERSONALE DOCENTE
Scuole dell'Infanzia:
- n. 16 insegnanti di posto comune;
- n. 1 insegnanti (1 o.d. e 1 richiesto ad oggi non comunicato o.f.) di sostegno
- n. 15h 1 insegnante di R.C. 1
Tot docenti 18+15h
Scuola Primaria:
- n. 48 insegnanti titolari di posto comune compreso 1 PERDENTE POSTO DA LINGUA INGLESE ;
- n. 4 insegnanti specialiste di Lingua Inglese
- n. 16 insegnanti di Sostegno ( 9 DOCENTI O.D. + 7 DOCENTI OF) per 25 alunni H : 7 alunni beneficiari di L.
104/92 art 3 c. 3,
- n. 3 insegnanti di R.C. e 1 per 10h ( completa da scuola sec. I grado klearchos)
Tot docenti 72
Scuola Sec. 1° grado:
IBICO 11 classi: 8 T.N. + 3 classi a TP
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
33
Lettere: n. 6 cattedra ordinaria + 17h
Matematica: n. 4 cattedre
Lingua straniera: Inglese 1 cattedra + 1 docente per 15h
Francese: 1 cattedra
Spagnolo: 4h
Educazione tecnica: n. 1 cattedra +4h spezzone
Arte e immagine: 1 cattedra + 4h COE
Musica: n. 1 cattedra + 4h COE
Corpo, movimento e sport: n. 1 cattedra e 4h COE
Religione cattolica: 11 h (9 h 1 DOCENTE + 2 h 1 DOCENTE)
11. Strumento musicale: 4 DOCENTI: 1 cattedra di Pianoforte, 1 cattedra Oboe, 1 cattedra Chitarra, 1 cattedra
Violino
12. Sostegno: n. 5 posti di Sostegno titolari per 6 alunni, 4 alunni art. 3 c. 3 Legge 104/92 e 2 alunni art 3 c.1
Tot. Docenti 33
ARCHI 6 classi T.P.
In organico di Fatto è stata accorpata la III classe pertanto si rappresenta la seguente situazione
cattedra/orario
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Lettere: n. 5 cattedre
Matematica: n.3 cattedre
Lingua straniera: 1 cattedra Inglese
Francese n. 12h (2 COE 6h + 6 h)
Educazione tecnica: n. 12h + 6h Pythagoras
Arte e immagine: 12 h + 6 h Gallico
Musica: n. 12h + 6 h Gallico
Corpo, movimento e sport: n. 12h + 6 h Pythagoras
Religione cattolica: 6 h (completa con scuola primaria Archi)
Sostegno: n. 2 posti interno di Sostegno titolari per 6 alunni art 3 c.
Totale alunni 6 beneficiari di legge 104 art 3 c.1 .
Totale docenti 17
Il Collegio Docenti Unitario, conseguentemente, è costituito da 141 docenti
34
ORGANICO AUTONOMIA
Le scelte progettuali effettuate da questa istituzione saranno realizzate anche attraverso il pieno utilizzo
dell’organico dell’autonomia, che dovrà essere funzionale alle esigenze didattiche, organizzative e progettuali
come emergenti dal piano triennale dell’offerta formativa. I docenti dell’organico dell’autonomia
concorrono alla realizzazione del piano dell’offerta formativa con attività di insegnamento, di potenziamento, di
sostegno, di organizzazione, di progettazione e di coordinamento (comma 5 della legge 107). Una volta individuati
gli obiettivi formativi e le connesse attività progettuali, curricolari, extracurricolari, educative ed organizzative
nonché le iniziative di potenziamento, all’interno del PTOF, occorrerà definire anche l’organico dell’autonomia
che includerà:
- il fabbisogno dei posti comuni e di sostegno (i docenti inseriti nell’organico di diritto), sulla base del monte
orario degli insegnamenti, con riferimento anche alla quota di autonomia dei curricoli e agli spazi di flessibilità,
nonché del numero di alunni con disabilità, ferma restando la possibilità istituire posti di sostegno in deroga nei
limiti delle risorse previste a legislazione vigente;
-il fabbisogno dei posti per il potenziamento dell’offerta formativa, costituiti dai docenti che immessi in ruolo
dalla cosiddetta fase C, assegnati a questa scuola i quali saranno diretti interessati a svolgere le attività
programmate;
-il fabbisogno relativo ai posti del personale amministrativo, tecnico e ausiliare;
-il fabbisogno di infrastrutture e di attrezzature materiali.
Ai sensi del comma 63 questa istituzione è chiamata a perseguire le proprie finalità educativa e formativa,
l’attuazione di funzioni organizzative e di coordinamento attraverso l’organico dell’autonomia. In ogni caso il piano
triennale dovrà recare la definizione delle risorse occorrenti in base alla quantificazione disposta per le istituzioni
scolastiche
35
ORGANICO POTENZIATO
Come già sopra specificato, ai docenti che andranno a far parte dell’organico cosiddetto potenziato, a dire della Nota
Miur 30549 del 21 settembre scorso, spetterà svolgere, nell’ambito dell’istituzione scolastica, interventi mirati al
miglioramento dell’offerta formativa. Di conseguenza tali docenti saranno impiegati per la qualificazione del
servizio scolastico. La scuola ha già elencato le priorità relative al potenziamento, cosiddetti campi, in cui detti
docenti dovranno impegnarsi. E’ compito del dirigente scolastico porre in campo tutte le strategie manageriali per
l’impiego e la valorizzazione delle risorse assegnate ai fini della valutazione. L’organico potenziato dovrà essere
utilizzato, altresì per le supplenze brevi in caso di assenze dei docenti sino a 10 gg, certo è che la natura triennale del
piano esigerà una rendicontazione dei risultati, non solo riguardo alle risorse economiche ma anche umane.
Con nota pubblicata in data 19//11/2015 sul sito USR per la Calabria, Ambito di Reggio Calabria Ufficio VI a questa
Istituzione sono stati assegnati n. 6 risorse aggiuntive cosi divise PER CIASCUN ORDINE DI SCUOLA:
- 4 POSTI
- 1POSTO
- 1 POSTO
di scuola PRIMARIA ,
di scuola SEC DI I GRADO clAsse di concorso AJ77 PIANOFORTE ,
di scuola SEC DI I GRADO A246 LINGUA E CIV. STRANIERA FRANCESE (SCUOLA
DI ASSEGNAZIONE L.S. DA VINCI- SEDE SERVIZIO I.C. FALCOM
Delle risorse assegnate, soltanto 5 hanno assunto servizio 4 di primaria e 1 sec. di primo grado, pertanto , alla luce
delle competenze certificate, come da curriculum vitae, verranno utilizzate alla scuola primaria, dell’infanzie e sec. di
primo grado per attività cosiddetta di “didattica alternativa” e per la copertura di supplenze, per come previsto dalla
normativa di riferimento.
Come già sopra specificato, ai docenti che andranno a far parte dell’organico cosiddetto potenziato, a dire della Nota
Miur 30549 del 21 settembre scorso, spetterà svolgere, nell’ambito dell’istituzione scolastica,
interventi mirati al miglioramento dell’offerta formativa. Di conseguenza tali docenti saranno impiegati per la
qualificazione del servizio scolastico. La scuola ha già elencato le priorità relative al potenziamento, cosiddetti campi,
in cui detti docenti dovranno impegnarsi. L’organico potenziato dovrà essere utilizzato, altresì, per le supplenze brevi
in caso di assenze dei docenti sino a 10 gg, certo è che la natura triennale del piano esigerà una rendicontazione dei
risultati, non solo riguardo alle risorse economiche ma anche umane, pertanto attiene alla responsabilità dirigenziale
una adeguata razionalizzazione nell’ottica di una riorganizzazione delle risorse umane e finanziarie per il
raggiungimento degli obiettivi di natura amministrativo-contabile nonché degli obietti prioritari individuati nel Rapporto
di Autovalutazione e fissati nel Piano di Miglioramento. Lo sforzo che il collegio dovrà compiere, nell’ottica di un
esercizio reale di autonomia, è quello di ripensare ad un nuovo modello di essere/fare scuola attraverso la didattica per
gruppi di livello e per classi aperte dotandosi di strumenti organizzativo/gestionali capaci di effettuare un controllo
sino al raggiungimento degli esiti. Si rende necessario utilizzare un modello di didattica laboratoriale che , facendo capo
ad un docente individuato per l’intervento specifico, realizzi i bisogni formulati per ciascun alunno/gruppo di alunni di
pari livello/pari bisogni che si faccia carico di organizzare una didattica alternativa, anche con l’uso delle tecnologie, per
il raggiungimento dei livelli apprenditivi/di competenza fissati dal docente coordinatore della classe di provenienza di
ciascun gruppo di alunni.
La scuola per divenire “buona scuola” ha l‟obbligo di assicurare a tutti gli studenti il raggiungimento di alcuni livelli
essenziali di competenza. Focalizzando l‟attenzione sugli esiti degli studenti, intermedi e finali, si comprende che per
fare ciò è necessario individuare aree di miglioramento ed azioni correttive, anche se ciò implica un cambiamento,
con pratiche educative e didattiche innovative, modulando in maniera flessibile i processi e le attività proprio a partire
dalle caratteristiche specifiche dei singoli studenti e dei gruppi di studenti.
36
Il progetto di innovazione didattica risponde coerentemente all'esigenza di ampliare/potenziare aree dell'offerta
formativa in funzione dei bisogni cognitivi individuali destinando un periodo di attività didattica al recupero,
consolidamento e potenziamento: l'organizzazione di gruppi per livelli di competenze facilita la risposta alle richieste
dei diversi stili cognitivi e consente la progettazione di interventi didattici funzionali; attraverso la differenziazione
dei percorsi si può effettuare potenziamento e recupero in maniera programmata, senza risorse aggiuntive richieste
alle famiglie, ma valorizzando le risorse umane assegnate a questa istituzione.
Sono destinatari gli alunni delle scuola Primaria e Secondaria di I grado.
La finalità è garantire IL SUCCESSO FORMATIVO DI TUTTI GLI STUDENTI per dare la possibilità a ciascun alunno, senza
discriminazioni, di apprendere al meglio i contenuti proposti, nel rispetto dei propri tempi e delle proprie potenzialità
persegue o scopo prioritario di contrastare la demotivazione e lo scarso impegno nello studio, per migliorarne il
successo scolastico e l‟apprendimento. Il concetto di successo formativo rimanda agli esiti degli studenti nel breve
e medio periodo. E' importante che la scuola sostenga il percorso scolastico degli studenti, prestando particolare
attenzione agli studenti in ritardo, con debiti formativi, promossi con il minimo dei voti, e riducendo al minimo
l'incidenza dei trasferimenti e degli abbandoni.
Ipotesi di lavoro ed organizzazione
TEMPI l’intero anno scolastico /triennio SPAZI
Partendo dal presupposto che “ l’ambiente può influenzare tutte le attività umane, creando barriere ma anche
opportunità, bisogna ridisegnare lo spazio tradizionale dell’aula trasformandolo in un ambiente di apprendimento
innovativo, spostando il focus sullo studente. Il gruppo dei pari si deve poter muovere in uno spazio più ampio
dell’aula, che può essere il laboratorio disciplinare ma anche uno spazio esterno all’edificio, uno spazio versatile e
polifunzionale, facilmente configurabile e in grado di rispondere a contesti educativi sempre diversi. In sintonia con
le linee guida dell’edilizia scolastica si predispongono cinque ambienti diversi:
- la classe, in cui il ruolo del docente si fa più esplicito e diretto e in cui si pongono le basi e si traggono le conclusioni
del percorso didattico complessivo,
- lo spazio laboratoriale che si presenta come un “atelier” ed è l‟ambiente in cui lo studente si confronta con
- l‟esperienza attraverso strumenti specifici, l’agorà ovvero lo spazio in cui condividere eventi o presentazioni in
modalità plenaria, lo spazio individuale ove lo studente sviluppa un personale percorso di apprendimento in sintonia
con i propri tempi e ritmi, con le proprie attitudini e propensione quello informale e di relax che offre occasioni per
interagire in maniera informale con altre persone, per rilassarsi, o per avere accesso a risorse anche non correlate
con le materie scolastiche
Docenti assegnati per il potenziamento docente , aule disciplinari, aula polivalente-ricreativa, laboratorio
informatico, biblioteca, palestra e/o campo polivalente, laboratorio scientifico, agorà –sala teatro, tecnologie
multimediali presenti nell’Istituto.
METODI
a)
CLASSI APERTE:
due o più classi parallele vengono accorpate e riorganizzate in gruppi per livelli di competenza. La possibilità di
interagire con docenti diversi dai propri è un'occasione di confronto con diverse modalità comunicative ed
operative. L‟incontro di ragazzi provenienti da classi diverse offre occasioni di confronto, socializzazione,
integrazione. Le classi aperte permettono infatti di liberare molte energie creative, sia negli insegnanti sia negli
studenti, per esempio attraverso l‟emulazione e una sana competizione tra alunni di classi diverse. Le classi aperte
permettono di poter eseguire una quantità maggiore di esercizi adatti alle capacità degli alunni e di sopperire, in
parte, alle carenze dovute ad una mancanza di rielaborazione dei contenuti a casa.
b) PEER TUTORING/PEER EDUCATION gruppi che lavorano su un argomento specifico e in cui coesistono alunni
con diversi livelli di apprendimento sulla tematica: l‟alunno/i tutor può essere di una classe superiore;
37
d) LABORATORI SUL METODO DI STUDIO: gruppo di alunni con difficoltà nel metodo che si confrontano tramite
un altro alunno-tutor e/o il docente sui metodi più efficaci e li applicano
e) GRUPPO DI RICERCA: gruppi di alunni che svolgono attività autonoma di ricerca su internet/libri per approfondire
o meglio comprendere tematiche scolastiche e non.
Chi fa cosa
I bisogni rilevati dal consiglio di classe saranno rappresentati da ciascun coordinatore (in seno ai dipartimenti per
classi parallele per la scuola sec di I grado e durante la programmazione settimanale per la scuola primaria) . La stesura
del progetto è di competenza dei coordinatori degli alunni coinvolti.
I gruppi costituiti saranno costituiti con max 20 alunni di pari livello ( Iniziale, Base, intermedio, avanzato) e min 15. I
docenti incaricati, anche fra i docenti, avente ore di disponibilità, in ordine alle competenze maturate nell’area da
potenziare, recuperare,consolidare, avranno cura di rapportarsi costantemente con ciascun coordinatore per
monitorare/rendicontare gli esiti.
Obiettivi
Permettere in modo più adeguato di colmare le lacune pregresse degli studenti e/o potenziare le loro abilità già
possedute.
◊Sviluppare e/o consolidare le abilità trasversali di base.
◊Migliorare le capacità intuitive e logiche.
◊Incrementare l‟autostima e la motivazione all‟apprendimento.
◊Favorire la socializzazione.
◊Acquisire un valido metodo di studio.
◊Migliorare i rapporti all’interno del gruppo classe e della scuola.
◊Migliorare la relazione, la comunicazione e il confronto fra docenti.
Il percorso che si tende sperimentare, punta al miglioramento nei processi di apprendimento per tutti e per ciascuno,
approfondendo e condividendo pratiche educativo didattiche che favoriscano processi di inclusione di tutte le
diversità, ribadendo un principio cardine della scuola pubblica, cioè quello di offrire a tutti le medesime opportunità,
promuovendo le condizioniper “starbene e sentirsi a proprio agio” (autostima e fiducia in se stessi e negli altri) e “far
bene” (senso dell‟autoefficacia). Il vero successo si raggiungerà solo quando il progetto dell’Istituzione scolastica verrà
condiviso e sostenuto dalla prima agenzia educativa, la FAMIGLIA, senza la cui collaborazione strategica ogni sforzo
sarebbe vano
38
Esiti
Risultati scolastici
Risultati nelle prove
standardizzate nazionali
Competenze chiave e di
cittadinanza
3.4 Risultati a distanza
3-Esiti
Nel Rapporto di Autovalutazione previsto dal Sistema Nazionale di Valutazione, si devono descrivere i risultati
conseguiti dall’istituzione rispetto agli apprendimenti degli studenti e su quali processi si agisce per migliorarli. Tra gli
esiti, non risultano solo i risultati come saperi disciplinari, gli esiti a distanza di tempo, gli abbandoni, ecc., ma anche
i risultati rispetto alle competenze chiave di cittadinanza. Non si possono avere esiti, se il curricolo e la didattica non
sono stati organizzati e realizzati per competenze e per competenze chiave.
GLI ESITI nel RAV
Risultati scolastici
Risultati nelle prove
standardizzate
nazionali
Risultati a distanza
39
Esiti degli scrutini
Trasferimenti e abbandoni
Risultati degli studenti nelle prove
di italiano e matematica
Livelli di apprendimento degli
studenti
Variabilità dei risultati tra le
classi
Prosecuzione studi
universitari Successo negli
studi universitari Successo
negli studi secondari
Inserimento nel mondo del
lavoro
3.1 RISULTATI SCOLASTICI
Per prodotto scolastico possiamo intendere il raggiungimento di alcuni obiettivi fondamentali che un sistema scolastico
(nel suo insieme o in uno qualsiasi dei suoi sottoinsiemi fino alla singola istituzione scolastica) si sono posti. Da questo
punto di vista il prodotto scolastico coincide con il raggiungimento di obiettivi delineati in precedenza e considerati
come auspicabili. Per la scuola gli obiettivi di massima possono essere considerati:

La trasmissione della cultura e il contributo alla sua elaborazione critica, anche in relazione agli ammodernamenti
che l'evoluzione sociale, tecnologica e scientifica rendono necessari;
 L'impulso alla partecipazione degli allievi a questi processi e la formazione umana e critica della loro
personalità
Per raggiungere obiettivi così ambiziosi e generali quali quelli che la società affida al sistema scolastico, ogni
componente di questo deve funzionare al meglio; dalla gestione finanziaria a quella dei servizi amministrativi, dalla
gestione delle risorse strutturali a quella delle risorse umane, devono evitarsi sprechi, inefficienze, duplicazioni,
malfunzionamenti. Tutto questo è indispensabile per il raggiungimento del fine ultimo assegnato alla scuola:
l'istruzione e l'educazione delle nuove generazioni e il generale progresso della società attraverso l'una e l'altra. E
dunque l'individuazione del prodotto scolastico – della sua qualità ed adeguatezza rispetto agli obiettivi – non può
prescindere dalla verifica di efficacia ed efficienza dei servizi erogati, dall'analisi di quantità e qualità delle risorse
strutturali e tecnologiche di cui la scuola dispone, dal monitoraggio delle risorse umane che sono parte integrante del
suo processo produttivo, ecc. Naturalmente questi sono tutti elementi strumentali al raggiungimento della finalità
prioritaria che è quella propriamente formativa ed educativa, ma è anche evidente che un sistema scolastico
caratterizzato da carenze ed inefficienze strutturali e gestionali, non può essere in grado di realizzare in modo
soddisfacente gli obiettivi finali. È dunque necessario prestare notevole e costante attenzione ai processi che
caratterizzano l'offerta scolastica e cercare di individuare tutte quelle carenze che ne possono limitare la qualità.
3.2 RISULTATI NELLE PROVE STANDARDIZZATE NAZIONALI
L'analisi dei risultati conseguiti nelle prove standardizzate nazionali consente di riflettere sul livello di
competenze raggiunto dalla scuola in relazione alle scuole del territorio, a quelle con background socioeconomico simile e al valore medio nazionale. Tale analisi permette anche di valutare la capacità della scuola
di assicurare a tutti gli studenti il raggiungimento dei livelli essenziali di competenza. L'azione della scuola
dovrebbe quindi essere volta a ridurre l'incidenza numerica e la dimensione del gap formativo degli studenti
con livelli di apprendimento sotto una determinata soglia, considerando la variabilità di risultati interna alla
scuola (tra le classi, tra le sedi, tra gli indirizzi), così come la distribuzione degli studenti nei diversi livelli di
rendimen
3.3 COMPETENZE CHIAVE E DI CITTADINANZA
Il sistema scolastico italiano assume come orizzonte di riferimento verso cui tendere il quadro delle competenze-chiave
per l’apprendimento permanente definite dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea
(Raccomandazione del 18 dicembre 2006). Esse sono delle “METACOMPETENZE”, cioè le competenze chiave sono
quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e
l’occupazione. Tale processo non si esaurisce al termine del primo ciclo di istruzione, ma prosegue con l’estensione
dell’obbligo di istruzione nel ciclo secondario e oltre, in una prospettiva di educazione permanente, per tutto l’arco
della vita.
40
1) comunicazione nella
madrelingua
2) comunicazione nelle
lingue straniere
3)
competenza
matematica
e
competenze di base in
scienza e tecnologia
4) competenza digitale
5) imparare a imparare
6) competenze sociali e
civiche
7) spirito di iniziativa e
imprenditorialità
8) consapevolezza ed
espressione culturale
3.4 RISULTATI A DISTANZA
L'azione della scuola può definirsi efficace quando assicura risultati a distanza nei percorsi di studio a seguito o
nell'inserimento nel mondo del lavoro. E', pertanto, importante conoscere i percorsi formativi degli studenti
usciti dalla scuola del primo ciclo ad un anno o due di distanza, e monitorare inoltre i risultati all'interno del
primo ciclo; per le scuole del primo ciclo gli indicatori disponibili riguardano l'adozione del consiglio orientativo.
41
4- Processi--Pratiche educative e
didattiche
4.1 Curricolo, progettazione e
valutazione
4.2 Ambiente di apprendimento
4.3 Inclusione e differenziazione
4.4 Continuità e orientamento
4 - Processi- Pratiche educative e didattiche
4.1 Curricolo, progettazione e valutazione
Premessa
La presente istituzione scolastica ha assunto dal 1 settembre 2012 la configurazione giuridico-amministrativa di
Istituto Comprensivo, per effetto del dimensionamento provinciale, di cui al decreto del Direttore Regionale
dell’U.S.R. per la Calabria prot. N.2282 del 17/02/2012 su delibera della Giunta Regionale della Calabria.
Il Collegio dei Docenti ha iniziato, fin dalle attività di programmazione, un percorso di scelte didattico- educative
e formative inerenti la riflessione sulle esigenze di studio e ricerca per la realizzazione di un curricolo verticale, in
parallelo con l’accoglienza e la contestualizzazione delle esigenze particolari dei vari livelli di utenza. La scuola, da
subito ha assunto modelli organizzativi volti a progettare percorsi da adeguare ai tre ordini di scuola,
predisponendo spazi di rielaborazione, di ricerca e di studio sistematici. L’obiettivo immediato da perseguire: un
prodotto che esplicitasse una situazione formativa concreta e unitaria, tenendo conto delle fasi di sviluppo proprie
delle diverse età
predisposizione di ambienti di apprendimento differenziati con una coordinata regia dei docenti
di condivisione di finalità, obiettivi, contenuti e metodi in articolazione ricorsiva, articolazione di scelte motivate
e condivise
conoscenza approfondita dei documenti di riferimento: 1. Indicazioni Nazionali 2. Indicazioni per il Curricolo, 3.
Obbligo scolastico (rif. ad Assi culturali e Competenze-chiave), l’ Adozione sperimentale dei nuovi modelli
nazionali di certificazione delle competenze nelle scuole del primo ciclo di istruzione, C.M. 3 del 13/02/2015
QUADRO DI RIFERIMENTO: CURRICOLO E AUTONOMIA
Il ruolo della scuola nei processi evolutivi che investono la società globalizzata della conoscenza, immersa in un
contesto sempre più dominato dalla complessità, pone in evidenza questioni legate al radicamento del sistema
scolastico nel tessuto sociale modificato. Oggi la scuola è chiamata a una sfida fondamentale in rapporto al mondo
dell’economia, della produzione e del consumo, una sfida che presuppone qualità del prodotto, innanzitutto, e
competitività. In questo contesto, la scuola può sperare di competere e di essere ancora considerata indispensabile
alla società, solo attraverso una completa revisione dei significati dell’educazione, del capitale umano, della
formazione moderna, dello sviluppo delle abilità e intelligenze ed è necessario che tutti gli attori, la scuola e
l’extrascuola concorrano alla definizione di un “curricolo per la vita”. L’autonomia, l’istituzione scolastica, si deve
42
orientare a produrre scelte didattiche e organizzative adeguate alle proprie necessità interne e al contesto in cui
opera.
Su questo assunto, il nostro istituto ha elaborato il documento nel quale vengono definiti a partire dalla scuola
dell’infanzia alla scuola primaria sino alla secondaria di I grado i piani organizzativi di ricerca/azione capaci di
stimolare l’apprendimento continuo. “La recente pubblicazione delle Indicazioni Nazionali per il curricolo (DM n. 254
del 16 novembre 2012) ha riacceso l’attenzione sul tema della progettazione curricolare e sul ruolo che essa può
avere ai fini della promozione delle competenze. Il rinnovamento della scuola e della didattica, infatti, non può
basarsi solo sul metodo*** La definizione di competenza che il documento ministeriale delle Indicazioni fa propria
è quella contenuta nella Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 6 settembre 2006, secondo
la quale le competenze “indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali
e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; le competenze sono
descritte in termini di responsabilità e autonomia”. La nozione di competenza non può essere ridotta a d una lista
di conoscenze o di saper fare; l’approccio per competenze invita la scuola a sviluppare saperi, ma “saperi vivi”, cioè
degli “strumenti per pensare e per agire”, a scuola e fuori di essa. Il passaggio dalla «cultura del programma» alla
«cultura del curricolo», richiede una modifica del sistema di produzione della conoscenza in due direzioni :da un
lato è indispensabile costruire curricoli capaci di sviluppare competenze importanti per tutti tali da consentire
l’accesso a molteplici fonti del sapere, a reti di conoscenza che si collocano sia dentro che fuori la scuola; dall’altro
appare necessario prevedere percorsi di apprendimento diversificati in base alle potenzialità e alle capacità dei
soggetti. Il curricolo scolastico chiama in causa non solo la scelta di contenuti, bensì la precisazione di obiettivi,
attività, metodi di insegnamento/apprendimento, materiali didattici, ponendo al centro l’allievo con le sue abilità,
conoscenze (formali e informali), motivazioni. Ciò richiede una progettazione integrata tesa alla promozione delle
competenze in ambito scolastico attraverso il lavoro con e sulle discipline. I saperi pertanto assumono una funzione
strumentale nella misura in cui stimolano la riflessione, l’interpretazione, la spiegazione di fenomeni complessi,
fornendo gli strumenti concettuali e operativi per intervenire su problemi e situazioni contingenti (compiti
autentici). Come riportato dal DM del 22 agosto 2007, n. 139 la sfida più importante sul fronte progettuale è quella
di finalizzare il sapere disciplinare al raggiungimento di apposite competenze, di cui occorre sperimentare anche
la certificabilità. Le Indicazioni 2012, utili per percorrere lo strumento progettuale sottolineano che: Il curricolo di
istituto è espressione della libertà d’insegnamento e dell’autonomia scolastica e, al tempo stesso, esplicita le scelte
della comunità scolastica e l’identità dell’istituto. La costruzione del curricolo è il processo attraverso il quale si
sviluppano e organizzano la ricerca e l’innovazione educativa. Ogni scuola predispone il curricolo all’interno del
Piano dell’offerta formativa con riferimento al profilo dello studente al termine del primo ciclo di istruzione, ai
traguardi per lo sviluppo delle competenze, agli obiettivi di apprendimento specifici per ogni disciplina. A partire dal
curricolo di istituto, i docenti individuano le esperienze di apprendimento più efficaci,
le scelte didattiche più
significative, le strategie più idonee, con attenzione all’integrazione fra le discipline e alla loro possibile aggregazione
in aree, così come indicato dal Regolamento dell’autonomia scolastica, che affida questo compito alle istituzioni
scolastiche. (p.12. Dalle Indicazioni al curricolo). La scuola persegue una doppia linea formativa: verticale e
orizzontale. La linea verticale esprime l’esigenza di impostare una formazione che possa poi continuare lungo l’intero
arco della vita; quella orizzontale indica la necessità di un’attenta collaborazione fra la scuola e gli attori
extrascolastici con funzioni a vario titolo educative: la famiglia in primo luogo. (p. 6. Per una nuova cittadinanza).
L’itinerario scolastico dai tre ai quattordici anni, pur abbracciando tre tipologie di scuola caratterizzate ciascuna da
una specifica identità educativa e professionale, è progressivo e continuo. La presenza, sempre più diffusa, degli
istituti comprensivi consente la progettazione di un unico curricolo verticale e facilita il raccordo con il secondo ciclo
del sistema di istruzione e formazione (p.12. Continuità ed unitarietà del curricolo). Agli insegnanti competono la
responsabilità della valutazione e la cura della documentazione, nonché la scelta dei relativi strumenti, nel
quadro dei criteri deliberati dagli organi collegiali. Le verifiche intermedie e le valutazioni periodiche e finali devono
43
essere coerenti con gli obiettivi e i traguardi previsti dalle Indicazioni e declinati nel curricolo. La valutazione
precede, accompagna e segue i percorsi curricolari (p.13. Valutazione).
Il curricolo verticale d’istituto si basa su elementi di sviluppo graduale e progressivo delle conoscenze, delle abilità,
delle attitudini e disposizioni personali dell’allievo/a, delle competenze. Il concetto di progressione graduale
nello sviluppo delle competenze è ripreso e ripetuto in tutte le discipline. I dipartimenti d’istituto, ad hoc
organizzati, hanno condiviso e strutturato il curricolo verticale confrontandosi sugli elementi di trasversalità e sui
curricoli disciplinari per individuare collegamenti, calibrare "riprese”, evitare ripetizioni. In tal senso la
correlazione dei traguardi e degli obiettivi disciplinari con le competenze chiave europee per l’apprendimento
autonomo e permanente, può considerarsi l “orizzonte di senso verso cui tendere” ed esercita, inoltre, una
funzione unitaria tra le diverse aree disciplinari. I traguardi di competenza disciplinari sono declinati in obiettivi
di apprendimento, a loro volta aggregati in nuclei tematici. Traguardi e obiettivi sono assimilabili ad un percorso
in progressione, scandito al termine dei tre gradi scolastici. I quadri di riferimento (competenze europee e
traguardi) non si sovrappongono, non sono separati, né confliggono; si integrano invece, e vanno visti
congiuntamente nella progettazione didattica e nella valutazione. Da un punto di vista teorico e operativo portare
in evidenza il rapporto fra traguardi e competenze chiave europee è un passaggio cruciale ed impegnativo, implica
l’analisi dei significati e l’esplicitazione del contributo che la disciplina può fornire allo sviluppo delle diverse
competenze chiave, e non solo a quelle di immediato riferimento. Alle competenze europee è necessario dare
sostanza anche attraverso un collegamento ed una collaborazione fra le discipline. Emerge in tal modo quel
carattere unitario che dovrebbe avere il curricolo, così tanto auspicato nelle indicazioni.
Il curricolo, pertanto, rappresenta un piano, teorico e pratico, costruito dagli insegnanti, ma pensan do
continuamente agli allievi. È uno strumento di lavoro collegiale utile per organizzare il percorso formativo indicando
per ogni ambito disciplinare gli elementi di raccordo tra gli ordini di scuola, in modo tale da rendere più fluido il
passaggio degli alunni dalla scuola primaria a quella secondaria, passaggio che spesso presenta notevoli criticità
e difficoltà, rispettando così i criteri di progressività e di continuità.
Il curricolo verticale: Traguardi delle competenze certificazione
L’atto della certificazione, alla fine della scuola primaria e del I ciclo d’istruzione, richiama l’attenzione sulla nuova
idea di competenza, che ha imposto alla nostra istituzione scolastica, a marzo 2015, di rivedere il proprio modo di
procedere, capitalizzando gli apprendimenti acquisiti dagli alunni, nell’ambito delle singole discipline, all’interno
di un più globale processo di crescita “personale”. “I singoli contenuti di apprendimento rimangono i mattoni con
cui si costruisce la competenza personale. Non ci si può quindi accontentare di accumulare conoscenze, ma occorre
trovare il modo di stabilire relazioni tra esse e con il mondo al fine di elaborare soluzioni ai problemi che la vita
reale pone quotidianamente. Progettare l’attività didattica in funzione delle competenze e della loro certificazione
richiede una professionalità docente rinnovata e attenta alle domande, anche e soprattutto implicite, che possono
venire dagli alunni” (cfr. Linee Guida per la certificazione delle competenze nel primo ciclo d’istruzione 2015).
Non è infatti pensabile che si possano formare delle competenze in assenza di un solido bagaglio di contenuti e
di saperi disciplinari. La competenza costituisce il livello di uso consapevole e appropriato di tutti gli oggetti di
apprendimento, ai quali si applica con effetti elaborativi, metacognitivi e motivazionali. La certificazione delle
competenze, oltre a presupporre una corretta e diffusa cultura della valutazione (come sistematizzata nelle Linee
guida in adozione presso questo Istituto), richiede un’azione didattica chiara e specifica. Il documento diffuso dal
Miur con la Circolare
n. 3 ha impegnato docenti, in particolare i gruppi di lavoro e, nello specifico, i dipartimenti, ad una revisione
e rielaborazione delle operazioni che caratterizzano l’attività di insegnamento: progettazione, attività didattica
44
in classe, valutazione.
“La progettazione deve partire dai traguardi per lo sviluppo delle competenze, dichiarati
«prescrittivi» dalle Indicazioni, e dagli obiettivi di apprendimento previsti per ciascuna disciplina. L’azione didattica
non può limitarsi ad una prospettiva limitatamente disciplinare; i contenuti, proprio per abituare gli alunni a
risolvere situazioni problematiche complesse e inedite, devono essere caratterizzati da maggiore trasversalità ed
essere soggetti ad un’azione di ristrutturazione continua da parte dei ragazzi, facendo ricorso anche a modalità di
apprendimento cooperativo e laboratoriale, capaci di trasformare la classe in una piccola comunità di
apprendimento. Infine, per giungere alla certificazione delle competenze bisogna prima di tutto valutarle.
Ai fini dello sviluppo delle competenze, la modalità più efficace è quella che vede l’apprendimento situato e
distribuito, collocato cioè in un contesto il più possibile reale e ripartito tra più elementi e fattori di comunicazione
(materiali cartacei, virtuali, compagni, insegnante, contesti esterni e interni alla scuola, ecc.).
Si rende, pertanto, necessario ripensare al modo di “fare scuola”, integrando la didattica dei contenuti e
dei saperi – riferiti ai nuclei fondanti delle discipline – con modalità interattive e costruttive di apprendimento.
Fondandoilproprio insegnamentosu esperienze significative chemettono ingioco contenuti e procedure che
consentano di “imparare facendo”, i docenti rendono l’alunno protagonista del processo di acquisizione delle
competenze. Una padronanza delle competenze di base richiede la riscoperta dei nuclei fondant delle discipline
e del loro valore formativo, attraverso scelte orientate al potenziamento della motivazione e dell’interesse
degli alunni”( cfr.. Linee Guida per la certificazione delle competenze nel primo ciclo d’istruzione 2015)
La didattica per competenze, pertanto, si colloca all’interno dell’intero processo finalizzato alla formazione della
persona, contribuisce alla costruzione dell’identità nei ragazzi, che valorizza il fare ed essere scuola
dell’insegnante e della sua stessa azione educativa e didattica.
“Comunicazione nella madrelingua o lingua di istruzione, nelle lingue straniere, Competenza matematica e
competenze di base in scienza e tecnologia, competenze digitali consapevolezza espressione culturale ed artistica,
spirito di iniziativa e imprenditorialità, Imparare ad imparare, competenze sociali e civiche: un’attività a tutto
campo che i consigli di classe dovranno calibrare nell’armonizzare conoscenze e abilità all’interno dei nuclei
tematici, Compito del curricolo sarà quindi quello di “Orientare l’alunno ad esplorare se stesso, a conoscersi
nella sua interezza, a riconoscere le proprie capacità ed i propri limiti, a conquistare la propria identità, a
migliorarsi continuamente, maturando il senso e la necessità del rispetto civico. L’alunno si percepisce in un
contesto sociale all’interno del quale ne coglie le funzioni pubbliche alle quali partecipa nelle diverse forme in cui
questo può avvenire: momenti educativi informali e non formali, esposizione pubblica del proprio lavoro, occasioni
rituali nelle comunità che frequenta, azioni di solidarietà, manifestazioni sportive non agonistiche, volontariato.
Una scuola che educa e forma per far padroneggiare al ragazzo tutti i campi de sapere, per sapere fare mettendo
in campo le sue competenze sociali, umane e civili saper essere.
CURRICOLO NAZIONALE E CURRICOLO LOCALE
La normativa
“Le istituzioni scolastiche determinano nel Piano dell'offerta formativa il curricolo obbligatorio per i propri alunni
in modo da integrare la quota definita a livello nazionale con la quota loro riservata (D.M. 28
dicembre 2005) che comprende le discipline e le attività da esse liberamente scelte (cfr. art. 8 del DP 275/’99)”.
45
La struttura del curricolo, quindi, si articola in tre livelli che integrano decisioni centrali e periferiche:
1-una parte prescrittiva, con le attività e le discipline fondamentali, il monte orario annuale da dedicarvi, gli
obiettivi e gli standard d'apprendimento, determinati a livello nazionale;
2. una parte opzionale, (comprendente attività e discipline tra loro alternative) che integra obbligatoriamente il
curricolo, lasciato all'autonoma determinazione delle scuole, con una pluralità di offerte tra le quali gli alunni hanno
il dovere di scegliere;
3. una parte facoltativa, con l'arricchimento del curricolo attraverso attività aggiuntive, programmate e realizzate
anche con l'accordo dei soggetti esterni alla scuola (enti locali/agenzie formative, ecc.) Il Decreto Ministeriale
47/2006 stabilisce che la quota del 20% del curricolo è appannaggio delle istituzioni scolastiche autonome. In base
all’art. 8 del Regolamento dell’autonomia (D.P.R. 275 dell’8 marzo 1999) le istituzioni scolastiche possono, in
coerenza con gli obiettivi di tipo educativo definiti, arricchire l’offerta formativa destinando una quota del monte
ore annuale, pari al 20% del monte ore annuale, ad attività decise dal Collegio dei Docenti. Si tratta del cosiddetto
CURRICOLO LOCALE, cioè di un percorso formativo che si aggiunge ed integra il curricolo nazionale. Il curricolo
locale, inteso come quota del curricolo "in disponibilità delle scuole" che, entro limiti temporali fissati dal
Ministero, può essere autonomamente definito dalle scuole stesse per rispondere alle esigenze del territorio, è
un concetto sostanzialmente legato ai processi di definizione dell’autonomia scolastica. Dal punto di vista del ruolo
del docente, parlare di curricolo locale significa dare intenzionalmente spazio all’autonomia progettuale delle
scuole, attraverso il riconoscimento del diritto-dovere dei docenti di "metter mano" alle modalità di costruzione
degli apprendimenti, evitando una didattica trasmissiva ed incapace di costruire competenze. Dal punto di vista
dell’idea di ragazzo che apprende, parlare di curricolo locale significa valorizzare gli aspetti motivazionali, cercando
di dar senso alle conoscenze spontanee dei ragazzi stessi e alle loro costruzioni sociali dei saperi. Dal punto di vista
della metodologia, parlare di curricolo locale significa costruire modalità di apprendimento che abbiano alla base
l’interazione sociale, l’apprendimento cooperativo, la costruzione di competenze intese come sintesi di sapere e
di saper fare. Il curricolo locale è quindi uscire dalla classe per visitare un parco o un monumento, per entrare in
una bottega artigiana o visitare una mostra, per visitare una redazione di giornale o uno studio televisivo, per
frequentare uno stage in un’azienda. Il curricolo locale è accogliere in classe un testimone, un tecnico o chiunque
possa raccontare un’esperienza; è accostarsi a qualche traccia del passato o immaginare qualcosa del futuro di sé
e della comunità di appartenenza. Ma, soprattutto, il curricolo locale è lo sguardo per osservare la realtà che ci
circonda nella sua variabilità, nel suo divenire, nella sua complessità. Tutto questo è molto lontano da un’idea di
curricolo locale fatto di localismi dannosi o di inutili ricerche di radici locali che sono fuorvianti per la comprensione
della stessa comunità di riferimento. Ed è anche molto lontano da un’idea di curricolo locale incapace di
comprendere che la comunità evolve, che i componenti della comunità possono anche venire da lontano e
inevitabilmente modificarne gli assetti, metterla in relazione con l’altrove e dunque renderla sempre più aperta e
sempre più parte di un tutto che ormai comprende davvero tutto il mondo conosciuto e tutte le dimensioni del
pianeta: ambientale, politica, economica, demografica,
antropologica.
La nostra Istituzione Scolastica ha determinato e definito il curricolo attraverso un’integrazione tra sistemi
formativi sulla base di accordi di rete con Enti Locali ed altre Istituzioni scolastiche ( L. Scientifico L. da Vinci, ICS
Cardeto-Sperato,….) in favore di quell’offerta formativa che deve coniugare e promuovere un intervento formativo
proiettato su tre livelli: locale, nazionale, europeo, dei quali nessuno esclude l’altro. Al fine di attuare quanto detto
prima, operativamente sono stati seguiti dei passaggi:
-lettura dell’ambiente circostante (bisogni formativi degli studenti, delle famiglie, dei nuovi utenti
“extracomunitari”;
-l’interpretazione delle richieste della comunità per rispondere ,mediante interventi formativi ,sulla base
46
dell’integrazione dei saperi, della ricerca/azione, della flessibilità organizzativa e strutturale oltre che didattica e
formativa;
- l’approfondimento in modo intensivo degli obiettivi specifici di apprendimento, curvandoli alle esigenze locali,
ovvero approfondendo gli aspetti specifici locali/territoriali e del nucleo nazionale;
- la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale ( con attività di educazione ambientale, di antropologia
culturale, di archeologia);
- basare la lezione sulla ricerca/azione, problematizzando il territorio.
Pertanto, la quota di curricolo locale è considerata dai docenti della scuola un’opportunità positiva che consente
di migliorare i processi di apprendimento e di insegnamento, di potenziare i fattori di eccellenza, di valorizzare
le risorse locali, di promuovere il senso di appartenenza, di creare un clima di fiducia e reti di collaborazioni tra
persone e tra istituzioni ,di rafforzare negli studenti la consapevolezza dei diritti e dei doveri, il senso civico, il
rispetto delle regole; di innalzare i livelli culturali di tutti i soggetti coinvolti nei processi formativi e il livello delle
competenze generali.
UNO SGUARDO D’INSIEME
47
La progettazione didattica
PROGETTI
Area Potenziamento competenze digitali
Area Inclusione e differenziazione
Area Potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti
ispirati ad uno stile di vita sano
Area Piano Nazionale per la cittadinanza attiva e l’educazione alla legalità
COMPETENZE CHIAVE EUROPEE
Area Potenziamento delle discipline artistiche e musicali
Area Prevenzione dei rischi: sicurezza e benessere
Test d’ingresso
Verifiche classi
parallele bimestraliintermedie- finali
Riesame dei piani
studi in itinere
Griglie di
registrazione
Relazione coordinata
Certificazione di
profitto
Certificazione di
competenza
CURRICOLO
Comunicazione nella
Madrelingua
Comunicazione in Lingua
straniera
Matematica scienze e
Tecnologia
Competenza Digitale
Imparare ad imparare
Spirito d’iniziativa ed
intraprendenza
Competenze sociali e civiche
Consapevolezza ed
espressione culturale
VERTICALE
COMPETENZE CULTURALI
DI BASE
. VALUTAZIONE
Discipline
U.D.A. Disciplinari
. STRUMENTI
PROGETTAZIONE
. TECNICHE
CURRICULARE
E
PROGETTAZIONE
EXTRACURRICULARE
U.D.A. Trasversali
Rubriche valutative
Compiti significativi o
autentici o di realtà
BLOG
Apprendimento
sociale
Laborialità
Problem soling
48
PATTO EDUCATIVO
TERRITORIALE
Agenzie educative presenti sul
territorio
Associazioni sportive
Istituto Italiano per
l’Anticorruzione
Tribunale di Reggio Calabria
Comando Provinciale Guardia di
Finanza
Carabinieri di RC
Azienda Ospedaliera B.M.Morelli
Reggio Calabria
PLP Ass. Psicologi Liberi Profes.
Ass. Mente e Relazioni
SITO WEB
POF
PTOF
ACCORDI DI RETE
Progettazione didattica innovativa e condivisa: Dal curricolo alle UDA
L’Istituzione Scolastica per regolamentare il processo relativo alla progettazione didattica ha posto in essere azioni
in coerenza con gli obiettivi indicati dalle Indicazioni Nazionali Ministeriali 2012, dalle Raccomandazioni Europee di
Lisbona e gli obiettivi generali definiti nel Rav, PdM, Piano dell’Offerta Formativa.
L’obiettivo della gestione del processo relativo alla progettazione e realizzazione è quello di gestire e tenere sotto
controllo tutte le attività ad essa relative in modo da garantire l’erogazione di un servizio formativo tale da
incontrare la piena soddisfazione delle parti interessate dell’Istituto.
In tal senso, ha promosso una didattica innovativa e condivisa che prende avvio dall’esigenza nell’ambito della
formazione e dell’istruzione e dalla constatazione che la competenza è la mobilitazione di conoscenze, abilità e
risorse personali cioè un “sapere agito”.
Nella didattica per competenze cambia il paradigma, abbiamo uno spostamento del baricentro da una
impostazione centrata sull’insegnamento e sulle discipline ad una centrata sull’apprendimento, si passa dagli
obiettivi della scuola alle competenze dello studente. Il modello cioè la concezione di competenza è di natura
antropologica(qualità della persona in termini di autonomia e responsabilità ) e di natura sociale (capacità di gestire
ruoli sociali attivi, in quanto cittadini, prima ancora che come studenti e lavoratori).La nuova didattica dà rilievo a
compiti e prodotti in situazione o autentici e attività valutative di prove in situazione, situazioni aperte,
problematiche, verosimili nelle quali il giovane mobilita le abilità e via via le competenze acquisite e può
manifestarne la presenza mettendo in gioco una pluralità delle dimensioni dell’ intelligenza:
Il modello per Unità di Apprendimento risulta essere efficace per promuovere competenze:
•
attiva un processo di ricerca e scoperta
•
chiede all’allievo una fase riflessiva
•
Infrange lo schema “lezione-esercitazione-interrogazione/verifica”
•
inserisce l’intervento dell’esperto e le uscite sul territorio come interventi ordinari
•
propone una varietà di occasioni di apprendimento scolastiche ed extrascolastiche che costituiscono oggetto
di una valutazione più attendibile e autentica
Abbiamo UDA, ad ampiezza massima e coinvolgenti più discipline/assi (simili ai progetti) e UDA relativi a una sola
disciplina o a un’area di apprendimento.
Nelle U.D.A. si valutano:

Conoscenze e abilità: mediante il prodotto realizzato, la relazione finale, l’osservazione in itinere o
mediante prove tradizionali

Le competenze in senso stretto, manifestate mediante le evidenze osservabili: si osservano tramite griglie
e con riferimento a rubriche di descrizione della competenza

La riflessione metacognitiva mediante la relazione finale.
49
I Compiti significativi o autentici o di realtà:
• Sono compiti affidati agli allievi, perché li svolgano in autonomia e responsabilità.
• Sviluppano conoscenze, abilità, competenze attraverso la realizzazione di un prodotto non banale.
• Sono sempre un po’ più difficili rispetto alle risorse già possedute dagli alunni, per innescare, ricerca, problem
solving, incrementare conoscenze, abilità e competenze.
• Il compito significativo è relativamente breve, è dato a singoli alunni e da un solo insegnante, con focus
prevalente sulla propria disciplina. Implica, comunque, il coinvolgimento di altri saperi.
Le rubriche di descrizione della competenza
Sono brevi descrizioni di che cosa la persona sa, sa fare, in quali contesti e condizioni, con che grado di
autonomia e responsabilità
•
Sono sempre formulate positivamente
•
Sono strutturate a livelli crescenti di padronanza, dove il primo livello rappresenta lo stato iniziale
•
Le rubriche sono ampie e generali di competenza chiave; di competenza culturale; di traguardo; di
compito.
•
Indicatori di valutazione della progettazione didattica
Coerenza dei progetti con le Raccomandazioni europee, le Linee di indirizzo ministeriali, le Linee Guida del PTOF
e pertanto
- attività progettuali nell’ottica della continuità del processo educativo tra scuola dell’infanzia, primaria e
secondaria e del curricolo verticale (come da Indicazioni Nazionali 2012)
- reale rispondenza ai bisogni espressi dall’utenza, in particolare promuovendo interventi di sostegno e di
recupero per una lotta efficace contro l’insuccesso scolastico e il disagio
Efficacia dei processi di innovazione che vengono attivati in termini di:
- accrescimento di conoscenze, capacità e competenze dei singoli alunni/gruppo classe
- cambiamento di atteggiamenti e di comportamenti degli alunni
Trasferibilità dell’intervento didattico quale futura scelta di politica educativa scolastica.
- Puntuale declinazione di obiettivi, assunzione di responsabilità, risorse umane da coinvolgere e finanziarie da
investire.
Sostenibilità interna dei progetti (evitare la sovrapposizione di più progetti nelle stesse classi e con gli stessi alunni)
Ruolo dei Dipartimenti
Nella progettazione curriculare ed extracurriculare dell’offerta formativa dell’istituto un ruolo centrale dovrà
essere svolto dai dipartimenti disciplinari e d’asse.
I Dipartimenti disciplinari sono sedi deputate alla ricerca, all’innovazione metodologica e disciplinare ed alla
diffusione interna della documentazione educativa, allo scopo di favorire scambi di informazioni, di esperienze e di
materiali didattici.
I lavori vengono coordinati da un docente nominato dal Dirigente Scolastico, previa auto candidatura proposte dal
dipartimento stesso e dello stesso DS, tenendo conto anche di esperienze e competenze di organizzare e
promuovere attività di lavoro finalizzate al miglioramento della didattica.
Tra le competenze dei Dipartimenti rientrano:
- individuazione degli obiettivi formativi di ciascuna disciplina e la sua didattica
- azioni di continuità nell’apprendimento dall’infanzia alla secondaria e oltre, per creare uno sviluppo
armonico dell’apprendimento degli allievi, declinando le competenze, le abilità, le conoscenze necessarie alla
crescita educativa e culturale dello studente
50
- individuazione dei livelli minimi di accettabilità, in termini di apprendimento, che tengano conto degli
obiettivi trasversali e disciplinari da raggiungere al termine di ogni ordine di scuola.
- individuazione dei criteri di valutazione degli apprendimenti e misurazione delle competenze;
- la costruzione di un archivio di verifiche anche su compiti di realtà;
- la scelta dei libri di testo e dei materiali didattici;
- la scelta delle modalità di verifica e la costruzione di verifiche comuni;
- il confronto delle diverse proposte didattiche dei docenti in ordine alla disciplina;
- l'innovazione, attraverso un lavoro di ricerca e autoaggiornamento;
- la promozione di proposte per l’aggiornamento e la formazione del personale
- la promozione, la sperimentazione di metodologie didattiche plurime.
I Dipartimenti costituiscono pertanto:
 la principale articolazione progettuale ed organizzativa del Collegio dei docenti;
 il luogo di progettazione del curricolo esplicito, nella sua continuità verticale, come traduzione
coerente delle scelte dichiarate nel POF;
 le sedi deputate alla riflessione e alla ricerca didattica, all’integrazione tra i saperi disciplinari,
all’innovazione metodologica e disciplinare ed alla diffusione interna della documentazione educativa,
allo scopo di favorire scambi di informazioni, di esperienze e di materiali didattici.
Insieme al Consiglio di classe e alle riunioni dei Gruppi di materie, il Dipartimento diventa l’ambiente in cui si
valorizza la professionalità del singolo docente, ma si definiscono anche i vincoli derivanti dalla progettualità
collegiale: quanto stabilito dai Dipartimenti dovrà trovare dirette applicazioni nelle programmazioni dei singoli
docenti, nel rispetto della libertà di insegnamento e della normativa vigente.
Lo sviluppo di una didattica delle competenze esige la diffusione di una cultura della progettazione che,
imprescindibile nella nuova scuola dell'autonomia, individua un ruolo fondamentale nella dimensione sociale e
collaborativa dei docenti.
PROGETTI D’ISTITUTO
Il POF di quest’anno scolastico è nato in completa coerenza con le istanze emerse dall’analisi del Rapporto
di Autovalutazione, pertanto, tutti i progetti, inseriti nel piano dell’offerta formativa, mirano a colmare le
aree carenti in relazione ai fattori critici di successo ritenuti prioritari dalla scuola qui di seguito elencati:
- il miglioramento degli esiti formativi e didattici degli studenti
- la riduzione del tasso di abbandono scolastico;
- il miglioramento delle competenze digitali e comunicative degli alunni e dei docenti della
scuola;
- la realizzazione dell’orientamento in uscita degli allievi verso la prosecuzione del percorso
formativo
- l’ottimizzazione della comunicazione attraverso flussi informativi orizzontali (tra
docenti/dipartimenti), verticali (dirigenza/docenti/dipartimenti) e dall’istituzione verso
l’esterno (scuola/enti locali, agenzie formative, aziende…).
ATTIVITA’ PROGRAMMATE PER IL RAGGIUNGIMENTO DI CIASCUN OBIETTIVO
- progetti didattici volti al recupero delle competenze di base degli alunni .
- progetti finalizzati all’inclusione nella comunità scolastica di alunni con difficoltà di inserimento
perprevenire fenomeni di dispersione
- Partecipazione dei docenti a corsi mirati all’utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica.
- Partecipazione dei docenti a corsi per migliorare la comunicazione nel rapporto docente- discente.
- Implementazione dell’attività dei dipartimenti;
- Pubblicizzazione sistematica delle attività svolte dall’istituto;
51
-
Diffusine capillare delle circolari e delle comunicazioni da parte della dirigente;
Condivisione immediata con le famiglie dei successi/insuccessi formativi degli studenti;
AZIONI
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Pubblicazione sul sito web dell’istituto del POF, delle comunicazioni della dirigenza, delle circolari e
delle attività svolte dalla scuola con segnalazione via e-mail ai vari destinatari.
Adozione dei registri personali elettronici con dotazione in comodato d’uso di tablet a tutti i docenti.
Corso di formazione per il personale docente sull’uso del registro elettronico.
Corso di formazione per il personale docente sulla Comunicazione e sulla Relazione
docente/discente.
Lavori dipartimentali per la costruzione di test di ingresso - in itinere - finali unici per classi
parallele e condivisione dei risultati all’interno dei Consigli di classe.
Formazione dei dipartimenti sulle progettazioni disciplinari
SINTESI DESCRITTIVA DEI PROGETTI DI AMPLIAMENTO
OBIETTIVI FORMATIVI ED EDUCATIVI
DESTINATARI
PROGETTI
Priorità
RAV
(1/2)
Obiettivi
Triennali
L 107/15
(lett.a/s)
AREA Progetti di potenziamento delle competenze di base
Progetto “Twitter
Letteratura”
Progetto
“ il quotidiano in
classe”
Progetto concorso
“Giochi Matematici del
Mediterraneo A.I.P.M.”




Campionati
Internazionali Giochi
Matematici
Bocconi Milano
Progetto
“Kaleidoscopio”
52

Valorizzazione e potenziamento
delle competenze linguistiche, con
particolare riferimento all'italiano
Potenziamento delle metodologie
laboratoriali
Alunni:
Classi III-IV-V scuola
primaria
Classi I-II-III Scuola
secondaria di I grado
1
a
Potenziamento delle competenze
matematico- logiche e scientifiche
Percorsi e di sistemi funzionali alla
premialità e alla valorizzazione del
merito degli alunni e degli studenti
e definizione di un sistema di
orientamento;
Alunni:
1
b
Favorire la fruizione del patrimonio
culturale, noto e meno noto, in uno
straordinario ambiente educativo: il
museo, siti di interesse archeologico,
storico e culturale
Alunni
Scuola dell’infanzia
Scuola Primaria
Scuola Secondaria I
Grado
1
f
Classi III-IV-V scuola
primaria
Classi I- II-III scuola
secondaria di I grado
AREA Progetti di potenziamento delle competenze digitali
PIANO NAZIONALE SCUOLA DIGITALE
Legge 107 luglio2015 art. 1 comma7 e nell’ Agenda Digitale Europea – Strategia Comunitaria EUROPA 2020
1.Progetto
1.1
1
My Personal Friend
1.Sviluppare le competenze digitali
Alunni
introducendo lo studio dell’informatica in
Scuola Primaria Scuola
modo stimolante.
Secondaria di I Grado
2.Certificazione Ei
Pass
2.Favorire lo sviluppo del pensiero
computazionale, l'utilizzo critico e
consapevole dei social network e dei
media nonché alla produzione e
l’attestazione di competenze spendibili
anche nell’ambito lavorativo
3.Progetto
Eiskillsforwomen
3.1 Sviluppare le competenze digitali
femminili per garantire pari opportunità
nel mondo lavorativo
4.1 Progetto
L’ora del codice
4.1 Formare gli studenti ai concetti di
base dell’informatica favorendo lo
sviluppo del pensiero computazionale
5.1 Progetto
“ Le avventure di
Supertab”
5.1 Sviluppare le competenze digitali e
promuovere l’uso corretto delle nuove
tecnologie utilizzando un metodo ludico e
creative
6.1 Progetto Coding
6.1 Sviluppare atteggiamento di problem
solving
6.2 Favorire la collaborazione e la
creatività
6.3 Potenziare gli apprendimenti
2.1
N.20 alunni delle classi
terze e quarte Scuola
Primaria Archi
N.20 alunni delle classi
terze Scuola Primaria
Santa Caterina e San
Brunello
Alunne delle Scuole
Secondarie di Primo
Grado “Pirandello”
“klearchos”
Alunni
Classi IV-V scuola
primaria
Classi I-II Scuola
Secondaria I Grado
a-b-h-i
1
b-h-i
1
h-p
1
b-h-i
1
b-h-i-
b-h-i-p
AREA Progetti di potenziamento delle competenze in lingua estera
Progetto
“English 4(for) My
Future!”


53
Valorizzazione e potenziamento
delle competenze linguistiche,
con particolare riferimento alla
lingua inglese
Potenziamento delle
metodologie laboratori ali
(diffusione e utilizzo della
metodologia Content Language
Alunni
Classi III-IV-V Scuola
primaria
Classi I-II-III Scuola
Secondaria di I grado
a-i-p
Integrated Learning)
Progetto
ALUNNI
i-a-p
 Recuperare e potenziare le
“Let’s Start With Milo”
Classi I – II scuola
competenze linguistiche con
particolare riferimento alla lingua primaria
inglese.
AREA Progetti potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti ispirati ad uno stile di vita sano
1.Progetto
“I valori del calcio
entrano in aula”
2.Progetto
“Football & School”
3. Progetto
“Sport di classe”
4. Progetto
Coni Ragazzi”
5.Progetto
Regione in
movimento”
Progetto “Vela a
scuola”




Potenziare i valori positivi dello sport;
Favorire l’aggregazione sociale
Prevenire il disagio giovanile
Favorire la costruzione di una cultura
della convivenza, della tolleranza,
dell’accettazione,della condivisione e
del rispetto degli altri.
Potenziare le discipline motorie


Potenziare corretti modelli di vita
sportiva
Scoprire e ricercare la cultura
marinara
Acquisire conoscenze e abilità che
costituiscono la base di future
professionalità.
Prendere consapevolezza del proprio
rapporto con il cibo per orientarlo in
modo sano.


Progetto “Educazione
alimentare”

2
g-i-s
Alunni scuola primaria
2
g-i-s
Scuola dell’infanzia
Scuola Primaria
Scuola Secondaria I
grado
2
g-i-s
2
c-f-p-q-s
Alunni
Scuola Primaria
Scuola Secondaria I
Grado
AREA Progetti Potenziamento delle discipline artistiche e musicali
Progetto
extracurriculare
“Promozione teatro in
classe”






54
Favorire l’espressione individuale
e di gruppo
Incoraggiare l’accettazione della
propria individualità
Attivare la creatività personale
attraverso il fantastico,
l’immaginario e il sogno
Facilitare la crescita
interrelazionale e la
consapevolezza personale
Sviluppare la sincronizzazione
con il gruppo e con l’ambiente
attraverso momenti d’insieme
Conoscere la “grammatica”
dell’arte del Teatro e sviluppare
capacità nella recitazione per un
Alunni
Classi III-IV-V
Scuola Primaria
Classi I-II-III
Scuola Secondaria I
Grado
pubblico, nella danza, nella
gestualità espressiva, nel canto e
nella produzione sonora.
Progetto
extracurriculare
“Coro d’Istituto”
DM8/11

Potenziare le competenze nella
pratica e nella cultura musicali,
nell'arte, nelle tecniche e nei media di
produzione e di diffusione delle
immagini e dei suoni.
Progetto
 Utilizzare la musica come mezzo per
extracurriculare
stabilire rapporti, per conoscersi.
di pratica strumentale  Sviluppare in ciascuno una propria
DM8/11
“identità musicale”
 Sensibilizzare il rapporto uomosuono-ambiente.
 Sviluppare gli aspetti percettivoProgetto
analitico-interpretativi,esecutivoextracurriculare
riproduttivo, ideativo-creativi.
“Musicando: La scuola
 Scoprire, stimolare e valorizzare le
si ad…opera”
peculiarità
emotive,espressivocomunicative,creative e musicali.
 Valorizzare le eccellenze e curare la
dimensione inclusiva delle diversità.
Progetto
 Stimolare il lavoro di gruppo
extracurriculare
 Abituare a dare continuità narrativa
“La città incantata”
alle idee
 Stimolare la scritturacreativa.
 Sviluppare
la
capacità
di
concentrazione e di descrizione
Progetto
 Migliorare la coordinazione e
“Comunicare …
l’orientamento spazio-temporale.
Teatrando”
 Valorizzare e scoprire l’importanza
della propria fisicità al fine di Imparare
ad individuare le macro-emozioni nel
proprio vissuto quotidiano.
 Migliorare
la
comunicazione
stimolando
l’ascolto
reciproco
all’interno del gruppo classe, saper
comunicare a livello dinamicorelazionale con i simili e gli adulti.
 Riacquistare identità, coscienza del
proprio ruolo nel gruppo.
AREA Progetti inclusione e differenziazione
PROGETTO:
SCREENING
DISLESSIA
(Anch’io so leggere
escrivere)
 Prevenire l’abbandono e la
dispersione e potenziare
l’inclusione
 Politiche di inclusione ed attenzione
ai BES.
 Promozione del
alunni/studenti
55
benessere
degli
Classi III-IV-V
Scuola primaria
Classi prime:
gennaio, prova di
scrittura “ Dettato
delle 16 parole" su
richiesta
Screening di uscita:
maggio, prova di
scrittura , su richiesta,
“Dettato delle 16 parole“
ed eventuale prova di
2
c-f-p-q-s
2
c- f-p-q-s
2
c- f--p-q-s
2
c- f-p-q-s
2
l-n
Progetto dispersione
“Promossi sul campo”
 Contribuire
all’aumento
delle
conoscenze puntuali sul fenomeno della
dispersione scolastica e di efficaci
strategie di fronteggiamento da parte
degli insegnanti
 Contribuire al miglioramento delle life
skills1 e della capacità di decisione in
autonomia dei ragazzi;
 Sostenere i ragazzi nell'acquisizione di
una maggior conoscenza di se stessi,
delle proprie potenzialità così da
sostenere una scelta consapevole della
scuola superiore e prevenire fenomeni di
dispersione e di abbandono scolastico;
 Contribuire
all’aumento
delle
competenze dei genitori nella gestione
educativa efficace al fine di sostenere i
figli;
lettura decifrata
Gruppo
target
composto
da
32
studenti
delle
3^CLASSI
Scuola
secondaria di I° grado
“Klearchos”.
-Insegnanti
- famiglie
 Educare gli studenti a saper chiedere
Alunni
aiuto nei momenti di difficoltà
scuola dell’infanzia
 Educare a gestire il proprio disagio e le
scuola primaria
proprie emozioni
scuola secondaria
 Migliorare il senso di efficacia
grado
personale e l’autostima
 Promuovere l’accrescimento delle
capacità meta-cognitive
 Prevenire situazioni di disagio e di
sofferenza
 Stimolare l’autonomia e la capacità di
problem solving
 Aumentare le capacità relazionali
 Migliorare le capacità esplorative e
progettuali
AREA Piano Nazionale per la cittadinanza attiva e l’educazione alla legalità
Progetto
“ Sportello
Psicologico”
Progetto
extracurriculare
“Promozione dell’etica
e della prevenzione e
contrasto alla
corruzione ed alle
mafie per il benessere
dell’individuo e della
società nella quale
vive”
“Conoscere il diverso l valori fondamentali
della memoria,
dell’etica umana e
della fratellanza tra i
popoli”
56
 Realizzare un percorso di
sensibilizzazione, fortemente orientato
ai valori della civitas, della
salvaguardia del patrimonio culturale,
dell’ integrazione e tutela di ciascuna
componente socio-culturale nel
contesto di vita dei ragazzi.
 Realizzare un percorso di
sensibilizzazione, fortemente orientato
ai valori dell’etica e della legalità, di
prevenzione della corruzione e delle
mafie, di prevenzione di
comportamenti deviati nell’adulto, in
un’ ottica di benessere olistico
dell’individuo e della società.
 Realizzare un percorso di
sensibilizzazione, fortemente orientato
Alunni
Scuola primaria
Scuola Secondaria II
grado
2
I-n
2
l-n
2
d-m
I
Istituto Italiano per
Anticorruzione
Legge 107 luglio 2015
art. 1 comma7

Progetto
“I cittadini del
futuro”
Coordinamento
nazionale dei
docenti dei Diritti
umani e
dall’UPMED di
Crotone in
collaborazione
con
l’Associazione
Robert F.
Kennedy
Foundation of
Europe Onlus




ai valori dell’etica , della legalità e del
contrasto alle violenze ed alle
discriminazioni con particolare
attenzione alle pari opportunità ed alla
violenza di genere.
Tramandare e rafforzare nei giovani la
consapevolezza
della
Shoah,
contribuendo, altresì, a consolidare
quelli
dell’importanza
dell’
integrazione sociale, del rispetto del
diverso, della Pace, fraternità e dialogo
tra i popoli.
Far relazionare gli studenti di varie
realtà scolastiche sui principi della
Dichiarazione universale dei Diritti
dell’uomo e renderli cittadini
consapevoli, responsabili e solidali.
Capire il senso della legalità.
Sviluppo di competenze trasversali:
attività collaborativa e cooperativa.
Potenziare e incrementare le
competenze civiche-sociali,
comunicative, digitali; rispettare sé, gli
altri e l’ambiente circostante; essere
responsabili e consapevoli; essere
costruttivi, creativi, cooperativi;
riflettere criticamente; condividere
esperienze e mediare; risolvere
problemi, fare scelte e prendere
decisioni
Progetto
“Consiglio
Comunale dei
Ragazzi”

Progetto
“Vivere il Museo”
 Valorizzare l’identità degli alunni
perché possano muoversi con valori
propri in un ambito più ampio ed
esperire le proprie radici
 Potenziare la motivazione
 Implementare la tecnologia
 Promuovere autoefficacia e senso di
sé
 Favorire l’acquisizione di competenze
funzionali a gestire sé all’interno di
una comunità
 Favorire l’acquisizione di competenze
comunicative-relazionali cooperative e
collaborative.
 Valorizzare il senso di appartenenza
 Saper denunciare il degrado ove sia il
caso
 Saper riconoscere il valore dell’arte
Progetto
“Le scuole adottano I
monumenti della
nostra Italia”
Progetto-concorso
57
Assunzione di responsabilità, nonché
della solidarietà e della cura dei beni
comuni e della consapevolezza dei
diritti e dei doveri.
Alunni
Scuola secondaria di I
grado
Classi V Scuola primaria
2
d-m-n
Classi quinte - Scuola
Primaria;
Classi Prime della Scuola
Secondaria di I grado
2
d-m
Alunni:
2
d-f-m-n
2
d-f-q-m
2
d-m-n-q
Classi
IV-V Scuola Primaria
Classi I
Scuola secondaria I
Grado
Scuola primaria
Scuola secondaria I
grado
“Traffic Snake Game
Annibale”
Il Serpente Sostenibile

Progetto –Concorso
“Vorrei una
leggeche…”

Progetto – Concorso
“Parlawiki – Costruisci
il vocabolario
dellaDemocrazia

Progetto
“Differenziamoci
differenziando”
con AVR
Progetto
“Etica…mente,
attiva…mente!”
Il giornalino delle
giovani menti



Sviluppo delle competenze in materia
di cittadinanza attiva e democratica
attraverso la valorizzazione
dell'educazione interculturale e alla
pace, il rispetto delle differenze e il
dialogo tra le culture, il sostegno
dell'assunzione di responsabilità
nonché della solidarietà e della cura
dei beni comuni e della
consapevolezza dei diritti e dei doveri;
potenziamento delle conoscenze in
materia giuridica ed economicofinanziaria e di educazione
all'autoimprenditorialità
implementare i contenuti legati al
concetto di “Democrazia”;
avvicinare gli alunni alle Istituzioni al
fine di incentivarne il senso civico;
sostenere, attraverso
approfondimenti su argomenti
specifici, l’insegnamento di
“Cittadinanza e Costituzione
Porsi correttamente nei confronti
dell’ambiente che ci circonda
 Formare eticamente ed attivamente I
giovani facendo interiorizzare I
concetti di etica e legalità
 Promuovere un contesto di legalità e
di contrastare l’illegalità diffusa
 Alimentare il senso del bello e il
rispetto verso il prossimo, verso
l’ambiente e verso la cosa pubblica
Scuola primaria
Scuola secondaria I
grado
2
d-m-n-q
Scuola primaria
Scuola secondaria
2
d-m-n-q
Scuola dell’infanzia
Scuola primaria
Scuola secondaria I
Grado
2
d-m
Scuola primaria
Scuola Secondaria
2
d-m-n

“Continuità e orientamento”
Legge 107 del 13 luglio 2015:
Art.1, comma 7, lettera S:“ Definizione di un sistema di orientamento
Progetto
“Continuità e
orientamento”
Art.1 comma 29: “Il
Dirigente scolastico, di
concerto con gli organi
collegiali, può
individuare percorsi
formativi ed iniziative
dirette
all’orientamento e a
garantire un maggior
coinvolgimento degli
studenti nonché alla
58
 Semplificare il passaggio graduale da
un ordine di scuola all’altro.
 Favorire il processo di apprendimento
attraverso la continuità didattica ed
educativa.
 Promuovere la conoscenza reciproca e
relazionale tra gli alunni dei vari ordini
di scuola.
 Promuovere l’integrazione degli alunni
provenienti da culture diverse e degli
alunni diversamente abili.
 Garantire un maggior coinvolgimento
degli
studenti
nonché
alla
Alunni:

Scuola
dell’Infanzi
a
ScuolaPrimaria
 Scuola
Primaria
Scuola
Seconda
ria di I
grado
 Scuola
Seconda
ria di 1°
1-2
S
valorizzazione del
merito scolastico e dei
talenti”.
Progetto
Orien.attiv…amente
Progetto curricolare
“Scuola Sicura”
valorizzazione del merito scolastico e
dei talenti
 Conoscere il proprio passato
Per costruire un senso di
Appartenenza legato tradizioni ed
eventi significativi
 Esprimere le proprie
emozioni/interessi
 Superare il proprio punto di vista
Traendo insegnamenti
Dalle differenze individuali
 Formare ed educare i giovani a
comportamenti improntati a
solidarietà, collaborazione ed
autocontrollo.
 Essere preparati a
situazioni
di pericolo

grado - Scuola
Secondaria di
2° grado
Alunni
Classi IV-V scuola
primaria
2
S
Alunni
Scuola
dell’infanzia
Scuola Primaria
Scuola Secondaria
I Grado
2
s-m
Controllare la propria
emozionalità
MONITORAGGIO DEI PROGETTI
I progetti verranno monitorati per verificarne l’andamento attraverso incontri periodici, schede di rilevazione, ecc…
, in modo da poter procedere secondo quanto stabilito, individuando gli eventuali problemi o potenzialità per
ulteriori miglioramenti di relativi a singole azioni/attività o al progetto nel suo complesso. In particolar modo Il
monitoraggio porrà come obiettivi la rilevazione dei:
 dati che ogni progetto dovrà produrre in funzione dei risultati e dei target da raggiungere
 eventuali dati di feedback (anche informali) provenienti dall’estern
Reti e Convenzioni attivate per la realizzazione di specifiche iniziative
Premessa
Le scuole possono promuovere accordi di rete e stipulare convenzioni con università, istituzioni, associazioni o
agenzie, Enti locali per il conseguimento di specifici obiettivi. Il regolamento dell’autonomia, DPR 275/99, nel
prevedere la possibilità di raggruppamenti di scuole, ne dà anche le coordinate: finalizzazione al perseguimento di
scopi specifici, temporaneità, struttura flessibile. Le reti rappresentano una forma indispensabile di collaborazione
interistituzionale disciplinata, oltre che dall’art. 7, commi 1-7, del d.P.R. n. 275/1999, Regolamento dell’autonomia,
anche dall’art. 56 del D.I. n. 44/2001. Gli accordi stipulati da questa Istituzione scolastica, in qualità di scuola
capofila e/o aderente, hanno ad oggetto varie attività, tutte pienamente coerenti per il raggiungimento delle
finalità del PTOF.
La legge 107/2015 prevede la promozione della costituzione di reti tra scuole, finalizzate alla valorizzazione delle
risorse professionali, alla gestione comune di funzioni e di attività amministrative, alla realizzazione di progetti o di
iniziative didattiche, educative, sportive o culturali, da definire sulla base di accordi.
59
Tipologia
contenuto
dell’accordo:
e
Azioni da
realizzare:
Risultati attesi nel
breve e/o nel lungo
periodo:
Specificare le risorse professionali condivise dalla rete
1-Pet (Patto
Educativo
Territoriale)
La creazione di una
rete
interistituzionale,
che si sviluppi
attraverso
programmi
condivisi ed eventi
educativi che
contribuiscano nel
fare massa critica
sui valori eticosociali
fondamentali e
stimolino l’apporto
qualificato e
pragmatico di
ciascuna agenzia
educativa ed Ente
del territorio
Promozione
del
progetto
educativo
integrato e globale
nell’ottica di una
scuola nuova ed
inclusiva, aperta al
territorio
e
alla
comunità scolastica
2-Protocollo
interistituzionale
“Scuola e
salute”d’intesa
con Azienda
ospedaliera
BianchiMelacrino-Morelli
Percorso di
“Educazione alla
salute e alla
prevenzione per il
benessere
dell’individuo”
condotto all’interno
della scuola con la
partecipazione di
medici ed esperti
qualificati indicati
dall’azienda
ospedaliera
reggina.
-attivazione di
focus groups
tematici
multidisciplinari
rivolti alle famiglie.
Il progetto delinea
un’azione educativa
“caleidoscopica”,
rivolta a tutte le
fasce di età degli
alunni iscritti ai vari
ordini di scuola
della rete e
declinata con
l’obiettivo di
sviluppare nei
discenti stili
cognitivi e modalità
operative sempre
più articolati e
variegati.
promozione di
corretti stili di vita a
scuola e in famiglia-
Risorse professionali:
I.C. Falcomatà-archi(capofila)
-Presidente Tribunale di Reggio Calabria – Dott. Gerardis Luciano
-Comandante Stazione dei Carabinieri-Maresciallo Capo Luigi Isgrò
-Comando Prov.le Guardia di Finanza-C.llo Barbera Alessandro
-Istituto Italiano per l’Anticorruzione- Direttore Scientifico Avv.
Concettina Siciliano
-Associazione Attendiamoci- Don Valerio Chiovaro
Associazione “Libera”- Dott. Nasone
-Le parrocchie di “S. Caterina, Archi,S. Bruno”
Don Pino, Don Angelo, Don P. Sergi
-Scuola Infanzia privata “Scarabocchiando”
-Scuola infanzia privata “Scuola Attiva”
-Scuola Infanzia privata “La casa di Alice”
-Scuola infanzia privata “Zero sei”
-Associazione CERESO Resp. Don Pietro Catalano
-Associazione Mirabella
-Cooperativa Sociale Itaca – --Dott.ssa Maria Giovanna Ursida -Gruppo
Scouts di Archi -Circolo Velico Reggio
-Associazione Mirabella -Cooperativa Sociale Itaca – --Dott.ssa Maria
Giovanna Ursida -Gruppo Scouts di Archi
-Circolo Velico Reggio
Soggetti della rete:
-Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino- Morelli”-dott. Sidari
Avv. Concettina Siciliano
-Istituto Comprensivo "Falcomatà- Archi" - DS Serafina Corrado
3- Accordo di rete
Kaleidoscopio
60
Dott.ssa Stefania Muscolo-srl Mente e Relazioni
Dott.ssa Muscolo –delegata PlPAss. Psicologi liberi Professionisti
Realizzare un sistema
educativo territoriale
integrato che
favorisca attività
didattico-culturali di
genere vario:
storico, scientifico,
artistico, letterario,
musicale attuate
attraverso modalità
educativo-didattiche
laboratoriali.
Soggetti della rete:
Istituzione Scolastica” Falcomatà-Archi” ( DOTT.SSA Serafina
Corrado)
Politecnico “Scientia et Ars” (DOTT.SSA Loredana Franceschi)
Istituzione Scolastica “Accademia di Belle Arti” (DOTT.SSA Daniela
Maisano)
Istituzione Scolastica “Leonardo Da Vinci” ( DOTT.SSA Giuseppina
Princi)
Istituzione Scolastica “San Sperato-Cardeto” (DOTT.SSA Maria
Morabito)
Istituzione Scolastica “Scuola Attiva” (DOTT.SSA Vera Bensaia)
Istituzione Scolastica “British School” (DOTT.SSA Patrizia
Quattrone)
Associazione sportiva “Viola” (DOTT. Giuseppe Valerio Branca )
Associazione “CSI” (DOTT. Paolo Cicciù
4-4- Progetto . “La
promozione
dell’etica e della
prevenzione e
contrasto alla
corruzione ed alle
mafie per il
benessere
dell’individuo e
della società nella
quale vive”
4.4.“Conoscere il
diverso - l valori
fondamentali
della memoria,
dell’etica umana e
della fratellanza
tra i popoli”
”
61
1-Realizzare un
percorso di
sensibilizzazione,
fortemente
orientato ai valori
della civitas, , della
salvaguardia del
patrimonio
culturale, della
integrazione e
tutela di ciascuna
componente socioculturale nel
contesto di vita dei
ragazzi.
2.Realizzare un
percorso di
sensibilizzazione,
fortemente
orientato ai valori
dell’etica e della
legalità, di
prevenzione della
corruzione e delle
mafie, di
prevenzione di
comportamenti
deviati nell’adulto,
in un ottica di
benessere olistico
dell’individuo e
della società.
3.Realizzare un
percorso di
sensibilizzazione,
fortemente
orientato ai valori
dell’etica e della
legalità, e del
contrasto alle
violenze ed alle
discriminazioni con
particolare
attenzione alle pari
opportunità ed alla
violenza di genere.
1.
4.Tramandare
e rafforzare
nei giovani la
consapevolezz
a della Shoah,
altresì
contribuendo
a consolidare
quelli
dell’importanz
a della
integrazione
sociale, del
rispetto del
diverso, della
Pace,
Sensibilizzazione e
corretta
informazione, su aree
tematiche eticogiuridiche
fondamentali per lo
sviluppo
dell'individuo, per il
suo benessere e per
quello della società in
cui vive e si proietta,
attraverso
l'acquisizione di una
maggiore
consapevolezza e
responsabilità sociale.
Risorse professionali:
Rete interistituzionale finalizzata a rafforzare l'impiego sinergico di
risorse, saperi e competenze per le finalità previste nel PET.
I.C. Falcomatà-archi(capofila)
Istituto Italiano Anticorruzione
Centro Studi Ebraici Beth Mibrash (Università della Calabria)
fraternità e
dialogo tra i
popoli.
5.Progetto la mia
Scuola
Accogliente
6.Progettoconcorso “Vivere
il museo”
.Frammenti di
vita quotidiana
nell’antica
Rhegion”.
7.Progetto “ I
valori del calcio
entrano in aula”
8. Progetto “La
vela a scuola”
9.Progetto
“Musicando. La
scuola si
ad…opera”
10-- Accordo di
Rete “English 4
(for) my future”
per la
presentazione del
progetto
Calabriamare
11-Accordo di
rete
“Cultura musicale
nella scuola”
62
Riqualificazione
delle aree di
pertinenza del
plesso Luigi
Pirandello,
attrezzando spazi
per lo svolgimento
sia di attività da
svolgersi all’aperto
che al coperto.
Formazione dei
docenti e degli
studenti
Realizzazione
materiali didatticiVisita guidata
Allestimento
mostra.
Potenziare le
discipline motorie
Attività teoriche
pratiche di vela
L'instaurazione dei
corretti modelli di
vita sportiva.
Scoprire, stimolare
e valorizzare le
peculiarità emotive,
espressivecomunicative,
creative e musicali
dei soggetti
coinvolti
Proposta
progettuale ai fini
della
sensibilizzazione e
diffusione della
metodologia CLIL
Avviso pubblico del
D.G. relativo
all’art.11 del D.M
n.435 del
16/06/2015
“Promozione della
formazione e
sensibilizzazione sui
temi dell’ambiente, di
cittadinanza attiva e
di inclusione sociale
Rete interistituzionale finalizzata a rafforzare l'impiego sinergico di
risorse, saperi e competenze per le finalità previste nel PET.
- I.C. . Falcomatàarchi
-Amministrazione comunale di Reggio Calabria
Studio e conoscenza
del territorio e della
storia della città di
Reggio Calabria
utilizzando il Museo
come supporto di
didattica
collaborativa.
Favorire la
costruzione di una
cultura della
convivenza, della
tolleranza, dell’
accettazione ,della
condivisione e del
rispetto degli altri.
Acquisire conoscenze
e abilità che
costituiscono la base
di future
professionalità
Potenziare le
competenze nella
pratica e nella cultura
musicali
-soggetti della rete:
Rete interistituzionale finalizzata a rafforzare l'impiego sinergico di
risorse, saperi e competenze per le finalità previste nel PET.
Museo Archeologico Nazionale di RC
I.C. . Falcomatàarchi
Valorizzazione e
potenziamento delle
competenze
linguistiche, con
particolare
riferimento alla lingua
inglese , anche
mediante l'utilizzo
della metodologia
Content
languageintegratedle
arning
promuovere
la
cultura e l’educazione
musicale nella scuola,
attraverso
la
realizzazione
di
progetti di eccellenza;
-attivare servizi per la
qualificazione
dell’insegnamento
Risorse professionali-docenti di lingua inglese degli Istituti Comprensivi:
-I.C. Falcomatà –Archi di Reggio Calabria .
-I.C. Carducci – Da Feltre di Reggio Calabria-I.C. Nosside- Pythagoras di Reggio Calabria-I.C. “O. Lazzarino” di Reggio Calabria –
-I.C. Pascoli-Alvaro di Siderno(RC)- -I.C. Roccella Ionica-
-soggetti della rete:
Rete interistituzionale finalizzata a rafforzare l'impiego sinergico di
risorse, saperi e competenze per le finalità previste nel PET.
I.C. . Falcomatà Archi
-Scuola calcio reggina
soggetti della rete:
Rete interistituzionale finalizzata a rafforzare l'impiego sinergico di
risorse, saperi e competenze per le finalità previste nel PET.
I.C. . Falcomatà Archi
-Circolo Velico di Reggio Calabria
soggetti della rete:
I.C. . Falcomatà Archi
Liceo scientifico L.Da Vinci
I.C. San Sperato-Cardeto
I.C.Moscato_Gallina
I.C. Gallico
I.C. Catona
soggetti della rete:
 Il Conservatorio di Vibo V.
 Il Comune di Reggio Calabria
 Regione Calabria
 Associazione AMA Calabria
 CIDIM-Comitato Nazionale Italiano Musica
 Sabbiarossa Edizioni s.r.l.
cultura musicale
nella scuola”
12- ACCORDO DI
RETE
“Teatro in classe
Avviso pubblico del
D.G. relativo all’art.
12 del D.M n.435
del
16/06/2015
“Promozione
del
teatro in classe
Progetto “La città
incantata”
13- Protocollo
d’intesa
progetto
orientamento –
continuità ’
attività educativodidattiche di
raccordo fra i
diversi ordini di
altri, in un clima di
serenità.
musicale
e
di
collegamento con le
istituzioni musicali del
territorio.
Percorsi di
formazione
interdisciplinare sul
tema "Promozione del
teatro in classe".
Favorire la crescita e
la maturazione
complessiva del
bambino
Favorire un
rapporto di
continuità
metodologico e
didattico tra le
insegnanti delle
classi parallele;
Partecipare ad
iniziative promosse
da altre Istituzioni
presenti nel
territorio
14. PROGETTO
LINGUA INGLESE
per la
preparazione agli
esami “YLE”della
UNIVERSITY OF
CAMBRIDGE
Innalzamento delle
competenze
linguistiche di
lingua inglese degli
Studenti mirate alla
Certificazione
esterna
Certificazione
d’Esame YLE (Reading,
Writing, Listening and
Speaking) per tutti gli
studenti partecipanti
al Percorso
Extracurriculare
15. Progetto
“Consiglio
Comunale dei
Ragazzi” (CCR)
Elezione
Baby
sindaco
dell’I.C.
Falcomatà-Archi
Consiglio Comunale
dei Ragazzi
16. Corso di
formazione in
Rete “Progettare
per competenze”
La creazione di una
rete con l’I.C. San
Sperato-Cardeto
per
condivisione
esperienze
formative
di
confronto e di
avvicinare gli alunni
alle Istituzioni in
generale ed in
particolare all’ente
locale più vicino al
cittadino (Comune) al
fine di incentivarne il
senso civico;
Capacità di Progettare
UDA per competenze
e rubriche valutative
63
soggetti della rete:
I.C. . Falcomatàarchi
I.C. Radice-Alighieri
I.C. Gallico
I.C. S.Sperato-Cardeto
Rosanna Nardi -Assessore Alla Cultura
Compagnia Teatrale Scena Nuda;
organizzazione web TwLetteratura"
Sabbiarossa Edizioni
Comune di Reggio Calabria
Istituti nei quali viene attuato il progetto:
-Istituto Comprensivo Falcomatà- Archi
-Scuola Infanzia privata “Scarabocchiando”-Scuola infanzia privata “Scuola Attiva”
-Scuola Infanzia privata “La casa di Alice”
-Scuola infanzia privata “Zero sei”
-Scuola per l’Infanzia “Fantasilandia”
-Scuola Infanzia E.T.
-Scuola dell’ Infanzia Comunale di S.Brunello
-Scuola Primaria Paritaria “Lucianum”
-Scuola Primaria Paritaria “Montessori”
-Scuola Primaria Paritaria “Nuovi Orizzonti”
-Scuole Secondarie di II° grado:
-Liceo Scientifico "L. Da Vinci"
IstitutoSuperiore "Preti/Frangipane"
-Liceo Scientifico "A. Volta" – -Istituto Magistrale "T. Gulli" –Istituto
Superiore “Boccioni/Fermi" –
-Istituto Tecnico Commerciale "Ferraris/Da Empoli" – t
-Istituto Tecnico Commerciale "R. Piria" –
-Istituto Tecnico Industriale "Panella/Vallauri” –Istituto Superiore "A.
Righi" –
-Liceo Classico "T. Campanella" –Convitto Nazionale di Stato “T.
Campanella”
-Istituto “San Vincenzo De Paoli” – RC
-Istituto d’Istruzione Superiore “Nostro-Repaci” Villa San Giovanni
-Istituto IPALB-TUR– Villa San Giovanni
Docenti di lingua inglese dell’Istituto
Docente di madrelingua
Docenti –esaminatori
della UNIVERSITY OF CAMBRIDGE ESOL
EXAMINATIONS
docente referente del progetto, docenti di classe, rappresentanti
volontari dell’Ente Libera, soggetti appartenenti a gruppi scout dei
quartieri di riferimento alla scuola, rappresentanti del Comune di Reggio
Calabria.
Risorse condivise:
Esperta esterna dott.ssa Scapin
Docenti dell’I.C. Falcomatà-Archi
Docenti dell’I.C. S. Sperato-Cardeto
17.Progetto
“Promossi
sul campo “
crescita
professionali
Laboratori
curriculari e attività
extra scolastica per
studenti.
Accompagnamento
e supporto
genitoriale .
Laboratorio di
progettazione
partecipata per gli
insegnanti .
18.” Progetto
Coni ragazzi”
Attività sportive
gratuite per gli
alunni.
Attività di
formazione sui
valori educativi
dello sport.
19.Progetto
Eiskillsforwomen
20.Formazione
professionale in
rete progetto “Io
conto” promosso
dalla Direzione
Generale per le
Risorse Umane e
Finanziarie
Formazione rivolta
a tutti i DS e DSGA
sulle seguenti aree:
bilancio,
programmazione e
scritture contabili,
acquisizione di beni
e servizi, nuovi
obblighi normativi.
Prevenzione
alla dispersione
scolastica
nel quartiere
di ARCHI
Creare un centro
estivo aperto non solo
ai ragazzi che hanno
partecipato al
progetto durante
l’anno, ma a tutte le
classi della scuola
secondaria di primo
grado.
Acquisizione di
corretti stili di vita
Sviluppare le
competenze digitali
femminili per
garantire pari
opportunità nel
mondo lavorativo
Consolidare le
conoscenze dei
partecipanti con
l’obiettivo di
prepararli al ruolo di
“esperti”.
soggetti della rete:
Rete interistituzionale finalizzata a rafforzare l'impiego sinergico di
risorse, saperi e competenze per le finalità previste nel PET
-CE.RE.SO. - CENTRO REGGINO DI
SOLIDARIETA’
-Scuola Secondaria di I grado Klearchos
Convenzione firmata tra Presidenza del Consiglio dei Ministri e Coni
In collaborazione con il Comune di Reggio Calabria
Istituti:
Liceo Scientifico Vinci di Reggio Calabria (scuola polo)
Motta S.G.;Brancaleone –Africo;Montebello Ionico
Marina di Gioiosa Ionica;San Luca Bovalino;Ardore-Benestare Careri
Ciminà;Falcone-Borsellino;Monasterace –Riace;Platì De Amicis ;M.Macrì
;De Amicis Maresca Locri
Megali Melito Roccaforte ;M.Bello-Pedullà-Agnana
Pascoli Alvaro ,Zanotti Bianco Marina Di Gioisa
I.is.ivo Oliveti/i.a. Panetta Locri
Liceo Scienze Umane G. Mazzini Locri;I.p.s.s.a.r. Dea Persefone ;I.p.s.i
Artigianato Siderno ;I.C. Gallico Orazio Lazzarino ;Falcomatà-Archi
;Giuseppe Moscato
Carducci-V. Da Feltre ;NossidePythagoras
Galluppi Collo di Bevacqua ;Vitrioli- Principe di Piemonte
San Sperato Cardeto
Linee guida per la Valutazione
DOCUMENTO INTERNO DI VALUTAZIONE REDATTO IN OTTEMPRANZA A QUANTO DISPOSTO DALLA
LEGGE 169/08 E DAL SUCCESSIVO D.P.R.122/09
CARATTERISTICHE GENERALI
Alcune caratteristiche generali della valutazione scolastica sono delineate dal Decreto del Presidente della
Repubblica 249/1998: “Lo studente ha … diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad
64
attivare un processo di autovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di
debolezza e a migliorare il proprio rendimento.”
I tre requisiti enunciati dall’art. 2, comma 4 del DPR 249/1998 sono la trasparenza, la tempestività e la
funzione formativa.
Trasparenza e tempestività
La trasparenza ha una duplice consistenza:
• requisito della comunicazione agli alunni e alle famiglie delle valutazioni formulate dagli insegnanti
(in altri termini: le valutazioni devono essere comunicate);
• comunicazione dei criteri utilizzati per la formulazione delle valutazioni. I criteri seguiti per la
formulazione della stessa devono essere comunicati agli studenti e alle rispettive famiglie: “I dirigenti
scolastici e i docenti attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di loro competenza
in tema di programmazione e definizione degli obiettivi didattici, …, di criteri di valutazione” (DPR
249/98 art 2, comma 4 – parte non modificata dal successivo DPR 235/2007).
La richiesta di trasparenza può inoltre trovare un’adeguata risposta in procedure che prevedano, accanto
alla firma dell’insegnante su ogni valutazione espressa sul quaderno o su apposite cartelle, la firma per
presa visione da parte dei genitori.
Riguardo la tempestività la legge non entra nel dettaglio, stabilendo entro quanti giorni debba essere
restituita ai ragazzi una prova di verifica svolta a scuola, ma l’enunciazione è nel complesso perentoria:
ogni valutazione deve essere prodotta in tempi ragionevoli, ma soprattutto efficaci ai fini regolativi.
Funzione formativa
La terminologia utilizzata nel DPR sopracitato colloca chiaramente la valutazione nel contesto del
percorso formativo individuale: “… una valutazione … volta ad attivare un processo di autovalutazione,
… individuare i punti di forza e di debolezza, … migliorare il proprio rendimento”.
La valutazione formativa deve avere una consistenza adeguata ai percorsi di lavoro.
“Agli insegnanti – recita il documento ministeriale denominato Indicazioni per il curricolo per la scuola
dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione Decreto del 31/07/2007 e successiva Direttiva n. 68 del
03/08/2007 – compete la responsabilità della valutazione…. La valutazione precede, accompagna e
segue i percorsi curricolari. Attiva le azioni da intraprendere, regola quelle avviate, promuove il bilancio
critico su quelle condotte a termine. Assume una preminente funzione formativa, di accompagnamento
dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo”.
La semplice correzione degli elaborati con l’apposizione di una valutazione espressa in forma sintetica
(“ottimo, buono, ecc.”) non sono pratiche sufficienti a determinare tale collocazione. È necessario e
opportuno che gli insegnanti forniscano indicazioni più precise sul perché di una valutazione scendendo
sul piano dell’analisi, che verrà effettuata avendo come riferimento sia la performance ottimale (modello
della risposta – unico per tutta la classe) sia la storia individuale (miglioramenti o regressioni in relazione
a un quadro evolutivo personale).
È rilevante, in questa prospettiva, che alla valutazione facciano seguito attività – percorsi finalizzati al
consolidamento/ recupero delle competenze.
VALUTAZIONE E PROGETTAZIONE DIDATTICA
La valutazione è parte integrante della progettazione, non solo come controllo degli apprendimenti, ma
come verifica dell’intervento didattico al fine di operare con flessibilità sul progetto educativo. I docenti
pertanto hanno nella valutazione lo strumento privilegiato che permette loro la continua e flessibile
65
regolazione della progettazione educativo/didattica
La valutazione formativa è in stretta relazione ai percorsi di lavoro e alla relativa progettazione: deve
essere sempre rintracciabile il nesso che intercorre fra la valutazione e il percorso didattico. I percorsi di
lavoro consistono nelle sequenze che permettono a ciascun allievo l’acquisizione di competenze
chiaramente identificate, traducibili in performances cognitive. La progettazione didattica è atto dovuto,
da parte dell’insegnante, sia nella strutturazione del curriculum nell’arco temporale dell’anno scolastico,
sia nella preparazione della singola lezione: “Tra gli adempimenti individuali dovuti rientrano le attività
relative alla preparazione delle lezioni e delle esercitazioni; …” (CCNL 2006/2009, art. 29, comma 2).
È importante che gli alunni percepiscano chiaramente, in apertura di lezione, l’intenzionalità
dell’insegnante, la tensione verso obiettivi chiari, il senso della cura, l’orientamento alla riuscita. La lettura
della situazione didattica e l’attribuzione di valore alle attività scolastiche da parte degli alunni sono
largamente condizionate dai messaggi espliciti ed impliciti trasmessi dagli insegnanti.
La predisposizione delle attività didattiche, sia in forma di programmazione del curricolo annuale sia come
preparazione delle lezioni è, logicamente, atto dovuto anche da parte degli/delle insegnanti di sostegno.
Questi/e ultimi/e opereranno previo accordo programmatico con gli altri insegnanti operanti nella
classe (team docente), sia nella scuola primaria sia nella scuola secondaria di primo grado: devono essere
presi precisi accordi fra l’insegnante di sostegno e l’insegnante di disciplina affinché l’intervento risulti
efficace (efficacia = ottenimento dei massimi risultati dato un certo insieme di risorse).
Quando vi sia il passaggio di un alunno diversamente abile da un ordine di scuola a un altro è importante
che si operi un raccordo curricolare verticale, tenendo conto del percorso scolastico già effettuato.
La valutazione acquista consistenza sia nelle prove di verifica poste al termine dei vari segmenti di
attività, sia nella correzione degli elaborati prodotti dagli alunni nel corso delle attività didattiche
(valutazione in itinere).
Detta valutazione si esplica nella correzione degli elaborati, nella segnalazione degli errori presenti, nel
suggerimento della forma/delle forme corrette, nell’indicazione delle strategie utili al miglioramento
delle proprie performances, nella valutazione del lavoro svolto espressa in modo sintetico (sintesi
valutativa).
Il CCNL 2006/2009, all’art. 29 (Attività funzionali all’insegnamento), stabilisce che “… tra gli adempimenti
individuali dovuti rientrano le attività relative alla correzione degli elaborati”. L’enunciazione non fa
riferimento solo alla correzione di elaborati prodotti nell’ambito delle prove di valutazione standardizzate
ma alla correzione “sic et simpliciter” degli elaborati degli alunni. Unico requisito: la produzione da parte
degli alunni. Quindi: anche gli elaborati prodotti a casa, per compito. La norma non dice se tutti gli
elaborati devono essere corretti o solo una parte, selezionando i materiali più significativi ai fini dello
sviluppo del curriculum individuale.
Una costante attenzione alla qualità delle produzioni scritte permetterà di ottenere risultati consistenti
su vari livelli:
- mantenimento di un canale comunicativo (flusso continuo di informazioni) fra insegnante e alunno
avente per oggetto le produzioni scritte;
- chiara coscienza del fatto che non è rilevante solo l’aver fatto o meno i compiti assegnati ma anche e
soprattutto la qualità delle produzioni.
I compiti a casa.
I compiti assegnati agli alunni sono parte integrante della didattica: non semplici esercitazioni ma passi di
sequenze articolate e strutturate. L’esecuzione dei compiti assegnati è oggetto di regolazionecontrattazione fra gli insegnanti e gli alunni. I docenti, da parte loro, si coordinano ai fini di un’equa
distribuzione del carico di lavoro, si adoperano perché le consegne siano chiare e comprensibili, spiegano
le ragioni per cui vengono assegnati determinati compiti conferendo significato ad attività che, altrimenti,
66
rischiano per trasformarsi in vuote routines: “… i docenti attivano con gli studenti un dialogo costruttivo
sulle scelte di loro competenza” (DPR 249/98).
È legittimo richiedere produzioni curate, adeguate alle richieste, che mostrino i segni di un impegno
personale. Si può disporre il rifacimento dei compiti inadeguati, eseguiti senza la minima cura o non
consoni alle richieste.
Non hanno fondamento alcuno né sotto il profilo normativo né pedagogico i cosiddetti “compiti di
punizione”: in questi casi infatti il lavoro scolastico, che ha nobili finalità, attinenti la crescita e il
miglioramento della persona, viene associato al concetto di frustrazione, di pena ed espiazione, di castigo,
assumendo una prevalente connotazione negativa. Inoltre, 95 anni di psicologia scientifica, o
“comportamentista” (la datazione parte dal 1913, anno di pubblicazione di “Psychology as the behaviorist
views it” - John Watson) hanno stabilito l’inefficacia di tale pratica nel promuovere comportamenti
scolastici adeguati e corretti.
La progettazione didattica
La terminologia utilizzata nella letteratura attinente la progettazione didattica è vasta e variamente
connotata: unità di apprendimento, unità didattiche, unità tematiche, unità di lavoro, moduli didattici.
Tutti i termini, comunque, fanno riferimento a unità che permettano il controllo “step by step” dei
percorsi di conoscenza da parte degli allievi.
Rimane generalmente a margine del dibattito lo snodo fra il discreto e il continuo, fra l’acquisizione di
specifici contenuti (unità concluse) e lo sviluppo di abilità strumentali (ad esempio il calcolo mentale, la
decodifica del testo scritto, …) che richiedono pratiche distribuite con regolarità nel corso del primo ciclo
di istruzione (processi continui).
L’Allegato B al Decreto Legislativo del 19 febbraio 2004, n. 59, fissa i connotati delle “Unità di
apprendimento”, costituite dalla “progettazione : a) di uno o più obiettivi formativi …; b) dalle attività
educative e didattiche unitarie, dei metodi, delle soluzioni organizzative ritenute necessarie per
concretizzare gli obiettivi formativi…; c) delle modalità con cui verificare sia i livelli delle conoscenze e
delle abilità acquisite, sia se e quanto tali conoscenze e abilità si siano trasformate in competenze
personali di ciascuno”. Lo strumento progettuale può ricevere una stesura (formalizzazione) diversa,
secondo gli stili di scrittura degli/delle insegnanti, ma deve conservare le caratteristiche generali indicate
dal decreto.
Gli artt.4, 6, 10 e 11 del DPR 275/99, individuano le competenze del collegio dei docenti in tema di
autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo anche riguardo alla valutazione. Secondo quanto
previsto dall’art. 3 della legge 169/2008, circa l’utilizzo dei voti numerici espressi in decimi nella
valutazione periodica e finale, il collegio dei docenti è chiamato a utilizzare il voto e, nell’esercizio della
sua sovranità in materia metodologica e didattica, ricorrere ad ulteriori strumenti e metodologie al fine
di rendere più trasparenti ed espliciti le ragioni valutative. La C.M. 100 del 11/12/2008, in attuazione
della legge 169 30/12/2008 art 3, prevede che la valutazione degli apprendimenti degli allievi e la
certificazione delle competenze da essi acquisite siano effettuate con voti numerici espressi in decimi.
LA VALUTAZIONE: MODALITA’ E STRUMENTI
Il nostro istituto, alla luce delle indicazioni ministeriali e delle innovazioni normative e nel rispetto
dell’autonomia che si riconosce al Collegio, ha avvertito l’esigenza di stilare un documento interno che
abbia funzione di riferimento per i docenti, dei due ordini di scuola presenti nel nostro istituto
comprensivo, primaria e secondaria di primo grado, con l’obiettivo di rendere unitario il percorso
progettuale/valutativo, evitando la frammentazione e la disomogeneità dei criteri di valutazione.
L’adozione da parte del collegio docenti delle linee guida per la valutazione degli alunni, attraverso
67
l’individuazione dei traguardi di competenze e relativa certificazione, risulterà anche un documento
importante in funzione della continuità educativa e didattica.
Sistema per la valutazione
degli alunni
Monitoraggio Piano
Offerta Formativa
Monitoraggio esiti di
apprendimento
Valutazione in ingresso
Valutazione formativa
Criteri di ammissione / non
ammissione
alla
classe
successiva
Criteri di ammissione / non
ammissione agli esami di
Stato:


Ammissione
Voto idoneità
Valutazione sommativa
Criteri di attribuzione voto
disciplinare
Criteri di attribuzione voto
condotta
La valutazione si articola in tre momenti fondamentali: la valutazione diagnostica, la valutazione formativa
e la valutazione periodica.
- Valutazione diagnostica: come analisi delle situazioni iniziali dei requisiti di base per affrontare un
compito di apprendimento. Si utilizzano:
 osservazioni sistematiche e non
 prove semistrutturate (stimolo chiuso risposta aperta);
 Prove oggettive o strutturate a risposta chiusa* (concordate per classi parallele)
 Libere elaborazioni
* Per prove oggettive, o strutturate, s’intendono prove di verifica delle abilità e/o delle conoscenze possedute
dall’alunno, in cui le risposte possibili e quelle accettabili sono rigorosamente predefinite: si tratta sempre di prove a
risposta chiusa.
* Per l’elaborazione di tali prove si utilizzano quesiti (item) del tipo: vero/falso; a scelta multipla;
a completamento; a corrispondenza; nella cui formulazione si tengano presenti i seguenti criteri di riferimento: usare
un linguaggio preciso, non complicare la formulazione di domande con forme negative, evitare di formulare item molto
lunghi, non richiedere contemporaneamente prestazioni relative a conoscenze non esattamente definibili.
68
Nella diagnosi di ingresso, per l’aspetto cognitivo sono analizzate le competenze possedute nelle singole
discipline (possesso dei prerequisiti), ai vari e rispettivi livelli, e quelle più significative di dimensione
trasversale alle discipline e precisamente:
1. la comprensione: comprendere i vari messaggi o concetti e analizzarli in modo completo utilizzando
gli strumenti logico-operativi.
2. la comunicazione: comunicare i contenuti in modo organico, corretto e appropriato, utilizzando i vari
linguaggi.
Per gli aspetti socio/relazionali sono presi in considerazione:
1. il comportamento come capacità dell’alunno di rispettare le regole della vita scolastica, controllando
il suo comportamento nelle attività individuali e collettive;
2. la collaborazione come capacità di porsi in relazione costruttiva con gli altri e con l’ambiente in modo
proficuo e leale;
3. l’attenzione e la partecipazione come capacità di seguire con interesse e attenzione ogni tipo di
attività didattica, intervenendo in modo ordinato e pertinente;
4. l’impegno come capacità di impegnarsi in modo costante e responsabile nelle varie attività e
discipline, cercando di approfondire le conoscenze;
5. l’autonomia e il metodo di lavoro come capacità di organizzare il lavoro e svolgerlo in modo
autonomo, curato ed efficace.
Come da normativa, le famiglie vengono informate dalle équipe pedagogiche e dai Consigli di classe entro
il primo bimestre, della situazione di partenza degli alunni e delle relative strategie di intervento
individualizzato. La situazione delle singole classi e la libertà d’insegnamento consentono agli insegnanti
d’impostare la progettazione del loro intervento in maniera diversificata, purché nel rispetto delle vigenti
leggi
-
-
Valutazione formativa, per una costante verifica della validità dei percorsi formativi. Serve ai docenti
per monitorare il percorso di apprendimento in itinere e scegliere le soluzioni migliori, riprogettando
eventualmente il percorso. Si utilizzano:
 osservazioni sistematiche e non
 prove semistrutturate (stimolo chiuso risposta aperta);
 verifiche oggettive o strutturate a risposta chiusa degli obiettivi intermedi e finali* (concordate
per classi parallele)
 prove di Competenze /compiti di realtà
 analisi della congruenza tra obiettivi e risultati
 prove non strutturate (libere elaborazioni, riassunti, interrogazioni dialogate, relazioni)
 prove grafiche e pratiche
Valutazione periodica (intermedia) e annuale (finale) Legge n.169/2008 e D.P.R.122/2009: fa un
bilancio consuntivo degli apprendimenti degli alunni/e, mediante l’attribuzione di voti numerici
espressi in decimi, e delle competenze acquisite a livello di maturazione culturale e personale,
mediante un giudizio analitico (che riguarda solo la scuola primaria). Essa svolge una funzione
comunicativa non solo per l’alunno/a ma anche per le famiglie.
Anche la valutazione formativa e periodica terrà conto di tre aspetti:
- L’alfabetizzazione culturale: acquisizione di abilità operative, padronanza di conoscenze e linguaggi,
sviluppo di competenze comunicative ed espressive.
- L’autonomia e l’impegno: maturazione dell’identità, senso di responsabilità.
- La partecipazione alla convivenza democratica: disponibilità relazionale e consapevolezza dei rapporti
sociali.
69
-
Valutazione orientativa: favorisce un’accurata conoscenza di sé in vista delle scelte future.
Criteri di valutazione del processo formativo
Affinché il processo valutativo risulti trasparente, valido, comprensibile, è importante distinguere i
momenti di verifica/misurazione dalla valutazione. Si deve distinguere il momento della misurazione
(rilevazione ragionevolmente oggettiva dei dati) dallo specifico della valutazione intesa come PROCESSO
che, partendo da ciò che l’alunna/o è e già sa, promuove il progressivo avvicinamento a mete raggiungibili,
nel rispetto dei ritmi e delle condizioni soggettive dell’apprendimento.
La valutazione è considerata come VALORIZZAZIONE in quanto non si limita a censire lacune ed errori,
ma evidenzia le risorse, le potenzialità, i progressi, aiuta l’alunno/a a motivarsi, a costruire un’immagine
positiva e realistica di sé.
Pertanto la valutazione periodica e annuale terrà conto, oltre che dei risultati delle singole prove
oggettive, interrogazioni, esercitazioni, libere elaborazioni, anche dell’aspetto formativo nella scuola di
base, ossia dei percorsi di apprendimento e dei progressi ottenuti da ciascun alunno/a rispetto alla
situazione iniziale e della maturazione globale, senza fermarsi esclusivamente all’esito delle singole
verifiche.
Si valuteranno altresì le competenze chiave di cittadinanza trasversali (competenze-chiave di
cittadinanza – DM 139 e successive modifiche): imparare ad imparare (saper organizzare il proprio
apprendimento in funzione delle proprie strategie di studio, saper spiegare il ‘come’ e il ‘perché’ si è
arrivati ad una determinata soluzione, conoscere gli stili cognitivi); progettare; sviluppo di competenze
comunicative ed espressive, partecipazione alla vita democratica; agire in modo autonomo e
responsabile; risolvere problemi formulando e verificando ipotesi; individuare collegamenti e relazioni tra
fenomeni anche appartenenti a diversi ambiti disciplinari; acquisire ed interpretare criticamente le
informazioni.
Gli insegnanti dell’Istituto concordano su un concetto di valutazione di tipo olistico, che tenga cioè
contemporaneamente conto non solo dei risultati del lavoro scolastico del singolo alunno, ma anche del
processo di ogni attività di apprendimento. La ridefinizione dell’atto valutativo implica un ripensamento
della logica della progettazione didattica che non dovrà più essere limitata ad una individuazione di
obiettivi di apprendimento, ma aprirsi ad una visione globale e complessa del processo di
insegnamento/apprendimento.
Nel promuovere il processo formativo della persona, assume particolare rilievo la valutazione degli
alunni/e diversamente abili, con DSA e la valutazione degli alunni non italiani.
Per quanto riguarda la valutazione degli alunni/e diversamente abili, si rimanda al progetto di integrazione
degli alunni/e disabili, inserito nel POF, relativo alla continuità educativo didattica e progettuale.
Per quanto concerne gli alunni/e non italiani /e la valutazione si ispira ad una necessaria gradualità in
rapporto al progredire dell’acquisizione della conoscenza della lingua italiana, alle poten zialità di
apprendimento dimostrate, alla motivazione e all’impegno, agli interessi e attitudini dimostrate.
Nella valutazione gli insegnanti pongono attenzione a garantire la trasparenza, chiarendo bene a sé stessi
e agli alunni:
 qual è la finalità della valutazione,
 esplicitando “che cosa” e “come / con quali criteri” valutano,
 avendo cura di utilizzare un linguaggio semplice ed immediato.
Modalità di ammissione o non ammissione alla classe successiva e/o all’esame di stato
70
Sulla base di quanto esposto, risulteranno promossi a pieno merito gli alunni che:
 abbiano riportato almeno 6/10 in tutte le discipline
 abbiano riportato almeno 6/10 nel comportamento
 pur presentando qualche incertezza nel profitto, siano ritenuti in grado di affrontare
autonomamente o anche con un piccolo aiuto e senza disagi particolarmente seri la classe
successiva.
Risulteranno promossi con riserva, invece, gli alunni che, pur avendo diffuse insufficienze, e, comunque,
con voto non inferiore ai 5/10, complessivamente dimostrino la possibilità di recupero e significativi e
non occasionali progressi rispetto ai livelli di partenza.
In questi ultimi casi il Consiglio di classe si deve determinare a maggioranza tenendo conto dei seguenti
indicatori:
 la frequenza alle lezioni non deve essere inferiore ai ¾ del totale delle ore di lezione, computate
come entità unitarie (giornaliere nel caso della scuola primaria), anche nel caso in cui esse siano
articolate su due o più ore contigue della stessa disciplina; declinando il dettato dell’art. 11, c. 1,
del D. lgs. N. 59/04 che, relativamente alla validità dell’a.s., concede la deroga alla bocciatura nei
casi in cui l’alunno sia stato assente fino ad un quarto del tempo scolastico per motivi gravi che
hanno determinato la sospensione dell’attività didattica o per motivi personali, familiari o di salute
che, comunque, non abbiano provocato ritardi gravi e irrecuperabili nel raggiungimento degli
obiettivi prefissati e, come afferma la c. n. 28 del 15/3/2007: “Per tale adempimento il computo
della frequenza dovrà essere, pertanto, attuato con riferimento all’orario complessivo delle
attività e degli insegnamenti obbligatori e facoltativo-opzionali; i criteri per eventuali deroghe
connesse a particolari tipologie di assenza dovranno essere preventivamente definiti dagli organi
di istituto.” Il consiglio di classe, in sede di scrutinio finale, provvederà pertanto alla formale
validazione dell’anno scolastico, computando preliminarmente il monte ore annuo delle presenze
come da tabelle seguenti e applicando eventualmente i criteri derogatori stabiliti.
 non devono aver subito sanzioni secondo quanto previsto dall’art. n. 4 del D.M. n. 5 del
16/01/2009, nonché dalla C.M. n. 10 del 23/01/2009, che prevedono un voto inferiore ai 6/10 in
caso di allontanamento temporaneo dello studente dalla comunità scolastica per periodi superiori
a quindici giorni (art. 4, commi 9, 9 bis e 9 ter dello Statuto).
Formulazione del voto di ammissione all’esame di stato
L’ammissione all’esame di stato in accordo con la normativa vigente (art 3 comma 2 D.P.R.122/09) è
disposta nei confronti dell’alunno che ha conseguito una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna
disciplina o gruppo di discipline, valutate con un unico voto e un voto di comportamento non inferiore a
sei decimi.
La formulazione del voto di idoneità deve tener conto del percorso scolastico compiuto dall’alunno nella
Scuola Secondaria di Primo grado, pertanto per ciascuno alunno il voto di ammissione sarà ottenuto
calcolando la media aritmetica tra i voti di ogni singola disciplina del secondo quadrimestre dell’anno in
corso assieme al valore medio ottenuto nel biennio (delibera del Collegio dei docenti del 20/12/2012 e
Consiglio d’Istituto del 10/01/2013 cifrato Linee guida per la valutazione).
Dicitura di ammissione alla classe successiva e/o all’esame di licenza
1. Il consiglio di classe ammette l’alunno alla classe successiva
2. Il consiglio di classe ammette l’alunno all’esame di licenza/alla classe successiva nonostante le carenze
in alcune discipline, ritenendo accettabile il grado di sviluppo della personalità
Modalità di non ammissione alla classe successiva e/o all’esame di licenza
71
Risulteranno non ammessi quanti:
 Abbiano ottenuto una votazione inferiore ai 6/10 in tutte le discipline;
 Abbiano ottenuto una votazione inferiore ai 6/10 nel comportamento;
 Abbiano superato il monte ore di assenze consentite e non hanno diritto ad una deroga (poiché
non rientra tra i casi deliberati dal Collegio dei Docenti o perché le numerose assenze hanno
pregiudicato la possibilità di valutarlo).
 Pur avendo ottenuto voti inferiore ai 6/10 in alcune discipline, nel corso dell’anno non hanno
dimostrato disponibilità e volontà di recuperare per rimuovere le lacune nella loro preparazione,
nonostante la richiesta di collaborazione con la famiglia effettuata dal Consiglio di classe;
 Nonostante i tentativi di recupero effettuati dalla scuola, abbiano evidenziato carenze sul piano
logico – espressivo e insufficienti potenzialità di recupero.
Alla luce di questi criteri, tenendo conto delle peculiarità specifiche di ogni alunno, degli elementi positivi
di crescita e rendimento manifestati rispetto alla situazione di partenza, delle condizioni psico – socio –
economico – ambientali e di particolari situazioni familiari, il Consiglio di classe / interclasse, procederà
alla valutazione intermedia / finale dell’alunno onde poter emettere un giudizio il più possibile coerente,
adeguato, corretto.
Casi di non ammissione
1. il consiglio di classe non ammette l’alunno all’esame di licenza/alla classe successiva, in quanto,
nonostante gli interventi individualizzati riscontra carenza di preparazione al termine del lavoro
formativo e didattico svolto nel corso dell’anno scolastico. Si evidenzia, pertanto, che il grado di
maturazione raggiunto e il livello degli apprendimenti acquisiti sono insoddisfacenti e distanti dai
traguardi comuni e decide all’unanimità (primaria) e/o maggioranza (secondaria) che le gravi e
generalizzate lacune dell’alunno impongono la ripetizione dell’anno scolastico al fine di non
comprometterne l’evoluzione cognitiva.
Prove di settembre
Gli alunni della scuola secondaria di primo grado, ai quali il Consiglio di classe ha ritenuto di poter
concedere fiducia, ammettendoli alla classe successiva, pur con alcune valutazioni non sufficienti,
dovranno sostenere, nei primi giorni di scuola dell’anno scolastico successivo, dei test nelle materie
segnalate, per dimostrare di aver recuperato le lacune pregresse, a seguito del lavoro estivo indicato dai
docenti. Le materie da recuperare nei test di settembre potranno essere al massimo in numero di tre.
Sarà responsabilità del coordinatore di classe prevedere, ad inizio settembre la progettazione di tali
interventi predisponendo, con i dipartimenti, le attività per il recupero dei suddetti alunni. Di tale,
attività dovrà essere raccolta adeguata documentazione: nome dell’alunno destinatario, debito
formativo anno precedente, attività di intervento estiva consigliata alla famiglia, progettualità nuovo
anno scolastico
Gli alunni che non avranno superato tali prove di settembre con una valutazione sufficiente
frequenteranno i laboratori di recupero dei mesi di settembre, ottobre e novembre organizzati a livello
dipartimentale dai docenti delle discipline coinvolte. La valutazione di tali prove avrà valore di test
d’ingresso. Poiché la loro finalità propria consiste nel valutare il recupero delle lacune pregresse per poter
affrontare l’anno avendo raggiunto gli obiettivi minimi dell’anno precedente, i risultati verranno tenuti in
considerazione dal Consiglio di classe al fine della valutazione complessiva degli alunni.
Strumenti di valutazione
Il recente Regolamento per la valutazione scolastica – Dpr n.122 del 2009 – intende coordinare le diverse
norme in questo settore e nello specifico, raccordandosi con il D.l 59 del 2004 e con la L.169 del 2008,
72
prevede che i Collegi dei Docenti deliberino specifici regolamenti e criteri per una valutazione corretta,
trasparente, equa. A questo scopo è stata nominata una Commissione Valutazione in appoggio alla
funzione strumentale specifica, che ha definito:
- competenze in uscita per ogni classe
- griglie di valutazione globale degli apprendimenti
- griglie di valutazione per ogni disciplina, in cui si tiene conto di Indicatori e Descrittori.
Certificazione delle competenze
(D.P.R. 22 giugno 2009, n. 122, C.M n3/2015)
Art. 8 comma 1
La certificazione delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione, accompagna il documento di
valutazione degli apprendimenti e del comportamento degli alunni ed è strettamente connessa alle
Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione , emanate con
DM 254/2012.
Tale certificazione "rappresenta un atto educativo legato ad un processo di lunga durata, aggiunge
informazioni utili in senso qualitativo in quanto descrive i risultati del processo formativo, quinquennale e
triennale, anche in vista della ulteriore certificazione delle competenze al termine dell’obbligo di istruzione
del secondo ciclo"
La suddetta certificazione non è sostitutiva delle attuali modalità di valutazione e attestazione giuridica
dei risultati scolastici (ammissione alla classe successiva, rilascio di un titolo di studio finale, ecc.), ma
accompagna e integra tali strumenti normativi, accentuando il carattere informativo e descrittivo del
quadro delle competenze acquisite dagli allievi, ancorate a precisi indicatori dei risultati di apprendimento
attesi. La certificazione si riferisce a conoscenze, abilità e competenze, in sintonia con i dispositivi previsti
a livello di Unione Europea per le "competenze chiave per l'apprendimento permanente" (2006) e per le
qualificazioni (EQF, 2008) recepite nell'ordinamento giuridico italiano.
Il nostro istituto, con delibera del collegio docenti, ha deciso di adottare, così come indicato nella circolare
del Miur n. 3 del 2015 il modello nazionale già sperimentato da molte scuole nell’a.s. 2014/2015,
sperimentando un modello da strutturare che possa essere rispondente concretamente alle prescrizioni
normative.
Caratteristiche del modello nazionale adottato:
-
73
ancoraggio delle certificazioni al profilo delle competenze definito nelle Indicazioni Nazionali vigenti
(DM n. 254/2012);
riferimento esplicito alle competenze chiave individuate dall'Unione Europea, così come recepite
nell'ordinamento italiano;
presentazione di indicatori di competenza in ottica trasversale, con due livelli di sviluppo (classe quinta
primaria, classe terza secondaria I grado);
connessione con tutte le discipline del curricolo, evidenziando però l'apporto specifico di più discipline
alla costruzione di ogni competenza;
-
-
definizione di 4 livelli, di cui quello "iniziale" predisposto per favorire una adeguata conoscenza e
valorizzazione di ogni allievo, anche nei suoi progressi iniziali e guidati (principio di
individualizzazione);
mancanza di un livello negativo, attesa la funzione pro-attiva di una certificazione in progress delle
competenze che, nell'arco dell'obbligo, sono in fase di acquisizione;
presenza di uno o due spazi aperti per la descrizione di competenze ad hoc per ogni allievo (principio
di personalizzazione);
sottoscrizione e validazione del documento da parte dei docenti e del dirigente scolastico, con
procedimento separato rispetto alla conclusione dell'esame di Stato;
presenza di un consiglio orientativo, affidato alla responsabile attenzione dei genitori.
La valutazione esterna (prove Invalsi)
La scuola italiana si è dotata di un sistema nazionale di valutazione, INVALSI (Istituto Nazionale per la
Valutazione del Sistema di Istruzione e formazione), mirato a fornire alle scuole elementi utili a
promuovere, nell’ambito della loro autonomia, il miglioramento continuo del servizio reso.
La valutazione rende gli alunni sempre più consapevoli del proprio livello di apprendimento e gli standard
delle prove Invalsi li rendono consapevoli del proprio livello di apprendimento in merito a competenze
trasversali: logica, comprensione del testo, lettura selettiva…
Lo scorso anno scolastico la rilevazione ha riguardato gli apprendimenti di italiano e matematica degli
allievi della seconda e della quinta classe primaria e la prova nazionale di italiano e matematica per la
classe terza della scuola secondaria.
La lettura dei risultati viene affrontata con un atteggiamento costruttivo e cercando di utilizzare al meglio
le informazioni “negative e positive”; l’errore viene considerato come l’opportunità per avviare un
processo dinamico di miglioramento. Questo processo migliorativo coinvolge gli insegnanti del gruppo
di lavoro e viene esteso a tutti gli insegnanti dell’Istituto, in un’attività di valutazione e autoriflessione sui
metodi e sui contenuti dell’insegnamento e di lettura della situazione di insegnamento/apprendimento
esistente.
Si legge nel sito dell’INVALSI
L’INVALSI è l’Ente di ricerca dotato di personalità giuridica di diritto L’INVALSI è l’Ente di ricerca dotato di
personalità giuridica di diritto pubblico che ha raccolto, in un lungo e costante processo di trasformazione,
l’eredità del Centro Europeo dell’Educazione (CEDE) istituito nei primi anni settanta del secolo scorso.
Sulla base delle vigenti Leggi, che sono frutto di un’evoluzione normativa significativamente sempre più
incentrata sugli aspetti valutativi e qualitativi del sistema scolastico, l’Istituto:
 effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità
complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione
professionale, anche nel contesto dell'apprendimento permanente; in particolare gestisce il
Sistema Nazionale di Valutazione (SNV);
 studia le cause dell'insuccesso e della dispersione scolastica con riferimento al contesto sociale ed
alle tipologie dell'offerta formativa;
 effettua le rilevazioni necessarie per la valutazione del valore aggiunto realizzato dalle scuole;
 predispone annualmente i testi della nuova prova scritta, a carattere nazionale, volta a verificare
i livelli generali e specifici di apprendimento conseguiti dagli studenti nell’esame di Stato al terzo
anno della scuola secondaria di primo grado;
 predispone modelli da mettere a disposizione delle autonomie scolastiche ai fini dell'elaborazione
della terza prova a conclusione dei percorsi dell'istruzione secondaria superiore;
74





provvede alla valutazione dei livelli di apprendimento degli studenti a conclusione dei percorsi
dell'istruzione secondaria superiore, utilizzando le prove scritte degli esami di Stato secondo criteri
e modalità coerenti con quelli applicati a livello internazionale per garantirne la comparabilità;
fornisce supporto e assistenza tecnica all'amministrazione scolastica, alle regioni, agli enti
territoriali, e alle singole istituzioni scolastiche e formative per la realizzazione di autonome
iniziative di monitoraggio, valutazione e autovalutazione;
svolge attività di formazione del personale docente e dirigente della scuola, connessa ai processi
di valutazione e di autovalutazione delle istituzioni scolastiche; svolge attività di ricerca, sia su
propria iniziativa che su mandato di enti pubblici e privati;
assicura la partecipazione italiana a progetti di ricerca europea e internazionale in campo
valutativo, rappresentando il Paese negli organismi competenti;
formula proposte per la piena attuazione del sistema di valutazione dei dirigenti scolastici,
definisce le procedure da seguire per la loro valutazione, formula proposte per la formazione dei
componenti del team di valutazione e realizza il monitoraggio sullo sviluppo e sugli esiti del sistema
di valutazione.
LA VALUTAZIONE NEI TRE ORDINI DI SCUOLA
Il Collegio dei Docenti ha iniziato, fin dalle attività di programmazione iniziale di a.s., un percorso di scelte
didattico-educative e formative inerenti la riflessione sulle esigenze di studio e ricerca sul curricolo
verticale, in parallelo con l’accoglienza e la contestualizzazione delle esigenze particolari dei vari livelli di
utenza. Il personale dirigente e docente ha in questo momento un impegno costante al processo di
adattamento delle programmazioni didattiche dei tre ordini di scuola ad una situazione formativa
concreta e unitaria, tenendo conto delle fasi di sviluppo ricorrenti alle diverse età che implic a:
predisposizione di ambienti di apprendimento differenziati con una coordinata regia dei docenti che
necessita:
di condivisione di finalità, obiettivi, contenuti e metodi in articolazione ricorsiva, articolazione di scelte
motivate e condivise
che presuppone:
conoscenza approfondita dei documenti di riferimento:
1. Indicazioni Nazionali per il Curricolo
2. Obbligo scolastico (rif. ad Assi culturali e Competenze-chiave) D.M 139/2007
La valutazione nella scuola dell’infanzia significa conoscere e comprendere i livelli raggiunti da ciascun
bambino, dai 3 ai 5 anni di età, in modo da poter identificare i processi da promuovere, sostenere e
rafforzare per favorirne lo sviluppo e la maturazione. (vedi Schede di Osservazione in Allegati Scuola
dell’infanzia)
Gli insegnanti della scuola primaria utilizzano la scala in decimi da 10 a 5, sia per la valutazione
quadrimestrale e finale delle singole discipline sulla scheda di valutazione, sia per le prove oggettive
quadrimestrali scelte collegialmente tra classi parallele. La stessa scala viene utilizzata anche per le
verifiche in itinere somministrate dall’équipe o dal singolo insegnante al termine di un percorso di
apprendimento.
Per quanto riguarda i lavori che fanno parte della pratica quotidiana, (ad esempio la correzione dei
quaderni, esercitazioni e produzioni quotidiane in classe o a casa), ogni insegnante o équipe ne decide le
modalità attraverso giudizi descrittivi (es: è un buon lavoro…).
Le famiglie vengono informate circa le modalità di valutazione sia d’Istituto che d’équipe nei vari incontri
assembleari.
75
Valutazione delle discipline sulla scheda di valutazione: Voto in decimi
Valutazione delle verifiche quadrimestrali: Voto in decimi
Valutazione delle verifiche in itinere: Voto in decimi
Valutazione di produzioni quotidiane, di esercitazioni in classe, di compiti a Casa: Giudizi descrittivi (vedi
Allegati scuola primaria)
TABELLA DI VALUTAZIONE GLOBALE DEGLI APPRENDIMENTI
VOTO GIUDIZIO DI PROFITTO
Pieno e completo raggiungimento degli obiettivi tale da consentire una completa
autonomia in situazioni nuove e complesse; comprensione, applicazione, spiegazione di
procedimenti e strategie in modo sicuro e corretto; capacità di collegamento,
10
organizzazione e rielaborazione dei contenuti; uso preciso e corretto del linguaggio
specifico.
Completo raggiungimento degli obiettivi tale da consentire autonomia operativa in
situazioni nuove di apprendimento; comprensione, applicazione, spiegazione di
9
procedimenti e strategie in modo sicuro e corretto; capacità di collegamento dei
contenuti; uso preciso e corretto del linguaggio specifico.
Soddisfacente raggiungimento degli obiettivi tale da consentire autonomia operativa in
situazioni simili di apprendimento; comprensione, applicazione, spiegazioni di
8
procedimenti e strategie in modo corretto; uso corretto del linguaggio specifico.
Adeguato raggiungimento degli obiettivi tale da consentire autonomia operativa in
7
situazioni semplici di apprendimento; uso corretto del linguaggio specifico.
Obiettivi raggiunti, ma con conoscenze essenziali e autonomia operativa parziale in
6
situazioni semplici e/o guidate di apprendimento; uso generalmente corretto del
linguaggio specifico.
Obiettivi non raggiunti; conoscenze parziali; scarsa autonomia operativa in situazioni
5
semplici /o guidate di apprendimento; uso poco corretto del linguaggio specifico.
VALUTAZIONE COMPORTAMENTO
Nella scuola Primaria la valutazione del comportamento viene espressa dal docente, ovvero collegialmente dai
docenti contitolari della classe, espresso in decimi, formulato secondo le modalità deliberate dal collegio dei
docenti, riportato nel documento di valutazione e riferito ai seguenti elementi (vedi Allegati Scuola Primaria):
 rispetto delle regole (in classe, in mensa, durante l’intervallo, nelle uscite didattiche)
 rispetto dei doveri scolastici (puntualità, frequenza regolare, regolarità nell’esecuzione dei compiti, cura
del materiale)
 partecipazione alle attività didattiche
 rispetto di sé, degli altri, dell’ambiente
n.b.: La traccia è esemplificativa e viene impiegata dai docenti come strumento flessibile di lavoro
GIUDIZIO DI COMPORTAMENTO
76
LIVELLO DI
COMPORTAMENTO
VOTO
Assenze irrilevanti, interesse costante e curioso e partecipazione
assidua alle lezioni, responsabilità e autodisciplina nel lavoro
scolastico e domestico, regolare e serio svolgimento dei compiti
scolastici, comportamento corretto, eccellente socializzazione e
interazione attiva e costruttiva nel gruppo classe da leader maturo e
responsabile, pieno rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente,
consapevole accettazione della diversità, scrupoloso rispetto delle
regole di classe, del regolamento d’Istituto, delle norme di sicurezza
Assenze minime, vivo interesse e attiva partecipazione alle lezioni,
costante adempimento dei lavori scolastici, comportamento corretto
ed educato, ottima socializzazione e ruolo positivo e collaborazione
nel gruppo classe, pieno rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente,
consapevole accettazione della diversità, scrupoloso rispetto delle
regole di classe, del regolamento d’Istituto, delle norme di sicurezza
Assenze saltuarie non frequenti, essenziale attenzione e
partecipazione alle attività scolastiche, non sempre regolare
svolgimento dei compiti assegnati, comportamento per lo più
corretto ed educato, buona socializzazione e normale partecipazione
al funzionamento del gruppo classe, discreto rispetto di sé, degli altri
e dell’ambiente e adeguata accettazione della diversità, osservanza
regolare delle norme relative alla vita scolastica
Episodi di inosservanza delle regole interne (assenze ingiustificate e
frequenti uscite dall’aula, nei corridoi e fuori dal proprio banco,
mancanza ai doveri scolastici, negligenza abituale, ecc.), disinteresse
e non entusiastica partecipazione alle attività scolastiche, frequente
disturbo delle lezioni, comportamento non sempre corretto nel
rapporto con compagni e personale scolastico, inadeguata
socializzazione e funzione poco collaborativa all’interno della classe.
Episodi frequenti di inosservanza delle regole, disinteresse e poca
partecipazione alle attività scolastiche, assiduo disturbo delle lezioni,
rapporti problematici e comportamento poco corretto verso
compagni e personale scolastico, scarsa socializzazione e funzione
non collaborativa nel gruppo classe
Episodi persistenti di inosservanza delle regole, completo
disinteresse e scarsa partecipazione alle attività scolastiche, rapporti
problematici e comportamento scorretto verso compagni e
personale scolastico, bassissima socializzazione e funzione negativa
nel gruppo classe.
ECCELLENTE
10
OTTIMO
9
DISTINTO
8
BUONO
7
SUFFICIENTE
6
NON SUFFCIENTE
5
Gli insegnanti della scuola secondaria di primo grado al fine di garantire una valutazione omogenea ed
unitaria utilizzano delle griglie di valutazione per disciplina (allegate alle presenti linee guida) utilizzando
una scala in decimi che va da 10 a 4.
Le verifiche continue soggette a valutazione da parte del docente, circa gli obiettivi raggiunti dall’allievo
possono essere scritte, orali o scritto per orale. Ogni dipartimento fissa il numero minimo di prove
necessarie per la valutazione periodica quadrimestrale, secondo la seguente tabella:
Materia
Religione
77
Scritto
Orale
2
(o scritto per
Scritto per
Orale
Pratico/Grafiche
orale)
Italiano
3
2
Storia
2
(o scritto per
orale)
Geografia
2
(o scritto per
orale)
Matematica
2
(o scritto per
orale)
3
Scienze
1
Inglese
3
2
Seconda lingua
comunitaria
2
2
1
Arte e Immagine
2+1
(nel caso in cui 1 non sia
sufficiente)
Tecnologia
1+1
(nel caso in cui 1 non sia
sufficiente)
Musica
Scienze Motorie e Sportive
Strumento musicale
1
2
(o scritto per
orale)
2+1
(nel caso in cui 1 non sia
sufficiente)
1
2
2
(o scritto per
orale)
2+1
(nel caso in cui 1 non sia
sufficiente)
Un numero di verifiche/ valutazioni sufficiente e congruo è necessario per la formulazione della proposta
di voto in sede di scrutinio, nei limiti stabiliti dal Collegio Docenti; nel corso del periodo intermedio ogni
docente si impegna a raccogliere sufficienti elementi di prova.
Nel caso eccezionale in cui non sia stato possibile raggiungere il numero di voti minimo, in sede di scrutinio
intermedio il docente interessato e il Consiglio di classe ne individuano le cause, il docente chiede deroga
specificando la motivazione e si incarica di provvedere a che, per la valutazione finale, sia possibile
raccogliere un sufficiente e congruo numero di prove.
Le proposte di giudizio sono formulate in base alle interrogazioni orali e alle prove scritte, grafiche o
pratiche, svolte a casa e in classe, corrette e riconsegnate. Qualora nel corso del I quadrimestre il docente
non abbia alcun elemento di valutazione su di un alunno, propone, al posto del giudizio, la formula “non
classificato”, motivando adeguatamente tale situazione.
L’attribuzione dei voti è decisione collegiale del Consiglio di classe, sulla base della proposta e delle
motivazioni formulate dal docente della materia.
78
LA VALUTAZIONE SOMMATIVA QUADRIMESTRALE
GIUDIZIO DI PROFITTO
In riferimento a: conoscenze, abilità, competenze disciplinari
Conoscenze complete, organiche, particolarmente approfondite, senza errori, ottima capacità di
comprensione e di analisi, corretta ed efficace applicazione di concetti, regole e procedure, orientamento
sicuro nell’analisi e nella soluzione di un problema con risultati esaurienti, esposizione fluida, rigorosa, ricca
e ben articolata con uso di terminologia corretta e varia e linguaggio specifico appropriato, sicurezza e
competenza nell’utilizzare le strutture morfosintattiche, autonomia di sintesi, di organizzazione e di
rielaborazione delle conoscenze acquisite con apporti critici originali e creativi, capacità di operare
collegamenti tra discipline e di stabilire relazioni
Conoscenze ampie, complete e approfondite, apprezzabile capacità di comprensione e di analisi, efficace
applicazione di concetti, regole e procedure anche in situazioni nuove, orientamento sicuro nell’analisi e
nella soluzione di un problema con risultati soddisfacenti, esposizione chiara, precisa, ricca e ben articolata
con uso di terminologia corretta e varia e linguaggio specifico appropriato, competenza nell’utilizzare le
strutture morfosintattiche, autonomia di sintesi e di rielaborazione delle conoscenze acquisite con apporti
critici originali, capacità di operare collegamenti tra discipline
Conoscenze sicure, complete e integrate con qualche apporto personale, buona capacità di comprensione e
di analisi, idonea applicazione di concetti, regole e procedure, orientamento sicuro nell’analisi e nella
soluzione di un problema con risultati apprezzabili, esposizione chiara e articolata con uso di terminologia
corretta e varia e linguaggio specifico appropriato, buona correttezza ortografica e grammaticale, autonomia
di sintesi e di rielaborazione delle conoscenze acquisite con apporti critici talvolta originali
Conoscenze generalmente complete e sicure, adeguata capacità di comprensione e di analisi, discreta
applicazione di concetti, regole e procedure, orientamento sicuro nell’analisi e nella soluzione di un
problema con risultati largamente sufficienti, esposizione chiara e sostanzialmente corretta con uso di
terminologia appropriata e discretamente varia, ma con qualche carenza nel linguaggio specifico, sufficiente
correttezza ortografica e grammaticale, parziale autonomia di sintesi e di rielaborazione delle conoscenze
acquisite
Conoscenze semplici e sostanzialmente corrette dei contenuti disciplinari più significativi, elementare ma
pertinente capacità di comprensione e di analisi, accettabile e generalmente corretta applicazione di
concetti, regole e procedure, orientamento sicuro se guidato nell’analisi e nella soluzione di un problema,
esposizione semplificata sostanzialmente corretta con qualche errore a livello linguistico e grammaticale,
lessico povero ma appropriato, imprecisione nell’effettuare sintesi con qualche spunto di autonomia di
rielaborazione delle conoscenze acquisite
Conoscenze generiche e parziali, limitata capacità di comprensione e di analisi, modesta applicazione di
concetti, regole e procedure, orientamento difficoltoso e incerto nell’analisi e nella soluzione di un
problema, esposizione non sempre lineare e coerente, errori a livello grammaticale, bagaglio minimo di
conoscenze lessicali con uso della lingua appena accettabile, scarsa autonomia di rielaborazione delle
conoscenze acquisite.
Conoscenze frammentarie e incomplete, stentata capacità di comprensione e di analisi, difficoltosa
applicazione di concetti, regole e procedure, esposizione superficiale e carente, gravi errori a livello
grammaticale, povertà lessicale con utilizzo di termini ripetitivi e generici non appropriati ai linguaggi delle
singole discipline
VOTO
10
9
8
7
6
5
4
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Validazione dell’anno scolastico
L’ammissione agli scrutini di fine anno è condizionata (art. 11, comma 1, DL n. 59/2004) alla verifica della
validità dell’anno scolastico per ciascun alunno sulla base delle assenze effettuate.
La frequenza ai fini della validità dell’anno scolastico deve essere almeno i tre quarti dell’orario annuale
previsto. I docenti possono, per singoli casi eccezionali di grave e certificata malattia, validare l’anno
scolastico anche in deroga al limite di assenze verificato il conseguimento degli obiettivi minimi.
79
Orario settimanale
Monte ore annuale
30
34 + 2 (mensa)
30+1 Strumento Musicale
957 h (29 h) + 33 h (1h) = 990 h
1122 h
1023 h
Assenze (max ¼ orario,
sommando le assenze di tutte
le discipline)
247 h
280 h
255 h
Valutazione del comportamento
Il Collegio dei Docenti perviene alla definizione dei criteri per l'attribuzione del voto di condotta, ai sensi
dell'ART 2, legge 169 del 30/10/08; dello Schema di regolamento (art. 6.) emanato per il coordinamento
delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e per ulteriori modalità applicative dell'articolo 3 del
D. L. 1 settembre 2008, n.137, convertito dalla legge 30 ottobre 2008, n.169; del D.M. n.5 del 16/01/2009;
del D.P.R. 249/1998; del D.P.R. 235/2007
EVIDENZIA - SECONDO LE PIÙ RECENTI DISPOSIZIONI NORMATIVE - QUANTO SEGUE:
 Le finalità della valutazione del comportamento degli studenti sono: "accertare i, livelli di
apprendimento e di consapevolezza raggiunti con specifico riferimento ai valori della cittadinanza e
della convivenza civile; verificare la capacità di rispettare il complesso delle disposizioni che
disciplinano la vita di ciascuna istituzione scolastica; diffondere la consapevolezza dei diritti e dei
doveri degli studenti all'interno della comunità scolastica promuovendo comportamenti coerenti con
il corretto esercizio dei propri diritti e al tempo stesso con il rispetto dei propri doveri, che
corrispondono sempre al riconoscimento dei diritti e delle libertà degli altri; dare significato e valenza
educativa anche al voto inferiore a 6/10 (art. 1 c. 1 D.M. 5,16/01/2009);
 La valutazione espressa in sede di scrutinio intermedio o finale non può riferirsi ad un singolo episodio,
ma deve scaturire da un giudizio complessivo di maturazione e di crescita civile e culturale dello
studente in ordine all'intero anno scolastico. In particolare, tenuto conto della valenza formativa ed
educativa cui deve rispondere l'attribuzione del voto sul comportamento, il Consiglio di classe tiene
in debita evidenza e considerazione i progressi e i miglioramenti realizzati dallo studente nel corso
dell'anno, in relazione alle finalità di cui all'art. 1 (art. 3, c.2 D.M. 5, 16/01/2009);
 La valutazione del comportamento inferiore alla sufficienza, ovvero a 6/10, riportata dallo studente
in sede di scrutinio finale, comporta la non ammissione automatica dello stesso al successivo anno di
corso o all'esame conclusivo del ciclo di studi (art. 2, c. 3, D.M. 5, 16/01/2009);
 La valutazione insufficiente del comportamento, soprattutto in sede di scrutinio finale, deve scaturire
da un attento e meditato giudizio del Consiglio di classe, esclusivamente in presenza di
comportamenti di particolare gravità riconducibili alle fattispecie per le quali lo Statuto delle
studentesse e degli studenti -D.P.R 249/1998, come modificato dal D.P.R. 235/2007 e chiarito nella
nota prot.3602/PO del 31 luglio 2008 - nonché i Regolamenti di Istituto prevedano l'irrogazione di
sanzioni disciplinari che comportino l'allontanamento temporaneo dello studente dalla comunità
scolastica per periodi superiori a quindici giorni (art. 4, commi 9, 9 bis, e 9 ter dello Statuto) (art. 4, c.1
del D.M. 5, 16/01/2009)
80
 L'attribuzione di una valutazione insufficiente, vale a dire al di sotto di 6/10 in sede di scrutinio finale,
ferma restando l'autonomia della funzione docente anche in materia di valutazione del
comportamento, presuppone che il Consiglio di Classe abbia accertato che lo studente a) nel corso
dell'anno scolastico sia stato destinatario di almeno una delle sanzioni disciplinari di cui al comma (1)
precedente; b) successivamente alla irrogazione delle sanzioni di natura educativa e riparatoria
previste dal sistema disciplinare, non abbia dimostrato apprezzabili e concreti cambiamenti nel
comportamento, tali da evidenziare un successivo livello di miglioramento nel suo percorso di crescita
e di maturazione in ordine alle finalità educative di cui all'art. 1 del presente Decreto (art. 4, c.2, D.M.
16/01/2009);
 La valutazione di insufficienza deve essere sempre adeguatamente motivata e verbalizzata in sede di
effettuazione dei Consigli di classe sia ordinari sia straordinari e soprattutto in sede di scrutinio
intermedio e finale (per la rilevanza che riveste nel curricolo degli alunni).
IN CONSEGUENZA ALLE DISPOSIZIONI DI LEGGE SOPRA CITATE EVIDENZIA INOLTRE CHE:
preliminarmente alla definizione dettagliata delle corrispondenze tra voti e descrittori dei
comportamenti, sono stati individuati i seguenti indicatori: frequenza e puntualità; rispetto degli impegni
scolastici; partecipazione al dialogo educativo; rispetto del Regolamento d'Istituto; relazione con
insegnanti e compagni; riferimento ai valori della cittadinanza e della convivenza civile (cittadinanza:
senso di appartenenza ad una società, evoluta in Stato, con una costituzione e delle leggi; convivenza
civile: il vivere insieme, nella scuola come nella società, nelle sue differenti forme, implica il
riconoscimento di valori come il rispetto, lo stare con gli altri, l'essere per gli altri. La convivenza è civile
quando identifica negli altri il sentire paradigmatico della libertà).
La valutazione del comportamento, effettuata collegialmente da tutti i docenti del Consiglio di Classe, si
fonda sulla analitica e continua osservazione delle manifestazioni del processo educative e degli eventuali
progressi che si registrano nell'arco dell'intero anno scolastico.
Ogni docente formulerà un voto di comportamento, osservando gli indicatori con i relativi descrittori
(media dei voti parziali).
Il consiglio di classe stabilirà poi il voto finale, da indicare sulla scheda di valutazione, come media dei voti
proposti dai singoli docenti, mentre la valutazione massima va assegnata all’unanimità. (Vedi Allegati
Scuola Secondaria di Primo Grado).
81
GRIGLIA DI CORRISPONDENZA TRA VOTI E COMPORTAMENTO
GIUDIZIO DI COMPORTAMENTO
Assenze irrilevanti, interesse costante e curioso e partecipazione assidua alle lezioni, responsabilità e
autodisciplina nel lavoro scolastico e domestico, regolare e serio svolgimento dei compiti scolastici,
comportamento corretto e non violento, eccellente socializzazione e interazione attiva e costruttiva nel
gruppo classe da leader maturo e responsabile, pieno rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente, consapevole
accettazione della diversità, scrupoloso rispetto delle regole di classe, del regolamento d’Istituto, delle
norme di sicurezza
Assenze minime, vivo interesse e attiva partecipazione alle lezioni, costante adempimento dei lavori
scolastici, comportamento corretto ed educato, ottima socializzazione e ruolo positivo e collaborazione nel
gruppo classe, pieno rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente, consapevole accettazione della diversità,
scrupoloso rispetto delle regole di classe, del regolamento d’Istituto, delle norme di sicurezza
Assenze saltuarie non frequenti ma sempre giustificate, essenziale attenzione e partecipazione alle attività
scolastiche, non sempre regolare svolgimento dei compiti assegnati, comportamento per lo più corretto ed
educato, buona socializzazione e normale partecipazione al funzionamento del gruppo classe, discreto
rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente e adeguata accettazione della diversità, osservanza regolare delle
norme relative alla vita scolastica
Episodi di inosservanza del regolamento interno (assenze ingiustificate e frequenti uscite dall’aula, nei
corridoi e fuori dal proprio banco, mancanza ai doveri scolastici, negligenza abituale, ecc.), disinteresse e
non entusiasta partecipazione alle attività scolastiche, frequente disturbo delle lezioni, comportamento non
sempre corretto nel rapporto con compagni e personale scolastico, inadeguata socializzazione e funzione
poco collaborativa all’interno della classe
Episodi frequenti di inosservanza del regolamento interno come per il 7/10, disinteresse e poca
partecipazione alle attività scolastiche, assiduo disturbo delle lezioni, rapporti problematici e
comportamento poco corretto verso compagni e personale scolastico, scarsa socializzazione e funzione non
collaborativa nel gruppo classe
Episodi persistenti di inosservanza del regolamento interno come per il 7/10 che indicano la volontà di non
modificare l’atteggiamento, atti di bullismo, completo disinteresse e scarsa partecipazione alle attività
scolastiche, rapporti problematici e comportamento scorretto verso compagni e personale scolastico,
bassissima socializzazione e funzione negativa nel gruppo classe.
82
VOTO
10
9
8
7
6
5/4
La valutazione degli allievi in situazione di handicap nella scuola:
riferimenti normativi
A cura della F.S. Area AREA 4, ins. E. Di Stefano
SERVIZIO ALUNNI E DOCENTI
INTERVENTI ED INTEGRAZIONE ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI E/O CON SVANTAGGIO SOCIALE: PREVENZIONE DEL DISAGIO, DSA E
DISLESSIA
PREMESSA
Indicazioni per la valutazione e lo svolgimento degli scrutini delle classi con alunni diversamente abili
certificati in base alla legge 104.
1. Alunni il cui percorso di studi è finalizzato al conseguimento del titolo di studio (cosiddetto Percorso
“A”)
Gli alunni vengono valutati sulla base dei risultati (voti riportati sul registro di ciascun insegnante
curriculare) conseguiti nel corso del quadrimestre o dell’anno. Tali valutazioni devono essere riferite
agli obiettivi minimi individuati nei dipartimenti e nelle programmazioni didattiche dei singoli
insegnanti cui il PEI fa specificamente riferimento.
Deve essere riportata a margine della pagella (NON sul tabellone) la seguente annotazione:
“Valutazione riferita al PEI, ai sensi dell’O.M. n. 80/1995 art. 13, c. 3”
2. Alunni con percorso differenziato (cosiddetto Percorso “B”)
Si possono individuare due tipi di situazioni:
a) alunni per i quali è stata stabilita una programmazione specifica per ogni disciplina: gli alunni
vengono valutati sulla base dei risultati (voti riportati sul registro di ciascun insegnante curriculare)
conseguiti nel corso del quadrimestre o dell’anno. Tali valutazioni si riferiscono agli obiettivi
differenziati concordati nel PEI.
b) alunni con disabilità medio-gravi, che usufruiscono di una riduzione dell’orario scolastico:
1° quadrimestre: sulla pagella vanno riportate le valutazioni eventualmente conseguite nelle
singole discipline; in assenza di voti sul registro, la pagella non viene compilata e in nessun caso si
riporta la dicitura N.C.
2° quadrimestre: la pagella va compilata integralmente. Per le materie in cui non siano presenti
votazioni, le valutazioni dovranno riferirsi agli obiettivi trasversali concordati nel PEI.
In entrambi gli scrutini, va compilata e sottoscritta dall’intero Consiglio di Classe la “Scheda di
valutazione” (Allegato 1).
83
Deve essere riportata a margine della pagella (NON sul tabellone) la seguente annotazione:
“Valutazione riferita al PEI, ai sensi dell’O.M. n. 80/1995 art. 13, c. 4”
Altre informazioni sulla valutazione degli alunni disabili
Nei confronti degli alunni con minorazioni fisiche o sensoriali non si procede, di norma, a valutazioni
differenziate, mentre, per gli alunni in situazione di handicap psichico, la valutazione, adeguatamente
differenziata, tiene conto degli obiettivi prefissati nel Piano Educativo Individualizzato (PEI).
L’individualizzazione del percorso educativo previsto dal PEI per l’alunno con disabilità può incidere, a
seconda della tipologia di disabilità e della sua gravità, sui metodi di valutazione e sul valore legale del
titolo di studio conseguito, in particolare, al termine del Secondo Ciclo di istruzione.
Di particolare rilevanza è, a proposito di valutazione, il D.P.R. n°122 del 22 /06/2009.
Pubblicato sulla G.U. n. 191 del 19/08/2009 il DPR n. 122 del 22/06/2009 "Regolamento recante
coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in
materia, ai sensi degli articoli 2 e 3 del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, è stato convertito, con
modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169". Nel regolamento sono presenti riferimenti agli
insegnanti di sostegno (comma 5 art. 2 e comma 1 art 4.), agli alunni con disabilità (art. 9), agli alunni con
difficoltà specifica di apprendimento (art. 10) e agli "alunni che frequentano per periodi temporalmente
rilevanti corsi di istruzione funzionanti in ospedali o in luoghi di cura" (art. 11). "Per procedere alla
valutazione finale di ciascuno studente, è richiesta la frequenza di almeno tre quarti dell'orario annuale
personalizzato" con possibilità di deroghe per situazioni particolari e documentate (comma 7 art.14).
In particolare l’articolo 9 (Valutazione degli alunni con disabilità) stabilisce che:
1. La valutazione degli alunni con disabilità certificata nelle forme e con le modalità previste dalle
disposizioni in vigore è riferita al comportamento, alle discipline e alle attività svolte sulla base del
piano educativo individualizzato previsto dall'articolo 314, comma 4, del testo unico di cui al decreto
legislativo n. 297 del 1994, ed è espressa con voto in decimi secondo le modalità e condizioni indicate
nei precedenti articoli.
2. Per l'esame conclusivo del primo ciclo sono predisposte, utilizzando le risorse finanziarie disponibili a
legislazione vigente, prove di esame differenziate, comprensive della prova a carattere nazionale di
cui all'articolo 11, comma 4-ter, del decreto legislativo n. 59 del 2004 e successive modificazioni,
corrispondenti agli insegnamenti impartiti, idonee a valutare il progresso dell'alunno in rapporto alle
sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali. Le prove sono adattate, ove necessario in
relazione al piano educativo individualizzato, a cura dei docenti componenti la commissione. Le prove
differenziate hanno valore equivalente a quelle ordinarie ai fini del superamento dell'esame e del
conseguimento del diploma di licenza.
3. Le prove dell'esame conclusivo del primo ciclo sono sostenute anche con l'uso di attrezzature tecniche
e sussidi didattici, nonché di ogni altra forma di ausilio tecnico loro necessario, previsti dall'articolo
315, comma 1, lettera b), del testo unico di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994. Sui diplomi di
licenza è riportato il voto finale in decimi, senza menzione delle modalità di svolgimento e di
differenziazione delle prove.
84
4. Agli alunni con disabilità che non conseguono la licenza è rilasciato un attestato di credito formativo.
Tale attestato è titolo per l'iscrizione e per la frequenza delle classi successive, ai soli fini del
riconoscimento di crediti formativi validi anche per l'accesso ai percorsi integrati di istruzione e
formazione.
5. Gli alunni con disabilità sostengono le prove dell'esame di Stato conclusivo del secondo ciclo
dell'istruzione secondo le modalità previste dall'articolo 318 del testo unico di cui al decreto legislativo
n. 297 del 1994.
6. All'alunno con disabilità che ha svolto un percorso didattico differenziato e non ha conseguito il
diploma attestante il superamento dell'esame di Stato conclusivo del secondo ciclo, e' rilasciato un
attestato recante gli elementi informativi relativi all'indirizzo e alla durata del corso di studi seguito,
alle materie di insegnamento comprese nel piano di studi, con l'indicazione della durata oraria
complessiva destinata a ciascuna, alle competenze, conoscenze e capacità anche professionali,
acquisite e dei crediti formativi documentati in sede di esame. In sede di esame conclusivo del 1° ciclo
di istruzione, le prove sono adattate in relazione agli obiettivi del PEI.
Le prove differenziate hanno valore equivalente a quelle ordinarie ai fini del superamento dell’esame e
del conseguimento del diploma di licenza. Nel caso in cui gli obiettivi previsti dal PEI non siano riconducibili
ai programmi ministeriali, il percorso formativo consente l’acquisizione di un attestato di credito
formativo valido anche per l’accesso ai percorsi integrati di istruzione e formazione.
Ai sensi dell’art.318 del D.lgs. n°297/94 (Testo Unico), per le prove di esame sono predisposte apposite
prove scritte.
Secondo quanto stabilito dal D.P.R. n°122/09 (il Regolamento sulla valutazione degli alunni), le procedure
per la valutazione e, in particolare, i criteri relativi al comportamento degli alunni sono di competenza del
Collegio dei Docenti.
L’art.10 del DPR 122/09 (Valutazione degli alunni con difficoltà specifica di apprendimento) (DSA)
stabilisce che:
1. Per gli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento (DSA) adeguatamente certificate, la
valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo
dei cicli, devono tenere conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni; a tali fini, nello
svolgimento dell'attività didattica e delle prove di esame, sono adottati, nell'ambito delle risorse
finanziarie disponibili a legislazione vigente, gli strumenti metodologico-didattici compensativi e
dispensativi ritenuti più idonei.
2. Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di
svolgimento e della differenziazione delle prove.
(Ricordiamo, al riguardo, che la Dislessia è un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA). Con questo
termine ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche ed in particolare a: DISLESSIA,
DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA E DISCALCULIA. I bambini ed i ragazzi con D.S.A. non hanno una
certificazione in base alla legge 104/92, ma semplici certificati medici; pertanto questi alunni non godono
del supporto di un intervento di sostegno. Nonostante ciò, questi problemi possono essere compensati
con strategie (compensative e dispensative) che devono essere esplicitate nella programmazione della
classe e dei singoli docenti, per giustificare i metodi che un giorno verranno adottati anche all’esame di
Stato: si tratta, in altri termini, della stesura, a cura del consiglio di classe, del PDP (Piano didattico
personalizzato) per ciascun alunno in situazione di DSA.)
ADHD
85
Quanto agli alunni affetti da sindrome ADHD (deficit di attenzione/iperattività) nel richiamare quanto già
precisato nel protocollo diagnostico e terapeutico della sindrome da iperattività e deficit di attenzione
redatto dall’Istituto Superiore di Sanità allegato alla Determinazione A.I.C.N. n°876 pubblicata sulla G.U.
n°106 del 24.4.2007 con riferimento al punto 5.1.3. (l’intervento a scuola), il MIUR, prot. 6013 del
04.12.2009, precisa che “il coinvolgimento degli insegnanti fa parte integrante ed essenziale di un
percorso terapeutico per il trattamento dei casi diagnosticati ADHD. La procedura di consulenza
sistematica con i centri di diagnosi e cure presenti in ogni area regionale (vedasi sito
http://www.iss.it/adhd e poi cliccare su Centri Regionali di riferimento) prevede almeno un incontro
durante l’anno scolastico al quale sarebbe auspicabile partecipasse l’intero team di insegnanti, per quanto
riguarda le scuole elementari e i docenti col maggior numero di ore settimanali, nel caso delle scuole
medie inferiori e superiori. Tale consulenza è finalizzata al raggiungimento di diversi obiettivi:
1. informare sulle caratteristiche del ADHD e sul trattamento che viene proposto;
2. fornire appositi strumenti di valutazione (questionari e tabelle di osservazione) per completare i dati
diagnostici;
3. mettere gli insegnanti nella condizione di potenziare le proprie risorse emotive e migliorare la
relazione con l’alunno;
4. spiegare come utilizzare specifiche procedure di modificazione del comportamento all’interno della
classe;
5. informare su come strutturare l’ambiente classe in base ai bisogni e alle caratteristiche dell’alunno
con ADHD;
6. suggerire particolari strategie didattiche per facilitare l’apprendimento dell’alunno con ADHD;
7. spiegare come lavorare, all’interno della classe, per migliorare la relazione tra il bambino con ADHD e
i compagni.
La parte più rilevante della consulenza alla scuola è quella dedicata a far apprendere all’insegnante alcune
tecniche di modificazione del comportamento da applicare con l’alunno con ADHD.
L’apprendimento di queste procedure richiede uno stretto contatto con gli operatori del centro che hanno
in carico l’alunno”.
ESAMI DI STATO DI CLASSE TERZA (SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO) PER
ALUNNI DISABILI
DOCUMENTI DA PRODURRE:
 P.E.I. Va redatto dal Consiglio di Classe, con la coordinazione dell’insegnante di sostegno, entro il
consiglio di novembre e comunque non oltre il 30 del mese.
 P.D.F. L. 104/1992 art. 12 “(…) Il profilo dinamico-funzionale è aggiornato a conclusione della scuola
materna, della scuola elementare e della scuola media e durante il corso di istruzione secondaria
superiore.”
Documenti da produrre entro l’ultimo Consiglio di Classe:
 Relazione finale in cui si deve specificare se gli obiettivi prefissati nel PEI sono stati raggiunti
 Giudizio orientativo in cui fornire la motivazione della scelta da parte dell’alunno della scuola
superiore
 Presentazione dell’alunno in cui descrivere l’alunno in termini di autonomia, socializzazione,
apprendimento
86
 Percorso orientativo per le prove d’esame e i criteri di valutazione in cui specificare se l’alunno
eseguirà prove differenziate, equipollenti, o uguali alla classe; le modalità d’assistenza; i tempi e i
parametri di valutazione delle prove scritte e orale
 Programma effettivamente svolto
È inoltre fondamentale che l’insegnante di sostegno e il Coordinatore di classe avvisino tempestivamente
la famiglia che, in base alla vigente normativa sulla privacy, dovranno essere i familiari stessi dell’alunno
disabile a fornire alla scuola superiore che lo accoglierà, tutti i documenti relativi alla situazione di
handicap.
Risulta, quindi, importante che l’alunno sia sensibilizzato alla problematica dell’orientamento, affinché la
famiglia possa portare la documentazione in tempo utile per la pre-iscrizione alla scuola superiore.
O.M. 90/01, titolo II, art. 11 comma 10-12
1. Comma 10: i docenti nominati per attività di sostegno a favore di alunni handicappati, di cui al
secondo comma dell'art. 7 della legge 4.8.1977, n. 517, fanno parte del consiglio di classe e
partecipano, pertanto, a pieno titolo alle operazioni di valutazione periodiche e finali ed agli esami di
licenza di scuola media. Tali docenti, alla luce dei principi contenuti nella legge 5 febbraio 1992, n.
104, hanno diritto di voto per tutti gli alunni in sede di valutazione complessiva del livello globale di
maturazione raggiunta e di formulazione del giudizio sintetico di cui alla legge 5 aprile 1969, n. 119.
2. Comma 11: nel quadro delle finalità della scuola media, gli allievi in situazione di handicap che
vengano ammessi a sostenere gli esami di licenza, possono svolgere prove differenziate, in linea con
gli interventi educativo-didattici attuati sulla base del percorso formativo individualizzato, secondo le
indicazioni contenute nell’art. 318 del d.lg.vo 16.4.94, n. 297. Tali prove dovranno essere idonee a
valutare il progresso dell'allievo in rapporto alle sue potenzialità ed ai livelli di apprendimento iniziali.
3. Comma 12: al fine di garantire l’adempimento dell’obbligo scolastico di cui alla legge 20.1.1999, n. 9
e dell’obbligo formativo di cui alla legge 17.5.1999, n. 144, il Consiglio di classe delibera se ammettere
o meno agli esami di licenza media gli alunni in situazione di handicap che possono anche svolgere
prove differenziate in linea con gli interventi educativo-didattici attuati sulla base del percorso
formativo individualizzato, secondo le indicazioni contenute nell’art. 318 del D.lg.vo 16.4.1994, n. 297.
La normativa di riferimento essenziale nella valutazione degli alunni in situazione di
handicap:







L.104/92 - art. 16
T.U. D.L. 297/94 - art. 318
O.M. 330/ 27/05/97 - art. 4
D.P.R. 122/2009 art.9 e 10
O.M. 14/05/1999 n.128 art.4
O.M. 90 – 21/05/2001 – art 15 e art.16
O.M. 22 – 20/02/2006 - art 17
L.104/92: ART. 16.
VALUTAZIONE DEL RENDIMENTO E PROVE D'ESAME
87
-
Nella valutazione degli alunni handicappati da parte degli insegnanti é indicato, sulla base del piano
educativo individualizzato, per quali discipline siano stati adottati particolari criteri didattici, quali
attività integrative e di sostegno siano state svolte, anche in sostituzione parziale dei contenuti
programmatici di alcune discipline.
-
Nella scuola dell'obbligo sono predisposte, sulla base degli elementi conoscitivi di cui al comma 1,
prove d'esame corrispondenti agli insegnamenti impartiti e idonee a valutare il progresso dell'allievo
in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali.
-
Nell'ambito della scuola secondaria di secondo grado, per gli alunni handicappati sono consentite
prove equipollenti e tempi più lunghi per l'effettuazione delle prove scritte o grafiche e la presenza di
assistenti per l'autonomia e la comunicazione.
-
Gli alunni handicappati sostengono le prove finalizzate alla valutazione del rendimento scolastico o
allo svolgimento di esami anche universitari con l'uso degli ausili loro necessari.
-
Il trattamento individualizzato previsto dai commi 3 e 4 in favore degli studenti handicappati è
consentito per il superamento degli esami universitari previa intesa con il docente della materia e con
l'ausilio del servizio di tutorato di cui all'articolo 13, comma 6-bis. È consentito, altresì, sia l'impiego
di specifici mezzi tecnici in relazione alla tipologia di handicap, sia la possibilità di svolgere prove
equipollenti su proposta del servizio di tutorato specializzato. 5 bis. Le università, con proprie
disposizioni, istituiscono un docente delegato dal rettore con funzioni di coordinamento,
monitoraggio e supporto di tutte le iniziative concernenti l'integrazione nell'ambito dell'ateneo
D. L.VO 16 APRILE 1994, N. 297 ART. 318
VALUTAZIONE DEL RENDIMENTO E PROVE D'ESAME
1. Nella valutazione degli alunni handicappati da parte dei docenti è indicato, sulla base del piano
educativo individualizzato, per quali discipline siano stati adottati particolari criteri didattici, quali
attività integrative e di sostegno siano state svolte, anche in sostituzione parziale dei contenuti
programmatici di alcune discipline.
2. Nella scuola dell'obbligo sono predisposte, sulla base degli elementi conoscitivi di cui al comma 1,
prove d'esame corrispondenti agli insegnamenti impartiti e idonee a valutare il progresso dell'allievo
in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali.
3. Nell'ambito della scuola secondaria superiore, per gli alunni handicappati sono consentite prove
equipollenti e tempi più lunghi per l'effettuazione delle prove scritte o grafiche e la presenza di
assistenti per l'autonomia e la comunicazione.
4. Gli alunni handicappati sostengono le prove finalizzate alla valutazione del rendimento scolastico,
comprese quelle di esame, con l'uso degli ausili loro necessari.
Ordinanza Ministeriale 14 maggio 1999, n. 128
Norme per lo svolgimento degli scrutini ed esami nelle scuole statali e non statali di istruzione
88
elementare, media e secondaria superiore - Anno scolastico 1998/99
ART. 4
VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP
1. Nei confronti degli alunni con minorazioni fisiche e sensoriali non si procede, di norma, ad alcuna
valutazione differenziata; è consentito, tuttavia, l'uso di particolari strumenti didattici appositamente
individuati dai docenti, al fine di accertare il livello di apprendimento non evidenziabile attraverso un
colloquio o prove scritte tradizionali.
2. Per gli alunni in situazione di handicap psichico la valutazione, per il suo carattere formativo ed
educativo e per l'azione di stimolo che esercita nei confronti dell'allievo, deve comunque aver luogo.
Il Consiglio di classe, in sede di valutazione trimestrale o quadrimestrale e finale, sulla scorta del Piano
Educativo Individualizzato a suo tempo predisposto con la partecipazione dei genitori nei modi e nei
tempi previsti dalla C. M. 258/83, esamina gli elementi di giudizio forniti da ciascun insegnante sui
livelli di apprendimento raggiunti, anche attraverso l'attività di integrazione e di sostegno, verifica i
risultati complessivi rispetto agli obiettivi prefissati dal Piano Educativo Individualizzato.
3. Ove il Consiglio di classe riscontri che l'allievo abbia raggiunto un livello di preparazione conforme agli
obiettivi didattici previsti dai programmi ministeriali o, comunque, ad essi globalmente
corrispondenti, decide in conformità dei precedenti art. 2 e 3.
4. Qualora, al fine di assicurare il diritto allo studio ad alunni in situazione di handicap psichico e,
eccezionalmente, fisico e sensoriale, il piano educativo individualizzato sia diversificato in funzione di
obiettivi didattici e formativi non riconducibili ai programmi ministeriali, il Consiglio di classe, fermo
restando l'obbligo della relazione di cui al paragrafo 8 della Circolare ministeriale n°262 del 22
settembre 1988, valuta i risultati dell'apprendimento, con l'attribuzione di voti relativi unicamente
allo svolgimento del citato piano educativo individualizzato e non ai programmi ministeriali. Tali voti
hanno, pertanto, valore legale solo ai fini della prosecuzione degli studi per il perseguimento degli
obiettivi del piano educativo individualizzato.
I predetti alunni possono, di conseguenza, essere ammessi alla frequenza dell'anno successivo o
dichiarati ripetenti anche per tre volte in forza del disposto di cui all'art°316 del D.Lvo 16.4.1994,
n°297. In calce alla pagella degli alunni medesimi, deve essere apposta l'annotazione secondo la quale
la votazione è riferita al P.E.I e non ai programmi ministeriali ed è adottata ai sensi dell'art.4 della
presente Ordinanza. Gli alunni valutati in modo differenziato come sopra possono partecipare agli
esami di qualifica professionale e di licenza di maestro d'arte, svolgendo prove differenziate,
omogenee al percorso svolto, finalizzate all'attestazione delle competenze e delle abilità acquisite.
Tale attestazione può costituire, in particolare quando il piano educativo personalizzato preveda
esperienze di orientamento, di tirocinio, di stage, di inserimento lavorativo, un credito formativo
spendibile nella frequenza di corsi di formazione professionale nell'ambito delle intese con le Regioni
e gli Enti locali. In caso di ripetenza, il Consiglio di classe riduce ulteriormente gli obiettivi didattici del
piano educativo individualizzato. Non può, comunque, essere preclusa ad un alunno in situazione di
handicap fisico, psichico o sensoriale, anche se abbia sostenuto gli esami di qualifica o di licenza di
maestro d'arte, conseguendo l'attestato di cui sopra, l'iscrizione e la frequenza anche per la terza volta
alla stessa classe.
Qualora durante il successivo anno scolastico vengano accertati livelli di apprendimento
corrispondenti agli obiettivi previsti dai programmi ministeriali, il Consiglio di classe delibera in
conformità dei precedenti art. 2 e 3, senza necessità di prove di idoneità relative alle discipline
dell'anno o degli anni precedenti, tenuto conto che il Consiglio medesimo possiede già tutti gli
89
elementi di valutazione.
Gli alunni in situazione di handicap che svolgono piani educativi individualizzati differenziati, ripetenti
la terza classe degli istituti professionali e d'arte, possono frequentare, nel quadro dei principi generali
stabiliti dall'art.312 e seguenti del D.Lvo n°297/1994, lezioni e attività delle classi successive, sulla base
di un progetto - che può prevedere anche percorsi integrati di istruzione e formazione professionale,
con la conseguente acquisizione del relativo credito formativo - concordato dai rispettivi consigli di
classe al fine del raggiungimento degli obiettivi educativi e del pieno sviluppo della persona, in
attuazione del diritto allo studio costituzionalmente garantito. Per gli alunni medesimi, che al termine
della frequenza dell'ultimo anno di corso, essendo in possesso di crediti formativi, possono sostenere
l'esame di Stato sulla base di prove differenziate coerenti con il percorso svolto e finalizzate solo al
rilascio dell'attestazione di cui all'art.13 del Regolamento, si fa rinvio a quanto previsto dall'art.17,
comma 4, dell'O.M. n.38/1999.
5. Qualora un Consiglio di classe intenda adottare la valutazione differenziata di cui sopra, deve darne
immediata notizia alla famiglia fissandole un termine per manifestare un formale assenso, in
mancanza del quale la modalità valutativa proposta si intende accettata. In caso di diniego espresso,
l'alunno non può essere considerato in situazione di handicap ai soli fini della valutazione, che viene
effettuata ai sensi dei precedenti art.2 e 3.
6. Per gli alunni che seguono un Piano educativo Individualizzato differenziato, ai voti riportati nello
scrutinio finale e ai punteggi assegnati in esito agli esami si aggiunge l'indicazione che la votazione è
riferita al P.E.I e non ai programmi ministeriali.
7. Trovano applicazione, in quanto connessi con il momento della valutazione, le disposizioni contenute
nelle circolari n.163 del 16 giugno 1983 e n.262 del 22 settembre 1988, paragrafi n.6 svolgimento dei
programmi, n.7 prove scritte, grafiche, scrittografiche, orali e pratiche e n.8 valutazione.
8. Al fine di facilitare lo svolgimento delle prove equipollenti previste dall'art.318 del D.Lvo 16.4.1994,
n.297, i Consigli di classe presentano alle Commissioni d'esame un'apposita relazione, nella quale,
oltre a indicare i criteri e le attività previste al comma precedente, danno indicazioni concrete sia per
l'assistenza alla persona e alle prove d'esame sia sulle modalità di svolgimento di prove equipollenti,
sulla base dell'esperienza condotta a scuola durante il percorso formativo. Per l'esame di Stato
conclusivo dei corsi, tale relazione fa parte integrante del documento del Consiglio di classe del 15
maggio, come precisato dall'art°17, comma 1, dell'O.M. n°38/1999.
9. I tempi più lunghi nell'effettuazione delle prove scritte e grafiche, previsti dal terzo comma dell'art.318
del D.Lvo n°297/1994, riguardano le ore destinate normalmente alle prove ma non possono
comportare di norma un maggior numero di giorni rispetto a quello stabilito dal calendario degli
esami.
10. I docenti di sostegno, a norma dell'art.315, comma quinto, del D.Lvo n°297/1994, fanno parte del
Consiglio di classe e partecipano, pertanto, a pieno titolo alle operazioni di valutazione, con diritto di
voto per tutti gli alunni della classe.
Ordinanza Ministeriale 9 marzo 1995, n. 80
Norme per lo svolgimento degli scrutini ed esami nelle scuole statali e non statali di istruzione
90
elementare, media e secondaria superiore - anno scolastico 1994-95
1. La valutazione degli alunni riconosciuti in situazione di handicap viene operata, sulla base del piano
educativo individualizzato, mediante prove di esame, anche differenziate, corrispondenti agli
insegnamenti impartiti ed idonee a valutare il processo formativo dell'allievo in rapporto alle sue
potenzialità ed ai livelli di apprendimento e di autonomia iniziali.
2. Nel riquadro delle finalità della scuola media, gli allievi in situazione di handicap che vengano ammessi
a sostenere gli esami di licenza, possono svolgere prove differenziate, in linea con gli interventi
educativo-didattici attuati sulla base del percorso formativo individualizzato, secondo le indicazioni
contenute nell'art 318 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297. Tali prove dovranno essere idonee
a valutare il progresso dell'allievo in rapporto alle sue potenzialità ed ai livelli di apprendimento
iniziali.
3. Nei diplomi di licenza della scuola media, nei certificati e negli attestati da rilasciare alla conclusione
degli esami stessi non è fatta menzione delle prove differenziate sostenute dagli alunni handicappati.
Infine, allo scopo di offrire un panorama davvero esaustivo della normativa in materia di valutazione
riferita a tutti gli ordini di scuola, riportiamo le seguenti ordinanze:
Ordinanza Ministeriale 21 maggio 2001, n. 90
(in SO n. 194 alla GU 20 luglio 2001, n. 167)
Norme per lo svolgimento degli scrutini e degli esami nelle scuole statali e non statali di
istruzione elementare, media e secondaria superiore - Anno scolastico 2000-2001
ART. 15
VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP
1. Nei confronti degli alunni con minorazioni fisiche e sensoriali non si procede, di norma, ad alcuna
valutazione differenziata; è consentito, tuttavia, l'uso di particolari strumenti didattici appositamente
individuati dai docenti, al fine di accertare il livello di apprendimento non evidenziabile attraverso un
colloquio o prove scritte tradizionali.
2. Per gli alunni in situazione di handicap psichico la valutazione, per il suo carattere formativo ed
educativo e per l'azione di stimolo che esercita nei confronti dell'allievo, deve comunque aver luogo.
Il Consiglio di classe, in sede di valutazione periodica e finale, sulla scorta del Piano Educativo
Individualizzato a suo tempo predisposto con la partecipazione dei genitori nei modi e nei tempi
previsti dalla C. M. 258/83, esamina gli elementi di giudizio forniti da ciascun insegnante sui livelli di
apprendimento raggiunti, anche attraverso l’attività di integrazione e di sostegno, verifica i risultati
complessivi rispetto agli obiettivi prefissati dal Piano Educativo Individualizzato.
3. Ove il Consiglio di classe riscontri che l'allievo abbia raggiunto un livello di preparazione conforme agli
obiettivi didattici previsti dai programmi ministeriali o, comunque, ad essi globalmente
corrispondenti, decide in conformità dei precedenti artt.
4. Qualora, al fine di assicurare il diritto allo studio ad alunni in situazione di handicap psichico e,
eccezionalmente, fisico e sensoriale, il piano educativo individualizzato sia diversificato in funzione di
obiettivi didattici e formativi non riconducibili ai programmi ministeriali, il Consiglio di classe, fermo
restando l'obbligo della relazione di cui al paragrafo 8 della Circolare ministeriale n°262 del 22
settembre 1988, valuta i risultati dell'apprendimento, con l'attribuzione di voti relativi unicamente
allo svolgimento del citato piano educativo individualizzato e non ai programmi ministeriali. Tali voti
91
5.
6.
7.
8.
92
hanno, pertanto, valore legale solo ai fini della prosecuzione degli studi per il perseguimento degli
obiettivi del piano educativo individualizzato. I predetti alunni possono, di conseguenza, essere
ammessi alla frequenza dell'anno successivo o dichiarati ripetenti anche per tre volte in forza del
disposto di cui all’art.316 del D.Lvo 16.4.1994, n°297. In calce alla pagella degli alunni medesimi, deve
essere apposta l’annotazione secondo la quale la votazione è riferita al P.E.I e non ai programmi
ministeriali ed è adottata ai sensi dell'art.14 della presente Ordinanza. Gli alunni valutati in modo
differenziato come sopra possono partecipare agli esami di qualifica professionale e di licenza di
maestro d'arte, svolgendo prove differenziate, omogenee al percorso svolto, finalizzate
all'attestazione delle competenze e delle abilità acquisite. Tale attestazione può costituire, in
particolare quando il piano educativo personalizzato preveda esperienze di orientamento, di tirocinio,
di stage, di inserimento lavorativo, un credito formativo spendibile nella frequenza di corsi di
formazione professionale nell'ambito delle intese con le Regioni e gli Enti locali. In caso di ripetenza,
il Consiglio di classe riduce ulteriormente gli obiettivi didattici del piano educativo individualizzato.
Non può, comunque, essere preclusa ad un alunno in situazione di handicap fisico, psichico o
sensoriale, anche se abbia sostenuto gli esami di qualifica o di licenza di maestro d’arte, conseguendo
l’attestato di cui sopra, l’iscrizione e la frequenza anche per la terza volta alla stessa classe. Qualora
durante il successivo anno scolastico vengano accertati livelli di apprendimento corrispondenti agli
obiettivi previsti dai programmi ministeriali, il Consiglio di classe delibera in conformità dei precedenti
art.12 e 13, senza necessità di prove di idoneità relative alle discipline dell’anno o degli anni
precedenti, tenuto conto che il Consiglio medesimo possiede già tutti gli elementi di valutazione. Gli
alunni in situazione di handicap che svolgono piani educativi individualizzati differenziati, in possesso
dell’attestato di credito formativo, possono iscriversi e frequentare, nel quadro dei principi generali
stabiliti dall’art.312 e seguenti del D.Lvo n°297/1994, le classi successive, sulla base di un progetto –
che può prevedere anche percorsi integrati di istruzione e formazione professionale, con la
conseguente acquisizione del relativo credito formativo in attuazione del diritto allo studio
costituzionalmente garantito. Per gli alunni medesimi, che al termine della frequenza dell’ultimo anno
di corso, essendo in possesso di crediti formativi, possono sostenere l’esame di Stato sulla base di
prove differenziate coerenti con il percorso svolto e finalizzate solo al rilascio dell’attestazione di cui
all’art.13 del Regolamento, si fa rinvio a quanto previsto dall’art.17, comma 4, dell’O.M. n°29/2001.
Qualora un Consiglio di classe intenda adottare la valutazione differenziata di cui sopra, dev e darne
immediata notizia alla famiglia fissandole un termine per manifestare un formale assenso, in
mancanza del quale la modalità valutativa proposta si intende accettata. In caso di diniego espresso,
l’alunno non può essere considerato in situazione di handicap ai soli fini della valutazione, che viene
effettuata ai sensi dei precedenti art.12 e 13.
Per gli alunni che seguono un Piano educativo Individualizzato differenziato, ai voti riportati nello
scrutinio finale e ai punteggi assegnati in esito agli esami si aggiunge, nelle certificazioni rilasciate,
l’indicazione che la votazione è riferita al P.E.I e non ai programmi ministeriali.
Trovano applicazione, in quanto connessi con il momento della valutazione, le disposizioni contenute
nelle circolari n°163 del 16 giugno 1983 e n°262 del 22 settembre 1988, paragrafi n°6 svolgimento dei
programmi, n°7 prove scritte, grafiche, scrittografiche, orali e pratiche e n°8 valutazione.
Al fine di facilitare lo svolgimento delle prove equipollenti previste dall’art.318 del D.Lvo 16.4.1994,
n°297, i Consigli di classe presentano alle Commissioni d’esame un'apposita relazione, nella quale,
oltre a indicare i criteri e le attività previste al comma precedente, danno indicazioni concrete sia per
l'assistenza alla persona e alle prove d'esame sia sulle modalità di svolgimento di prove equipollenti,
sulla base dell'esperienza condotta a scuola durante il percorso formativo. Per l’esame di Stato
conclusivo dei corsi, tale relazione fa parte integrante del documento del Consiglio di classe del 15
maggio, come precisato dall’art.17, comma 1, dell’O.M. n°29/2001.
9. I tempi più lunghi nell'effettuazione delle prove scritte e grafiche, previsti dal terzo comma dell’art.318
del D.Lvo n°297/1994, riguardano le ore destinate normalmente alle prove ma non possono
comportare di norma un maggior numero di giorni rispetto a quello stabilito dal calendario degli
esami.
10. I docenti di sostegno, a norma dell’art.315, comma quinto, del D.Lvo n°297/1994, fanno parte del
Consiglio di classe e partecipano, pertanto, a pieno titolo alle operazioni di valutazione, con diritto di
voto per tutti gli alunni della classe.
11. Le scuole, per la valutazione degli alunni in situazione di handicap, possono avvalersi della consulenza
dei gruppi di lavoro provinciali per l’integrazione scolastica, ai sensi dell’art.317, terzo comma, del
D.Lgs. 297/94
ART.16
PUBBLICAZIONE DEGLI SCRUTINI
1. A norma dell’art.2 dell’ordinanza ministeriale n.134/2000 relativa al calendario scolastico, gli scrutini
sono pubblicati entro i termini stabiliti dal dirigente scolastico, sentito il collegio dei docenti.
2. In caso di esito negativo degli scrutini e degli esami, all’albo dell’Istituto l’indicazione dei voti è
sostituita con il riferimento al risultato negativo riportato ("non ammesso alla classe successiva", "non
qualificato", "non licenziato").
3. Per gli alunni che seguono un Piano educativo individualizzato differenziato, ai voti riportati nello
scrutinio finale e ai punteggi assegnati in esito agli esami si aggiunge, nelle certificazioni rilasciate,
l’indicazione che la votazione è riferita al P.E.I. e non ai programmi ministeriali.
93
Scuola Secondaria Superiore
PERCORSI SCOLASTICI DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI
Tutti gli alunni H che frequentano la Scuola Secondaria Superiore seguono percorsi che hanno come
finalità: L'acquisizione di professionalità e/o competenze professionali al livello massimo consentito da
deficit e dall'handicap, integrazione sociale e lavorativa.
Due sono i tipi di percorsi scolastici e relativi Piani Educativi Personalizzati che gli alunni H possono seguire
a seconda delle manifestazioni patologiche che presentano:
CORSO DI STUDI
PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO
94
PIANO EDUCATIVO DIFFERENZIATO
Stesso Percorso
Percorso Parzialmente diverso
Percorso Differenziato
Obiettivi "minimi" della classe:
competenze indispensabili per il
proseguimento degli studi
(Qualifica - Esame di Stato)
Obiettivi "equipollenti" a quelli
della classe: competenze che
coincidono solo parzialmente con
quelle della classe e consentono il
proseguimento degli studi
Obiettivi "non riconducibili" a quelli
della classe. Consente di iscriversi e
frequentare la classe successiva e
conseguire un Attestato di Frequenza
(Qualifica - Esame di Stato)
Infine, una nota su:
Esami di Stato e di Qualifica per gli allievi con handicap certificato in base alla L.104/92
o con difficoltà certificabili in base alla sola classificazione internazionale ICD 10.







Le finalità dell’esame di Stato e i candidati in situazione di handicap
La documentazione che il Consiglio di classe deve preparare
Le prove equipollenti
I tempi più lunghi per la effettuazione delle prove
La presenza di assistenti per l’autonomia e la comunicazione
Le prove per candidati con percorso didattico differenziato
I candidati esterni in situazione di handicap
Normativa di riferimento: Legge 5 febbraio 1992 n. 104 art. 16 O.M. 21 maggio 2001 n. 90 titolo IV art.
15 O.M. n. 30 del 10/3/2008
Esame conclusivo dei percorsi di studio degli studenti in situazione di handicap: norme,
chiarimenti ed informazioni
L’esame di Stato ha come fine l’analisi e la verifica della preparazione di ciascun candidato in relazione
agli obiettivi generali e specifici propri di ciascun indirizzo (art.1 L.n. 425/1997); esso, pertanto, anche per
i candidati in situazione di handicap, deve costituire l’occasione per un oggettivo accertamento delle
conoscenze, competenze e capacità acquisite. In questa prospettiva, l’obiettivo di non svalutare i titoli di
studio si deve coniugare con quello di realizzare un esame che sia un corretto coronamento del curricolo
scolastico, dignitoso per l’allievo e per la Commissione. Si tratta di rifiutare, da parte della Commissione,
sia l’atteggiamento paternalistico (non si chiedono regali) sia quello intransigente (nella valutazione degli
alunni handicappati talora si è più severi che nella valutazione degli alunni normodotati). Dalla Scheda n.
3 “Candidati in situazione di handicap” - pag. 50/56 del M.P.I. Coordinamento per l’esame di Stato “Il
nuovo Esame di Stato – Materiali multimediali per l’aggiornamento – linee guida” novembre 1998
Illustrare, più precisamente, i seguenti punti:
1. Documentazione che il Consiglio di Classe deve preparare per la Commissione d’esame.
Per gli alunni in situazione di handicap il Consiglio di classe deve in primo luogo approntare la stessa
documentazione necessaria per la generalità della classe. In particolare, tuttavia, il documento
finalizzato alla formulazione della terza prova scritta, volto a esplicitare "i contenuti, i mezzi, gli spazi
ed i tempi del percorso formativo, nonché i criteri, gli strumenti di valutazione adottati e gli obiettivi
raggiunti" deve illustrare: - le scelte fatte per l’alunno in situazione di handicap per il suo percorso
individuale nonché per le attività di sostegno - le modalità di integrazione nella classe - i percorsi
comuni alla classe - le "ricadute" delle scelte operate sulla attività didattica complessiva. - Inoltre, il
Consiglio di classe, al fine di consentire alla Commissione d’esame di operare correttamente secondo
quanto previsto dall’Art. 6, comma 1 del Regolamento, deve predisporre: - la documentazione relativa
ai singoli candidati in situazione di handicap - per i candidati che ne abbiano bisogno, le richieste di
prove equipollenti e/o di assistenza e/o di tempi più lunghi sia per le prove scritte che per quelle orali
95
- per i candidati che abbiano seguito un percorso didattico differenziato, la richiesta di prove coerenti
con tale percorso e finalizzate al rilascio dell’attestato (Art. 13, comma 2, Reg.) - nel caso di candidati
non vedenti, la richiesta al Ministero della P.I. del testo delle prove in Braille La documentazione che
il Consiglio di classe prepara per la Commissione d’esame ai sensi dell’Art.6, comma 1 ha
principalmente lo scopo di facilitare la predisposizione delle prove equipollenti previste dall’art.16
della legge quadro. Essa deve fornire pertanto, attraverso una apposita relazione, informazioni utili
perché la Commissione possa mettere il candidato a suo agio e valutare al tempo stesso in modo
appropriato le sue conoscenze, competenze e capacità. La relazione sviluppata a questo fine dal
Consiglio di classe potrebbe avere la seguente struttura: - descrizione del deficit e dell’handicap descrizione del percorso realizzato dall’alunno:
a) conoscenze, competenze e capacità raggiunte
b) difficoltà incontrate e come sono state superate o non superate
c) discipline per le quali sono stati adottati particolare criteri didattici 5
d) percorsi equipollenti eventualmente svolti
e) attività integrative e di sostegno svolte, anche in sostituzione parziale o totale di alcune discipline
f) risorse utilizzate (docente di sostegno, accompagnatore, ausili, tecnologie ecc.)
f) qualsiasi altra informazione che il Consiglio di classe ritiene utile far pervenire alla Commissione
esposizione delle modalità di formulazione e realizzazione delle prove per le valutazioni e
precisamente:
a) con quali tecnologie
b) con quali strumenti
c) con quali modalità
d) con quali contenuti
e) con quale assistenza (docente di sostegno, assistente educativo, obiettore, accompagnatore,
ecc.): questo punto deve essere esposto in modo chiaro ed esauriente in modo da non
suscitare fraintendimenti in chi legge. - eventuale richiesta di prove equipollenti e di
assistenza: sulla base della relazione, per le prove scritte, grafiche, pratiche, e/o orali si
possono eventualmente richiedere prove equipollenti, indicando chiaramente:
a) quale tipo di prova si richiede
b) quale tipo di assistenza e con quali compiti
c) quale durata per le prove scritte
È molto importante concordare con l’alunno handicappato la modalità delle prove da sostenere nel
corso dell’esame di Stato. La richiesta di prove equipollenti e/o di assistenza conclude la relazione di
presentazione dell’alunno con handicap. È consigliabile riportare anche in un foglio a parte tale
richiesta. La Commissione, esaminata la documentazione fornita dal Consiglio di classe, predispone le
prove equipollenti e, ove necessario, quelle relative al percorso differenziato con le modalità indicate
dal Consiglio di classe, anche avvalendosi della consulenza di personale esperto. Nel caso in cui la
Commissione decida in senso contrario al Consiglio di classe, deve motivare per iscritto la propria
decisione.
2. Le prove equipollenti.
Il parere del Consiglio di Stato n. 348/91 non entra nel merito di che cosa sono le prove equipollenti,
ma afferma che lo "Stato assume il potere-dovere di accertare e certificare che un soggetto ha
raggiunto in un determinato settore culturale o professionale un certo livello di conoscenze e
professionalità [...]. Non si può configurare un supposto diritto al conseguimento del titolo legale di
studio, che prescinda da un oggettivo accertamento di competenze effettivamente acquisite". Il
Consiglio di Stato afferma inoltre che il titolo di studio non può essere conseguito da "chi rimane al di
sotto di quella soglia di competenza che è necessaria per il conseguimento di quel titolo". Al fine del
rilascio del titolo di studio sono importanti le conoscenze, le competenze e le capacità conseguite
96
dall’alunno e non il percorso fatto per conseguirle. La legge 104/92 prevede prove equipollenti per
alunni in situazione di handicap (art.16). L’art. 6 comma 1 del Regolamento afferma che "la
Commissione giudicatrice, esaminata la documentazione fornita dal Consiglio di classe [...] può
predisporre, ove ne ravvisi la necessità, prove equipollenti a quelle proposte dal Ministero e che
possono consistere nell’utilizzo di mezzi tecnici o di modi diversi ovvero nello svolgimento di contenuti
culturali e/o professionali differenti [...]. In ogni caso le prove equipollenti devono consentire di
verificare che il candidato abbia raggiunto una preparazione culturale e professionale idonea per il
rilascio del diploma attestante il superamento dell’esame". In questo quadro, le prove equipollenti
sono prove utili per accertare se il candidato, pur nella diversità della situazione, sia in grado di
raggiungere, nell’interesse pubblico primario, la soglia di competenza necessaria per il conseguimento
del titolo di studio. Cioè le prove equipollenti devono poter consentire di verificare che il candidato
abbia raggiunto una preparazione culturale e professionale idonea per il rilascio del diploma. In questo
senso ci si può giovare sia di strumentazione tecnica sia di contenuti culturali differenti da quelli
predisposti per gli altri candidati ma adeguati alla situazione di handicap e alle conoscenze,
competenze e capacità che si devono accertare. Inoltre le prove equipollenti devono essere coerenti
con il livello degli insegnamenti impartiti all’alunno in situazione di handicap e idonee a valutare il
progresso dell’allievo in rapporto alle sue potenziali attitudini e al livello di partenza (D.M. 26 agosto
1981). Più precisamente con prove equipollenti si intende che: - I testi della prima e della seconda
prova scritta sono trasmessi dal Ministero anche tradotti in linguaggio braille, ove vi siano candidati
in situazione di forte handicap visivo La prova inviata dal Ministero della P.I. è svolta con "mezzi
diversi": ad esempio, computer, macchina da scrivere, per mezzo della dettatura all’insegnante di
sostegno, ecc. In questo caso occorre accertare come l’allievo potrà svolgere le prove e se tale
svolgimento può disturbare i compagni (alcuni alunni che non sono in grado di scrivere i loro testi
sono, in genere, abituati a dettare ad alta voce, alcuni strumenti per la scrittura braille sono rumorosi).
Nel caso sia necessaria una postazione fuori dall’aula nella quale lavorano tutti gli altri allievi, la
Commissione deve predisporre la vigilanza necessaria - la prova inviata dal Ministero della P.I. è svolta
in "modalità diverse": ad esempio, la prova è "tradotta" in quesiti con alcune possibili risposte chiuse,
cioè in prove strutturate o in griglie. In questo caso è bene valutare attentamente la situazione; ad
esempio può essere inopportuno che il Consiglio di classe proponga alla Commissione una prova
equipollente che consista nello svolgimento di una parte del tema ministeriale. Inoltre si può
sconsigliare di fare attendere il candidato in situazione di handicap mentre la Commissione decide e/o
prepara la prova e /o le modalità di svolgimento:
 la prova è proposta dalla Commissione di esame e ha contenuti culturali e/o tecnici e/o
professionali differenti da quelli proposti dal Ministero della P.I. La prova proposta dalla
Commissione deve essere comunque tale da poter verificare la preparazione culturale e
professionale del candidato. Essa deve inoltre essere omogenea con il percorso svolto dal
candidato e deve poter essere realizzata dal candidato con le stesse le modalità, tempi e assistenza
utilizzati nelle prove di verifica fatte durante l’anno scolastico. Il Consiglio di classe, qualora
richieda questo tipo di prova, deve fornire nella relazione tutte le informazioni utili per la
preparazione del testo e/o dei testi delle prove, fornendo a parte il testo delle prove realizzate
durante l’anno dal candidato. La Commissione a sua volta (eventualmente avvalendosi di
personale esperto) deve preventivamente preparare le prove d’esame diverse da quelle proposte
dal Ministero della P.I., omogenee al programma svolto dal candidato seguendo le indicazioni
fornite dal Consiglio di classe circa i contenuti, le modalità, l’assistenza e i tempi. È consigliabile
che questa preparazione sia realizzata dopo aver letto la relazione del Consiglio di classe,
esaminato il percorso formativo, consultati i commissari interni o l’insegnante curricolare o il
docente di sostegno e esaminati testi di prove eseguite durante l’anno - per quanto riguarda il
colloquio, esso si può realizzare mediante prove scritte, test, o qualsiasi altra strumentazione o
97
tecnologia o attraverso un operatore che medi tra il candidato e l’esaminatore. Ad esempio, un
docente o assistente o operatore mediatore o esperto traduce il linguaggio verbale del docente in
linguaggio gestuale comprensibile dall’ alunno audioleso e - viceversa - il linguaggio gestuale
dell’alunno in linguaggio verbale comprensibile al docente;
 la prova inviata dal Ministero della P.I. è svolta in "modalità diverse": ad esempio, la prova è
"tradotta" in quesiti con alcune possibili risposte chiuse, cioè in prove strutturate o in griglie. In
questo caso è bene valutare attentamente la situazione; ad esempio può essere inopportuno che
il Consiglio di classe proponga alla Commissione una prova equipollente che consista nello
svolgimento di una parte del tema ministeriale. Inoltre si può sconsigliare di fare attendere il
candidato in situazione di handicap mentre la Commissione decide e/o prepara la prova e /o le
modalità di svolgimento - la prova è proposta dalla Commissione di esame e ha contenuti culturali
e/o tecnici e/o professionali differenti da quelli proposti dal Ministero della P.I. La prova proposta
dalla Commissione deve essere comunque tale da poter verificare la preparazione culturale e
professionale del candidato. Essa deve inoltre essere omogenea con il percorso svolto dal
candidato e deve poter essere realizzata dal candidato con le stesse le modalità, tempi e assistenza
utilizzati nelle prove di verifica fatte durante l’anno scolastico. Il Consiglio di classe, qualora
richieda questo tipo di prova, deve fornire nella relazione tutte le informazioni utili per la
preparazione del testo e/o dei testi delle prove, fornendo a parte il testo delle prove realizzate
durante l’anno dal candidato. La Commissione a sua volta (eventualmente avvalendosi di
personale esperto) deve preventivamente preparare le prove d’esame diverse da quelle proposte
dal Ministero della P.I., omogenee al programma svolto dal candidato seguendo le indicazioni
fornite dal Consiglio di classe circa i contenuti, le modalità, l’assistenza e i tempi. È consigliabile
che questa preparazione sia realizzata dopo aver letto la relazione del Consiglio di classe,
esaminato il percorso formativo, consultati i commissari interni o l’insegnante curricolare o il
docente di sostegno e esaminati testi di prove eseguite durante l’anno - per quanto riguarda il
colloquio, esso si può realizzare mediante prove scritte, test, o qualsiasi altra strumentazione o
tecnologia o attraverso un operatore che medi tra il candidato e l’esaminatore. Ad esempio, un
docente o assistente o operatore mediatore o esperto traduce il linguaggio verbale del docente in
linguaggio gestuale comprensibile dall’alunno audioleso e - viceversa - il linguaggio gestuale
dell’alunno in linguaggio verbale comprensibile al docente.
3. Tempi più lunghi per l’effettuazione delle prove scritte, grafiche e orali:
Secondo l’art. 16 della L. 104/74 ai candidati in situazione di handicap sono concessi tempi più lunghi
per le prove d’esame. Nell’art.6, comma 3 del Regolamento si afferma che "i tempi più lunghi
nell’effettuazione delle prove scritte e grafiche e del colloquio, previsti dal comma 3 dell’articolo 16
della citata legge N. 104 del 1992, non possono di norma comportare un maggiore numero di giorni
rispetto a quello stabilito dal calendario degli esami. In casi eccezionali, la Commissione, tenuto conto
della gravità dell’handicap, della relazione del Consiglio di classe, delle modalità di 8
svolgimento delle prove durante l’anno scolastico, può deliberare lo svolgimento di prove scritte
equipollenti in un numero maggiore di giorni". Occorre fare molta attenzione quando si chiedono
tempi più lunghi per le prove scritte: gli esami di Stato hanno solitamente standard di durata molto
superiori a quelli delle prove svolte durante l’anno scolastico. A volte è preferibile chiedere una prova
equipollente che necessiti di minor tempo piuttosto che lo svolgimento della prova in due giorni.
4. la presenza di assistenti per l’autonomia e la comunicazione:
Si è già sottolineato che le prove dell’esame di Stato devono essere svolte secondo modalità
omogenee rispetto a quelle svolte durante l’anno scolastico, poiché il candidato deve essere messo
nelle migliori condizioni psicofisiche. Questo vale anche per l’assistenza. Essa deve essere intesa
come:
98
1) assistenza per l’autonomia, cioè alla persona o per l’aiuto personale; ad esempio, per andare nel
bagno, mangiare un panino, bere un bicchiere d’acqua ecc.
2) assistenza per l’autonomia intesa come aiuto per lo svolgimento delle prove (aiuto nella
consultazione di vocabolari, nella lettura e/o traduzione del testo in un "linguaggio" accessibile,
ecc.)
3) assistenza per la comunicazione nel senso più generale durante l’anno scolastico l’assistenza
relativa al punto a) è di solito prestata da un assistente appositamente nominato, un
accompagnatore, un bidello, un familiare, e così via. Si tratta, appunto, di un "assistente", cioè di
una persona che aiuta l’alunno in situazione di handicap negli spostamenti e nella cura della
persona. Tale "figura", durante le prove scritte, è presente nell’istituto e può esserlo anche
nell’aula dove il candidato svolge l’esame. L’assistenza relativa ai punti b) e c) la fa chi l’ha sempre
fatta durante l’anno scolastico (docente di sostegno, docente di classe, obiettore di coscienza,
ecc.) cioè la persona indicata dal Consiglio di classe. Quest’ultimo, nella relazione i cui aspetti sono
stati chiariti nel paragrafo 2 di questa scheda, deve infatti: - far presente con quali assistenze il
candidato ha svolto le prove di verifica durante l’anno scolastico - chiedere l’assistenza necessaria
per lo svolgimento delle prove scritte, grafiche e/o orali, indicando i compiti che tale assistenza
deve svolgere In conclusione, le persone che fanno assistenza durante l’esame sono le stesse che
hanno fatto assistenza all’alunno durante l’anno scolastico. Le "figure" sono quelle presenti a
scuola e che, durante l’anno, hanno "seguito l’alunno con handicap e fatto assistenza durante le
prove di valutazione", e precisamente: - docenti del Consiglio di classe e/o altro personale della
scuola e precisamente docenti di sostegno, docenti curricolari, ecc., personale assegnato alla
scuola, assistenti inviati dagli EE.LL, o segnalati "dagli stessi interessati e, in mancanza, dalle
associazioni di ciechi e di sordomuti o dalle loro famiglie" - "obiettori di coscienza operanti presso
gli Enti Locali" Si ricorda che le persone che possono prestare assistenza all’esame possono essere
più di una. Ad esempio, il docente di sostegno presente durante la prova di italiano può essere
diverso da quello presente durante la seconda prova o la prova orale (si veda in proposito il D.M.
25 maggio 1995 n. 170).
5. Le prove per i candidati che hanno svolto un percorso didattico differenziato:
per i candidati in situazione di handicap che hanno svolto nel corso degli studi piani didattici
individualizzati diversificati in vista di obiettivi educativi e formativi non riconducibili ai programmi
ministeriali, la Commissione d’esame predispone, su indicazione del Consiglio di classe, prove
differenziate omogenee al percorso svolto, finalizzate all’attestazione delle competenze e abilità
acquisite. Tale attestazione può costituire, in particolare quando il piano educativo individualizzato
prevede esperienze di orientamento, tirocinio, stage, inserimento lavorativo, un credito spendibile
anche nella frequenza di corsi di formazione professionale nell’ambito degli accordi tra
amministrazione scolastica e regioni.
I testi delle prove scritte sono elaborati dalle commissioni, sulla base della documentazione fornita dal
consiglio di classe.
Il Consiglio di classe fornirà ogni elemento utile per la formulazione delle prove.
Esse dovranno essere coerenti con quelle svolte durante il corso degli studi e con gli obiettivi educativi,
di formazione professionale e di sviluppo della persona prefissati nel piano educativo individualizzato,
nell’ambito dell’autonomia, della comunicazione, socializzazione, apprendimento ed acquisizione di
competenze relazionali e/o professionali.
Per il candidato in situazione di handicap che abbia seguito piani didattici individualizzati la partecipazione
alle prove d’esame costituirà comunque occasione di stimolo e di corretta conclusione di un percorso
formativo realizzato interagendo con l’intera classe.
Pertanto, si possono individuare 2 tipi di percorso:
99
Alunni in situazione di handicap il
cui P.E.I. preveda il
raggiungimento dei livelli
essenziali previsti per la classe
 Prove uguali alla classe
 Prove equipollenti
100
Alunni in situazione di handicap il
cui P.E.I. preveda un percorso
differenziato rispetto a quello
previsto per la classe
 Prove differenziate
Diploma esame di qualifica
Certificato di credito formativo
Diploma Esame di Stato
Attestazione Credito Formativo
Determinazione criteri di valutazione alunni diversamente abili e in situazione di gravità
dell’Istituto Comprensivo Falcomatà Archi
In merito alla valutazione, ed ai relativi criteri, degli alunni diversamente abili, va ribadito che il team
docente valuta comunque i risultati dell'apprendimento con l'attribuzione di giudizi o di voti relativi
esclusivamente allo svolgimento del PEI; tali giudizi o voti hanno valore legale al fine della prosecuzione
degli studi e di essi viene fatta menzione in calce alla scheda di valutazione.
In merito, viceversa agli alunni in situazione di gravità (art.3 c.3 L.104) ai sensi dell’art. 15 Ordinanza
ministeriale 21 maggio 2001, n. 90 e del successivo D.P.R.n°122 del 22 Giugno 2009 ( art.9) , il PEI
predisposto in sede di GLH operativo ( o in seduta dedicata) può individuare obiettivi formativi non
riconducibili ai programmi ministeriali e ai Piani di studio previsti per i diversi tipi di scuola.
A causa dell’impossibilità di procedere, per tali alunni, ad una valutazione calibrata sui parametri generali
fissati per gli alunni dell’Istituto Comprensivo, stante la programmazione totalmente individualizzata
predisposta dal GLH in seduta dedicata che ha individuato Aree d’intervento individualizzato con obiettivi
mirati e non riconducibili a quelli ministeriali, il GLH d’Istituto ha deliberato la predisposizione di apposite
griglie di valutazione, da allegare alla scheda ministeriale, nelle quali verranno riportate le aree
d’intervento previste nel PEI con indicazione degli obiettivi ritenuti dal team docente prevalenti ai fini
della valutazione ed una votazione espressa in decimi secondo quanto previsto dal seguente schema:
Valutazione alunni diversamente abili con obiettivi minimi e/o differenziati
Voto Modalità di raggiungimento dell’obiettivo
Obiettivo non raggiunto / atteggiamento oppositivo
Obiettivo sufficientemente raggiunto
Obiettivo raggiunto in modo soddisfacente
Obiettivo pienamente raggiunto
Obiettivo pienamente raggiunto
5
6
7
8/9
10
Prevalentemente guidato
Parzialmente guidato
In autonomia e con ruolo attivo
In autonomia, con sicurezza e con ruolo propositivo
Verranno, altresì, compilate sulla scheda di valutazione ministeriale le voci relative al comportamento e/o
comunque, alle discipline per le quali sia possibile effettuare una valutazione rispondente ai parametri
generalmente fissati per gli alunni dell’istituto comprensivo “Falcomatà Archi”.
L’AUTOVALUTAZIONE
101
L'art. 21 della legge 15 marzo 1997 n. 59, che istituisce l'autonomia delle Istituzioni Scolastiche, al comma
9 prevede “l'obbligo di adottare procedure e strumenti di verifica e valutazione della produttività
scolastica e del raggiungimento degli obiettivi”. L'autonomia scolastica comporta una libertà gestionale,
che richiede un maggiore impegno e responsabilità per le professionalità che vi operano (dirigente,
docenti, ATA). Impegno e responsabilità nell’ identificare aree e promuovere iniziative di miglioramento,
dopo aver effettuato azioni di verifica dei risultati, rispetto agli obiettivi programmati.
L'Autovalutazione d'istituto è un’autodiagnosi che impegna il DS e il Personale a decidere forme,
indicatori e contenuti per rilevare i punti di forza le loro ricadute sul funzionamento dell’Istituto e punti
di debolezza sui quali intervenire. Essa stessa rappresenta di per sé già un punto di forza per una serie di
valenze che scaturiscono dalla sua stessa promozione:
 Sviluppo della leadership collaborativa diffusa (attori coinvolti in dialoghi concreti e proficui)
 Ricerca della qualità
 Implementazione del miglioramento
Il Ministero ha pubblicato la Direttiva n. 11 del 18 settembre 2014 sulle priorità strategiche del Sistema
Nazionale di Valutazione per gli anni scolastici 2014/15,2015/16 e 2016/17
GLI SCOPI DELLA VALUTAZIONE
La valutazione è finalizzata al miglioramento della qualità dell’offerta formativa e degli apprendimenti e
sarà particolarmente indirizzata:
 alla riduzione della dispersione scolastica e dell’insuccesso scolastico;
 alla riduzione delle differenze tra scuole e aree geografiche nei livelli di apprendimento degli
studenti;
 al rafforzamento delle competenze di base degli studenti rispetto alla situazione di partenza;
 alla valorizzazione degli esiti a distanza degli studenti con attenzione all’università e al lavoro
IL DOCUMENTO DI AUTOVALUTAZIONE (RAV)
L'Invalsi negli ultimi anni ha sostenuto i processi di autovalutazione delle scuole fornendo strumenti di
analisi dei dati resi disponibili dalle scuole, ha quindi definito un sistema informativo di tutte le rilevazioni
nazionali e internazionali degli apprendimenti; un quadro di riferimento, corredato di indicatori e dati
comparabili, per l’elaborazione dei rapporti di autovalutazione (RAV).
Oggi il RAV costituisce il documento di sintesi dell’autovalutazione dell’Istituzione scolastica in tutti i suoi
processi formativi e di gestione.
È uno strumento di lavoro utilizzato per riflettere, far emergere ogni criticità e darsi degli obiettivi di
miglioramento.
Il documento si articola in 5 sezioni con 49 indicatori attraverso i quali la nostra scuola ha avviato il
processo di autovalutazione, individuato i punti di forza e debolezza, mettendoli a confronto con dati
nazionali e internazionali, ed elaborato le strategie per rafforzare la propria azione educativa.
DESCRIZIONE DEL PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE
INPUT
102
-
Risultati
Progetti /obiettivi
Rete scolastica
-
Tutto l’Istituto
-
DS
Responsabile qualità
Coordinatori d’area
- Autovalutazione
Gruppo Autovalutazione
Nucleo di valutazione
Autoanalisi
Rilevazione punti di forza e punti di debolezza
Individuazione delle aree da migliorare
Proposte di miglioramento
Evidenze
Questionari sistema domanda
Questionari di autovalutazione/soddisfazione interna
Customer Satisfaction (lettura educativa del sistema domanda
Cura della raccolta dati e documentazione
Predisposizione del documento di autovalutazione
Rapporto di monitoraggio
Diminuzione reclami
Soddisfazione utenza e personale
Grado di raggiungimento degli obiettivi
Valutazioni Esterne
VERIFICA E
VALUTAZIONE
-
Relazione attività
Report
EVIDENZE
-
Documentazione delle azioni di monitoraggio
RAV
Sintesi dei Monitoraggi
Relazioni coordinatori d’area
DESTINATARI
RESPONSABILE
ATTIVITÀ
RISULTATI
ATTESI DAL
PROCESSO
INDICATORI DI
PERFORMANCE
GESTIONE
-
L’autovalutazione interessa l’immagine della scuola, la qualità delle strutture, il Curricolo, l’ampliamento
dell’OF, la comunicazione, i rapporti interpersonali, la collaborazione, la professionalità, il rispetto del
regolamento, l’impegno e la partecipazione alla vita della scuola e sugli aspetti prettamente organizzativi.
103
I VANTAGGI
Per la Scuola
Per il
personale
della Scuola
• aver realizzato il processo di autovalutazione in autonomia con un forte
collegamento alla valutazione esterna e un ritorno in termini di visibilità attraverso
la partecipazione ai premi
• aver acquisito competenze ed esperienza sulle modalità di conduzione del processo
di autovalutazione utilizzabili in futuro
MONITORAGGIO
Il monitoraggio comporta una serie di azioni che vengono condotte costantemente al fine di osservare,
controllare ed evidenziare le problematiche emergenti e di valutare le attività avviate in concordanza con
gli obiettivi che si intendono perseguire. Le azioni di monitoraggio rientrano nella pratica quotidiana delle
attività dell’istituto: dai progetti ai processi, al grado di partecipazione/adesione alle diverse iniziative.
A tale proposito vengono predisposte diverse tipologie di questionari, evidenziando sia i diversi aspetti
del processo formativo che l’Istituto prevede di monitorare, sia gli obiettivi da raggiungere peculiari dei
diversi portatori d’interesse destinatari. Questo processo è guidato da obiettivi specifici d’indagine e
raccolta dei dati. I risultati dei monitoraggi sono utilizzati dai coordinatori d’area e dalle Commissioni
preposte ai diversi processi con la finalità di adottare azioni correttive e/o preventive per le annualità
successive.
Documento di sintesi e pianificazione delle azioni di monitoraggio è il PDM (Piano di Miglioramento) nel
quale sono progettati, mediante diagrammi di GANTT, le fasi e i tempi del monitoraggio
DESCRIZIONE DEL PROCESSO DI MONITORAGGIO
Esigenze del territorio
Esigenze delle famiglie e degli alunni
Dati concernenti il gradimento
Reclami portatori d’interesse
DESTINATARI
-
Alunni
Famiglie
Docenti
ATA
RESPONSABILE
-
DS
Coordinatori d’rea
Nucleo di valutazione
104
-
Monitoraggi e controlli della qualità
GESTIONE
INPUT
-
-
Autoanalisi
Indagini Customer Satisfaction
Raccolta sistematica e analisi delle informazioni riguardanti i portatori
d'interesse, ai loro bisogni e attese
Monitoraggio delle varie attività d’Istituto
RISULTATI
ATTESI DAL
PROCESSO
-
Azioni correttive e preventive (processi attivati/monitorati)
Curare la raccolta di dati e di documentazione
INDICATORI DI
PERFORMANCE
-
Risultati monitoraggi
Conseguimento risultati
Esiti dell’indagine
Dati statistici
VERIFICA E
VALUTAZIONE
-
Monitoraggi
Valutazione coordinatori d’area
EVIDENZE
-
Documentazione delle azioni di monitoraggio
PDM
Sintesi dei Monitoraggi
Relazioni coordinatori d’area
ATTIVITÀ
-
MIGLIORAMENTO
L’Istituto utilizza gli strumenti dell’autonomia organizzativa e didattica e dell’innovazione per realizzare
un’offerta formativa di qualità e si impegna a perseguire iniziative di miglioramento continuo della propria
offerta formativa predisposte nel PIANO DI MIGLIORAMENTO
DESCRIZIONE DEL PROCESSO DI MGLIORAMENTO
INPUT
DESTINATARI
105
-
Esigenze del territorio
Esigenze delle famiglie e degli alunni
Dimensionamento
RAV
Obiettivi e progetti per l’anno in corso
Non conformità: suggerimenti e proposte
Alunni
Famiglie
Docenti
ATA
Territorio
Partner
-
DS
Coordinatori d’area
Nucleo di valutazione
ATTIVITÀ
-
Elaborazione Piano di Miglioramento
Rilevazione non conformità
Verifica del DS
RISULTATI
ATTESI DAL
PROCESSO
-
Adeguatezza ed efficacia del Piano
-
Conseguimento dei risultati
-
Valutazione DS
Riesami
PDM (Piano di Miglioramento)
Verbali del Nucleo di valutazione
INDICATORI DI
PERFORMANCE
VERIFICA E
VALUTAZIONE
EVIDENZE
106
-
Piano di miglioramento
GESTIONE
RESPONSABILE
4.2 Ambiente di apprendimento
Gli Edifici Scolastici del nostro Istituto sono "intenzionalmente" strutturati ed organizzati come “Ambienti di
Apprendimento” ovvero come spazi fisici e/o virtuali, ma anche mentali e culturali, emotivi ed affettivi dove i
docenti pianificano e realizzano attività volte a promuovere processi educativi e didattici di crescita e di
apprendimento. Ambienti, quindi, disposti come "spazi d'azione", dove i docenti promuovono e sostengono
conoscenze, abilità, motivazioni, atteggiamenti, e dove gli alunni sperimentano esperienze significative, imparano
attivamente attraverso il fare, vivono interazioni e scambi interpersonali.
Scuola dell'infanzia
Nella Scuola dell'Infanzia l'ambiente è vissuto come "contesto di relazione, di cura e di apprendimento, nel quale
possono essere filtrate, analizzate ed elaborate le sollecitazioni che i bambini sperimentano nella loro esperienza"
(cfr. Indicazioni Nazionali per il Curricolo per la Scuola dell’Infanzia e per la Scuola Primaria). Gli spazi si
caratterizzano, così, come accoglienti, “caldi” e curati, con tempi distesi e stili educativi improntati all'osservazione,
all'ascolto e alla progettualità; spazi che vedono i piccoli alunni impegnati attivamente in processi di apprendimento,
dove sperimentano e conoscono la realtà, collaborano e socializzano nella pratica
quotidiana
delle
relazioni.
Scuola Primaria e Secondaria I grado
Nella Scuola Primaria, l'ambiente diventa il “contesto idoneo a promuovere apprendimenti significativi e a
garantire il successo, formativo per tutti gli alunni"( cfr. Indicazioni Nazionali per il Curricolo per la Scuola
dell’Infanzia e per la Scuola Primaria). In tale contesto prevale la dimensione comunitaria dell'apprendimento e
l'importanza di caratterizzare la vita di classe con relazioni significative: "aiuto reciproco", "apprendimento nel
gruppo cooperativo", "apprendimento tra pari", modalità di lavoro che comportano interazione e collaborazione.
L’attività di insegnamento/apprendimento, improntata al principio della laboratorialità, offre ai docenti ulteriori
opportunità per valorizzare l’alunno e aiutarlo nel suo processo di formazione. Mentre la programmazione
curricolare prevedeva percorsi definiti dal docente ed uguali per tutti, la pratica laboratoriale si propone come
modalità più vicina al soggetto che apprende, come modalità che si adatta alle persone in itinere e non viceversa.
L’attività didattica laboratoriale, di cui docenti e genitori sono co- responsabili, si sostanzia nell’esperienza dello
studente e nella personalizzazione. Questa dimensione umana nasce dal fatto che con la pratica laboratoriale, la
didattica si connota di progettualità, operatività e riflessione per mettere in moto il sapere implicito ed esplicito
di ciascuno. L’esperienza di apprendimento trova così la propria significatività, si automotiva e riafferma l’unità
della persona, della cultura e dell’educazione.
La classe è un importante ambiente di apprendimento e rappresenta un contesto di rapporti stabili che favorisce
l’identità personale. La vita della classe costituisce un importante apporto alla formazione umana e sociale
dell’alunno; le relazioni, il confronto nelle differenze, la solidarietà sono contenuto esplicito e concreto
dell’educazione alla convivenza civile, nelle dimensioni personale e comunitaria. Le attività
didattiche possono essere organizzate e svolte in attività di classe o di laboratorio con le seguenti modalità:
– lezione frontale-collettiva
– attività di lavoro di gruppo
– attività per classe o sezione aperta per gruppi di livello
– interventi individualizzati per superare difficoltà di apprendimento.
107
4.3 Inclusione e differenziazione
PROTOCOLLO H
ANALISI DEI BISOGNI FORMATIVI DEGLI ALUNNI H DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO
L’I.C. Falcomatà-Archi, accoglie per l’anno scolastico 2015-2016, n°44 alunni diversamente abili (tipologia EH)
appartenenti alla Scuola Primaria ( n°25 alunni) , alla Scuola dell’Infanzia ( n°2 alunni) ed alla Scuola Secondaria
di Primo Grado ( plessi Klearchos e Pirandello per complessivi n°16 alunni) . Gli alunni sono affidati ad un corpo
docente di sostegno di n° 26 unità complessive fra docenti titolari a t.i. ( n°12 unità) , e n°14 unità docenti con
incarico annuale , assegnazione provvisoria e/o utilizzazione , supplenza annuale o anno di prova sui tre ordini di
scuola .
Tutti gli alunni sono forniti di certificazione ex L.104 ( D.P.C.M. n°185 del 2006) ai fini dell’integrazione scolastica
e, precisamente, quattordici ( n°2 di Sc. dell’Infanzia e n° 9 di sc. Primaria e n°3 di Sc. Sec. di Primo Grado )
presentano una certificazione di gravità EH.
L’Istituto Comprensivo comprende tre plessi di Scuola primaria: S. Caterina , San Brunello ed Archi. Nel plesso di
S. Caterina è, inoltre , ospitata anche le Scuole dell’Infanzia presso le quali sono iscritti, dal presente anno
scolastico, n°2 alunni diversamente abili in situazione di gravità.
Il plesso di Santa Caterina Scuola Primaria, accoglie n°4 alunni con disabilità psicofisica in situazione di gravità in
possesso di L.104/DPCM185/2006 art.3 c.3 e n° 5 alunni psicofisici in possesso L.104 art.3c.1 e/o
D.P.C.M. n°185 del 2006 c.1 .
Il plesso di San Brunello, Scuola Primaria, accoglie n° 5 alunni diversamente abili ( su tipologia EH) .
Il Plesso di Archi , Scuola Primaria , accoglie n° 11 alunni diversamente abili ( su tipologia EH) cinque dei quali in
situazione di gravità .
La scuola secondaria di Primo Grado Pirandello accoglie n°11 alunni EH, tre dei in possesso di DPCM L.104 art.3
c.3 in situazione di gravità.
La scuola secondaria di Primo Grado Klearchos accoglie n°6 alunni EH in possesso di L.104 art.3 c.1 e/o DPCM
L.104 art.3 c.1
I plessi risultano generalmente dotati di strutture idonee ad accogliere alunni disabili: scivoli gommati ed in
cemento per accedere ai locali della scuola e muoversi all’interno di essa con le sedie a rotelle e bagni attrezzati.
Il plesso di San Brunello risulta dotato di strutture e locali idonei allo svolgimento dell’attività individualizzata di
sostegno; tra le risorse sottolineiamo l’ esistenza di un’ aula multimediale, particolarmente utile per l’uso di
software didattici di genere vario ( recupero difficoltà cognitive, linguistiche, logico- matematiche, dislessia, ecc.).
Il plesso di S. Caterina dispone di una palestra, di due aule multimediali dislocate al primo ed al secondo piano
dell’edificio, ma appare carente, almeno al momento, quanto a locali idonei, al piano terra dell’edificio,
per svolgere attività di sostegno di tipo individualizzato, a carattere cognitivo, psicomotorio, manipolatorio,
musicoterapia ecc. Attività, queste ultime, necessarie per il conseguimento degli obiettivi e delle finalità
predisposte per gli alunni diversamente abili nel PEI.
Il plesso di Archi, che accoglie tutte le classi di Scuola Primaria e di Scuola Secondaria di Primo Grado su piani
diversi , è spazioso, ricco di attrezzature e sussidi, di un laboratorio multimediale ben organizzato, di un laboratorio
musicale, di un ampio salone che funge, tra l’altro , da teatro per le rappresentazioni degli alunni
, di locali idonei allo svolgimento di attività varie a carattere cognitivo, psicomotorio, manipolatorio, ecc. E’, inoltre,
circondato di ampi spazi verdi.
L’edificio in cui è ospitata la la Scuola Secondaria di Primo Grado Pirandello è organizzato su due piani e dispone
108
di aule ampie e luminose, di un laboratorio multimediale ricco ed attrezzato, di un laboratorio musicale, di un
locale per la mensa, di una palestra spaziosa e luminosa ecc.
Gli operatori scolastici e quelli sanitari sono, da sempre, in rapporto di stretta e proficua collaborazione. In
particolare, va sottolineata la grande sensibilità degli specialisti dell’U.M. ASP n° 5 che, da anni, compongono il
GLH operativo del Circolo, degli operatori degli Istituti di riabilitazione di Reggio Calabria (Casa Serena, Villa
Betania, Skinner, Mariotti ecc.)
BISOGNI FORMATIVI DEI SINGOLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI
In base al dettato costituzionale, la scuola è chiamata a trasmettere cultura intesa non solo come acquisizione di
abilità fondamentali e competenze specifiche, ma soprattutto come mezzo di formazione dell’uomo e del
cittadino. In particolare, gli alunni diversamente abili necessitano di una piena integrazione attraverso la
costruzione di un percorso formativo e didattico ad hoc che superi la didattica centrata sul deficit e tenga piuttosto
conto dei loro reali bisogni, al fine di sviluppare al meglio le proprie potenzialità. Questi allievi, quindi, necessitano
di:
A) potenziare i livelli di autostima e la fiducia di base;
B) sviluppare le abilità metacognitive e metaemozionali necessarie per iniziare a prendere
consapevolezza del proprio sé e del proprio agire in relazione al mondo circostante;
C) acquisire la capacità di cooperare ed interagire con gli altri attraverso attività di piccolo e grande
gruppo;
D) acquisire la capacità di comunicare attraverso linguaggi diversi;
E) usufruire di un “percorso” atto a superare difficoltà personali ed ostacoli presenti nell’ambiente.
Essi hanno bisogno, inoltre, che la scuola individui preliminarmente le difficoltà di apprendimento e di
relazione attraverso appositi strumenti di osservazione e rilevazione, che promuova la loro integrazione e
favorisca, mediante progetti in sintonia con le linee generali del P.O.F., la realizzazione di un percorso che
miri all’uguaglianza valorizzando le diversità.
A tal proposito, è bene sottolineare che la scelta di un curricolo riservato agli allievi con deficit non va intesa
come opzione per una didattica differenziale. Il processo educativo, specie in presenza di alunni disabili gravi,
non può muovere da programmi e percorsi predefiniti a priori a tavolino, ma deve nascere in situazione e
coinvolgere le dimensioni affettive, emozionali, sociali e cognitive degli adulti e degli alunni.
Si tratta di costruire un percorso personalizzato che non è una diversa direzione d’apprendimento rispetto alla
classe, ma solo una strada più agevole, più consona alle potenzialità del discente in termini di tempi e di
modalità dell’offerta didattica.
In coerenza con il principio secondo cui l’individualizzazione dell’insegnamento/apprendimento e
l’integrazione rappresentano due esigenze egualmente irrinunciabili da conciliare.
Pertanto, il curricolo differenziato rappresenta la sintesi equilibrata fra due variabili: la progettazione
didattica-educativa rivolta a tutti gli alunni e quella rivolta agli allievi diversamente abili.
STRATEGIE CHE SI INTENDONO ATTIVARE PER SVILUPPARE LE POTENZIALITÀ PRESENTI O RESIDUE, IN
RAPPORTO ALLE RISORSE COMPLESSIVE DELLA SCUOLA
GLI E GLHI D’ISTITUTO
“Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi
fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le Scuole offrano
adeguata e personalizzata risposta”.
La circolare ministeriale del 22.11.2013 Prot. n.0002563, successiva alla Nota prot. n°1551 del 27 dicembre 2012
e la C.M. n°8 del 6 marzo 2013 , avente come oggetto: “STRUMENTI DI INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI
EDUCATIVI SPECIALI. A.S. 2013-2014. CHIARIMENTI” con la quale il Ministero ha fornito ulteriori informazioni in
109
merito all’individuazione, agli strumenti di intervento ed al ruolo dei consigli di classe in merito ai BES, sono, oltre
alla legislazione sui DVA e sui DSA, gli importanti riferimenti normativi cui richiamarsi per quanto attiene ai BES .
Come si ricava dalla C.M. n°8 del 6 marzo 2013 e dalla modulistica prodotta da diversi uffici scolastici a partire
dal mese di giugno 2013, sotto la sigla BES si includono tre grandi categorie:
i DA o DVA ( ossia gli alunni con disabilità), i DSA ed una terza categoria, quella dello svantaggio ( socio- economico
e/o linguistico/culturale). La vera novità riguarda proprio quest’ultima categoria: per la prima volta si chiede ai
Consigli di classe di predisporre, qualora lo ritengano opportuno ed all’unanimità, di predisporre un piano
personalizzato per chi vive in una situazione di generico “disagio”. In questo mare magnum di novità, tuttora in
fieri, è parso non solo utile, ma indispensabile, predisporre un documento che tenga conto di queste novità e renda
il nostro I.C. in grado di gestire, con gli strumenti più appropriati, la problematica inerente i BES.
L’adozione del Protocollo di rete per l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, nasce dall’esigenza di
definire ed adottare pratiche condivise e comuni tra tutte le scuole che operano nello stesso istituto comprensivo
e che sono pertanto accomunate dalla stessa complessità.
Includere gli alunni con Bisogni Educativi Speciali, significa fare in modo che essi siano parte integrante del
contesto scolastico, sociale, culturale, alla pari degli altri alunni, insieme agli altri alunni, senza alcuna
discriminazione; significa assicurare a tutti il diritto allo studio e al successo scolastico e formativo.
In tale prospettiva, è necessario da parte della scuola non solo un impegno forte di conoscenza e di valorizzazione
della realtà personale, umana, sociale e familiare degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, ma anche e
soprattutto un impegno di sviluppo della loro formazione attraverso la realizzazione di un’organizzazione educativa
e didattica personalizzata, sia negli obiettivi sia nei percorsi formativi che nelle strategie didattiche.
Al fine dell’inclusione scolastica e sociale degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, il Collegio Docenti dell’I.C. ha
sottolineato la necessità di raggiungere le seguenti finalità:
- definire pratiche condivise ;
- favorire l’accoglienza, l’integrazione e l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali;
- progettare percorsi comuni di individualizzazione o personalizzazione che fanno coesistere socializzazione ed
apprendimento;
-incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari, durante il percorso di
istruzione e di formazione;
- adottare forme di verifica e valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti;
- accompagnare adeguatamente gli studenti con Bisogni Educativi Speciali nel percorso scolastico.
- fornire strumenti comuni di indagine, osservazione, rilevazione e progettazione del percorso formativo;
- monitorare le azioni e gli interventi.
L’inclusione degli alunni può essere realizzata solo in una scuola che è in grado di riconoscere effettivamente i
Bisogni Educativi Speciali.
Questa premessa è resa indispensabile dalla normativa ultima in materia di BES e dalla necessità che i
minori DVA siano fatti oggetto di particolari modalità di intervento, integrazione, valutazione secondo quanto,
appresso, meglio delineato.
L’integrazione ed il successo formativo dell’alunno disabile si concretizzano attraverso percorsi
individualizzati e sostenuti dal progetto educativo personalizzato P.E.I., nell’ambito di una costante interazione
110
tra famiglia, scuola e territorio.
Si possono realizzare diverse forme di individualizzazione: da un semplice intervento attraverso attività
esemplificative concordate con il docente di sostegno, da parte degli insegnanti di classe, alla necessità di
costruire un vero e proprio P.E.I. per alunni in situazione di grave difficoltà, con l’utilizzo di risorse aggiuntive
come gli assistenti socio-educativi o altre risorse umane messe a disposizione dagli enti locali.
Questo non significa che la programmazione individualizzata sia utile solo agli alunni con ritardo mentale
o con comportamenti problematici, può bensì essere rivolta anche ad alunni meno gravi, non certificati come
diversamente abili, come nel caso dei disturbi dell’apprendimento, i quali dovrebbero beneficiare di una
didattica più rispondente ai bisogni dell’alunno.
In quest’ottica, che cerca di superare la logica emarginante della coppia alunno–insegnante di sostegno.
Il nostro Istituto Comprensivo si sta attivando con esperienze didattiche alternative e soluzioni organizzative
diverse, come quelle che mettano in primo piano il ruolo attivo di tutti gli alunni all’interno del contesto classe,
al fine di favorire lo sviluppo di rapporti di amicizia e di reciproco aiuto, il lavoro con gruppi di apprendimento
cooperativo, il tutoring (alunni con funzione reciproca di insegnamento), e soprattutto con il coinvolgimento
diretto ed indispensabile dell‘A.S.P., dei servizi sociali presenti sul territorio e delle famiglie.
La scuola si predispone ad accogliere utili indicazioni provenienti dai genitori degli alunni diversamente
abili rispetto agli itinerari di crescita dei propri figli, in modo da programmare con maggiore efficacia
l’intervento educativo.
A tal proposito, alcune recenti note e circolari ministeriali ribadiscono che “il sostegno agli alunni in
situazione di handicap, attraverso percorsi didattici individualizzati, fa capo, oltre che all’insegnante
specializzato, all’intero corpo docente” e che “il processo di integrazione scolastica si fonda sull’assunzione,
da parte di tutti i docenti della classe, del progetto di vita.”
Pertanto, compito dell’insegnante di sostegno è quello di programmare, all’interno del consiglio di classe,
l’intervento educativo insieme agli insegnanti curricolari, assicurando ai colleghi le indispensabili mediazioni
didattiche e relazionali per un’effettiva integrazione dell’alunno nel contesto della classe.
Le attività dell’insegnante di sostegno dovrebbero, poi, integrarsi e amalgamarsi in una più globale
funzione di sostegno che la comunità scolastica nel suo insieme ha il compito di attivare nei confronti delle
tante e diverse situazioni di disagio e di difficoltà presenti.
Tenendo presenti gli elementi fin qui evidenziati, il GLH, presente all’interno dell’I.C. definisce gli
interventi, che saranno poi declinati ed opportunamente personalizzati e calibrati nel PEI e, laddove si
evidenzino particolari esigenze e /o difficoltà , finalità e obiettivi da raggiungere nel progetto di
“INTEGRAZIONE ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI”
Finalità
 Trasformare la scuola in una piccola comunità educante improntata a rapporti di
cooperazione e collaborazione.
 Incrementare le capacità comunicativo/espressive degli alunni diversamente abili.
 Offrire agli alunni nuove opportunità educative.

Obiettivi generali
 Sviluppo della personalità in un contesto socializzante.
 Valorizzazione delle attività e dei linguaggi espressivo–comunicativi.
111
 Offrire agli alunni diversamente abili e a quelli che presentano difficoltà d’inserimento ,
la possibilità di fruire di esperienze educative variegate attraverso laboratori di tipo diverso e
calibrati sulle loro reali necessità.
 Rispettare le più elementari regole di convivenza in un piccolo gruppo per sapere poi
trovare un giusto inserimento nel vissuto di tutti i giorni.
Obiettivi specifici
 Potenziare i livelli di autostima e la fiducia di base;
 Accrescere e favorire le capacità di autonomia personale e sociale;
 Stimolare le capacità espressive , anche attraverso strategie ed attività volte a potenziare la creatività.
 Ricercare tutti gli strumenti possibili per agevolare la comunicazione.
 Accrescere il retroterra di esperienze pratiche e manipolatorie degli alunni.
 Stimolare la comunicazione anche attraverso l’utilizzo di linguaggi multimediali.
 Migliorare le capacità di rilassamento.
 Favorire l’interiorizzazione e la rappresentazione del proprio schema corporeo.
 Acquisire ed affinare la dimensione spazio-temporale.
Contenuti:
 far conoscere lo spazio scolastico;
 organizzare i contatti fra gli alunni;
 organizzare i contatti fra docenti e alunni;
 fornire le informazioni e gli strumenti minimi per lo sviluppo della dimensione psico-motoria, socio- relazionale
e cognitiva degli alunni .
Tempi:
Le prime due settimane dell’anno scolastico per insegnare all’allievo a muoversi all’interno dell’Istituto; tutto l’anno
scolastico, affinchè il progetto favorisca momenti di crescita socio-affettivo-relazionale e cognitiva.
Strumenti e materiali di apprendimento
Riguardo agli strumenti e materiali di supporto, si è scelto di affiancare ai tradizionali supporti (testi, schede, materiale
strutturato e non, ecc.) l’utilizzo di strumenti didattici multimediali che consentano agli alunni l’integrazione di testi,
immagini, audio e video e che permettano ai soggetti flessibilità nell’uso , libertà di scelta del percorso e di una adeguata
velocità di apprendimento ed interattività con lo strumento. Il progetto pertanto prevede, soprattutto per gli alunni
particolarmente dotati, l’ utilizzo del PC ( reso possibile dalla presenza in tutti i plessi di attrezzate aule multimediali) e
112
dei software didattici reperibili sui comuni supporti (floppy disk, CDROM) come anche sulla rete Internet.
Organizzazione del lavoro
Per gli alunni delle prime classi o di nuova assegnazione, dopo un primo periodo riservato ad opportuna attività di
osservazioni sistematiche, verrà esaminato in sede di G.L.H. il Profilo Dinamico Funzionale trasmesso dalle Scuole di
provenienza, da cui scaturirà il Piano Educativo Individualizzato (Art. 12 L. 104).
Sarà convocato due volte l’anno il G.L.H./GLI d’Istituto ( art. 15 Legge 104/92).
Saranno convocati almeno due volte l’anno i G.L.H. in seduta dedicata o operativi per ogni singolo alunno
PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI
Il protocollo di accoglienza è un documento che, deliberato dal Collegio dei Docenti ed inserito nel
P.T.O.F.,predispone ed organizza le procedure che l’Iistituto intende mettere in atto riguardo l’iscrizione e
l’inserimento di alunni stranieri Questo documento definisce tutte le azioni con cui attuare l’inserimento
scolastico degli alunni stranieri, sia di quelli che si iscrivono prima dell’inizio delle lezioni sia di quelli che si iscrivono
ad anno scolastico iniziato.
Tiene conto del quadro legislativo di riferimento costituito da
: Legge n.40 – 6 marzo 1998
D. Lgsl n. 286 – 25 luglio 1998 (Testo Unico delle disposizioni concernenti la
disciplina dell’immigrazione)
DPR n. 394 – 31 agosto 1999 (Regolamento di attuazione)
DPR n. 275 - 1999
e delle indicazioni ministeriali, tra cui:
CM n. 205 – 26 luglio 1990
CM n. 73 – 2 marzo 1994
CM n. 87 – 23 marzo 2000
CM n. 3 – 5 gennaio 2001
Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri ( C.M. 24 Marzo 2006) Linee
guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri febbraio 2014Nota MIUR
n°5535 dello 09.09.2015 ( trasmissione del documento “Diversi da chi? Raccomandazioni
per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura”.
Il protocollo di accoglienza costituisce uno strumento di lavoro che:
 Contiene criteri ed indicazioni riguardanti l’iscrizione e l’inserimento a scuola degli alunni stranieri
113




Definisce compiti e ruoli degli operatori scolastici
Traccia le fasi dell’accoglienza
Propone modalità di interventi per l’apprendimento della lingua italiana
Individua le risorse necessarie per tali interventi.
PREMESSA
La scuola oggi deve affrontare il tema delle relazioni, dell’incontro con gli altri e della gestione delle differenze:
differenze visibili, diventate un “ingrediente” normale della pratica quotidiana grazie alla presenza di chi “viene
da lontano” con la propria lingua, religione, cultura e caratteristiche somatiche. La scuola deve così mettere
l’accento sull’ “inter”, ossia sul processo di confronto, di scambio, di cambiamento reciproco e nello stesso tempo,
sottolineare l’unità e la convivenza democratica. Gli insegnanti sono chiamati, sulla base di una rinnovata
professionalità, ad “educare all’interculturalità”, cioè a costruire la disponibilità a conoscere e a farsi conoscere
nel rispetto dell’identità di ciascuno in un clima di dialogo e di solidarietà” (C.M. n°73 del 2/03/’94).
Tre sono gli obiettivi su cui riteniamo vada posto l’accento:
 attenzione alla relazione, attraverso l’attivazione nella scuola di un clima di apertura e di dialogo;
 attenzione all’apprendimento, attraverso l’impegno interculturale nell’insegnamento disciplinare e
interdisciplinare;
 attenzione all’interazione e allo scambio attraverso lo svolgimento di interventi integrativi delle attività
curricolari, anche, si auspica, con il contributo di Enti e di Istituzioni varie.
L’educazione interculturale non è quindi uno specialismo, una disciplina aggiuntiva che si colloca in un momento
prestabilito dell’orario scolastico, ma un approccio a rivedere i curricoli formativi, gli stili comunicativi, la
gestione educativa delle differenze e dei bisogni di apprendimento.
Va, altresì, evidenziato che nostro I.C. accoglie, nel corrente a.s. 2015-2016 , n°53 alunni stranieri appartenenti
ai tre ordini di scuola, e precisamente: n° 34 alunni di Scuola Primaria, n° 6 alunni di Scuola dell’Infanzia e n°13
alunni di Scuola sec. di Primo Grado , appartenenti a nazionalità diverse ( rumena, ucraina, macedone, nigeriana,
egiziana, cinese, indiana, turca, marocchina,filippina, georgiana,polacca, albanese …).
Il protocollo di accoglienza si propone di:
1. definire pratiche comuni e condivise da seguire all’interno dell’Istituto comprensivo in termini di
accoglienza di alunni stranieri;
2. facilitare l’ingresso di bambini e ragazzi di altre nazionalità nel sistema scolastico;
3. sostenere gli alunni neo-arrivati nella fase di adattamento al nuovo contesto;
4. favorire un clima di accoglienza e di attenzione alle relazioni che prevenga e rimuova eventuali ostacoli ad
un proficuo inserimento;
5. costruire un contesto favorevole all’incontro con le altre culture e con le “storie” di ogni bambino;6-
promuovere la comunicazione e la collaborazione fra scuola e territorio.
114
Il protocollo di accoglienza delinea la prassi da seguire di carattere:
1. amministrativo (iscrizione);
2. comunicativo relazionale (prima conoscenza);
3. educativo - didattico ( proposta di assegnazione alla classe, accoglienza, educazione interculturale,
insegnamento dell’italiano come seconda lingua);
4. sociale (rapporti e collaborazioni con il territorio).
COMMISSIONE ACCOGLIENZA.
Il DPR 31/08/99 n°394 all’art. 45 “iscrizione scolastica” attribuisce al collegio dei docenti numerosi compiti
deliberativi e di proposta in merito all’inserimento nelle classi degli alunni stranieri. Per sostenere questi compiti
la scuola ha costituito una Commissione “accoglienza” che: ¨ è composta dal Dirigente Scolastico, dalla docente
coordinatrice dell’Area 2 (Coordinatore servizi agli alunni con disagio per la prevenzione dei comportamenti a
rischio – Obiettivi strategici e prioritari del RAV , art.1 c.7 lett. l,p,q,s ) nonché referente GLH,GLI e Dislessia, da
due docenti di Scuola Primaria, da due docenti di Scuola Sec. di Primo Grado e da un genitore
CHI SONO GLI ALUNNI STRANIERI.
ISCRIZIONE.
Il momento dell’iscrizione del proprio figlio alla scuola è probabilmente, per la famiglia straniera il primo incontro
col sistema educativo italiano. Per i minori con cittadinanza non italiana , in base a quanto previsto dall’art.45
del DPR n° 349/1999 , le procedure di iscrizione possono avvenire in corso d’anno, nel momento in cui il minore
arriva in Italia. Per gli studenti già inseriti nel sistema scolastico italiano, invece cher devono frequentare le prime
classi della scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado, le iscrizioni avvengono
secondo i tempi previsti dalle circolari ministeriali, solitamente gennaio e febbraio per la frequenza dell’anno
scolastico successivo. In entrambi i casi i genitori comunicano alla Segreteria le informazioni essenziali relative
all’alunno (codice fiscale, se ne è in possesso, nome , cognome, data di nascita, residenza). Il modulo di iscrizione,
che ora è online, viene poi modificato ed integrato dalle singole scuole, in modo che ciascuna famiglia possa
esprimere le proprie scelte in merito alla richiesta del tempo scuola, della mensa e degli altri servizi previsti sulla
base del POF e delle risorse umani e strumentali disponibili. Questo momento riveste un’importanza peculiare
perchè:
1. alla scuola permette di raccogliere informazioni sul neo iscritto;
2. alla famiglia permette di ricevere tutte le indicazioni necessarie per orientarsi nella nuova situazione.
Un addetto della segreteria è incaricato di ricevere le iscrizioni degli alunni. Al momento dell’iscrizione è
vincolante la presenza di un genitore dell’alunno o di un suo tutore per:
- raccogliere i dati personali ed i documenti anagrafici;
- accertare se sono state praticate agli alunni le vaccinazioni obbligatorie, richiedendo la presentazione della
relativa certificazione;
- raccogliere documenti e/o autocertificazioni relativi alla precedente scolarità;
- acquisire l’opzione di avvalersi o non dell’insegnamento della religione cattolica;
115
-
fornire il libretto scolastico per le giustificazioni, ritardi e assenze e il regolamento d’istituto;
fornire ai genitori modulistica bilingue per facilitare la comunicazione con i docenti;
fissare un primo incontro tra famiglia e i docenti della scuola interessata , se necessario alla presenza di un
mediatore culturale. PRIMA CONOSCENZA.
La prima conoscenza avviene tramite un incontro tra alcuni docenti della Commissione con i genitori (
eventualmente, ove necessario, con la presenza di un mediatore culturale se presente nella scuola ) e un
successivo colloquio con l’alunno.
In questa fase si raccolgono informazioni sulla storia personale e scolastica dell’alunno, sulla situazione familiare,
sugli interessi, sulle abilità, sulle competenze possedute. Al riguardo, va precisato che il nostro I.C. ha strutturato
apposite prove in ingresso al fine di accertare le competenze ed abilità linguistiche possedute dal minore
straniero e somministrategli tempestivamente dalla Commissione Accoglienza.
PROPOSTE DI ASSEGNAZIONE ALLA CLASSE.
I dati raccolti nelle fasi precedenti permettono di assumere decisioni in merito alla classe di inserimento e
secondo le indicazioni del DPR 31/08/’99 n°394.
“ I minori stranieri soggetti all’obbligo scolastico vengono iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica,
salvo che venga deliberata l’iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto:
a) dell’ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell’alunno, che può determinare l’iscrizione ad una
classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella corrispondente all’età anagrafica;
b) dell’accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell’alunno;
c) del corso di studi eventualmente seguito dall’alunno nel Paese di provenienza;
d) del titolo di studio eventualmente posseduto dall’alunno”.
Va, a questo punto, sottolineato che la nota MIUR n°5535 dello 09.09.2015 contenente la trasmissione del
documento “Diversi da chi? Raccomandazioni per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura,
redatta a cura dell’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura, ha
fornito dieci raccomandazioni e proposte operative desunte dalle migliori pratiche scolastiche finalizzate ad
una più corretta ed efficace organizzazione delle modalità di accoglienza ed integrazione , nella dimensione
plurilingue e multiculturale che è divenuta la normalità per la gran parte delle scuole italiane.
Le raccomandazioni sono particolarmente utili in questa fase di applicazione e traduzione operativa della Legge
di Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione ( L.13 luglio 2015,n.107).
Tra l’altro, la raccomandazione n°3 “Contrastare il ritardo scolastico” stabilisce testualmente:” La normativa
sull’inserimento scolastico degli alunni con background migratorio prevede la determinazione della classe sulla
base del criterio dell’età. I dati ministeriali rilevano infatti, un tasso preoccupante di “ritardo scolastico” in ingresso
che, non solo non evita, ma in molti casi favorisce ulteriori ritardi dovuti alle bocciature/ripetenze, con effetti di
demotivazione al proseguimento degli studi. Non costituisce motivo sufficiente di deroga alla normativa la non
conoscenza dell’italiano dell’alunno neoinserito per il quale occorre ,anzi, prevedere piani didattici
personalizzati al riallineamento con i comuni obiettivi di apprendimento…
E’ auspicabile che ogni classe non abbia più di 5 alunni stranieri e che vengano eventualmente raggruppati a
parità di età per etnie .
Si ritiene assai significativa la presenza di un mediatore culturale che possa fornire informazioni sui sistemi
scolastici dei paesi di provenienza, sulla tipologia dei loro curricoli, sulla durata e sul calendario scolastico.
Per queste valutazioni il bambino potrà iniziare a frequentare la scuola qualche giorno dopo l’iscrizione. Gli alunni
della scuola materna dovranno essere inseriti gradualmente.
116
L’INSERIMENTO NELLA CLASSE / SEZIONE
Tra l’atto formale dell’iscrizione e l’effettivo inserimento in classe intercorrerà un lasso di tempo di almeno 1
settimana che permetterà di curare l’inserimento stesso ( scambio di informazioni, accordi con il team docente,
preparazione della classe…)Nella prima fase dell’inserimento scolastico, l’insegnamento della lingua italiana
come seconda lingua deve tendere soprattutto a:
1. fornire al bambino straniero gli strumenti linguistici che gli possono permettere di partecipare ad alcune
attività comuni della classe;
2. sviluppare l’italiano utile sia alla scolarizzazione che alla socializzazione in generale.
Il bambino, nella prima fase di accoglienza è inserito nella classe, impara a comunicare con compagni e
insegnanti. Apprende il lessico e i modi per la conversazione: richiamare l’attenzione, chiedere, denominare
oggetti, azioni, rispondere a richieste e a comandi, esprimere i propri vissuti.
La lingua presentata è legata al contesto, ai campi di attività comunicativa del quotidiano. I tempi proposti
tengono conto degli interessi e dei bisogni del bambino straniero perché trovi nella scuola un ambiente nel quale
stare bene. Gli argomenti che si presenteranno potranno essere affrontati secondo la seguente impostazione:
¨ presentazione del lessico di base relativo al tema proposto (utilizzando anche oggetti, foto, immagini, disegni,
CD, situazioni utili alla contestualizzazione,ilo metodo TPR,
siti web utili per l’educazione interculturale, come il sito www.centrocome.it );
¨ memorizzazione del lessico e riutilizzo anche in contesti diversi;
¨ introduzione del nuovo vocabolario in strutture semplici e via via più complesse;
¨ esercizi di riconoscimento, discriminazione;
¨ espressione orale e scritta ( risposta a semplici domande, produzione di frasi di brevi testi) con riutilizzo del
lessico e delle strutture presentati.
I temi iniziali riguarderanno il bambino, la sua storia, le caratteristiche principali dell’identità e del suo ambiente di
vita quotidiana.
IPOTESI DI TESTI:
1. Il bambino (nome, età, viaggio, storia, saluti, il paese d’origine …);
2. L’aula;
3. Gli oggetti della scuola;
4. Le azioni della scuola;
5. La famiglia;
6. La casa;
7. I vestiti;
8. I giocattoli;
9. I colori;
10. Il corpo ed il viso;
11. Il tempo (giorni, mesi, data);
12. Il cibo;
13. I negozi;
14. I mezzi di trasporto;
15. Gli animali;
16. I divertimenti …
Per ciascun tema si proporranno esercizi svariati e stimolanti, attività concrete, uscite,
osservazioni dirette …
Le funzioni linguistiche verranno sviluppate nel gruppo classe:
117
· dire e scrivere il proprio nome, l’età, la classe frequentata;
¨ chiedere agli altri il nome, l’età, la classe;
¨ salutare;
¨ denominare, indicare, scrivere gli oggetti della scuola;
¨ capire ed eseguire le azioni della scuola;
¨ chiedere un oggetto e ringraziare; dire e scrivere il proprio indirizzo;
¨ denominare i vestiti, i giocattoli, i colori;
¨ indicare il possesso;
¨ denominare le parti del corpo;
¨ esprimere alcune caratteristiche fisiche e stati e bisogni.
SUGGERIMENTI METODOLOGICI:
¨ piccolo gruppo dei pari per favorire la socializzazione e sostenere l’approccio linguistico.
¨ gioco, attività ludica e di laboratorio, “tutoraggio”.
COLLABORAZIONE CON IL TERRITORIO.
Al fine di promuovere la piena integrazione degli alunni stranieri nel più vasto contesto sociale, la scuola
ha bisogno delle risorse del territorio, della collaborazione con servizi, biblioteche, per costruire una rete
d’intervento che rimuova ostacoli e favorisca una cultura dell’accoglienza e dello scambio culturale.
Argomenti che suggeriamo:
¨ racconto il mio paese;
¨ canti e balli popolari;
¨ il cibo;
¨ promozione alla lettura: Le fiabe.
Attività che favoriscono il clima positivo all’interno della scuola.
Si potrebbero organizzare momenti di incontro fra genitori italiani e stranieri, per esempio durante la
festa di fine anno scolastico.
COLLABORAZIONE COL MEDIATORE CULTURALE.
Il mediatore culturale è soltanto una delle risorse per la gestione positiva delle relazioni interculturali. Per riuscire
a trarre il maggior beneficio dalla ricca e delicata funzione del mediatore, bisogna innanzitutto riconoscergli un
ruolo specifico e centrale nel processo educativo e comunicativo, progettare insieme a lui un intervento in
un’ottica di lavoro in equipe, valorizzando la presenza e cercando di non ridurlo a mero operatore per una
situazione di emergenza, con tentativi formativi e non pianificati e strutturati a tavolino insieme al corpo docente.
Cosa fa il mediatore a scuola.
Nei confronti dei bambini immigrati:






sostiene la prima fase di accoglienza e di inserimento;
ricostruisce la loro biografia ed il percorso scolastico regresso;
rende esplicite le regole scolastiche;
funziona da “contenitore affettivo” per ridurre l’ansia ed il disorientamento iniziale;
dà visibilità e valorizza le culture d’appartenenza;
dà legittimità e prestigio alla lingua d’origine dentro la
scuola. Nei confronti degli insegnanti e degli alunni italiani:





118
contribuisce a risolvere le difficoltà comunicative durante la prima fase di accoglienza e di
inserimento con la famiglia immigrata e con l’alunno neoarrivato;
fornisce informazioni sulla storia del bambino;
presenta i modelli educativi e scolastici del paese di origine;
collabora a progetti di educazione interculturale arricchendo con nuove idee e strategie il programma e
lo stile didattico della scuola con cui interagisce;
 presenta e racconta le altre culture;


sostiene l’insegnamento dell’italiano come seconda lingua collaborando con gli insegnanti di classe
traduce informazioni e comunicazioni della scuola nelle diverse lingue
Nei confronti delle famiglie immigrate:




informa e facilita l’uso della scuola, rimuove gli ostacoli che si frappongono all’accesso dei servizi educativi;
orienta ed accompagna i genitori neo-arrivati nel sistema scolastico italiano;
mette in relazione i patners educativi, coinvolge i genitori italiani e stranieri e ne facilita l’incontro;
traduce materiale informativi nelle diverse lingue;
 interviene in situazioni di malinteso, gestisce eventuali incidenti interculturali o fraintendimenti.
SUGGERIMENTI UTILI
L’età anagrafica risulta, dunque, il criterio per decidere l’assegnazione alla classe. Possono, tuttavia presentarsi
difficoltà e carenze nell’apprendimento particolarmente gravi e tali da richiedere , oltre la stesura del PDP, anche
azioni di recupero individualizzate e modalità flessibili di lavoro ( classi aperte, ecc.) attuate per tutto il tempo
necessario a garantire il processo d’inserimento dell’alunno.
2) L’emisfero cerebrale che elabora l’apprendimento della L2 è il destro, il che implica che essa debba essere
trasmessa con le modalità più tipiche di questo emisfero. I cinque sensi, tutti, devono essere stimolati durante
l’insegnamento perché essi veicolano le informazioni al cervello. La logica della grammatica è poco utile a tal fine
perché viene elaborata con l’emisfero sinistro. Il gioco, la musica, il movimento perciò non servono solo a rendere
meno “noiosa” la lezione ma diventano il “traghetto” della nuova lingua.
3) Il processo di apprendimento della L2 è in gran parte spontaneo, cioè avviene con modalità e criteri che
l’insegnante non può controllare. Gli alunni sono esposti alla L2 non solo durante la lezione ma anche nella
relazione con i pari, al parco, mentre guardano la televisione, per la strada, ecc.
Non è facile programmare un percorso e allo stesso tempo è inutile insistere su una cosa che non riescono ad
imparare: forse i bambini non sono ancora pronti.
Il compito dell’insegnante è quello di fornire il maggior numero di stimoli di qualità e di cercare di dare un ordine
alle cose che i ragazzi hanno imparato. Per apprendere l’italiano ci vuole tempo e tutti hanno diritto di prendersi
il tempo necessario! Anche la fase del silenzio iniziale va rispettata!
Si tenga anche presente che nell’acquisizione spontanea possono interferire “filtri
psicoaffettivi” che in alcuni casi possono bloccare del tutto l’apprendimento della L2.
4) L’immagine più diffusa è quella secondo cui ogni lingua conosciuta va ad occupare un certo spazio nel cervello
e che a volte, in alcuni cervelli, non ci sia spazio per due lingue; perciò molti insegnanti chiedono ai loro alunni di
dimenticare la lingua d’origine per sostituirla con la nuova. Non è così! Anzi, più è ricca e padroneggiata la lingua
d’origine più è probabile un successo nella L2.
Il lavoro da fare sarebbe quello di potenziare anche la lingua d’origine. Visto che su questo punto le scuole non
hanno molta possibilità d’intervento si potrebbe, almeno, insistere con i genitori affinché i loro figli continuino a
studiare la lingua madre.
5) Per imparare a comunicare in modo soddisfacente nella L2 servono ai ragazzi dai 6 mesi ai 2 anni.
119
Questa fase linguistica è definita BICS (basic interpersonal comunication skills). Spesso gli insegnanti credono
che raggiunto questo livello i ragazzi di origine straniera possano cominciare l’approccio alle discipline e quando
il tentativo viene fatto il risultato è drammatico!
La lingua dello studio necessita di un livello di padronanza dell’italiano definito CALP (cognitiv accademic
language proficiency) per il quale è necessario un percorso che può arrivare a 5 anni.
6) La lingua dello studio deve essere accompagnata da un programma specifico portato avanti nell’ambito
scolastico. La facilitazione dei testi è un passaggio che gradualmente porta all’autonomia nello studio. Il percorso
verso la facilitazione è obbligato, altrimenti il successo scolastico degli alunni è segnato, non per incapacità loro
ma per incompetenza dei loro insegnanti. Non possiamo certo credere che tutti i nostri alunni stranieri siano dei
ritardati!
7) La valutazione deve essere riferita al percorso individualizzato elaborato dai docenti.
COLLOQUIO CON LA FAMIGLIA
Il colloquio iniziale rappresenta un momento importante per raccogliere informazioni sulla storia del ragazzo/a
e della famiglia, sul percorso scolastico del ragazzo/a e la sua biografia linguistica, sul sistema scolastico del
paese d'origine, sulle aspettative scolastiche a breve e a lungo periodo e sul progetto d’emigrazione che ha spinto
la famiglia a trasferirsi. Se la lingua parlata lo consente, anche mediante l’utilizzo della mediazione, questo
momento può costituire occasione per un primo approccio comunicativo per informare la famiglia su:
finalità della scuola;
organizzazione;
attività didattiche e iniziative;
orari;
informazioni circa le procedure che l'istituto attuerà per rilevare le competenze in entrata dell'alunno
(somministrazione test d'ingresso , colloquio , ecc. di norma a cura della Commissione Accoglienza ) Al
colloquio segue la conoscenza dell’ambiente scolastico, gli spazi, le aule, i laboratori, gli spazi liberi e quelli
per il gioco, quelli adibiti all’entrata e all’uscita.
Durante il colloquio si possono ridurre le eventuali ansie che di frequente accompagnano l’inserimento in una
nuova realtà e a volte sconosciuta. Di importanza fondamentale, ove necessario, è l’utilizzo della mediazione
culturale.
-
COLLOQUIO CON L'ALUNNO
Nel primo colloquio alcuni docenti Commissione Intercultura sottoporranno all'alunno un questionario circa le
sue abitudini, attitudini e preferenze scolastiche, e circa le sue preferenze nelle attività extrascolastiche. Quindi,
si rileverà il livello delle competenze in entrata dell'alunno mediante la somministrazione di test d'ingresso.
I colloqui si svolgono entro due settimane dal momento del primo contatto con la scuola.
TEST D’INGRESSO
Momento importante nella fase di accoglienza di un alunno straniero riguarda la somministrazione di prove per
valutare la situazione di partenza, ricordando che la non conoscenza della lingua italiana non comporta
necessariamente l’incompetenza scolastica.
Le prove iniziali consentono poi:
-di predisporre l’adattamento della programmazione per l’organizzazione mirata delle attività didattiche, da
120
concordare nel primo C.d.C. seguente l’inserimento dell’alunno .
I test d’ingresso possono essere di vario tipo, a seconda delle abilità e delle competenze che si intendono rilevare:
 test d'ingresso di conoscenza della lingua italiana ;
 test d'ingresso per rilevare le sue abilità logico matematiche;
 test d'ingresso per rilevare la sua conoscenza di lingue straniere.
Con l'aiuto del mediatore si potrà eventualmente rilevare anche il grado di conoscenza della lingua madre.
L'accertamento di competenze viene prevista dall'art. 45, comma 2, DPR 394.
Le informazioni raccolte confluiscono nel fascicolo personale dell'alunno e lo accompagneranno in tutto il suo
percorso scolastico.
Determinazione della classe e della sezione di inserimento
soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico, docenti della Commissione Intercultura
CRITERI PER L’INSERIMENTO NELLA CLASSE
Il Dirigente Scolastico ed i docenti della Commissione Intercultura , procedono alla determinazione della classe
tenendo conto delle valutazioni effettuate e di quanto prescritto dall'art. 45, comma 2, DPR 394/99, vale a dire
che:
I minori stranieri vanno di norma iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica.
L’iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore può essere disposta dal Dirigente Scolastico, sentito il
parere della Commissione accoglienza sulla base di determinate situazioni, come:
-
l’ordinamento degli studi esistente nel Paese di provenienza dell’alunno
l’accertamento di competenze, abilità, livelli di preparazione dell’alunno
corso di studi eventualmente seguito dall'alunno nel paese di provenienza
titolo di studio eventualmente posseduto dall'alunno
Se intervengono situazioni particolari, quali ad esempio iscrizione e frequenza ad anno scolastico iniziato, o in caso
di
corso di studi precedente molto diverso da quello italiano, o ancora tenendo conto di tutte le variabili che
intervengono sugli elementi sopra esposti, l'alunno straniero potrà eventualmente essere inserito in una classe
inferiore alla propria età anagrafica. Un eventuale deroga deve essere deliberata dal Collegio Docenti su proposta
del D.S., sentito il parere dei docenti della commissione accoglienza
CRITERI PER LA SCELTA DELLA CLASSE
Una volta scelta la classe, il Dirigente sceglierà la sezione in cui inserire l’alunno tenendo
contodi:
- numero di alunni iscritti per classe, per cui verrà inserito in quella meno numerosa;


121
presenza di altri alunni stranieri : si cercherà di evitare di concentrare gli alunni stranieri in un’unica classe e
di inserire allievi pro venienti dallo stesso paese nelle stesse classi. Ciò sia per dare a tutte le classi
l’opportunità di conoscere, imparare ed interagire con diverse culture, sia per facilitare l’integrazione con il
gruppo classe.
La presenza di altre situazioni problematiche ( alunni diversamente abili, alunni ripetenti o in situazione di
svantaggio culturale, socio-economico ecc.) in modo da dividere equamente tra i di versi C. di C. il compito
delle programmazioni individualizzate.
Una volta determinata la classe e la sezione di inserimento ne viene data comunicazione all'insegnante
coordinatore di classe e ai docenti del C. di C., che predisporranno il percorso d'accoglienza. Ad essi verranno
anche trasmessi i risultati dei colloqui e delle prove d'ingresso e tutto il materiale utile raccolto nelle fasi
precedenti.
Accoglienza e inserimento in classe
Una volta effettuata l’iscrizione e sentito il parere del Dirigente Scolastico , l’addetto di segreteria contatta il
docente coordinatore del plesso con il team docente della classe di riferimento per età dell’alunno.
I docenti dovranno:
fare un colloquio con la famiglia o il tutore dell’alunno
fare un colloquio ed eventualmente un test d’ingresso all’alunno per rilevare le
competenze
linguistiche in italiano ed in altre discipline;
3. richiedere copia dei documenti scolastici del paese d’origine;
4. dare ulteriori informazioni su:
a) regolamento e funzionamento dell’Istituto;
b) uso del diario e del libretto delle giustificazioni;
c) modalità dei colloqui con i docenti;
d) modalità per richiedere un contributo per gite scolastiche e viaggi d’istruzione,
e) redigere e predisporre una cartelletta contenente tutte le informazioni ottenute ( certificazione della
scolarità pregressa, schede della biografia linguistica, ecc.)
f) proporre la classe e la sezione di inserimento;
g) organizzare il laboratorio linguistico per l’insegnamento dell’Italiano come L2 ( testi, strumenti, materiali
didattici).
E’ OPPORTUNO CHE, TRA L’ATTO DELL’ISCRIZIONE E L’INIZIO DELLA FREQUENZA SCOLASTICA , INTERCORRANO
ALMENO TRE GIORNI.
1.
2.
Questo periodo di tempo occorre per:
-effettuare le attività descritte nell’accoglienza;
-dare il tempo al D.S. ed ai suoi docenti di decidere la classe di assegnazione e consegnare ad essi il materiale
raccolto
- comunicare la nuova iscrizione a tutto il personale coinvolto.
Se fosse necessario inserire il bambino a scuola immediatamente, si deve avvisare la famiglia che, per i primi
tre/quattro giorni verrà accolto in una classe in attesa che si definisca quella di inserimento definitivo.
Attesa: i docenti informano gli alunni della classe circa l'arrivo del compagno straniero e organizzano l'attività
d'accoglienza tenendo conto delle caratteristiche individuali del neo-arrivato, quali la provenienza, la cultura
d'origine, la religione le usanze familiari. E' consigliabile tenere una breve lezione sul paese di provenienza del
nuovo compagno.
Oltre alla creazione di un clima favorevole all’incontro e alla prima conoscenza possono rivelarsi utili alcune
attività specifiche. Di seguito se ne elencano alcun a titolo esemplificativo:
-scritte di benvenuto e cartellini con parole in doppia lingua
-spazi e arredi designati con il nome in lingua madre o conosciuta dal neo arrivato
122
-cartelloni, disegni, fotografie o altro materiale che rimandi al paese di provenienza
-giochi di conoscenza
-designazione del tutor (da individuare tra i compagni di classe, operando la scelta tra i più aperti e disponibili
alla socializzazione)
Prima relazione: al momento dell'effettivo inserimento in classe, i docenti proporranno attività specifiche di
accoglienza (per es., presentazione ai compagni e dei compagni, conoscenza degli spazi e dei servizi della
scuola...)
Come prassi operativa si è rivelata molto concreta e produttiva l'individuazione di un ragazzo della classe che
svolga la funzione di tutor, di compagno di viaggio, specialmente nel primo periodo, e che possa fornirgli aiuto
nell'organizzazione scolastica (compiti, orari...) e facilitargli la conoscenza di altri compagni.
Di fondamentale importanza è la presenza,se possibile, di un mediatore o di una persona che parli la lingua
madre o una seconda lingua conosciuta dal neo-arrivato.
Piano Didattico Personalizzato : il progetto didattico relativo ad ogni alunno straniero viene elaborato dal
docente coordinatore di classe e dai docenti del C. di C. Essi prendono in esame le competenze linguistiche in
Italiano dell'alunno in entrata e le competenze rilevate nelle altre discipline mediante i test d'ingresso e declinano
idonei percorsi di facilitazione nelle diverse discipline curricolari.
Valutazione :
Soggetti coinvolti: docenti del C. di C. - alunno
Gli alunni seguono un percorso individuale che fa parte della programmazione di classe e devono essere valutati
nelle diverse discipline.
Il C. di C. deve individuare una programmazione individualizzata che preveda percorsi, obiettivi e strumenti e
verificarne periodicamente i risultati.
La valutazione prenderà in considerazione:
-
la Capacità di comunicare in modo chiaro e comprensibile nell’ambito scolastico ed extrascolastico
attraverso un lessico di base
- i risultati conseguiti nel percorso didattico realizzato
- la motivazione, l’impegno ed il percorso dell’alunno.
Infine, quanto alla valutazione dell’alunno straniero si possono considerare validi gli orientamenti generali
presentati in particolare nella C.M. N° 491/96 che conferma la necessità di interventi individualizzati ed indica,
relativamente alla schede di valutazione, la possibilità di adattare gli indicatori/criteri per gli alunni “che si trovano
in particolari situazioni d'apprendimento”.
ORGANIZZAZIONE
Le attività di insegnamento dell’Italiano 2 e di eventuale supporto disciplinare saranno organizzate in base alle
risorse disponibili nella scuola o a risorse esterne
123
Finalità e ruolo della Commissione:
1) Prepara diffonde ed effettua il monitoraggio di un protocollo di accoglienza egli alunni stranieri;
2) Prepara i progetti di accoglienza degli alunni stranieri integrando le attività previste dai progetti territoriali
( Comune, Provincia, Regione);
3) Definisce la scelta della classe, le modalità di osservazione degli alunni neo-arrivati;
4) Costruisce una mappa delle risorse pubbliche e private del proprio territorio;
5) Stabilisce collaborazioni , partnariati , intese con EELL, Associazioni, organizzazioni, Università,
Biblioteche;
6) Raccoglie e/o prepara il materiale informativo bilingue, libri e materiale d’informazione dei Paesi d’origine,
sistemi scolastici, religione;
7) Promuove o individua nel territorio corsi di formazione per insegnanti, genitori;
8) Organizza la biblioteca della scuola;
9) Organizza corsi di italiano L2 e/o di recupero anche con la presenza di mediatori culturali promuovendo
progetti territoriali e comunitari;
10) Promuove incontri programmati con le famiglie ed i mediatori
culturali. Risorse finanziarie per attivare percorsi didattici:
-
Fondo dell’Istituzione scolastica;
Fondo ministeriale per il diritto allo studio;
Fondi art.9 CCNL
Bisogni Educativi Speciali B.E.S.-Protocollo di rete per l'inclusione
INTRODUZIONE
“Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi
fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le Scuole offrano
adeguata e personalizzata risposta”.
La circolare ministeriale del 22.11.2013 Prot. n.0002563, successiva alla Nota prot. n°1551 del 27 dicembre 2012
e la C.M. n°8 del 6 marzo 2013 , avente come oggetto: “STRUMENTI DI INTERVENTO PER ALUNNI CON
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI. A.S. 2013-2014. CHIARIMENTI” con la quale il Ministero ha fornito ulteriori
informazioni in merito all’individuazione, agli strumenti di intervento ed al ruolo dei consigli di classe in merito ai
BES, sono, oltre alla legislazione sui DVA e sui DSA, gli importanti riferimenti normativi cui richiamarsi per quanto
attiene ai BES .
Come si ricava dalla C.M. n°8 del 6 marzo 2013 e dalla modulistica prodotta da diversi uffici scolastici a partire
124
dal mese di giugno 2013, sotto la sigla BES si includono tre grandi categorie:
i DA o DVA ( ossia gli alunni con disabilità), i DSA ed una terza categoria, quella dello svantaggio ( socio- economico
e/o linguistico/culturale). La vera novità riguarda proprio quest’ultima categoria: per la prima volta si chiede ai
Consigli di classe di predisporre, qualora lo ritengano opportuno ed all’unanimità, di predisporre un piano
personalizzato per chi vive in una situazione di generico “disagio”. In questo mare magnum di novità, tuttora in
fieri, è parso non solo utile, ma indispensabile, predisporre un documento che tenga conto di queste novità e
renda il nostro I.C. in grado di gestire, con gli strumenti più appropriati, la problematica inerente i BES.
L’adozione del Protocollo di rete per l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, nasce
dall’esigenza di definire ed adottare pratiche condivise e comuni tra tutte le scuole che operano nello stesso istituto
comprensivo e che sono pertanto accomunate dalla stessa complessità.
Includere gli alunni con Bisogni Educativi Speciali, significa fare in modo che essi siano parte integrante del
contesto scolastico, sociale, culturale, alla pari degli altri alunni, insieme agli altri alunni, senza alcuna
discriminazione; significa assicurare a tutti il diritto allo studio e al successo scolastico e formativo.
In tale prospettiva, è necessario da parte della scuola non solo un impegno forte di conoscenza e di
valorizzazione della realtà personale, umana, sociale e familiare degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, ma
anche e soprattutto un impegno di sviluppo della loro formazione attraverso la realizzazione di un’organizzazione
educativa e didattica personalizzata, sia negli obiettivi sia nei percorsi formativi che nelle strategie didattiche.
Al fine dell’inclusione scolastica e sociale degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, il Collegio Docenti dell’I.C.
intende raggiungere le seguenti finalità:
- definire pratiche condivise ;
- favorire l’accoglienza, l’integrazione e l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali;
- progettare percorsi comuni di individualizzazione o personalizzazione che fanno coesistere socializzazione ed
apprendimento;
-incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari, durante il percorso di
istruzione e di formazione;
- adottare forme di verifica e valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti;
- accompagnare adeguatamente gli studenti con Bisogni Educativi Speciali nel percorso scolastico.
- fornire strumenti comuni di indagine, osservazione, rilevazione e progettazione del percorso
formativo;
- monitorare le azioni e gli interventi.
L’inclusione degli alunni può essere realizzata solo in una scuola che è in grado di riconoscere effettivamente i
Bisogni Educativi Speciali.
Parte I
Il Protocollo di rete per l’inclusione degli alunni BES
E’ un documento sottoposto all’attenzione del Collegio dei Docenti, deliberato e da annettere al POF
dell’Istituto; contiene principi, criteri ed indicazioni riguardanti le procedure e le pratiche per un inserimento
ottimale degli alunni con Bisogni Educativi Speciali; definisce i compiti ed i ruoli delle figure coinvolte all’interno
125
e all’esterno dell’istituzione scolastica. Esso costituisce un vero e proprio strumento di lavoro e pertanto, è
integrato e rivisitato periodicamente, sulla base delle esperienze realizzate da ogni scuola.CRITERI DI
INDIVIDUAZIONE ALUNNI BES
(Direttiva Ministeriale 27/12/2012 e Circolare n°8 del 06/03/2013 Bisogni Educativi Speciali)
 DISABILITÀ (L. 104/92)
La Documentazione comprende:
1. Il Verbale di Accertamento della situazione di disabilità
2. La Diagnosi Funzionale
3. Il Profilo Dinamico Funzionale
4. Il Piano Educativo Individualizzato
 DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI:
DSA, ADHD, Disturbo Oppositivo Provocatorio DOP, Borderline cognitivo, Disturbo del Linguaggio DL, Deficit
delle abilità non verbali, Deficit della coordinazione motoria (Disprassia), Disturbo della condotta
in
adolescenza (L. 170/2010 con presenza di certificazione sanitaria o in attesa di approfondimento diagnostico).
La Documentazione comprende:
1. Relazione clinica che includa la codifica diagnostica (ICD-10), il percorso di valutazione effettuato, le indicazioni di
intervento, i riferimenti relativi alla presa in carico, l’indicazione dei test e dei punteggi ottenuti. La diagnosi di DSA,
può essere effettuata, dalle UONPIA delle strutture pubbliche e private accreditate (secondo i criteri previsti dalle
Linee di Indirizzo regionali e dalla Consensus Conference nazionale per i DSA del 2007) ed è necessaria la presenza di
un’equipé con competenze specifiche che includa il neuropsichiatra infantile, lo psicologo e il terapista del linguaggio.
Affinché la certificazione di DSA possa essere considerata valida per i benefici di legge, essa deve evidenziare
chiaramente che la diagnosi è avvenuta secondo quanto sopra indicato.
2. Piano Didattico Personalizzato per DSA
 SVANTAGGIO socio-economico:
si riferisce ad alunni seguiti dal servizio famiglia-minori, situazioni segnalate dalla famiglia, rilevazioni
del Team docenti attraverso osservazione diretta.
La Documentazione comprende:
126
1. Eventuale segnalazione Servizio Famiglia-Minori
2. Considerazioni psicopedagogiche e didattiche del Team docenti
3. Dichiarazione di Adesione Famiglia
4. Piano Didattico Personalizzato BES
 SVANTAGGIO linguistico / culturale:
si riferisce ad alunni stranieri neo-arrivati in Italia o che non hanno ancora
acquisito le adeguate competenze linguistiche.
La Documentazione comprende:
1. Indicazioni Commissione Intercultura o Protocollo di Accoglienza Alunni Stranieri
2. Considerazioni psicopedagogiche e didattiche del Team docenti/Consiglio di Classe
3. Dichiarazione di Adesione Famiglia
4. Piano Didattico Personalizzato BES
Disagio comportamentale/relazionale:
si riferisce ad alunni con funzionamento problematico, definito in base al danno vissuto effettivamente
dall’alunno, prodotto su altri e sull’ambiente (senza certificazione sanitaria)
*Le situazioni di svantaggio socio-economico e culturale, vengono considerate nella misura in cui
costituiscono un ostacolo per lo sviluppo cognitivo, affettivo, relazionale, sociale dell’alunno e generano
scarso funzionamento adattivo, con conseguente peggioramento della sua immagine sociale.
La mancata adesione della Famiglia alla stesura del PDP, non solleva gli insegnanti
dall’attuazione del diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, in quanto, la
Direttiva Ministeriale, richiama espressamente i principi di personalizzazione dei
percorsi di studio enunciati nella legge 53/2003.
IL TEAM DOCENTI/CONSIGLIO DI CLASSE
127
Il Team dei docenti/Consiglio di classe, definisce gli interventi didattico/educativi ed individua le strategie
e le metodologie più utili, per realizzare la piena partecipazione degli studenti con BES al normale contesto
di apprendimento.
È compito del Team docenti/Consiglio di classe individuare gli studenti con Bisogni Educativi Speciali per i
quali è “opportuna e necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di
misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli
alunni”. Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Team dei docenti /Consiglio di Classe
motiverà opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte, sulla base di considerazioni pedagogiche
e didattiche. Si evidenzia che l’attuazione dei percorsi personalizzati per tutti i BES, è di competenza e
responsabilità di tutti gli insegnanti del Team/Consiglio di classe.
IL RUOLO DELLA FAMIGLIA
Per quanto riguarda il coinvolgimento della famiglia, si sottolinea, non solo la necessità che essa sia
informata dei bisogni rilevati dagli insegnanti, ma anche sul proprio ruolo di corresponsabilità e sulla
necessità di una condivisione e collaborazione. La modalità di contatto e di presentazione della situazione
alla famiglia è determinante ai fini di una condivisione del percorso. In accordo con la famiglia verranno
individuate le modalità e le strategie specifiche, adeguate alle effettive capacità dello studente, per favorire
lo sviluppo pieno delle sue potenzialità, nel rispetto degli obiettivi formativi previsti dal POF.
PARTE II
PROGETTO DIDATTICO PERSONALIZZATO (PDP BES)
L'espressione "Bisogni Educativi Speciali" (B.E.S.) è entrata in uso in Italia dopo l'emanazione della Direttiva
ministeriale del 27 dicembre 2012: "Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e
organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica". la direttiva sancisce il diritto per tutti gli alunni che
presentano queste tipologie di difficoltà/svantaggio di avere accesso a una didattica individualizzata e
personalizzata al fine di favorire e migliorare il raggiungimento ottimale degli obiettivi scolastici. I BES
comprendono un'ampia categoria di disturbi/difficoltà/deficit e una scuola davvero inclusiva dovrebbe essere in
grado di riconoscerli tutti e di sapervi rispondere in modo pronto ed adeguato.
Il Progetto Didattico Personalizzato BES è elaborato sulla base della situazione di disagio e sulle effettive capacità
dello studente. Il PDP BES ha carattere di temporaneità configurandosi come progetto d’intervento limitato al
periodo necessario per il raggiungimento degli obiettivi in esso previsti. Durante l’anno scolastico ogni verifica ed
eventuale aggiustamento degli interventi dovrà considerare ed integrare quanto condiviso e riportato nel PDP BES
(in particolare nella relazione fra obiettivi, risultati attesi e valutazione.
Il nostro I.C. ha adottato il PDP di cui al MIUR. Accanto ad esso collochiamo il seguente progetto di integrazione
che contiene utilissime indicazioni indispensabili per l’ ulteriore rendicontazione e l’esaustiva gestione di ogni
caso.
PROGETTO DI INTEGRAZIONE BES
Presentazione del caso:
L’alunno presenta le seguenti caratteristiche cognitive e comportamentali:
128








difficoltà a concentrarsi in presenza del gruppo classe, le cose migliorano se inserito in un piccolo gruppo
o nel lavoro individuale;
con difficoltà riesce a gestire e terminare semplici compiti collocabili nelle sue capacità;
caratterizzato da forte tensione alla dispersione cognitiva che si afferma attuando collegamenti impropri
in relazione a compiti assegnati o nel trattare contenuti;
non rispetta le regole, chiede spesso di uscire per trattenersi con compagni o con il personale non
docente;
assume atteggiamenti provocatori, comunque sempre come difesa o desiderio di protagonismo;
assume spesso atteggiamenti punitivi verso la sua persona o gli elaborati scolastici;
non esegue quasi mai i compiti assegnati per casa;
spesso non porta il materiale e gli strumenti necessari al lavoro scolastico. Osservazione
sistematica mediante check list di individuazione e rilevazione Area relazionale
Asse dell’autonomia personale e sociale
Rilevazione
Possiede abilità relative all’igiene personale ed alla cura della
persona
Sì
Parzialmente
No
Ha cura degli oggetti di sua proprietà
Sì
Parzialmente
No
Ha cura del corredo scolastico
Sì
Parzialmente
No
Ha cura del materiale ottenuto in prestito
Sì
Parzialmente
No
Svolge le attività proposte
Sì
Parzialmente
No
Partecipa alle attività di gruppo, segue le lezioni
Sì
Parzialmente
No
Manifesta motivazione, interesse ed autostima nello svolgimento
Sì
delle attività proposte
Parzialmente
No
Mostra interesse verso i compagni di classe
Sì
Parzialmente
No
Instaura rapporti positivi con coetanei e adulti
Sì
Parzialmente
No
Mostra comportamenti aggressivi verso se stesso e gli altri
Sì
Parzialmente
No
Sintesi di Asse
Rilevazione
Si rilevano difficoltà di autonomia personale
Sì
Parzialmente
No
Si rilevano difficoltà di autonomia sociale
Sì
Parzialmente
No
Asse del comportamento
Rilevazione
Rifiuta di leggere
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Rifiuta di scrivere
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
129
Rifiuta di farsi interrogare
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Rifiuta di andare alla lavagna
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Rifiuta di lavorare in gruppo
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Ignora i compagni in difficoltà
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Ignora l’interlocutore
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Sta seduto muovendo mani e piedi
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Si alza senza chiedere il permesso
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Interrompe la lezione
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Parla con una tonalità vocale eccessiva
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Lancia o fa cadere oggetti
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Dimentica il materiale necessario
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Si lascia distrarre dagli stimoli esterni
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Abbandona il gioco in anticipo
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Commette errori pur conoscendo le regole
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Non organizza il lavoro scolastico pomeridiano (compiti)
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Spinge o colpisce i compagni in palestra quando perde durante
un gioco
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Accusa i compagni quando non può imporsi o lo isolano
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Rifiuta di rispettare le regole di classe
130
Utilizza un linguaggio inadeguato nelle situazioni di frustrazione
(rimprovero, valutazione negativa, litigio, ecc.)
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Cerca di intimorire i compagni anche con atteggiamenti violenti
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Deride i compagni in difficoltà o il personale docente e non
docente
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Impone ai compagni lo svolgimento dei suoi compiti
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Obbliga i compagni ad eseguire le sue richieste
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Cerca di isolare alcuni compagni
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Diffonde maldicenze sui compagni e le loro famiglie
Sempre
Talvolta
Spesso
Mai
Sintesi di Asse
Rilevazione
Si rilevano comportamenti di oppositività
Sì
Parzialmente
No
Si rilevano comportamenti di impulsività
Sì
Parzialmente
No
Si rilevano comportamenti di disattenzione/deconcentrazione
Sì
Parzialmente
No
Si rilevano comportamenti di aggressività reattiva (causata da
una forte emozione e non è intenzionale)
Sì
Parzialmente
No
Si rilevano comportamenti di aggressività proattiva (è
intenzionale e diretta allo scopo di danneggiare la vittima)
Sì
Parzialmente
No
Manifesta sicurezza nei confronti dell’ambiente familiare
Sì
Parzialmente
No
Manifesta attaccamento nei confronti dei familiari
Sì
Parzialmente
No
Manifesta atteggiamenti oppositivi verso: la famiglia
Sì
Parzialmente
No
scuola
Sì
Parzialmente
No
l’extrascuola
Sì
Parzialmente
No
Racconta episodi del proprio vissuto quotidiano
Sì
Parzialmente
No
Proviene da un contesto sociale ed economico adeguato
Sì
Parzialmente
No
Proviene da un contesto culturale adeguato
Sì
Parzialmente
No
Utilizza in famiglia una lingua straniera
Sì
Parzialmente
No
Utilizza la lingua italiana a scuola
Sì
Parzialmente
No
La famiglia usufruisce dei servizi disponibili sul territorio
Sì
Parzialmente
No
Area del contesto familiare, scolastico ed extrascolastico
la
131
La famiglia usufruisce degli strumenti messi a disposizione dalla
scuola
Sì
Parzialmente
No
Vi è collaborazione tra le diverse agenzie educative (scuola,
servizi, enti, operatori)
Sì
Parzialmente
No
Sintesi di Asse
Rilevazione
Si rileva disagio in ambito familiare
Sì
Parzialmente
No
Si rileva disagio in ambito scolastico
Sì
Parzialmente
No
Si rileva disagio in ambito extrascolastico
Sì
Parzialmente
No
Ecco una serie di utilissime strategie che il team docente o il Consiglio di classe è opportuno adotti nella
trattazione del caso.
STRATEGIE
(Contrassegnare con una X le risorse ritenuti efficaci al fine di favorire il supporto formativo dell’alunno con
B.E.S.)
Presenza di un compagno o un gruppo di compagni di riferimento:
per le attività disciplinari;
per il gioco; per le attività extrascolastiche.
Esperienze/ competenze di uno o più insegnanti in campi innovativi:
musicale; informatico; ludico; artistico; sportivo.
Organizzazione dello spazio aula:
banchi a giusta distanza; curare la luminosità; curare la temperatura; evitare l’inquinamento
visivo; cartelloni numerici; cartelloni fono-sillabici.
Attività in aula o in altri ambienti:
in piccoli gruppi; per classi aperte; individuali in aula; individuali fuori aula.
Predisposizione di:
tempi aggiuntivi rispetto al lavoro d’aula; riduzione/ semplificazione/
differenziazione di discipline; misure dispensative
132
Utilizzo di:
innovazioni tecnologiche; dotazione strumentale;
strumenti compensativi.
Didattica metacognitiva:
mappe mentali; mappe concettuali; schede.
Presenza di:
genitori disponibili e attenti; figure educative disponibili ed attente; enti e/o istituzioni disponibili e
attente.
Obiettivi specifici del percorso progettuale:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
migliorare l’autostima personale e la motivazione;
acquisire sicurezza e padronanza rispetto ad un compito da perseguire;
proporgli delle esercitazioni che siano adeguate alle sue abilità;
eseguire i compiti assegnati a casa;
portare il materiale e gli strumenti necessari al compito assegnatogli;:
costruire delle relazioni scuola-famiglia che siano determinanti per la sua crescita e la sua formazione;
individuare, in collaborazione con la famiglia, delle semplici mansioni quotidiane che riguardano la vita
scolastica e sociale di X (ad es. saper preparare i materiali scolastici a seconda dell’orario; saper
compilare il diario; saper ordinare i suoi oggetti personali a casa).
Attività alternative:
L’équipe pedagogica pianifica un’attività che permette di migliorare gli obiettivi prefissati concordando alcuni
momenti protesi allo sviluppo dell’autostima e della motivazione da svolgere anche durante le ore curriculari
antimeridiane.
A titolo esemplificativo ,l’alunno BES X potrebbe svolgere un’attività in biblioteca riferita allo specifico compito
di “gestire il prestito di libri agli alunni della sua classe”. Le mansioni di X potrebbero essere le seguenti:



133
compilare un registro semplificato per registrare i prestiti e le restituzioni dei libri, durante le due
ore d’italiano nella sua classe;
stabilire i tempi di restituzione dei libri e dare le opportune indicazioni ai compagni;
continuare a svolgere la propria attività quotidiana di studio, organizzando i momenti in cui rivolgere
la sua attenzione all’attività di bibliotecario;
Tempi, spazi, relazioni:
Tale attività, nel corso del I quadrimestre, verrà svolta con cadenza settimanale per circa due volte, in classe e in
biblioteca, interagendo con compagni esperti e personale scolastico.
Durante il II quadrimestre, X sostituirà la bibliotecaria per due ore la settimana (prevalentemente, nelle ultime
due ore di una mattinata).
Competenze in uscita:
Questo tipo di attività permetterà a X di acquisire:




competenze specifiche verso l’uso della multimedialità, che gli permetterà anche di aggiornarsi
quotidianamente e di stare al passo con gli altri;
di migliorare l’impegno nell’eseguire determinati compiti anche in altri contesti;
di migliorare sempre di più le sue relazioni con il gruppo classe, con i docenti ed il personale non
docente;
di conseguire una determinata capacità collaborativa e cooperativa in qualsiasi contesto sociale.
E’ necessario rinforzare il comportamento e non la persona, quindi i docenti propongono:
Metodologia:
1) attività da svolgere in piccoli gruppi, al fine di promuovere l’autostima ed offrire al discente un’opportunità di
proporsi agli amici con una modalità corretta e positiva e abbandonando atteggiamenti irrequieti e provocatori,
i docenti hanno concordato e messo in atto delle specifiche procedure come quella riportata di seguito. Ad
esempio, fuori della classe, si studiano alcuni semplici contenuti, religiosi, storici, geografici, tecnici. Si torna in
classe e quando l’insegnante ha finito di interrogare un compagno, comincia ad interrogare anche X , proponendo
le stesse domande che pochi minuti prima sono state utilizzate per la preparazione fuori dalla classe
2)
attività da svolgere possibilmente in gruppo, al fine di mettere a punto un trattamento mirato alle difficoltà
presentate e analizzate nella fase precedente. L’intervento può essere condotto da figure diverse in relazione
alle energie professionali che la scuola dispone e intende impiegare nel progetto: docenti della classe o della
scuola con disponibilità di orario, psicopedagogia, familiari; per ciascuna figura
viene
individuato
il
trattamento da
condurre. In generale, l’azione svolta dai docenti della scuola
è quella di operare su alcune abilità di base di carattere trasversale alle varie discipline con l’obiettivo strategico
prioritario di rafforzare l’autostima, di potenziare la consapevolezza e la scoperta della propria identità
personale, di promuovere il “successo” del soggetto nello scenario del gruppo-classe. I contenuti sono utilizzati
non come fini ma come occasioni, strumenti per ricostruire un rapporto tra soggetto e conoscenza, soggetto e
cultura, soggetto e ambiente educativo.
Verifica/valutazione del progetto
Sono previsti e attuati alcuni incontri allo scopo di verificare e valutare i singoli trattamenti attuati e la
funzionalità organizzativa e formativa dell’intero progetto.
I risultati delle azioni vengono discussi e socializzati con i docenti della scuola (anche in continuità verticale) al
fine di presentare strategie, strumenti e suggerimenti inerenti ad una modalità di lavoro adottabile in altre
classi su soggetti dell’area dello svantaggio (B.E.S).
PARTE III
134
Sviluppata la complessa tematica dell’individuazione dei BES e delle modalità di approccio, gestione e
valutazione di ogni singolo caso attraverso la stesura e la successiva attuazione del PDP, definiamo le altre parti
in cui si articola il complesso Protocollo d’intesa BES del nostro I.C., cominciando dall’
INDIVIDUAZIONE DI PROCEDURE CONDIVISE
1. RILEVAZIONE
2. DEFINIZIONE CRITERI DI INTERVENTO
3. PASSAGGIO DI INFORMAZIONI
4. MODALITA’ STRUTTURATE (PEP BES)
5. MONITORAGGIO INTERMEDIO E FINALE
RILEVAZIONE DEI BISOGNI: procedura
PARTE PRIMA: compilazione scheda
Identificazione e analisi del problema attraverso lo strumento scheda di individuazione dei Bisogni Educativi
Speciali (ALLEGATO 1) da parte del Team/Consiglio di classe.
Individuazione delle possibili soluzioni comuni di intervento attraverso il coinvolgimento del Team/ Consiglio di
Classe, della Famiglia*, dei servizi sociali ecc.
(*Famiglia autorizza/non autorizza la stesura del PDP attraverso la firma )
PARTE SECONDA: strategie
Stesura e messa a punto di un piano di intervento (PDP BES): si procede alla progettazione di azioni mirate,
utilizzando le risorse e le competenze disponibili all’interno o all’esterno della scuola, agendo sull’alunno
individualmente, in piccolo gruppo o sull’intero gruppo classe a seconda delle necessità, attraverso il
coinvolgimento del Team, del Consiglio di classe, della Famiglia*, della Funzione Strumentale o della Referente
BES.
135
PARTE TERZA: verifica interventi e aggiornamenti
Valutazione dei risultati sulla base degli obiettivi indicati nel PDP BES (intermedia e finale): registrazione delle
strategie utilizzate, degli esiti ottenuti ed eventuali ulteriori azioni da progettare, attraverso il coinvolgimento del
Team, del Consiglio di classe, della Famiglia*, della Funzione Strumentale o della Referente BES.
PARTE IV
STRUMENTI
1. SCHEDA DI INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (Allegato 1)
2. GRIGLIE PER LA RILEVAZIONE DEL DISAGIO ( DA DISTRIBUIRE ENTRO
ANNO)
IL MESE DI NOVEMBRE DI OGNI
All. 2.Scuola dell’ Infanzia All.
3.Scuola Primaria
All. 4. Scuola Sec. di I Grado.
3 . DICHIARAZIONE PER LA FAMIGLIA (Allegato 5 e 6)
4. PDP BES (Allegato 7)
5. Verifica finale PDP Bes ( All.8)
6. SCHEDA riassuntiva alunni BES (Allegato 9)
4.4 Continuità e orientamento
PROGETTO ORIENTAMENTO - CONTINUITA’
SCUOLA DELL’INFANZIA - SCUOLA PRIMARIA
SCUOLA PRIMARIA- SECONDARIA DI I GRADO
SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO- SECONDARIA DI II GRADO
Legge 107 del 13 luglio 2015:
Art.1, comma 7, lettera S :“ Definizione di un sistema di orientamento”
Art.1 comma 29: “ Il Dirigente scolastico, di concerto con gli organi collegiali, può individuare percorsi formativi
ed iniziative dirette all’orientamento e a garantire un maggior coinvolgimento degli studenti nonché alla
valorizzazione del merito scolastico e dei talenti. ..”
L’orientamento scolastico è un insieme di attività che mirano ad osservare lo sviluppo cognitivo e psicologico
dei bambini e a formare e a potenziare nei ragazzi capacità che permetteranno loro di scegliere in modo più
consapevole il proprio futuro scolastico, formativo e professionale.
L’Orientamento costituisce parte integrante del curricolo di studio e più in generale del processo educativo e
formativo fin dalla scuola dell’infanzia, quando si realizzano le prime interazioni culturali con la realtà, finalizzate
136
ad amplificare il potenziale di ciascun allievo.
Per questo motivo la scuola svolge una serie di attività che, partendo dalla scuola dell’infanzia e primaria ed
attraverso la condivisione di un progetto comune, favoriscano la conoscenza di sé e dell’altro.
Esso prevede due obiettivi:
- di tipo formativo per dare la possibilità agli alunni di utilizzare al meglio le proprie possibilità e riguarda la
conoscenza del sé, l’individuazione del proprio stile cognitivo, la gestione delle dinamiche relazionali.
L’Orientamento di tipo formativo si realizza attraverso una didattica orientativa che supera il limite della lezione
frontale per cedere il passo alla didattica laboratoriale in cui gli studenti sono guidati nel problem-solving e nella
ricerca di soluzioni personali ai quesiti posti, e dove possono esprimersi in prima persona realizzando le loro
capacità di scelta in maniera autonoma.
- di tipo informativo per dare notizie sulle opportunità formative del territorio.
E’ rivolto agli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado, consiste nel fornire all’alunno
un’ampia e puntuale azione di informazioni sulle opportunità e sulle possibilità offerte dal mondo della
formazione e dal mercato del lavoro.
La velocità con cui la società cambia e si trasforma impone di imparare a fare dell’auto- orientamento un percorso
continuo ed una personale competenza. E’ fondamentale pensare al proprio futuro scolastico e professionale
secondo un’ottica informativa-formativa, in grado di risolvere dubbi e perplessità. Una corretta scelta del
percorso di studi successivo infatti è correlata
a risultati positivi in ambito scolastico e professionale ed è così che l’Orientamento assume funzione centrale e
strategica nella lotta alla dispersione scolastica ed all’insuccesso formativo degli studenti.
L'istanza della continuità educativa, affermata nelle indicazioni per la scuola dell’infanzia, per la scuola primaria
e per la scuola secondaria di primo grado, investe l'intero sistema formativo di base e sottolinea il diritto di ogni
bambino e di ogni ragazzo ad un percorso scolastico unitario, organico e completo che valorizzi le competenze
già acquisite, che riconosca la specificità e la pari dignità educativa di ogni scuola. Si pone come obiettivo
primario di attenuare le difficoltà che spesso si presentano nel passaggio tra i diversi ordini di scuola.
L'idea centrale del progetto è quella di individuare e condividere un quadro comune di obiettivi, sia di carattere
cognitivo sia comportamentale, sulla base dei quali costruire gli itinerari del percorso educativo e di
apprendimento e di realizzare altresì un clima culturale, relazionale ed istituzionale che consenta a tutti di
partecipare ed essere protagonisti, favorendo una graduale conoscenza del "nuovo", per evitare un brusco
passaggio dalla scuola dell'infanzia, alla scuola primaria fino alla scuola secondaria di primo grado, secondaria di
II grado. Non si tratta di rendere omogenei gli ambienti e le esperienze che sono differenti tra loro, ma di costruire
un percorso che colleghi le diverse specificità: in questo modo il bambino potrà mantenere, anche nel
cambiamento, la consapevolezza della propria identità e del proprio ruolo. La continuità vera, oltre ad essere un
momento di socializzazione, di scoperta di nuovi spazi, di conoscenza degli insegnanti, di preparazione di semplici
percorsi didattici, deve essere intesa come momento di reale e proficua collaborazione tra gli insegnanti dei vari
ordini di scuola che intendono dare importanza alla centralità del bambino nel processo di insegnamento apprendimento. Pertanto diventa fondamentale la condivisione di un progetto, in conformità a quanto richiede
la legislazione scolastica, che si propone di agevolare l’introduzione degli alunni:
 Scuola dell’Infanzia – Scuola Primaria
 Scuola Primaria – Scuola Secondaria di 1° grado
 Scuola Secondaria di 1° grado –Scuola Secondaria di 2° grado
Il nostro istituto persegue una linea verticale, orizzontale e trasversale. La linea verticale esprime l’esigenza di
impostare una formazione che possa poi continuare lungo un intero arco della vita; quella orizzontale indica la
necessità di un’attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici: la famiglia in primo luogo; quella
trasversale come continuità del processo formativo incentrato sui valori cognitivi ed affettivi della persona,
continuità come attuazione organica di obiettivi, contenuti e metodi dei vari ordini di scuola.
OBIETTIVI GENERALI
137
SCUOLA DELL’INFANZIA – SCUOLA PRIMARIA
 Semplificare il passaggio graduale da un ordine di scuola all’altro.
 Favorire il processo di apprendimento attraverso la continuità didattica ed educativa.
 Promuovere la conoscenza reciproca e relazionale tra gli alunni dei vari ordini di scuola.
 Proporre attività da svolgere con approccio interdisciplinare comuni all’ultimo anno della scuola
dell’infanzia e la prima classe della scuola primaria.
 Promuovere l’integrazione degli alunni provenienti da culture diverse e degli alunni diversamente abili.
 Individuare collegamenti con le realtà scolastiche, culturali e sociali del territorio.
SCUOLA PRIMARIA – SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO
 Promuovere interazioni tra i due contesti educativi.
 Utilizzare gli elementi di conoscenza sulla situazione degli alunni in entrata in vista della formazione delle
classi.
 Proporre percorsi curriculari continui relativamente ad aree di intervento educativo comune.
 Proporre iniziative per realizzare attività comuni tra gli alunni delle classi degli anni ponte insieme ai loro
insegnanti.
 Individuare collegamenti con le realtà scolastiche, culturali e sociali delterritorio.
 Promuovere l’integrazione degli alunni provenienti da culture diverse e degli alunni diversamente abili.
SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO-SCUOLA SECONDARIA DI 2°GRADO
 Sviluppo della capacità di auto-monitoraggio sull’andamento della propria attività formativa attraverso
questionari distribuiti agli alunni .
 Organizzare incontri con docenti referenti degli istituti superiori del territorio concentrati in una
settimana e possibilmente nelle ore pomeridiane del tempo prolungato
 Stage di una giornata presso gli istituti superiori del territorio (Liceo Scientifico “Vinci”, Liceo Classico
“Campanella” …)
 Individuare collegamenti con le realtà scolastiche, culturali e sociali del territorio.
 Promuovere l’integrazione degli alunni provenienti da culture diverse e degli alunni diversamente abili.
Gli insegnanti provvederanno, in sede di pianificazione delle "attività d’apprendimento", a definire gli obiettivi
specifici necessari al conseguimento delle competenze attese.
ORIENTAMENTO – CONTINUITA’ ORIZZONTALE
Altro elemento imprescindibile della tematica in oggetto riguarda l’Orientamento per le famiglie che dovrà
realizzarsi con azioni di consulenza ai genitori perché acquisiscano consapevolezza delle reali potenzialità dei loro
figli e non avvertano la valutazione come un’azione selettiva, bensì come uno strumento formativo e orientante.
Anche la "Continuità Orizzontale" pone la necessità di organizzare i rapporti scuola-famiglia, scuola- enti
territoriali, tra ambienti di vita e formazione del bambino, nell’ottica della creazione di un sistema formativo
integrato.
La continuità orizzontale ha lo scopo di rendere effettivo il diritto di ogni persona di accedere al sistema
scolastico e formativo attraverso una serie di servizi ed attività destinati a facilitare l'assolvimento dell'obbligo
scolastico e a garantire l'uguaglianza delle opportunità.
FINALITA’
 Favorire un rapporto di continuità metodologico e didattico tra le insegnanti delle classi parallele
 Favorire la crescita e la maturazione complessiva del bambino ponendolo in situazione di Problem
solving
 Sviluppare attività individuali e di gruppo tra gli alunni delle classi parallele
138
 Promuovere la socializzazione, l’amicizia e la solidarietà
 Attuazione di interventi congiunti e coordinati per rispondere ai bisogni di tutti gli alunni e in particolare
ai portatori di disabilità
 Innalzare il livello qualitativo dei risultati dell’apprendimento motivando le scelte educative dei docenti
PERCORSI DI LAVORO PER LA REALIZZAZIONE DELLA CONTINUITA’ VERTICALE
Passaggio dalla scuola dell’infanzia alla Scuola Primaria
Gli alunni delle ultime classi dell’infanzia parteciperanno ad attività curriculari e di laboratorio a gruppi misti
(alunni di 5 anni della scuola dell’infanzia e alunni della scuola primaria) con i rispettivi insegnanti, in diverse
giornate secondo il calendario concordato e definito dal docente Funzione Strumentale alla continuità sentiti gli
insegnanti coinvolti.
PROCESSO
“ Laboratori creativi per crescere insieme!” per:
-
Favorire una prima conoscenza del nuovo ambiente scolastico e del personale educativo in essa
operante .
-
Creare aspettative positive verso l’ingresso nella nuova scuola, cercando di allontanare le ansie che
il passaggio può causare.
Sviluppare fiducia nelle proprie capacità.
Incoraggiare il confronto con altri ragazzini “più grandi”.
-
Sperimentare attività in cui i “più grandi”, con la loro esperienza rassicurino i “più piccoli” con semplici
giochi e percorsi didattici .
ATTIVITA’
DI
CONTINUITA’
(INFANZIA- PRIMARIA)
Nel contesto del Progetto Continuità l’opera musicale “Il carnevale degli animali” si inserisce come percorso
laboratoriale visto trasversalmente nelle diverse aree disciplinari per avviare gli alunni ad un modo di pensare e
di agire aperto al dialogo, al confronto, al fare insieme. Obiettivo generale è quello di esercitare e sviluppare le
proprie capacità di ascolto di un brano musicale appartenente alla tradizione colta occidentale e di comprendere
e fruire in modo motivato e più consapevole dei brani musicali tratti da Il carnevale degli animali di Saint Saëns.
Questo è, infatti, il significato del percorso che le classi dell’Infanzia, Primaria e Secondaria intendono
intraprendere per l’anno scolastico 2015-16.
INSEGNANTI COINVOLTI: tutte le docenti delle sez. dei cinque anni della scuola dell’Infanzia e docenti delle classi
prime della scuola primaria
Attività didattica:
ascolto, comprensione e rielaborazione della storia “ Il Carnevale degli animali” di Camille Saint- Saens, attività
grafico-pittorica, ritmo- musicali, mimico-teatrali
TEMPI:
NOVEMBRE
-
MAGGIO
CONTENUTI:
Scelta di testi poetici che rappresentino le caratteristiche degli animali per entrambi gli ordini di scuola, lettura
ed ascolto dell’opera e rielaborazione in chiave creativa. Realizzazione di elaborati ed oggetti da portare presso
le Scuole Primarie e Secondarie di I° grado con cui effettuare laboratori comuni.
139
TEMATICA DEL LAVORO:
La scoperta del nuovo ambiente scolastico, l’amicizia, la diversità, l’integrazione, l’accettazione dei cambiamenti.
CAMPI COINVOLTI:
Il sé e l’altro, immagini, suoni e colori, i discorsi e le parole
COSA DOCUMENTARE:
Le attività più significative del percorso, socializzazione dei lavori, competenze acquisite in itinere
,verifica e valutazione.
Passaggio dalla Scuola Primaria alla Scuola Secondaria di 1° Grado
Gli alunni delle classi V della nostra scuola parteciperanno alle attività di laboratorio proposte dal Progetto per
la Continuità sulla tematica del “Carnevale degli animali” di Camille Saint-Saens, in collaborazione con le Scuole
Secondarie di I° Grado dell’ Istituto Comprensivo, in particolare parteciperanno:
 Una settimana di incontri di laboratorio presso le scuole Secondarie di I° grado dell’I.C. per condividere
le attività e la tematica scelta. Partecipazione degli alunni al concerto che si svolgerà prima di Natale nei
plessi della Scuola Secondaria di 1° grado “Pirandello”, e che vedrà coinvolti i ragazzi del corso ad indirizzo
musicale e del coro d’Istituto per l’esecuzione di brani Natalizi
 al progetto OPEN DAY SCHOOL.
 saranno invitati a visitare gli spazi e i laboratori della nuova scuola, nel caso delle scuole lontane si
richiederà l’attivazione del trasporto tramite scuolabus
Le date in cui tali attività saranno svolte verranno stabilite dal docente Funzione Strumentale sentite le
disponibilità dei Docenti dei due gradi di Scuole coinvolte e i docenti della Scuola Secondaria di primo Grado.
Si effettueranno 4 incontri:


1 nel periodo in prossimità delle festività natalizie
3 nel periodo compreso tra Novembre e Aprile
Gli alunni delle classi quinte, a gruppi, saranno accolti nelle classi prime, opportunamente predisposte
all’accoglienza e all’attività comune per vivere l’emozione di una giornata scolastica insieme. Saranno i ragazzi
stessi a far visitare i locali e gli spazi attrezzati: palestra, aula informatica, aula musicale ecc, ecc. Le attività
saranno fissate in sede di progettazione didattica tra i docenti primaria e scuola secondaria. Quest’ultimi
organizzeranno una lezione-gioco (dove è possibile) nell’aula informatica attraverso la lim-board ed un
esperimento di chimica e fisica nel laboratorio scientifico. Nella stessa giornata i gruppi si alterneranno. Docenti
ed alunni faranno conoscere ai bambini le diverse esperienze che potranno fare nella nuova scuola, toccando le
diverse aree disciplinari e inserendo all'interno del proprio programma l'attività con la scuola primaria
improntata sulla tematica comune del “Carnevale degli animali”. I testi poetici che illustrano le caratteristiche
degli animali saranno letti ed analizzati in tutte le loro parti. Gli alunni riassumeranno
i contenuti evidenziando rime, onomatopee e pensieri. I ragazzi illustreranno poi l’opera musicale nei suoi aspetti
significativi attraverso i loro disegni, cartelloni o piccoli video.
Nell’incontro con gli alunni delle classi quinte gli alunni della secondaria esporranno le fasi del loro lavoro,
portandole a conoscenza dei ragazzi della scuola primaria. In un secondo momento illustreranno i loro disegni,
spiegando le ragioni delle scelte fatte. In un terzo momento quindi si trarranno delle riflessioni tratte dall’ascolto
140
delle musiche. La musica si inserisce nella parte iniziale e conclusiva del lavoro. I ragazzi della secondaria potranno
suonare con qualche strumento i temi musicali che hanno gradito maggiormente ed i bambini della primaria
utilizzando strumentini ritmici potranno accompagnarli sul brano scelto.
ATTIVITA’ DI CONTINUITA’ PRIMARIA - SECONDARIA)
Corso di strumento musicale per la scuola primaria ai sensi del DM 8/11
L’attività è rivolta agli alunni delle classi terze, quarte e quinte delle scuole primarie del territorio che si
iscriveranno presso la scuola secondaria di I° grado “Pirandello” ad indirizzo musicale MOTIVAZIONE:
-
Continuità fra diversi ordini di scuola.
-
Confronto e apertura con il territorio.
-
Conoscenza e pratica degli strumenti musicali (violino, flauto dolce, chitarra e pianoforte) presenti nel
corso ad indirizzo musicale di questa scuola
TEMPI: Novembre – Maggio
MODALITA’ DI REALIZZAZIONE: 1 lezione settimanale con piccoli gruppi divisi per strumento da svolgersi
all’interno del plesso “S.Caterina”
OBIETTIVI FORMATIVI:
-
Contribuire allo sviluppo affettivo e cognitivo del bambino gratificandolo e rafforzandolo nella sicurezza.
-
Promuovere la socializzazione attraverso l’integrazione fra momenti di partecipazione individuale e
collettiva.
OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO:
-
Acquisizione di abilità in ordine alla lettura ritmica ed intonata e di conoscenze di base della teoria
musicale.
-
Consapevolezza del rapporto tra organizzazione dell’attività senso motoria legata al proprio strumento.
-
Promozione della dimensione ludico musicale attraverso la musica d’insieme e la conseguente
interazione di gruppo.
MEZZI E SUSSIDI DIDATTICI: Gli alunni che aderiranno al laboratorio usufruiranno degli strumenti musicali in
dotazione della scuola.
Passaggio dalla Scuola Scuola Secondaria di 1° Grado alla Secondaria di II° grado
L’orientamento scolastico-professionale degli alunni/e al termine della scuola secondaria di primo grado è visto
nel suo duplice aspetto: formativo (come conoscenza di sé per l’autovalutazione) e informativo; esso poggia
fondamentalmente sullo specifico delle varie discipline che si articolano nel corso della programmazione
triennale. Quest’anno si è pensato alla SETTIMANA DELL’ORIENTAMENTO, una settimana dedicata alla visita dei
rappresentanti degli Istituti Superiori nelle classi terze della scuola secondaria di I°grado sia nel plesso Pirandello
sia Klearcos. I docenti si avvicenderanno nelle classi per esporre il proprio piano formativo. Queste attività hanno
lo scopo di pervenire ad un consiglio orientativo delle classi della scuola secondaria di I grado, prima della data
141
di iscrizione alle scuole secondarie di secondo grado.
FINALITA’


Favorire concretamente il passaggio degli alunni dalla scuola secondaria di primo grado a quella di
secondo grado per prevenire disagi ed insuccessi;
Incoraggiare il dialogo, lo scambio d’idee su strategie metodologiche tra docenti di ordini diversi di
scuole per favorire un efficace processo di formazione globale
degli studenti e realizzare un importante e funzionale orientamento in continuità.
OBIETTIVI


Informare e mettere in contatto gli alunni delle classi terze della scuola secondaria di I° grado con le diverse
realtà degli istituti superiori presenti nella nostra città e zone limitrofe;
Stimolare la riflessione di ogni alunno sulle proprie attitudini e aspirazioni;

Facilitare la scelta della scuola superiore.
AZIONI






Incontri presso la scuola media con rappresentanti degli istituti superiori;
Settimana dell’Orientamento
Distribuzione di materiale informativo fornito dalle scuole superiori;
Consegna consiglio orientativo e somministrazione QUESTIONARIO PER L'ORIENTAMENTO SCOLASTICO
Distribuzione del calendario degli incontri organizzati dalle scuole superiori (open day);
In collaborazione con le scuole superiori , una mattina di studio presso l’istituto prescelto, in veste di
esploratori
TEMPI:
DICEMBRE\GENNAIO\FEBBRAIO 2016
VERIFICA, VALUTAZIONE, MONITORAGGIO
Gli alunni, su modelli precostituiti, raccoglieranno le sensazioni /impressioni / opinioni sugli incontri effettuati. I
docenti faranno altrettanto e presenteranno eventuali ed ulteriori proposte per migliorare l’attività e rendere
più agevole e fruibile il lavoro di tutti.
Si prevede, infine, la realizzazione di una presentazione multimediale da proiettare a fine anno, per condividere
con i genitori il lavoro svolto durante tutto l’anno dall’Istituto Comprensivo.
RISORSE UMANE CONTINUITA’ VERTICALE









142
Alunni delle Classi quinte della Scuola Primaria del nostro Istituto.
Alunni di 5 anni delle sezioni di scuola dell’Infanzia dei Plessi del nostro istituto
Alunni rappresentanti delle terze classi della nostra scuola secondaria di primo grado
Docenti delle classi ponte fra i tre ordini di scuole
Docenti di sostegno delle classi coinvolte
Il Comitato Genitori
Responsabili di settore e referente per il DM 8/11
Tutti i docenti incaricati di Funzione Strumentale
I genitori degli alunni delle classi - ponte coinvolti del nostro istituto e delle altre scuole del territorio.

Enti locali
4.5 Sicurezza
Prevenzione, Sicurezza e Ben-essere
Il tema della sicurezza nel piano Piano dell’Offerta dell’Istituto assume un ruolo cardine nell’ambito dei percorsi
tesi alla prevenzione di varie tipologie di comportamenti a rischio benessere psico-fisico.
Gli interventi didattico-educativi relativi ai temi della sicurezza sono coordinati, in tal senso, nell’ambito di un
progetto unitario che si radica su importanti momenti strutturati che fanno dell’informazione e della formazione
un’azione vincente per la costruzione di modelli comportamentali tesi alla prevenzione.
In quanto luogo di formazione, ciascuna esperienza formativa rappresenta il contesto ideale per dialogare in
continuità educativa con l’intero territorio di riferimento, quindi con le famiglie, al fine consolidare comportamenti
che prevengano ogni forma di rischio sicurezza personale e ambientale. La scuola è luogo privilegiato per la
promozione della cultura della salute e della sicurezza: cultura della salute e della sicurezza intese come
atteggiamento quotidiano e conquista di tutti coloro, operatori e studenti, che vi partecipano. Ha il compito etico
di guidare gli studenti affinché diventino cittadini attivi capaci di guardare alla salute e alla sicurezza come un valore
per sé e per gli altri. L’istituzione, in una sorta di rete interistituzionale, promuove e coopera con la famiglia e le
istituzioni affinché gli studenti, futuri cittadini e lavoratori di domani, acquisiscano comportamenti e stili di vita
maturi e responsabili, finalizzati al benessere e improntati al rispetto della qualità della vita, della salute e della
sicurezza, dell'educazione alla convivenza civile ed alla legalità. Educare alla salute e alla sicurezza significa, in primo
luogo, centrare i propri interventi sulla responsabilità, sull’ autonomia, sul senso del limite, sul rispetto per sé, per
gli altri e per l’ambiente di vita, sul rispetto delle regole. Significa definire interventi educativi in cui le disposizioni
normative diventino un valore, parte integrante del singolo e della sua collettività, e nel contempo attivare un
processo di sensibilizzazione e responsabilizzazione di tutte le figure scolastiche.
In questa prospettiva il Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) della scuola gioca un ruolo centrale, anche sul
piano didattico, coinvolgendo gli allievi nella gestione della sicurezza scolastica, ma anche promuovendo nei
confronti dei consigli di classe la realizzazione di percorsi interdisciplinari sulle tematiche relative alla sicurezza.
Peraltro, questo approccio, su cui si fonda l’idea progettuale, richiede un lavoro di riflessione su di sé da parte del
SPP, docenti e figure sensibili, che ridefinisca compiti e strategie didattico-educative funzionali all’ assunzione di un
modello che risponda alle esigenze specifiche della scuola, che sono, in primis, di natura educativo-culturale.
Le iniziative da promuovere partono da un modello innovativo di formazione a cascata, operatori/alunni gestito
in rete con Enti ed associazioni. I percorsi, oltre a dare la possibilità di condividere strategie di promozione della
cultura della sicurezza nel proprio contesto sociale e organizzativo, saranno utilissima occasione per predisporre
un percorso formativo teorico-pratico che i RSPP-ASPP condurranno nei confronti degli alunni allievi delle classi ,
per fornire loro i presupposti necessari alla strutturazione di attività di gestione della sicurezza ,supportandoli in
fase di realizzazione.
Tale modus operandi trova piena legittimazione all’’art. 11 del Dlgs 81/2008, che prevede “l’inserimento in ogni
attività scolastica di specifici percorsi formativi interdisciplinari alle diverse materie scolastiche volti a favorire
la conoscenza delle tematiche afferenti salute e sicurezza nel rispetto delle autonomie scolastiche”.
Gli interventi didattici relativi ai temi della sicurezza, anche in ottemperanza alle prescrizioni normative di cui alla
L.107/2015, art.1 c. 10 che prevede per gli alunni della scuola sec di I grado iniziative di sensibilizzazione tese alla
conoscenza delle tecniche di primo soccorso, (anche mediante la rete strutturata con l’ASL e l’Azienda Ospedaliera
nell’ambito del progetto Bambino al centro), organizzati sin dalla scuola dell’infanzia, sono coordinati nell’ambito
di un progetto unitario con struttura ad albero e risultano graduali, coesi, integrati e convergenti in grado di
soddisfare la realizzazione dei bisogni tanto personali quanto istituzionali.
143
e organizzative
Organizzazione della scuola
Sviluppo e valorizzazione
delle risorse umane
Integrazione con il territorio
e rapporti con le famiglie
5-Processi-Pratiche gestionali e organizzative
5.1 Organizzazione della scuola
ORGANIZZAZIONE DIDATTICA
SCUOLA
SEDE
ORARIO
GIORNI
Scuola dell’
Infanzia
S.Caterina, Archi
Dalle 8.00 alle
16.00
LUN/VEN
Scuola Primaria
Scuola
Primaria
Archi(classi1e2 )
S:Caterna,S,Brunello, Archi
Dalle 8.00 alle
16.00
Dalle 8.00 alle
13.00
Scuola Sec. I° Grad Ibico-Pirandello , Archi
Dalle 8.00 alle
13.00
Ibico- Pirandello
Scuola Sec. I° Grad (Indirizzo Musicale)
Dalle 8.00 alle
13.00
Dalle 13.00 alle
17.00
Ibico- Pirandello-Archi
Scuola Sec. I° Grad (Tempo Prolungato)
Dalle 8.00 alle
13.00
Dalle 13.00 alle
1600
SCUOLA DELL’INFANZIA
ORA
ATTIVITÀ
8,00-8,30
Entrata-Accoglienza
8,30-9,00
Attività ludica libera
9,00-9,30
Colazione
144
LUN/ VEN
LUN/SAB
12.00)
Gio.Sab(h8.00-
LUN/SAB
LUN/SAB
LUN/VEN
LUN/SAB MARTGIOV
9,30-10,00
Circle time: conversazioni, gioco dell’appello, filastrocche …
10,00-11,30
Attività mirate e svolgimento dei progetti multi campo
11,30-12,15
Attività ludica
11,45-12,15
Prima uscita anticipata per i bambini che non scelgono la mensa
12,15-12,45
Pranzo
13,45-14,00
Seconda uscita anticipata
14,00-14,30
Giochi liberi
14,30-15,30
Attività di gruppo
15,30-16,00
Riordino ed uscita
SCUOLA PRIMARIA
DISCIPLINA
Lingua italiana
Matematica
Storia
Geografia
Scienze
Arte & immagine
Musica
Corpo, movimento e sport
Inglese
Tecnologia e informatica
Religione
Attività opzionali lab.linguisticoespressivo
TOTALE
Scuola Secondaria di 1° grado
145
Classe
I
8
7
2
2
1
1
1
1
1
1
2
1
Classe
II
7
7
2
2
1
1
1
1
2
1
2
1
28
28
Classe
7
6
2
2
1
1
1
1
3
1
2
1
Classe
IV
7
6
2
2
1
1
1
1
3
1
2
1
Classe
V
7
6
2
2
1
1
1
1
3
1
2
1
28
28
28
III
TEMPO PROLUNGATO
TEMPO NORMALE
Italiano
7
Italiano,
Storia, Geografia, Cittadinanza e Costituzione
6
3
Storia (ivi compresa 1 ora
di
“Cittadinanza
e
Costituzione”)
3
Attività di approfondimento in materie letterarie
1
Geografia
Matematica
Scienze
2
6
2
Matematica/ Scienze
musica
Tecnologia
Inglese
Seconda
lingua
comunitaria (Francese)
2
3
2
Tecnologia
Inglese
Seconda lingua comunitaria
6
2
2
3
2
Arte e immagine
2
Scienze motorie e sportive 2
Musica
2
Arte e immagine
Scienze motorie e sportive
Strumento (Pianoforte/Chitarra/Violino/Oboe)
( solo plesso IBICO/PIRANDELLO)
2
2
1
Religione cattolica
Mensa
1
2
Religione cattolica
1
TOTALE
36
31
Calendario delle attività
Inizio Lezioni: 14 settembre 2015
Termine Lezioni: 8 giugno 2016
Festività Natalizie: dal 23 dicembre 2015 al 6 gennaio 2016
Festività Pasquali: dal 24 al 29 marzo 2016
Altre Festività: 2 novembre 2015 (giorno di commemorazione defunti), 7 dicembre 2015 (ponte dell'Immacolata)
5.2 Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane
Valorizzazione delle risorse umane e professionali
Sul presupposto che il punto di forza dell’Istituto, più che dalle risorse strumentali, è costituto dalle sue risorse
umane e professionali, l’impegno prioritario dell’Istituto sarà orientato a promuovere e sostenere, in continuità
con lo stile di lavoro dello scorso anno la propositività e la progettualità tanto dei plessi quanto dei singoli operatori
– docenti e non, dentro le linee programmatiche generali deliberate. In coerenza con quanto sopra, il ricorso a
risorse professionali avrà luogo solo per l’attuazione di progetti autorizzati di arricchimento e di qualificazione
dell’offerta formativa, per i quali non siano disponibili nell’Istituto specifiche competenze, laddove dovesse
146
rendersi obbligatorio per la realizzazione di interventi finanziati con fondi PON e POR. La collaborazione con figure
esperte esterne sarà pertanto prioritariamente finalizzata a compiti di consulenza e all’acquisizione di più sicure
competenze da parte dei docenti, e non potrà in ogni caso essere sostitutiva nello svolgimento degli insegnamenti
di base previsti dai Piani di Studio nazionali e di Istituto, la cui valutazione è competenza esclusiva dei docenti
titolari. All’accrescimento/sviluppo di competenze professionali del personale, saranno orientati anche i rapporti
con altre Istituzioni e Soggetti esterni, già esistenti o da ricercare in relazione a nuove esigenze che potranno
emergere. Proseguiranno perciò, in particolare, i partenariati, nonché Convenzioni e Accordi di programma.
Formazione ed Autoaggiornamento
Nell’impostare il PIANO ANNUALE per la formazione e l’aggiornamento di cui all’art.63 e successivi del CCNL, che
comprende la realizzazione delle attività previste per il mese di settembre deliberate dagli OO.CC. a giugno u.s.,
si tiene conto prioritariamente dei bisogni evidenziati nel RAV e tradotti nel Piano di Miglioramento per il
raggiungimento degli obiettivi strategici, nonché delle proposte dei diversi profili professionali.
L’elaborazione del Piano Annuale si propone di:
• Fornire occasioni di approfondimento sulla progettazione e valutazione per competenze e riflessione sui vissuti
e sulle pratiche didattiche ;
• Fornire occasioni di acquisizione di conoscenze utili al miglioramento del rapporto educativo e alla facilitazione
degli apprendimenti;
• Favorire il rinforzo della motivazione personale e della coscienza/responsabilità professionale;
• Migliorare la comunicazione tra i docenti, aumentando contestualmente conoscenza e stima reciproca;
• Fornire occasioni di approfondimento e aggiornamento dei contenuti delle discipline in vista della loro
utilizzazione didattica.
. Fornire occasioni di approfondimento e aggiornamento dei contenuti delle discipline normative e delle riforme in
atto con particolare attenzione ai temi dell’ Etica, della legalità, della trasparenza amministrativa
e dell’ anticorruzione, in considerazione degli adempimenti cogenti ed ai fini dell’aggiornamento della didattica
sulla base di un patrimonio valoriale condiviso in forza di una positiva cultura della responsabilità.
L’attività di formazione sarà ispirata a:
e disciplina di potersi appropriare di strumenti e competenze
ritenuti indispensabili e “trasversali” per affrontare l’attività professionale e l’evoluzione normativa che
regolano il funzionamento della Scuola, con riferimento agli specifici saperi disciplinari in relazione alla
costruzione di percorsi didattici per competenza ai fini anche della certificazione al termine dell’obbligo di
istruzione;
competenze a supporto della didattica (utilizzo delle nuove tecnologie informatiche);
-pedagogica in riferimento alle innovazioni di struttura e di ordinamento;
Il Piano di Formazione e Aggiornamento viene redatto tenendo conto delle linee generali indicate annualmente
dal MPI e degli orientamenti strategici della politica di Qualità volta al miglioramento continuo e si avvale di
corsi organizzati dall’ATP e USR, da altri enti territoriali o istituti e comprende iniziative progettate dall’Istituto,
autonomamente o in rete con altre scuole. La programmazione degli interventi formativi è stata basata sui
risultati di un’indagine conoscitiva condotta dal docente incaricato della Funzione Strumentale Area 2, mediante
la somministrazione di un questionario sui bisogni formativi dei docenti; ciò ha avuto lo scopo di valutare, con
maggiore attendibilità, la possibilità di organizzare specifici corsi di aggiornamento rispondenti ai bisogni dei
docenti e alle reali esigenze della scuola e dell’offerta formativa. Nell’ambito di ciascun corso proposto saranno
privilegiati momenti di cornici teoriche e di confronto, sia pratiche laboratoriali, nonché forme di aggregazione
per grandi aree di significato tematico affine.
5.3 Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie
147
RAPPORTI SCUOLA FAMIGLIA
Lo stile educativo della scuola è improntato alla massima disponibilità nei confronti dei genitori degli allievi che
vengono coinvolti nelle decisioni quando il loro parere rappresenta un “passaggio obbligato” nella definizione
di politiche scolastiche, nella elaborazione delle proposte formative dell’istituto e soprattutto nelle fasi di scelta
delle attività educative didattiche che le leggi di riforma riservano appunto alle famiglie e agli allievi. Nella vita
della scuola ci sono momenti cruciali in cui la collaborazione scuola- famiglia va gestita con attenzione:
a)
la fase delle iscrizioni: vengono organizzati degli incontri con i genitori degli alunni di 1^ classe e
5^classe elementare per la presentazione della proposta formativa della scuola, sulla base delle indicazioni
vincolanti della legge n. 53/2003, del D.Lgs. n. 59/2004, del DM 31/07/2007, dei DPR 87 e 88 del marzo 2010 e
delle decisioni autonome del Collegio dei Docenti, accolte e condivise dal Consiglio d’Istituto.
Per facilitare la decisione delle famiglie, in merito all’offerta formativa della scuola, vengono organizzati in
entrambe le sedi incontri di consulenza, colloqui orientativi con famiglie e futuri allievi, allo scopo di favorire le
scelte ed anche per renderle più adatte possibili agli allievi a seconda delle loro esigenze e dei loro interessi e/o
motivazioni.
b) la fase della formazione delle classi e dell’acquisto dei libri di testo: ogni scuola delibera nelle sedi opportune
(Collegio Docenti e Consiglio d’Istituto) i criteri per la formazione delle classi. Nella realtà i criteri soni i seguenti:
genere (maschi e femmine in classi miste); risultati sul piano degli apprendimenti (profitto); segnalazioni e
richieste particolari avanzate dalle insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria (es. incompatibilità tra allievi
nella stessa classe); problemi particolari segnalati dalla famiglia ( e valutati attentamente dalla Commissione
formazione classi).L’assegnazione dell’alunno/a ad una classe permette poi alla famiglia di procedere all’acquisto
dei libri di testo. A ciascuna famiglia viene consegnato l’elenco dei testi adottati dagli insegnanti delle classi a
seguito della delibera del Collegio dei Docenti. Il criterio di fondo
seguito negli anni è quello di ridurre al minimo il cambio dei testi per evitare alle famiglie costi eccessivi per i libri
di testo.
c) La fase dell ’avvio dell ’anno scolastico , soprattutto per gli alunni di classe infanzia,primaria e secondaria
durante la quale è importante dialogare con i genitori per “monitorare” l’inserimento degli allievi nelle classi, per
rilevare eventuali difficoltà iniziali, per garantire informazioni circa il normale svolgimento delle attività
scolastiche. Al riguardo ai genitori sono offerti momenti di incontri con il Dirigente Scolastico e con i docenti
collaboratori, udienze se con i docenti secondo un calendario consegnato a tutte le famiglie, udienze generali in
cui i genitori potranno incontrare nella stessa giornata tutti i docenti dei propri figli. Altra possibilità di
comunicazione sono inoltre fornite dal sito web della scuola e/o dall’indirizzo e-mail accanto agli usuali telefoni
e fax.Per comunicazioni urgenti i genitori possono rivolgersi al Dirigente Scolastico o alla docente vicaria sia
direttamente sia tramite le nuove tecnologie informative e di comunicazione.
d) La fase di comunicazione dei risultati di fine quadrimestre: un momento particolarmente critico è la consegna
della scheda di valutazione al termine del 1° quadrimestre dopo il ritorno ai voti. Durante la consegna i docenti
fanno il punto della situazione e concordano con le famiglie il da farsi per migliorare e/ recuperare eventuali
difficoltà. È il momento in cui si cerca si responsabilizzare l’allievo davanti ad un quadro valutativo a 360° circa il
suo impegno scolastico e i risultati nelle varie attività disciplinari e/o trasversali (es. attività opzionali aggiuntive
e facoltative).
Forse più delicata è la fase relativa alla conclusione dell’anno scolastico quando i genitori vengono invitati dai
docenti a valutare attentamente la situazione scolastica dei propri figli, soprattutto se i risultati sono
problematici e al di sotto delle aspettative dei docenti e inferiori alle potenzialità degli allievi. È una fase delicata
in quanto i docenti sono chiamati poi collegialmente ad ammettere o meno l’allievo alla classe successiva. In caso
di risultato negativo, il Dirigente Scolastico convoca i genitori per informarli dell’esito, fornendo loro gli elementi
salienti della decisione collegiale. Inoltre, agli alunni promossi all’esame di stato verrà consegnata una
148
certificazione delle competenze acquisite. I genitori, o meglio le famiglie degli allievi hanno anche altre
opportunità per partecipare alla vita della scuola. In particolare la scuola organizza periodicamente delle
manifestazioni teatrali e/o musicali, , delle mostre pittoriche, fotografiche e di oggetti vari realizzati dagli allievi
e spesso posti “in vendita” per la raccolta di fondi da destinare a progetti di solidarietà. Un mezzo utilizzato dagli
allievi è il sito della scuola su cui i ragazzi e le ragazze descrivono la loro esperienza scolastica, senza tralasciare
di dire la loro opinione su problemi di interesse comune e che li riguardano in modo particolare
Organi collegiali
COLLEGIO DEI DOCENTI: è composto da tutti gli insegnanti dell’Istituto e dal Dirigente Scolastico,
che lo presiede. Ha potere deliberante in materia educativo- didattica.
CONSIGLIO DI ISTITUTO:di durata triennale, è composto dal Dirigente Scolastico, dal Direttore
Amministrativo, dai rappresentanti eletti degli insegnanti, dei genitori e del personale A.T.A. Ha
potere deliberante e dispone l’impiego dei mezzi finanziari.
GIUNTA ESECUTIVA: è composta dal Dirigente Scolastico, dal Direttore amministrativo e dai
rappresentanti degli insegnanti e dei genitori facenti parte del Consiglio d’Istituto. Ha funzione
amministrativa.
CONSIGLIO DI INTERSEZIONE (scuola dell’infanzia) O DI INTERCLASSE (scuola primaria) O DI
CLASSE(scuola secondaria di primo grado): presieduto dal Dirigente Scolastico o da un docente da
lui delegato, è composto dagli insegnanti e dai rappresentanti eletti dei genitori. Ha potere
propositivo in materia educativo- didattica.
DIFFUSIONE
Il POF dell’Istituto Comprensivo “Falcomatà-Archi non è un documento chiuso e scritto solo per gli
operatori dell’istituto stesso, ma è il progetto aperto flessibile con cui la scuola risponde alle
esigenze, espresse in vario modo, da parte di tutti i membri della comunità scolastica e del territorio.
I livelli di prestazione e le regole dell’istituto sono rese note con La Carta dei servizi, che contiene
lo standard di prestazione che l’Istituto ha fissato, Il Regolamento d’Istituto, che contiene le regole di
comportamento cui si deve uniformare chi entra in contatto con l’I stituto,
Il programma annuale, che espone il progetto d’utilizzazione delle risorse a disposizione
dell’istituto, Il Conto consuntivo, che illustra come sono state utilizzate le risorse umane e
strumentali dell’istituto.
Le informazioni più importanti o utili sono rese note all’interno del sito Web dell’Istituto.
149